GESTIONE DELLA CLASSE 3
LA CLASSE LUOGO DI TENSIONI!?
APPROFONDIMENTO
Antonella Cambria Laboratorio Docenti neoassunti
IC Via Merope- 14-04-2016
28-04-2016
La classe è un luogo di tensione sia per gli insegnanti che per gli studenti.
Gli insegnanti devono far fronte a quattro diversi comportamenti che influenzano il clima di gruppo (Nordahl 1998).
1. il comportamento del gruppo, che influenza il processo di insegnamento e quello di apprendimento. Comprende la distrazione, il parlottare, le azioni di disturbo verso compagni e insegnanti eccetera. (Il 30-60% degli allievi si comportano in questo modo qualche volta o regolarmente);
2. l’isolamento sociale, che comprende la solitudine, la sottovalutazione, la depressione e l’assenza di relazioni (riguarda il 10-30% degli allievi);
3. i comportamenti distruttivi che suscitano conflitti e si manifestano
attraverso aggressioni, opposizioni, violazione delle regole della classe e delle norme di comportamento (12-30%);
4. le trasgressioni e comportamenti al confine con la devianza quali possono esserlo i casi più gravi di bullismo, furto, violenza, assenteismo ecc.
(1-2%).
GESTIONE DELLA CLASSE - LUOGO DI TENSIONI
Maria Jose Lera, Knud Jensen e Frode Jøsang, (2007)
1. Fronteggiare le turbolenze della classe, gestire i conflitti e le situazioni problematiche;
2. Confrontare i comportamenti dei ragazzi con quello di una classe “normale” e standard;
3. Assumere la prospettiva dei ragazzi nelle situazioni che si presentano in classe;
4. Organizzare le attività di classe, pianificare e preparare una lezione ben strutturata;
5. Essere spontanei nel proprio comportamento e usare l’umorismo.
DIFFICOLTÀ CONDIVISE DA MOLTI DOCENTI:
Roland (1991)
1.
la capacità di essere chiari e facili da seguire;
2. saper gestire i conflitti e le situazioni di crisi;
3. riflettere sulle proprie strategie e reazioni ed essere in grado di cambiare
.La gestione della classe non è dunque legata soltanto alle strategie sperimentate in aula, riguarda anche gli atteggiamenti, i valori e il modo di interpretare le situazioni del docente.
Tutto questo rientra nelle capacità decisive per la gestione della classe.
TRE ABILITÀ IMPORTANTI NELLA GESTIONE DEL
GRUPPO
INSEGNAMENTO SUL DIALOGO
L’interazione con gli allievi e tra gli allievi è essenziale e il suo principale obiettivo consiste nell’educare ragazzi alla capacità critica e riflessiva.
L’insegnante utilizza spesso il lavoro di gruppo e la cooperazione. Per lui gli atteggiamenti e i valori dei ragazzi, così come il clima di classe, sono
elementi importanti da sviluppare. Gli alunni sono attivi.
INSEGNAMENTO “TRADIZIONALE
L’insegnante basa il suo lavoro su routine e regole; controlla, monitora, fa osservare le regole della classe che deve ascoltare l’insegnante e seguire le sue direttive. Questo tipo di insegnante è attivo mentre i ragazzi
restano passivi, per questo può essere definito come un leader di classe orientato agli adulti.
Tipo di lezione: l’insegnante presenta nuovi contenuti alla classe, poi fa domande per capire se sono stati compresi, e al termine i ragazzi svolgono dei compiti individuali di verifica.
DUE MODELLI OPPOSTI DI INSEGNAMENTO
l’insegnante interventista, interattivo e non-interventista
Il primo controlla la classe ponendosi come guardiano, il che presume che i ragazzi non siano in grado di gestirsi;
Gli altri due approcci offrono agli studenti l’opportunità di esprimersi.
Per il sostegno emotivo dato dagli insegnanti e il suo effetto positivo sui ragazzi si individuano cinque importanti fattori:
1. essere percepiti dai ragazzi come un insegnante equilibrato e affidabile dal punto di vista della “tenuta emotiva”
2. saper esporre la propria materia ai ragazzi
3. permettere agli allievi di interagire nel processo di apprendimento
4. supervisionare le attività di classe
4. adattare il proprio stile ai bisogni dei singoli studenti senza favorirne nessuno ( Bru, Boyesen et al. 1998)
I TRE MODELLI DI LEWIS (1999)
PASSI CHE POSSONO AIUTARE GLI INSEGNANTI A MIGLIORARE LA STRUTTURA DELLA CLASSE, LE RELAZIONI E IL CONTROLLO, I VALORI E LA
CAPACITÀ DI RISOLVERE PROBLEMI.
A. Struttura della classe – Inizio 1. Progressione
2. Attenzione
3. Flusso e continuità 4. Slancio
5. Fissare e considerare nuove prospettive
http://www.golden5.org/golden5/golden 5/programa/it/1Gestionedellaclasse.pdf
B. La gestione delle relazioni e il controllo
Prendere l’iniziativa: Risolvere i problemi a un ” basso livello”
(privatamente, a bassa voce, andando vicino al ragazzo che disturba, parlando con lui prima o dopo la lezione)
Dare segnali non verbali
Usare un linguaggio appropriato Prendere tempo
Indirizzare i comportamenti Ricordare le regole
Fermarsi, cercare un accordo parziale
Ringraziare alla fine anziché chiedere per favore
Dare segnali visivi: scrivere i messaggi e i compiti alla lavagna o sui fogli di lavoro è un modo per fissare l’attenzione dei ragazzi
Anticipare: Prevedere quello che può succedere ed essere preparati.
Avere comportamenti inaspettati: Riconoscere i modelli
comportamentali negativi fra gli allievi e fra l’insegnante e gli allievi e cercare di spezzarli facendo qualcosa di diverso dal solito.
C – Valori e problemi di comportamento
Tempismo: Affrontare i problemi il più presto possibile.
Stabilire un piano di regole e diritti.
Appropriatezza: Assicurarsi che la reazione sia opportuna e ragionevole rispetto al comportamento problematico. È
importante non aggravare il conflitto.
Reattività: Parlare con i ragazzi al termine della lezione e
concordare il da farsi nella prossima lezione
COME FAVORIRE LA MODIFICA DI UN COMPORTAMENTO?
LA GESTIONE DEI COMPORTAMENTI PROBLEMA
1. RINFORZO POSITIVO 2. RIFORZO NEGATIVO
PUNIZIONE?=stimolo avversivo Le modificazioni del comportamento basati sulla punizione non sono efficaci tanto quanto quelli basati sul rinforzo e hanno importanti ricadute etiche di cui tenere conto
( Martin e Pear, 1999)
L’INTERVENTO SOSTITUTIVO
I comportamenti positivi, sono strettamente «sostitutivi»
del comportamento problema, nel senso che l’alunno li dovrà usare in alternativa al comportamento problema, dovranno
cioè essere per lui strategie alternative e «funzionalmente analoghe», cioè ugualmente o maggiormente efficaci per raggiungere gli obiettivi perseguiti (e raggiunti) attraverso
il comportamento problema.
L’INTERVENTO POSITIVO SOSTITUTIVO
POSITIVO
sia nel senso generale di «ottimistico, fiducioso, valorizzante», sia nel
senso, più specifico, di «orientato allo sviluppo di comportamenti positivi, alternativi, antagonisti a quello
problematico».
La nostra tensione educativa NON sarà dunque conflittualmente rivolta a
contrastare il comportamento problema, ma a favorire lo sviluppo e l’utilizzo di strategie comportamentali e comunicative positive e alternative
PROATTIVO
non definisce particolari modalità di «risposta» ai
comportamenti problema, ma li anticipa, lavora prevenendo i comportamenti negativi e crea attivamente tutte le condizioni perché il soggetto sviluppi
strategie alternative positive
(Ianes e Cramerotti, 2002)
Lavorare sulla promozione del benessere piuttosto che sulla prevenzione
Utilizzare strumenti e strategie per attivare i fattori protettivi ed individuare i problemi Lavorare sulla percezione di sé
Migliorare la qualità del clima di classe
PERCEZIONE DI SÉ E CLIMA DI CLASSE
Si possono avere informazioni :
- dall’osservazione sistematica ( esistenza di leader positivi e negativi; di “gruppetti”; isolamento; prese in giro , etc)
- dalle attività specifiche e mirate (es. schede di
lavoro individuale: mappa della classe, clima di classe percepito e vissuto dagli alunni, clima di classe ideale.
PER IL CLIMA DI CLASSE
PER LAVORARE SULLA PERCEZIONE DI SÉ
Considerare due aspetti:
Lavorare sulle qualità personali
- Cosa so fare bene da solo (a scuola e fuori scuola)
- Aspetti o qualità in cui mi riconosco veramente
Cosa gli altri dicono di me (esempio scheda)
Percezione di sé
• Autostima
• Schema comportamentale e cognitivo appreso, a più dimensioni e riferito ai diversi contesti ; si basa su di una
valutazione espressa da un individuo su esperienze e comportamenti passati e che va a influenzare i comportamenti attuali e futuri
Modello autostima globale
Bracken, 1992
Luogo del controllo
stabilità controllabilità eventi
Interno Stabile Controllabile Tenacia incontrollabile Abilità Instabile controllabile Impegno
incontrollabile Tono dell’umore Esterno Stabile controllabile Pregiudizio
incontrollabile Difficoltà Instabile controllabile Aiuto
incontrollabile Fortuna
TAB.- TIPOLOGIA DI ATTRIBUZIONI SECONDO WEINER
Influenzano le prestazioni cognitive e l'apprendimento scolastico, la persistenza, la scelta del compito, le emozioni, le aspettative.
Le attribuzioni sono interpretazioni degli eventi che accadono e che producono il successo o il fallimento dell'individuo
PERCEZIONE DI SÉ - STILI ATTRIBUTIVI Tipologia di attribuzioni in successi e insuccessi
IMPEGNO MANCANZA IMPEGNO
ABILITA MANCANZA ABILITÀ
FACILITA COMPITO DIFFICOLTA COMPITO
FORTUNA SFORTUNA
AIUTO MANCANZA AIUTO
(De Beni, Moé, 1995, rielab teoria Weiner)
EMOZIONI CONSEGUENTI ALLE ATTRIBUZIONI
ATTRIBUZIONI In SUCCESSO In FALLIMENTO
Impegno soddisfazione senso di colpa
Abilità fiducia in sé vergogna, depressione
Compito sorpresa dispiacere
Caso sorpresa sorpresa
Aiuto altrui gratitudine rabbia
Alfabetizzazione emozionale
Educazione razionale emotiva: procedura psicoeducativa che mira a educare l’individuo ad affrontare le proprie emozioni, imparando a utilizzare e potenziare la propria capacità di pensare in modo costruttivo e razionale
1. Interviene prima che si manifesti il disagio
2. Agisce sulle prime manifestazioni di difficoltà e disagio
POSSIBILITÀ DI LAVORO SULLE EMOZIONI
(Di Pietro, Dacomo, 2007)
Emergenze educative
Comportamenti non adeguati
e difficilmente gestibili
Dissenso rispetto alle regole che il gruppo sceglie di seguire
Emarginazione dalla vita del gruppo
Isolamento dalle attività ludiche e sportive
Considerazione dell’altro sesso Coscienza di non essere
all’altezza degli altri
Pregiudizi ostili che sente nei suoi confronti
CAUSE
SCATENANTI
LEGATE AI VISSUTI DEL GRUPPO
Affaticamento per l’impegno nello studio
Malessere legato ad una patologia Senso di frustrazione e rabbia che
condizionano la partecipazione
Insuccesso nelle prestazioni Timore di non corrispondere alle
aspettative degli insegnanti
Rimproveri per un’accusa infondata Inadeguatezza per lacune nella
preparazione
Difficoltà delle consegne Compiti assegnati
Vissuti familiari
RELATIVE ALLE PRESTAZIONI NELL’APPRENDIMENTO
(Long, Morse -1996)
COMPORTAMENTI NON ADEGUATI
Cause che influenzano negativamente il comportamento in classe
1. Personali 2. Familiari 3. Sociali
4. Scolastiche
Cause scolastiche
Gli insegnanti devono evitare:
IL DISTACCO L’INSUCCESSO
LA PAURA DEI VOTI
L’USO ESCLUSIVO DELLA DIDATTICA TRADIZIONALE
COMUNICARE SCARSA FIDUCIA O ECCESSIVA INDULGENZA AGGRESSIVITÀ VELATA O PALESE
TENERE LA DISCIPLINA?
Fay e Funk 1995
L’insegnante deve tener presente per le sue azioni disciplinari i seguenti aspetti:
• Gli allievi hanno dei diritti
• Non si può riprodurre il passato ricorrendo a vecchi metodi
• Non si possono cercare sempre all’esterno le cause dei fatti negativi che succedono
• Non si attribuisce valore alla persona secondo i risultati ottenuti
• Non si può entrare nella logica del « volere tutto e subito»:
e l’impegno?
QUALITÀ DEGLI INTERVENTI EDUCATIVI
Interventi calmi e veloci ( evitare la collera)
Interventi disciplinari correttivi e non coercitivi Interventi miranti ad aiutare la comprensione dell’errore
Interventi non dannosi
Interventi non devono essere pesanti per essere
efficaci
EMOZIONI: CHE RABBIA!
IL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO
Tipologie di aggressività: accidentale, intenzionale, reattiva
Aggressività intenzionale:
- Ostile (obiettivo è produrre danno all’altro) - Strumentale (obiettivo è ottenere un beneficio)
Aggressività reattiva – in risposta ad aggressione
(Plummer, 2010)
Aggressività come esito di meccanismi cognitivi complessi e non comprensione delle regole sociali (abilità sociali)
Carenze nel problem solving sociale (carenze nel: trovare strategie alternative; nel valutare le conseguenze)
RISPOSTA : PIANIFICAZIONE DI PASSI PER STRATEGIA ALTERNATIVA
Come avviene l’ apprendimento del comportamento aggressivo:
- Relazione stimolo - risposta aggressiva (rinforzo positivo magari involontario)
- Osservazione e imitazione Bullismo
IL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO
(Albert Bandura)
L’APPRENDIMENTO DEL COMPORTAMENTO
Albert Bandura, convinto assertore della teoria dell’ apprendimento sociale, considerava fondamentale il modello fornito dall’ ambiente.
Secondo questa teoria, esistono 3 meccanismi di regolazione del comportamento:
1. Il primo si basa sugli antecedenti: ciò che è accaduto in situazioni analoghe influenza i comportamenti successivi
2. Il secondo tiene in considerazione l’ eventuale feedback, ossia le conseguenze di un determinato comportamento
3. Il terzo si basa sulla memoria e sui meccanismi di
apprendimento (ex. una reazione aggressiva verso una
categoria di persone con le quali si è già avuto modo di ridire)
A. Bandura: L’apprendimento sociale
QUALI VARIABILI INCIDONO SUL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO?
Fattori relativi all’individuo: insegnante/alunno 1. Stile di insegnamento
2. Quale linguaggio il docente usa più frequentemente (passivo-
aggressivo- assertivo) in relazione ai comportamenti degli alunni
Fattori relativi all’interazione
1.Quali comportamenti di quell’alunno sono per l’insegnante maggiormente difficoltosi da gestire?
2. Elaborare una scala di gravità del comportamento
3. Reazioni dell’alunno alle risposte dell’insegnante
OBIETTIVO
DELL’INTERVENTO EDUCATIVO
Incrementare le abilità (intese in senso ampio) dell’alunno
Apprendimento continuo da parte degli insegnanti di nuovi dati generali derivati dall’esperienza con l’alunno
Trovare un intervento educativo che sia individualizzato sulle
caratteristiche di quello specifico alunno e sul gruppo classe
PROGRAMMARE UN INTERVENTO Scegliere la strategia educativa
maggiormente appropriata in una certa situazione, non è sufficiente
Individuare con precisione i comportamenti che si vogliono
modificare (sia nel senso di acquisizione di nuove abilità che in quello di eliminazione o riduzione dei comportamenti problema),
Raccogliere una serie di informazioni che caratterizzano i comportamenti stessi
STRATEGIE PROATTIVE
Obiettivo: modifica dell’ambiente fisico e sociale dell’alunno al fine di modificarne il comportamento
Modalità: maggiore struttura, maggiore attenzione e minori distrazioni
- Costruire precocemente buone abitudini
- Controllo e gestione dell’ambiente di vita e di lavoro
1.
Strutturazione dell’ambiente – ambiente favorevole 2. Strutturazione del materiale e del compito
3. Principali tecniche per lavorare sugli aspetti cognitivi e metacognitivi (es. rafforzare le capacità attentive)
4. Possibilità di lavoro sul tema autostima ed educazione
razionale emotiva
La strutturazione dell’ambiente:
Gestione dello spazio classe
Gestione dello spazio individuale
METAREGOLE
Definizione chiara di ciò che l’insegnante si aspetta
Alcuni accorgimenti…
Essere precisi e dettagliati in ciò che vogliamo ottenere
Il richiamo deve essere immediato all’evento negativo
Durante il richiamo mantenere il contatto oculare
Dialogo: tranquillo, calmo, sereno
È sconsigliato punire facendo saltare l’intervallo e facendo rifare i compiti
IL DISAGIO SCOLASTICO IN ETÀ EVOLUTIVA
Comportamenti disturbanti e
disturbi del comportamento
IL DISAGIO SCOLASTICO IN ETÀ EVOLUTIVA
Si fa riferimento a qualsiasi tipo di comportamento non adattivo rispetto alle richieste esterne.
- la sfera emotiva, - la sfera relazionale,
- l’ autonomia personale.
Disturbo del Comportamento
si indica una possibile
sindrome clinica con criteri diagnostici specifici relativi al tipo di comportamento, la gravità, la durata e le conseguenze evolutive
Comportamenti
disturbanti
I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO
Il comportamento disturbante o
comportamenti difficili rappresentano un problema soprattutto per l’ambiente.
Il disturbo del
comportamento è un problema che altera
gravemente le diverse aree dello sviluppo del bambino.
1. Entrare in relazione con l’alunno
2. Gestire l’alunno nella classe 3. Gestire la classe
4. Consentire il percorso di apprendimento scolastico
1. Relazionale 2. Cognitivo 3. Emotivo 4. Adattivo
Quali sono i
QUALI COMPORTAMENTI DISTURBANTI?
Distrarsi sempre
Non concentrarsi
Non ascoltare la
lezione
Non portare a termine il
lavoro Non stare fermo
nel banco
Parlare con gli amici Correre in
momenti inappropriati Non rispettare il
proprio turno Rompere gli oggetti propri e
altrui
Picchiare i compagni
Cause comportamenti disturbanti
MOTIVAZIONE
AUTOSTIMA
CONTROLLO Emotività AFFETTIVITÀÀ
Autoregolazione
Rabbia Esperienze relazionali Fragilità emotiva
Interesse
Piacere
difficoltà di anticipazione Difficoltà di anticipazione
Svalutazioni
Richiesta di contenimento
Richieste Inadeguate Abilità
ADHD
Attention Deficit Hyperactivity Disorder un disturbo delcomportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende
difficoltoso e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini .
TIPOLOGIE PIÙ FREQUENTI DI COMPORTAMENTI DIFFICILI
AGGRESSIVO OPPOSITIVO
INIBITO
IMPULSIVITA’
Il bambino/l0 studente esprime il proprio disagio creando “scompiglio” all’interno della classe
Diviene l’elemento distrattore e
catalizzatore delle attenzioni negative dei coetanei e dell’insegnante.
Fatica a stare in mezzo agli altri, non sa gestire i momenti di gruppo o il rapporto con un altro coetaneo
COMPORTAMENTI
AGGRESSIVI
L’alunno oppositivo e provocatorio presenta spesso una modalità di comportamento negativo, ostile e provocatorio nei confronti delle figure che si prendono cura del bambino e
dell’ autorità in genere. Rifiuto delle regole, scarsa o assente tolleranza alla frustrazione, litigi con adulti e coetanei, azioni deliberate che causano fastidio ad altri, umore collerico ed irritabile, assunzione di atteggiamenti sprezzanti e vendicativi, utilizzo di linguaggio scurrile.
L’alunno oppositivo mette continuamente alla prova le persone che gli sono vicine, assumendo atteggiamenti di sfida per verificare il proprio potere sull’altro.
Apparentemente il suo unico scopo è violare le regole al fine di scatenare una lotta ed emergere come “vincitore”.
COMPORTAMENTI
OPPOSITIVI
L’alunno con inibizione scolastica manifesta:
• difficoltà e “sofferenza” nell ’
occuparsi dello svolgimento di attività didattiche;
• scarsa concentrazione al compito con tempi d’attenzione limitati e discontinui;
• talvolta anche sintomatologie di tipo psicosomatico (mal di testa, vomito, febbre, enuresi, ecc…).
COMPORTAMENTI
INIBITI
Comportamenti che hanno come effetto:
Aumento del disagio emotivo
Aumento delle difficoltà scolastiche
Stabilizzazione di modalità comportamentali e
relazionali inadeguate
Azione sul comportamento
INTERVENTI SU DUE FRONTI
COGNIZIONE EMOZIONE
Supporto alla regolazione dell’attenzione
Azione sulla didattica Supporto alla
regolazione dell’azione
Migliore apprendimento e senso di autoefficacia
Regolazione del
comportamento, gestione delle relazioni
Azioni sul
comportamento
• Cercare di conoscere i bisogni dell’alunno
• Evitare giudizi di valore
• Approvare e rinforzare i comportamenti adeguati
• Individuare i suoi interessi
• Favorire le relazioni con i pari
• Evitare di rispondere alle provocazioni
• Evitare le punizioni
• Promuovere attenzione e concentrazione
COSA FARE IN CLASSE?
Per promuovere l’attenzione e la concentrazione
• Disposizione dei banchi
• Attività che non impiegano molto tempo
• Fornire sempre istruzioni chiare per eseguire le attività
• Fornire strategie
• Interagire frequentemente con l’alunno
• Far interagire frequentemente gli alunni fra loro
• Aiutarli a gestire il materiale scolastico
Per concludere… qualche suggerimento….
per favorire l’autostima
Favorire la cooperazione tra
compagni Cooperative learning
Fornire strumenti di supporto Circle time
Evitare commenti svalutanti
Rinforza re le aree positive