• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 3 – IL PROGETTO ARCHITETTONICO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "CAPITOLO 3 – IL PROGETTO ARCHITETTONICO"

Copied!
10
0
0

Testo completo

(1)

CAPITOLO 3 – IL PROGETTO ARCHITETTONICO 3.1 Perché la tribuna di un impianto sportivo

Considerata l’elevata adattabilità funzionale e formale, l’estrema versatilità e la facilità di montaggio e smontaggio che le tensostrutture a membrana offrono, si è deciso di volgere tali pregi al fine di coprire le tribune di un impianto sportivo dedicato al tennis. La struttura di cui in seguito si affronterà l’ analisi statica, ben si presta a svolgere il ruolo di copertura poiché unisce all’innegabile peculiarità del proprio aspetto architettonico, una serie di vantaggi funzionali di cui le tribune necessitano. La soluzione proposta, affrontata più ampiamente nel capitolo 4, e, in particolare, nel paragrafo 4.6, prevede l’accostamento in pianta di due circonferenze di diversa dimensione, eccentriche, collocate su due piani orizzontali, ma ad un dislivello di 4m fra le loro quote, unite da una membrana tessile rinforzata da cavi metallici radiali che va a formare una concavità aperta verso l’alto; il complesso è poi sostenuto da un’antenna fissata al terreno e dalla quale si dipartono in sommità i cavi che sostengono il maggiore dei due cerchi cui è ancorata la membrana.

Tale breve descrizione dovrebbe essere sufficiente a spiegare i vantaggi che la collocazione di tale elemento in prossimità di una tribuna può comportare:

• possibilità di riparo dal sole nelle ore del giorno in cui questo è a perpendicolo; • possibilità di riparo dalla pioggia e praticabilità dei campi anche nella stagione

invernale, nonostante la progettazione riguardi un impianto all’aperto;

• possibilità di far funzionare la membrana da conca di raccolta delle acque, e l’antenna, a sostegno di questa, da canale discendente in modo da evitare la progettazione delle grondaie.

Non è da sottovalutare, inoltre, l’importanza che tale membrana offre anche a livello compositivo-architettonico; la struttura, che in pianta si configura come la giustapposizione di due circonferenze eccentriche, offre al progettista la possibilità di ruotarla e spostarla secondo necessità, raggiungendo sempre, al contempo, dinamicità e movimento nell’articolazione dei prospetti, ed evitando una stasi, che non dovrebbe intaccare nessuna Architettura, in particolar modo nessuna Architettura per lo sport.

(2)

dotazione impiantistica, realizzata prevalentemente nel corso degli anni ’80 e oggi soggetta a ristrutturazioni, l’idea di realizzare qui tale intervento è stata dettata dall’esigenza di creare un rapporto diverso tra lo sport e la città. L’escamotage è quello di usare lo sport e l’impianto annesso, per valorizzare una città bisognosa di un’occasione per affrancarsi da un destino che sinora l’ha vista legata quasi esclusivamente all’industria.

La tensostruttura che andrà a coprire le tribune è senz’altro un oggetto moderno, insolito e, sotto certi aspetti, anche avveniristico, che può divenire l’emblema di una città che non accetta di essere definita chiusa, impermeabile alle nuove proposte, ma che anzi vuole mostrarsi capace di accogliere le nuove tecnologie.

La progettazione delle tribune, che prevede un numero di posti lievemente in esubero rispetto a quelli strettamente necessari, è volta ad accogliere occasioni di eventi sportivi, per la realizzazione di manifestazioni nazionali ed internazionali o per l'istituzione di sedi stabili o di centri agonistici federali ed essere al contempo flessibile, pronta ad accettare anche manifestazioni di natura non sportiva che prevedano l’afflusso di un gran numero di persone.

Il patrimonio naturalistico della città, bosco e mare, spiagge sabbiose e scogliere, approdi e percorsi, unito alla presenza di una civiltà etrusca fiorente che tutto pervade, possono legare l'offerta sportiva a quella turistica, culturale e ricreativa. In definitiva, la natura del progetto è volta a rendere possibile la commistione tra tecnologia, sport e turismo, in una città che, contrariamente all’opinione comune, presenta molteplici sfaccettature e, soprattutto, tante opportunità a chi per primo le sa cogliere.

3.3 Progettazione delle funzioni e distribuzione delle attività

Oggetto della progettazione è un’area, evidenziata nella successiva Figura 6, da destinarsi a impianto sportivo denominato “campo all’aperto”; in quanto tale, dovrà rispettare tutti gli indici e le limitazioni imposte dalla normativa vigente e dalla manualistica specializzata, come ampiamente spiegato nel paragrafo 2.2.

La progettazione è stata organizzata pensando all’area complessiva come la giustapposizione di quattro aree distinte, ciascuna di competenza del campo sportivo cui è annessa. E’ risultato, quindi, possibile controllare che ciascun “modulo” verificasse le dimensioni e le dotazioni minime che competono alle singole unità.

(3)

Figura 6: L’area di intervento.

E’ stato ritenuto opportuno riservare lo spazio sottostante le tribune ad area da destinarsi ad accogliere l’insieme delle unità ambientali volte a garantire lo svolgimento delle attività di supporto direttamente collegate a quella sportiva. Il motivo di tale scelta è sintetizzabile nei tre punti essenziali seguenti:

• sfruttare uno spazio considerevolmente ampio che altrimenti sarebbe rimasto inutilizzato;

• rendere diretto l’accesso al campo da gioco di atleti ed istruttori tramite il percorso ingresso – spogliatoio – uscita verso il campo;

• far emergere architettonicamente l’elemento fondamentale del progetto, ovvero, la tensostruttura a copertura delle tribune.

L’ultimo punto è forse quello che maggiormente ha pesato nell’operare una simile scelta: nonostante l’elemento non abbia bisogno, per emergere, di architetture che si nascondano, si è voluto incentrare il lavoro sull’aspetto compositivo della progettazione, cercando di raggiungere sempre movimento e dinamicità, sia nella disposizione planimetrica che nell’articolazione dei prospetti.

Planimetricamente il progetto si configura come l’accostamento di tre moduli uguali e un quarto modulo, molto simile ai precedenti, che differisce dai essi unicamente per uno spazio maggiore da destinarsi a servizio igienico per il pubblico. Tenuto conto di ciò, si

(4)

Area attività sportiva

Il progetto prevede la sistemazione di quattro campi in terra battuta da dedicare allo sport del tennis e, conseguentemente, la distribuzione di tutte quelle unità adibite allo svolgimento delle attività correlate allo sport in questione. Le dimensioni di un campo da tennis sono riportate nella Figura 7 seguente:

Figura 7: Dimensioni di un campo da tennis

La scelta di prevedere in terra battuta i quattro campi è dettata esclusivamente da esigenze di natura sportiva: la terra rossa, è il fondo preferito dai giocatori dilettanti per la limitata velocità della palla, l’elasticità del fondo e la possibilità di scivolare liberamente senza rischi. Di contro, il manto in terra rossa, richiede una manutenzione assidua, perciò, preferire tale soluzione può forse incidere sui costi di gestione finali; tuttavia, si è ritenuto di più facile realizzazione rispetto ad un campo in erba che, a causa del clima non del tutto favorevole, non avrebbe possibilità di un’adeguata maturazione e conservazione.

Area servizi di supporto

Le unità ambientali che costituiscono il modulo in esame sono state distribuite in modo che gli atleti abbiano accesso pressoché diretto all’area di gioco.

L’atrio è costituito da uno spazio raccolto che individua un punto di snodo del modulo. Sulla destra si trova l’ingresso all’ufficio (12 m2) ed un’apertura che permette il contatto diretto pubblico-amministrazione; a sinistra, invece, è collocato lo spazio riservato agli atleti

(5)

e agli istruttori. Tale area prevede due spogliatoi per atleti e uno per istruttori, ciascuno dotato di un proprio servizio igienico e di doccia.

Figura 8: Pianta piano terra (suddivisione delle unità all’interno del modulo)

Con riferimento alla Figura 8, occorre evidenziare il fatto che le dimensioni di questa unità (12 m2 per spogliatoio) sono lievemente inferiori a quelle suggerite dalla manualistica circa l’impianto sportivo “campo all’aperto”. La decisione non è da addurre a motivazioni di carenza di spazio, bensì alla peculiarità dello sport che stiamo considerando, il quale prevede la presenza contemporanea massima di quattro atleti per campo; questo è lo stesso motivo che ha governato la scelta di prevedere un solo spogliatoio per gli istruttori.

Lo spazio di percorso, comune a tutti i locali adibiti a servizi di supporto, termina con il pronto soccorso (22 m2), locale la cui presenza non è tassativa nel genere di impianto di cui il presente fa parte.

Nei locali sottostanti le tribune, si trovano i servizi igienici da destinarsi al pubblico (24 m2per i tre moduli minori, 60 m2 per il modulo della tribuna grande) che risultano raggiungibili solo dalla zona adiacente il campo, e per ognuno dei quali è prevista un’unità

(6)

L’altezza complessiva delle tribune ( m6 in quota ) permette di ricavare anche un primo piano, la cui larghezza utilizzabile è 1,6m che si sviluppa per tutta la lunghezza della tribuna. Date le ridotte dimensioni di cui si disponeva, si è deciso di adibire tale spazio a locale tecnico (si veda la Figura 9), permettendovi l’accesso esclusivamente dal deposito

( 2

23m ) tramite collegamento verticale non architettonicamente rilevante.

Figura 9: Pianta piano primo (locale tecnico) - Area pubblico.

Per quanto concerne l’area adibita all’accoglienza del pubblico, sono da ripetersi le considerazioni svolte in precedenza per l’area dotazioni minime di supporto: planimetricamente le tribune sono la giustapposizione di tre moduli uguali, e un quarto modulo leggermente più grande. Tutte le tribune sono dimensionate in modo da contenere almeno 400 spettatori e ciascun campo prevede la presenza di un’area riservata ai disabili, accessibile direttamente, senza dover superare differenze di livelli per mezzo di rampe o ascensori.

(7)

3.4 Normativa in vigore per il dimensionamento delle tribune

Per il dimensionamento delle tribune, il riferimento normativo è la norma UNI 9217-1988, che specifica le caratteristiche di qualsiasi tipo di tribuna, per impianti sportivi e ricreativi, al chiuso ed all'aperto. Tale norma definisce in termini numerici le prescrizioni riguardanti la capienza, ovvero il numero massimo di spettatori che possono occupare la tribuna, le dimensioni dei corrimani, delle corsie di smistamento (=percorso sulla tribuna destinato al passaggio degli spettatori in movimento), dei frangifolla (=barriera destinata ad impedire e/o limitari spostamenti eccessivamente rapidi della folla), dei gradoni e/o delle panchine e/o delle poltroncine destinate ad accogliere lo spettatore.

Caratteristiche geometriche delle tribune

Riassumendo le disposizioni normative, per tribune con posti a sedere su gradoni, si devono rispettare le seguenti prescrizioni:

• interasse trasversale tra due file successive: 60cm minimo;

• altezza tra piano di seduta e piano di calpestio: da 40cm a 60cm.

Per tribune con posti a sedere su poltroncine si prevedono: • interasse trasversale tra due file successive: 70cm minimo;

• altezza tra piano di seduta e piano di calpestio: compresa tra 40cm e 60cm;

• profondità del posto a sedere tale da lasciare libero un passaggio longitudinale di almeno 30cm;

• larghezza del piano di calpestio: 45cm minimo;

• gradini delle corsie trasversali: alzata massima di 25cm e pedata minima di 25cm; • altezza dei parapetti dal piano di calpestio: 100cm minimo;

• altezza dei parapetti dalla quota dei piani a sedere: 70cm minimo;

Per tribune aventi il primo gradone ad altezza dal suolo non maggiore di 60cm, non è necessario prevedere parapetti anteriori; gli elementi dei parapetti devono essere tali da non permettere il passaggio, con caduta, di una sfera avente diametro massimo di 15cm.

Tutte le prescrizioni appena richiamate sono state pienamente rispettate nella progettazione in esame, come è possibile constatare dalle successive Figure 11 e 12, che si

(8)

Figura 11: Pianta e sezione del gradone.

Figura 12: Vista del parapetto. Elementi sufficientemente ravvicinati da non permettere il passaggio di una sfera di raggio 15 cm.

3.5 La struttura delle tribune

Le aree che supportano l’attività sportiva trovano sede, come già detto, nello spazio sottostante le tribune. Per evidenziare la forte connessione che intercorre tra le due aree, si è scelto di far coincidere, dove possibile, anche le due soluzioni strutturali. Lo schema prevede un’intelaiatura spaziale in c.a. a sostegno dell’edificio costituita da una maglia regolare di travi e pilastri che si ripete con tamponatura tradizionale in muratura. La fila di pilastri esterni è invece in carpenteria metallica, come mostrato nella figura 13 seguente.

(9)

Figura 13: Disposizione in pianta dei pilastri dell’area di supporto all’attività sportiva.

3.6 La scelta dei materiali

Nella scelta dei materiali è stata determinante l’esigenza e la volontà di richiamare ed esaltare l’elemento principale del progetto; ecco quindi, che i pilastri a sostegno della struttura alla base sono elementi tubolari cavi di acciaio lasciati a vista in modo da alternarsi ritmicamente con i piloni, anche questi tubolari e dello stesso materiale, delle membrane tessili. Seguendo la stessa linea guida, la tamponatura è stata prevista bianca, intonacata, al fine di lasciare maggiormente in evidenza lo scheletro della struttura e richiamare al contempo il candore della stoffa della membrana. Si è creduto che l’utilizzo dei suddetti materiali contribuisse nella resa di un’architettura pulita, semplice, che non soverchi e che non contrasti con la peculiarità dell’elemento-copertura.

Per qualsiasi chiarimento in merito si rimanda alle tavole di progetto fornite in allegato.

3.7 L’illuminazione delle tensostrutture

In un progetto architettonico è importante definire anche la disposizione delle luci. Nonostante questa non sia la sede più appropriata per considerazioni di tipo illuminotecnico, si è previsto di dotare la tensostruttura di un impianto di illuminazione che renda possibile l’attività sportiva anche nelle ore serali, permettendo, al contempo, di godere più a lungo del fascino di questo elemento. A tale scopo, la struttura dovrebbe avere al suo interno un impianto che illumini la membrana, in modo che questa a sua volta possa distribuirla con maggiore uniformità, quasi a diventare essa stessa una sorta di lampada. Nella successiva Figura 14, si mostra qualitativamente quale potrebbe essere il risultato ottenibile, prendendo ad esempio la soluzione adottata da Hermann Tilke per il circuito di

(10)

Figura 14: Illuminazione delle tensostrutture del circuito di Shanghai

Una rappresentazione dell’effetto scenico ottenibile nel progetto in studio è riprodotta invece nella successiva Figura 15.

Figura

Figura 6: L’area di intervento.
Figura 7: Dimensioni di un campo da tennis
Figura 8: Pianta piano terra (suddivisione delle unità all’interno del modulo)
Figura 9: Pianta piano primo (locale tecnico) - Area pubblico.
+4

Riferimenti

Documenti correlati

Reach of traditional media and access to the Internet is at medium risk (63%) as a result of insufficient PSM coverage (<98%), the level of broadband penetration (<78%) and

The hydrogen propulsion technology is not yet mature and faces several problems of production, storage and distribution, but once these will be overcome,

Available Open Access on Cadmus, European University Institute Research Repository... European University

In questa sezione viene presentata la prevalenza delle in- fezioni croniche da Pseudomonas aeruginosa, Staphylococ- cus aureus, Burkholderia cepacia complex, Non-tubercu-

I nomi che spiccano maggiormente sulle pagine di «Periodo Ipotetico» sono, oltre a quello del direttore Pagliarani, quelli di Angelo Guglielmi e di Gianni Celati,

Le prospettive costruite a tavolino, seppur con grande impegno, abilità e ricerca, consentivano agli artisti di adottare punti di vista impossibili e campi visivi panoramici: si

Crocco, in particolare, appare ossessionato, dalla barriera termica al rientro nell’alta atmo- sfera, ma con l’avvicinarsi della guerra, come in URSS e in Germania, anche il

L’uomo potrebbe potenzialmente agire in qualsiasi modo voglia se le condizioni sociali e “politiche” lo permettessero: nel caso di Sartre la consapevolezza della propria