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Academic year: 2021

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(1)

I

I I I n n n t t t r r r o o o d d d u u u z z z i i i o o o n n n e e e

(2)

Premessa

VIII

«I benefici non sono visibili;

essi sono i disastri che non sono avvenuti»

Kofi Annan Ia. Premessa

La tecnologia evolve giorno dopo giorno in un vortice continuo, che rischia talvolta di rovinare l’ambiente che da sempre ha accolto l’uomo donandogli i suoi frutti.

Purtroppo l’uomo negli ultimi secoli ha severamente sfruttato la Terra, per cui alcuni elementi divenuti quasi linfa vitale andranno a sparire a breve termine.

Fig I.1Scenari dal mondo delle città del terzo millennio: città ricca e città povera

Assistiamo spesso a fenomeni climatici o sismici in cui il pianeta Terra sembra ribellarsi, portando disastri sia nelle città ricche che in quelle povere.

La cosiddetta città duale (figI.1)è divenuta ormai la città mondiale, specchio della

realtà: da una parte i grattacieli con la loro immagine sfavillante, dall’altra i quartieri

(3)

Premessa

IX poveri e degradati. In luoghi quali l’America del Sud, l’India, tale contrapposizione tra ricchezza e povertà, spreco e degrado, è ancora più evidente ed accentuata. Da una parte la corsa al consumismo sfrenato, all’apparenza, dall’altra la corsa per vivere nel modo meno disagiato possibile, alla ricerca concreta di quello con cui “tirare avanti”.

Studi effettuati sull’impatto ambientale delle grandi metropoli mediante l’impronta ecologica mostrano un alto indice di questa ultima, ciò significa che le città sono luogo di elevate emissioni dannose di CO

2

e di perdita di biodiversità.

Netto è il divario tra le emissioni dei paesi ricchi rispetto a quelli sottosviluppati, i quali, oltre alla mancanza di cibo subiscono le conseguenze del clima degenerato per colpa dei grandi. Il settore dell’edilizia contribuisce in modo elevato sia ai consumi energetici che alla produzione di sostanze dannose per la Terra e per gli uomini (tabI.1, I.2). Negli ultimi anni sono stati stipulati accordi che permettono allo stesso tempo all’industria di ridurre le emissioni dannose e l’apporto di lavoro e cibo nei paesi sottosviluppati.

Settore

Milioni di tonnellate equivalenti in

petrolio

agricoltura 3,4 civile 43,5 industria 40,8

trasporti 43,7 altro 10,4

CONSUMI ENERGETI CI IN EUROPA

Fonte: MAP-BEN 2003

Settore

Mt CO

2

equivalenti

industria elettrica 163,4 industria manifatturiera 86,9

trasporti 130,4 civile 88

altro 8,3

EMISSI ONI DI GA S SE RRA IN IT A L IA

Fonte: APAT 2005

TabI.1.consumi energetici in Europa Tab. I. 2 emissioni di gas serra in Italia

Dato che le megalopoli e le città sono il cuore del problema ambientale, occorre partire dalla radice per estirpare il male, facendo divenire tali ambienti il luogo della cura.

31%

7%

31%

29%

2%

agricoltura civile industria trasporti altro

2%

18%

27%

18%

35%

industria elettrica industria manifatturiera trasporti

civile altro

(4)

Premessa

X Il risparmio energetico sembra essere una delle “medicine” efficaci ed attuabile che interessa gli edifici in prima persona; non si parla di rinunciare all’energia ma di utilizzarla in modo intelligente, sia dal punto di vista passivo (ad esempio tramite utilizzo di vetrate in una facciata continua con adeguato isolamento termico che permetta minore spreco energetico all’interno per riscaldare o raffreddare l’ambiente) che attivo (mediante integrazioni architettoniche di sistemi capaci di generare energia pulita e rinnovabile). Le tecnologie devono essere inquadrate nel rispetto dell’ambiente esterno, che assicurino non solo benessere temporaneo e opportunistico, ma benessere in un futuro lontano, per i nipoti dei nipoti e oltre ancora sino a che ci sarà vita.

«Sembrerebbe che la produzione di quantità, anche modeste, di energia sulla superficie della Terra alteri il clima in modo drammatico e che si ponga fin d’ora la necessità di ricorrere all’energia solare che è l’unica che non comporti inquinamento termico».

Questo è quanto affermava il professore Giovanni Francia, cultore della energia solare, scienziato, inventore e ingegnere, che sin dagli anni settanta elaborò una teoria secondo la quale la Terra ha un equilibrio termico; sulla superficie terrestre la temperatura di equilibrio è data tra quella irraggiata dal pianeta e quella ricevuta (solare, eolica, geotermica, maree, artificialmente prodotta). Uno squilibrio tra le due parti comporterebbe fenomeni di instabilità termica deboli o catastrofici a seconda dell’incremento più o meno significativo.

Le città, essendo densamente abitate, presentano un rischio sismico elevato –fig.I.2- (indicando tale termine come quel valore complessivo del danno atteso da un terremoto in una determinata zona sismica), per cui occorre intervenire anche in questo settore al fine di cautelarsi dalla perdita

di vite umane. È infatti chiaro che a parità di scossa sismica una zona densamente abitata rispetto ad un luogo desertico presenterà una necessità maggiore di attenzione, date le vite umane in gioco e i costi economici da sostenere nelle

fasi di ricostruzione. Fig.I.2: Danni ad un edificio in seguito al terremoto di Kobe

(Giappone)

(5)

Premessa

XI

"Even without a warning system, even in places where they didn't feel the earthquake, if people had simply understood that when you see the water go down, when you hear a rumble from the coast, you don't go down to investigate, you grab your babies and run for your life, many lives would have been saved."

Lori Dengler, Humboldt State University NNeeww SScciieennttiisstt MMaaggaazziinnee JJaannuuaarryy 1155,, 22000055

Le nuove tecnologie edilizie alla ricerca di leggerezza e massimi spazi funzionali, al fine di rispondere adeguatamente ai livelli di sicurezza strutturale, richiedono analisi strutturali al dettaglio, sempre più definite.

Ogni edificio di nuova costruzione dovrebbe essere costruito nel rispetto energetico, funzionale e strutturale, al fine di dare un minimo contributo che, sommato a quello di altri, può apportare benefici visibili a breve e lunga durata.

In Italia stiamo assistendo ad un continuo evolversi delle norme volte alla salvaguardia delle vite umane e dell’ambiente, purtroppo sollecitate da eventi dannosi a livello sismico (basti pensare alla tragedia della scuola in Molise dove persero la vita numerosi bambini, causa scatenante dell’ordinanza PCM 3274 del 2003), da incremento di dati allarmanti e previsioni catastrofiche ed indici di inquinamento in rialzo con conseguenze sulla salute dei cittadini a livello energetico ambientale, da un continuo rincaro del prezzo del petrolio a livello economico.

Il segretario dell’ONU, Kofi Annan affermava in un suo discorso rivolto al mondo:

«Strategie di prevenzione più efficaci consentirebbero non solo di risparmiare decine di miliardi di dollari, ma permetterebbero di salvare migliaia di vite umane. I fondi attualmente stanziati per le attività di intervento e soccorso potrebbero essere utilizzati, invece, per promuovere uno sviluppo equo e sostenibile, che consentirebbe di ridurre il rischio di guerre ed ulteriori disastri. Costruire una cultura di prevenzione, tuttavia, non è semplice. Mentre i costi per la prevenzione debbono essere pagati nel presente, i suoi benefici risiedono in un lontano futuro. Inoltre i benefici non sono visibili; essi sono i disastri che

NON

sono avvenuti».

Tale teoria trova conferma in quanto avvenuto nei paesi asiatici (Sumatra) in occasione dello Tsunami del 26 Dicembre 2004, quando persero la vita migliaia di persone, ignare del pericolo incombente; solo dopo la tragedia, si pensa alla cultura di prevenzione, ai sistemi di educazione oltre che ad attivare sistemi di segnalazione acustici, collegati a sistemi satellitari capaci di rilevare il pericolo (fig.I.3).

Fig. I.3 Articolo di giornale: l’educazione preventiva avrebbe evitato numerose vittime

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