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Il tema della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio e monumentale è attuale

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Academic year: 2021

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1. Introduzione

Il tema della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio e monumentale è attuale

e problematico in un paese come l’Italia in cui buona parte del territorio è

soggetto ad eventi sismici anche di grande entità. Basta pensare ai danni arrecati

dai terremoti più recenti, quali Garfagnana (giugno-luglio 2013), Emilia (maggio-

giugno 2012) e L’Aquila (aprile 2009), per capire la facilità con cui buona parte

delle strutture presenti sul nostro territorio vadano incontro a crolli o gravi

danneggiamenti a causa di terremoti di intensità talvolta non altissima. Il

problema è legato alla mancanza, fino ad un passato abbastanza recente, di una

cultura costruttiva antisismica. La redazione di una vera normativa antisismica,

estesa e cogente su tutto il territorio italiano, è avvenuta solo nel 2003 con

l’Ordinanza 3274

[1]

: essa delinea la divisione del territorio nazionale in quattro

zone che si differenziano per livello di pericolosità sismica e impone

l’applicazione di specifiche norme tecniche a tutte le strutture esistenti e a quelle

in costruzione. L’Ordinanza esprime inoltre la necessità di adeguamento o

miglioramento sismico dei fabbricati di interesse strategico che possono assumere

rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso; operazioni da

effettuare tramite la redazione da parte delle Amministrazioni di piani triennali o

annuali

[2]

ai fini della predisposizione del piano straordinario di messa in

sicurezza antisismica

[3]

. Per ottemperare alla direttiva nasce la necessità di una

ricognizione del patrimonio edilizio in modo da individuare le priorità e, in

relazione ad esse, programmare gli interventi. Le tempistiche imposte

dall’ordinanza sono state scarsamente rispettate a causa del grande numero di

opere da valutare in relazione alle disponibilità economiche a disposizione. La

normativa lascia il problema aperto delle modalità di schedatura degli edifici: lo

studio di metodologie di rilievo speditivo, già in atto dagli anni ’70, si diffonde

quindi nei primi anni del nuovo millennio con una nuova e maggiore rilevanza. Le

prime ad essere delineate e adottate dalle varie Regioni sono quelle relative agli

edifici ordinari, in muratura o calcestruzzo armato, mentre quelle sulle strutture di

tipologia particolare sono sempre in fase di elaborazione. Nello specifico si fa

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riferimento alle chiese, edifici caratterizzati generalmente da notevole sviluppo nelle tre dimensioni, totale assenza di orizzontamenti e alto tasso di variabilità di forma della struttura. La prima scheda di rilievo per le chiese viene redatta nel 1976, nel tempo essa si è sviluppata con varie versioni ampliate e modificate, fino a giungere a quella più recente testata sulle chiese danneggiate dal terremoto del Molise nel 2002.

La Diocesi di Lucca prevede l’inizio del lavoro di schedatura del suo patrimonio immobiliare all’inizio del 2015; dato il grande numero di chiese da valutare è necessario disporre di una metodologia di rilievo speditiva che, in tempi ridotti, fornisca le informazioni necessarie per la stima della vulnerabilità. Sulla base di essa e della pericolosità del sito, sarà possibile individuare gli edifici a maggior rischio, e quindi elaborare un programma di interventi di miglioramento sismico.

Il presente lavoro di tesi costituisce la fase preliminare del lavoro di schedatura di tutto il patrimonio edilizio ecclesiastico della Diocesi di Lucca. L’intento è infatti quello di individuare una metodologia di rilievo generale e di testarla dapprima su un campione di chiese che sono state danneggiate da un sisma di intensità nota:

questo costituirà una validazione della metodologia e l’individuazione di una

correlazione tra vulnerabilità e danno riportato. In seguito la metodologia sarà

applicata ad un campione abbastanza numeroso di chiese dell’Alta Garfagnana per

verificare l’applicabilità sul campo e per eventualmente affinare lo strumento di

rilievo. Si cercherà di stabilire inoltre legami tra gli aspetti tipologici compositivi

e la tendenza al danneggiamento in fase di sisma.

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