Gaetano SILVESTRI, Presidente della Scuola Superiore della Magistratura
Grazie, presidente. Il caso ha voluto che a pochi giorni di distanza dall'insediamento del nuovo comitato direttivo della Scuola della Magistratura e della elezione del presidente ci fosse un incontro di questa importanza sia per le finalità che per i contenuti che vede la stretta collaborazione tra il Consiglio Superiore della Magistratura e la Scuola della Magi stratura. E' quasi simbolico che questo avvenga, tuttavia non è solo un simbolo, ma deve essere materia viva di una collaborazione che è stata sempre ottimale ma che credo debba essere continuata e se possibile anche rafforzata giacché tra Consiglio Superiore e Scuola vi è la comune finalità di assicurare ai cittadini un servizio giustizia sempre migliore. L'argomento di oggi è di particolare importanza e delicatezza, l'ha messo bene in luce il Vicepresidente Legnini, perché il terrorismo internazionale attuale pone specifiche questioni che devono essere affrontate con strumenti nuovi di repressione penale che hanno richiesto interventi normativi sostanziali e processuali, volti a rendere la risposta all'attacco terroristico rapida, efficace e quindi adeguata alla gravità del fenomeno che è caratterizzato, come sappiamo, da forte mobilità degli attentatori e da intensi collegamenti transnazionali. Talvolta si rischia - ma ciò probabilmente è inevitabile - di introdurre
discipline frammentarie, strettamente legate alla contingenza, integrabili con qualche difficoltà nell'ordinamento esistente, già a sua volta caratterizzato da scarsa sistematicità.
Per questo motivo incontri di studio e approfondimento come questo hanno una grande importanza non solo per l'utilissimo scambio di conoscenze e di esperienze tra chi è chiamato a lavorare in concreto sulla scorta delle normative vecchie e nuove, ma anche ai fini dell'armonizzazione in via interpretativa e applicativa delle norme vigenti. I problemi su cui si dovrà discutere sono ben delineati nel documento preparatorio di questo incontro formativo che ovviamente non si propone di essere una mera discussione accademica sul significato delle disposizioni legislative, ma un contributo immediatamente
spendibile in termini operativi per la magistratura e la polizia giudiziaria impegnate nel compito di mettere in pratica gli indirizzi di tutela della sicurezza nel quadro dello stato di diritto proveniente dal legislatore. Il terrorismo di oggi derivante da fanatismo religioso fondamentalista come quello di ieri derivante da estremismo ideologico pongono ad un ordinamento democratico e pluralista come quello fondato sulla Costituzione italiana l'antico problema dei limiti della tolleranza nei confronti degli intolleranti. È molto difficile tracciare nette linee divisorie e si rischia da una parte di rendere inermi le società basata sulla libertà e l'inclusione o al contrario di avviarsi verso un'attività repressiva ispirata all'idea del diritto penale del nemico. La Repubblica non ha nemici per cause di religione o di ideologia, ma deve provvedere alla prevenzione e alla repressione dei reati mediante norme e prassi applicative adeguate e aggiornate all'attualità dei fenomeni criminali.
Questi ultimi, questi fenomeni criminali, come insegna la lunga esperienza della repressione penale della criminalità mafiosa, evolvono continuamente e richiedono successivi aggiustamenti delle misure di contrasto. La capillarità
della presenza terroristica e quindi la relativa imprevedibilità degli attacchi pongono seri problemi di adeguatezza soprattutto sul piano della prevenzione. Da una parte sono necessari controlli e interventi sulle attività preparatorie, non solo organizzative
ma anche di istigazione degli attacchi terroristici, dall'altra si vuole tener ferma - questo per deformazione professionale non posso non dirlo - la tutela delle fondamentali libertà di circolazione e di manifestazione del pensiero. La parziale indeterminatezza del concetto di istigazione può portare ad opposti eccessi interpretativi che possono essere evitati solo con un solido ancoraggio ai principi costituzionali, come diceva bene il Vicepresidente Legnini un momento fa, il cui reciproco e dinamico bilanciamento deve presiedere non solo al momento della legislazione ma anche direi e soprattutto a quello dell'applicazione.
Sono certo che da questo incontro proverranno contributi importanti sia sul piano
ermeneutico che su quello operativo. Dal canto suo, la Scuola Superiore della
Magistratura non manca e non mancherà di fare la sua parte. E' in programma a partire dal prossimo 25 gennaio - anche questa è una coincidenza particolare - un corso
dedicato al contrasto del terrorismo tra prevenzione e repressione. Anche questa iniziativa sarà prevalentemente concentrata sui fenomeni che trovano la loro matrice nel
fondamentalismo religioso, muovendo dalla ricognizione dei suoi aspetti sociali, storici ed organizzativi, come si discuterà anche in questa giornata di studio, per poi concentrarsi sulle rilevanti novità introdotte, come è noto, dal decreto-legge numero 7 del 2015 e con la relativa legge di conversione emanata, lo ricordiamo, dopo l'assalto al giornale satirico francese Charlie Hebdo. Le nuove scelte per il contrasto al terrorismo saranno analizzate in dettaglio nell'ambito di questo corso sul versante del diritto sostanziale, in rapporto alle diverse nuove fattispecie di reato, e con riferimento all'organizzazione giudiziaria, avuto speciale riguardo alle nuove attribuzioni della Direzione Nazionale Antimafia; inoltre sul versante delle metodologie di indagine e dei connessi problemi giuridici, con un lavoro introduttivo e con sessioni di gruppo dedicate alla discussione su specifici profili, anche in base alle indicazioni provenienti dalla concreta e recente esperienza dei nuovi strumenti legislativi. In tale contesto saranno affrontati i delicati problemi di diritto costituzionale a cui accennavo prima. Parteciperanno alla riflessione giudici francesi e tunisini interessati, come è ovvio, in modo diretto e particolare agli argomenti trattati. Auspico quindi un sempre maggiore rafforzamento della cooperazione tra Consiglio Superiore, Ministero della Giustizia e Scuola della Magistratura ed auguro a tutti i partecipanti buon lavoro.