• Non ci sono risultati.

5. LA REALIZZAZIONE DELLA MIELERIA CONSORTILE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "5. LA REALIZZAZIONE DELLA MIELERIA CONSORTILE "

Copied!
45
0
0

Testo completo

(1)

5. LA REALIZZAZIONE DELLA MIELERIA CONSORTILE

 

5.1. Metodo e approccio della ricerca

La consistente presenza di apicoltori hobbisti, che praticano quest’attività al fine di ottenere produzioni orientate prevalentemente all'uso familiare o alla commercializzazione in loco di piccole quantità di prodotto, è una delle principali criticità del settore apistico.

Molto spesso le produzioni di tali apicoltori sono ottenute nel mancato rispetto degli standard igienico-sanitari previsti dalla vigente normativa, spesso eseguite in luoghi di smielatura obsoleti, aggravate dalla conseguente immissione di miele sul mercato che non fornisce adeguata garanzia di qualità al consumatore.

La realtà del comparto apistico è caratterizzata da una moltitudine di piccoli operatori che hanno difficoltà ad acquisire informazioni aggiornate, utili a far fronte ai problemi derivanti dalle patologie apistiche, varroasi in particolare, e informazioni relative alle metodologie più razionali di conduzione. Queste problematiche influiscono negativamente, talvolta le rendono vane, sulle lotte delle patologie dell’alveare da parte di apicoltori professionisti.

Queste problematiche sono aggravate dai sempre più frequenti sbalzi climatici, causando una forte oscillazione delle produzioni e dei prezzi, rendendo difficile l’organizzazione economica e commerciale delle aziende.

Queste criticità di settore possono essere, almeno in parte, superate favorendo la condivisione di strutture comuni, attrezzate per le operazioni di smielatura e confezionamento, realizzate conformemente alle norme previste dalla vigente normativa, alla stregua di quanto già realizzato in altre filiere agro-alimentari, quali quella del vino e dell’olio (cantine e frantoi sociali).

L’obiettivo di questo elaborato è valutare la convenienza della realizzazione di una mieleria

consortile in un territorio produttivo particolarmente vocato alla produzione di miele, la Bassa Val

di Cecina, soffermandoci sull’analisi degli effetti che tale realizzazione potrebbe avere sulle

strategie comportamentali degli apicoltori della zona. Inoltre si è voluto analizzare se la

(2)

realizzazione di una mieleria consortile possa rappresentare un investimento conveniente per il produttore e quindi un’opportunità per migliorare le inadeguatezze strutturali del settore, del laboratorio di smielatura e confezionamento.

La ricerca è stata impostata basandosi sulla rilevazione diretta dei dati aziendali presso apicoltori aderenti all’associazione apistica “Toscana Miele”. I dati aziendali rilevati sono stati impiegati per uno studio delle caratteristiche degli apicoltori, valutando la convenienza alla realizzazione di una mieleria consortile e analizzando gli effetti che tale realizzazione potrebbe avere sulle strategie comportamentali degli apicoltori. La rilevazione è stata effettuata per mezzo di un questionario e attraverso l’analisi dei costi/ricavi, valutando la convenienza dell’investimento.

Mediante l’uso del questionario abbiamo potuto capire la reale disponibilità a pagare degli apicoltori per usufruire i servizi offerti dalla mieleria consortile e pertanto stimarne la domanda.

Analizzando la domanda, possiamo infatti quantificare la consistenza dei potenziali ricavi e attraverso il confronto con i relativi costi d’investimento e di gestione, possiamo individuare la convenienza dell'investimento.

 

(3)

5.2. Caso di studio

L’analisi è stata compiuta nella Bassa Val di Cecina (LI), territorio produttivo toscano particolarmente vocato alla produzione di mieli di diversa origine botanica.

Il comprensorio su cui ricade la nostra indagine è di competenza dell’ USL 6 LIVORNO distretto della Bassa Val di Cecina, che comprende comuni della provincia di Pisa (Casale Marittimo, Riparbella, Santa Luce, Montescudaio, Castellina Marittima, Guardistallo) e della provincia di Livorno (Cecina, Rosignano Marittimo, Bibbona, Castagneto Carducci).

La consistenza apistica del distretto, secondo la denuncia di attività del 2013, conta 80 apicoltori, 25 dei quali producono per finalità commerciali e 55 per autoconsumo, con un totale di 3198 arnie.

Figura 6: Distretti USL 6 Livorno

 

(4)

5.3. Questionario

Il questionario redatto ha il compito di valutare e rilevare le potenzialità produttive degli apicoltori della Bassa Val di Cecina, ed analizzare l’impatto di una mieleria consortile sull’ apicoltura locale per conoscere la produzione di miele, nonché degli altri prodotti dell’alveare.

La distribuzione e compilazione del questionario è avvenuta durante alcune riunione dell’associazione apistica Toscana Miele presso la sede del Crocino (LI) e presso le aziende ed apiari della bassa val di Cecina.

La ricerca, si propone di creare un sistema semplice ed efficace di acquisizione delle informazioni su tale tematica, che possa dare una maggiore conoscenza sulla reale consistenza dell’offerta.

Ai sensi D.Lgs. 196/2003 si precisa che i presenti questionari sono anonimi e le risposte fornite non permetteranno di risalire, in alcun modo, all’identità del compilatore. Inoltre i candidati possono in qualsiasi momento richiedere l’accesso, l’aggiornamento, la cancellazione o la rettificazione dei dati e che il titolare del trattamento dei dati è Matteo Montagnani.

Il questionario è stato suddiviso in 5 sezioni:

SEZIONE A: riguarda l’acquisizione dei dati personali degli intervistai quali: sesso, età, titolo di studio, occupazione, composizione nucleo familiare, livello di reddito (ISEE). Inoltre chiediamo da quanti anni esercitano l’attività di apicoltore e il ruolo che ha nelle loro vite.

SEZIONE B: questa sezione serve a far emergere i dati aziendali e l’evoluzione degli ultimi 5 anni.

Le domande riguardano aspetti:

• Legislativi: denuncia d’inizio attività all’USL, fine della conduzione e numero di arnie dichiarate.

• Aziendali: numero di arnie in produzione, pratica del nomadismo ed eventualmente il raggio d’azione, numero di apiari posseduti e localizzazione.

• Commerciali: produzioni secondarie (propoli , polline, ecc.) e principali acquirenti.

(5)

• Economici: incidenza del ricavato dell’apicoltura sul reddito del nucleo familiare.

SEZIONE C: in questa sezione si chiede cosa pensino i candidati delle mielerie consortili, quindi:

l’interesse per la costruzione di una mieleria e il motivo, la distanza che sarebbero disposti a percorrere, il costo per usufruirne e se la creazione di una mieleria consortile potrebbe incoraggiare ad aumentare il numero di arnie e quindi estendere le loro attività.

SEZIONE D: viene chiesto di considerare il futuro della propria attività di apicoltura nei prossimi 5 anni e di rispondere ad ogni domanda considerando due ipotesi: assenza della mieleria consortile

“BASELINE” e introduzione di una mieleria consortile “MIELIFICIO”.

Le domande riguardano la continuità, o meno, dell’attività nei prossimi 5 anni ed in caso negativo il motivo. Inoltre viene chiesto l’eventuale interesse a cambiare la finalità della propria produzione, la pratica del nomadismo ed il raggio d’azione, il numero di arnie la tipologia della produzione e il tipo di clientela, rispetto a quanto dichiarato nella sezione B.

SEZIONE E: contiene domande aperte riguardanti riflessioni e opinioni sull’apicoltura. Si chiede quali siano le principali minacce del settore (avversità, problematiche di natura tecnico-economica, normativa fiscale e commercializzazione), cosa ne pensano i vicini di questa attività e le 3 parole che descrivono meglio gli aspetti positivi e negativi dell’apicoltura. Inoltre vogliamo sapere se i candidati sarebbero disposti a praticare il nomadismo per migliorare le rese delle imprese agricole limitrofe a seguito di una maggiore impollinazione, ed eventualmente a che prezzo. In ultima analisi chiediamo come vedano il futuro dell’apicoltura e cosa si dovrebbe fare per migliorarne le prospettive future.

 

 

(6)

5.4. Analisi convenienza alla realizzazione degli investimenti

La valutazione degli investimenti è un metodo che, mediante l’attualizzazione dei flussi monetari (entrate ed uscite) conseguenti alla scelta di realizzare un progetto d’investimento, consente di verificare la fattibilità economica del progetto e di scegliere, tra più alternative, quelle più permette una maggiore convenienza (Gallerani, 2013). Un investimento è contraddistinto da un costo inziale e da un flusso di entrate e uscite annuale per tutta la durata tecnica dell’investimento. La valutazione degli investimenti, è un’analisi finanziaria che tiene conto della diversificazione temporale tra le entrate e le uscite e si basa sull’attualizzazione al momento di realizzazione dell’investimento di tutti i flussi futuri, lungo l’intero orizzonte temporale durante il quale si prevede si manifesteranno gli effetti dell’investimento.

L’analisi della convenienza alla realizzazione della mieleria consortile è stata realizzata utilizzando i principali parametri di redditività di un investimento (Gallerani, 2013): Valore Attuale Netto (VAN), rapporto entrate uscite (RUE)e tempo di ritorno del capitale (TRC)

Dal confronto dei ricavi e dei costi si ottiene il VAN, che esprime la convenienza o meno dell’investimento, a seconda che il valore ottenuto sia positivo o negativo, mediante il rapporto entrate uscite (REU), il quale esprime quanto rende l’investimento per unità di capitale speso.

Infine, il pay back period (TRC), esprime il tempo entro il quale, il capitale investito nell’investimento viene recuperato attraverso i flussi finanziari netti generati.

Utilizzando questi parametri un investimento è conveniente, quando:

• il VAN è maggiore (o, al limite, uguale) a zero;

• il REU è superiore (o, al limite, uguale) ad uno;

• il TRC è inferiore (o, al limite, uguale) all’orizzonte temporale definito.

 

(7)

5.5. Descrizione del campione e statistiche descrittive

Il questionario è stato sottoposto a 40 apicoltori, che rappresentano il 50 % degli apicoltori regolarmente iscritti all’USL 6 nell’ area funzionale della Bassa Val di Cecina.

Di seguito descriveremo i risultati emersi dal questionario suddividendoli nelle varie sezioni.

 

5.5.1 SEZIONE A:

Gli intervistati appartengono ad un gruppo piuttosto eterogeneo per età e sesso, Infatti, meno della metà del campione 40% è di sesso femminile (il restante 60% di sesso maschile) e presenta un’età media di circa 41 anni distribuita come segue: il 52,50% da apicoltori con un’età compresa tra 20 e 39 anni il 38% con età compresa tra i 40 a 59 anni, mentre il restante 10 % con età superiore ai 60 anni (Figura 8), evidenziando che l’attività apistica è principalmente praticata da giovani.

Figura 7: Sesso degli intervistati

  Figura 8: Età dei candidati

 

(8)

Per quanto riguarda il titolo di studio e l’occupazione degli intervistati non si riscontra una fascia prevalente. Il 30,00% degli intervistati non possiede alcun titolo di studio o possiede la licenza elementare o medie inferiore, mentre il 32,50% ha frequentato la scuola superiore e il 37,50% sono laureati (Figura 9).

La prevalenza degli apicoltori intervistati che si occupano di agricoltura è piuttosto contenuta (15%) mentre l’85% svolge un’attività lavorativa non legata al mondo dell’agricoltura (Figura 10).

Figura 9: Titolo di studio

Figura 10: Occupazione principale

(9)

La composizione prevalente del nucleo familiare è costituita da coppie con il 27,50%, coppie con 1 figlio 22,50%, e coppie con 2 figli 27,50%. Sono numerosi anche i single, che fanno parte del campione, con il 15% dei risultati; per un totale di 117 persone di cui 10 pensionati, 17 studenti e 8 disoccupati.

Il reddito del nucleo familiare degli intervistati rientra, quasi esclusivamente, nelle prime due fasce ISEE (Figura 11):

• il 40% appartiene alla prima fascia 0-18.000,00 euro;

• il 47, 50% appartiene alla seconda fascia 18.001 - 36.151,99 euro;

• il 10% alla terza fascia 36.152 - 50.000 euro;

infine solamente il 2,50% appartiene all’ultima fascia 50.001 - 70.000 euro.

 

Per quanto riguarda l’approccio dei candidati all’attività apistica, quasi la totalità (92,50%), si occupa direttamente della gestione delle loro arnie, mentre solo il 7,50% delega il lavoro (Figura 12).

Figura 11: Livello di reddito del nucleo familiare

(10)

Figura 12: Chi si occupa delle attività legate all'apicoltura

L’ 85% dei candidati ha un esperienza che va da 0 a 5 anni, mentre solo il 17,50% ha un’ esperienza ultradecennale.

I candidati svolgono l’attività apistica secondo le diverse ambizioni personali (Figura 13):

il 57,14% dichiara di svolgere quest’attività come hobby e solo il 7,14% come propria attività lavorativa; mentre il 35,72% svolge quest’attività come integrazione al reddito o come possibilità occupazionale.

Figura 13: Ruolo dell'apicoltura nella vita dei candidati

Analizzando le caratteristiche degli intervistati (SEZIONE A), si deduce che l’attività apistica

suscita un interesse comune su persone molto diverse tra di loro, sia per sesso, istruzione e

(11)

posizione sociale. Quest’attività coinvolge molte persone con un’età inferiore ai 40 anni, suscitando quindi un ricambio generazionale, ricambio che negli ultimi decenni non è avvenuto. Molti di questi candidati si dedicano all’apicoltura non solo come hobby ma anche come opportunità lavorativa, opportunità che, in questo periodo storico, assume un grandissimo valore sociale.

5.5.2 SEZIONE B:

La legge nazionale n. 313/2004 definisce apicoltore “una persona fisica o giuridica che, per la prima volta, entra in possesso degli alveari, dichiara, anche tramite forme associate di apicoltori, ai servizi veterinari dell’azienda unità sanitaria locale (azienda USL) dove ha sede legale l’impresa o dove ha la residenza, la collocazione dell’apiario o degli apiari installati e la loro consistenza in termini di numero di alveari. Nella dichiarazione è specificato se l’allevamento viene condotto per fini di autoconsumo o commerciali.”

Figura 14: Denuncia d'inizio attività

  Figura 15: Fini della conduzione

 

(12)

Nel campione del presente studio, i candidati che hanno adempiuto a tale legge sono il 70%, mentre il restante 30%, non ha denunciato l’inizio attività, non dando la possibilità alle autorità di avere informazioni sui dati personali, numero di arnie, spostamenti e fine della conduzione (Figura 14).

I 28 candidati che hanno effettuato la denuncia d’inizio attività hanno dichiarato una media di circa 23 arnie pro-capite, per un totale complessivo di 930 arnie. L’ 82,14% degli apicoltori regolarmente iscritti ha dichiarato un numero inferiore di 20 arnie.

Quest’ultimo dato coincide perfettamente con la domanda B4, dove si richiede se l’allevamento viene condotto per fini di autoconsumo o commerciali; l’ 85,71% dichiara di essere un apicoltore con fine esclusivamente di autoconsumo (Figura 15).

Il numero totale di arnie in produzione nel 2014, confermate nella domanda B7 da tutti e 40 i candidati, sono di 1087. Predominano gli apicoltori che hanno un numero di arnie che va da 6 a 10.

Tabella 4: Confronto arnie denunciate all'USL e arnie in produzione

Arnie denunciate all'USL Arnie in produzione del 2014

N° Freq. % N° Freq. %

1 1 3,57% 0 5 14,29%

2 3 10,71% 2 2 5,71%

4 2 7,14% 3 1 2,86%

5 2 7,14% 4 3 8,57%

6 2 7,14% 5 3 8,57%

8 3 10,71% 7 2 5,71%

9 1 3,57% 8 3 8,57%

10 6 21,43% 9 1 2,86%

17 1 3,57% 10 5 14,29%

20 2 7,14% 11 1 2,86%

45 1 3,57% 12 2 5,71%

80 1 3,57% 14 1 2,86%

98 1 3,57% 15 1 2,86%

120 1 3,57% 17 1 2,86%

400 1 3,57% 20 1 2,86%

25 1 2,86%

30 2 5,71%

45 1 2,86%

75 1 2,86%

100 1 2,86%

150 1 2,86%

(13)

400 1 2,86%

Totale 28 100% Totale 35 100%

Totale arnie

dichiarate 930 Totale arnie in

prod. nel 2014 1087

Media 23,25 Media 31,06

 

Il nomadismo, cioè spostare gli alveari in funzione della presenza di piante nettarifere, è praticato solo dal 30% dei candidati, mentre il 70% conduce un’apicoltura di tipo stanziale. Di fatto il nomadismo è una pratica sempre più complicata e costosa. Questa pratica, infatti, anche per ragioni di carattere sanitario, è spesso vincolata da un complesso corpo di norme e adempimenti burocratici richiesti dalle Autorità competenti.

 

Figura 16: Utilizzo della pratica del nomadismo

Per chi pratica il nomadismo, la media dei chilometri percorsi è di circa 44, con un picco massino di 200 chilometri.

La prevalenza degli intervistati (68,57%) possiede un solo apiario; in 17,14% ne possiede due, mentre gli intervistati con 3 e 4 apiari sono rispettivamente 8,57% e 4.71%.

Gli apiari sono installati prevalentemente nella provincia di Livorno (57%) e seguono le altre

provincie limitrofe (Figura 17), quali: Pisa (24,49%), Lucca (16,33%) e Grosseto 2,04%)

(14)

Figura 17: Localizzazione degli apiari

Oltre al miele, le produzioni più consistenti, sono il polline, la propoli e la produzione di nuclei artificiali (Figura 18). I maggiori destinatari di queste produzioni sono i privati con 88,57% dei risultati (Figura 19).

Figura 18: Altre produzioni

(15)

Figura 19: Acquirenti delle produzioni

Il reddito di queste produzioni incide, per il 30 % dei candidati, meno del 10% sul reddito del nucleo familiare, per il 12,50% dei candidati le produzioni hanno un peso compreso tra il 10 e il 29% del reddito familiare; solamente per un 2,50% dei candidati le produzioni incidono sul reddito tra il 50 e 69%, per il 7,50% incidono oltre il 90% ed infine per il 47,50% dei candidati le produzioni non hanno incidenza sul reddito del nucleo familiare.

Figura 20: Incidenza dell'attività apistica sul reddito familiare

(16)

La sezione B è stata divisa in “presente” e “passato” per capirne l’evoluzione aziendale, da questa prima analisi è emerso che la maggior parte degli apicoltori intervistati non esercita l’attività solo come hobby e per fini di autoconsumo, ma proprio come integrazione al reddito. Escludendo i 3 apicoltori che ricavano la maggior parte del loro reddito da questa attività, il 45% dichiara che l’attività ha un incidenza sul reddito del nucleo familiare. Questi ultimi dati non coincidono con la dichiarazione relativa al fine ultimo della propria attività, ovvero una conduzione quasi esclusivamente per autoconsumo, inoltre il dato è ulteriormente aggravato da quella porzione di intervistati (30,00%) che non ha eseguito nemmeno la denuncia d’inizio attività. A confermare quest’analisi è anche il dato sul numero di arnie pro-capite (circa 31), un quantitativo eccessivo per la sola produzione di autoconsumo. Basti pensare che con 31 arnie si può ricavare, a condizioni climatiche favorevoli e con adeguata esperienza, un quantitativo di miele di circa 620/930 Kg.

Questi prodotti sono venduti esclusivamente ai privati in quanto la vendita ai negozianti, o al commercio all’ingrosso, non è possibile per la mancanza dei principali requisiti imposti dalla legge, quali la partita IVA, obbligo di autocontrollo igienico-sanitario mediante metodica HACCP, requisiti strutturali relativi al laboratorio di smielatura.

I risultati emersi dalle domande presenti nella SEZIONE B “passato”, mostrano una forte staticità.

Infatti, il 97,50% dei candidati ha risposto che negli ultimi 5 anni non ha cambiato la finalità della

loro produzione rispetto a quanto indicato nella domanda B4, così come il 95% non ha riscontrato

cambiamenti nella pratica del nomadismo (solo un 5% degli intervistati ha dichiarato un aumento).

(17)

Figura 21: Variazione della finalità dell'attività negli ultimi 5 anni

  Figura 22: Variazione della pratica del nomadismo negli ultimi 5 anni

 

Sempre negli ultimi 5 anni anche il numero di arnie in produzione rimane quasi invariato, infatti, 82,50% non ha effettuato nessun cambiamento, il 15% lo ha aumentato e il 2,50% lo ha ridotto.

I prodotti che hanno avuto un maggior incremento sono il polline, la produzione di nuclei e la

propoli. Per quanto riguarda la vendita delle produzioni negli ultimi 5 anni, 7 candidati hanno

dichiarato di aver cambiato i principali acquirenti delle proprie produzioni, verso privati, 2 verso

negozianti e 1 verso la vendita all’ ingrosso.

(18)

Negli ultimi 5 anni, quindi, il peso dell’apicoltura sui redditi del suo nucleo familiare è aumentata per il 19,44%, diminuita per 2,78% e rimasta invariata per 77,78%.

In ultima analisi emerge che, negli ultimi 5 anni, non vi è stato un aumento sostanziale delle caratteristiche aziendali dei candidati. La tipologia aziendale resta pressoché invariata, ad accezione di una piccola parte che ha fatto dell’apicoltura la propria attività lavorativa.

La maggior parte dei candidati ha continuato a produrre un gran quantitativo di miele e iniziato a produrre gli altri prodotti dell’alveare, con finalità di autoconsumo, andando ad aumentare l’incidenza del peso dell’apicoltura sul reddito del nucleo familiare.

5.5.3 SEZIONE C:

Le domande della SEZIONE C sono mirate a capire cosa pensano gli intervistati della realizzazione di una mieleria consortile: utilità, distanze, costi, obiettivi ed opinioni.

La totalità dei candidati ritiene che la mieleria consortile sia utile per i motivi più svariati.

Principalmente i motivi dell’utilità della mieleria consortile si riferiscono al fatto di avere un locale a norma di legge e un risparmio economico.

Per usufruire della mieleria consortile, il 65% dei candidati sarebbe disposto a spostarsi meno di 20

Km, mentre il 35% per una distanza compresa tra i 21 ed i 40 Km (Figura 23), mentre nessun

intervistato sarebbe interessato ad utilizzare i servizi della mieleria distanti oltre i 41Km.

(19)

Figura 23: Disponibilità a spostarsi per usufruire della mieleria consortile

Per quanto riguarda il costo per l’utilizzo della mieleria, il 37,78% preferirebbe pagare una quota fissa per arnia, al costo di 9,29 euro (media ponderata), mentre per il 62,22% preferirebbe pagare un prezzo fisso per melario conferito, al costo di 2,43 euro (media ponderata).

Figura 24: Tipologia di pagamento preferita per usufruire della mieleria consortile

(20)

Figura 25: Disponibilità a pagare per melario conferito

Figura 26: Disponibilità a pagare per arnia dichiarata

La possibilità di accedere alla mieleria consortile incoraggerebbe il 77,50% dei candidati ad aumentare il numero delle arnie e quindi ad estendere la propria attività apistica, in quanto si avrebbe la possibilità di vendere il proprio prodotto a norma di legge e ad un costo modesto.

Il 22,50% dei candidati non ritiene importante l’istituzione di una mieleria per incoraggiare

l’aumento di arnie in quanto dichiarano di voler continuare l’attività esclusivamente per hobby o,

comunque, di ingrandirsi indipendentemente dalla mieleria consortile. Alcuni candidati non la

utilizzerebbero poiché già in possesso di una mieleria privata o per l’elevato numero di arnie in

produzione, per le quali non sarebbe conveniente optare per una smielatura a livello di mieleria

consortile.

(21)

Figura 27: Disponibilità ad estendere l'attività apistica in presenza della mieleria consortile

5.5.4 SEZIONE D:

Ai 40 candidati intervistati, nella sezione D, è stato chiesto di rispondere alle domande considerando due ipotesi di scenario: senza mielificio (baseline) e con mielificio.

Per la rappresentazione grafica sono stati utilizzati i grafici in colonne in pila, dove nelle ascisse è riportato lo scenario “baseline” e la variazione che subirebbe in caso di realizzazione della mieleria

“mielificio”, mentre nelle ordinate il numero delle risposte.

Nella prima domanda, si chiede se il candidato, o un componente della famiglia, continuerà l'attività di apicoltura nei prossimi 5 anni, ottenendo 38 risposte.

Nel caso baseline 32 apicoltori continueranno l'attività di apicoltura nei prossimi 5 anni, mentre 6

apicoltori cesseranno l'attività.

(22)

D1 Lei o qualcuno della sua famiglia continuerà l'attività di apicoltura nei prossimi 5 anni:

Figura 28: Domanda D1

Di quest'ultimi 6 apicoltori, il 50% cambierebbe idea in presenza del mielificio mentre l’altro 50%

cesserebbe ugualmente l'attività per l'assenza di successori all'interno della famiglia o per il raggiungimento dell’età pensionistica.

In presenza di mielificio, gli apicoltori che continuerebbero la loro attività sarebbero 34, in quanto 1 apicoltore sostiene la necessità di ingrandire la propria azienda e non gli risulterebbe conveniente accedere al mieleificio.

Per quanto riguarda il cambiamento della finalità della produzione, nel caso baseline, dei 32 apicoltori che hanno affermato che nei prossimi 5 anni continueranno la loro attività d'apicoltura, 17 non effettueranno nessun cambiamento nella finalità della loro produzione, mentre 15 apporteranno dei cambiamenti.

Di questi 17, 9 cambierebbero idea in presenza del mielificio e quindi muterebbe la finalità della

propria produzione, mentre, anche in presenza del mielificio, 8 non apporterebbero nessun

cambiamento.

(23)

D3 Nei prossimi 5 anni cambierà la finalità della sua produzione (rispetto a quanto indicato nella domanda B4):

Figura 29: Domanda D3

Da osservare che alla domanda B4, dove si chiede se l'allevamento viene condotto per fini commerciali o per autoconsumo, 24 persone hanno denunciato di esercitare la loro attività per fini di autoconsumo e solo 4 per fini commerciali. Restano fuori 12 persone che non hanno effettuato l'obbligatoria denuncia di inizio attività all'USL (B1), le quali sicuramente non potranno esercitare la loro attività per fini commerciali.

Per quanto riguarda la pratica del nomadismo, nel caso baseline, i 32 apicoltori hanno affermato

che nei prossimi 5 anni continueranno la loro attività d'apicoltura, 9 apporteranno dei cambiamenti

(anche in presenza di mielificio) e 23 no. I 23 che dichiaravano che non avrebbero apportato dei

cambiamenti, nel caso di mielificio 8 cambierebbero la loro strategia aziendale e 14 non

apporterebbero variazioni.

(24)

D4 Nei prossimi 5 anni cambierà la pratica del nomadismo:

Figura 30: Domanda D4

Per quanto riguarda il raggio d'azione della pratica del nomadismo, nel caso baseline, 10 vorrebbero aumentarlo (anche in presenza di mielificio), 19 non faranno nessun cambiamento e 2 vorrebbero diminuirlo (in presenza di mielificio, 1 manterrebbe la sua posizione mentre l'altro vorrebbe addirittura aumentare).

Dei 19 apicoltori, in presenza del mielificio, 7 muterebbero la loro scelta con un aumento del raggio d'azione e 12 confermano la loro prima risposta.

D5 Nei prossimi 5 anni cambierà il raggio d'azione della pratica del nomadismo:

Figura 31: Domanda D5

(25)

Per quanto riguarda, invece, numero delle arnie in produzione, nel caso baseline, 15 candidati dichiarano di volerlo aumentare, 15 non apporteranno nessun cambiamento e 2 vorrebbero ridurlo.

D6 Nei prossimi 5 anni cambierà il numero di arnie in produzione Figura 32: Domanda D6

I 2 candidati che vorrebbero ridurre il numero di arnie in produzione, in caso di mielificio 1 manterrebbe la volontà di ridurre e 1 aumenterebbe.

Dei 15 che non vorrebbero apportare nessun cambiamento, in presenza del mielificio, 8 cambierebbero la loro opinione andando ad aumentare il numero di arnie in produzione, mentre i restanti 7 rimarrebbero della solita idea. I 15 candidati che vorrebbero aumentare il numero di arnie in caso baseline, lo aumenterebbero anche in presenza di mielificio.

Per i candidati i prodotti di maggior interesse sono la propoli, il polline e la produzione di nuclei.

L’aumentare di queste produzione avverrebbe sia con la tipologia baseline, anche se più contenuta, sia con mielificio.

Dei candidati che continueranno la loro attività d'apicoltura nei prossimi 5 anni, nel caso baseline,

25 non vorrebbero cambiare i principali acquirenti delle loro produzioni, mentre 6 vorrebbero

apportare qualche cambiamento (anche in presenza del mielificio); passando alla mieleria, 12 dei 26

che non vorrebbero cambiare, varierebbero la loro scelta.

(26)

D8 Nei prossimi 5 anni ha intenzione di cambiare i principali acquirenti delle sue produzioni:

Figura 33: Domanda D8

I principali acquirenti, più ricercati dai candidati, sono i negozianti e il commercio all'ingrosso, ma soprattutto vorrebbero una maggiore sicurezza nella vendita al dettaglio (Figura 34).

Figura 34: Destinazione preferita dei prodotti

In conclusione, questa sezione ha rilevato che la maggior parte degli intervistati continuerà l’attività apistica, con o senza la mieleria consortile.

Si possono individuare 3 classi di apicoltori:

(27)

• apicoltori che, con o senza mieleria consortile, vorranno regolarizzare la loro posizione e quindi faranno dell’apicoltura la loro scelta imprenditoriale;

• apicoltori che solamente in presenza della mieleria consortile, regolarizzeranno la loro posizione, e quindi l’attività apistica servirà come integrazione al reddito;

• e apicoltori che vorranno continuare l’attività apistica solamente per hobby ed autoconsumo.

In presenza del mielificio si evidenzia una maggiore propensione al cambiamento della gestione aziendale, si nota, infatti, una grossa variazione del fine dell’attività, con il passaggio da finalità di autoconsumo a finalità commerciali.

Per quanto riguarda l’aumento delle arnie in produzione e la pratica del nomadismo si nota che, solamente in presenza del mielificio, ci saranno maggiori variazioni; coloro che manifestano l’intenzione di fare, dell’attività apistica, la propria scelta imprenditoriale, avrebbero la volontà di aumentare il numero delle arnie e iniziare la pratica del nomadismo, anche nel caso baseline.

Non considerando la prima classe di apicoltori, cioè gli apicoltori che vorranno regolarizzare la loro posizione, la mieleria consortile darebbe la possibilità di vendere un prodotto a norma di legge che potrebbe essere ritirato dai negozianti e dai commercianti all’ingrosso, ma soprattutto fornirebbe maggiore garanzia e tutela nella vendita ai privati.

             

(28)

5.5.5 SEZIONE E:

Questa sezione è composta da una serie di domande aperte per capire le prospettive e le difficoltà del settore apistico, secondo gli intervistati.

Per i candidati le principali minacce del settore sono attribuite all’antropizzazione, con il 28,77%

dei risultati, dovuto principalmente all’uso indiscriminato di pesticidi e all’inquinamento.

Figura 35: Principali minacce dell'apicoltura

Con lo stesso risultato, 28,77%, preoccupano molto le malattie e i parassiti delle api, soprattutto per le infestazioni dell’acaro Varroa destructor.

Si riscontrano anche problematiche di tipo legislativo/fiscale (17,81%); seguono problematiche legate al clima, 13,70%, e aspetti di tipo economico.

Attraverso la domanda E2 si vuole dare voce alle opinioni del vicinato riguardante l’attività

apistica: il 47,37% degli intervistati dichiara che i vicini sono favorevoli, quindi apprezzano tale

attività e comprendono l’importanza del ruolo, indiretto, dell’ape (impollinazione). Alcuni

intervistati hanno dichiarato che con il vicinato ha una sorta di collaborazione (5,25%). Sono pochi i

vicini che non gradiscono tale attività (2,63%) o addirittura vorrebbero un contributo per le loro

fioriture (2,63%).

(29)

Figura 36: Opinioni dei vicini sull'apicoltura

Una grossa percentuale resta sconosciuta, poiché il 21,05% dei candidati dichiara di avere vicini troppo lontani e per il 18,42% non ci sono stati commenti.

Successivamente è stato chiesto agli intervistati le tre parole che descrivono meglio gli aspetti positivi e negativi dell’apicoltura. Le parole che secondo i candidati descrivano meglio gli aspetti positivi dell’apicoltura si riferiscono ad aspetti riguardanti i benefici sulla salute umana (benessere, antistress, allegria, genuinità), aspetti sociali (collaborazione, amicizia, svago) e aspetti riguardanti i benefici che l’apicoltura apporta al sistema ambiente (biodiversità, beneficio all’ecosistema, impollinazione). Le parole che descrivono meglio gli aspetti negativi dell’apicoltura si riferiscono alle principali difficoltà del settore, ovvero, alle malattie e parassiti (varroa, peste, gruccioni), al clima (caldo, afa, inquinamento) e alla pesantezza del lavoro (fatica, mal di schiena, impegno).

Attraverso i tag cloud si può avere una rappresentazione visiva delle parole più utilizzate:

Aspetti  positivi:

(30)

Figura 37: Tag cloud aspetti positivi

Aspetti negativi:

Figura 38: Tag cloud aspetti negativi

(31)

Abbiamo chiesto ai candidati se sarebbero disposti a praticare il nomadismo per migliorare le rese delle imprese agricole limitrofe a seguito di una maggiore impollinazione (domanda E5):

 

• il 62,50% sarebbe interessato a tale servizio;

• il 37,50% no.

Figura 39: Disponibilità al servizio d'impollinazione

La media ponderata del costo del servizio, dichiarata dagli apicoltori interessati, è di 38,24 Euro ad arnia.

In ultima analisi abbiamo chiesto agli intervistati come vedono il futuro dell’apicoltura e cosa si potrebbe fare per migliorare le prospettive future.

Il futuro dell’apicoltura per il 31,71% è positivo, mentre per il 29,27% è in pericolo. In molti

credono che l’attività apistica sia in crescita (9,76%) e che potrebbe contribuire allo sviluppo

occupazionale (9,76%).

(32)

Figura 40: Opinioni sul futuro dell'apicoltura

Le soluzioni per migliorare le prospettive future dell’attività apistica sono molteplici, la più gettonata (32,08%) è una maggiore informazione (corsi di formazione, eventi e assistenza), seguono più contributi (18,87%), soprattutto per quanto riguarda l’inizio attività da parte di giovani apicoltori, e il rispetto nei confronti dell’ambiente e degli apoidei (15,09%)

Figura 41: Opinioni per migliorare il futuro dell'apicoltura

Molto interessanti sono le iniziative per una maggiore valorizzazione del prodotto, 9,43%, con la

richiesta dell’IGP Toscano e più informazione sugli aspetti nutraceutici del prodotto.

   

(33)

5.6. Analisi dei costi e dei ricavi

Il calcolo dei ricavi è stato fatto analizzando alcuni dati emergenti dal questionario:

• Localizzazione degli apiari (Domanda B9);

• Disponibilità a spostarsi per usufruire della mieleria consortile (Domanda C3);

• N° di arnie in produzione (domanda B7);

• Prezzo del servizio considerando le due ipotesi (domanda C4):

• prezzo fisso per melario conferito;

• quota fissa per arnia.

Per quanto riguarda la parte passiva sono stati calcolati i costi relativi alla realizzazione dell’investimento e quelli inerenti ai costi di gestione, la cui entità è stata calcolata analizzando il bilancio 2013 della mieleria consortile di Boceda (MS). Abbiamo preso in considerazione il bilancio della mieleria di Boceda in quando ha caratteristiche che possono essere paragonate al nostro caso studio. La durata tecnica dell’investimento è stimata in 10 anni, tempo che corrisponde all’obsolescenza dei macchinari e delle attrezzature.

5.6.1. Ricavi

Per calcolare il numero ipotetico degli apicoltori che usufruiranno della mieleria consortile abbiamo confrontato la disposizione degli apiari con la possibilità a spostarsi per usufruire del servizio.

Abbiamo considerato, per la localizzazione della mieleria consortile, il comune di Rosignano

Marittimo, in quanto tale località rappresenta il luogo in cui avremmo maggiore affluenza alla

mieleria.

(34)

Figura 42: Localizzazione degli apiari dei candidati

0LHOHULDFRQVRUWLOH

.P

.P

2OWUH.P

0RQWHVFXGDLR 9DGD

&ROOHVDOYHWWL

6DOLQHGL9ROWHUUD 0DVVDURVD

5LSDUEHOOD

Il calcolo delle entrate è stato formulato considerando le due ipotesi: prezzo fisso per melario conferito e quota fissa per arnia. Abbiamo, quindi, considerato la modalità di pagamento preferita da coloro che sarebbero interessati ad usufruire della mieleria consortile.

Di seguito sono riportati i grafici della stima di funzione di domanda relativi alle due diverse

tipologie di pagamento. La curva di domanda indica la relazione esistente fra la quantità di un dato

bene ed il suo prezzo. Come possiamo osservare dai grafici, nella tipologia di pagamento per

melario conferito, la domanda più alta si verifica quanto il costo per il servizio di smielatura è pari a

2,50 euro per melario (Figura 43); mentre la domanda più alta, nella tipologia di pagamento per

arnia dichiarata, si realizza al prezzo di 4,00 euro ad arnia (Figura 44).

(35)

Figura 43: Stima funzione di domanda per melario conferito

Figura 44: Stima funzione di domanda quota per arnia

Abbiamo, inoltre, valutato le entrate suddividendole in base alle produzioni annue, ottenendo tre diversi scenari di ipotesi:

- scenario in cui le entrate derivano da produzioni basse (1 melario ad arnia)

- scenario in cui le entrate derivano da produzioni medie (2 melari ad arnia)

- scenario in cui le entrate derivano da produzioni alte (3 melari ad arnia).

(36)

Il questionario è stato sottoposto a 40 candidati che risultano essere il 50% degli apicoltori regolarmente iscritti al USL6 LIVORNO distretto Bassa Val di Cecina; moltiplicando per due gli ipotetici ricavi, è possibile risalire al comportamento medio dell’universo degli apicoltori della Bassa Val di Cecina.

I grafici seguenti riportano le curve dei ricavi riferite alle varie ipotesi: nell’asse delle ordinate è inserito il costo del servizio, ovvero il costo che gli apicoltori sarebbero disposti a pagare, e nell’asse delle ascisse il ricavato ipotetico dell’universo degli apicoltori della Bassa Val di Cecina.

Analogamente alle curve di domanda, il ricavo più alto, nella tipologia di pagamento per melario conferito, si verifica al costo del servizio di 2,50 euro, il cui valore varia a seconda della produzione annua (Figura 45, 46, 47). Nella tipologia di pagamento per arnia dichiarata la massima entrata si attesterà al prezzo di 4,00 euro ad arnia (Figura 48).

Figura 45: Curva dei ricavi per melario conferito produzione bassa

(37)

Figura 46: Curva dei ricavi per melario conferito produzione media

Figura 47: Curva dei ricavi per melario conferito produzione alta

 

Figura 48: Curva dei ricavi quota fissa per arnia

 

(38)

5.6.2. Preventivo allestimento mieleria

Tabella 5: Preventivo allestimento mieleria (grado di meccanizzazione basso)

Descrizione Quantità Prezzo

cad/1 Totale

Spogliatoio:

Armadio spogliatoio 2 scomparti 1 € 200,00 € 200,00

Sala smielatura:

Carrello portamelario 1 € 90,00 € 90,00

Banco per disopercolare cm.125 inox 1 € 570,00 € 570,00

Leggio per banco inox 1 € 40,00 € 40,00

Coltello per disopercolare cm. 28 inox 1 € 26,00 € 26,00

Coltello per disopercolare elettrico 1 € 115,00 € 115,00

Forchetta per disopercolare 2 € 9,00 € 18,00

Disopercolatrice da banco 1 € 1.090,00 € 1.090,00

Smelatore 20 favi, radiale motorizzato 2 € 1.300,00 € 2.600,00

Secchio sottosmelatore in acciaio 2 € 56,00 € 112,00

Idro pulitrice acqua calda 1 € 490,00 € 490,00

Sala stoccaggio:

Refrattometro 1 € 78,00 € 78,00

Filtro a sacco doppio 4 € 90,00 € 360,00

Sgocciolatoio 2 € 17,00 € 34,00

Tavolo acciaio inox professionale con ripiano e alzatina 1 € 160,00 € 160,00 Totale allestimento mieleria € 5.983,00

 

   

(39)

5.6.3. Preventivo strutturale

I principali lavori per la messa a norma di un locale ad uso laboratorio per la produzione del miele, si basano all’acquisizione delle certificazioni di conformità degli impianti, idraulici ed elettrici, nonché del certificato di agibilità e destinazione d’uso “laboratorio di smielatura” .

I principali requisiti sono:

• Altezza minima e/o media di mt 3.00 e superficie minima 12 mq;

• Superficie finestrata pari ad 1/8 del pavimento;

• Ampiezza sufficiente onde evitare l’ingombro delle attrezzature e l’affollamento del personale;

• Pareti e pavimenti lavabili e disinfettabili fino a due metri dal suolo, con inclinazione verso eventuali tombini e griglie;

• Dispositivi per evitare la presenza di roditori, altri animali ed insetti (reti anti insetto alle finestre);

• Gabinetti non direttamente in contatto con il locale di manipolazione alimenti (antibagno);

• Lavandini con acqua calda e fredda azionabile con pedale o fotocellula e asciugatura igienica;

• Scarichi progettati in modo da evitare rischi di contaminazione;

• Spogliatoio per il personale.

Il preventivo per la ristrutturazione di un locale senza danni strutturali viene definito a corpo per un costo di 150,00 euro al mq.

La superficie di cui necessita il laboratorio di smielatura, del nostro caso studio, è di 50 mq, quindi

il costo totale per il ripristino e messa a norma è di 7.500,00 euro.

(40)

5.6.3.1 Esempio di planimetria della mieleria

 

(41)

5.6.4. Costi di gestione

Analizzando il bilancio della mieleria consortile di Boceda (MS), gestita dall’associazione apistica Toscana Miele, dove nel 2013 sono stati smielati 3823 melari, emerge che il costo complessivo di gestione è di circa 1000,00 euro l’anno. Il totale del costo comprende spese per le utenze luce e acqua, l’acquisto dei camici e cuffie monouso, saponi e asciugamani.

Oltre ai costi di gestione, abbiamo inserito l’affitto del locale: il costo d’affitto è stato calcolato in base ai valori medi di mercato della zona della Bassa val di Cecina, dove un locale di circa 50 mq, in un contesto agricolo, è di circa 350,00 euro al mese. Il periodo nel quale il laboratorio resta in funzione va da maggio a settembre compreso.

5.6.5. Analisi dell’investimento

L’analisi economica della costruzione della mieleria viene condotta confrontando costi e ricavi.

In primo luogo occorre sommare i costi di allestimento e messa a norma del locale (con un grado di meccanizzazione basso) per un totale di 13.483,00 euro, con le uscite derivanti dai costi di gestione e affitto del locale, per un totale di 2.750,00 euro l’anno.

La durata tecnica dell’investimento è stata calcolata di 10 anni.

Per quanto riguarda i ricavi abbiamo considerato:

• ricavi da melari conferiti;

• ricavi da arnia dichiarate.

Le strategie aziendali delle mielerie consortili, dislocate sul territorio toscano, non prevedono scopi di lucro, infatti questi laboratori devono solo essere in grado di auto-mantenersi grazie ai ricavi generati dalla smielatura dei favi. In genere le mielerie consortili sono finanziate dai soci utilizzatori che sostengono costi per l’allestimento e messa a norma del locale, che andranno, poi, a recuperare attraverso la smielatura dei propri melari.

La valutazione sulla convenienza alla realizzazione della mieleria è basata sui principali parametri

di redditività di un investimento.

(42)

Il saggio d’interesse utilizzato per la valutazione dell’investimento è il 5%, un valore intermedio tra gli investimenti a basso rischio, esempio acquisto di terreni (2-3%), e investimenti più speculativi e quindi più rischiosi (oltre il 10%) (Gallerani 2013).

Tabella 6: Ricavi per melario conferito produttività bassa (Ipotesi 1)

Anno Uscite Entrate Flusso

netto

Coeff. di sconto 5%

Uscite scontate al 5%

Entrate scontate al 5%

Flusso netto scontato al 5%

Pay back period

0 € 13.483,00 € - -€

13.483,00 1 € 13.483,00 € - -€ 13.483,00 -€ 13.483,00

1 € 2.750,00 € 3.804,00 € 1.054,00 0,952 € 2.619,05 € 3.622,86 € 1.003,81 -€ 12.479,19

2 € 2.750,00 € 3.804,00 € 1.054,00 0,907 € 2.494,33 € 3.450,34 € 956,01 -€ 11.523,18

3 € 2.750,00 € 3.804,00 € 1.054,00 0,864 € 2.375,55 € 3.286,04 € 910,48 -€ 10.612,70

4 € 2.750,00 € 3.804,00 € 1.054,00 0,823 € 2.262,43 € 3.129,56 € 867,13 -€ 9.745,57

5 € 2.750,00 € 3.804,00 € 1.054,00 0,784 € 2.154,70 € 2.980,53 € 825,84 -€ 8.919,73

6 € 2.750,00 € 3.804,00 € 1.054,00 0,746 € 2.052,09 € 2.838,60 € 786,51 -€ 8.133,22

7 € 2.750,00 € 3.804,00 € 1.054,00 0,711 € 1.954,37 € 2.703,43 € 749,06 -€ 7.384,16

8 € 2.750,00 € 3.804,00 € 1.054,00 0,677 € 1.861,31 € 2.574,70 € 713,39 -€ 6.670,77

9 € 2.750,00 € 3.804,00 € 1.054,00 0,645 € 1.772,67 € 2.452,09 € 679,42 -€ 5.991,36

10 € 2.750,00 € 3.804,00 € 1.054,00 0,614 € 1.688,26 € 2.335,33 € 647,06 -€ 5.344,29

Totale € 40.983,00 € 38.040,00

-€

2.943,00 € 34.717,77 € 29.373,48 -€ 5.344,29

VAN -€ 5.344,29 (E0-U0)

REU 0,85 (E0/U0)

TRC 20 anni

Tabella 7: Ricavi per melario conferito produttività media (Ipotesi2)

Anno    Uscite      Entrate      Flusso  netto     Coeff.  di  sconto  

5%   Uscite  scontate  

al  5%   Entrate  

scontate  al  5%   Flusso  netto  

scontato  al  5%   Pay  back   period   0    €  13.483,00         -­‐€  13.483,00     1    €  13.483,00      €  -­‐         -­‐€  13.483,00     -­‐€  13.483,00     1    €  2.750,00      €  7.608,00      €  4.858,00     0,952    €  2.619,05      €  7.245,71      €  4.626,67     -­‐€  8.856,33     2    €  2.750,00      €  7.608,00      €  4.858,00     0,907    €  2.494,33      €  6.900,68      €  4.406,35     -­‐€  4.449,98     3    €  2.750,00      €  7.608,00      €  4.858,00     0,864    €  2.375,55      €  6.572,08      €  4.196,52     -­‐€  253,46     4    €  2.750,00      €  7.608,00      €  4.858,00     0,823    €  2.262,43      €  6.259,12      €  3.996,69      €  3.743,23     5    €  2.750,00      €  7.608,00      €  4.858,00     0,784    €  2.154,70      €  5.961,07      €  3.806,37      €  7.549,60     6    €  2.750,00      €  7.608,00      €  4.858,00     0,746    €  2.052,09      €  5.677,21      €  3.625,11      €  11.174,71     7    €  2.750,00      €  7.608,00      €  4.858,00     0,711    €  1.954,37      €  5.406,86      €  3.452,49      €  14.627,20     8    €  2.750,00      €  7.608,00      €  4.858,00     0,677    €  1.861,31      €  5.149,39      €  3.288,09      €  17.915,29     9    €  2.750,00      €  7.608,00      €  4.858,00     0,645    €  1.772,67      €  4.904,18      €  3.131,51      €  21.046,80     10    €  2.750,00      €  7.608,00      €  4.858,00     0,614    €  1.688,26      €  4.670,65      €  2.982,39      €  24.029,19     Totale    €  40.983,00      €  76.080,00      €  35.097,00          €  34.717,77      €  58.746,96      €  24.029,19    

VAN    €  24.029,19      (E0-­‐U0)      

           

REU    €  1,69      (E0/U0)    

           

TRC   4  anni  

             

(43)

Tabella 8: Ricavi per melario conferito produttività alta (Ipotesi 3)

Anno    Uscite      Entrate      Flusso  netto     Coeff.  di  sconto  

5%   Uscite  scontate  

al  5%   Entrate  

scontate  al  5%   Flusso  netto  

scontato  al  5%   Pay  back   period   0    €  13.483,00      €  -­‐         -­‐€  13.483,00     1    €  13.483,00      €  -­‐         -­‐€  13.483,00     -­‐€  13.483,00     1    €  2.750,00      €  11.412,00      €  8.662,00     0,952    €  2.619,05      €  10.868,57      €  8.249,52     -­‐€  5.233,48     2    €  2.750,00      €  11.412,00      €  8.662,00     0,907    €  2.494,33      €  10.351,02      €  7.856,69      €  2.623,21     3    €  2.750,00      €  11.412,00      €  8.662,00     0,864    €  2.375,55      €  9.858,11      €  7.482,56      €  10.105,77     4    €  2.750,00      €  11.412,00      €  8.662,00     0,823    €  2.262,43      €  9.388,68      €  7.126,25      €  17.232,02     5    €  2.750,00      €  11.412,00      €  8.662,00     0,784    €  2.154,70      €  8.941,60      €  6.786,90      €  24.018,93     6    €  2.750,00      €  11.412,00      €  8.662,00     0,746    €  2.052,09      €  8.515,81      €  6.463,72      €  30.482,64     7    €  2.750,00      €  11.412,00      €  8.662,00     0,711    €  1.954,37      €  8.110,30      €  6.155,92      €  36.638,57     8    €  2.750,00      €  11.412,00      €  8.662,00     0,677    €  1.861,31      €  7.724,09      €  5.862,78      €  42.501,35     9    €  2.750,00      €  11.412,00      €  8.662,00     0,645    €  1.772,67      €  7.356,28      €  5.583,60      €  48.084,95     10    €  2.750,00      €  11.412,00      €  8.662,00     0,614    €  1.688,26      €  7.005,98      €  5.317,72      €  53.402,67     Totale    €  40.983,00      €  114.120,00      €  73.137,00          €  34.717,77      €  88.120,44      €  53.402,67    

 

                 

VAN    €  53.402,67      (E0-­‐U0)    

           

REU    €  2,54      (E0/U0)    

           

TRC   2  anni  

             

Tabella 9: Ricavi per arnia dichiarata (Ipotesi 4)

Anno    Uscite      Entrate      Flusso  netto     Coeff.  di  sconto  

5%   Uscite  scontate  

al  5%   Entrate  

scontate  al  5%   Flusso  netto  

scontato  al  5%   Pay  back  period   0    €  13.483,00      €  -­‐         -­‐€  13.483,00     1    €  13.483,00      €  -­‐         -­‐€  13.483,00     -­‐€  13.483,00     1    €  2.750,00      €  5.272,00      €  2.522,00     0,952    €  2.619,05      €  5.020,95      €  2.401,90     -­‐€  11.081,10     2    €  2.750,00      €  5.272,00      €  2.522,00     0,907    €  2.494,33      €  4.781,86      €  2.287,53     -­‐€  8.793,57     3    €  2.750,00      €  5.272,00      €  2.522,00     0,864    €  2.375,55      €  4.554,15      €  2.178,60     -­‐€  6.614,97     4    €  2.750,00      €  5.272,00      €  2.522,00     0,823    €  2.262,43      €  4.337,29      €  2.074,86     -­‐€  4.540,11     5    €  2.750,00      €  5.272,00      €  2.522,00     0,784    €  2.154,70      €  4.130,75      €  1.976,05     -­‐€  2.564,06     6    €  2.750,00      €  5.272,00      €  2.522,00     0,746    €  2.052,09      €  3.934,05      €  1.881,96     -­‐€  682,10     7    €  2.750,00      €  5.272,00      €  2.522,00     0,711    €  1.954,37      €  3.746,71      €  1.792,34      €  1.110,23     8    €  2.750,00      €  5.272,00      €  2.522,00     0,677    €  1.861,31      €  3.568,30      €  1.706,99      €  2.817,22     9    €  2.750,00      €  5.272,00      €  2.522,00     0,645    €  1.772,67      €  3.398,38      €  1.625,70      €  4.442,93     10    €  2.750,00      €  5.272,00      €  2.522,00     0,614    €  1.688,26      €  3.236,55      €  1.548,29      €  5.991,22     Totale    €  40.983,00      €  52.720,00      €  11.737,00          €  34.717,77      €  40.708,99      €  5.991,22        

                 

VAN    €  5.991,22      (E0-­‐U0)    

           

REU    €  1,17      (E0/U0)    

           

TRC   6  anni  

             

 

Riferimenti

Documenti correlati

Il primo seminario regionale rivolto agli aspiranti Tutori volontari di minori stranieri non accompagnati in Emilia-Romagna è l’occasione per riflettere sulla nuova figura del

A seconda delle circostanze, le Informazioni contenute in questo documento possono o non possono essere state preparate da Borsa Italiana ma in ogni caso sono fornite senza

Lo studio Visa Global Travel Intentions (GTI) rileva che i viaggiatori utilizzano sempre più la tecnologia per pianificare i loro viaggi e fare ricerche sulle loro destinazioni:

Per poter accogliere la funzione di residenza universitaria, era necessario ridefinire completamente l’interno dell’edificio e per questo sono stati inseriti 4 nuovi piani (in

In termini di utilizzo sul lavoro delle competenze apprese all’università e di richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto spiccano, tra i più favoriti, i gruppi

Esso potrebbe supportare la conoscenza della popolazione e lo studio della distribuzione dei determinanti sociali di salute, l’impegno e il potenziamento delle

Mondi Verdi vi offre un servizio completo a 360°, dalla fase progettuale alla realizzazione finale, fino alla scelta di complementi d’arredo per rendere ancora più bella e

Pertanto esamineremo in questo webinar come approcciare il paziente con malattia recidivata e/o metastatica e con un basso carico di malattia e di sintomi sia dal punto di vista