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CANTINA

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L e vinacce sono uno scarto dell’enologia già utilizzato per produrre biogas. Il pro- getto CaVin, ‘’Cavitazione delle vinacce per valorizza- zione ai fini energetici’’ - fi- nanziato dal PSR 2014-2020 dell’Emilia-Romagna, Misura 16.1.01 Gruppi operativi del partenariato eu- ropeo per la produttività e la sosteni- bilità dell’agricoltura - vuole sfruttare al meglio il loro potenziale energetico.

Del gruppo di lavoro, coordinato dal CRPA di Reggio Emilia (Centro Ricerche Produzioni Animali), fanno par­

te Cantine Riunite & Civ e l’Azienda Agricola Fontana, dotata di un impianto di biogas. Tra gli scopi dello stu­

Energia verde dalle vinacce:

il Progetto CaVin

NICOLA LABARTINO, MIRCO GARUTI, SERGIO PICCININI CRPA LAB (Centro Ricerche Produzioni Animali)

SILVIA TAGLIAVINI Università di Bologna, Facoltà di chimica Industriale

dio vi è quello di valutare l’invio delle vinacce vergini a impianti di biogas vicini alle cantine vitivinicole. Il sot­

toprodotto farebbe un tragitto breve rispetto al sito di produzione e sarebbe sfruttato energeticamente in mo­

do ottimale in quegli impianti dotati di pretrattamenti delle matrici.

La vinaccia è un substrato/sottoprodotto abbondante in Emilia Romagna, regione che produce una media di oltre 7 milioni di ettolitri di vino all’anno. Una delle maggio­

ri sfide degli attuali sistemi produttivi è legata alla ge­

stione delle risorse naturali e alla riduzione dell’impat­

to ambientale che possono avere gli scarti generati dal processo. Lo sfruttamento di energie di tipo rinnovabile, un ridotto consumo idrico e una limitata produzione di rifiuti sono obiettivi da perseguire in un processo pro­

duttivo sostenibile, non solo dal punto di vista tecnico

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ed economico, ma anche ambientale. La valorizzazione dei sottoprodotti ha un ruolo cruciale verso il passaggio a un modello produttivo di tipo circolare, in cui lo scar­

to di produzione diviene risorsa per l’ottenimento di al­

tro materiale o energia.

Valorizzazione energetica delle biomasse

La frazione organica di una biomassa è caratterizza­

ta da una componente degradabile, utile per la produ­

zione energetica, e una frazione non degradabile. Dalle biomasse si possono ottenere energia elettrica, energia termica e biocarburanti (biometano, bioidrogeno, bio­

etanolo…). La conversione si realizza mediante diver­

si meccanismi in base alla composizione chimico fisica della biomassa in esame. Generalmente per le biomasse secche, umidità al di sotto del 30% e alto tenore di car­

bonio, si utilizzano metodi termochimici (combustione diretta, pirolisi, gassificazione, carbonizzazione, estra­

zione di olii e produzione di biodiesel). Per le biomasse a maggior contenuto di acqua si tende a sfruttare pro­

cessi biochimici, quali la digestione anaerobica per la produzione di biogas, la digestione aerobica per la pro­

duzione di compost e la fermentazione alcolica per l’ot­

tenimento di bioetanolo.

Vi è una distinzione tra vinacce esauste, ovvero vinacce dealcolate, e vinacce ancora fresche, comprendenti gli zuccheri necessari per la formazione di alcol con fermen­

tazione in distilleria. La loro resa di produzione di bio­

gas è fortemente condizionata dalla loro natura chimico­

fisica, con presenza di lignina che impedisce una buona digeribilità della sostanza organica in esse contenuta.

Il processo di digestione anaerobica

Il processo che converte la sostanza organica biodegra­

dabile in biogas prende il nome di digestione anaerobi­

ca e avviene in assenza di ossigeno, grazie alla presenza di differenti microrganismi. La valorizzazione energeti­

ca del biogas avviene generalmente in cogeneratori, con produzione di energia termica ed elettrica. Il biogas può essere purificato a biometano per uso in autotrazione o per immissione in rete.

I pretrattamenti

La produzione di biogas da vinacce tal quali comporta, nel tempo, problemi di miscelazione nei digestori gene­

rando fenomeni di stratificazione, a causa dei graspi e

La vinaccia cavitata (a sinistra) a confronto con quella tal quale.

Un cavitatore idrodinamico presso un impianto di biogas e, a destra, il cavitatore mobile utilizzato per le prove del progetto CaVin.

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delle buccette che tendono a galleggiare, e di sedimen­

tazione, poiché i vinaccioli tendono ad accumularsi sul fondo del digestore.

Molti substrati fibrosi possono essere maggiormente at­

taccabili dalla flora batterica grazie a pretrattamenti che possono essere fisici, chimici, biologici o processi com­

binati. I pretrattamenti fisici vengono effettuati tramite taglio con coltelli, macinazione, triturazione, estrusione, cavitazione e altri sistemi combinati in grado di ridurre le dimensioni dei substrati. La cavitazione è sostanzial­

mente definita come la formazione, crescita e collasso di microbolle, che inducono, in fase liquida, alla gene­

razione di zone ad altissima densità energetica caratte­

rizzate da elevate temperature, pressioni e spostamenti di fluido. Questi fenomeni portano ad avere condizioni chimico fisiche estreme, inducendo la parziale destrut­

turazione della materia. La cavitazione risulta adatta al trattamento e rottura della struttura molecolare ri­

gida che costituisce la lignina, con l’evidente intento di rendere disponibile la sostanza organica al suo inter­

no. Tale trattamento già utilizzato in altri settori, risul­

ta innovativo applicato alle biomasse per favorire la di­

gestione anaerobica.

I primi test di digestione anaerobica in continuo di vi­

nacce vergini, cavitate e non, svolti presso CRPA Lab (dotato di un laboratorio per lo studio dei potenziali di produzione di biogas/biometano attraverso la digestio­

ne anaerobica), hanno avuto lo scopo di indagare le po­

tenzialità energetiche di questo sottoprodotto sottopo­

sto al pretrattamento.

Prove di digestione anaerobica in continuo

La prova di digestione anaerobica, sulla vinaccia vergine cavitata e non, è stata svolta in triplicato, in condizioni mesofile. La vinaccia, cavitata e non, è stata alimentata ai digestori assieme a una quantità nota di liquame bo­

vino, addizionato per facilitare la digestione della vinac­

cia, grazie alla flora batterica in esso presente. Il piano di controllo per la funzionalità del processo di digestio­

ne anaerobica e il calcolo delle rese specifiche in biogas prevedeva l’analisi quantitativa e qualitativa del biogas prodotto, la caratterizzazione qualitativa in termini di sostanza secca e sostanza organica del digestato scari­

cato, la determinazione dei principali parametri biochi­

mici per monitorare il processo.

Risultati

Per quanto riguarda le prove in continuo, si è monitorato l’andamento dei principali parametri operativi, come il COV (Carico Organico Volumetrico) e l’HRT (Tempo di Ritenzione Idraulica), dei parametri biochimici, il FOS/

TAC (rapporto tra acidità riportata come concentrazio­

ne di acido acetico e alcalinità come concentrazione di carbonati) e la quantità di AGV (Acidi Grassi Volatili), e infine dei parametri di processo, come il pH e gli ST (Solidi Totali).

Il COV, dopo essere stato portato a regime durante la seconda settimana, è stato man mano ridotto quando la miscelazione dei tre fermentatori alimentati con vinac­

cia tal quale è stata compromessa da fenomeni di sedi­

mentazione e stratificazione, passando da circa 4 kgSV/

m3*gg a circa 2 kgSV/m3*gg. L’andamento dei solidi to­

tali (ST) nei digestati estratti è risultato inferiore ai 100

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Andamento Carico Organico Volatile kg SV/m3* giorno

COV vinaccia non cavitata ''COV vinaccia cavitata''

30/04/18 10/05/18 20/05/18 30/05/18 09/06/18 19/06/18 29/06/18 09/07/18

Andamento FOS/TAC

FOS/TAC vinaccia non cavitata ''FOS/TAC vinaccia cavitata'' 0,00

0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0,30 0,35 Grafico 1

Grafico 2

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Andamento Produzione specifica Biometano Nm3CH4/tSV

Nm3CH4/tSV vinaccia non cavitata ''Nm3CH4/tSV vinaccia cavitata''

Analisi granulometrica

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

> 5 3,15 < D

<5 2 < D

<3,15 1 < D

< 2 0,5 < D

< 1 0,3 < D

< 0,5 0,3 < D

< 0,1 < 0,1

Percentuale dei Solidi Totali (%)

Diametro dei solidi (mm)

Vinaccia tal quale Vinaccia cavitata

g/kg di tal quale, sia per il campione di vinaccia non trat­

tata sia per quella cavitata. Questo dato è stato riconsi­

derato, una volta aperti i digestori a fine prova, dove si è potuto riscontrare una netta stratificazione del mate­

riale non cavitato con i vinaccioli depositati sul fondo e le buccette e i raspi rimasti in superficie.

Il rapporto FOS/TAC per le due tesi è risultato piena­

mente nell’intervallo di stabilità, ovvero intorno al va­

lore di 0,3.

Analizzando la produzione di Nm3CH4/t SV il risulta­

to porta ad una produzione specifica di 88,4 (± 8,1) Nm3CH4/tSV per la vinaccia non cavitata e di di 125,1 (± 12,3) Nm3CH4/tSV per la vinaccia cavitata. Si eviden­

zia un andamento simile, ma separato e parallelo tra le due tesi, a conferma della maggiore degradabilità del­

la vinaccia cavitata e quantificato in una maggiorazio­

ne del 44,3%.

L’effetto del pretrattamento di cavitazione idrodinami­

ca controllata è stato riscontrato anche a livello fisico attraverso analisi granulometrica, da cui è emersa una riduzione del diametro dei solidi in digestione. L’analisi permette di caratterizzare le matrici per quanto riguar­

da le dimensioni particellari delle componenti di cui so­

no fatte. Attraverso dei vibrosetacci, in ambiente umi­

do, la matrice viene separata per classi dimensionali. La distribuzione dimensionale nelle varie classi ha mostra­

to la differenza sostanziale del diametro delle vinacce non trattate rispetto a quelle cavitate, questo comporta una maggiore area superficiale attaccabile dai batteri.

Conclusioni

L’effetto ottenuto mediante l’utilizzo della cavitazione idrodinamica controllata sulla vinaccia è molteplice e significativo in diversi aspetti. L’aspetto produttivo è la prova tangibile del suo successo in quanto conferma una maggiore produzione di Nm3CH4/t SV accompagnata da un risparmio di materiale. L’uso di una biomassa di scar­

to pretrattata, con una maggiore digeribilità della so­

stanza organica grazie alla disgregazione della frazione lignocellulosica, permette sia un uso minore di matri­

ci derivanti da colture dedicate che un uso migliore del sottoprodotto stesso. Non meno importante è l’aspetto gestionale, con la mancanza di sedimentazione, accumu­

lo e stratificazione del materiale per quanto riguarda la vinaccia cavitata, che preserva l’impianto da una com­

promissione dell’equilibrio idraulico. La vinaccia cavita­

ta, essendo omogenea, ha consentito di avere una buona miscelazione per tutta la prova facendo ipotizzare i me­

desimi effetti positivi anche in un’applicazione su dige­

store in scala reale. È altrettanto vero che l’utilizzo della cavitazione idrodinamica controllata comporta un sur­

plus di consumi elettrici e di conseguenza una spesa ul­

teriore da dover sostenere. Quest’ultimo aspetto, di na­

tura economica, è da curare e da definire nell’ottica di un sistema sostenibile grazie al risparmio di materiale e al recupero di energia mediante incremento di produ­

zione, in tal modo si riesce a generare un processo il più possibile circolare, dove si ha guadagno nella massima valorizzazione energetica della biomassa prima di scar­

to, promuovendo un’attività che sia sostenibile a livello locale. Le vinacce vergini cavitate possono così essere sfruttate energeticamente soprattutto in quegli impian­

ti di digestione anaerobica vicini alle cantine. ■

Grafico 4 – Analisi granulometrica del campione di vinaccia tal quale e del campione di vinaccia sottoposta a cavitazione idrodinamica controllata Grafico 3

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