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Oltre 2500 richieste in 60 ore: i numeri dell’attività di un weekend di novembre in Continuità Assistenziale.

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Academic year: 2021

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Comunicato stampa

Oltre 2500 richieste in 60 ore: i numeri dell’attività di un weekend di novembre in Continuità Assistenziale.

Una provincia, quella di Padova, che coincide con il territorio dell’Aulss 6 Euganea e che offre assistenza a quasi un milione di cittadini residenti, sia adulti che in età pediatrica. A questo numero, si aggiungono tutti coloro che sono temporaneamente domiciliati nel territorio padovano o che si trovano qui per motivi di studio o lavoro ma con residenza e domicilio fuori dalla Regione e quindi senza un medico di Assistenza Primaria al quale potersi rivolgere durante la settimana.

Un weekend di autunno, durante una pandemia. Ventisei medici in servizio di notte, trentadue di giorno, complessivamente per un territorio che si estende da Piazzola sul Brenta a Montagnana.

Così, mentre le curve dei tamponi eseguiti e dei ricoveri ospedalieri salgono, crescono anche le curve degli accessi al Servizio di Continuità Assistenziale. Con il prezioso contributo dei 13 coordinatori delle singole sedi, che con l’occasione ringraziamo per la collaborazione che in questi mesi sta trovando sempre maggiore forza, sono stati raccolti i dati degli accessi di questo ultimo weekend, da venerdì 13 notte a lunedì 16 mattina. In totale le chiamate hanno superato quota 2500 e a questo numero vanno aggiunte le visite domiciliari e quelle ambulatoriali svolte nelle sedi che hanno avuto la possibilità, con il sostegno dei direttori di distretto dell’area, di riaprire gli ambulatori con accesso programmato dopo triage telefonico.

Gran parte di queste richieste sono comunque telefoniche e i quesiti ricorrenti riguardano l’emergenza Covid-19: dalla gestione di sintomi simil-influenzali, quali febbricola e tosse, a dubbi sulla necessità di eseguire tamponi rapidi in urgenza. Molte chiamate inoltre sono legate alla ricezione via SMS da parte della popolazione di esiti positivi di tamponi molecolari eseguiti nei giorni precedenti, alle quali il medico di Continuità Assistenziale, primo riferimento in questi momenti, risponde emanando i provvedimenti di isolamento, eseguendo il tracciamento dei contatti stretti, ma soprattutto comunicando al paziente tutti quei comportamenti di prevenzione da attuare a casa nei giorni successivi e dei sintomi di allarme per riconoscere precocemente un aggravamento del quadro. Non mancano poi le telefonate che hanno il solo ma fondamentale ruolo di gestire il panico di una popolazione che, comprensibilmente in un contesto di emergenza sanitaria, chiede risposta ai dubbi più vari.

Un lavoro che si aggiunge, ci teniamo a precisare, all’abituale presa in carico di quelle situazioni di acuzie e di cronicità riacutizzate che nulla hanno a che vedere con la pandemia in atto e che necessitano di una gestione non differibile e, ancor più oggi, nel territorio. Sono situazioni che per il presente sovraccarico ospedaliero si trovano con controlli periodici rinviati e che rischiano, in assenza di un attento monitoraggio, di trovarsi improvvisamente in una fase di complicanza avanzata. In modo analogo, capita che siano i pazienti stessi, per paura, spesso a rifiutare il ricovero in ambiente ospedaliero, anche quando necessario, e la gestione soprattutto degli aspetti comunicativi in queste situazioni richiede tempo e dedizione. Infine non possiamo non ricordare la gestione nel territorio dei

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pazienti in cure palliative che durante la notte e nei weekend sono totalmente in carico ai Servizi di Continuità Assistenziale, così come le case di riposo.

Ecco perché non accettiamo come FIMMG CA Padova inutili polemiche recentemente uscite sulla stampa su presunti invii inappropriati ai Servizi di Emergenza e Urgenza da parte dei Medici di Continuità Assistenziale così come dei Medici di Assistenza Primaria. L’ultimo dato che abbiamo raccolto è questo: su oltre 2500 contatti ricevuti in un weekend, le richieste per le quali è stato consigliato o direttamente attivato il Servizio di Emergenza e Urgenza sono poco più di 100, meno del 5%.

Ci auguriamo quindi che si ripristini al più presto un clima di collaborazione serena tra ospedale e territorio, senza perdere tempo a promuovere iniziative di sorveglianza speciale, alla ricerca di colpevoli in un sistema che presenta notevoli criticità ma anche importanti punti di forza. Ognuno continuando a fare il proprio dovere ed anche oltre, così come già avvenuto finora: sarà questa l’unica via di uscita da un’emergenza senza precedenti.

Per FIMMG Continuità Assistenziale Padova Mariateresa Gallea

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