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ELEMENTI DI SOCIOLOGIA DELLE MIGRAZIONI

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Academic year: 2022

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(1)

ELEMENTI DI SOCIOLOGIA DELLE MIGRAZIONI

Dott.ssa Donatella Greco Email: dgreco@units.it

Master Organizzazione e gestione delle istituzioni scolastiche in contesti

multiculturali – Programma nazionale FAMI

(2)

LA PRESENZA DEI CITTADINI STRANIERI IN FVG AL 1/1/2018

Ø106.652 residenti: + 2,3% rispetto al 2017

Ø Alla crescita degli stranieri si affianca un calo della popolazione residente in regione (-0,2%): è una variazione però molto contenuta infatti l’incidenza rimane tutto sommato invariata (8,8%)

ØNel corso del 2017: 3.631 stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana: il picco di acquisizioni è stato registrato nel 2015 (5.525). Il calo del dato in FVG è coerente con un generale decremento di

questo dato sia nel Nord-Est sia in tutta Italia.

Ø Stranieri in aumento in provincia di TS e Gorizia (+4,6% e +5,5%) ØPiù residuale la crescita in provincia di Udine e Pordenone (0,9% e

1%)

Ø Incidenza popolazione straniera sul totale della popolazione residente:

Trieste 9,3

Udine 7,5

Gorizia 9,6

Pordenone 10,1

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LA POPOLAZIONE SCOLASTICA IN REGIONE FVG

ØAA 2016/17: 160.740 alunni iscritti nelle scuole del FVG, 11,8%

sono stranieri (19.047).

ØDi questi il 61% è nato in Italia (11.628)

Ordine e Grado scolastico

Incidenza % degli stranieri sul totale della popolazione studentesca FVG SCUOLA

DELL’INFANZIA

14,1 SCUOLA PRIMARIA 13,9 SCUOLA SECONDARIA

I GRADO

11,6

NB: vi è anche la possibilità do fare ingresso nel mondo del lavoro al compimento del 15 esimo anno di età

SCUOLA SECONDARIA II GRADO

8,5

% stranieri nei LICEI: 4,7%

% stranieri ISTITUTI TECNICI: 9,1%

% stranieri SCUOLE PROFESSIONALI:

18,7%

Il decremento del dato tra i diversi ordini e gradi di istruzione è in linea con quanto accade sia nel Nord_est sia in Italia;

Si tratta sia di ragioni socio-culturali che portano i giovani stranieri ad essere più propensi ad entrare precocemente nel MDL, sia di ragioni

economiche (es. le famiglie hanno bisogno di un

guadagno extra);

Si tratta di un segnale di bassa mobilità sociale

(4)

COME NASCE

#MEDIATTORINFORMAZIONE:

CO-PROGETTAZIONE NELL’AMBITO DEL PIANO TERRITORIALE IMMIGRAZIONE SSC 2.2 (DIVERSI ANNI) TRA:

Servizio Sociale dei Comuni

Basso Isontino- Distretto 2.2 Cooperativa Sociale

Aracon- Udine

Progetto a cura di: Donatella Greco e

Chiara Zanetti

(5)

IL PROGETTO #MEDIATTORINFORMAZIONE

Mappare l’offerta istituzionale e non di servizi e interventi per l’integrazione e il benessere dei cittadini stranieri

Migliorare il flusso di informazioni tra:

­ diversi servizi

­ popolazione e servizi

Promuovere la formazione e la metodologia di rete dei soggetti interessati

Un focus bidirezionale:

— Servizi istituzionali e non

— Cittadini stranieri

Rafforzare l’empowerment di comunità

(6)

#MEDIATTORINFORMAZIONE: I SOGGETTI INTERCETTATI (2015)

Scuola e formazione

IC Giacich

ISIS Pertini

CPIA

Oratorio S. Michele

2001 Agenzia Sociale

Il lavoro e Istituzioni

CPI

Sportello SI.Con.Te

Provincia di Gorizia

AAS

Associazioni di stranieri

Batus Salat

ABAGAB

Darus Salaam

Salute, benessere e servizi

Reset

CAV

Da Donna a Donna

Aggregazione e tempo libero

CAG

Informagiovani

Banda Larga

Attività di sensibilizzazione

Benkadì-Associazione culturale Staranzano

Tenda Per la Pace

Caritas

Supporto per la vita quotidiana

Patronato INCA

Mediatori di comunità

Lybra

(7)

GLI ESITI DELLA MAPPATURA:

Minori:

•Minori, scuola, famiglia

•Adolescenti e giovani

La Componente Femminile Aspetti Sanitari

I servizi dedicati al lavoro

Supporto nelle pratiche della vita quotidiana Corsi di lingua

Svantaggio economico Istituzioni religiose

Attività di sensibilizzazione

(8)

I MINORI

Istituzioni scolastiche:

Presenza consistente in alcune classi (specie alle elementari) di bambini stranieri àrischio

ghettizzazione

Problematiche di comprensione linguistico/culturale ànascita di

misunderstanding che incidono negativamente sul percorso scolastico

RAFFORZAMENTO DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICO- CULTURALE

Difficoltà nella gestione degli aspetti igienici ànecessità di un lavoro di re-indirizzamento e condivisione con le famiglie

Aggregazione giovanile:

Scarsa interazione tra diversi gruppi etnici (es: bengalesi vs balcanici e vs italiani) àincentivare, a partire dal contesto

scolastico, la frequentazione dei ragazzi che condividono stesse passioni/attività anche al di fuori del gruppo-classe

Frequenza dei luoghi di aggregazione spesso limitata alla alle attività “non a pagamento” e alla componente maschile àcoltivare spazi dedicati esclusivamente alle ragazze

Minori, scuola e famiglia Adolescenti e giovani

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LA COMPONENTE FEMMINILE

Donna come DOPPIO MIGRANTE à DOPPIA ALTERITA’:

“Pratiche”

DUPLICI CIRITICITA’

“Culturali”

• Scarsa/nulla conoscenza linguisticaà notevoli difficoltà comunicative

Spesso i mariti mediano la comunicazione delle donne con i servizi

• Difficoltà nella gestione del menage domestico à incomprensioni e problemi di vicinato e con i locatori

• Difficoltà di adattamento rispetto agli stili di vita occidentali à es. gestione del tempo e degli appuntamenti dal medico

• Sono principalmente donne e madri àriproducono il modello di donna tradizionale

• Arrivano a seguito di

ricongiungimenti familiari à

progetto migratorio coincide con il progetto familiare

• Poca partecipazione nel percorso educativo dei figli à attività deputata ai mariti

• Per le ragazze più giovani:

contrasto evidente tra la propria

cultura di origine e quella locale

(10)

ASPETTI SANITARI

Sistema medico inteso come sistema culturale

Per le donne: difficoltà ad interagire con il personale medico/sanitario di genere maschile, specie in ambito ginecologico àinfluisce

negativamente sulla relazione di cura

Per la comunità bengalese: cura del diabete (diagnosi e cura) à promozione di corretti stili di alimentari e di vita

Diverso approccio alla «vita ospedaliera» àodori, rumori e

frequentazioni poco conciliabili con la sensibilità occidentale

(11)

I SERVIZI DEDICATI AL LAVORO

Differenza di genere:

Uomini Donne

Impiegati nella cantieristica (bengalesi)e nell’edilizia (balcanici e rumeni)

Impiegate nel lavoro di cura, servizi domiciliari e

assistenza familiare (balcaniche)

• Buona capacità organizzativa e di relazione con il territorio

• Discreto livello di mobilità in ragioni di opportunità

lavorative

• Importante il passaparola nella comunità di riferimento

• Bengalesi:

•difficoltà linguistiche

•incremento della consapevolezza dei propri diritti (es. contratto di lavoro, ammortizzatori sociali, ecc.)

(12)

Principali esigenze della popolazione straniera sul territorio:

SUPPORTO NELLE PRATICHE DELLA VITA QUOTIDIANA

Mediazione (linguistica e culturale) Accompagnamento ai servizi

• Aumentare la

consapevolezza e

l’empowerment dei cittadini stranieri sul territorio

• Costruire reti sociali per

l’ottenimento di beni e servizi oltre le comunità di

appartenenza

• Facilitare il rapporto con le istituzioni locali funzionali a future collaborazioni

• Presenza dei mediatori costante presso le istituzioni e i servizi àduplice vantaggio: stranieri e operatori

• Allargare la base dei mediatori per un servizio più capillare sul territorio

Svincolare la fattibilità dei progetti alla presenza di un singolo mediatore

Raggiungere i diversi «gruppi» che compongono le comunità di stranieri

Aumentare l’occupabilità delle giovani appartenenti alle seconde generazioni

(13)

CORSI DI LINGUA

Acquisizione della lingua: primo passo verso l’integrazione

• Apprendimento differenziato in base al livello di scolarizzazione e alla cultura di provenienza à alfabetizzazione rispettosa del ritmo di

apprendimento di ogni tipologia di migrante

Differenze di genere:

• Le donne mostrano obiettivi formativi più ambiziosi degli uomini

• Puntano alla frequenza dei livelli scolastici successivi

• Si dimostrano interessate a conseguire un titolo di studio in Italia

Progettare servizi integrati con baby sitting per

bambini per facilitare la

frequenza dei corsi

(14)

SVANTAGGIO ECONOMICO

Comunità quale primo canale e rete primaria di aiuto in situazioni

di difficoltà Intercettano con maggiore

costanza e regolarità

primariamente i servizi del

territorio nei momenti di difficoltà economica

Per la comunità bengalese: Per le altre nazionalità:

Rete etnica: luogo prediletto di

condivisione, socializzazione e sostegno (economico ed emotivo)

Rete etnica: condiziona la socializzazione con il

territorio, limitandola

(15)

Religione islamica: elemento di aggregazione e identitario dei cittadini stranieri presenti sul territorio

Presenti 2 Centri culturali islamici a Monfalcone:

ISTITUZIONI RELIGIOSE

Punti di riferimento per il monfalconese e per i territori limitrofi (Bassa Friulana)

Associazione Baitus Salat- la casa della pace

Via Don Fanin, 86

Associazione Darus Salaam- centro di pace

Via Duca d’Aosta, 28

Soggetti da coinvolgere in attività di volontariato sul territorio per favore l’integrazione dei cittadini stranieri

sul territorio

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ATTIVITÀ DI SENSIBILIZZAZIONE

­ Buon livello di aggregazione e attivismo rilevato nel comune di Staranzano (Ass.

Benkadì e Tenda per la Pace)

­ «Vicinanza senza conoscenza»

I cittadini stranieri –specie

bengalesi- hanno «colonizzato» il centro città ma non mostrano un elevato livello di integrazione con il territorio

Nel comune di Staranzano Nel comune di Monfalcone

Rifugiati e richiedenti

asilo

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SECONDE GENERAZIONI NEL CONTESTO DEL BASSO ISONTINO:

PRESUPPOSTI DI ANALISI

IL PROGETTO #MEDIATTORINFORMAZIONE

Triplice scopo

Conoscitivo

Come viene vissuto e percepito il contesto sociale

locale?

Coinvolgimento

Cercare di sensibilizzare i giovani rispetto al tema delle

relazioni interetniche Propositivo: far emergere proposte e suggestioni

Tema 2016:

i GIOVANI italiani e non nel contesto

monfalconese

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QUALE MODELLO SPIEGA MEGLIO LA FASE IN CUI SI TROVA IL BASSO ISONTINO ADESSO?

BASTENIER E DASSETTO 1990-

IL CICLO MIGRATORIO

(19)

LE TRE FASI DEL CICLO MIGRATORIO: PRIMA FASE

Prima Fase: i migranti(prevalentemente maschi, giovani e celibi) della prima fase sono caratterizzati da un elevato grado di mobilità. Si muovono da soli o in piccoli gruppi, generalmente legati da relazioni di parentela, amicizia o vicinato. Si tratta di migrazioni temporanee per lavoro dove gran parte del denaro guadagnato viene inviato in patria sotto forma di rimesse. In quanto migrazioni temporanee, l’orientamento del migrante, in questa fase, è quello di ritornare nel paese di origine. Fondamentalmente il migrante viene

identificato quale lavoratore straniero o lavoratore immigrato e il livello di

interazione/integrazione con il territorio locale e con la società ricevente è

minimo;

(20)

LE TRE FASI DEL CICLO MIGRATORIO: SECONDA FASE

Seconda Fase: si sviluppa a cavallo tra i 5 e i 15 anni dai primi arrivi.

Giungono progressivamente anche nuovi migranti, specialmente attraverso matrimoni e ricongiungimenti familiari. In questo fase l’immigrazione, oltre che ad alimentare il mercato del lavoro della società ricevente, svolge anche una funzione demografica, contribuendo ad abbassare l’età media dei

residenti. Infatti, si caratterizza per la presenza di donne e bambini, questi ultimi progressivamente inseriti nel sistema scolastico nazionale.

Complessivamente i migranti cominciano ad essere sempre più visibili sul territorio locale: nascono degli agglomerati (vicinati, strade o, addirittura, interi quartieri) che ridisegnano tendenzialmente su base etnica gli spazi e le

consuetudini abitative, anche dei cittadini italiani. Lo spazio ingloba così anche fisicamente le nuove comunità creando confini inediti, dove la funzione

simbolica di definizione e identificazione su base etnico/culturale appare

l’elemento discriminante che crea nuove modalità di interazione con il contesto locale, sia per i cittadini stranieri sia per quelli italiani .I confini delle città

ridisegnati dalla presenza dei cittadini stranieri rendono così evidente

l’importanza della funzione di differenziazione del confine, dove barriere sia fisiche sia mentali separano (e nel peggiore dei casi) segregano persone

appartenenti a diversi mondi culturali.

(21)

LE TRE FASI DEL CICLO MIGRATORIO: TERZA FASE

Terza Fase: si tratta del momento in cui la popolazione immigrata si

stabilizza sul territorio. Progressivamente nascono e si diffondono strutture su base etnica (es. negozi, piccole imprese) o quale espressione dell’identità nazionale e/o religiosa (es. associazioni, scuole, centri religiosi ecc.) ed

emergono figure di leader carismatici (religioso o laici) più o meno in grado di

rappresentare e traghettare la comunità nei suoi rapporti con le istituzioni.

(22)

TERZA FASE

• Stabilizzazione della popolazione immigrata;

• Sorgono strutture A base etnico-religiosa;

• Emergono leader civili E/O religiosi;

• Aumentano I figli degli immigrati (spesso nati in loco)

SECONDA FASE

• Primi ricongiugimenti familiari;

• Gli immigrati, grazie alla presenza di donne e bambini, sono sempre più "visibili" nel

contesto locale

PRIMA FASE

• Piccoli gruppi di immigrati;

• Elevata mobilità;

• Migrazioni per lavoro ;

• Migrante: giovane, maschio, prevalentemente senza famiglia

“Monfalcone è QUI”

Il territorio del Basso Isontino si trova ora

nella terza fase del ciclo migratorio

(23)

LE SECONDE GENERAZIONI: ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE:

Il tema delle seconde generazioni è, di per sé, composito e pone numerose sfide già a partire dalle definizioni che, come spesso accade quando si trattano

argomenti complessi e pieni di implicazioni giuridiche e sociali come le migrazioni, non appaiono mai esaustive e completamente rappresentative dell’intera casistica.

Una prima necessità quando si affronta il tema delle seconde generazioni, è quella di trovare una definizione adeguata: a tal proposito sono diversi gli studiosi che negli anni hanno affrontato l’argomento cercando di descriverne caratteristiche e peculiarità.

Sotto il cappello del termine “seconde generazioni” infatti, ricadono a livello concettuale casi e background migratori tra loro molto diversi: dai bambini nati e cresciuti nelle società riceventi, agli adolescenti ricongiunti nelle società di arrivo dopo aver trascorso infanzia e parte dell’adolescenza nei paesi di origine.

Tra questi due poli, molte altre condizioni che la letteratura ha, negli anni,

cercato di codificare: da situazioni spurie ed eterogenee come i figli di coppie miste o appartenenti a minoranze riconosciute, passando anche per i minori stranieri adottati, che pur divenendo a tutti gli effetti cittadini italiani,

rimangono comunque portatori di eterogeneità culturale

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LE SECONDE GENERAZIONI: ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE:

Alcuni autori considerano addirittura più opportuno parlare di minori

immigrati, dal momento che il termine seconde generazioni dovrebbe fare più specificamente riferimento ai minori nati nelle società riceventi da

genitori stranieri.

Tuttavia, parlare di minori immigrati appare, sotto altri punti di vista, ancora meno appropriato giacché in tale categoria ricadrebbero anche e

soprattutto bambini e giovani fisicamente nati sul territorio del paese ricevente seppur da genitori di origine straniera.

La problematica definitoria in cui si incorre per circoscrivere una

generazione complessa e caratterizzata da una pluralità di identità e di

appartenenze, di fatto, è rilevatrice di una serie di fattori che coinvolgono

tanto i migranti e i loro figli quanto le società riceventi

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LE SECONDE GENERAZIONI: ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE:

La situazione emersa nel monfalconese, di fatto, conferma quanto fino ad ora esposto, in quanto sul territorio sono presenti una notevole varietà di situazioni, espressioni di differenti storie migratorie, principalmente di natura familiare e supportate da meccanismi di catena migratoria, che, negli ultimi vent’anni, hanno contribuito a modificare il volto della popolazione locale del territorio del Basso Isontino.

Leggendo la realtà locale con gli strumenti che la letteratura sull’argomento mette a disposizione, è immediato un riferimento alla classificazione di

Rumbautche parla di Generazione 1,5 mettendo in luce una visione graduale e decimale delle seconde generazioni.

Tale classificazione cerca di catturare le differenze che intercorrono tra le diverse tipologie di giovani stranieri che compongono le seconde

generazioni, ponendo in rilievo le principali caratteristiche Rumbaut,

R. (1997), Assimilation and its discontents: Between rhetoric and reality, in

International Migration Review, Vol. 31, n. 4, pp. 923-96.

(26)

COSA SONO LE SECONDE GENERAZIONI?

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Ø Immaginando, quindi, la categorizzazione di Rumbaut come un continuum caratterizzato da elementi socio-culturali differenti a cavallo tra (almeno) due paesi diversi, si nota come ognuno di questi segmenti porti in rilievo elementi e sfide per il soggetto e per la comunità potenzialmente molto diverse.

Ø Facendo riferimento al contesto del Basso Isontino, i giovani stranieri intercettati da questa rilevazione possono essere principalmente ascritti ai segmenti della

Generazione 1,5 e della Generazione 1,75.

Ø Progressivamente, è stato osservato come nel corso dell’ultimo decennio a prevalere siano proprio i cosiddetti 1,75 ovvero coloro i quali emigrano (nel caso specifico, principalmente con la famiglia) in età pre-scolare, ovvero tra gli 0 e i 5 anni. In

aggiunta a ciò, va considerato che ad aumentare sono anche i giovani stranieri nati nel monfalconese, e quindi inseriti già dalle prime fasi della vita nel contesto locale, per i quali il legame con il paese di origine è principalmente rappresentato dalla propria famiglia e, in misura minore, da esperienze che questi hanno vissuto in quei luoghi.

Ø Da questo punto di vista, il tema delle seconde generazioni pone in evidenza, a livello più generale, le dinamiche dei processi di insediamento e di inserimento degli

immigrati.

Ø Il consolidamento della presenza dei cittadini stranieri sul territorio del Basso Isontino risponde alla dinamica del cosiddetto ciclo migratorio, codificato da Bastenier e Dassetto proprio per rendere esplicite le dinamiche di migrazione, insediamento e integrazione nel contesto dei paesi di arrivo

Bastenier A., Dassetto F. (1990), Nodi conflittuali conseguenti all’insediamento definitivo delle popolazioni immigrate nei paesi europei, in Bastenier A., Dassetto F. et. Al, Europa e nuove immigrazioni, Edizioni Fondazione Agnelli, Torino.

(28)

INTERCETTARE I GIOVANI ….

… non è stato facile

¢ Soggetti contattati: scuole (Giacich, Liceo scientifico Buonarroti, ISIS Pertini), associazioni e soggetti intercettati dalla mappatura 2015, giovani intermediari

¢ Strumenti:

— 6 focus group + 2 interviste svolti nel mese di giugno 2016

— Criteri di individuazione dei partecipanti: anagrafico, di cittadinanza, temporale e di genere

— 31 ragazzi coinvolti, tra i 13 e i 26 anni

— Nazionalità coinvolte: italiani, bengalesi, area balcanica e magrebina

— Gli stranieri coinvolti vivevano sul territorio da almeno 5 anni

— 5 sono stati i partecipanti in media al focus group

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I TEMI TRATTATI

¢ ANALISI E INTERAZIONE CON IL CONTESTO LOCALE: in questa prima parte introduttiva del FG è stato richiesto ai ragazzi di scambiarsi opinioni e impressioni rispetto a come i partecipanti vivono a Monfalcone

(quali sono i luoghi e le attività di aggregazione? quali le occasioni per stare insieme? Quali le differenze tra i giovani di cittadinanza italiana e non nel vivere queste esperienze?)

¢ RELAZIONI TRA ITALIANI E STRANIERI: questa seconda parte della discussione è stata maggiormente incentrata sul comprendere le relazioni e le interazioni tra italiani e stranieri nel contesto locale. Si fa riferimento, in particolare, a tre “luoghi” di scambio e contatto: le relazioni nella scuola (ovvero il luogo in cui i ragazzi vivono per la maggior parte del loro tempo), le relazioni “virtuali” (ovvero contemplando quel non-luogo virtuale, in cui molti ragazzi interagiscono e si scambiano esperienze attraverso l’uso di diversi social network) e le relazioni affettive

(Quali relazioni nascono nella scuola? Si riproducono anche al di fuori di essa? Quali le interazioni dei giovani attraverso i social network? Come vivono le relazioni amicali e affettive i giovani non italiani presenti a Monfalcone? Quale influenza hanno gli aspetti etnico-religiosi?

Quale l’influenza della famiglia di origine?)

¢ MONFALCONE E IL FUTURO: in questa parte conclusiva del FG è stato chiesto ai ragazzi di indicare degli elementi che cambierebbero/migliorerebbero affinché la città di Monfalcone possa soddisfare maggiormente le loro esigenze (Quali proposte per il futuro nell’ottica di migliorare le relazioni tra giovani italiani e non italiani nel territorio?)

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PROFILO DEI PARTECIPANTI AI FOCUS GROUP

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GLI ESITI: SCARSA INTERAZIONE TRA GIOVANI ITALIANI E STRANIERI

¢ Vi è una scarsa conoscenza/interazione tra giovani italiani e stranieri, dovuta

— a pregiudizi e stereotipi sedimentati negli anni e legati a specifiche

caratteristiche nazionali (ad es. casa poco pulita, scarsa igiene personale, percezione di “invasione” ecc.)

— ad una poca propensione da parte dei giovani bengalesi a interagire con i coetanei di altra origine.

«G: l’80% dei residenti a Monfalcone sono stranieri … si boh residenti … qua nisun i ga la residenza...

Quindi secondo voi ogni 10 persone ci sono 8 bengalesi…

G: no 8 no ... ma 7 si…» [G_m_ita_18 anni _ FG3]

«Dal lavoro svolto l’anno scorso è emerso che per alcuni cittadini bengalesi risulta difficoltoso gestire la casa. Per quale motivo secondo te?

F: Non ne ho idea. Noi abbiamo comprato la casa, dipinto tutte le stanze ed è perfetta.

Entrando non si nota che è una casa bengalese, lo hanno detto anche i miei amici italiani quando sono venuti» [F_f_str_16 anni_FG8]

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GLI ESITI: PERCEZIONE DI INSICUREZZA

Percezione di insicurezza:

­ generalmente i giovani italiani, specie le ragazze, percepiscono la città di Monfalcone come pericolosa nelle ore serali (in particolare le vie

Sant’Ambrogio e Piazza Falcone e Borsellino)

­ i giovani bengalesi non avvertono questo è problema

­ tensioni tra bengalesi e napoletani (specie tra i preadolescenti), che si

traducono in insulti e violenze verbali che avvengono sia nelle aree verdi sia

nei contesti scolastici.

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«J: eh se avessi la possibilità tornerei indietro nel tempo come era prima Monfalcone, cioè più tranquilla, meno casini (…) non lo so più tranquilla diciamo con.. più monfalconesi diciamo e gente di qua. Perché prima era più tranquilla, proprio per questo che c’erano pochissime risse ma proprio zero

Adesso ci sono tante risse?

J: Si ci son sempre casini

Ma chi sono i protagonisti di queste risse?

J: ma chiunque ma soprattutto gente da fuori con gente da dentro» [J_m_ita_18 anni _ FG2]

« […] di qualunque nazionalità sono le persone brutte di Monfalcone. Girare a Monfalcone la sera oramai è diventato un suicidio.

ah si non vi sentite sicure voi ad andare in giro la sera?

Tutti: no

V: No la sera proprio no ti viene l’angoscia.» [V_f_ita_17 anni_ FG4]

«Monfalcone ti piace?

Sì, è una bella città Cosa ti piace?

È tranquilla, non c’è il caos di Roma o Milano Alcuni ci hanno riferito che è un po’ pericolosa Io non ho mai pensato che fosse pericolosa

Quindi cammini tranquilla a tutte le ore in qualsiasi posto?

Sì» [F_f_str_16 anni _FG8]

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GLI ESITI - 2

¢ Italiani e stranieri, soprattutto bengalesi, non mostrano un elevato livello di interazione, se non in contesti codificati come la scuola.

— Tuttavia, l’amicizia appare un sentimento sempre più universale.

¢ Vi è una diversa percezione dello spazio pubblico tra italiani e bengalesi:

— i primi lo vivono come un luogo di passaggio,

— i secondi come un luogo di incontro, socializzazione e gioco.

¢ Home is: per i giovani bengalesi è uno spazio privato. Non si incontrano nella loro casa con coetanei di altra nazionalità, per via di un differenziale semantico riconosciuto al ruolo dell’abitazione.

¢ Lo sport può essere uno strumento che veicola una maggiore interazione, anche se è necessario prestare attenzione a non trasformarlo in uno

strumento di ulteriore selezione/segregazione su base etnica (ad es. tutti i

bengalesi e solo loro giocano a cricket).

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tu cosa fai quando non vai a scuola? Di pomeriggio..

Y: pomeriggio non vado a scuola. Trova gli amici in piazza e vado a giocare nel campetti.

Vai all’area verde?

Y: no

e dove vai?

Y: vado nel campo vicino all'Ins

A: nel campo vicino al san Michele (via Fermi) [Y_m_str_14nni; A_m_str_14nni_FG6]

«Sentite ragazzi a Monfalcone ci sono dei posti dove passano il tempo i ragazzi stranieri?

B: si ci sono dei posti e gli abbiamo dato anche dei nomi….

Ah bene bene facciamo allora questa toponomastica bengalese di Monfalcone ü Gialer Math: Campo di rete (via Fermi) : è il campo del calcio

ü Doynik Park (via Giuseppe Parini)

ü Boro Math: Campo Grande (vicino al Celottini)

ü GastolaGath: Parco che si trova sotto l’albero (vicino alla farmaci e alla pista ciclabile) ü Duder Park: Parco di latte (vicino all’Eurospar)

ü Bekar Road: via dei disoccupati (Via fratelli rosselli)» [B_m_str_16nni_FG6]

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GLI ESITI - 3

La scuola si conferma una fondamentale agenzia di integrazione (attività didattiche, Intercultura).

­ Tuttavia data la concertazione nella cittadina di Monfalcone del maggior numero di stranieri, il rischio è che aumentino le classi ghetto, che non consentono ai docenti di svolgere appieno il loro lavoro e ai ragazzi di emanciparsi dalle comunità di

riferimento.

­ Si riscontrano tra i ragazzi più giovani (generazione 1,75) maggiori difficoltà nell’apprendimento della lingua italiana.

­ Particolarmente critiche risultano le scuole «medie».

Tecnologia: uno strumento che facilita le relazioni tra i giovani, indipendentemente dalla loro origine etnica.

­ Possibili episodi di violenza virtuale, di cui le ragazze sono più consce dei ragazzi

­ Il cyber bullismo non è connotato esclusivamente su base etnica, ma si rivolge a soggetti deboli, che possono anche essere di origine non italiana (analogamente al fenomeno del bullismo).

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GLI ESITI - 4

Relazioni affettive: la comunità di origine è ancora molto forte nella regolazione di condotte e stili di vita.

­ I ragazzi stranieri tendono comunque a sviluppare delle nuove identità sociali, che sono fluide, ibride e sincretiche.

Forte peso sui comportamenti messi in atto nel contesto di arrivo da parte dei cittadini stranieri hanno le consuetudini e le origini familiari:

­ Se rigide, è più difficile il processo di interazione nel contesto locale

­ Se a maglie più larghe, vi è maggiore interazione

La figura femminile è portatrice di una particolare vulnerabilità, in quanto spesso subisce -e non sceglie- consuetudini e pratiche religiose della comunità di origine.

­ Adolescenti bengalesi: descritte spesso dai loro coetanei (maschi e femmine) come poco interattive e avulse dal contesto sociale, anche nell’ambito scolastico ... con le dovute eccezioni.

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I GIOVANI VORREBBERO:

¢ Trasversalmente alla nazionalità:

— più spazi di aggregazione (possibilmente autogestiti) rivolti ai più giovani;

— più attività ed eventi (spesso i ragazzi si recano in altre città per divertirsi);

— esempi: possibile organizzazione di rassegne ed eventi musicali o legati cibo, in cui potrebbero avere un ruolo anche i cittadini stranieri e le loro tradizioni.

Manifestazioni di questo tipo consentirebbero, inoltre, di indurre i cittadini italiani e stranieri a vivere lo spazio urbano contemporaneamente.

¢ Bollywood a Monfalcone: serate cinematografiche con film indiani, in lingua italiana o anche sottotitolata

¢ Tornei sportivi misti

¢ … e infine, un campo da cricket!!

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IL PROGETTO #MEDIATTORINFORMAZIONE EDIZIONE 2017

Duplice campo di indagine

Analisi dell’interazione tra le famiglie italiane e

quelle straniere

Approfondimento sulla figura della donna migrante e del suo

ruolo nel nuovo contesto

Tema 2017:

Genitori, scuola e famiglie: l’interazione delle famiglie italiane e straniere nel

territorio del Basso Isontino

Corso di 60 ore per facilitatori linguistico-culturali

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LA RICERCA SUL CAMPO_2017

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# FOCUS GROUP CRITERI DI COMPOSIZIONE

1 Genitori italiani

6/8 componenti, di nazionalità italiana, genitori di bambini e bambine frequentanti gli ultimi 3 anni della scuola primaria e/o scuola secondaria di I grado (classi multietniche)

2 Genitori stranieri 6/8 componenti, di diverse nazionalità, genitori di bambini e bambine frequentanti gli ultimi 3 anni della scuola primaria e/o scuola secondaria di I grado

3 Insegnanti scuola primaria 6/8 componenti, con una discreta esperienza nella gestione di classi multietniche, docenti dell’IC Giacich

4 Insegnanti scuola secondaria

I grado 6/8 componenti, con una discreta esperienza nella gestione di classi multietniche, docenti IC Giacich e IC Randaccio

5 Donne straniere

6/8 componenti, dai 18 anni in su, di diverse nazionalità, residenti nel territorio del Basso Isontino (o al massimo anche in Italia) da almeno 3 anni e da non più di 10. Tale range è stato identificato sia per consentire ai partecipanti da avere un bagaglio esperienziale sul territorio sufficiente per poter dialogare con gli altri, scambiandosi opinioni, esperienze e punti di vista (almeno 3 anni) sia per collocare le esperienze riferite in un arco di tempo relativamente attuale, aderente quindi alla realtà del momento

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# F OCUS GROUP DIMENSIONI DI ANALISI

1 G enitori italiani

1. Il sistema scolastico e la presenza di bambini stranieri nelle classi.

Valori, atteggiamenti, approcci con particolare riferimento a:

# il percorso di apprendimento

# la dimensione relazionale dei bambini

2. Essere genitore in un contesto multiculturale: difficoltà e punti di forza.

3. Conclusioni: proposte per una migliore integrazione scolastica e di vita sul territorio

2 G enitori stranieri

1. Le differenze percepite tra i diversi sistemi scolastici (quello del paese di provenienza e quello italiano)

2. Le peculiarità dell'essere genitore in un contesto diverso da quello di origine:

# con specifico riferimento alla dimensione scolastica

# con riferimento alla dimensione genitoriale nel suo complesso

3. Conclusioni: proposte per una migliore integrazione scolastica e di vita sul territorio

3 Insegnanti scuola primaria

(IC Giacich) 1. Punti di forza nell’interazione con i bambini e con i genitori stranieri nel percorso scolastico

2. Criticità nell’interazione con i bambini e con i genitori stranieri nel percorso scolastico

3. Elementi e strategie messe in campo dalla scuola negli anni per favorire l’integrazione e l’apprendimento degli alunni stranieri 4

Insegnanti scuola secondaria

I grado (IC Randaccio)

5 Donne straniere

1. Ruolo della donna nella famiglia/educazione dei figli

2. Difficoltà d’interazione con le persone e i servizi nel contesto italiano 3. Analisi della rete amicale e di conoscenze (sia italiani sia stranieri) 4. Conclusioni: proposte per una migliore integrazione scolastica e di vita sul territorio

NB: Per ciascuna dimensione di analisi individuata, sono state enucleati alcuni elementi rilevanti utili per polarizzare la discussione, con lo scopo di fare emergere aspetti valutativi, intesi da un doppio punto di vista: oggettivo e soggettivo. Il primo pone in rilievo l’aspetto “strutturale”, oggettivo delle dimensioni indagate, mentre il secondo mira ad evidenziare la prospettiva personale del soggetto rispetto alle dimensioni indagate.

Le dimensioni di analisi dei Focus Group

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PRINCIPALI ESITI: LA SCUOLA

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La scuola si conferma essere la principale agenzia di integrazione e inclusione di diverse culture, sia per i minori sia per le loro famiglie. Tuttavia, emergono differenze sostanziali nell’approccio e nelle pratiche inerenti la tematica dell’interculturalità in base sia alla numerosità di alunni stranieri presenti nel plesso

scolastico sia rispetto all’ordinamento.

Oramai, i percorsi di scolarizzazione degli stranieri sono per lo più pari a quelli degli italiani anche se, e anche tra i genitori stranieri, permane lo stereotipo che una classe con troppi stranieri sia meno

performante nell’apprendimento.

Nonostante la presenza di alunni stranieri nati o

scolarizzati in Italia, in tutti gli ordini scolastici persiste una continua immissione nelle classi di neo arrivati (anche in corso d’anno): questi ingressi sono numerosi costituiscono un elemento particolarmente critico per i docenti, in quanto non è possibile impostare un piano didattico di lungo periodo.

Inoltre, se tali ingressi avvengono negli ultimi anni della primaria o nella secondaria di primo grado il gap linguistico e di apprendimento rischia di essere elevato e di perpetuarsi nel tempo, con conseguenti fenomeni di drop out scolastico

La scuola può essere un motore di

integrazione e di inclusione, ma anche un buon termometro di quanto accade fuori perché i ragazzi riproducono in classe comportamenti, atteggiamenti e più in generale il clima che percepiscono in altri ambienti di vita (in primis la famiglia). Per questo motivo è auspicabile mantenere alta l’integrazione e lo scambio di informazioni tra i servizi sociali/socio-sanitari e il mondo della scuola.

La migrazione bengalese costituisce solo l’ultimo degli spostamenti di popolazioni giunte nella città isontina. Questo continuo susseguirsi di arrivi di gruppi diversi ha innescato una sorta di “competizione sull’ultimo”, che emerge spesso come narrazione nel discorso pubblico a livello locale. Tale atteggiamento affiora talvolta anche nelle interazioni tra i ragazzi, specie a partire dalle scuole medie. E’ necessario

pertanto sensibilizzare l’opinione pubblica e i mezzi di comunicazione rispetto al linguaggio Dell’interazione con i docenti, specie della scuola secondaria di primo grado, emerge la necessità di una maggiore circolarità delle informazioni e delle buone pratiche, in modo da diffondere sul territorio il know how

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PRINCIPALI ESITI: LE DONNE

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Anche l’esperienza di ricerca condotta nel corso del 2017 ha posto in rilievo l’importanza dell’apprendimento della lingua italiana per tutti gli stranieri, in particolare per le donne bengalesi, che invece ancora a distanza di anni risultano molto deficitarie su questo aspetto.

La mancanza delle conoscenze “di base” della lingua italiana, infatti, preclude una serie di opportunità di inserimento e di socializzazione e questo status quo contribuisce ad alimentare l’isolazionismo di questa rilevante (numericamente e socialmente) parte della popolazione straniera;

Una maggiore autonomia delle donne straniere, specie sul versante linguistico, sarebbe opportuna anche funzionalmente alla relazione che si stabilisce tra le famiglie e la scuola.

Infatti, se per alcune di loro l’apprendimento della lingua italiana da parte dei figli (che sempre più spesso vengono scolarizzati sin dalla prima infanzia nel nostro paese, divenendo, di fatto, autonomi in breve tempo) rappresenta un oggettivo stimolo al

“mettersi in pari”, per alcune questo elemento può trasformarsi in un boomerag che restituisce loro un sentimento di inadeguatezza che, indirettamente, può riflettersi anche sul ruolo genitoriale

Per quanto riguarda il coinvolgimento delle donne, affinché l’aggancio con i servizi possa divenire un percorso continuativo nel tempo, appare importante coinvolgere direttamente anche la componente maschile che spesso, per consuetudine culturale o per abitudine familiare, rappresenta l’elemento che media l’interazione tra le donne e il contesto locale

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PRINCIPALI ESITI: STRATEGIE PER MIGLIORARE LA CONVIVENZA E

L’INTEGRAZIONE

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Parallelamente alla valorizzazione della cultura di origine, appare ugualmente importante supportare il percorso di avvicinamento e di conoscenza del sistema culturale e di valori italiano e locale.

Trasmettere un set di informazioni e nozioni di base rispetto alla cultura italiana e a quella locale, infatti, potrebbe contribuire ad aumentare la conoscenza del contesto sociale,

passando anche attraverso la condivisione di nodi e aspetti fondamentali che hanno caratterizzato l’evoluzione e il cambiamento degli assetti sociali nel nostro paese.

Un intervento di questo tipo consentirebbe di trasmettere l’idea che i cambiamenti culturali sono frutto di processi che si sviluppano nel tempo, con ritmi e modalità differenti.

Comunicare l’idea che il cambiamento è un processo dinamico e che parte di questo

cambiamento sono anche i flussi migratori e le modificazioni all’assetto sociale e comunitario che da questi flussi derivano, potrebbe contribuire ad aprire uno spazio di dialogo e

scambio, dove le differenze vengono razionalmente spiegate e le distanze in qualche modo razionalizzate e non esclusivamente subite.

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IN SINTESI: QUAL È STATO IL PRINCIPALE ESITO DI #MEDIATTORINFORMAZIONE?

Mappatura 2015:

ha messo a fuoco chi fa cosa, e ha contribuito a far emergere le comunanze e le differenze con riferimento alla popolazione straniera presente sul territorio

In seguito, gli approfondimenti

2016: sui giovani 2017: sulla scuola, le famiglie e le donne

Hanno fatto emergere diversi aspetti concernenti il rapporto tra

Immigrati e Territorio, fornendo al Servizio sociale chiavi di lettura e lenti di

ingrandimento utili utili per comprendere le dinamiche che lo attraversano

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