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LA GEO- GRAFIA DI GESU

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Academic year: 2022

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(1)

Santa Maria, donna del vino nuovo Santa Maria, donna del vino nuovo Santa Maria, donna del vino nuovo Santa Maria, donna del vino nuovo

Santa Maria, donna del vino nuovo, quante volte sperimentiamo pure noi

che il banchetto della vita languisce e la felicità si spegne

sul volto dei commensali!

E il vino della festa che vien meno.

Sulla tavola non ci manca nulla:

ma senza il succo della vite,

abbiamo perso il gusto del pane che sa di grano.

Mastichiamo annoiati i prodotti dell'opulenza:

ma con l'ingordigia degli epuloni e con la rabbia di chi non ha fame.

Le pietanze della cucina nostrana hanno smarrito gli antichi sapori,

ma anche i frutti esotici hanno ormai poco da dirci.

Tu lo sai bene da che cosa deriva questa inflazione di tedio.

Le scorte di senso si sono esaurite.

Non abbiamo più vino.

Gli odori asprigni del mosto non ci deliziano l'anima da tempo.

Le vecchie cantine non fermentano più.

E le botti vuote danno solo spurghi d'aceto.

Muoviti, allora, a compassione di noi, e ridonaci il gusto delle cose.

Solo così le giare della nostra esistenza si riempiranno fino all'orlo di significati ultimi.

E l'ebbrezza di vivere e di far vivere ci farà finalmente provare le vertigini.

(Tonino Bello)

LA GEO- GRAFIA

DI GESU’

In cammino

lungo le strade di israele

- CANA DI GALILEA -

(2)

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

Spirito potente,

infondi nell’anima mia la rugiada della tua soavità;

inondala con la pienezza della tua grazia.

Ara il terreno indurito del mio cuore, perché possa accogliere

e fruttificare il seme della Parola.

Solo per le tua infinita sapienza tutti i doni fioriscono e maturano in noi.

Stendi la tua destra su di me e fortificami con la grazia della tua grande misericordia.

Dissipa dall’anima mia

la fosca nebbia dell’errore

e disperdi le tenebre del peccato

perché possa elevare la mente e il cuore

(3)

rinnovare l’alleanza con lo sposo Gesù. In Lui hanno luogo le nozze fra Dio e l’uomo, nel mistero del sa- crificio della croce.

L’Eucarestia, luogo dove rinnovare la mia alleanza con Cristo. Come la vivo? Che sen- so ha vivere per me l’Eucarestia ogni giorno? Fatiche, gioie, consolazioni...

dalle cose terrene alle cose celesti.

(San Gregorio di Narek)

Dal Vangelo secondo Giovanni

Cap. 2 1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servi- tori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione ri- tuale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a cen- toventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chia- mò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vi- no buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiu-

ti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli

credettero in lui.

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Cap. 4 46Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzio- nario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao.

47Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Ga- lilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. 48Gesù gli disse:

«Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». 49Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». 50Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. 51Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli:

«Tuo figlio vive!». 52Volle sapere da loro a che ora a- vesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato».

53Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. 54Questo fu il secondo segno, che Ge- sù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

CRISTO IN CROCE

Cristo non è seduto alla tavola, ma sta sulla croce, vestito in bianco per indicare il sacrificio spirituale con l’epitrachelion (stola di rito orientale con scene evange- liche) d’oro a indicare il suo sacerdozio e

con gli occhi fissati sull’altare, dove si incontra con lo sguardo di Maria. Cristo è dunque crocifisso, a manifestare l’amore di Dio totale e assoluto, perciò l’albero dell’Eden diventa l’albero della vita vera da cui si può attingere come dalla fonte. la parola Cana richiama il verbo “acquistare”. Siamo un popolo acquistato da Dio mediante il suo sacrificio.

La mia percezione di essere salvata dall’amore di Cristo e di essere comunità, chiesa, salvati dall’amore

di Cristo.

LA NUOVA ALLEANZA

Il costato, anche se già glorioso, fa ancora vedere il segno vero che è quello del dono di Dio. Cristo è il vero sposo e la sua sposa rap- presentata con Maria dall’altro lato (perciò le dice “donna”) ed essa simboleggia la Chie- sa che si trova dove c’è l’Eucaristia. In Maria ci riconosciamo co- me Chiesa rinnovata dal dono di Dio e continuamente chiamata a

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la vita.

La mia capacità di ascolto del Van- gelo...a quali brani, a quali racconti della Parola di Dio oppongo

“maggior resistenza”?

DALL’ACQUA AL VINO

Sant’Agostino nel suo commento a Cana di Galilea dice che il mi- racolo di Cana succede sempre, ogni anno, che dalla pioggia e dalla terra viene l’uva e poi il vino, cioè dall’acqua al vino. E que- sto è semplicemente una esplicitazione del segno in Giovanni per mettere in evidenza che Cristo è il creatore del mondo. Il vino, segno che esprime la festa, allude allo splendore della creazione.

Fa intuire qualcosa della festa definitiva di Dio con l’umanità. Ge- sù procura una straordinaria sovrabbondanza di vino - più di 5oo

litri ! - , per farci intuire qualcosa della festa defini- tiva di Dio con l’umanità, nuova creazione. Ecco perché le giare evocano il colore dell’argilla piutto- sto che quello della pietra: un richiamo alla crea- zione dell’uomo nuovo in Cristo

Specialisti nel far tornare il vino acqua. Il rischio dell’osservanza formale: “Ma lo dice il regolamento! Ma gli statuti dicono così!”.

DAL VANGELO AL MOSAICO

Le nozze sono in tutta l’interpretazione, sia giudaica che poi cri- stiana, il simbolo dell’alleanza tra Dio e l’uomo. Nelle giare la maggioranza dei padri vedeva simboleggiata la legge di Mosè, codifica dell’alleanza tra Dio e l’uomo. Dio è fede- le, ma l’uomo non man- tiene l’alleanza, perciò la legge di Mosè sancisce un cammino retto dell’uomo capace di man- tenerlo nell’alleanza.

LE SETTE GIARE

Il numero 6 (le giare da riempire, come dice il vangelo) è il nume- ro dell’insufficienza, mentre il numero 7 (le sei giare vuote più quella che è servita per il travaso dell’acqua, com’è nel mosaico) è il numero della pienezza. Così si allude al superamento della legge, a un compimento nuovo della legge, con un’alleanza nuo- va.

Le giare si usavano per attingere dal pozzo: si tratterà quindi di attingere dalla fonte che veramente dà la vita, dal momento che la legge si è prosciugata nella sterilità. Si prefigura quindi un compimento nuovo della legge, con un’alleanza nuova.

La mancanza del vino vuol dire certamente la mancanza della

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gioia e dell’amore: «Il vino è come la vita per gli uomini… Che vita è quella di chi non ha vino? Questo fu creato per la gioia de- gli uomini. Allegria del cuore e gioia dell’anima è il vino bevuto a tempo e a misura» (Sir 31,27-28). In questo senso possiamo inten- dere le parole di Maria («Non hanno vino») come l’ultima consta- tazione dell’Antico Testamento. Cioè una religione che da alleanza si rinchiude sempre più nella legge, che produce una mancanza di gioia perché mancan- za d’amore.

Le nozze di Cana dovranno far vedere come il Signo- re è il vero sposo che dà la vera vita, nel segno, anzi, nel simbolo di una scandalosa abbondanza che sconvolge ancora una volta la nostra idea di Dio.

La misura di Dio è quella di essere senza misura...e la mia?

GLI SPOSI SONO TRISTI

Per mancanza di gioia e d’amore, nel mosaico gli sposi sono presentati come tristi, pensierosi, preoc- cupati perché quella che doveva essere l’inizio di una festa per tutta la vita, rischia di fallire fin dal princi- pio. Nel loro volto leggiamo lo spegnersi della fiam-

ma dell’amore, di ogni speranza e di ogni futuro.

“Dove l’amore gioisce, lì c’è festa” (S. Giovanni Crisosto- mo). Ogni giorno è per noi occasione di festa?

IL SERVO, MARIA E IL ROTOLO DEL VERBO

Maria e il servo sono sullo sfondo del rotolo del Verbo, del Logos aperto. Perché Maria ha ascolta- to la Parola, l’ha accolta ed es-

sendo piena di grazia ha avuto quell’amore necessario perché la Parola potesse prendere dimora. Il Signore si è sentito dentro di lei come a casa propria.

Le giare erano lì per la purificazione, ma erano vuote e si doveva- no riempire con acqua. Anche qui si nasconde un messaggio spi- rituale, sulla insufficienza di una purificazione che parta dall’esterno. La vera purificazione è dono di Dio, parte dal cuore e purifica l’uomo in tutte le sue azioni e in tutto il suo essere. La purificazione rituale non basta mai per rendere l’uomo capace di Dio. È solo il dono di Dio, mediante la sua presenza, che è capa- ce di istituire la festa.

Ai servitori il compito di levare questa situazione dallo stallo mor- tale in cui si trovava. Essi, obbedendo alla parola di Maria e di Gesù, permettono agli sposi di bere un vi- no nuovo che non finisce. Soltanto i servitori sanno da dove viene. Chi non serve, non sa. Chi non obbedi- sce, non sa. Soltanto chi decide (e quanto costa a vol- te questa decisione!) di fare quello che Gesù dice ha

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