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Y-BOCS II Versione italiana di Melli et al. (2015)

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Academic year: 2022

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(1)

Y-BOCS II

Versione italiana di Melli et al. (2015)

Nome Data

Esaminatore

Segni con una X tutti gli item che ritiene validi. Per sintomi attuali si intendono quelli presenti nel corso degli ultimi trenta giorni.

Segni, poi, le principali ossessioni e compulsioni scrivendo una “P” a margine degli item corrispondenti.

Gli esaminatori devono accertarsi che i comportamenti riferiti siano effettivamente sintomi di DOC e non di altri disturbi, come fobie specifiche o tricotillomania. I sintomi di DOC, per definizione, devono interferire con il funzionamento psicosociale e dovrebbero essere distinti dalle

preoccupazioni o dalle paure non invalidanti. Gli item contrassegnati con “*” possono essere o meno fenomeni di natura ossessivo-compulsiva; confermare solo gli item che riflettono un DOC.

OSSESSIONI

Presente Passato

01. Preoccupazioni eccessive per i germi. Esempi: AIDS o Epatiti.

02. Preoccupazioni eccessive per sostanze contaminanti o chimiche.

Esempi: detersivi per la casa, amianto, radiazioni, pesticidi e rifiuti tossici.

03. Preoccupazione di danneggiare altri diffondendo germi o sostanze contaminanti. Esempi: trasportare germi da un oggetto all’altro.

04. Essere infastidito da escrementi o secrezioni del corpo. Esempi: urine, feci, saliva o sangue.

05. Essere infastidito da sostanze o residui appiccicosi. Esempi: adesivi, polvere di gesso o gel.

06. Preoccupazioni eccessive di rimanere o mettere incinta. Esempi: una donna che ha paura di rimanere incinta nuotando in una piscina pubblica.

07. Essere preoccupato di avere una malattia o un disturbo. *Non è sempre chiaro quale sia il confine tra le ossessioni somatiche e le preoccupazioni somatiche dell’ipocondria* . Il fattore che indica un DOC è la presenza di compulsioni che non si limitano alla ricerca di rassicurazione.

08. Timore di ingerire certi alimenti.*Esempi: preoccupazioni eccessive sulla pericolosità di certi alimenti o della preparazione dei cibi, paure di soffocare o che il cibo modifichi la composizione chimica del corpo. *Distinguere dall’anoressia nervosa, in cui la preoccupazione è di aumentare di peso.

09. Timore di poter danneggiare se stessi o altri perché non si è stati abbastanza attenti. Esempi: l’auto parcheggiata che scende giù dalla collina, investire un pedone perché non si è prestato attenzione, danneggiare un cliente perché gli si è fornito materiale o informazioni sbagliate.

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10. Timore di poter danneggiare se stessi o altri sotto la spinta di un impulso. *Esempi: far male fisicamente alle persone che si amano, accoltellare o avvelenare gli ospiti a cena, lanciarsi con l’auto nel traffico contromano, spingere uno sconosciuto sotto un treno. *Distinguere dall’intento omicida/suicida.

11. Timore di essere responsabili di terribili eventi. Esempi: incendi, furti, allagamenti in casa, fallimenti di aziende, congelamenti di tubature.

12. Timore di lasciarsi sfuggire oscenità o insulti. Esempi: gridare frasi blasfeme in chiesa, gridare “Al fuoco!” al cinema, scrivere oscenità in una lettera di lavoro.

13. Paura di fare qualcosa di imbarazzante o inappropriato.* Esempi: atti sessuali, sputare, spogliarsi in pubblico, uscire da un negozio senza aver pagato la merce. *Distinguere dalla fobia sociale.

14. Immagini violente, spaventose o disgustose. Esempi: immagini intrusive e disturbanti di incidenti stradali o persone sfigurate. * Distinguere dal DPTS.

15. Preoccupazione riguardo a ciò che è giusto o sbagliato o scrupolosità eccessive. Esempi: preoccupazioni di fare sempre la “cosa giusta”, preoccupazioni infondate di poter mentire o imbrogliare o di non aver detto le preghiere perfettamente.

16. Preoccupazione di poter essere sacrilego o blasfemo. Esempi: pensieri o immagini intrusivi e inaccettabili relativi a Dio o alla religione. Preoccupazioni di aderire ai principi religiosi, che superano quelle degli altri membri del gruppo religioso di appartenenza.

17. Timori eccessivi di Satana o della possessione demoniaca. Esempi:

paure attivate dalla vernice “Rosso diavolo”, da squadre sportive che contengano nel loro nome la parola “diavolo”, dal numero “666”, da pentacoli.

18. Immagini o pensieri sessuali proibiti o inappropriati. *Esempi: pensieri sessuali indesiderati sui membri della propria famiglia; immagini di comportamenti inaccettabili. *Distinguere dalle parafilie indagando le fantasie.

19. Sperimentare impulsi sessuali indesiderati. *Esempi: preoccupazione di poter perdere il controllo e commettere una violenza sessuale. Sensazione che la propria mano si stia muovendo verso le parti intime di qualcuno, pur in assenza di eccitazione.

*Distinguere dalle parafilie.

20. Preoccupazioni eccessive sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. Esempi: la persona si domanda continuamente se è gay anche se ha tutte le ragioni per credere di essere eterosessuale. *Distinguere dalle reali problematiche relative all’identità sessuale o di genere.

21. Bisogno di simmetria o esattezza. Esempi: certe cose non possono essere toccate o spostate, gli abiti vengono organizzati nei cassetti secondo un ordine

alfabetico, infastidirsi se i quadri non sono diritti o se lo scatolame non è ben allineato.

22. Perfezionismo nell’aspetto o nella cura della persona. Esempi:

preoccupazioni eccessive per l’aspetto degli abiti, le pieghe, la lanugine, i fili pendenti;

infastidirsi se la riga tra i capelli non è perfettamente dritta*. Distinguere dal DOCP.

23. Timore di dire la cosa sbagliata. Esempi: può sembrare che il paziente abbia pensieri che lo bloccano perché sta rivalutando ogni possibile interpretazione di ciò che sta dicendo.

24. Essere eccessivamente infastidito dalle cose che non sembrano essere proprio nel “modo giusto”. Esempi: regolare l’impianto stereo finché non suona proprio nel “modo giusto”; domandare ai familiari di dire le cose proprio nel “modo giusto”; essere eccessivamente infastidito da sensazioni visive, uditive o somatiche di non essere proprio “a posto”.

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25. Bisogno di sapere o ricordare. Esempi: bisogno di ricordare cose insignificanti come numeri di targa, adesivi, slogan pubblicitari, nomi di attori.

26. Bisogno di accumulare o conservare le cose. * Esempi: paura che qualcosa di valore possa essere gettata con i giornali riciclati anche se tutti gli oggetti di valore sono chiusi al sicuro. *Distinguere dagli hobbies e dalle preoccupazioni per gli oggetti di valore economico o affettivo.

27. Timore di perdere oggetti, informazioni o una persona. Esempi: un uomo solitamente razionale, che ha paura di “smarrire” la propria figlia di cinque anni mentre imbuca una lettera; un paziente preoccupato che la propria “essenza” possa essere lasciata dietro di sé quando si alza da una sedia.

28. Timori magici o superstiziosi. Esempi: colori con significati speciali (il nero connesso alla morte, il rosso associato al sangue e alle ferite), gatti neri, calpestare le crepe del marciapiede, numeri fortunati e sfortunati, rimanere incinta andando in piscina.

29. Suoni, parole o musica intrusivi e privi di senso. Esempi: canzoni o musica senza un particolare significato, che risuonano di continuo in testa come un disco rotto.

COMPULSIONI

30. Igiene eccessiva o ritualizzata. Esempi: lavarsi le mani come un chirurgo che si prepara alla sala operatoria, utilizzare detergenti aggressivi o acqua molto calda, fare lunghe docce ritualizzate; eccessiva pulizia dei denti o rituali eccessivi di toilette.

31. Pulizia degli arredi di casa, di oggetti o di animali domestici. Esempi:

pavimenti tenuti così puliti che ci si potrebbe mangiare; passare l’aspirapolvere troppo a lungo; lavaggio quotidiano e approfondito dei tappetini dell’auto.

32. Controllare serrature, fornelli, elettrodomestici, freni a mano, rubinetti, ecc. Esempi: controllare che le porte siano chiuse, il fornello sia spento, gli elettrodomestici staccati dalla presa.

33. Controllare che non sia accaduto o non possa accadere qualcosa di terribile. Esempi: assicurarsi di non aver investito un pedone o non aver lasciato aperto l’armadietto che contiene sostanze tossiche, ecc.

34. Controllare di non aver commesso errori. Esempi: compiti scolastici, conteggio dei soldi, scrittura.

35. Controlli associati alle ossessioni somatiche.* Esempi: esplorare ripetutamente l’inguine per verificare la presenza di un’ernia; scrutare la pelle alla ricerca di segnali di tumore, controllo eccessivo delle ghiandole linfatiche. *Distinguere dall’ipocondria.

36. Bisogno di ripetere azioni comuni o di attraversamento. Esempi: attraversare una porta, oltrepassare la frontiera di stato; bloccarsi nel tentativo di entrare in un edificio.

Rituali di fare/non fare qualcosa: mettere/togliere gli abiti, accendere più volte una sigaretta, accendere/spegnere l’auto, sedersi/alzarsi da una sedia, salire/scendere le scale devono essere ripetuti un certo numero di volte.

37. Comportamenti per la ricerca di equilibrio.* Esempi: un movimento della parte destra del corpo deve essere bilanciato dallo stesso movimento della parte sinistra; sistemare l’altezza delle calze, la tensione dei lacci delle scarpe, strappare o tagliare i capelli per ottenere simmetria. *Distinguere dalla tricotillomania, in cui i capelli non vengono strappati per un motivo specifico.

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38. Rileggere* o riscrivere. Esempi: dubbi su ciò che si è appena letto, le lettere scritte devono sembrare perfette. Distinguere dalla *dislessia.

39. Compulsioni di conteggio. Esempi: contare cose come le mattonelle del pavimento o delle pareti, i libri nella libreria, le parole in una frase.

40. Attività ritualizzate nella vita quotidiana. Esempi: dover sistemare gli abiti in un certo ordine, poter andare a letto solo dopo aver eseguito un’elaborata serie di passaggi, lavarsi i denti in modo ritualizzato.

41. Rituali religiosi eccessivi. Esempi: ripetere preghiere o passaggi della Bibbia uno smisurato numero di volte.

42. Compulsioni di ordine o di sistemazione. Esempi: raddrizzare gli oggetti impilati su una scrivania o sistemare libri in una libreria.

43. Ripetere ciò che qualcun altro ha detto.* Esempi: una parola, una frase o un suono. *Distinguere dall’ecolalia della Sindrome di Tourette.

44. Chiedere rassicurazioni. Esempi: domandare ripetutamente al consorte se ha svolto correttamente un rituale.

45. Comportamenti alimentari ritualizzati.* Esempi: preparare o mangiare il cibo in un modo particolare o seguendo un ordine specifico per evitare una conseguenza temuta, diversa dall’aumento di peso, tipica dell’*Anoressia nervosa.

46. Conservare o raccogliere oggetti inutili.* Esempi: ammucchiare vecchi giornali, accumulare oggetti inutili; la casa può diventare un percorso a ostacoli con mucchi di rifiuti.

*Distinguere dagli hobby e dalle attenzioni per oggetti di valore economico o affettivo.

47. Raccogliere oggetti che molte persone ignorerebbero. Esempi: frammenti di vetro rotto, unghie, pezzi di carta con scritte, spilli.

48. Controllare di non aver perso le proprie cose. Esempi: frugare nell’immondizia, rituali per separare i rifiuti dagli oggetti che potrebbero essere accidentalmente persi durante il lavaggio dei piatti della cena; non gettare via sacchi dell’aspirapolvere usati o la lettiera del gatto; controllare ripetutamente il portafoglio o il taccuino per assicurarsi di non aver smarrito qualcosa, riaprire le lettere prima di spedirle.

49. Comprare molti oggetti non necessari. Esempi: acquistare 20 ombrelli, 100 confezioni di palline di naftalina, ecc. *Può non essere un sintomo di DOC, a meno che il comportamento non sia eccessivo (es., sprecare molto denaro, o avere armadi colmi di oggetti non necessari).

50. Bisogno di dire, domandare o confessare cose. Esempi: confessare scorrettezze o peccati non commessi; sentire il bisogno di descrivere ogni dettaglio in modo che niente venga omesso; ripetere la stessa domanda in modi diversi per assicurarsi che sia stata compresa.

51. Bisogno di continuare un’azione fino a sentirla fatta proprio nel “modo giusto”. Esempi: sistemare i sedili dell’auto, raddrizzare i quadri, sistemare i fogli sul tavolo, non mollare una stretta di mano, finché non si avverte un segnale interno che è OK.

Non si hanno specifiche conseguenze temute in mente.

52. Bisogno di toccare, picchiettare o strusciarsi*. Esempi: impulso di toccare o far scorrere le dita su superfici o bordi, di sfiorare altre persone; picchiettare con le dita un certo numero di volte; strusciarsi su materiali morbidi. Può essere difficile distinguerlo dai complessi tic motori della *Sindrome di Tourette.

53. Fissare o sbattere le palpebre in modo ritualizzato*. Può essere difficile distinguerlo dai tic motori della *Sindrome di Tourette. Se il paziente riferisce di dover fissare o ammiccare un certo numero di volte per neutralizzare un’ossessione, considerarla come una compulsione.

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54. Comportamenti superstiziosi. Esempi: non calpestare le crepe del marciapiede, sputare dopo aver avuto un pensiero indesiderato; assicurarsi che le frasi non contengano mai tredici parole; farsi il segno della croce prima di comporre numeri telefonici ritenuti negativi.

55. Rituali mentali (diversi dal controllo o dal conteggio). Esempi: pronunciare sottovoce preghiere o parole senza senso per neutralizzare pensieri indesiderati.

56. Lentezza pervasiva. Diffusa difficoltà nell’iniziare, eseguire e concludere un’ampia gamma di attività abituali. In casi estremi, è possibile non essere in grado di completare certi compiti senza un’assistenza e rimanere “paralizzati”. *Distinguere dalla lentezza psicomotoria secondaria alla depressione o da un disturbo primario della motricità.

57. Evitamenti ritualizzati. Esempi: pianificare un percorso sulla mappa per restare almeno a un chilometro di distanza dalle industrie chimiche.

58. Precauzioni per evitare il contatto con agenti contaminanti o altri oggetti temuti. Esempi: indossare guanti di gomma, non stringere la mano ad altri, mantenere una mano pulita e una sporca, non avvicinarsi a nessuno che sembra avere una ferita, non sedersi su una sedia che ha una macchia rossa (che potrebbe essere sangue).

Evitamento

59. Evitare di fare cose, di andare in certi luoghi o di stare con qualcuno a causa delle ossessioni.

60. Evitare il contatto con oggetti o persone contaminate.

61. Evitare di maneggiare oggetti taglienti o pericolosi, di manovrare veicoli o macchinari, per il timore di poter danneggiare gli altri.

62. Evitare il contatto con persone, bambini o animali a causa dei propri impulsi indesiderati.

63. Evitare di parlare o scrivere ad altri per timore di dire o scrivere la cosa sbagliata.

64. Evitare di guardare la TV, di ascoltare la radio o di leggere il giornale per proteggersi da informazioni disturbanti.

65. Evitare di fare acquisti per il timore di comprare cose in eccesso di cui non si ha bisogno.

66. Evitare di fare cose, di andare in certi luoghi o di stare con persone che innescherebbero rituali lunghi o impegnativi (es., lavarsi, vestirsi ecc.).

67. Evitare di leggere o scrivere perché ciò potrebbe innescare dei rituali (es., rileggere, riscrivere).

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LISTA DEI SINTOMI PRINCIPALI

Ossessioni:

1.

2.

3.

Compulsioni:

1.

2.

3.

Evitamenti:

1.

2.

3.

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"Adesso le farò alcune domande relative ai suoi pensieri ossessivi." [Fare riferimento alle specifiche ossessioni del paziente].

1. TEMPO OCCUPATO DAI PENSIERI OSSESSIVI

D: “Quanto del suo tempo è occupato dai pensieri ossessivi?” [Quando si verificano brevi ossessioni o intrusioni intermittenti può essere difficile valutare il tempo da esse occupato in termini di ore totali. In questi casi, valutare per primo l’item n. 2, può aiutare a identificare una risposta più appropriata all’item n. 1. Assicurarsi di escludere la rimuginazione e le preoccupazioni che, a differenza delle ossessioni, sono egosintoniche e razionali – seppure eccessive.]

0 = Nessuno.

1 = Lieve, meno di un’ora al giorno.

2 = Moderato, da una a tre ore al giorno.

3 = Grave, più di tre e fino a otto ore al giorno.

4 = Molto grave, più di otto e fino a dodici ore al giorno.

5 = Estremo, più di dodici ore al giorno, con intrusioni costanti o quasi costanti.

2. INTERVALLO DI TEMPO LIBERO DALLE OSSESSIONI

D: “Mediamente, quanto è lungo il periodo di tempo continuativo in cui è libero dai pensieri ossessivi?” [Considerare soltanto il tempo in cui è sveglio. Si può anche chiedere: “Quanto spesso si presentano i pensieri ossessivi?”]

0 = Nessun sintomo.

1 = Lungo intervallo libero dai sintomi, più di 8 ore consecutive al giorno libere dai sintomi.

2 = Intervallo libero dai sintomi moderatamente lungo, più di 3 e fino a 8 ore consecutive al giorno libere dai sintomi.

3 = Breve intervallo libero dai sintomi, da 1 a 3 ore consecutive al giorno libere dai sintomi.

4 = Intervallo libero dai sintomi molto breve, da meno di 1 ora consecutiva al giorno fino a qualche minuto libero dai sintomi; la libertà dai sintomi si misura in minuti.

5 = Intervallo libero dai sintomi estremamente breve (o nessuno), sintomi costanti o quasi costanti (meno di un minuto libero dai sintomi); la libertà dai sintomi si misura in secondi. Può sperimentare solo sollievi momentanei.

3. GRADO DI CONTROLLO SUI PENSIERI OSSESSIVI

D: “Quanto controllo ha sui suoi pensieri ossessivi? Quanto riesce a interromperli o a ignorarli?

E’ in grado di trascurarli? ” 0 = Controllo completo.

1 = Molto controllo, di solito riesce a interrompere o a ignorare le ossessioni.

2 = Controllo moderato, spesso è in grado di interrompere o ignorare le ossessioni con un po’ di sforzo o concentrazione.

3 = Un qualche controllo, talvolta è in grado di interrompere o ignorare le ossessioni.

4 = Controllo scarso o minimo, raramente è in grado di interrompere o ignorare le ossessioni, può distogliere l’attenzione con difficoltà.

5 = Nessun controllo, i pensieri ossessivi sono vissuti come completamente involontari, raramente è in grado di lasciarli scorrere anche solo momentaneamente.

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4. SOFFERENZA ASSOCIATA AI PENSIERI OSSESSIVI

D: “Quanta sofferenza le provocano i suoi pensieri ossessivi?” [Nella maggior parte dei casi, la sofferenza è identificata con l’ansia; tuttavia, i pazienti possono riferire che le loro

ossessioni sono "disturbanti” o “sconvolgenti”, ma negare l’"ansia”. Valutare solo il disagio che sembra essere generato dalle ossessioni, non l’ansia generalizzata o l’ansia associata ad altre condizioni.]

0 = Nessuna.

1 = Lieve, leggermente fastidiosa.

2 = Moderata, definita come fastidiosa, ma gestibile.

3 = Grave, talvolta o spesso i pensieri sono molto disturbanti e difficili da gestire.

4 = Molto grave, la maggior parte se non tutti i pensieri sono molto fastidiosi e difficili da gestire.

5 = Estrema, disagio opprimente o debilitante ogni volta che si presenta un pensiero.

5. INTERFERENZA DEI PENSIERI OSSESSIVI

D: “Quanto interferiscono i suoi pensieri ossessivi con il suo funzionamento sociale, scolastico o lavorativo?” [Se attualmente non lavora (o non frequenta la scuola), valutare quanto la prestazione sarebbe compromessa se il paziente lavorasse (o studiasse).] “Ha mai evitato di fare qualcosa, di andare in un posto o di stare con qualcuno a causa delle sue ossessioni?”

[Valutare l’impatto dell’evitamento sul funzionamento.]

0 = Nessuno. Alcun evitamento intenzionale.

1 = Lieve, una leggera interferenza con le attività sociali o occupazionali, ma nel complesso la prestazione non è compromessa. Evitamento minimo.

2 = Moderato, chiara interferenza con le prestazioni sociali o occupazionali, ma ancora gestibile. Qualche evitamento.

3 = Grave, provoca una compromissione significativa di uno o più (ma non tutti) i domini (o gli aspetti) del funzionamento; es., va bene a lavoro, ma la vita sociale è sospesa. Molto evitamento, ma almeno un’area di funzionamento è relativamente libera da questo.

4 = Molto grave, causa una significativa comrpomissione di TUTTE le maggiori aree di funzionamento. Conduce un’esistenza estremamente limitata.

5 = Estremo, inabilitante. Può stare chiuso in casa.

"Le prossime domande riguardano le sue compulsioni.” [Fare riferimento ai sintomi specifici del paziente.]

6. TEMPO TRASCORSO A ESEGUIRE COMPORTAMENTI COMPULSIVI

D: “Quanto tempo trascorre a mettere in atto comportamenti compulsivi?” [Quando sono presenti soprattutto rituali che coinvolgono attività della vita quotidiana, domandare:] “Quanto tempo in più, rispetto alla maggior parte delle persone, le è necessario per completare le sue abituali attività a causa dei suoi rituali?” [Quando le compulsioni si presentano come comportamenti brevi o intermittenti, può essere difficile valutare il tempo trascorso a metterle in atto in termini di ore totali. In questi casi, stimare il tempo determinando con che frequenza vengono attuate. Considerare sia il numero di volte in cui le compulsioni vengono messe in atto, sia quanta parte della giornata occupano. Una volta stimata la frequenza, contare le singole occasioni in cui si verificano i comportamenti compulsivi e non il numero delle ripetizioni.

Nella maggior parte dei casi, le compulsioni sono comportamenti osservabili (es., lavaggi di

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mani o rifiutarsi di stringere la mano), ma alcune compulsioni non lo sono (es., preghiere o controlli silenziosi); questi rituali mentali devono essere valutati come si farebbe per le compulsioni manifeste. L’“evitamento attivo” (es., assumere comportamenti governati da regole che assicurano una minima distanza “di sicurezza” dalle zone contaminate, o indossare un guanto per mantenere pulita la propria mano), al pari delle compulsioni, può manifestarsi con azioni distinte, misurabili in termini di ore o di frequenza e deve essere incluso nella valutazione di questo item.

L’“evitamento passivo”, invece, può essere difficile da quantificare temporalmente; tuttavia, il suo legame con le compulsioni e l’impatto che ha sul disagio e il funzionamento individuale, può essere misurato rispettivamente con gli item 9 e 10.

0 = Nessuno.

1 = Lieve, trascorre meno di 1 ora al giorno a mettere in atto rituali compulsivi o li esegue occasionalmente.

2 = Moderato, trascorre da 1 a 3 ore al giorno a mettere in atto comportamenti compulsivi o esegue frequentemente.

3 = Grave, trascorre più di 3 ore e fino a 8 ore al giorno a mettere in atto comportamenti compulsivi o li esegue molto frequentemente.

4 = Molto grave, trascorre più di 8 ore e fino a 12 ore al giorno a mettere in atto

comportamenti compulsivi; la maggior parte del tempo in cui è sveglio, è occupato dai rituali.

5 = Estremo, trascorre più di 12 ore al giorno a mettere in atto comportamenti compulsivi o esegue rituali costantemente o quasi.

7. RESISTENZA VERSO LE COMPULSIONI

D: “Quanto sforzo compie per resistere alle compulsioni?” [Valutare soltanto lo sforzo messo in atto per resistere e non il successo o il fallimento nell’effettivo controllo delle

compulsioni. Quanto il paziente fa resistenza alle compulsioni può o meno correlare con la sua capacità di controllarle. Notare che questo item non misura direttamente la gravità delle compulsioni; piuttosto, valuta una manifestazione di salute, ad es., lo sforzo che il paziente fa per contrastare le compulsioni. Di conseguenza, più il paziente prova a resistere, meno danneggiato risulta questo aspetto del suo funzionamento. Se le compulsioni sono minime, il paziente può non percepire il bisogno di resistervi. In questi casi, dovrebbe essere assegnato un punteggio pari a "0".]

0 = Si sforza di resistere sempre, o i sintomi sono così lievi che non c’è bisogno di opporsi attivamente.

1 = Tenta di resistere la maggior parte delle volte.

2 = Compie uno sforzo moderato per resistere.

3 = Compie qualche sforzo per resistere.

4 = Cede a quasi tutte le compulsioni senza tentare di controllarle, ma lo fa con qualche esitazione.

5 = Cede completamente a tutte le compulsioni, percepite quasi come involontarie.

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8. GRADO DI CONTROLLO SUI COMPORTAMENTI COMPULSIVI

D: “Quanto è forte l’impulso a mettere in atto le compulsioni?” [Pausa] “Quanto controllo ha sui suoi comportamenti?” [A differenza dell’item precedente sulla resistenza, questo misura direttamente il successo o il fallimento nel controllare le compulsioni.]

0 = Controllo completo.

1 = Molto controllo; di solito riesce a resistere alle compulsioni.

2 = Controllo moderato; ha l’impulso a mettere in atto il comportamento, ma spesso è in grado di controllarlo.

3 = Un certo controllo; ha un forte impulso a mettere in atto i comportamenti e talvolta riesce a controllarli.

4 = Controllo scarso o minimo; raramente è in grado di interrompere i comportamenti, che una volta avviati devono essere portati a termine; riesce soltanto a rimandarli con difficoltà.

5 = Nessun controllo; ha l’impulso a portare a termine le compulsioni sentite come completamente involontarie e dominanti; raramente è in grado di rimandare l’azione anche se per poco tempo.

9. DISAGIO SE IL COMPORTAMENTO COMPULSIVO (O L’EVITAMENTO) FOSSE IMPEDITO

D: “Come si sentirebbe se le impedissero di eseguire le sue compulsioni?” [Pausa] “Quanto si sentirebbe a disagio?” [Valutare il grado di disagio che il paziente sperimenterebbe se la messa in atto del rituale fosse impedita o improvvisamente interrotta senza rassicurazioni.

Come le compulsioni, le manovre di evitamento possono ridurre il disagio; al contrario, obbligare al confronto con gli oggetti evitati può provocare disagio. Porre domande simili alla seguente sull’evitamento:] “Come si sentirebbe se non le fosse permesso di evitare?”

[Nella maggior parte dei casi, ma non in tutti, l’esecuzione delle compusioni riduce l’ansia.

In altri casi, le compulsioni stesse possono essere una fonte di disagio quando sono

impegnative e pressanti; possono anche essere dolorose, come nel caso di lavaggi con acqua bollente. In questi casi, la sofferenza o il disagio indotti dalle compulsioni possono essere presi in considerazione quando si valuta questo item. A parte per questi ultimi aspetti, questo item può essere considerato come una misura indiretta di quanto l’individuo dipenda dalle compulsioni o dall’evitamento per mantenere il disagio sotto controllo.]

0 = Nessuno.

1 = Lieve; diventa solo leggermente ansioso se le compulsioni (o gli evitamenti) vengono impediti.

2 = Moderato; riferisce un netto aumento dell’ansia, che rimane gestibile se le compulsioni (o gli evitamenti) sono impedite.

3 = Grave; sperimenta un marcato livello di ansia se sono impedite certe compulsioni (o evitamenti).

4 = Molto grave; sperimenta un marcato di livello di ansia se quasi qualunque compulsione (o evitamento) sia impedita.

5 = Estremo; è sopraffatto dall’ansia per qualsiasi tentativo di posticipare o modificare le compulsioni (o gli evitamenti).

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10. INTERFERENZA DOVUTA ALLE COMPULSIONI

D: “Quanto interferiscono i suoi comportamenti compulsivi con il suo funzionamento sociale, scolastico o lavorativo?” [Se attualmente non lavora (o non frequenta la scuola), valutare quanto la prestazione sarebbe compromessa se il paziente lavorasse (o studiasse).] “Ha mai evitato di fare qualcosa, di andare in un posto o di uscire per la preoccupazione di scatenare le compulsioni?” [Valutare l’impatto dell’evitamento sul funzionamento.

Un esempio di evitamento rilevante per la valutazione delle compulsioni è lasciare gli abiti sporchi appesi invece di intraprendere lunghi ed estenuanti rituali di lavaggio impossibili da interrompere.]

0 = Nessuno. Non c’è alcun evitamento intenzionale.

1 = Lieve, c’è una leggera interferenza con le attività sociali o occupazionali, ma nel complesso la prestazione non è compromessa. Minimo evitamento.

2 = Moderato, c’è una chiara interferenza con le prestazioni sociali e occupazionali, ma ancora gestibile. Qualche evitamento.

3 = Grave, provoca una compromissione significativa di uno o più (ma non tutti) i domini (o gli aspetti) del funzionamento; es., va bene a lavoro, ma la vita sociale è sospesa. A volte le compulsioni sono visibili a un osservatore attento. Molto evitamento, ma almeno un’area di funzionamento è relativamente libera da questo.

4 = Molto grave, causa una significativa compromissione in TUTTI i domini del

funzionamento; ad es. nelle prestazioni sociali, familiari o lavorative/scolastiche. Le compulsioni sono molto difficili da nascondere e spesso sono evidenti agli altri.

Conduce un’esistenza strettamente limitata.

5 = Estremo, inabilitante. I comportamenti anomali sono pressoché impossibili da nascondere. Può stare chiuso in casa.

[Gli item rimanenti si riferiscono sia alle ossessioni che alle compulsioni. Le risposte a queste domande non vengono incluse nel punteggio totale della Y-BOCS-II. Nella maggior parte degli studi clinici, l’item 11 (Insight) dovrebbe essere valutato soltanto all’inizio e al termine del periodo di studio, non a ogni incontro.]

11. INSIGHT VERSO LE OSSESSIONI E LE COMPULSIONI

D: “Pensa che le sue preoccupazioni o i suoi comportamenti siano ragionevoli?” [Pausa] “Cosa crede che accadrebbe se non mettesse in atto le compulsioni? E’ convinto che accadrebbe davvero qualcosa?” [Valutare l’insight del paziente nei confronti dell’insensatezza o dell’

eccessività delle sue ossessioni basandosi sulle credenze manifestate durante l’intervista.]

0 = Insight eccellente, pienamente razionale.

1 = Insight buono. Riconosce con facilità l’assurdità o l’eccessività dei pensieri o dei

comportamenti ma non appare del tutto convinto che non vi sia qualcosa, oltre l’ansia, di cui preoccuparsi (es., ha dubbi persistenti).

2 = Insight discreto. Ammette con riluttanza che i pensieri o i comportamenti siano irragionevoli o eccessivi, ma è incerto. Può avere alcune paure irrealistiche, ma non convinzioni stabili.

3 = Insight scarso. Sostiene che i pensieri e i comportamenti non siano irragionevoli o eccessivi, ma riconosce la validità delle prove contrarie (es., presenta idee

sopravvalutate).

4 = Mancanza di insight, delirante. Del tutto convinto che le preoccupazioni e i comportamenti siano ragionevoli, indifferente alle prove contrarie.

(12)

12. AFFIDABILITA’: Valuta l’affidabilità globale del punteggio ottenuto. I fattori che possono influenzare l’affidabilità includono la collaborazione del paziente e la sua naturale capacità comunicativa. La tipologia e la gravità dei sintomi ossessivo-compulsivi presenti possono interferire con la concentrazione, l’attenzione o la libertà di parlare spontaneamente del paziente (es., il contenuto di alcune ossessioni può portare il paziente a scegliere le sue parole molto accuratamente).

0 = Eccellente, nessun motivo per sospettare l’inaffidabilità delle informazioni 1 = Buona, sono presenti elementi che possono influenzare negativamente

l’affidabilità

2 = Discreta, sono presenti elementi che riducono nettamente l’affidabilità 3 = Scarsa, affidabilità molto bassa

[Gli items 13 e 14 si riferiscono alla gravità globale del disturbo. L’esaminatore è invitato a considerare il funzionamento globale e non solo la gravità dei sintomi ossessivo-

compulsivi.]

13. GRAVITA’ GLOBALE: Giudizio dell’esaminatore sulla gravità globale del disturbo del paziente. Valutata da 0 (nessun disturbo) a 6 (il paziente più grave mai visto). [Considerare il grado di disagio riportato dal paziente, i sintomi osservati e la compromissione del funzionamento riferita. Il suo giudizio è necessario sia nel ponderare al meglio queste informazioni, sia nel valutare l’affidabilità e l’accuratezza dei dati ottenuti e dovrebbe basarsi sulle informazioni raccolte durante l’intervista.]

0 = Nessun disturbo

1 = Disturbo lieve, dubbio o transitorio; nessuna compromissione del funzionamento

2 = Sintomi lievi, leggera compromissione del funzionamento 3 = Sintomi moderati, funziona a fatica

4 = Sintomi moderati-gravi, funzionamento limitato

5 = Sintomi gravi, funziona prevalentemente con assistenza 6 = Sintomi molto gravi, completamente non funzionante

14. MIGLIORAMENTO GLOBALE: Valutare se, a suo parere, il miglioramento globale rispetto alla valutazione iniziale sia dovuto o meno all’effetto del trattamento.

0 = Gravemente peggiorato 1 = Molto peggiorato

2 = Minimamente peggiorato 3 = Nessun cambiamento 4 = Minimamente migliorato 5 = Molto migliorato

6 = Migliorato moltissimo

.

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