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I delfini producono tre tipi di suoni: suoni secchi a banda larga, usati per le ecolocalizzazioni;

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Academic year: 2021

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2.6 Comunicazione

I Cetacei vengono definiti anosmatici in quanto completamente privi del senso dell’olfatto. Vista, gusto e tatto sono per lo più ben sviluppati, ma il senso più importate è l’udito, accompagnato dalla capacità di produrre suoni complessi e vari. Anche in questo Misticeti e Odontoceti differiscono in maniera sostanziale. I primi emettono in genere suoni al di sotto dei 5000 Hz, con range variabili nelle tre famiglie. Vengono prodotti dal passaggio di aria nella regione della trachea e della laringe.

I suoni degli Odontoceti sono più vari e di frequenza più elevata. Vengono prodotti nella regione nasale fornita di appositi sacchi collegati alle narici, nei quali il passaggio forzato di aria provoca la vibrazione dei tessuti circostanti.

I delfini producono tre tipi di suoni: suoni secchi a banda larga, usati per le ecolocalizzazioni;

vibrazioni di petto a banda larga e fischi. I fischi sono modulati con frequenza a strette bande di suono che si pensa siano usati come identificazione individuale di ogni delfino (Caldwell, Caldwell e Tyack 1990). Caldwell et al (1990) hanno descritto un’ipotesi nella quale delfini in cattività produrrebbero fischi individualmente distintivi e stereotipati. Questi fischi sono stati chiamati fischi firma per le loro caratteristiche individualmente distintive. Si pensa che i componenti costanti di ogni fischio firma indichino l’identità del fischiatore e pare servano a mantenere una struttura sociale complessa, proprio per l’abilità di comunicare ed identificarsi l’un l’altro dei delfini.

Caldwell et al (1990) hanno suggerito che le altre componenti più variabili del fischio potrebbero indicare altre informazioni riferite alla posizione del delfino o corrispondere ad indicazioni ambientali. I fischi firma, quando sono stati registrati ed analizzati acusticamente, mostrano aumenti variabili e cadute di frequenza che vanno da 4 a 18 kHz. La durata dei fischi non era costante, alcuni durano solamente 0.1 secondi mentre altri durano fino a 3.6 secondi (Caldwell et al 1990).

I suoni prodotti sono utili sia per la comunicazione che per l’ecolocalizzazione ovvero la capacità di

ricevere e interpretare il segnale eco prodotto dai clicks (suono ad alta frequenza) quando

incontrano un oggetto. I suoni prodotti per quest’ultimo fine, probabilmente, sono generati da

sacche nasali in cui passa l’aria, per poi essere amplificati e direzionati con il “melone”, la porzione

della regione frontale costituita da tessuto adiposo che funge essenzialmente da amplificatore

acustico. La ricezione dell’eco avviene mediante la mandibola che lo conduce all’orecchio medio e

interno fino ai centri nervosi. Grazie a questa modalità di ricezione dell’eco, i delfini determinano la

dimensione, la forma, la velocità, la distanza e la direzione dell’oggetto ecolocalizzato, potendo con

il biosonar avvertire la presenza di un pesce lungo 13 cm alla distanza di 9 m, mentre un banco di

pesce può essere scovato a oltre 100 m di distanza (fig. 34).

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Fig. 34: Metodo di ecolocalizzazione.

Sembrerebbe, invece, che i suoni utilizzati per comunicare siano prodotti dall’aria fatta scorrere su pliche cutanee in laringe. Caldwell et al (1990) hanno anche trovato un’evidenza sostenibile di

“nodi” di riconoscimento nei fischi firma dei delfini. I nodi ripetevano parti del fischio. L’intervallo ripetuto è semplicemente un modello di frequenza che sale e scende. L’analisi acustica dei nodi ha indicato che i delfini tendevano a variare la struttura del primo e dell’ultimo nodo del fischio.

Questi primi ed ultimi nodi sono stati ritenuti essere i nodi introduttivi e finali (Caldwell et al 1990).

L’interpretazione dei fischi firma non è stata perfezionata, poiché sono sorte molte difficoltà nelle osservazioni dello studio. Per esempio, negli ambienti naturali i delfini sono in contatto l’uno con l’altro continuamente, e così è difficile indicare quale delfino ha potuto emettere un fischio. In questo caso si può pensare che porti beneficio allo studio dei fischi firma che i delfini siano studiati in cattività. Comunque, problemi sorgono in situazioni di cattività sin da quando i delfini vengono rimossi dai loro ambienti natii e familiari. Non è conosciuto se la disposizione di questi animali in tali ambienti estranei alteri il loro comportamento così come colpisce la produzione dei fischi firma.

Recentemente è stata messa a punto una telecamera, sperimentata sulla Stenella pantropicale in

Florida, che con l’ausilio di idrofoni e puntatori riesce ad individuare il soggetto che ha emesso i

fischi permettendo così di superare questi problemi. Si pensa che i fischi firma funzionino come

marcatori per l’identità di delfini individuali. Il fischio firma è composto di una porzione di

riconoscimento stabile e di una sezione variabile. Si pensa che la sezione variabile porti

informazioni riferite all’ambiente del delfino. Non appena il piccolo è nato, comincia a sviluppare il

suo proprio fischio firma. La coppia madre-piccolo usa fischi firma per tenersi in contatto l’un con

l’altro come appena il piccolo comincia ad avventurarsi via da sua madre. Osservazioni hanno

rilevato che un più grande numero di fischi firma accadono proprio poco prima che la coppia

madre-piccolo si riunisca (Catton 1995). In modo interessante i maschi tendono a sviluppare fischi

firma simili al fischio della loro madre, mentre le femmine tendono a crearne di nuovi. Si pensa che

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l’unico fischio firma delle femmine sia dovuto al bisogno delle femmine adulte di non confondere col fischio della madre il proprio nel momento in cui ritornano al gruppo di origine (Catton 1995).

La differenza di sesso nelle vocalizzazioni animali è molto esteso. Studi precedenti hanno assegnato categorie alle differenze vocali specifiche al sesso. Tali categorie includono vocalizzazioni prodotte solamente da un sesso (per esempio chiamate che si intrecciano), così come vocalizzazioni condivise da ambo i sessi, ma usato per scopi diversi (Sayigh et al 1995). Questa differenza di sesso riguardo ai fischi firma è spiegata dalla tendenza delle femmine a sviluppare l’una con l’altra stretti legami. D’altra parte i maschi sono capaci di mantenere un fischio simile a quello della loro madre perché essi non ritorneranno al gruppo di femmine con cui la madre è associata. Se un delfino femmina avesse sviluppato un fischio firma simile a quello di sua madre, al ritorno nel gruppo si creerebbe confusione, come pure se due delfini possedessero la stessa caratteristica di identificazione nel loro fischio. Perciò esiste una pressione selettiva per le femmine di sviluppare fischi firma unici (Sayigh, Tyack, Wells, Scott, Irvine 1995). Pressioni selettive esistono principalmente sui delfini femmina. Le femmine traggono profitto dall’avere distinti fischi firma così che esse possono rendere differente il loro proprio piccolo da quello di altri genitori (Sayigh, Tyack, Wells, Solows, Scott, Irvine 1998). E’ stato trovato in uno studio condotto che il 100% delle femmine facevano fischi firma estremamente distintivi da quello delle loro madri, mentre il 100%

dei maschi produceva fischi estremamente simili a quelli delle loro madri. I ricercatori hanno notato che la differenza di sesso nelle vocalizzazioni dei fischi firma è cosa unica per i Tursiopi (Sayigh 1995). La ricerca ha mostrato anche l’evidenza che i Tursiopi sono capaci di imitare il fischio firma di un altro delfino (Tyack 1997). Catton (1995) ha riportato che le femmine imparano i fischi di altre femmine così che possano chiamarle per nome. D’altra parte i maschi possono usare i fischi firma delle loro coorti per evitare incontri aggressivi con altri gruppi di maschi. Se il maschio è capace di dare l’impressione che è con un grande gruppo di maschi, può essere capace di evitare conflitti potenziali.

Sia i fischi che le vibrazioni secche ad alta frequenza per l’ecolocalizzazione si pensa che non siano

prodotte dalla laringe, ma nei sacchi nasali all’interno della fronte (Hollien et ali, 1976).

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