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20 Anno 25 - Numero 153-0,80 Martedì 28 Giugno Marketing IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

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Gli esperti a confronto a Milano all’apertura della prima Class Digital Experience Week

Big data al servizio del futuro

Rasetti (Isi): dal clima alle risorse, così si trovano le soluzioni

DI ANDREA SECCHI

L

e grandi sfide dell’uomo si chiamano riscaldamento climatico, utilizzo delle risorse della Terra, salu- te e diffusione delle malattie.

Tutti ambiti in cui l’analisi e la comprensione dei dati a dispo- sizione sono fondamentali per garantire un futuro migliore o, nella peggiore delle ipotesi, anche solo un futuro a molti. Ci sono poi i grandi cambiamenti sociali come la Brexit o la mar- cia di Trump alle primarie Usa e anche in questi casi la mole di dati a disposizione può aiutare a capire di più su quanto sta accadendo. Sebbene, sostiene

Mario Rasetti, presidente dell’Isi Foundation (Institute for scientific interchange) con sedi a Torino e New York e auto- rità a livello mondiale nell’am- bito dei big data, a oggi sulla salute e sul clima i dati sono

«sicuramente uno strumento interessante per fare analisi e interventi» mentre nei sistemi complessi come quelli sociali, formati dalle persone che inte- ragiscono tra loro, le difficoltà di predizione sono maggiori.

Comunque la si metta, il futuro dell’uomo così come la sua vita quotidiana potranno dipendere da quello che si farà sfruttando i dati a disposizione.

Rasetti è stato uno degli ospiti che ieri hanno aperto la Class Digital Experience Week a Milano, la settimana dedicata al digitale organizzata da Class Editori (che partecipa al capitale di questo giornale).

«Una settimana che non è rivol- ta a chi conosce già il digitale»,

ha spiegato Paolo Panerai, vicepresidente e amministra- tore delegato della casa edi- trice, «ma realizzata con l’idea che queste conoscenze devono arrivare a tutti». Perciò duran- te la Class Digital Experience Week (realizzata con il patroci- nio dell’Agenzia per l’Italia di- gitale, Regione Lombardia, Co- mune e Camera di commercio di Milano) ci saranno mostre, eventi, conferenze e laboratori aperti a tutti (il programma su www.classdigitalweek.it).

All’incontro «Salute, eco- nomia, clima e sicurezza. Come usare gli algoritmi per miglio- rare la qualità della vita», oltre

a Rasetti hanno partecipato altri due studiosi che si occu- pano di big data, Alessandro Vespignani (Isi Foundation - Chair of the Science Board

& Notheastern University Bo- ston) e Ciro Cattuto (direc- tor of science Isi Foundation).

Il punto di partenza è la mole di dati che ciascuno di noi pro- duce ogni giorno: «Nel mondo 4,7 miliardi di persone hanno il cellulare», ha detto Rasetti, «si mandano 410 miliardi di email al giorno, 35 miliardi di sms e si postano su Facebook 700 milio- ni di foto». I dati prodotti ogni anno sono pari a 6 zettabyte, un numero inimmaginabile: in 1 zettabyte la Library of con- gress di Washington ci sta 4 milioni di volte.

E allora che si fa con tutti questi dati? Ci sono tre passi da compiere: estrarre infor- mazione, estrarre conoscenza

Dopo la fantastica vittoria di ieri contro la Spagna, il numero di selfi e pervenuto all’iniziativa «Il tuo Selfi e per Conte» ha registrato picchi di traffi co altissimi, tut- ti fan che hanno voluto così ringraziare il ct per aver come ha caricato e messo la squadra in campo. Ma non è fi nita qui:

vuoi partecipare anche tu? È facile, vai sul sito www.classdigitalweek.it, scatta un selfi e con il tuo smartphone, compila i

dati e invia la tua foto. Riceverai una mail che ti confermerà la partecipazione e ti permetterà di inviare il tuo selfi e, e suc- cessivamente anche l’indirizzo per vedere e stampare i ritratti composti da migliaia di selfi e inviati, elaborati da un software che comporrà un mosaico digitale.

Il tuo selfi e per Conte è una delle iniziative di Class Digital Experience Week (si vedano gli articoli in pagina e in quella accanto).

Il tuo Selfi e con Conte e anche quello dei tuoi amici

MILANO DAL 27 GIUGNOAL 3 LUGLIO

IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

P

ER UNA SETTIMANA POTRETE

SCOPRIRE ,

VEDERE ,

PROVARE

TUTTO IL DIGITALE

Marketing

Oggi Oggi

continua a pagina 21

www.classdigitalweek.it/selfi e

Da sinistra, Mario Rasetti, Alessandro Vespignani e Ciro Cattuto

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M A R K E T I N G

dall’informazione, trasformare cono- scenza in sapere.

«Ora, per esempio», ha aggiun- to Rasetti, «abbiamo una quantità sterminata di dati sul clima, utiliz- zandoli potremmo cercare di limitare l’aumento di temperatura a un grado anziché ai 4/5 gradi a cui sappiamo che si andrebbe incontro». Allo stesso modo i dati rivelano quanto tempo an- cora l’uomo potrà andare avanti con- sumando al ritmo attuale, prima che le risorse della terra si esauriscano.

I dati, però, non necessaria- mente sono sempre big. «Ci sono dati non giganteschi, ma nuovi», ha sottolineato Vespignani, «non pen- sabili fi no a pochi anni fa». I dati da soli, inoltre, non parlano del futuro: «I modelli sono la nostra sfera di cristal- lo». Modelli che da una parte danno comunque previsioni come quelle del tempo, non certezze, dall’altra sono sempre da migliorare. Così, nel caso della Brexit la lezione è che «non ba- sta il senso comune», ma che i sensori da monitorare sono tanti e diversi.

Vespignani è stato defi nito l’uomo delle pandemie proprio perché si è occupato di studiare e prevedere l’andamento di alcuni virus come

Ebola. I dati che utiliz- za per questo sono i più disparati: quelli della po- polazione così come degli spostamenti ricavati dal- le compagnie aeree, com- binati con le leggi sulla trasmissione degli agenti patogeni.

Cattuto ha parlato di

«uso laterale dei dati»:

come quando un’enciclo- pedia online consente di prevedere l’andamento dell’infl uenza, cosa che ac- cade analizzando le ricer- che dei sintomi da parte degli utenti di Wikipedia.

Attenzione però anche all’opacità che può sorge-

re con l’utilizzo di tanta complessità, come quando non si sa esattamente quali saranno le conseguenze dell’ac- cesso ai dati sul proprio stile di guida da parte di un’assicurazione.

Una delle aziende impegnate nella realizzazione di soluzioni che consentano di capire e interpretare meglio la realtà è Ibm. Ieri l’a.d. Ita- lia, Enrico Cereda, ha raccontato come l’azienda stia lavorando per

portare nella Penisola il suo sistema di cognitive computing Watson che consente di trarre valore dai dati non strutturati (audio, video, immagini e non solo testi e numeri). Il progetto prevede di utilizzarlo per un polo che farà da supporto al Sistema sanitario nazionale e per questo si sta parlan- do con il governo.

Da canto suo Eni negli anni ha com- piuto una trasformazione digitale che prosegue tutt’ora. «Il digitale aiuta a

cambiare la cultura di una azienda», ha sottolineato Roberto Ferrari, head of di- gital communications strategy & data analy- sis del gruppo. «Eni ha deciso di creare una unit per la comu- nicazione dedicata al digitale. L’intuizione è quella di distinguer- si in un mondo in cui le informazioni sono molte». Una sfi da che riguarda anche la p.a., come per il comune di Milano dove il cio Gui- do Albertini sta la- vorando per ridurre la complessità di un’organizzazione così ampia grazie alla tecnologia.

Tecnologie e cultura aziendale possono essere sviluppate anche a partire dai contributi esterni, «lavo- rando con start-up, data scientist», ha aggiunto Andrea Paliani, advisory service leader dell’area Med di Ernst

& Young, «per migliorare le cose in cui l’azienda non eccelle o già eccelle e trovare nuovi modelli di business».

© Riproduzione riservata

SEGUE DA PAGINA 20

Da sinistra, Paolo Panerai, Roberto Ferrari, Enrico Cereda, Andrea Paliani e il direttore di Class Cnbc Andrea Cabrini

Costantini (Vodafone) durante la Class Digital Experience Week: andare oltre la teoria

Digitale, lezioni pratiche per pmi

Eataly punta su negozi multicanale. Cozzi: concessionaria 2.0

DI MARCO A. CAPISANI

«S

ull’innovazione di- gitale si fa spesso molta teoria e poca pratica. Se però si parte da esperienze concrete, da fatti realmente accaduti e risultati raggiunti, allora le im- prese italiane sono pronte ad aprirsi al digitale, superando le iniziali barriere»: secondo Manlio Costantini, direttore enterprise di Vodafone Italia, troppa teoria e poca pratica è quindi il vero ostacolo che rallenta lo sviluppo digitale delle aziende tricolore, tema al centro della Class Digital Experience Week, la settima- na organizzata a Milano da Class Editori (che partecipa al capitale di questo giornale) tra conferenze dal taglio concreto, mostre ed eventi in calendario fino al 3 luglio. «L’innovazione si può dispiegare in ogni set- tore», ha spiegato ieri a Ita- liaOggi Costantini durante il convegno «Impulso digitale per la tua azienda. L’innovazione al centro di un business in antici- po sul futuro», in programma al Vodafone Theatre nella giorna- ta di apertura della Class Di- gital Experience Week. «Non è questione di comparti merce- ologici né di budget. Bensì di cultura, di aprirsi all’esterno, di essere consapevoli che se non ho tutte le competenze in azienda posso cercarle fuori, at- traverso partnership», sempre secondo il direttore enterprise di Vodafone Italia, operatore di telecomunicazioni che ha elaborato un test di autovalu- tazione per misurare l’indice di

digitalizzazione delle aziende, il Ready Business Index. Nel mondo del «software as a ser- vice», peraltro, è sempre più importante il meccanismo di pricing e success fee: quindi le infrastrutture le mette Voda- fone, mentre l’impresa paga in funzione dei risultati.

«Servono spazi fi sici per raccontare case history concrete», ha confermato Al- berto Baban, presidente Pic- cola Industria di Confi ndustria.

«Non serve un esperto di digi- tale in azienda, anche perché l’innovazione poggia sulla rior- ganizzazione dell’intera azien- da dove il digitale contamina tutto. Le pmi sono storicamen- te abituate a trasformarsi», ha sottolineato Baban che facen- do un riferimento all’attualità ha aggiunto: «La fi nanza sia un’acceleratore di questa tra- sformazione, non più solo una speculazione». Baban lancia anche un avvertimento: il digitale è fondamentale perché «i nuovi clienti delle nostre aziende saranno i millennials», i giovani di oggi cre- sciuti nell’epoca touch screen che «non sap- piamo ancora come si comporteranno da consumatori». Sottinte- so: meglio prepararsi per tempo.

I punti di forza del made in I t a l y s i a m p l i f i - cano poi

con il digitale, ha aggiunto Francesco Morace, presi- dente di Future Concept Lab:

il digitale «aumenta l’intensità dell’esperienza e delle emozioni dei consumatori». In aggiunta, col digitale le aziende italiane e soprattutto le pmi «possono

“think locally and act globally”

(pensare localmente e agire su scala globale, ndr)», ossia

«capire qual è la loro unicità e poi promuoverla nel mondo», cancellando in questo modo l’annoso punto dolente secondo cui le pmi non hanno le dimen- sioni suffi cienti per competere all’estero. «Le unicità italiane possono essere globali», ha ri- lanciato Morace. «Le pmi sanno fare. Oggi devono anche saper far sapere».

E 39% è il livello di Rea- dy Business Index, emerso col test tra gli imprenditori durante il convegno

«Impulso digita- le per la tua

a z i e n d a » . Secondo i

parametri dello stes- so indice, il dato signi- fica bassa conoscenza d e l l e p o - t e n z i a l i t à

del di-

gitale e della sua efficienza, bassa capacità di coinvolgere il cliente e grado molto basso di sicurezza in questi processi.

«Ma non è un problema», ha di- chiarato Costantini. «In tempi rapidi si può arrivare all’80%.

Il digitale offre ritorni imme- diati...». A proposito di case history che hanno saputo evi- denziare il loro dna, invece, al Vodafone Theatre si è spaziati dall’alimentare di Eataly alla concessionaria d’auto di Legna- no, passando per l’esperienza di Aurora Biofarma che, secondo il responsabile commercial ope- ration Domenico Ciccarelli,

«ha dotato di tablet la sua rete vendita d’informatori medici», fino a quella di Bindi Dessert che tra app e tablet non solo ha

«smaterializzato i propri cata- loghi» ma può ora «aggiornare in tempo reale le richieste» dei ristoratori, a giudizio del diret- tore organizzazione e sistemi informativi Paolo Barbara.

E senza dimenticare la testi- monianza di Flavio Beretta, responsabile regionale Medi- terraneo e Medio Oriente di Quant Italy che fornisce servi- zi di manutenzione industria- le e grazie al digitale adesso

«misura meglio prestazioni, efficienza e costi».

«Conquistare il mercato, creare frequenze di acqui- sto, ma senza perdere le ca- ratteristiche di Eataly», ha spiegato ieri Andrea Ca- salini, ceo di Eataly Net (www.eataly.net). «Questa è la nostra sfida. Vogliamo costruire negozi omni- channel, fisici e virtuali

non importa, ma con cui pro- filare il cliente, riconoscerlo, andargli incontro». Ossia coin- volgerlo col servizio di spesa online e poi consegnargliela in negozio, dopo magari che

«ha cenato in un nostro risto- rante o ha preso l’aperitivo da Eataly», ha concluso Casalini.

Le previsioni sono di avviare il progetto prima a Milano, entro la fine del 2016, e poi dedicarsi agli altri punti vendita, estero compreso. Il digitale? «È una corsa veloce», ha sintetizzato il manager.

Ricevere un avviso digi- tale poco prima che scada il tagliando dell’auto, un alert quando va fatta la revisione ma anche un museo a Legnano con 50 auto d’epoca che hanno fatto boom sui social. «Tanto da di- ventare la terza attrazione tu- ristica della città, prima ancora della Basilica cittadina, e gene- rando un po’ d’invidia benevola da parte del monsignore», ha raccontato Elisabetta Cozzi della concessionaria Fratelli Cozzi (www.fratellicozzi.it), a margine del convegno. Insom- ma, un’azienda tradizionale per antonomasia che «col digi- tale si è reinventata superan- do i confini locali perché, specie sui social network, ha iniziato a raccontare la sua lunga sto- ria». Sui social Cozzi pubblica tutti i commenti, anche quelli negativi ma «a tutti rispondia- mo subito e così, anche in caso di errori, i clienti ci riconoscono l’impegno», ha proseguito l’im- prenditrice. «Alla fine restano e creano una relazione con noi».

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Manlio Costantini

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22 M A R K E T I N G

Cermes Bocconi: senior in crescita nella popolazione e sempre più attivi e curiosi

Gli over 65 tesoro per i marchi

Tecnologia e benessere, ma solo prodotti utili e semplici

DI IRENE GREGUOLI VENINI

I

consumatori senior diven- tano un pubblico sempre più strategico per le azien- de: oggi le persone con più di 65 anni rappresentano il 21% della popolazione italia- na, e saranno sempre di più.

Ma soprattutto sono una fascia molto interessante per i marchi perché hanno un reddito netta- mente più stabile dei giovani, sebbene leggermente più bas- so di chi ha meno di 35 anni;

inoltre 6,6 milioni frequenta- no regolarmente i ristoranti, 6 milioni vanno al cinema, al teatro e nei musei e 3,1 milioni viaggiano all’estero. E hanno un rapporto con la tecnologia evoluto, anche se occorre tene- re presente che usano poco i di- spositivi mobili e che acquista- no prodotti hi-tech sulla base dell’utilità, della facilità d’uso e della propria rete sociale di riferimento.

Secondo Enrico Valdani, direttore del Cermes (Centro di ricerca marketing e servi- zi dell’Università Bocconi), il mondo dei consumatori al di

sopra dei 65 anni è composto sempre più da una fascia di persone che invecchiano in modo attivo, che signifi ca che spesso «svolgono attività retri- buite dopo il pensionamento e sostengono economicamente le famiglie. Sono individui in stato psicologico e fi sico buono e sono autonomi, in molti casi fanno esercizio fi sico, sono at- tenti ai prodotti biologici, orga- nizzano e partecipano a viaggi, hanno una rete sociale estesa e si relazionano positivamente con i giovani».

Si tratta di un segmento che diventerà più importante per le imprese, se si considera an-

che che le coppie con almeno un componente over 65 spen- dono in consumi 1.200 euro l’anno in più rispetto alle cop- pie con almeno un componente tra i 18 e i 34 anni e che, tra il 2009 e il 2014, gli anziani che vivono da soli hanno aumen- tato la spesa del 4,7%, mentre i millennial single l’hanno ri- dotta del 12,4%.

«Oggi la maggior parte delle imprese sono concentrate sul pubblico tra i 25 e 55 anni: nel futuro i senior diventeranno il gruppo più signifi cativo per l’estesa longevità del loro ciclo di vita di clienti e consumato- ri, con redditi apprezzabili ma

con bisogni che cambieranno nel tempo», osserva Valdani.

Si tratta comunque di un uni- verso «fortemente eterogeneo», sottolinea Luca Buccoliero, autore di alcune ricerche che riguardano i rapporti di questa parte della popolazione con la tecnologia, svolte nell’ambito dell’Active Ageing & Silver Marketing Lab lanciato dal Cermes. «Dai nostri studi ri- sulta che la prima tecnologia di riferimento è internet, usato dal 52%, di cui il 20% dichiara di essere sempre connesso, con uno scarso uso del mobile: un 33,3% del campione naviga con un computer fi sso, un 28,6% lo

fa con un computer portatile, mentre solo il 3,8% con uno smartphone».

Le attività su internet degli over 65 «sono evolute: ricerca delle informazioni, mandare e ricevere email, servizi ban- cari, condivisione delle foto», continua Buccoliero. «Il 61,8%

conosce i social network, con un reale uso di questi ultimi che si limita, però, a Face- book e Twitter. Per quanto riguarda le tecnologie utiliz- zate un’area interessante per questo pubblico è il mondo dell’elettronica di consumo, le tecnologie di automazione e sicurezza per la casa, e i di- spositivi per il benessere».

Per proporre prodotti tec- nologici e servizi innovativi, occorre però tenere presente, secondo il ricercatore, del fatto che «il processo di acquisto da parte di questo target è più ra- zionale, quindi basato sull’uti- lità percepita e la facilità d’uso, e meno emozionale; inoltre c’è una maggiore necessità di es- sere motivati da una rete so- ciale di riferimento».

© Riproduzione riservata

Aziende che hanno riscosso il massimo successo nel mondo, che hanno superato la crisi economica mondia- le meglio di altre, dimostrando di essere molto attive e per niente provinciali. Le racconta nel suo libro Family Business Model Markus Weishaupt, consulente azienda- le ed esperto di imprese familiari, che ha decodifi cato il Dna delle aziende familiari di successo. Queste vivono un modello di business «radicalmente diverso» e Weishaupt ha elaborato le dieci caratteristiche principali di quelle migliori: un processo decisionale veloce e lo sviluppo di strategie lungimiranti, l’indipendenza, in particolare l’au- tonomia dalle banche, come anche un focus coerente sulle proprie competenze chiave. Non di rado quindi queste imprese familiari sono leader mondiali nel loro settore.

Weishaupt descrive in modo dettagliato su quali basi si fonda il successo a lungo termine delle imprese familiari e fornisce gli strumenti applicabili nella pratica per tutti gli imprenditori che vogliono seguire l’esempio.

Family Business Model

I segreti di chi ha successo

Il nuovo contatore elettronico di Enel.

Enel ha presentato alla Triennale di Milano Enel Open Meter, il nuo- vo contatore 2.0. Il nuovo contatore verrà instal- lato in 32 milioni di case e aziende, a partire dall’autunno prossimo e sostituirà il contato- re elettronico di prima generazione, subentrato a partire dal 2001 a quello elettromeccanico.

Enel Open Meter è sta- to presentato da Livio Gallo, direttore divisione globale infrastrutture e reti Enel e da Michele De Lucchi, uno dei più affermati architetti e de- signer in Italia, ideatore, 15 anni fa, del primo con- tatore elettronico di Enel e oggi anche di quello di seconda generazione.

Gruppo Batani select hotels, arriva Marino.

Si tratta della mascotte che d’ora in avanti ca- ratterizzerà l’immagine degli alberghi Family Feeling, dove non sol- tanto è garantita la qualità dei servizi e delle proposte agli adulti ma anche ai giovani clienti con menù studiati ad hoc per loro da nutri- zionisti e caratterizzato dall’utilizzo di frutta e verdura a chilometro zero, provenienti dalla Fattoria Batani.

BREVI

DI GIANFRANCO FERRONI

La nuova generazione di fotografi usa macchine Leica.

E per venire incontro anche al pubblico giovane, nella capitale è stato inaugurato Leica Store Roma, a due pas- si da piazza di Spagna, aggiungendosi ai punti vendita di Torino, Bologna, Milano, Firenze e Roma e alle Leica Boutique presenti in altre sette città italiane, rafforzan- do così la presenza sul territorio nazionale e ampliando il progetto di distribuzione intrapreso da alcuni anni da Leica Camera AG: una rete attuale composta da 65 store, oltre 100 boutique e dal circuito delle Leica Galerie in tutto il mondo. Per il managing director di Leica Camera Italia, Renato Rappaini, «l’apertura in una piazza così im- portante come Roma sottolinea ancora una volta il valore che la nostra azienda riconosce al pubblico e al mercato italiano. Piazza di Spagna rappresenterà il nuovo polo ca- pitolino della fotografi a offrendo la possibilità di scoprire e provare qualità e tecnologia dei prodotti Leica».

Leica apre a Roma il suo nuovo store

LA VIGNETTA DEL GIORNO

Indice Chiusura Var. % Var. % 30/12/15 FTSE IT ALL SHARE 16.619,42 -4,07 -28,47 FTSE IT MEDIA 10.902,06 -5,55 -19,23

L’editoria in Piazza Affari

Titolo Rif. Var. Var. % Capitaliz.

% 30/12/15 (mln €) Cairo Communication 4,0000 -5,93 -12,47 313,4

Caltagirone Editore 0,7395 -9,82 -26,05 92,4 Class Editori 0,3400 -5,29 -51,08 32,1 Espresso 0,7000 -4,76 -30,83 288,4 Il Sole 24 Ore 0,4527 -8,84 -29,81 19,6

Italiaonline 1,9330 -10,18 -37,65 221,8

Mediaset 3,0320 -6,77 -20,88 3.581,5

Mondadori 0,9130 -5,39 -12,13 238,7

Monrif 0,1640 - -37,90 24,6

Poligrafi ci Editoriale 0,1679 5,27 -33,87 22,2 Rcs Mediagroup 0,8000 4,99 28,93 417,5

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M E D I A

Nomine al vertice della holding della famiglia Berlusconi. Cannatelli vicepresidente

Fininvest, Pellegrino nuovo a.d.

La società torna a distribuire dividendi dopo 5 anni

DI MARCO LIVI

D

anilo Pellegrino è il nuovo ammini- stratore delegato di Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi che conta tra i suoi asset le partecipazioni di controllo di Mediaset, Mondadori, Medio- lanum e Milan. La nomina di Pellegrino, che prende il posto di Pasquale Cannatelli che dopo 13 anni lascia la carica di amministratore delegato per assumere quella di vice- presidente, è stata una scel- ta di continuità. Milanese, 59 anni, Pellegrino ha ricoperto infatti per 13 anni la carica di direttore generale di Finin- vest ed è da sempre uno dei più stretti collaboratori della presidente Marina Berlu- sconi. Da 28 anni in Finin- vest (proveniva dalla Magne- ti Marelli del Gruppo Fiat dov’era arrivato alla carica di responsabile del controllo di gestione), il manager nel 1999 è stato nominato diret- tore amministrazione, piani- ficazione e controllo e quattro

anni dopo direttore generale.

Dal 2012 fa parte del cda di Fininvest e dal 2013 di quello della Mondadori. Negli ultimi mesi, in particolare, ha segui- to da vicino le trattative per la cessione di una quota del Milan. Il 68enne Cannatel- li, nel gruppo dal ’97 dopo esperienze in Farmitalia e Alitalia, grazie alla lunga

esperienza professionale e alla conoscenza del gruppo continuerà a fornire un sup- porto strategico per le scelte della holding.

Le nomine sono state decise dal consiglio d’amministra- zione confermato in blocco dall’assemblea degli azioni- sti di Fininvest che ha anche deliberato di portare da 9 a

10 il numero dei componenti del cda facendone entrare a far parte Bruno Ermolli, già consigliere della società dal 2005 al 2012.

Fininvest torna al divi- dendo dopo 5 anni. A fronte di un utile netto della capo- gruppo Fininvest Spa di 221,4 milioni di euro, l’assemblea degli azionisti ha deciso una distribuzione di un dividendo pari a 0,45 euro ad azione, per un importo complessivo di cir- ca 91,6 milioni. La rimanente differenza (circa 130 milioni) è stata invece rinviata a nuo- vo (riserve). Fininvest non di- stribuiva dividendi da cinque anni consecutivi. A fi ne 2015, infatti, erano state distribuite riserve agli azionisti per circa 90 milioni. Non si trattava di dividendi di esercizio ma di riserve, utili realizzati negli anni precedenti e tenuti in cassa. La distribuzione dello scorso anno è stata effettuata comunque, spiega la società,

«a fronte di una posizione finanziaria solida e senza alcun ulteriore impegno per

l’azienda».

Il gruppo ha chiuso il 2015 con un risultato netto conso- lidato in sostanziale pareggio (-0,1 milioni) rispetto all’utile di 9,9 milioni del 2014. Il dato risente di oneri non ricorrenti pari a 17,6 milioni derivan- ti dalla rideterminazione, in Italia, delle attività fiscali differite, a seguito della ri- duzione dell’aliquota Ires dal 27,5% al 24% a decorrere dal 1° gennaio 2017, introdotta dalla legge di stabilità del 2016. In aumento dell’1% i ricavi a 4,737 miliardi così come il margine operativo lordo a 1,4 miliardi (+1,9%).

La posizione fi nanziaria net- ta del gruppo Fininvest al 31 dicembre 2015 presenta un indebitamento di 789,1 milioni rispetto ai 1.055,9 milioni dell’anno precedente.

Un risultato ottenuto anche grazie alla generazione di cassa ordinaria, con un free cash fl ow pari a 209 milioni. Il patrimonio netto consolidato risulta in crescita a 4.998,9 milioni.

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Rcs corre in Borsa e si allinea al prezzo di rilancio di Bonomi. Rcs sugli scudi ieri a Piazza Affari, in decisa contro- tendenza rispetto alla chiusura in profondo rosso dei mercati. L’effetto della Brexit non si è fatto sentire sul titolo del gruppo edi- toriale che ha chiuso con un rialzo del 4,99% a 0,8 euro, allineandosi così al rilancio della cordata ca- pitata da Andrea Bonomi che venerdì ha messo sul piatto proprio 0,80 euro cash rispetto ai 0,70 euro della prima offerta. In for- te fl essione invece il titolo Cairo Communication (-5,93% a 4 euro): il merca- to si attende a questo punto un ulteriore rilancio da parte dell’editore di La7 visto che ai valori odierni la sua ops, che scambia 0,16 titoli Cairo per ogni azione Rcs, valorizza il gruppo del Corriere solo 0,64 euro. Cairo ha tempo fi no alla mezzanotte del primo luglio per migliora- re ulteriormente la propria offerta.

Viganò: in futuro porta- le unico di informazio- ni per i media vaticani.

«L’attenzione al contesto digitale è quella che ci fa assumere come prospet- tiva quella che io chiamo

“user fi rst”: cioè cercare di smetterla di guardarci l’ombelico, nella certezza

che gli altri ci ascoltino e ci guardino». Lo ha spiegato monsignor Dario Viganò, prefetto della Segreteria vaticana delle comuni- cazioni, in un’intervista realizzata da Radio vati- cana a un anno esatto dal motu proprio con il quale il Papa istituiva il nuovo dicastero incaricato di razionalizzare il settore dei mass media vaticani.

Il progetto del portale unico dei media vaticani sarà come un iceberg, dice Viganò: «Noi vedremo una punta, ma è importante tutto ciò che sta sotto. E quindi sarà un portale che avrà video, podcast, immagini, notizie scritte, possibilità di ascoltare live la radio».

Il Corriere rende omag- gio a Leonardo Scia- scia. A partire da venerdì 1° luglio il Corriere della Sera proporrà ai suoi lettori i libri di Leonardo Sciascia. Giornalista, sag- gista e narratore, Sciascia ha raccontato la mafi a in romanzi gialli dalle trame avvincenti e dallo stile limpido e asciutto, dando col suo impegno civile un contributo fondamentale alla cultura del paese. La collana raccoglie in una nuova edizione 25 titoli.

La prima uscita, venerdì 1° luglio, è il titolo più famoso, Il giorno della civetta.

CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA

DI GIANFRANCO FERRONI Milano capitale, per la presentazione dei palinsesti Rai, con l’appuntamento in pro- gramma oggi al conservatorio Giuseppe Verdi. Ma a Viale Mazzini dicono che quella romana, la settimana prossima, sarà all’in- segna del «glamour». Un incontro, quello nella capitale, che permetterà a Walter Veltroni di tornare protagonista: stavolta, come autore televisivo di una trasmissione che mischierà varietà e attualità.

* **

Scintille tra Paolo Mieli e Lilli Gruber, in quel di Spoleto. Nella sala dei Vescovi del Museo Diocesano della cittadina umbra, il format di Hdrà ha fatto uscire allo scoperto i caratteri dei due protagonisti del piccolo schermo: formidabili le barricate issate da Gruber, quando Mieli voleva chiedere a Lil- li qualcosa di più sulla sua vita privata e su quella professionale vissuta nella Rai.

Tanto da far terminare l’incontro con un congruo anticipo rispetto alle previsioni.

* * *

Simona Ercolani e Francesco Ne- spega puntano sui brand. Partendo da Stand By Me, la loro società di produzio- ne televisiva e multimediale forte di un know-how per la realizzazione di tutti i generi televisivi (dal factual al docureali- ty, dall’infotainment al talk show), da ieri è stato dato il via a Stand By Me Comu- nicazione, che «metterà a disposizione un servizio diretto, accurato e altamente pro- fessionale al mondo delle aziende, delle istituzioni e della politica, con l’obiettivo di comunicare a 360 gradi i temi e i valori dei loro brand», come dicono Ercolani e

Nespega.

Cielo accoglie Paola Marella. Dal 4 lu- glio ogni giorno su Cielo saranno in onda I consigli di Paola: brevi video tutorial nei quali Marella (di professione agen- te immobiliare) suggerirà come rendere accogliente una casa, offrendo idee per arredare con i fiori o i colori, fino ai consi- gli più tecnici per affrontare al meglio un trasloco o le pratiche per la ristruttura- zione della casa. Per il senior director de- gli Sky Terrestrial Channels Tv8 e Cielo, Antonella d’Errico, Marella «con il suo stile inimitabile e la sua autorevolezza nel campo del design e delle proprietà immobiliari è perfettamente in linea con la programmazione della giornata di Cie- lo. Posso fin da ora annunciare che dal prossimo autunno ci sarà spazio per nuo- ve produzioni originali che la vedranno protagonista».

* * *

Sarà il presidente della Rai Monica Maggioni a inaugurare il 30 giugno, a Roma, presso il Centro Congressi An- gelicum della Pontificia Università San Tommaso D’Aquino, il Festival del Lavoro 2016, dedicato a «La fatica nelle mani».

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Una strada romana tutta per un perso- naggio del piccolo schermo: è andata in scena a Roma, con l’Associazione Inter- nazionale via Margutta, una festa per Dario Salvatori, in una serata che ha permesso di ricordare i fasti della televi- sione di una volta. Dove l’amarcord era permesso anche dalla presenza spirituale di uno storico abitante della via, lo scom- parso Federico Fellini.

ferroni.tv@gmail.com

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TELEKOMMANDO

Palinsesti Rai, Milano capitale

Danilo Pellegrino

(5)

M E D I A

I risultati 2015 della casa editrice guidata da Grandi. La Cucina Italiana vale 4,3 milioni

Condé Nast Italia, utile di 2,3 mln

Fatturato a quota 141,7 mln, il 78% dalla pubblicità

Pagina a cura

DI CLAUDIO PLAZZOTTA

C

ondé Nast Italia

chiude un bilancio 2015 piuttosto buo- no, con un margine operativo lordo in crescita a quota 12 milioni di euro (+33% sul 2014) e pari all’8%

del fatturato (141,7 mln); un risultato operativo a 10,3 milioni (+35% sul 2014); e utili per 2,3 mln, in calo ri- spetto ai 4 mln del 2014 solo a causa degli oneri straor- dinari per 6,3 milioni legati alle incentivazioni all’esodo di giornalisti e impiegati.

E in effetti il management della casa editrice guidata da Giampaolo Grandi, in questi anni, ha battuto mol- to sul contenimento dei costi e le riduzioni del personale:

nel 2015 sono usciti 31 gior- nalisti (al 31 dicembre erano complessivamente 139) e 26 impiegati (ora a quota 233), e dal gennaio 2016 sono ini- ziati contratti di solidarietà di durata biennale con tagli del 10% dei compensi. No-

nostante il miglioramento della marginalità, l’azien- da fa comunque sapere che

«continuerà a difendere la sua redditività con inter- venti strutturali e azioni di contenimento dei costi».

Tuttavia le fonti principali di ri- cavi della casa e d i t r i c e ( 7 8 % pubblicità, 11%

eventi e comu- nicazione e altri ricavi, 11% ven- dita copie) non destano molte preoccupazioni:

la raccolta pubbli- citaria, pari com- plessivamente a 111 milioni di euro

nel 2015, è stabile (-0,4%) a parità di perimetro; i ricavi da consulenze in comunica- zione e organizzazione eventi

esplodono con un +44% a quota 14,6 milioni di euro, e ormai pesano quasi come i ricavi da vendita copie ( 1 5 , 9 m l n ) , in calo inve- ce del 18,7%

a perimetro omogeneo.

E non si può neppure dire che gli azioni- sti in questi anni siano ri- masti a bocca asciutta: nel 2014 sono sta- ti distribuiti 7,1 milioni di euro di divi- dendi, e nel 2015 un milio- ne di euro.

Condé Nast Italia pubblica un settimanale (Vanity Fair), cinque mensili, altri sei pe- riodici e sei siti internet.

E dal digitale ha incassato 16,5 mln di euro di pubbli- cità (+19,6% sul 2014), ri- spetto ai 94,5 mln raccolti

invece sulla stampa (-6%).

Nel corso del 2015 ha infi ne perfezionato l’acquisto del 20% marginale de La Cu- cina italiana srl, spenden- do 1,7 milioni, e di cui ora controlla il 100% (iscritto a bilancio per 8.974.000 euro).

L’operazione culinaria, fi no- ra, non ha però dato molte soddisfazioni in Condé Nast:

perfezionata nell’autunno del 2013, con l’acquisto dell’80%, La Cucina Italiana srl ha chiuso l’esercizio 2014 con perdite per 745 mila euro, e quello 2015 in rosso per 445 mila euro. Sul fronte ricavi, il brand La Cucina Italiana nel 2015 vale 4,3 milioni di euro, di cui due milioni dalla ven- dita copie (stabile sul 2014), 1,5 mln di raccolta pubblici- taria (+40%), 538 mila euro dai corsi (+11,4%) e 245 mila euro dagli eventi (+24%).

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La società She wants srl, ovvero quella che sta die- tro al fenomeno social de Il Milanese imbruttito, si occupa di consulenza aziendale, marketing, organiz- zazione eventi, realizzazione di siti web. La pagina Facebook ha superato i 980 mila like, il blog ha una caporedattrice e una ricca squadra di collaboratori (ci sono articoli simpatici e un po’ di branded content), e il combinato disposto dei mezzi produce circa 15 con- tenuti originali al giorno. A tutto ciò vanno aggiunte le feste brandizzate, il merchandising (cappellini, teli mare, accendini, T-shirt, vino, cover per gli smartpho- ne) e pure il libro sul Milanese Imbruttito, arrivato alla quinta ristampa. Insomma, l’iniziativa lanciata da Tommaso Pozza (presidente, che controlla il 34%

della società), Federico Marisio (consigliere, 33%) e Marco De Crescenzio (consigliere, 33%) compie tre anni: si è passati dai 16 mila euro di ricavi del 2013 ai 31.589 del 2014, fi no ai 151 mila dell’esercizio 2015. Una bella crescita, che consente di mettere da parte anche un po’ di utili (14 mila). Certo, ri- spetto ai grandi numeri di traffi co e audience, siamo ancora al di sotto del fatturato di una panetteria.

Ma, come già sottolineato più volte, col web diventa molto complicato cavare ricavi decenti. Importan- te, comunque, che i conti della società siano già in equilibrio sin dal debutto. E poi, magari, l’auspicio è che arrivi qualche grande gruppo un po’ arrugginito sul web-marketing e bisognoso di traffi co, e acquisti tutto a suon di decine di milioni di euro (il caso Mondadori-Banzai media docet).

Intanto il Milanese Imbruttito continua a ridere, rifl ettere, osservare e criticare le diverse tipologie umano/metropolitane che vivono e lavorano a Mila- no. Esilaranti le interviste video realizzate da Luca Abbrescia (ex vj di All Music e musicista dei B-Nario) in occasione della Vogue fashion night, o durante il Fuorisalone, o, ancora, nelle discoteche della città, interrogando i giovani (su di giri) sui temi politico- economici di più stretta attualità. La sede operativa di She wants srl è in via Aleardo Aleardi 14, a Milano (zona Chinatown). E, mi raccomando, «Il Milanese Imbruttito è dentro ognuno di noi. Non è né in orario, né in anticipo, né in ritardo. È già lì».

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Il Milanese Imbruttito, ricavi per 151 mila euro

E

rnesto Mauri aveva affiancato, come amministratore delegato di Cairo editore, la grande cavalcata di Urbano Cairo nel mondo della stampa periodica

popolare. Con la na- scita di veri e propri fenomeni editoriali come Dipiù, Dipiù tv, Diva e Donna ecc, che dimostrò come, con buone idee, si potessero fare i sol- di in un mercato dei settimanali familiari italiani defi nito ma- turo già una dozzina di anni fa. A subirne le conseguenze furo- no soprattutto Rcs e la allora Hachette Rusconi (oggi Hearst

Magazines) e, in misura sensibile, pure Mondadori.

Ora, come a.d. del gruppo Mon- dadori, Mauri vuole quasi sanare quel vulnus da lui inferto a Segra- te, provando a lanciare un settima- nale popolare da un euro a copia per erodere il quasi monopolio di Cairo (che nel frattempo ha por- tato in edicola, tra gli altri, pure Nuovo settimanale e Nuovo tv) su quel mercato.

Le prime indiscrezioni sul tema sono state già pubblicate nelle scorse settimane da Andrea Montanari su MF-Milano Finanza, e ora arriva l’uffi cialità a ItaliaOggi pure dai vertici di Mondadori.

I quali affermano che sul giornale rosa, af- fi dato ad Alfonso Signorini, direttore di Chi, «stiamo facendo i test quantitativi. Ma non abbiamo fretta. Quando avremo tutte le risposte, decideremo. Il lancio del giornale non sarà comunque imminente».

Lo stesso Signorini, intervi- stato di recente da Alessandra Menzani su Libero, ha ammes- so che il giornale rosa «lo stiamo studiando. Non sono vere alcune notizie che circolano: il progetto non è affatto congelato, anzi. Si tratta di un settimanale molto popolare, diverso da Chi che ha un allure più alta. Di certo l’estate non era il periodo giusto per partire con un nuovo giorna- le, mi concentro su Chi. Abbiamo fatto un primo test ed è andato molto bene. Lo abbiamo prova- to su gruppi di lettori di diverso livello culturale divisi tra Nord, C e n t r o e S u d . Siamo in attesa dei risultati del secondo test, se tutto andasse per il meglio il lancio sarebbe un atto coraggioso in un momento di crisi dell’editoria».

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Sarà in edicola al prezzo di un euro. Signorini direttore

Mondadori, allo studio un settimanale popolare

i a o n c s a m a 2 t 7 e d 2 ne It un (V

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Ernesto Mauri

Alfonso Signorini

Altri articoli sul sito www.italiaog- gi.it/condé+nast

Giampaolo Grandi

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