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MarcelloColozzo Pu`ounapalladibiliardocolliderecons´estessa? MatematicaOpenSource

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Academic year: 2021

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(1)

Matematica Open Source

– http://www.extrabyte.info Quaderni di Fisica Teorica – 2017

Pu` o una palla di biliardo collidere con s´ e stessa?

versione 1.0

Marcello Colozzo

Immagine tratta da 123rf.com

(2)

Indice

1 Aspetti matematici della cinematica non relativistica 1 1.1 Moti unidimensionali . . . 1

2 Una variante del biliardo di Novikov 4

2.1 Wormhole puntiforme. . . 4 2.2 Auto-collisione . . . 5 2.3 Il principio di auto-consistenza di Novikov . . . 7

A Dettagli matematici 16

A.1 Diagrammi frattali . . . 16 A.2 Rapporto incrementale e il teorema della permanenza del segno . . . 17 A.3 Urto centrale . . . 19

1

(3)

Prefazione

Nella seconda met`a degli anni ’80 il fisico russo Novikov ide`o un esperimento concettuale utilizzando una palla di biliardo che entra in una buca in cui `e presente una macchina del tempo collegata a una seconda buca. In tal modo la pallina “esce nel passato”, implicando l’esistenza di un intervallo temporale che vede la presenza di due palline o meglio di due differenti versioni temporali della stessa biglia. La pallina uscita dalla macchina del tempo `e potenzialmente in grado (a seconda della configurazione cinematica/dinamica del problema) di collidere con il suo “clone”, impedendogli di entrare nella prima buca, cio`e nella mac- china del tempo, e quindi di determinare l’uscita della seconda pallina. In altri termini, la collisione o meglio l’auto-collisione, innesca un paradosso d’incoerenza, giacch´e renderebbe contraddittoria l’esistenza della pallina uscita dalla macchina del tempo.

A partire da un noto principio primo della fisica, Novikov ha dimostrato unprincipio di autoconsistenza che impedisce la realizzazione nel nostro Universo di processi di auto-collisione.

In quest’articolo proponiamo una leggera variante del biliardo di Novikov, ricavando poi una condizione necessaria e sufficiente affinch´e non si realizzi un processo di auto-collisione.

2

(4)

Capitolo 1

Aspetti matematici della cinematica non relativistica

1.1 Moti unidimensionali

Consideriamo una particella che compie un moto rettilineo. Orientando l’asse x del sistema di riferimento inerziale nella direzione del moto, si ha l’equazione oraria:

x = x (t) , t ∈ X = [t0, tB] ⊆ [0, +∞) (1.1) Definizione 1 Chiamiamo funzione monodroma una qualunque funzione reale di una variabile reale che sia univocamente definita. Cio`e, una funzione monodroma f `e una legge che associa a un valore della variabile reale t, uno ed un sol valore f (t).

Nel caso contrario, si ha una funzione polidroma.

La funzione (1.1) `e manifestamente monodroma, giacch´e nel caso contrario la particella avrebbe diversi valori dell’ascissa nello stesso istante.

Denotiamo con U (X) la classe di tutte e sole le funzioni monodrome definite nell’inter- vallo X (limitato o illimitato). La monodromia sembra, dunque, una condizione essenziale per fornire un’interpretazione fisica a equazioni del tipo (1.1). In vista di applicazioni future, indichiamo con M (X) l’estensione della classe U (X) alle funzioni polidrome definite in X:

U (X) ⊂ M (X) , ∀X ⊆ [0, +∞) (1.2)

Per quanto riguarda la regolarit`a della funzione x (t) ∈ U (X), assumiamo x (t) ∈ C1(X) i.e.

continua in X ed ivi derivabile con derivata continua. Rammentiamo che se x (t) `e una legge oraria, la derivata prima `e la velocit`a scalare. Ne consegue che il corrispondente diagramma orario ovvero il diagramma cartesiano della funzione x (t) , `e una curva continua e liscia, quindi priva di interruzioni e di punti angolosi.

Definizione 2 Un moto rettilineo `e definito da una funzione x (t) ∈ C1(X) ⊂ U (X), che si dice legge oraria , e il suo diagramma cartesiano `e il diagramma orario del moto.

Osserviamo che una funzione x (t) /∈ C1(X) , x (t) ∈ U (X) rappresenta ancora un mo- to rettilineo in cui, per`o, possono esserci discontinuit`a della velocit`a con punti d’infinito dell’accelerazione (Appendice A.1).

Restringendo la nostra attenzione agli elementi di C1(X), sussiste la seguente definizione:

1

(5)

CAPITOLO 1. ASPETTI MATEMATICI DELLA CINEMATICA NON RELATIVISTICA Definizione 3 Nell’intervallo [t1, t2] ⊆ X il moto `e progressivo se

˙x (t) > 0, ∀t ∈ [t1, t2] (1.3) Se invece

˙x (t) < 0, ∀t ∈ [t1, t2] , (1.4) il moto si dice retrogrado.

In altri termini, il moto `e progressivo [retrogrado] se la particella si muove nel verso delle x crescenti [decrescenti]. Dalle (1.3)-(1.4) segue che in un qualunque moto progressivo [retrogrado] in [t1, t2], la funzione x (t) `e ivi strettamente crescente [decrescente]. Tuttavia `e possibile rilassare la condizione di disuguaglianza in senso stretto nelle (1.3)-(1.4):

˙x (t) ≥ 0 [ ˙x (t) ≤ 0], (1.5)

inglobando eventuali punti di flesso a tangente orizzontale (punti di arresto senza inversione del moto).

Per un noto teorema di Analisi, si ha che la monotonia in senso stretto in [t1, t2] `e una condizione necessaria e sufficiente per l’invertibilit`a locale di x (t), i.e. dell’invertibilit`a della restrizione di x (t) all’intervallo [t1, t2]. Inoltre, l’operazione di inversione conserva il tipo di monotonia, ovvero se x (t) `e strettamente crescente, anche l’inversa t (x) `e strettamente crescente, e viceversa.

Ci`o premesso, fissiamo la nostra attenzione a tutti e soli i moti progressivi o retrogradi in X. Per quanto precede, stiamo considerando le funzioni x (t) strettamente crescenti o strettamente decrescenti in X. Tale circostanza ci permette di passare alla funzione inver- sa t (x) che `e definita in t (X) ove quest’ultimo `e l’immagine dell’intervallo X attraverso l’applicazione x (t). Precisamente:

t (X) = [x0, xB] , (1.6)

dove

x0 =

 x (t0) , se x (t) `e strettamente crescente x (tB) , se x (t) `e strettamente decrescente e

xB =

 x (tB) , se x (t) `e strettamente crescente x (t0) , se x (t) `e strettamente decrescente

In entrambi i casi, cio`e se t (x) `e strettamente crescente o strettamente decrescente, il tempo

“aumenta sempre”. Infatti, nel caso di crescenza in senso stretto, il diagramma della funzione t (x) ha un andamento del tipo di quello riportato in fig. 1.1. Il moto `e progressivo, per cui la particella si sposta nel verso delle x crescenti. Viceversa, se t (x) `e strettamente decrescente, si ha l’andamento di fig. 1.2, dove il tempo t aumenta comunque. Precisamente:

˙x (t) = lim

∆t→0

∆x

∆t < 0 (1.7)

Per il teorema della permanenza del segno:

∆x

∆t < 0 in un intorno di ∆t = 0 (1.8)

Siccome il moto `e retrogrado (∆x < 0), affinch´e sia verificata la disuguaglianza (1.8) deve essere ∆t > 0. Per i dettagli si rimanda all’Appendice A.2.

2

(6)

CAPITOLO 1. ASPETTI MATEMATICI DELLA CINEMATICA NON RELATIVISTICA

x0 xB x

t0 tB t

verso del moto verso del tempo

Figura 1.1: Tipico andamento del grafico della funzione t (x) nel caso di moto progressivo.

x0

xB

x tB

t0 t

verso del moto verso del tempo

Figura 1.2: Tipico andamento del grafico della funzione t (x) nel caso di moto retrogrado.

(7)

Capitolo 2

Una variante del biliardo di Novikov

2.1 Wormhole puntiforme

Consideriamo una palla di biliardo modellizzata da una sferetta omogenea di massa m e raggio rε≪ λ, ove λ fissa la scala delle lunghezze per ci`o che riguarda la traiettoria seguita. In condizioni di idealit`a, possiamo assumere il moto del centro di massa della sferetta rettilineo ed uniforme, e senza perdita di generalit`a, progressivo:

x (t) = v (t − t0) + x0, (v > 0) (2.1) Tale funzione `e manifestamente invertibile:

t (x) = x − x0

v + t0, (2.2)

graficata in fig. 2.1.

x0 xB

x t0

tB t

Figura 2.1: Diagramma cartesiano della funzione (2.2).

Supponiamo ora che nel punto ξ2 ∈ (x0, xB) ci sia un wormhole puntiforme, inten- dendo con tale locuzione un qualunque dispositivo in grado di modificare la variabile t.

(8)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

Precisamente:

t (x) =

 x−x0

v + t0, se x0 ≤ x < ξ2

x−ξ2

v + τ1, se ξ2 ≤ x < xB

(2.3) Il punto ξ2 `e di discontinuit`a di prima specie per la funzione t (x):

lim

x→ξ2

t (x) = τ2, lim

x→ξ+2

t (x) = τ1 < τ2, con salto

s (ξ2) = τ1− τ2 < 0, come illustrato in fig. 2.2.

Ξ1 Ξ2

x0 xB x

Τ2

Τ1

t0 tB t

inversione del tempo

verso del tempo verso del tempo

wormhole

Figura 2.2: Diagramma cartesiano della funzione (2.3).

La funzione (2.3) non `e globalmente invertibile, ma lo `e solo localmente. Precisamente, sono invertibili le restrizioni di t (x) agli intervalli [x0, ξ2] e [ξ2, xB] rispettivamente. Infatti:

x (t) =

 v (t − t0) + x0, se t0 ≤ t ≤ τ2 v (t − τ1) + ξ2, τ1 ≤ tB

, (2.4)

che non `e monodroma (fig. 2.3).

La non monodromia della funzione (2.4) si traduce nella coesistenza per t ∈ [τ1, τ2] di due differenti versioni della biglia, nel senso che la pallina 2 `e la versione futura della pallina medesima (che nell’intervallo [τ1, τ2] chiamiamo pallina 1). Precisamente, la pallina 2 `e la pallina 1 che poi uscir`a dal wormhole al tempo τ2.

2.2 Auto-collisione

Abbiamo schematizzato il wormhole come un sistema che shifta la variabile tempo t, conser- vando la traiettoria, come mostrato in fig. 2.3. Generalizzando, si pu`o avere un wormhole che restituisce una differente equazione oraria. Ad esempio, supponiamo che la pallina 2 dopo aver attraversato il wormhole, abbia un diagramma orario del tipo di quello riportato

(9)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

t0 Τ1 Τ2 t

x0

Ξ1 Ξ2 x

verso del tempo inv. del tempoverso del tempo wormhole

pallina 1 pallina 2

Figura 2.3: Diagramma cartesiano della funzione (2.4).

in fig. 2.4. In tale scenario, la variazione istantanea della quantit`a di moto della pallina `e schematizzabile attraverso un processo d’urto tra la pallina medesima e il wormhole, la cui massa `e infinitamente grande. Ne consegue che quest’ultimo resta fermo in seguito all’urto, mentre la pallina `e meccanicamente riflessa (oltre che shiftata nel tempo). A sua volta ci`o implica l’inversione della quantit`a di moto e il conseguente urto tra le due versioni della biglia. Tale circostanza suggerisce l’utilizzo della denominazione auto-collisione per quanto riguarda questo particolare processo.

t0 Τ1 t* Τ2

t x0

Ξ1 Ξ2 x

verso del tempo inv. del tempoverso del tempo wormhole

pallina 1 pallina 2 collisione

Figura 2.4: Se v2 < 0, le palline entrano in collisione nell’istante t ∈ (τ1, τ2).

L’auto-collisione implica la non raggiungibilit`a del wormhole, offrendo un esempio di paradosso d’incoerenza, giacch´e l’esistenza della pallina 2 `e una conseguenza dell’attraversa-

(10)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

mento del wormhole da parte della pallina 1. La predetta argomentazione `e una variante di ci`o che in letteratura `e noto come paradosso del nonno.

Per una descrizione pi`u realistica della riflessione meccanica da parte del wormhole, dobbiamo considerare un moto 2-dimensionale, che sar`a l’argomento della sezione successiva.

2.3 Il principio di auto-consistenza di Novikov

Il principio di auto-consistenza di Novikov [1]-[2] impedisce la realizzazione di auto-collisioni.

Novikov ha dimostrato che il predetto principio `e una conseguenza del principio di minima azione (noto anche come principio di Hamilton [3] o principio di Ostrogradskij-Hamilton [4]).

Applichiamo, dunque, il principio di Hamilton al sistema meccanico costituito dalle due palline. Simboleggiando con Σ tale sistema, si ha:

Σ = {P1, P2} , (2.5)

ove P1 e P2 denotano le palline 1 e 2, rispettivamente. Pi`u precisamente:

Σ =

{P1} , se t0 ≤ t < τ1 {P1, P2} , se τ1 ≤ t ≤ τ2

{P2} , se τ2 < t ≤ tB

(2.6)

Per quanto visto nella sezione precedente, dobbiamo considerare un moto 2-dimensionale, assumendo come piano del moto la superificie piana del biliardo. Nel sistema di riferimento inerziale in cui il biliardo `e in quiete, le coordinate cartesiane di singola pallina possono essere assunte come coordinate generalizzate di Σ nell’appropriato spazio delle configurazioni.

Definiamo quindi il vettore posizione della pallina k-esima rk = (xk, yk) , (k = 1, 2)

La dipendenza funzionale della lagrangiana di Σ `e simboleggiata da:

L =

L (t, r1, ˙r1) , se t0 ≤ t < τ1

L (t, r1, r2, ˙r1, ˙r2) , se τ1 ≤ t ≤ τ2 L (t, r2, ˙r2) , se τ2 < t ≤ tB,

, (2.7)

da cui vediamo che lo spazio delle configurazioni di Σ ha una dimensione variabile. Pi`u precisamente, se denotiamo con q il vettore delle coordinate generalizzate:

q= (q1, q2, ..., qr) , (2.8)

si ha

r =

 2, t ∈ [t0, τ1) ∪ (τ2, tB]

4, t ∈ [τ1, τ2] (2.9)

Cio`e lo spazio delle configurazioni raddoppia la propria dimensionalit`a in seguito alla com- parsa della pallina 2.

La lagrangiana `e una funzione reale di 2r + 1 variabili reali:

L (t, q1, ..., qr, ˙q1, ..., ˙qr) (2.10)

(11)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

Precisamente:

L : D × Rr → R

L : (t, q1, ..., qr, ˙q1, ..., ˙qr) ∈ D × Rr → L (t, q1, ..., qr, ˙q1, ..., ˙qr) ∈ R,

con (t, q1, ..., qr) ∈ D ⊆ Rr+1, dove D `e un dominio internamente connesso. Dal momen- to che sono assegnati gli istanti iniziale e finale, rispettivamente dati da t0 e tB, restano univocamente determinati i punti dello spazio euclideo Rr+1:

A

t0, q(0)1 , q2(0), ..., q(0)r  , B

tB, q(B)1 , q(B)2 , ..., qr(B)

∈ ˚D Per quanto precede

q1(0), q2(0), ..., qr(0)

= (x1(t0) , y1(t0)) , (posizione iniziale della pallina 1)



q(B)1 , q(B)2 , ..., qr(B)

= (x2(tB) , y2(tB)) , (posizione finale della pallina 2) Poniamo

q(0) = (x1(t0) , y1(t0)) ∈ R2, q(B) = (x2(tB) , y2(tB)) ∈ R2

che definiscono, rispettivamente, la configurazione iniziale e la configurazione finale di Σ nello spazio delle configurazioni. L’integrale d’azione di Σ `e il funzionale:

S (q) =

tB

Z

t0

L [t, q (t) , ˙q (t)] dt (2.11)

Per il principio di minima azione (noto anche come principio di Hamilton) il moto naturale del sistema `e quello che rende minimo il funzionale (2.11). D’altra parte, la ricerca di un sistema di funzioni

[q1(t) , ..., qr(t)]

che sia un estremante di S (q) conduce alle equazioni di Eulero-Lagrange:

∂L

∂qk

− d dt

 ∂L

∂ ˙qk



= 0, ( k = 1, 2, ..., r) (2.12)

Come `e noto, se la lagrangiana `e sufficientemente regolare, il sistema di equazioni differenziali (2.12) `e esprimibile in forma normale:

¨

qk= χk(t, q, ˙q) , ( k = 1, 2, ..., r) , (2.13) con χk funzioni note. Dal momento che abbiamo assegnato lo stato meccanico iniziale

q(0), ˙q(0)

di Σ, si ha il seguente problema di Cauchy:

 q¨k= χk(t, q, ˙q) (k = 1, 2, ..., r)

q(t0) = q(0), ˙q (t0) = ˙q(0) , (2.14) dove ˙q(0) = ( ˙x1(t0) , ˙y1(t0)) `e il vettore delle velocit`a generalizzate di Σ. Dalla regolarit`a di L (t, q, ˙q) ci aspettiamo una “sufficiente regolarit`a” delle funzioni χk(t, q, ˙q) da poter applicare il teorema di esistenza ed unicit`a che nel caso in esame, restituisce:

∃!q (t) ∈ Cp([t0, tB]) | ¨qk(t) = χk[q (t) , ˙q (t) , t] , q (t0) = q(0), ˙q (t0) = ˙q(0) (2.15)

(12)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

Qui `e p ≥ 1, onde l’unica soluzione q (t) `e continua in [t0, tB] ed `e ivi dotata di derivate continue fino all’ordine p.

A questo punto non dobbiamo fare altro che esplicitare la lagrangiana. Nell’intervallo di tempo [t0, τ1) `e Σ = {P1}, e poich´e abbiamo un moto libero non relativistico, la lagrangiana

`e

L = 1

2m˙r21 ≡ L (˙r) , (2.16)

onde le equazioni di Eulero-Lagrange si scrivono:

d dt

 ∂L

∂ ˙r



= 0 (2.17)

Dalla (2.16):

∂L

∂ ˙r = 2m˙r1, che sostituita nella precedente:

m¨r1 = 0, (2.18)

Cio`e P1 compie un moto rettilineo ed uniforme. Alla medesima conclusione si giunge per t ∈ (τ2, tB]:

m¨r2 = 0 (2.19)

L’intervallo di interesse fisico `e [τ1, τ2]. Le palline (sferette rigide di raggio rε) possono al pi`u collidere, per cui sono soggette a un potenziale a corto range dipendente solo dalla distanza relativa. Lasciando inespresso tale potenziale, la lagrangiana si scrive:

L (r1, r2, ˙r1, ˙r2) = 1

2m˙r21+1

2m˙r22− V (|r2 − r1|) (2.20) La dipendenza di V da |r2− r1| suggerisce di passare al sistema di riferimento del centro di massa e della coordinata relativa, rispettivamente definiti dalle

 R= mrm+m1+mr2 = 12(r1+ r2)

r= r2− r1 (2.21)

Invertendo tali relazioni: 

r1 = 12 (2R − r)

r2 = 12(2R + r) (2.22)

Passando alle coordinate generalizzate (R, r) la lagrangiana diventa:

L

r, ˙R, ˙r

= 1 8

2 ˙R− ˙r2

+1 8

2 ˙R+ ˙r2

− V (r) (2.23)

E quindi le equazioni di Eulero-Lagrange ( ∂L

∂Rdtd 

∂L

∂ ˙R

= 0

∂L

∂rdtd ∂L∂ ˙r

= 0 (2.24)

Calcoliamo

∂L

∂R = 1 2m

2 ˙R− ˙r +1

2m

2 ˙R+ ˙r

= m ˙R, onde dalla prima delle (2.24)

d dt

m ˙R

= 0 =⇒ ¨R= 0 (2.25)

Cio`e il centro di massa di Σ = {P1, P2} compie un moto rettilineo ed uniforme. Questo risultato non deve sorprendere, in virt`u di un noto teorema [3]:

(13)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

Teorema 4 Il centro di massa di un sistema di particelle sottoposte solo a forze interne (cio`e a una interazione particella-particella) o `e fermo o si muove di moto rettilineo ed uniforme rispetto al sistema di riferimento inerziale in cui si osserva il moto.

Derivando la (2.23) rispetto a ˙r

∂L

∂ ˙r = µ˙r, dove

µ = m 2

`e la massa ridotta di Σ. Dalla seconda delle (2.24):

µ¨r= −∇rV (r) , (2.26)

essendo ∇r l’operatore gradiente rispetto alle componenti di r = r2− r1

def= (x, y):

r = ∂

∂x, ∂

∂y



(2.27) Quindi

rV (r) = ∂V (r)

∂x ,∂V (r)

∂y



Dal momento che r =p

x2+ y2

∂V (r)

∂x = V(r) ∂r

∂x = V(r)x r,

avendo denotato con l’operazione di derivazione rispetto a r. In maniera simile:

∂V (r)

∂x = V(r)y r Cio`e

rV (r) = V(r)r

r, (2.28)

che sostituita nella (2.26) porge

m¨r= −2V(r)r

r (2.29)

Abbiamo trovato:

¨r= −2

mV(r)r

r, (2.30)

che in termini di massa ridotta µ = m/2 si scrive:

µ¨r= −V(r)r

r (2.31)

Tale equazione regola il moto di una particella di massa µ, rispetto al sistema di riferimento in cui il centro di massa `e in quiete. Per quanto precede, tale sistema di riferimento `e inerziale. Per un assegnato potenziale centrale V (r) e per una data condizione iniziale

r(τ1) ≡ r0, ˙r (τ1) ≡ ˙r0 , (2.32)

(14)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

si ottiene, integrando la (2.31), l’equazione oraria del moto relativo:

r = r (t) , t ∈ [τ1, τ2] (2.33)

e dalle (2.22) l’equazione oraria del moto di singola pallina i.e. la rappresentazione parame- trica della traiettoria di P1 e P2 rispettivamente

r1(t) = 2R (t) − 1

2r(t) , r2(t) = 2R (t) + 1

2r(t) , t ∈ [τ1, τ2] (2.34) A questo punto dobbiamo esplicitare l’energia potenziale V (r). Per ipotesi le palline possono al pi`u collidere, per cui V (r) deve riprodurre un urto che pu`o essere considerato elastico. A tale scopo definiamo la funzione:

frε(r) = 1 rε

θ (rε− r) ,

dove rε `e il raggio di singola pallina, mentre θ `e la funzione di Heaviside, per cui frε(r) =

 1

rε, se 0 ≤ r < rε

0, se r > rε

(2.35) ed `e graficata in fig. 2.5.

rΕ

r

1 rΕ

Figura 2.5: Andamento del grafico della funzione (2.35).

Evidentemente:

rlimε0f(r) = δ (r) , (2.36) dove δ `e la funzione delta di Dirac. Ne consegue che la funzione

V (r) = V0f(r) , (2.37)

con V0 > 0 avente le dimensioni di un’energia per una lunghezza, simula una barriera di potenziale che nel limite di pallina puntiforme `e deltiforme, i.e. infinitamente alta:

rlimε0V (r) = V0δ (r) (2.38) Ci`o premesso, studiamo il moto della massa ridotta µ nel sistema di riferimento inerziale in cui il centro di massa `e in quiete. Precisamente, fissiamo una terna Oxyz con l’origine nel

(15)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

centro di massa e gli assi xy paralleli agli omonimi assi coordinati del sistema di riferimento in cui il biliardo `e in quiete. Per quanto detto, la massa ridotta si muove nel campo di forze centrali:

F(r) = −∇rV (r) = −V(r)r

r (2.39)

il cui momento rispetto a O `e manifestamente nullo M(r) = r ∧ F (r) = −V(r)

r = r ∧ r = 0 (2.40)

Ci`o implica la conservazione del momento angolare

L = r ∧ p = µ (r ∧ ˙r) (2.41)

Cio`e

L(t) = L0, ∀t ∈ [τ1, τ2] Tenendo conto delle (2.32)

L0 = L (τ1) = µ (r0∧ ˙r0) , (2.42) risultando ortogonale al piano coordinato xy i.e. al piano del moto:

L0 = (0, 0, L0,z)

Nell’espressione di L0 (eq. (2.42)) i vettori r0, ˙r0 sono rispettivamente la posizione relativa e la velocit`a relativa nell’istante τ1 di ingresso nel wormhole:

r0 = r21) − r11) , ˙r0 = ˙r21) − ˙r11) , cosicch´e la (2.42) si scrive:

L0 = µ [r21) − r11)] ∧ [˙r21) − ˙r11)] (2.43)

= µ [r21) ∧ ˙r21) − r21) ∧ ˙r11) + r11) ∧ ˙r11) − r11) ∧ ˙r21)]

Se Lk1) `e il momento angolare della k-esima pallina (k = 1, 2) nell’istante τ1: rk1) ∧ ˙rk1) = 1

m(τ1) , (k = 1, 2)

Ma nell’intervallo [t0, τ1] la traiettoria della pallina 1 `e rettilinea, per cui L11) = 0, e ci aspettiamo altrettanto per la “copia”=⇒ L21) = 0. In tal modo la (2.43) restituisce:

L0 = −µ [r21) ∧ ˙r11) + r11) ∧ ˙r21)] (2.44) L’unica componente eventualmente non nulla `e quella secondo l’asse z:

L0,z = −µ [r21) ∧ ˙r11) + r11) ∧ ˙r21)]z, (2.45) da cui vediamo che L0,z = 0 o L0,z 6= 0 a seconda di come sono disposte le due traiettorie (rettilinee) l’una rispetto all’altra, nell’istante di ingresso del wormhole. In ambedue i casi, l’interazione tra le due biglie conserva il valore di L0,z. Passiamo alle coordinate polari nel piano xy:

x = r cos ϕ, y = r sin ϕ (2.46)

(16)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

La componente z del momento angolare in coordinate cartesiane `e L0,z = µ (x ˙y − ˙xy)

Tenendo conto delle (2.46) e ricavando le derivate rispetto al tempo, si ha la seguente espressione in coordinate polari:

L0,z = µr2ϕ˙2 ≡ µr20ϕ˙20, ϕ0 = ϕ (τ1) (2.47) Passiamo dalla base canonica {i, j} dello spazio R2 in cui si svolge il moto, alla base ortonormale {er, eϕ} i cui elementi sono

er = (cos ϕ) i + (sin ϕ) j, (versore radiale) (2.48) eϕ = (− sin ϕ) i + (cos ϕ) j, (versore tangenziale)

Quindi scriviamo l’equazione differenziale (vettoriale) del moto µ¨r= −V(r)r

r (2.49)

Nella base {er, eϕ}. Abbiamo ˙ϕ

r= rer =⇒ ˙r = ˙rer+ r ˙er

= ( ˙r cos ϕ − r ˙ϕ sin ϕ) i + (¨r sin ϕ + r ˙ϕ cos ϕ) j

=⇒ ¨r= ¨r cos ϕ − 2 ˙r ˙ϕ sin ϕ − r ¨ϕ sin ϕ − r ˙ϕ2cos ϕ i+

+ ¨r sin ϕ + 2 ˙r ˙ϕ cos ϕ + r ¨ϕ sin ϕ − r ˙ϕ2sin ϕ j Immettendo nella (2.49):

 µ [(¨r − r ˙ϕ2) cos ϕ − (2 ˙r ˙ϕ + r ¨ϕ) sin ϕ] = −V(r) cos ϕ

µ [(¨r − r ˙ϕ2) sin ϕ − (2 ˙r ˙ϕ + r ¨ϕ) cos ϕ] = −V(r) sin ϕ (2.50) Ma

2 ˙r ˙ϕ + r ¨ϕ = 1 r

d

dt r ˙ϕ2

= 1 r

dL0,z dt = 0, per cui il sistema precedente si riduce a

µ ¨r − r ˙ϕ2

sin ϕ = −V(r) sin ϕ, (2.51)

che per sin ϕ 6= 0 diventa

µ ¨r − r ˙ϕ2

= −V(r) , che pu`o essere scritta come

µ¨r = −Vef f (r) , (2.52)

avendo definito il potenziale efficace

Vef f(r) = V (r) + L0,z

2µr2 (2.53)

Pertanto il moto 2-dimensionale della massa ridotta nel potenziale centrale V (r) equivale al moto 1-dimensionale della stessa massa ridotta nel potenziale efficace (2.53). Inoltre, il sistema `e manifestamente conservativo, per cui l’energia meccanica `e una costante del moto:

E = 1

2µ˙r2+ V (r) = 1

2µ ˙r2+ Vef f(r) (2.54)

(17)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

Nel caso in esame, il potenziale efficace si scrive:

Vef f (r) = V0 rε

θ (rε− r) + L0,z

2µr2 (2.55)

D’altra parte, l’energia meccanica `e univocamente determinata dalle condizioni iniziali (2.32), per cui

E0 = 1

2µ ˙r02+V0

rε

θ (rε− r0) + L0,z

2µr20 Osservando che r0 > rε

E0 = 1

2µ ˙r20+ L0,z

2µr20 ≥ 0, ∀ (r0, ˙r0) ∈ R2 (2.56) Dalla (2.54):

1

2µ ˙r2+ Vef f(r) = E0 ≥ 0 =⇒ 1

2µ ˙r2 = E0− Vef f (r)

Ma 1

2µ ˙r2 ≥ 0, ∀ ˙r ∈ R per cui

E0− Vef f (r) ≥ 0 (2.57)

L’insieme delle soluzioni di tale disequazione

Λ (E0, L0,z) = {r ∈ [0, +∞) | E0− Vef f (r) ≥ 0} ,

definisce laregione classicamente accessibile. Per determinare tale regione, esplicitiamo il potenziale efficace tenendo conto della (2.55):

Vef f(r) = ( V

0

rε +2µrL0,z2, se 0 ≤ r < rε L0,z

2µr2, se r > rε

, (2.58)

che ha una discontinuit`a di prima specie in r = rε: lim

r→rε

Vef f(r) = V0

rε

+ L0,z

2µr2, lim

r→rε+

Vef f (r) = L0,z

2µr2, come mostrato in fig. 2.6.

Una condizione necessaria e sufficiente affinch´e non ci sia una auto-collisione `e

Λ (E0, L0,z) = [rmin, +∞) , rmin> rε (2.59) dove rmin `e la minima distanza tra le palline. Cio`e

∄auto-collisione ⇐⇒ Λ (E0, L0,z) = [rmin, +∞) , rmin > rε

Dalla fig. 2.6

∃rmin > rε ⇐⇒ E0 < L0,z

2µr2

Tenendo conto della (2.56) e passando dalla massa ridotta µ alla massa di singola pallina m :

|L0,z| > ˙r0r0

2 r

r0

rε

2

− 1

(2.60)

(18)

CAPITOLO 2. UNA VARIANTE DEL BILIARDO DI NOVIKOV

rΕ rmin

r VeffHrΕ+L

VeffHrΕ-L

E0 VeffHrL

Figura 2.6: Andamento del potenziale efficace.

(19)

Appendice A

Dettagli matematici

A.1 Diagrammi frattali

Si consideri il seguente elemento di U (X):

x (t) =

 v1t, se t0 ≤ t < t1 v2t, se t1 < t ≤ tB

, (v1 < v2) (A.1) Tale funzione `e manifestamente non derivabile in t1, ma lo `e a sinistra e a destra. Precisa- mente, utilizzando la notazione puntata per denotare l’operazione di derivazione:

˙x (t) =

 v1, se t0 ≤ t < t1

v2, se t1 < t ≤ tB , (A.2)

per cui t1 `e un punto di discontinuit`a di prima specie per la funzione ˙x (t), ed `e un punto di infinito per ¨x (t):

¨ x (t) =

 0, se t ∈ [t0, tB] − {t1}

+∞, se t = t1 (A.3)

Introducendo la funzione delta di Dirac:

¨

x (t) = Aδ (t − t1) , (A.4)

essendo A > 0 una costante con le dimensioni di una velocit`a1. L’esistenza di una di- scontinuit`a di prima specie di ˙x (t) in t1, implica che al tempo t1 la velocit`a scalare cambia istantaneamente. Se abbiamo N punti di discontinuit`a di prima specie, la (A.4) si generalizza nel pettine di Dirac di ordine N :

¨

xN(t)def= XN k=0

Akδ (t − tk) (A.5)

Senza perdita di generalit`a, assumiamo che i punti di discontinuit`a tk siano equidistanti:

tk = ktB− tN

N , (k = 0, 1, 2, ..., N ), per cui il pettine di Dirac si riscrive:

¨

xN(t) = XN k=0

Akδ (t − tk) (A.6)

1Si ricordi che la funzione delta di Dirac ha le dimensioni del reciproco del suo argomento.

(20)

APPENDICE A. DETTAGLI MATEMATICI

Nulla ci impedisce di eseguire al secondo membro della (A.6) l’operazione di passaggio al limite per N → +∞

N →+∞lim XN

k=0

Akδ (t − tk) ,

che `e manifestamente un pettine di Dirac con la potenza del continuo. Segue:

N →+∞lim XN

k=0

Akδ (t − tk) = lim

N →+∞N(t) (A.7)

Posto

x(t) ∈ U (X) | ¨x(t) = lim

N →+∞N(t) ,

si ha che la funzione x(t) riesce continua in X ma non derivabile in tutto X. Pi`u pre- cisamente, ˙x(t) ha una discontinuit`a di prima specie in ogni punto di X. Il diagramma cartesiano di x(t) `e una curva continua ma infinitamente spigolosa, nota come cuva di Koch generalizzata.

A.2 Rapporto incrementale e il teorema della perma- nenza del segno

Nel caso della funzione x (t) l’incremento si scrive

∆x = x (t + ∆t) − x (t) , (A.8)

che per un assegnato t `e una funzione di ∆t:

∆x : Et→ R (A.9)

∆x : ∆t → ∆x (∆t) , ∀∆t ∈ Et, ove

Et= {∆t ∈ R | (t + ∆t) ∈ X} , riuscendo:

X `e un intervallo =⇒ Et 6= ∅

La funzione ∆x (∆t) (eq. A.9) `e manifestamente un infinitesimo in ∆t = 0 :

∆t→0lim ∆x = 0 Di maggior interesse `e il rapporto incrementale:

∆x

∆t = x (t + ∆t) − f (t)

∆t , (A.10)

che `e una funzione di ∆t:

∆x

∆t : Et → R (A.11)

∆x

∆t : ∆t → ∆x

∆t (∆t) , ∀∆t ∈ Et,

(21)

APPENDICE A. DETTAGLI MATEMATICI

essendo Et = Et− {∆t = 0}. Il punto ∆t = 0 `e di accumulazione per Et, onde ha senso studiare il comportamento della funzione (A.11) in un intorno di tale punto, ovvero eseguire l’operazione di passaggio al limite:

∆t→0lim

∆x

∆t (A.12)

Se tale limite esiste finito, cio`e se la funzione ∆x∆t (eq. A.11) `e convergente in ∆t = 0, si dice che la funzione x`e derivabile in x0 e il limite (A.12) si denota con f(x0):

f `e derivabile in x0 ⇐⇒ lim

∆x→0

f (x0+ ∆x) − f (x0)

∆x = f(x0) ∈ R

Se tale circostanza si verifica in ogni punto di X, diremo che la funzione f `e derivabile in X.

Tale operazione d`a luogo a una nuova funzione che denotiamo con f(x):

f(x) = lim

∆x→0

f (x + ∆x) − f (x)

∆x ,

che si chiama derivata prima di f . Oltre alla notazione apicale (o di Lagrange) `e spesso utilizzata la notazione differenziale (o di Leibnitz):

d

dxf (x) = lim

∆x→0

f (x + ∆x) − f (x)

∆x Esempio 5 Determiniamo la derivata di sin x in x0 ∈ R.

Svolgimento

Dobbiamo calcolare il limite:

∆x→0lim

sin (x0+ ∆x) − sin x0

∆x ,

che chiaramente si presenta sotto la forma indeterminata 00. Per rimuovere l’indetermina- zione sviluppiamo il numeratore con le formule di prostaferesi:

sin (x0+ ∆x) − sin x0 = 2 sin x0+ ∆x − x0

2



cos x0+ ∆x + x0

2



= 2 sin ∆x 2

 cos



x0 +∆x 2

 , onde:

∆x→0lim

sin (x0+ ∆x) − sin x0

∆x = lim

∆x→0

2 sin ∆x2 

cos x0+ ∆x2 

∆x =

= lim

∆x→0

"

sin ∆x2 

∆x 2

#

| {z }

=1

∆x→0lim cos



x0+ ∆x 2



= cos x0

E per ogni x0 ≡ x ∈ R:

d

dxsin x = cos x

E istruttivo confrontare per via grafica il rapporto incrementale` sin(x+∆x)−sin x

∆x con la funzione cos x. Pi`u precisamente, consideriamo la funzione di x:

g∆x(x) = sin (x + ∆x) − sin x

∆x , (A.13)

(22)

APPENDICE A. DETTAGLI MATEMATICI

A.3 Urto centrale

Denotiamo con x1(t) e x2(t) le ascisse dei rispettivi centri di massa di 1 e 2 nell’intervallo [τ1, τ2]:

 x1(t) = v1(t − τ1) + ξ1

x2(t) = v2(t − τ1) + ξ2, (ξ2 > ξ1) , t ∈ [τ1, τ2] dove v1 ≡ v, i.e. la velocit`a della pallina nell’intervallo t ≥ t0. Riesce

v2 < 0 =⇒ ∃t ∈ (τ1, τ2) | x1(t) = x2(t)

Cio`e le palline collidono nell’istante tx. Per quanto precede, abbiamo modellizzato le palline attraverso due sferette rigide omogenee di massa m. Il sistema composto da tali sferette non

`e soggetto a forze esterne, per cui conserva la quantit`a di moto. Precisamente, scriviamo la quantit`a di moto del sistema prima dell’urto:

p= p1+ p2 = mv1+ mv2 (A.14)

La quantit`a di moto del sistema dopo l’urto `e

p = p1+ p2 = mv1+ mv2, (A.15) essendo v1 e v2 le velocit`a delle palline dopo l’urto. Quindi

mv1+ mv2 = mv1 + mv2 (A.16)

Nell’ipotesi di urto elastico, si conserva l’energia cinetica, per cui dobbiamo aggiungere alla precedente l’equazione:

1

2mv12+1

2mv22 = 1

2mv12+ 1

2mv22 (A.17)

Se ora teniamo conto del fatto che il moto `e unidimensionale, possiamo considerare in luogo della (??) la corrispondente equazione scalare

mv1+ mv2 = mv1 + mv2

In definitiva si ottiene il sistema di equazioni nelle incognite v1, v2

 v1+ v2 = v1+ v2

v12+ v22 = v12+ v22 (A.18) equivalente a

 (v1 + v2)2 = (v1+ v2)2 v12+ v22 = v21+ v22 ⇐⇒

 v12+ v22+ 2v1v2 = v12+ v22+ 2v1v2

v12+ v22 = v12+ v22 Sottraendo membro a membro

v1v2 = v1v2

Assumendo v1 6= 0 i.e. la pallina 2 non si ferma in seguito all’urto:

v2 = v1v2

v1 (A.19)

(23)

APPENDICE A. DETTAGLI MATEMATICI

che sostituita nella prima delle (??):

v1− (v1+ v2) v1+ v1v2 = 0, ovvero un’equazione quadratica in v1:

v1 =

 v1

v2 (A.20)

In definitiva si ottengono due coppie di soluzioni, e quella di interesse fisico `e

v1 = v2, v2 = v1 (A.21)

Cio`e le palline si scambiano la velocit`a. Dal momento che `e necessariamente (affinch´e si verifichi l’urto) v2 < 0, si ha v1 < 0 i.e. la pallina 1 inverte il proprio moto, e poich`e quest’ultimo `e unidimensionale, non raggiunge il wormhole come illustrato nel diagramma orario riportato in fig. 2.4).

x = vt, t ∈ [0, tB] , (A.22)

dove v `e il modulo della velocit`a della pallina, mentre t = 0 `e l’istante di lancio e tB l’istante dell’urto con uno dei bordi .

Dal momento che stiamo lavorando nel paradigma della RR, passiamo alla corrispondente linea di universo (fig. A.1) ottenuta determinando la funzione inversa di x (t):

ct = c

vx, x ∈ [0, xB] , (A.23)

essendo xB = vtB.

xB

x ctB

ct

Figura A.1: Linea di universo della palla di biliardo lanciata da G a t = 0.

Riprendiamo l’equazione oraria (A.22). Dal punto di vista della Geometria differenziale, la predetta equazione `e una rappresentazione parametrica della traiettoria della pallina. A rigore, tale circostanza si verifica in pi`u dimensioni:

x = x (t) , y = y (t) , etc.

(24)

APPENDICE A. DETTAGLI MATEMATICI

Tuttavia, ci`o che `e importante notare `e il ruolo di parametro (nella base [0, tB]) svolto dal tempo t misurato dal giocatore G. Come `e noto, per un’assegnata traiettoria regola- re, esistono infinite rappresentazioni parametriche, e ciascuna di esse pu`o essere ottenuta riparametrizzando attraverso la sostituzione:

t → θ = θ (t) , ∀t ∈ [0, tB] , (A.24) dove θ (t) `e una funzione sufficientemente regolare e priva di punti critici. Precisamente:

1. θ (t) ∈ C1(Θ), essendo Θ = θ ([0, tB]).

2. dtdθ (t) 6= 0, ∀t ∈ [0, tB].

Da un punto di vista cinematico, le infinite riparametrizzazioni possibili di una assegnata traiettoria, descrivono gli infiniti moti possibili su quella traiettoria. In particolare, per un dato moto rettileneo ed uniforme (come nel nostro caso), le riparametrizzazioni lineari conservano il carattere uniforme del moto. Infatti, consideriamo la riparametrizzazione:

θ (t) = t

b, con b > 0 adimensionale (A.25) Segue

x (θ) = bvθ, (A.26)

da cui la velocit`a

d

dθx (θ) = bv = costante (A.27)

Cerchiamo ora di estendere la classe delle riparametrizzazioni considerando anche quelle non regolari. Precisamente, le riparametrizzazioni con una discontinuit`a di prima specie.

Consideriamo una palla da biliardo che compie un moto rettilineo ed uniforme:

x = vt, t ∈ [0, t2]

All’istante t2 la biglia entra in una Time Machine modellizzata attraverso la black box di fig. A.2

Il corrispondente diagramma spaziotemporale `e riportato in fig. A.3.

(25)

APPENDICE A. DETTAGLI MATEMATICI

t2 t1<t2

Time Machine

Figura A.2: Una Time Machine pu`o essere schematizzata attraverso un sistema che accetta in input un istante t2 per poi emettere in output un istante t1 < t2.

x1 x2 x

ct2

ct1 ct

Figura A.3: Linea di universo di una biglia che entra in una TM all’istante t2.

(26)

Bibliografia

[1] Carlini A., Frolov V. P., Mensky M. B., Novikov I. D., Soleng H. H.: Time machines:

the Principle of Self-Consistency as a consequence of the Principle of Minimal Action, 1996.

[2] Mensky M. B., Novikov I. D.: Three-Dimensional Billiards with Time Machine, 2000 [3] Fasano Marmi Meccanica analitica, Zanichelli, 1993

[4] Gantmacher F. R., Lezioni di Meccanica analitica, Editori Riuniti - Edizioni Mir, 1990.

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