1 Nicoletta Servo e Cristina Feraut
Infermiere Pediatriche
2 LINEE GUIDA, PROTOCOLLI e PROCEDURE
UNIFORMITA’ DELLA GESTIONE E DELLA COMUNICAZIONE
Principio base :
CENTRALITA’ DEL PAZIENTE, rispetto ad un
processo di cura ed assistenza, che si realizza
su tutto il territorio.
3
Pediatra di base
Altri ospedali
Laboratori /servizi
Altri reparti
SOSPETTA DIAGNOSI
ACCOGLIENZA in REPARTO / DH
4
Accoglienza
comunicazione Norme igieniche Inserimento CVC
Rassicurazione
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DIAGNOSI
TERAPIA
DIMISSIONE
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FOLLOW UP
RICADUTA OFF THERAPY
TERAPIA
7
TCSE
FOLLOW UP
OFF THERAPY FASE TERMINALE
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Il cvc è una sonda di materiale bio- compatibile che attraverso una vena tributaria raggiunge la VCS e da qui l’atrio dx del cuore.
E’ un sistema sicuro ed efficace per la somministrazione di farmaci
irritanti o vescicanti (CT) e soluzioni nutrizionali iper-osmolari (NPT).
E’ indicato inoltre in tutti quei casi in cui sia richiesto un sicuro,
frequente e protratto accesso venoso
(emodialisi-terapia antalgica-terapia
di supporto).
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Tipo CVC
Short Term Medium Term Long Term
Utilizzo alcune settimane
Utilizzo 2-3 mesi
Utilizzo mesi o anni
Tipo CVC
Short Term Medium Term Long Term
Utilizzo alcune settimane
Utilizzo 2-3 mesi
Utilizzo mesi o
anni
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CVC
Short Term Medium Term Long Term
Poliuretano UTI/Chirurgia
Silicone Non tunnellizzati
PICC o Hohn
Silicone
Tunnellizzati
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CVC Long Term
Parzialmente impiantabili A punta aperta
Parzialmente impiantabili A punta chiusa
Totalmente impiantabili
Broviac Hickman
Leonard
Groshong Port a cath
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Succlavia Succlavia
Giugulare interna Giugulare interna
Basilica o Cefalica Basilica o Cefalica
Femorale Femorale
13
14
DISPOSITIVI PARZIALMENTE DISPOSITIVI PARZIALMENTE IMPIANTABILI valvolati e non IMPIANTABILI valvolati e non (Broviac,Hickman, Leonard e (Broviac,Hickman, Leonard e Groshong)
Groshong)
DISPOSITIVI TOTALMENTE DISPOSITIVI TOTALMENTE IMPIANTABILI valvolati e non
IMPIANTABILI valvolati e non (Port)
15
prodotti in silicone o in poliuretano di nuova generazione presentano biocompatibilità, elasticità, flessibilità, resistenza all’usura e minor trombogenicità.
CARATTERISTICHE:
un tragitto in parte esternoche va dal foro di uscita del catetere (emergenza cutanea), sulla superficie cutanea anteriore del torace, al punto di collegamento con il deflussore o tappino
un tragitto sottocutaneo (tunnellizzato), che va dal punto di emergenza cutanea al punto di ingresso nella vena di grosso calibro (giugulare o succlavia); questa porzione, dopo circa 2
cm dall’ingresso cutaneo è dotata di una cuffia di apposito materiale (dacron), necessaria per creare aderenze tra il sistema e il sottocute del paziente, così da stabilizzare il catetere;
alcuni cateteri possono essere dotati di cuffie supplementari con azione antisettica
un tragitto intravascolare, che va dal punto d’inserzione del catetere nella vena di grosso calibro fino alla punta del catetere, posizionata in atrio dx.
La tunnellizzazione ha un triplice scopo:
stabilizzare il catetere
proteggere da eventuali microrganismi che potrebbero entrare dal foro di uscita cutanea del sistema
far fuoriuscire il catetere in un punto comodo per la medicazione e la gestione
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NON VALVOLATO
VARIE DIMENSIONI
MONOLUNE
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NON VALVOLATO
VARIE DIMENSIONI
MONO O BILUME
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NON VALVOLATO
MAGGIORI DIMENSIONI
BILUME O TRILUME
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VALVOLATO
BANDA RADIOPACA
PUNTA ARROTONDATA E SMUSSA
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sono cateteri venosi centrali connessi ad un ‘reservoir’
posizionato in una tasca
sottocutanea. Constano di una
camera-serbatoio (reservoir) che
può essere costituita da materiali
vari (titanio, teflon), dotata di un
setto perforabile in silicone e
connessa con un catetere in
silicone o poliuretano.
21 Il sistema può essere semplice o
doppio: in quest’ultimo caso il catetere è bilume ed il port è costituito da due distinte camere serbatoio connesse separatamente ai due lumi del catetere.
Il reservoir può essere variabile per dimensioni, forma e altezza (port ‘low profile’, ‘standard profile’, high
profile’).
L’accesso al sistema avviene mediante puntura transcutanea del setto del reservoir utilizzando appositi aghi non carotanti (aghi gripper).
22
23
24
PUNTI DI IMPIANTO
ACCESSO VENOSO (succlavia o giugulare)
ACCESSO ARTERIOSO
ACCESSO PERITONEALE
ACCESSO SPINALE/EPIDURALE
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• ETA’ E COSTITUZIONE FISICA DEL PAZIENTE
• PATOLOGIA DI BASE
• TRATTAMENTO PREVISTO
• CONDIZIONI CLINICHE
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VANTAGGI SVANTAGGI
POSIZIONAMENTO PIU’
SEMPLICE
ACCESSO FACILE NON RICHIEDE MANOVRE CHE PROVOCANO DOLORE
INCIDENZA DI STRAVASI QUASI NULLA
UTILIZZABILI PER ESAMI CONTRASTOGRAFICI (tc, rmn)
MAGGIOR RISCHIO DI INFEZIONI
MANUTENZIONE FREQUENTE
RISCHIO DI DISLOCAMENTO
LIMITA ALCUNE ATTIVITA’
FISICHE
ESTETICAMENTE FASTIDIOSO
NON CONSENTE INFUSIONI MOLTO LENTE
CATETERE PARZIALMENTE IMPIANTABILE
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CATETERE TOTALMENTE IMPIANTABILE
VANTAGGI SVANTAGGI
MANUTENZIONE QUASI NULLA
NESSUNA LIMITAZIONE DI ATTIVITA’ (a parte attività comportanti eccessivo movimento rotatorio di braccia e spalle, come golf e nuoto)
ESTETICAMENTE ACCETTABILE
CONSENTE INFUSIONI MOLTO LENTE
MINOR RISCHIO DI INFEZIONI
POSIZIONAMENTO E
RIMOZIONE PIU’ COMPLESSI
ACCESSO DIFFICOLTOSO E TRAUMATICO
DANNI CRONICI ALLA CUTE
RICHIEDE L’USO DI AGHI SPECIALI
RISCHIO DI STRAVASO
NECESSITA DI RIMOZIONE IN CASO DI INFEZIONE
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In pediatria vi è scarsa tollerabilità verso i CVC PORT a causa delle
punture ripetute.
Sono meglio tollerati i CVC
tunnellizzati, i PICC ed i MIDLINE
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sistemi a pressione positiva:
Bionecteur plus (VYGON), CLC2000 (ICU)
Tappi clave connector
Tappi louer lock perforabili
Sistemi neutri:
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BUON
FUNZIONAMENTO DEL CVC
STAFF ESPERTO
NUCLEO FAMILIARE
COINVOLTO BAMBINO
COLLABORANTE
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- Medicazione
- Eparinizzazione/irrigazione
- Infusioni - Prelievi
- Sostituzione del tappino
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•• Linee guida Linee guida (Società Scientifiche) (Società Scientifiche)
•• Procedure Procedure (Aziende Ospedaliere) (Aziende Ospedaliere)
•• Istruzioni operative Istruzioni operative (Unità (Unità Operative)
Operative)
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MATERIALE OCCORRENTE
Guanti sterili
Guanti monouso non sterili
Camice monouso non sterile
Cuffia
Mascherina chirurgica
Telino sterile
Pacco Broviac sterile contenente: bacinella reniforme,telino, 6 bocconcini di garza, garze e garze pretagliate
Cerotto tipo Fixomull no stretch
Antisettico a base di Clorexidina 0,5% in soluzione alcoolica
Soluzione di Iodoforo
Soluzione fisiologica sterile in fiale da 10 ml
Arcella
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TECNICA DI ESECUZIONE
Controllare le condizioni igieniche
dell’ambiente (limitare i visitatori, chiudere le finestre e le porte della camera di degenza) prima di effettuare la medicazione
Indossare cuffia, mascherina e farla indossare, se necessario, anche a chi assiste da vicino il paziente
Procedere al lavaggio sociale delle mani
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Indossare i guanti monouso non sterili
36
Rimuovere la vecchia medicazione
37
38
Lasciare sulla sede l’ultima garza, dopo aver
ispezionato il sito di emergenza cutanea del
catetere per valutare lo SCORE CLINICO ED
IL TRATTAMENTO TERAPEUTICO
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Rimuovere i guanti
Praticare il lavaggio antisettico delle mani
Indossare se necessario il camice monouso (previa valutazione dello stato igienico della divisa)
Aprire la fiala di soluzione fisiologica
Aprire i flaconi di antisettico
40
Aprire il pacco broviac e la confezione dei
guanti sterili senza toccarne il contenuto
41
Preparare tutto il materiale occorrente
42
Indossare un guanto sterile sulla mano dominante e
suddividere il contenuto del pacco broviac
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Imbibire, utilizzando la mano priva di guanto,
tre batuffoli sterili di soluzione fisiologica (se la
fiala fosse di vetro interporre un foglio di garza
per raccogliere eventuali residui)
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tre batuffoli sterili di antisettico a base di iodoforo
alcune garze con pomata a base di iodoforo
45
alcune garze con la clorexidina
rimuovere l’ultima garza di copertura del punto di
emergenza cutanea
46
Indossare il 2° guanto sterile
Prendere il CVC con delle garze asciutte
sterili ed iniziare la medicazione
47
Pulire il sito di emergenza cutanea del catetere con i batuffoli imbibiti di soluzione fisiologica con movimento circolare, in senso orario,
allargandosi verso l’esterno
Ripetere l’operazione 3 volte cambiando ogni
volta il batuffolo
48
Praticare l’antisepsi del sito di emergenza cutanea del catetere con soluzione di iodoforo, con movimento circolare, in senso orario,
allargandosi verso l’esterno
Ripetere l’operazione 3 volte cambiando ogni
volta il batuffolo
49
Lasciare agire la soluzione di iodoforo per
almeno 2 minuti
50
Applicare la pomata di iodopovidone (secondo
indicazione del protocollo)
51
Applicare 2 garze sterili pretagliate, una al di
sotto e una al di sopra del CVC
52
Pulire la parte esterna del catetere, con garze
sterili imbevute di clorexidina, con movimenti
diretti dal foro di uscita all’estremità distale
facendo attenzione a non esercitare trazioni sul
catetere
53
Pulire la clamp e proseguire verso la parte
terminale del catetere
54
Una volta alla settimana sostituire il tappino di
chiusura del CVC rimuovendo il precedente,
55
disinfettando l’estremità del CVC e
riposizionandone uno nuovo
56
Rimuovere i guanti sterili
Tagliare i cerotti di chiusura della medicazione
57
Applicare i cerotti facendoli aderire per metà
sulla cute e per l’altra metà sulle garze
58
Disinfettare il tappino con garze imbevute di
soluzione di clorexidina
59
Infondere la soluzione eparinata nel catetere rispettando le modalità di asepsi nella
preparazione della soluzione e le caratteristiche
del sistema di chiusura
60
Durante l’infusione di soluzione eparinata, mantenere una pressione positiva clampando il morsetto durante l’infusione degli ultimi 0,5 ml di soluzione (per
evitare il reflusso di sangue nel cvc)
61
Applicare a libro delle garze pulite alla base
del CVC ed avvolgere questo a spirale
62
Chiudere i lembi delle garze e fermare il pacco
sulla cute con il cerotto fixomull
63
Utilizzare eventualmente una rete elastica che, avvolgendo il torace, mantiene il catetere in posizione
Registrare la data di medicazione sulla cartella
infermieristica
64
Il sito di emergenza cutanea del CVC deve
essere palpato quotidianamente attraverso la
medicazione per rilevare l’eventuale sensazione
di dolore da parte del paziente, l’insorgenza di
indurimento e gonfiore.
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score 0 score 1 score 2 score 3
Cute integra non segni di flogosi
Iperemia > 1cm con presenza +/- fibrina
Iperemia > 1cm <
2cm con presenza +/- fibrina
Iperemia,
secrezione, pus, con presenza +/- fibrina
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FREQUENZA MEDICAZIONE SITO EMERGENZA CUTANEA nella prima settimana di inserimento del
CVC
1°e 2°medicazione dopo 48 ore (a meno
che risulti bagnata, staccata, visibilmente
sporca)
67 FREQUENZA MEDICAZIONE
SITO EMERGENZA CUTANEA dalla seconda settimana di
inserimento del CVC
Eseguire la
medicazione 1 volta alla settimana(a meno che risulti bagnata, staccata, visibilmente sporca) a:
Pazienti che presentano il sito di emergenza cutanea integro, pulito e senza segni di flogosi
Eseguire la medicazione ogni 72 ore (a meno che risulti
bagnata, staccata, visibilmente sporca) a:
Pazienti che presentano un grado di infiammazione
moderata al sito di emergenza cutanea(iperemia < 2cm al punto di uscita del CVC; +/- fibrina
Pazienti oncoematologici in fase intensiva di trattamento chemioterapico
Pazienti neutropenici (pomata di iodopovidone)
Eseguire la medicazione ogni 24/48 ore(a meno che risulti bagnata, staccata, visibilmente sporca) a:
Pazienti che
presentano un grado di infiammazione importante al sito di emergenza cutanea (iperemia, secrezione con pus +/- fibrina)
68
Eparinizzazione/irrigazione
dopo prelievo dopo infusioni
come mantenimento
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CONCENTRAZIONE EPARINA
PESO DEL PAZIENTE PESO DEL PAZIENTE
PATOLOGIA DI BASE PATOLOGIA DI BASE
CONDIZIONI CLINICHE CONDIZIONI CLINICHE
70 L’eparina è disponibile in fiala pronta sterile monodose (EPSODILAVE) da 50 –
100 U/ml oppure in flacone commerciale in concentrazione di 5000 U/ml In linea generale e previa valutazione delle situazioni sopraindicate le concentrazioni delle soluzioni eparinate da infondere sono le seguenti con frequenza di 3 volte alla settimana:
- Dose standard 50 U/ml pari a 125 U in 2,5 ml, nei pazienti con peso inferiore a 10 kg e in tutti i pazienti non a rischio trombofilico
- Dose di 100 U/ml pari a 250 U in 2,5 ml, in tutti i pazienti considerati a maggior rischio trombofilico in particolare tutti i pazienti con LLA sino ad inizio
mantenimento, o in tutti i casi di malfunzionamento del CVC
71
La somministrazione dell’eparina può essere evitata, qualora il suo utilizzo non sia possibile per le condizioni cliniche del paziente (es. emofilici), utilizzando tappi che vengono direttamente raccordati con i dispositivi per infusione (siringhe,
deflussori) ai quali si può accedere molte
volte (CLC 2000) senza l’utilizzo dell’ago
72 TECNOLOGICAMENTE STUDIATI PER ELIMINARE IL FLUSSO
RETROGRADO
ALLA DECONNESSIONE SI REALIZZA UN AFFLUSSO DI LIQUIDO NEL SISTEMA
Dispositivi con Valvola a Press. Pos.
73 In linea generale e previa valutazione del paziente, le concentrazioni delle
soluzioni eparinate da infondere sono le seguenti:
- Dose standard 50 U/ml pari a 250 U in 5 ml, nei pazienti con peso inferiore a 10 kg e in tutti i pazienti non a rischio trombofilico
- Dose di 100 U/ml pari a 500 U in 5 ml, in tutti i pazienti considerati a maggior rischio trombofilico in particolare tutti i pazienti con LLA sino ad inizio mantenimento, o in tutti i casi di malfunzionamento del CVC
SE NON SI UTILIZZA IL CATETERE, ESEGUIRE
L’EPARINIZZAZIONE OGNI 4 SETTIMANE
74
Garze sterili
Guanti sterili
Camice monouso non sterile
Cuffia
Mascherina chirurgica
Visiera di protezione
Telino sterile
Siringhe sterili
Sistema vacutainer
Cerotto tipo Fixomull no stretch
Antisettico a base di Clorexidina 0,5% in soluzione alcoolica
Soluzione fisiologica sterile in fiale da 10 ml
Arcella
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PREPARAZIONE MATERIALE
Indossare la cuffia e la mascherina chirurgica
Praticare il lavaggio antisettico delle mani
Aprire le fiale di soluzione fisiologica
Aprire il flacone di antisettico
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Rimuovere il cerotto inferiore del pacco esterno di protezione del catetere
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Aprire il telino sterile per creare il campo
Aprire le confezioni del materiale e far cadere il contenuto (siringhe, aghi, garze, cappuccio se necessario) sul campo sterile senza toccarlo
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Indossare un guanto sterile: con la mano guantata manipolare esclusivamente il materiale sterile, con la mano non guantata manipolare il materiale non sterile (fiale, contenitore del disinfettante)
Aspirare la soluzione fisiologica nella siringa
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Impregnare alcune garze con l’antisettico (utilizzare sempre la mano non guantata per afferrare il flacone)
Indossare il 2° guanto sterile. In presenza di un CVC non valvolato, ad ogni operazione far aprire e chiudere la clamp da una seconda persona (in alternativa, preservarsi il guanto sterile utilizzando della garza sterile per manovrare la clamp)
80 N.B. Accertarsi che la clamp sia posizionata sul punto indicato dallo
stesso CVC, cioè sulla parte più spessa per evitare l’usura e la conseguente rottura del catetere
Manipolare sia il cappuccio (o l’estremità del deflussore) che il connettore del catetere con la garza sterile imbibita di disinfettante
81
Svitare il vecchio cappuccio ed eliminarlo o svitare il deflussore, che deve essere protetto da eventuali contaminazioni (inserire un ago sterile con cappuccio ed appoggiarlo sul piano sterile)
Connettere al catetere una siringa vuota
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Aspirare lentamente fino a 3 ml di sangue (in presenza di CVC valvolati aspettare alcuni secondi per dare tempo alla valvola di aprirsi e di permettere l’ingresso del sangue all’interno del catetere) che in caso di necessità possono essere utilizzati per l’esecuzione di esami colturali. Nel caso in cui si debbano effettuare le prove emogeniche o se in corso la NTP, effettuare un lavaggio con 20 ml di soluzione fisiologica ed aspirare nuovamente 2-3 ml di sangue che sarà eliminato
Disconnettere la siringa
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Connettere una siringa vuota da 10 ml o il sistema vacutainer
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Aspirare la quantità di sangue necessaria al test di laboratorio
Chiudere la clamp e disconnettere siringa o sistema vacutainer
85
Eseguire il lavaggio del catetere con 10 ml di soluzione fisiologica con la tecnica a pulsione (stop e vai)
Disconnettere la siringa
86
Pulire la parte interna del catetere con una garza sterile asciutta e arrotolata
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Pulire la connessione del catetere con una garza sterile imbevuta di antisettico, prestando attenzione a non far penetrare l’antisettico nel lume del catetere
Connettere un nuovo cappuccio o inserire la linea di infusione
Se necessario, eparinare: durante l’infusione di soluzione eparinata,
mantenere una pressione positiva clampando il morsetto durante l’infusione degli ultimi 0,5 ml di soluzione (per evitare il reflusso di sangue nel cvc)
88
Garze sterili
Guanti sterili
Cuffia
Mascherina chirurgica
Visiera di protezione
Telino sterile
Siringhe sterili
Sistema vacutainer
Cerotto tipo Fixomull no stretch
Antisettico a base di Clorexidina 0,5% in soluzione alcoolica
Antisettico a base di Iodio in soluzione acquosa
Soluzione fisiologica sterile in fiale da 10 ml
Arcella
Aghi Gripper della misura necessaria
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PREPARAZIONE MATERIALE
Indossare la cuffia e la mascherina chirurgica
Praticare il lavaggio antisettico delle mani
Predisporre sul piano di lavoro pulito un telino sterile monouso
Far cadere sopra il campo sterile le siringhe necessarie, le garze sterili 10 x 10 cm, gli aghi necessari, i guanti sterili
Aprire le fiale di soluzione fisiologica
Indossare sulla mano dominante un guanto sterile
Utilizzare la mano priva di guanto (considerata pulita) per prendere le fiale
Riempire l’ago con la soluzione fisiologica, raccordarvi poi una siringa vuota da 10 ml
Chiudere il pacchetto con all’interno tutto il materiale preparato
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TECNICA DI ESECUZIONE
Controllare le condizioni igieniche dell’ambiente (limitare i visitatori, chiudere le finestre e le porte della camera di degenza) prima di effettuare il prelievo
Praticare il lavaggio antisettico delle mani
Predisporre su una superficie pulita (carrello, vassoio ecc) il pacchetto preparato in precedenza
Aprire il flacone di antisettico
Aprire la fiala di soluzione fisiologica
Rimuovere (se precedentemente applicata) la medicazione in poliuretano ed eliminare con garza pulita e soluzione fisiologica la pomata EMLA
Indossare un guanto sterile sulla mano dominante e imbibire, utilizzando la mano priva di guanto, un pacchetto di garze sterili con soluzione fisiologica e l’altro pacchetto di garze con antisettico a base di iodoforo, (aver cura di
eliminare poi la prima garzina della soluzione fisiologica che può eventualmente aver raccolto frammenti di vetro)
91
TECNICA DI ESECUZIONE
Indossare il 2° guanto sterile
Pulire l’area cutanea al di sopra della membrana perforabile del port con le garze sterili imbevute di soluzione fisiologica partendo dal centro del setto della camera e spostandosi verso l’esterno con movimento circolare (ripetere l’operazione per tre volte cambiando la garza ogni volta)
Praticare l’antisepsi dell’area cutanea al di sopra della membrana perforabile del port con le garze sterili imbevute di iodoforo partendo dal centro del setto della camera e spostandosi verso l’esterno con movimento circolare (ripetere l’operazione per tre volte cambiando la garza ogni volta)
Attendere 2/3 minuti
Localizzare la camera mediante palpazione, e immobilizzarla tra pollice, indice e medio della mano non dominante, in modo da formare un triangolo al centro del quale si trova il setto perforabile
92
TECNICA DI ESECUZIONE
Inserire l’ago gripper nell’area identificata, penetrando attraverso la cute e il sottocute, nel setto della camera, con un’inclinazione di 90° rispetto al setto stesso e farlo avanzare lentamente fino a toccarne il fondo. Individuare il fondo della camera permette di constatare con esattezza di essere dentro il port. Una volta trapassato il setto, non inclinare o fare oscillare l’ago, in quanto può provocare danni al setto stesso. L’inserimento dell’ago dovrebbe sempre avvenire in un punto diverso rispetto al precedente
Aprire il morsetto
Aspirare per verificare il corretto posizionamento dell’ago
Aspirare, se il CVC è refluente , 3-5 ml di sangue (da scartare o da utilizzare eventualmente per emocoltura), successivamente se necessario effettuare un prelievo ematico utilizzando una siringa da 10 ml
93
TECNICA DI ESECUZIONE
Infondere dopo il prelievo 10 ml di soluzione fisiologica
Procedere all’eparinizzazione se il CVC non deve più essere utilizzato oppure al collegamento al deflussore della fleboclisi in caso di terapia infusionale
Fissare stabilmente l’ago alla cute in caso di infusione
Diversamente rimuovere delicatamente l’ago con una mano tenendo ferma la capsula con l’altra mano
Esercitare una pressione con una garza sterile imbibita di iodopovidone
Applicare un cerotto medicato
94 Il sito di inserzione del CVC deve essere palpato quotidianamente attraverso la
medicazione per rilevare l’eventuale sensazione di dolore da parte del paziente, l’insorgenza di indurimento e gonfiore.
In tal caso il sito deve essere visualizzato.
L’ago GRIPPER deve essere sostituito ogni 7 giorni, la zona di cute sovrastante il port deve essere lasciata libera dall’ago per qualche ore per favorirne la
rivascolarizzazione
Attenzione:
95
TUTTO CIO’ CHE VIENE CONNESSO AL CATETERE:
SIRINGHE( BOLI, LAVAGGI, PRELIEVI)
DEFLUSSORI(INFUSIONI A CADUTA O IN POMPA) PROLUNGHE(RAMPE INFUSIONALI, ESTENSIONI) SISTEMI ELASTOMERICI
RUBINETTI, FILTRI, SISTEMI NEEDLELESS
LE LINEE GUIDA (CDC ATLANTA, GAVECELT, INS…) SCONSIGLIANO I FILTRI E RACCOMANDANO L’UTILIZZO DI PROLUNGHE IN PUR CON DISPOSITIVI NEEDLELESS, TECNICHE DI ASEPSI E “NO TOUCH”
96
Cambiare le linee ogni 72 ore per infusioni di NPT (Ia)
Cambiare ogni 24 ore le linee usate per infusione di lipidi (Ib)
Cambiare i ‘needleless systems’ insieme alla linea di infusione (II)
Completare le infusioni di sacche con lipidi entro 24 ore (Ib)
Completare le infusioni di emoderivati entro
quattro ore (II)
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COMPLICANZE MECCANICHE
COMPLICANZE INFETTIVE
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COMPLICANZE PRECOCI:
COMPLICANZE PRECOCI:
2424--48 ore dopo l’ impianto48 ore dopo l’ impiantoEmatoma Ematoma
in sede di venipuntura in sede di venipuntura
tunnel tunnel
reservoir reservoir
Infezione Infezione
di tunnel di tunnel
di tasca di tasca
Dolore locale Dolore locale
Danno nervoso Danno nervoso
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COMPLICANZE TARDIVE COMPLICANZE TARDIVE
Infezione Infezione
precoci precoci (2%) entro 4 settimane in genere dovute a (2%) entro 4 settimane in genere dovute a problemi insorti nel posizionamento
problemi insorti nel posizionamento
tardive tardive spesso da cattiva gestione del cvc spesso da cattiva gestione del cvc
Ostruzione del sistema
Problemi meccanici
Trombosi venosa
100
OCCLUSIONE
Le occlusioni interne sono dovute generalmente a:
reflussi di sangue che determinano la deposizione di trombi
accumulo di fibrina (che aggregandosi forma una specie di manicotto che può comprimere il lume del CVC o formare un sacco attorno all’estremità distale del CVC) e pertanto determinare difficoltà alla
aspirazione
precipitazione di farmaci
101
TIPI DI OCCLUSIONE DEL SISTEMA
• PWO – ‘persistent withdrawal
occlusion’: difficoltà-impossibilità all’
aspirazione, senza problemi di infusione
• Subocclusione: difficoltà sia all’
infusione che all’ aspirazione
• Occlusione completa: impossibilità di
infondere e di aspirare
102
OCCLUSIONE
ATTENZIONE:
Nel caso in cui dovesse verificarsi un’occlusione del CVC, prima di eseguire qualsiasi intervento:
Assicurarsi che non ci siano torsioni, piegamenti o
“inginocchiamenti” del CVC.
Rimuovere i cerotti e distendere il catetere in tutta la sua lunghezza.
Far cambiare postura al paziente (alzare le braccia, ruotare il collo, togliere il cuscino…) per valutare la funzionalità del CVC.
Durante le manovre fare inspirare ed espirare profondamente il paziente.
Se tali manovre dovessero risultare vane, si può
pensare ad un’occlusione vera e propria.
103
OCCLUSIONE: trattamento
rispettare rigorose norme asepsi
riempire il catetere con soluzione di urokinasi (UK). Dose consigliata: fino ad un massimo di 25.000 U/ml (non superare 10.000 U/ml nel bambino con peso inferiore a 10 Kg). In caso di catetere bilume la dose è da suddividere
iniettare ed aspirare sino a quando si è riusciti a mescolare la soluzione appena composta con il liquido della linea: l’introduzione deve essere fatta molto lentamente
in caso di disostruzione improvvisa smettere
immediatamente di iniettare ed aspirare sino alla comparsa di sangue nella siringa
tenere in sede la soluzione introdotta nella linea (in caso di esito negativo), per un tempo che può variare da 15’ –1 h sino a un massimo di 12-24 ore
aspirare la soluzione prima di controllare la pervietà del catetere
eseguire in caso di malfunzionamento dopo 2 tentativi di disostruzione con UK endoluminale o dopo occlusione del catetere per una seconda volta gli esami strumentale (Eco Cardio o Eco Doppler) ed iniziare eventualmente il trattamento trombolitico sistemico
104
ROTTURA DEL CVC
Le cause più comuni di rottura del catetere sono:
• pressione eccessiva o impropria durante l’infusione,
• tagli accidentali con forbici o altri oggetti contundenti,
• punti di sutura non appropriati
• scorretto posizionamento della clamp di chiusura sul catetere
105
ROTTURA DEL CVC
Se la rottura avviene nel tratto “visibile”, clampare
immediatamente il catetere tra la rottura e torace e riparare utilizzando l’apposito kit fornito dalla ditta costruttrice del CVC seguendo strettamente le apposite indicazioni.
Se la rottura avviene invece dopo il punto d’inserzione, quindi nella parte “non visibile”, il paziente generalmente avverte improvviso“schiocco”, dolore e bruciore nella zona;
a volte invece il tutto può essere asintomatico e il paziente si accorge dell’edema della zona claveare.
Il CVC va rimosso o sostituito.
106
SFILAMENTO ACCIDENTALE DEL CVC
Le cause più comuni sono:
• problemi di cicatrizzazione del paziente
• trazioni accidentali
107
SFILAMENTO ACCIDENTALE DEL CVC
Se lo sfilamento avviene visibilmente, tamponare
immediatamente il punto di inserzione del CVC nel grosso vaso, disinfettare il foro di emergenza cutanea e applicare un cerotto medicato da sostituire ogni giorno per una
settimana.
Se lo sfilamento avviene invece in modo “asintomatico” e non può essere posizionato nel tempo, applicare, se
necessario, un cerotto medicato sul foro di emergenza.
In ogni caso controllare che il tratto tunnellizzato non
presenti segni di sanguinamento sottocutaneo: in tal caso
applicare una pomata che aiuti la risoluzione dell’ematoma.
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…Il CVC ha radicalmente migliorato la qualità di vita dei pazienti, nel bambino in particolare
ha favorito l’accettazione delle cure e dell’ospedalizzazione facilitandone
notevolmente la gestione
medico-infermieristica …
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