UTILITÀ CLINICA DELLA MANOMETRIA
ANORETTALE NEI DISORDINI FUNZIONALI
DELLA DEFECAZIONE
MANOMETRIA ANORETTALE CONVENZIONALE E TEST DI ESPUSLIONE DEL PALLONCINO
Ad oggi la manometria anorettale rappresenta il test fisiologico maggiormente
utilizzato per lo studio della funzionalità anorettale attraverso la valutazione della coordinazione motoria tra retto ed ano e la definizione delle sensazioni rettali. Le
informazioni fornite sono utili per valutare i meccanismi della continenza ed
indispensabili per diagnosticare una disfunzione rettoanale.17
La metodica utilizzata presso il nostro laboratorio di manometria prevede l’utilizzo di
un catetere multicanale di 5 mm di diametro che viene inserito nel retto, per circa 10 cm, mentre il paziente è sdraiato su un lettino in decubito laterale sinistro. La sonda,
perfusa con acqua bidistillata, presenta 8 rilevatori di pressione : quattro sono disposti
radialmente a 3.5 cm dal margine anale e quattro sono disposti longitudinalmente a 1,
1.5, 2 e 4.5 cm dal margine anale. Un palloncino è legato all’estremità del catetere e
funziona anche da rilvatore di pressione per la valutazione della compliance rettale.18
Una pompa idropneumatica con capillari assicura un flusso di perfusione costante
(velocità: 0.5 ml al minuto).
Attraverso un trasduttore di pressione è quindi possibile trasformare l'incremento
pressorio in un segnale elettrico che sia correttamente amplificato e che mantenga una
diretta proporzione tra variazione pressoria in mmHg e variazione elettrica in mV. Il
segnale elettrico prodotto viene quindi inviato ad un modulo di
acquisizione/amplificazione che successivamente invia il segnale processato ad un
registratore analogico su carta oppure su un sistema digitale.
la pressione basale del canale anale che riflette l’attività tonica dello sfintere
anale interno ed esterno
il riflesso rettoanale inibitorio
la massima contrazione anale volontaria (MCV) che studia la pressione di
contrazione e la durata della contrazione durante lo squeezing
la compliance rettale, misurata come rapporto di pressione e volume a diversi
volumi di distensione, che rappresenta l’adattamento della muscolatura liscia
rettale al contenuto del viscere19
le sensazioni rettali
la presenza o meno di rilasciamento sfinteriale durante il ponzamento
Attraverso la valutazione delle pressioni endoanale ed endorettale generate durante il
ponzamento, è stata proposta da Rao 20 una classificazione manometrica dei disturbi
funzionali della defecazione che prevede 4 pattern manometrici differenti . Il pattern
normale (Figura 3) è caratterizzato dall’aumento delle pressioni intrarettali associato
al rilasciamento dello sfintere anale. Il pattern di tipo 1 è caratterizzato sia da forze
propulsive adeguate (pressione intrarettale ≥ 45 mmHg) che da un aumento della pressione nel canale anale (Figura 4). Il tipo 2 è caratterizzato da inadeguate forze
propulsive (pressione intrarettale < 45 mmHg) ed inadeguato rilasciamento dello
sfintere anale o contrazione dello sfintere stesso (Figura 5). Il pattern di tipo 3 è
invece caratterizzato da pressione endorettali adeguate ( ≥ 45 mmHg) con assente o insufficiente (<20%) riduzione della pressione basale dello sfintere anale (Figura 6).
Il tipo 1 ed il tipo 3 definiscono la defecazione dissinergica. 4 Lo studio manometrico
effettuato durante la simulazione della defecazione è purtroppo gravato da una
risulta poco fisiologica perché non eseguita in una normale posizione seduta ma in
decubito laterale sinistro. 21 Per tale motivo la sola manometria non è sufficiente per la
diagnosi ma è necessario anche l’esecuzione del test di espulsione del palloncino
(BET) e, in caso di discordanza dei due test, anche l’esecuzione di un esame
defecografico. Figura 3: Manometria anorettale convenzionale. Esempio di push straining: caduta pressoria nel canale anale ed adeguate forze propulsive, pattern normale sec. Rao20 (Ambulatorio di fisiopatologia anorettale, U.O. Gastroenterologia Universitaria, dott. M. Bellini, AOUP) Figura 4: Pattern tipo 1 (Ambulatorio di fisiopatologia anorettale, U.O. Gastroenterologia Universitaria, dott. M. Bellini, AOUP)
Figura 5: Pattern tipo 2 (Ambulatorio di fisiopatologia anorettale, U.O. Gastroenterologia Universitaria, dott. M. Bellini, AOUP) Figura 6: Pattern tipo 3 (Ambulatorio di fisiopatologia anorettale, U.O. Gastroenterologia Universitaria, dott. M. Bellini, AOUP)
Il test di espulsione del palloncino è un test semplice, eseguito solitamente alla fine
della manometria anorettale, che valuta la capacità di espellere un palloncino dal
retto. Questo test non è stato ancora standardizzato; il volume di riempimento, la
posizione del paziente ed il tempo di espulsione differiscono nei vari studi 5. Bove et
al.5 raccomandano di eseguire il test con un palloncino riempito con 50 mL di acqua
tiepida, facendo sedere il paziente su una comoda. Viene considerato normale un
tempo di espulsione <180 secondi.
Gli stessi Autori concludono che un test negativo è utile per identificare i pazienti che
non hanno defecazione dissinergica, con una specificità dell‘89% ed una sensibilità
dell‘88%, valore predittivo positivo del 67% e valore predittivo negativo del 97% 5. In
conclusione un test positivo può far sospettare la diagnosi di defecazione dissinergica
che deve però essere affiancata ad altri test come la manometria e/o la defecografia.
MANOMETRIA ANORETTALE AD ALTA RISOLUZIONE
Recentemente la manometria anorettale ad alta risoluzione ha dimostrato di fornire
maggiori dettagli rispetto alla manometria standard, ma è ancora in fase
sperimentale.22
Questa metodica utilizza dieci “canali” statici di rilevazione pressoria a 6 mm di
distanza l’uno dall’altro; 5.6 cm di rilevazione pressoria per canale anale, due sensori
rettali a 3 cm dai sensori anali. Attraverso l’interpolazione dei dati tra sensori
adiacenti la pressione diventa un “continuum” spaziale e i valori sono espressi come
intensità di colore. Ciò permette di visualizzare più chiaramente le pressioni
all’interno delle strutture di interesse 23.
fenotipi differenti:
High anal: pressione anale elevata a riposo e durante la manovra di push
straining
Low rectal: pressione rettale bassa durante la manovra di push straining e
rilasciamento sfinteriale completo
High anal e low rectal
Short HPZ: high pressure zone più corta rispetto ai limiti da verosimile lesione
strutturale degli sfinteri
Gli svantaggi principali di questa nuova tecnica sono la mancanza di
standardizzazione, l'elevato costo, la maggior fragilità dell'apparecchiatura e il
diametro della sonda che per alcuni pazienti può causare un maggiore fastidio.