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Camera dei Deputati 2 Commissioni in sede legislativa 1

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Academic year: 2022

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La seduta comincia alle 10.35.

Discussione delle proposte di legge Loren- zetti: Modifiche al decreto del Presi- dente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, in materia di imposta su- gli spettacoli (121); Cesetti e Calzolaio:

Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, in materia di imposta sugli spettacoli (372); Soda: Modifiche al de- creto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, in materia di imposta sugli spettacoli (592); Pampo e Riccio: Modifiche agli articoli 1, 5 e 21 del decreto del Presidente della Repub- blica 26 ottobre 1972, n. 640, in mate- ria di imposta sugli spettacoli (1100);

Rodeghiero ed altri: Modifiche al de- creto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, in materia di imposta sugli spettacoli (1436); Pistone ed altri: Esenzione dall’imposta sugli spettacoli di cui al decreto del Presi- dente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, per le manifestazioni a carattere sociale, politico, culturale e ricreativo e per quelle a fini di benefi- cenza (2110); Conte ed altri: Modifiche al decreto del Presidente della Repub- blica 26 ottobre 1972, n. 640, in mate- ria di imposta sugli spettacoli (2617).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione delle abbinate proposte di legge d’iniziativa dei deputati Lorenzetti:

« Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, in materia di imposta sugli spettacoli »; Ce-

setti e Calzolaio: « Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, in materia di imposta sugli spettacoli »; Soda: « Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, in materia di imposta sugli spettacoli »; Pampo e Riccio: « Modifiche agli articoli 1, 5 e 21 del decreto del Presi- dente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, in materia di imposta sugli spetta- coli »; Rodeghiero, Alborghetti, Apolloni, Bagliani, Ballaman, Balocchi, Bianchi Cle- rici, Cè, Faustinelli, Fontan, Frigerio, Mar- tinelli, Santandrea, Stefani e Vascon: « Mo- difiche al decreto del Presidente della Re- pubblica 26 ottobre 1972, n. 640, in mate- ria di imposta sugli spettacoli »; Pistone, Edo Rossi, Bonato, Strambi, Vendola, Cambursano, Casinelli, De Benetti, Peco- raro Scanio, Cento, Sbarbati, Danieli, Pi- scitello, Scozzari, Jervolino Russo, Re- petto, Saia, Brunale, Chiusoli, Cennamo, Piccolo, Caruano, Muzio, Ciani, Bielli, Val- piana, Vignali, Giacalone, Diliberto, Conte, Nardini, Pisapia e Grimaldi: « Esenzione dall’imposta sugli spettacoli di cui al de- creto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, per le manifestazioni a carattere sociale, politico, culturale e ri- creativo e per quelle a fini di benefi- cenza »; Conte, Berselli, Contento, Fini, Al- berto Giorgetti, Carlo Pace, Giovanni Pace, Antonio Pepe, D’Alia, Marinacci, Armo- sino, Berruti, Leone, Nan, Paroli, Savelli, Tremonti, Viale, Bagliani, Ballaman, Fau- stinelli, Frosio Roncalli, Molgora, Caveri, De Benetti, Benvenuto, Cambursano, Fri- gato, Piccolo, Repetto, Bonato, Pistone, Ce- remigna, D’Amico, Agostini, Biasco, Bru- nale, Cennamo, Chiusoli, Malagnino, Ma-

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riani, Panattoni, Rabbito, Settimi, Targetti, Turci e Vannoni: « Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, in materia di imposta sugli spettacoli ».

Dichiaro aperta la discussione sulle li- nee generali.

L’onorevole Conte ha facoltà di svol- gere la relazione.

GIANFRANCO CONTE, Relatore. Si- gnor presidente, premetto che affronterò, nella relazione introduttiva, le più impor- tanti questioni di carattere generale inte- ressate dai provvedimenti in esame, rin- viando ad una seduta successiva l’esposi- zione dettagliata del contenuto degli stessi.

La disciplina in discussione è stata oggetto di un breve esame nella scorsa legislatura;

la materia dell’imposta sugli spettacoli aveva infatti spinto molti colleghi di tutti i gruppi parlamentari a presentare proposte di legge tese alla modifica del regime impositivo.

Oltre che dal sottoscritto, con la firma di tutti i componenti la Commissione fi- nanze, è stata presentata nella presente le- gislatura una serie di proposte di legge. Si tratta di progetti tendenti ad affrontare il rilevante tema del prelievo dell’imposta sugli spettacoli, soprattutto nei confronti di associazioni e di enti senza scopo di lu- cro che si vedono prelevare attraverso questo canale risorse consistenti.

Vanno affrontati, fra l’altro, alcuni im- portanti problemi, come il rapporto con la SIAE, la cui convenzione con il Ministero delle finanze scadrà alla fine del 1997. È un aspetto molto importante, perché in virtù della convenzione la SIAE incassa una commissione del 12,48 per cento sul- l’intero prelievo dell’imposta sugli spetta- coli. Lo stesso Governo, nel provvedimento collegato alla legge finanziaria per il 1997, ha introdotto misure per il riordino di tutto il comparto dei giochi e delle scom- messe.

È una ben magra soddisfazione il fatto che i lavori svolti nella precedente legisla- tura abbiano portato alla redazione di un

testo – elaborato dal Comitato ristretto – poi sintetizzato nella proposta che reca il mio nome come primo firmatario.

Abbiamo innanzitutto un problema di carattere procedurale e dobbiamo deci- dere su due punti. Il primo è se il Go- verno, in considerazione dell’attenzione posta al problema da parte della Commis- sione, sia disponibile a valutare una modi- fica delle norme, considerando però che tale modifica potrebbe comportare una di- minuzione di entrate per lo Stato. Il se- condo è se l’impostazione della riforma che è stata prefigurata sia la più cor- retta.

Dico questo perché ogni proposta di legge ha una sua storia e quelle in discus- sione sono nate in un momento partico- lare della scorsa legislatura in cui si tese a realizzare una compensazione affrontando il problema più che altro sotto un profilo etico. Ci si era cioè interrogati circa l’eti- cità di un prelievo effettuato su settori im- portanti della cultura, sui quali gravavano già prelievi in misura superiore ad altri comparti, come quelli delle scommesse e dei proventi delle case da gioco. In quel momento si ipotizzò una compensazione, senza oneri aggiuntivi per lo Stato, aumen- tando l’imposizione sui giochi e sulle scommesse ed eliminando o riducendo quella gravante su alcuni settori dello spettacolo. Io stesso presentai una propo- sta provocatoria per la eliminazione tout court dell’imposta sugli spettacoli nei set- tori del cinema, dello sport, della musica, delle mostre e delle rievocazioni storiche, compresi nelle prime quattro voci della ta- bella allegata al decreto del Presidente della Repubblica n. 640 del 1972, aumen- tando (fino quasi al raddoppio) il prelievo sulle scommesse ippiche e sui proventi delle case da gioco.

Quando la modifica del prelievo fu in- serita nella legge finanziaria del governo Dini vi era dunque il consenso del Go- verno a ridurre sensibilmente quel pre- lievo (si trattava del 9 per cento per il ci- nema e lo sport e del 16 per cento per la musica ed i trattenimenti danzanti) au-

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mentando contemporaneamente quello sulle scommesse ippiche. Non fu possibile però realizzare tale modifica; non si giunse al voto di fiducia su questa norma, che era stata inserita in un emendamento al provvedimento allegato alla legge finan- ziaria, anche perché la mattina in cui si sarebbe dovuti passare al voto vi fu una grande manifestazione dell’UNIRE davanti al palazzo di Montecitorio, dove si presen- tarono i fantini con i loro calessi. La mani- festazione probabilmente convinse il Go- verno a soprassedere sulla questione. L’i- dea, però, non era evidentemente pere- grina, considerato che l’attuale Governo si è appropriato della proposta che avevo avanzato e ne ha stralciato la parte rela- tiva alle scommesse ippiche trasferendola in un altro ambito, che peraltro mi lascia alquanto perplesso perché a tutt’oggi, ad un mese dall’approvazione della legge fi- nanziaria, ancora non si è capito come si andrà ad organizzare il settore delle scom- messe ippiche e chi provvederà all’in- casso.

Vi è un particolare da porre subito in evidenza, anche perché esso ci sarà poi utile ai fini della eventuale copertura del costo che potrà derivare dalla modifica dell’imposta sugli spettacoli. Credo si tratti di un elemento che l’onorevole sottosegre- tario dovrebbe tenere ben presente. La SIAE aveva ed ha ancora oggi un prelievo sulle scommesse ippiche. Si trattava del 12,48 per cento sul 5 per cento delle scom- messe ippiche. Stiamo parlando di scom- messe che nel 1995 hanno reso 1.100 mi- liardi, nel 1996 2.200 miliardi e che si pre- vede renderanno nel 1997 circa 2.500 mi- liardi. Un rapido calcolo ci porta ad un prelievo di circa 12-13 miliardi. Poiché, con la legge finanziaria, l’imposta sulle scommesse ippiche è passata dal 5 al 13 per cento, l’aggio della SIAE si è quasi raddoppiato in un settore in cui la SIAE stessa non fa assolutamente niente. Tutti i dati che passano attraverso i totalizzatori e le agenzie ippiche vengono certificati e la SIAE si limita ad incassare i soldi senza effettuare alcun tipo di controllo.

In questa situazione, dunque, fino a che non sarà modificata la regolamenta- zione di tutto il settore delle scommesse ippiche, continueremo a regalare centinaia di miliardi alla SIAE, per poi magari sen- tirci dire che non ci sono i mezzi per in- tervenire a favore delle associazioni e degli enti senza scopo di lucro che nel nostro paese svolgono un’opera meritoria anche nel campo culturale. In questo senso, desi- dero mettere le mani avanti e segnalare il problema perché, quando si dovrà ragio- nare su questi temi, si sappia qual è la situazione.

Al di là del merito delle tante proposte presentate, dobbiamo decidere se vogliamo procedere sulla strada della compensa- zione che, come ho già ricordato, era stata ipotizzata in un particolare momento del- l’anno scorso, trasferendo su altri settori il carico. È chiaro infatti che l’abbassamento del prelievo operato su alcuni settori (ci- nema, sport e musica) e l’aumento su altri comparti (gioco, case da gioco, scommesse) creerà comunque dei problemi. Non si può credere che aumentando il prelievo sui bi- liardini non si avranno rimostranze da parte delle associazioni di categoria, che già l’anno scorso denunciarono l’eccessiva onerosità del prelievo, né si può pensare che le case da gioco si asterranno dall’e- sprimersi; quindi è chiaro che si deve deci- dere se mantenere l’imposta speciale così com’è oppure modificare le tariffe, perché ogni correzione implica per lo Stato un co- sto aggiuntivo pari a circa 20 miliardi.

Da calcoli che ho eseguito, la proposta in esame costerebbe all’amministrazione statale 150 miliardi – il Governo natu- ralmente calcolerà esattamente l’onere –;

al di là dell’obiettivo che il Governo si pone, consistente nel rivedere l’intero si- stema dei giochi e delle scommesse, è bene sottolineare che quando si parla di im- posta sugli spettacoli non ci si riferisce soltanto ai giochi ed alle scommesse, dal momento che la parte concernente le scommesse ippiche è stata stralciata in attesa di una nuova normativa.

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Un’altra questione aperta riguarda il diritto demaniale, rispetto al quale penso che tutti i colleghi ricordino il caso, di cui hanno parlato diffusamente gli organi di stampa, dell’agente SIAE che pretendeva i diritti demaniali sull’esecuzione dell’inno di Mameli ! Certo, è necessario porsi il problema della convenzione SIAE, perché questa oggi ne ricava un centinaio di mi- liardi all’anno, pur garantendo un servizio allo Stato, in relazione al quale è indispen- sabile verificare se non sia possibile ope- rare con modalità diverse quali la forfet- tizzazione, l’autoliquidazione o in altro modo. In materia, in passato ha lavorato la cosiddetta commissione dei trenta pre- sieduta da Favilla, che ha elaborato un te- sto di modifica del decreto del Presidente della Repubblica n. 640 del 1972, che il governo, tuttavia, non ha mai deliberato di presentare ufficialmente alle Camere nella veste di disegno di legge.

In sostanza, occorre porsi un interroga- tivo, che trasferisco al rappresentante del Governo: si vuole incidere fortemente sul- l’imposta sugli spettacoli ? Vogliamo ridi- scuterla complessivamente oppure vo- gliamo affrontare solo un aspetto minima- lista, migliorandola dove è possibile e sem- plificando i procedimenti al punto da ren- dere più facile il lavoro di chi deve dare esecuzione alla miriade di regole previste dalla legge n. 640 del 1972 ?

Vorrei fornire alla Commissione alcuni dati significativi riguardanti l’intero set- tore dello spettacolo, contenuti in uno stu- dio predisposto dalla SIAE, che fotografa la situazione al 30 giugno 1996. Rispetto all’anno precedente la spesa è cresciuta di 99,5 miliardi passando da 2.168,4 miliardi del 1995 a 2.267,9 miliardi del 1996; veri- ficando nello specifico i diversi settori, il cinema ha registrato un trend favorevole dal momento che nel 1996 sono stati ven- duti 46,6 milioni di biglietti con un au- mento di 2 milioni rispetto al 1995 e gli spettatori sono aumentati di circa l’8,6 per cento anche in termini monetari. Lusin- ghiero appare anche il bilancio delle atti- vità teatrali e musicali con circa 70 mila

manifestazioni per le quali sono stati ven- duti 17 milioni di biglietti con un incasso di 361 miliardi di lire; i teatri di prosa, gli spettacoli di rivista e le commedie musi- cali hanno registrato un aumento del 3,6 per cento con 46.500 rappresentazioni nel primo trimestre del 1996. Si tratta di cifre estremamente significative che sottoli- neano l’importanza del settore. Tanto più questo è importante, tanto meno significa- tivo è il prelievo perché lo Stato introita circa 400 miliardi. In effetti, la cifra che mi è stata indicata è di 495 miliardi, ma ho dei dubbi sulla sua reale consistenza perché quando si parla con la SIAE non si riesce mai ad ottenere dati precisi. Si con- sideri, per esempio, che in questa cifra sono compresi i proventi della Sicilia, che è una realtà a parte. Ad ogni modo il set- tore è rilevante sotto il profilo delle rica- dute culturali, etiche e sociali e 400 mi- liardi rappresentano certamente una pic- cola cosa. Per questo ho detto prima che la Commissione e il Governo si devono do- mandare se non sia il caso di affrontare l’argomento dell’imposta sugli spettacoli in modo più incisivo. Infatti – e qui po- tremmo fare filosofia o teoria economica – un intervento sull’imposta potrebbe avere delle ricadute sotto il profilo del get- tito IRPEG, IRPEF e IVA e sotto quello dell’occupazione. Alcuni di questi settori – ne parlavamo con il presidente proprio ieri – registrano attualmente una fortis- sima presenza di lavoro nero e anche un notevolissimo giro di denaro in nero; ciò perché non si riesce o non si vuole affron- tare, una volta per tutte, la questione del- l’occupazione saltuaria giovanile in questo settore, dove lavora tutta una categoria di persone (disc jockey, musicisti, cubiste) che non riesce a trovare una collocazione, creando un nero che alimenta ulteriore nero.

Noi dovremo affrontare tali problemi perché le imprese serie che operano nel settore per esempio degli intrattenimenti danzanti, oltre ad essere soggette all’IR- PEG e ad altre imposte, subiscono il pre-

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lievo sul reddito lordo anche dell’imposta sugli spettacoli e del diritto sulla musica:

ciò significa che una società che voglia es- sere in regola con tutte le previsioni so- stanzialmente non può rimanere sul mer- cato. Ma queste sono valutazioni che po- tremo svolgere con attenzione nel prosie- guo della discussione.

Consegnerò agli uffici i dati i mio pos- sesso relativi ai vari settori, al fine di gua- dagnare tempo alla luce dell’imminenza di votazioni in Assemblea. Non intendo svol- gere questa mattina una relazione esau- stiva e, come ho già spiegato all’inizio, non voglio entrare nel merito dell’articolato, soffermandomi soltanto sul modo in cui possiamo affrontare il problema. Ri- chiamo pertanto l’attenzione dei colleghi su una scelta di fondo che dobbiamo com- piere, vale a dire se riteniamo che occorra incidere su questa imposta eliminandola, modificandola, trasferendo il prelievo da una parte ad un’altra, rivedendo integral- mente tutto l’impianto della legge n. 640 del 1972, o se sia nostra intenzione appor- tare semplicemente piccoli aggiustamenti che servano a semplificare la vita a chi opera nel settore e a garantire un minimo di redditività al settore stesso. Ricordo inoltre che, su iniziativa del Governo, nella citata legge n. 662 del 1996 (provvedi- mento collegato alla legge finanziaria per il 1997), sono state introdotte disposizioni che stabiliscono interventi a favore delle organizzazioni non lucrative di utilità so- ciale (ONLUS), fra cui dovrebbero rien- trare lepro loco e le associazioni di volon- tariato, prevedendo specifiche agevolazioni fiscali, nelle quali dovrebbe rientrare, tra l’altro, la definizione di un regime agevo- lato per l’imposta sugli spettacoli. Nel pro- getto di legge n. 2617 abbiamo rivisto an- che questa casistica.

Credo pertanto che la prima cosa che noi possiamo fare oggi è acquisire dal Go- verno un’idea di massima su come ope- rare. Per quanto mi riguarda, suggerirei – ma vorrei ascoltare anche il parere dei colleghi – di assumere come testo base per la discussione la proposta di legge n. 2617,

sottoscritta da tutti i componenti la Com- missione, eventualmente integrata con ap- positi emendamenti che riprendano le di- sposizioni delle altre proposte che, peral- tro, come ho già spiegato, interessano spe- cifici e limitati aspetti della normativa vi- gente e partono dal presupposto che oc- corre intervenire nel settore dell’associa- zionismo, cosa già inserita nella proposta di legge citata. Ovviamente, dovremo ac- quisire dal Governo delle indicazioni sul modo di procedere e in ordine alle pro- spettive che abbiamo.

PRESIDENTE. Ringrazio l’onorevole Conte per la relazione.

Per le ore 11.30 sono previste votazioni in Assemblea potremmo pertanto riman- dare ad una prossima seduta l’inizio degli interventi in discussione generale e nel frattempo potremmo decidere di proce- dere ad ulteriori approfondimenti relativa- mente alle questioni interessate dalle pro- poste di legge in discussione, allo scopo di valutare come pervenire ad un eventuale testo base che contempli le diverse propo- ste ricordate.

Chiediamo al Governo di procedere a questi approfondimenti, a cui ne aggiungo altri: è importante acquisire degli elementi su quanto è stato fatto in questa direzione in Spagna, dove sono stati adottati dei provvedimenti di riordino che hanno avuto un effetto positivo non solo in ordine all’e- conomia sommersa, ma soprattutto in ter- mini di occupazione. Inoltre, in maniera non provocatoria, vorrei pregare il sottose- gretario, nel quadro di un migliore utilizzo delle risorse, di valutare bene due aspetti:

in primo luogo, il fenomeno rappresentato dall’utilizzo dei biglietti vincenti che non vengono riscossi. Poiché le lotterie – come abbiamo deciso – stanno aumentando, au- menta anche il numero dei biglietti estratti il cui montepremi non viene ritirato; si tratta di vincite che hanno un’entità varia- bile tra i 10 e i 15 miliardi, che vanno im- propriamente a finire in un fondo di pre- videnza del tesoro. Come è avvenuto per altri settori, questi fondi potrebbero ser-

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vire, se i calcoli effettuati dall’onorevole Conte sono esatti, per esempio per abbas- sare di due punti l’imposta sul ballo. In se- condo luogo, alla luce di ciò che è avve- nuto, servirebbe un’indicazione di quanto costi il Comitato giochi istituito presso il ministero e se sia vero che abbia delle rile- vanti partite fuori bilancio (non sono in possesso di dati precisi in merito, ma so che ha dei costi abbastanza consistenti).

Nel quadro di una razionalizzazione ap- propriata delle entrate, potrebbe essere una misura utile in questa prospettiva, come è avvenuto per esempio nel caso della ritenuta sulle vincite al lotto, il cui risparmio è confluito nel fondo per l’occu- pazione.

PIERLUIGI CASTELLANI,Sottosegreta- rio di Stato per le finanze. Vorrei svolgere un’osservazione sulla tematica che emerge dalle proposte di legge presentate. Le que- stioni sono sostanzialmente due: una at- tiene al riordino della legge n. 640 del 1972, con riferimento alla complessa te- matica dell’imposta sugli spettacoli, l’altra attiene alle agevolazioni per le associa- zioni, gli enti e le città che organizzano manifestazioni non a scopo di lucro.

Vorrei far riflettere la Commissione sulla possibilità di separare la seconda questione dalla prima, visto che nel prov- vedimento collegato alla finanziaria 1997 è prevista una delega specifica per la mate- ria; ricordo che l’articolo 3, comma 187, lettera h), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, prevede il seguente criterio diret- tivo: « previsione di un regime agevolato, semplificato e forfettario con riferimento ai diritti demaniali sugli incassi derivanti da rappresentazioni, esecuzione o radio- diffusione di opere e all’imposta sugli spet- tacoli ». La delega deve essere adempiuta entro nove mesi, come i membri della Commissione ben sanno; può darsi, quindi, che si arrivi in porto almeno per la questione sollevata in maniera forte dalle città che organizzano i giochi storici. Si pone poi la questione del volontariato e del settore no profit, mentre la rimanente

materia si potrebbe esaminare nel senso indicato dal relatore.

GIANFRANCO CONTE, Relatore. Si- gnor presidente, vorrei aggiungere soltanto un’osservazione. Mi rendo conto che il Go- verno intende esercitare la delega ma, poi- ché in altre occasioni si era parlato di semplificazioni che tardano a venire, vo- glio far notare che dobbiamo dare una ri- sposta immediata alle associazioni e a quanti organizzano senza scopo di lucro determinate manifestazioni. Di conse- guenza, pensare al riordino della legge n. 640, dividendolo dagli interventi a fa- vore delle associazioni, potrebbe essere un lavoro minimalista: dobbiamo affrontare il problema non soltanto delle associazioni ma anche degli imprenditori, che incon- trano notevoli difficoltà in questo settore.

In base ai dati che ho messo a disposi- zione della Commissione, ritengo di poter evidenziare che, sebbene la SIAE faccia ragionamenti trionfalistici evidenziando che il settore dello spettacolo è in crescita, in realtà, se verifichiamo la situazione e teniamo conto del tasso di inflazione, ci rendiamo conto del fatto che il settore è stagnante; nel suo ambito, addirittura, il comparto dei balli e degli intrattenimenti danzanti è in forte regressione.

Per brevità, non ho citato i dati relativi ai paesi europei, ma l’imposta sugli spetta- coli esiste sostanzialmente soltanto in Ita- lia: vi è un prelievo in alcuni Länder della Germania, ma si tratta di una sorta di im- posta devoluta ai comuni. A questo propo- sito, si apre un’altra questione: se cioè si debba valutare l’opportunità di devolvere il gettito proveniente dall’imposta sugli spettacoli a favore dei comuni che, orga- nizzando molti spettacoli, raccolgono molti prelievi (che quindi potrebbero servire da supporto per le manifestazioni che ven- gono organizzate). Certo, poi, vi dovrebbe essere un criterio redistributivo; comun- que, come notavo, in Germania, per esem- pio, è stata prevista una sorta di imposta comunale sugli spettacoli in alcuni Länder, mentre negli altri paesi il prelievo è gene-

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ralmente molto basso (intorno all’1,5-2 per cento in Finlandia, Norvegia, in certi casi in Francia).

Sono infatti in corso alcuni contenziosi in ambito europeo a carico dell’Italia, poi- ché si ritiene che il prelievo sia spropor- zionato rispetto alle normali condizioni di mercato. Ricordo, ripeto, che vi sono aziende, soprattutto nel settore del ballo, che sono praticamente al fallimento: non si può pensare di effettuare un prelievo del 51 per cento per la normale IRPEG, cui si aggiunge un prelievo del 10-16 per cento sul lordo, portando quindi il pre- lievo complessivo a livelli davvero troppo alti; alla fine, si lavora esclusivamente per lo Stato, per cui, in qualche modo, si co- stringono le imprese ad inventarsi mezzi e mezzucci per cercare di rimanere sul mer- cato.

Il problema va valutato in quest’ottica e credo che sarebbe utile una collabora- zione fra il Governo e la Commissione per definire un testo che vada incontro alle di-

verse esigenze. Tutti noi, credo, siamo a disposizione del Governo, se ci viene con- sentito di offrire un contributo, ma te- miamo che il Governo, nell’esercizio della delega, si limiti a pochi aspetti tralascian- done molti altri che invece hanno una certa rilevanza, sui quali quindi vorremmo poter esprimere la nostra opinione.

PRESIDENTE. Il seguito della discus- sione è rinviato ad altra seduta.

La seduta termina alle 11.15.

IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO STENOGRAFIA

DOTT. VINCENZO ARISTA IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO

DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI

DOTT. VINCENZO LIPPOLIS Licenziato per la stampa

dal Servizio Stenografia il 24 gennaio 1997.

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO

Stampato su carta riciclata ecologica STC13-6LG-1

Lire 500

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