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COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO AI SENSI DELLA L.R. 12/2005 E SECONDO I CRITERI DELLA D.G.R.

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COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

AI SENSI DELLA L.R. 12/2005

E SECONDO I CRITERI DELLA D.G.R. n. IX/2616/2011

AGGIORNAMENTO A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI RISCHIO IDRAULICO DEL FIUME ADDA

ai sensi dell’All. 4 della D.G.R. IX/2616/2011 e della D.G.R. X/6738/2017

Milano, ottobre 2019

STUDIO IDROGEOTECNICO S.r.l.

SOCIETÀ DI INGEGNERIA Bastioni di Porta Volta 7 - 20121 Milano

tel. 02/659.78.57 - fax 02/655.10.40

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CF E P.IVA E REGISTRO IMPRESE DI MILANO 09422240961CAPITALE SOCIALE 30.000 I.V.

COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

AI SENSI DELLA L.R. 12/2005

E SECONDO I CRITERI DELLA D.G.R. n. IX/2616/2011

AGGIORNAMENTO A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI RISCHIO IDRAULICO DEL FIUME ADDA

ai sensi dell’All. 4 della D.G.R. IX/2616/2011 e della D.G.R. X/6738/2017

SOMMARIO

PREMESSA ... 2 

SINTESI DEGLI ELEMENTI CONOSCITIVI ... 4 

FATTIBILITA’ GEOLOGICA ... 6 

NORME GEOLOGICHE DI PIANO ... 7 

ARTICOLO1-DEFINIZIONI ... 7 

ARTICOLO2–INDAGINIEDAPPROFONDIMENTIGEOLOGICI ... 15 

ARTICOLO3–CLASSIDIFATTIBILITÀGEOLOGICA ... 16 

ALLEGATI

All. 1: Estratto delle NTA del PAI;

All. 2: Estratto dalla D.G.R. D.g.r. 19 giugno 2017 - n. X/6738

TAVOLE

Tav. 1 - Sintesi degli elementi conoscitivi - scala 1:5000 Tav. 2 - Fattibilità geologica – scala 1:5.000

Tav. 3 - Fattibilità geologica – scala 1:10.000

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1 PREMESSA

Il Comune di Rivolta d’Adda, in data maggio 2019, si è dotato dello studio idraulico di dettaglio “Valutazioni della condizioni di rischio idraulico del Fiume Adda in comune di Rivolta d’Adda, ai sensi dell’Allegato 4 alla D.G.R. IX/2616 del 30/11/2011 e della D.G.R.

X/6738 del 19 giugno 2017” redatto dagli Scriventi, in aggiornamento alla precedente valutazione svolta nel 2004 a supporto del Piano regolatore Comunale (Studio Franzosi).

Le elaborazioni effettuate in questo studio hanno definito il grado di pericolosità idraulica (H) ritenuta adeguata alla caratterizzazione dei fenomeni di esondazione interessanti l'ambito di piana alluvionale del fiume Adda. Sulla base della nuova classificazione della pericolosità, è stata riclassificata, da un punto di vista della fattibilità geologica, la piana alluvionale del fiume Adda.

Regione Lombardia, in data 28/6/2019 (Prot. 10759) ha espresso parere a titolo collaborativo sullo studio idraulico, formulando alcune osservazioni riguardanti la normativa da applicare alle classi di fattibilità 4a e 3a in ragione della loro ricaduta entro le fasce fluviali del PAI e del PGRA in quanto non ancora completato l’iter di variante PAI/PGRA conseguente all’esecuzione delle opere di difesa idraulica.

Il presente documento costituisce l’aggiornamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio per quanto riguarda la fase di proposta e si articola come di seguito descritto:

 Esame della componente geologica, idrogeologica e sismica redatta dal Dott. Geol.

Alberto Soregaroli (aggiornamento maggio 2016) a corredo della variante generale del PGT approvata con Delibera di Consiglio Comunale n. 16 del 19.04.2016;

 Aggiornamento della cartografia di sintesi: la suddivisione del territorio in aree a pericolosità/vulnerabilità desunte dalla precedente componente geologica è stata aggiornata con la nuova classificazione della pericolosità idraulica risultante dallo studio di approfondimento condotto. Operativamente si è proceduto ad una omogeneizzazione della “Carta di sintesi e dei vincoli” vigente con la carta

“Zonazione delle pericolosità idraulica” dello studio idraulico. Gli altri aspetti relativi agli ambiti a vulnerabilità idrogeologica e alle aree antropiche sono stati mantenuti inalterati;

 Aggiornamento della cartografia di fattibilità geologica: è stata aggiornata la fattibilità geologica per l’intero territorio comunale, tenendo in considerazione:

 le osservazioni del parere regionale, ed in particolare:

 gli ambiti ricadenti in fascia B del PAI e in aree P3/H del PGRA, esterni al centro edificato, sono state classificate in classe di fattibilità 4a* con norma di fascia A provvisoria fino all'approvazione della variante PAI/PGRA conseguente alla realizzazione e collaudo delle opere di difesa;

 gli ambiti ricadenti in fascia B del PAI e in aree P3/H del PGRA, esterni al centro edificato, sono stati classificati in classe di fattibilità 4a** con norma di fascia A provvisoria fino all'approvazione della variante PAI/PGRA conseguente alla realizzazione e collaudo delle opere di difesa; all'approvazione della variante PAI/PGRA su tali aree vigerà la classe di fattibilità 3H1;

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 gli ambiti ricadenti in fascia B del PAI e in aree P2/M del PGRA, esterni alo centro edificato, sono state classificate in classe 3a* con norma di fascia B provvisoria fino all'approvazione della variante PAI/PGRA conseguente alla realizzazione e collaudo delle opere di difesa;

 la classificazione di fattibilità geologica delle rimanenti porzioni del territorio comunale, desunte dalla componente geologica vigente, apportando alcuni aggiornamenti ai fini di renderla conforme alla Tabella 1 – classi di ingresso della D.G.R. IX/2616/2011.

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2 SINTESI DEGLI ELEMENTI CONOSCITIVI

La classificazione del territorio che sintetizza le conoscenze emerse dalla fase di analisi, illustrata in Tav. 1 (Sintesi degli elementi conoscitivi), è stata desunta dalla “Carta di sintesi e dei vincoli” della componente geologica vigente e dalla Zonazione della pericolosità idraulica elaborata nello studio idraulico. Tale tavola fornisce la rappresentazione di ambiti con omogenee caratteristiche dal punto di vista geologico, geomorfologico, geologico-tecnico e di pericolosità / vulnerabilità idraulica ed idrogeologica.

Sulla base delle categorie di ambiti indicati dal paragrafo 2.2 della D.G.R. IX/2616/2011, di seguito si riportano gli elementi/aree presenti nella tavola e condizionanti le trasformazioni d’uso del territorio. Si evidenzia che non sono stati considerate le fasce di rispetto sui corsi d’acque e fontanili, né le Zone di rispetto dei pozzi ad uso potabile dell’acquedotto, in quanto vincoli sovraordinati.

AREE ED ELEMENTI VULNERABILI DAL PUNTO DI VISTA IDRAULICO

Reticolo idrografico: sono stati riportati, oltre che al Fiume Adda (reticolo principale), i corsi d’acqua (reticolo minore/bonifica) sui quali vige la fascia di rispetto con vincolo di polizia idraulica. In particolare la fascia di rispetto (individuata nella carta di sintesi e dei vincoli precedente e non riportata nella presente tavola di sintesi) si estende a 5 m da entrambe le sponde dei corsi d’acqua del reticolo idrografico, ridotta a 1,5 m lungo i tratti tombinati interni al centro abitato.

Aree a pericolosità idraulica derivante dallo studio idraulico redatto dallo Scrivente

“Valutazioni della condizioni di rischio idraulico del Fiume Adda in comune di Rivolta d’Adda, ai sensi dell’Allegato 4 alla D.G.R. IX/2616 del 30/11/2011 e della D.G.R. X/6738 del 19 giugno 2017”, a cui si rimanda per gli aspetti di dettaglio.

Le classi di pericolosità definite sono:

 H1: Aree caratterizzate da pericolosità moderata;

 H2: Aree caratterizzate da pericolosità media;

 H3: Aree caratterizzate da pericolosità idraulica elevata compatibilizzabili mediante interventi di difesa adeguati;

 H4: Aree caratterizzate da pericolosità idraulica molto elevata. Le aree comprese in questa classe e che rientrano nel centro edificato sono compatibilizzabili mediante interventi di difesa da prevedersi lungo l'asta fluviale a livello locale (per l'eliminazione di vulnerabilità puntuali quali sponde ribassate rispetto alle geometrie fluviali circostanti e/o presenza di opere interferenti) e o di sistema (vasche di laminazione lungo l'asta fluviale). I primi interventi possono ridurre la frequenza dei fenomeni esondativi, mentre i secondi, già previsti nella pianificazione sovraordinata, porteranno all'eliminazione del rischio di allagamento per le aree edificate.

In Tav. 1 sono state altresì riportate le Fasce Fluviali del PAI – Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico e le Aree allagabili del Piano di Gestione del Rischio di Alluvione.

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AREE ED ELEMENTI VULNERABILI DAL PUNTO DI VISTA IDROGEOLOGICO

Fontanili in quanto “testimonianza storica della cultura materiale dei luoghi e in quanto sistema di elevato valore ecologico e naturalistico”. I fontanili censiti nel territorio comunale di Rivolta d’Adda sono 14 di cui 12 appartenenti all’elenco aggiornato nel 2005 da parte della Provincia di Cremona; gli altri due sono il fontanile Faccendina, appena a valle della cava De Poli (ATEg1), ed il fontanile Merlotello, a sud della cascina Falconetta, nel settore meridionale del territorio comunale di Rivolta d’Adda.

Per essi non sono consentite opere di urbanizzazione e di nuova edificazione per un raggio di 50 metri dalla testa del fontanile e per una fascia di 10 metri su entrambi i lati lungo i primi 200 metri dell’asta. Per il fontanile Lagazzo, ubicato all’interno del centro abitato, le fasce di rispetto sono ridotte rispettivamente da 50 a 10 m e da 10 a 5 m.

Aree ad elevata vulnerabilità idrogeologica per emergenza della falda acquifera (in corrispondenza del lago di cava e dei fontanili).

Areale a vulnerabilità idrogeologica alta: tutto il territorio comunale è stato classificato ad alto grado di vulnerabilità dell’acquifero superficiale per la ridotta presenza di coperture superficiali a protezione dell’acquifero;

Geosito 01 “Vallecole tra Rivolta d’Adda e Agnadello” (art. 22.c.3 delle Norme del Piano Territoriale Regionale PTR; art. 16.1 delle Norme del PTCP): livello di tutela 1.

Nuovo argine realizzato e collaudato a difesa dell’abitato di Rivolta d’Adda. L’Agenzia Interregionale per il fiume Po ha realizzato in sinistra Adda un’arginatura a difesa dell’abitato di Rivolta d’Adda dalle esondazioni del fiume Adda, secondo le evidenze che emersero in seguito al disastroso evento del 26 novembre 2002, durante il quale – a causa della rottura per sormonto e tracimazione dell’argine privato della cascina Faccendina – le acque di piena giunsero in paese da nord, dopo aver superato la strada provinciale.

Zona di ricarica dei pozzi pubblici ad uso idropotabile

AREE DI PARTICOLARE RILEVANZA GEOMORFOLOGICA

Orlo di terrazzo morfologico significativo definito da scarpate secondarie soggette a regime di tutela in quanto “emergenze morfologico-naturalistiche che, in rapporto alla loro evidenza percettiva”; per essi vige una fascia di rispetto di 10 m misurata dal ciglio e dal piede (art. 16.4 delle NdA del PTCP).

Il territorio di Rivolta d’Adda è attraversato da nord a sud da una scarpata d’erosione secondaria che segna il passaggio dal terrazzo medio-recente a quello antico rappresentando, di fatto, anche il limite di area soggetta ad allagamento per esondazione del fiume Adda.

Essa costituisce un elemento di interesse paesistico anche in rapporto alla sua evidenza percettiva in quanto emergenze morfologico-naturalistica soprattutto nei tratti esterni al

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centro abitato, mentre all’interno dello stesso perde i suoi connotati a causa dell’urbanizzazione e dell’edificazione.

Scarpate secondarie individuate sulla tavola delle "Tutele e salvaguardie" del PTCP (variante 2013) ma che non trovano significativo riscontro sul campo (linea tratteggiata).

AREE DI MODIFICAZIONE ANTROPICA

Ambito Territoriale Estrattivo Ate g1 del Nuovo Piano Cave Provinciale PPC vigente (approvato con D.c.r. 25 ottobre 2016 - n. X/1278), in località Monfalcone, con aree impianti, stoccaggio e strutture varie a servizio dell’attività estrattiva.

Ex discarica in località Zita e area con cumuli di materiale di varia natura e provenienza lungo la s.p. 90. Si tratta dell’area dell’ex discarica sita in un’ampia area nella golena del fiume Adda, presso C.na Zita, si rinvengono numerosi ed estesi cumuli di materiale di varia origine e provenienza, depositato tra gli anni ’70 e’80 ed oggi ricoperto da una fitta vegetazione costituita da essenze arboree ed arbustive. E’ altresì presente un’area ristretta lungo la s.p. 90 con cumuli di materiale di varia natura e provenienza.

3 FATTIBILITA’ GEOLOGICA

La suddivisione delle aree dal punto di vista della pericolosità idraulica effettuata in Tav.

1 è stata ricondotta a diverse classi di fattibilità geologica, individuate in Tavv. 2 (1:5.000) e 3 (1:10.000), in ordine alle limitazioni e destinazioni d’uso del territorio, secondo quanto prescritto dalla D.G.R. 30 novembre 2011 n. IX/2616 – Aggiornamento dei “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell’art. 57, comma 1, della l.r.

11 marzo 2005, n. 12” approvati con D.G.R. 22 dicembre 2005, n. 8/1566 e successivamente modificati con d.g.r. 28 maggio 2008 n. 8/7374.

Per l’intero territorio comunale, l’azzonamento prioritario per la definizione della carta della fattibilità geologica ha considerato le problematiche specifiche di ciascuna area condizionanti le trasformazioni d’uso del territorio, ed in particolare:

- l’individuazione di aree vulnerabili dal punto di vista idraulico, per fenomeni di esondazione da parte del Fiume Adda;

- l’individuazione di aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico, quali fontanili ed aree a vulnerabilità elevata/alta;

- la presenza di aree che hanno subito sostanziali modifiche antropiche (Ambito Territoriale Estrattivo, ex aree di discarica) da sottoporre a verifiche ambientali e/o bonifica.

La tavola di fattibilità allegata al presente aggiornamento è derivata dall'unione della carta di fattibilità vigente con la zonazione della pericolosità idraulica desunta dallo studio idraulico di dettaglio. La descrizione/normativa geologica delle classi di fattibilità riprende pertanto sia la relazione dello studio idraulico, sia il testo delle norme geologiche di piano della componente geologica vigente (vedi art. 3 – classi di fattibilità geologica).

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Si evidenzia che, rispetto alle classi di fattibilità geologica della precedente componente geologica, non è stata considerata la sottoclasse relativa alle Zone di Rispetto dei pozzi ad uso idropotabile (3l) in quanto costituenti un vincolo sovraordinato normato dall’art. 94, comma 4 del D.Lgs. 152/05 e dalla D.G.R. 7/12693/2003. Inoltre la sottoclasse 3h relativa al perimetro del’ATEg1 è stata interamente riassorbita nelle classi a rischio idraulico (classe 4a e 3a).

4 NORME GEOLOGICHE DI PIANO ARTICOLO1-DEFINIZIONI

Rischio: entità del danno atteso in una data area e in un certo intervallo di tempo in seguito al verificarsi di un particolare evento.

Elemento a rischio: popolazione, proprietà, attività economica, ecc. esposta a rischio in una determinata area.

Vulnerabilità: attitudine dell’elemento a rischio a subire danni per effetto dell’evento.

Pericolosità: probabilità di occorrenza di un certo fenomeno di una certa intensità in un determinato intervallo di tempo ed in una certa area.

Dissesto: processo evolutivo di natura geologica o idraulica che determina condizioni di pericolosità a diversi livelli di intensità.

Pericolosità sismica locale: previsione delle variazioni dei parametri della pericolosità di base e dell’accadimento di fenomeni di instabilità dovute alle condizioni geologiche e geomorfologiche del sito; è valutata a scala di dettaglio partendo dai risultati degli studi di pericolosità sismica di base (terremoto di riferimento) e analizzando i caratteri geologici, geomorfologici e geologico-tecnici del sito. La metodologia per la valutazione dell’amplificazione sismica locale è contenuta nell’Allegato 5 alla d.g.r. 30 novembre 2011 n. IX/2616 “Analisi e valutazione degli effetti sismici di sito in Lombardia finalizzate alla definizione dell’aspetto sismico nei piani di governo del territorio”.

Vulnerabilità intrinseca dell’acquifero: insieme delle caratteristiche dei complessi idrogeologici che costituiscono la loro suscettività specifica ad ingerire e diffondere un inquinante idrico o idroveicolato.

Studi ed indagini preventive e di approfondimento: insieme degli studi, rilievi, indagini e prove in sito e in laboratorio, commisurate alla importanza ed estensione delle opere in progetto e alle condizioni al contorno, necessarie alla verifica della fattibilità dell’intervento in progetto, alla definizione del modello geotecnico del sottosuolo e a indirizzare le scelte progettuali ed esecutive per qualsiasi opera/intervento interagente con i terreni e con le rocce, ottimizzando la progettazione sia in termini di costi che di tempi.

Gli studi e le indagini a cui si fa riferimento sono i seguenti:

 Indagini geognostiche (IGT): indagini con prove in sito e laboratorio, comprensive di rilevamento geologico di dettaglio, assaggi con escavatore, prove di resistenza alla penetrazione dinamica o statica, indagini geofisiche in foro, indagini geofisiche di superficie, caratterizzazione idrogeologica ai sensi del D.M. 17 gennaio 2018 – Aggiornamento “Norme tecniche per le costruzioni”.

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 Le indagini geognostiche dovranno comprendere la Relazione geologica/geotecnica, i cui contenuti sono di seguito descritti:

 1a) Opere d’edilizia residenziale privata: definizione del modello geologico e geotecnico del sottosuolo, analisi dei dati piezometrici locali al fine di prevedere eventuali interferenze con le fondazioni e le strutture in progetto. Classificazione dei suoli di fondazione, determinazione dell’azione sismica di progetto, dei caratteri d’esercizio specifici delle opere di fondazione e dei cedimenti indotti in rapporto alle sollecitazioni limite, secondo quanto disposto dal D.M. 17/01/2018.

 1b) Opere d’edilizia pubblica e edifici strumentali: definizione del modello geologico e geotecnico del sottosuolo; entro la profondità d’influenza delle fondazioni analisi della soggiacenza della falda con particolare riferimento ai livelli massimi piezometrici desunti dalla documentazione tecnica e bibliografica esistente. Classificazione dei suoli di fondazione, determinazione dell’azione sismica di progetto, dei caratteri d’esercizio specifici delle opere di fondazione e dei cedimenti indotti in rapporto alle sollecitazioni limite, secondo quanto disposto dal D.M. 14/01/2008.

 1c) Piani di lottizzazione - Tipologie riconducibili al precedente punto 1a:

definizione del modello geologico, geotecnico e sismico dell’area, determinazione della categoria dei suoli di fondazione; analisi della soggiacenza della falda con particolare riferimento ai livelli massimi piezometrici desunti dalla documentazione tecnica e bibliografica esistente; indicazione d’eventuali limitazioni esistenti (terreni superficiali scadenti, difficoltà di drenaggio, falda troppo superficiale,...) in relazione alle opere di fondazione ed alla tipologia delle strutture previste.

Piani di lottizzazione - Tipologie riconducibili al precedente punto 1b: definizione del modello geologico, geotecnico e sismico dell’area, determinazione della categoria dei suoli di fondazione; analisi della soggiacenza della falda con particolare riferimento ai livelli massimi piezometrici desunti dalla documentazione tecnica e bibliografica esistente; indicazione d’eventuali limitazioni esistenti (terreni superficiali scadenti, difficoltà di drenaggio, falda troppo superficiale,...) in relazione alle opere di fondazione, alla tipologia delle strutture previste ed alla loro funzionalità.

 1d) Nuovi edifici strategici e rilevanti (vedi elenco tipologico di cui al d.d.u.o. n.

19904/03 aggiornato dal d.d.u.o. 22 maggio 2019 - n. 7237):

In aggiunta a quanto stabilito nei punti precedenti, per nuovi edifici strategici e rilevanti (vedi elenco tipologico di cui al d.d.u.o. n. 7237/19) dovrà essere effettuato sempre l’approfondimento sismico di 3° livello in fase progettuale ai sensi dei criteri di cui alla D.G.R. 30 novembre 2011 – n. IX/2616 (in attuazione dell’art. 57, comma 1, della L.R. 11/03/2005 n. 12) o comunque di quella vigente.

1e) Costruzioni in zona agricola: valgono le indicazioni fornite al punti 1a) per l’edilizia residenziale rurale ed al punto 1b) per le strutture agricole (stalle, capannoni, depositi, sili, vasche liquami, ecc.).

 1f) Valutazione di stabilità dei fronti di scavo e dei versanti (SV): valutazione preliminare, ai sensi del D.M. 17 gennaio 2018 – Aggiornamento “Norme tecniche per le costruzioni”, della stabilità dei fronti di scavo o di riporto a breve termine, in assenza di opere di contenimento, determinando le modalità di scavo e le eventuali

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opere provvisorie necessarie a garantire la stabilità del pendio durante l’esecuzione dei lavori. In relazione alla natura litologica dei terreni superficiali ed alle condizioni di soggiacenza della falda, dovranno essere assicurate condizioni di stabilità dei fronti di scavo, legati ad attività edili, per altezze h ≥ 2,0 m previa caratterizzazione geotecnica dei terreni stessi secondo le modalità sopra descritte.

Nei terreni posti in pendio, o in prossimità a pendii, oltre alla stabilità localizzata dei fronti di scavo, deve essere verificata la stabilità del pendio nelle condizioni attuali, durante le fasi di cantiere e nell’assetto definitivo di progetto, considerando a tal fine le sezioni e le ipotesi più sfavorevoli, nonché i sovraccarichi determinati dalle opere da realizzare, evidenziando le opere di contenimento e di consolidamento necessarie a garantire la stabilità a lungo termine.

Le indagini geologiche devono inoltre prendere in esame la circolazione idrica superficiale e profonda, verificando eventuali interferenze degli scavi e delle opere in progetto nonché la conseguente compatibilità degli stessi con la suddetta circolazione idrica.

 Monitoraggio piezometrico (MP): monitoraggio del livello piezometrico e studio storico dell’escursione della falda, al fine di definire la possibile interazione della superficie piezometrica con gli interventi edificatori, sia in fase realizzativa (depressione per getto fondazioni) che di esercizio (sottospinte idrostatiche).

 Recupero morfologico e ripristino ambientale (SRM): studio volto alla definizione degli interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, che consentano di recuperare il sito alla effettiva e definitiva fruibilità per la destinazione d’uso conforme agli strumenti urbanistici.

 Compatibilità idraulica (SCI): studio finalizzato a valutare la compatibilità idraulica delle previsioni degli strumenti urbanistici e territoriali o più in generale delle proposte di uso del suolo, ricadenti in aree che risultino soggette a possibile esondazione secondo i criteri dell’Allegato 4 alla d.g.r. 30 novembre 2011 n. IX/2616 “Procedure per la valutazione e la zonazione della pericolosità e del rischio di esondazione” e della direttiva “Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle fasce A e B” approvata con Deliberazione del Comitato Istituzionale n. 2 dell’11 maggio 1999, aggiornata con deliberazione n. 10 del 5 aprile 2006, come specificatamente prescritto nelle diverse Classi di fattibilità geologica (articolo 3).

 Indagini preliminari sullo stato di salubrità dei suoli (ISS) ai sensi del Regolamento di Igiene comunale (o del Regolamento di Igiene Tipo regionale) e/o dei casi contemplati nel D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia ambientale”: insieme delle attività che permettono di ricostruire gli eventuali fenomeni di contaminazione a carico delle matrici ambientali (suolo, sottosuolo e acque sotterranee).

 Nel caso di contaminazione accertata (superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione – Csc) devono essere attivate le procedure di cui al D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia ambientale”, comprendenti la redazione di un Piano di caratterizzazione (PCA) e il Progetto operativo degli interventi di bonifica (POB) in modo da ottenere le informazioni di base su cui prendere decisioni realizzabili e sostenibili per la messa in sicurezza e/o bonifica del sito.

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Interventi di tutela ed opere di mitigazione del rischio da prevedere in fase progettuale:

complesso degli interventi e delle opere di tutela e mitigazione del rischio, di seguito elencate:

 Opere di regimazione idraulica e smaltimento delle acque meteoriche superficiali e sotterranee; individuazione dell’idoneo recapito finale delle acque nel rispetto della normativa vigente e sulla base delle condizioni idrogeologiche locali (RE)

 Interventi di recupero morfologico e/o di funzione e/o paesistico ambientale (IRM)

 Opere per la difesa del suolo, contenimento e stabilizzazione dei versanti (DS)

 Predisposizione di sistemi di controllo ambientale (CA) per gli insediamenti a rischio di inquinamento da definire in dettaglio in relazione alle tipologie di intervento(piezometri di controllo della falda a monte e a valle flusso dell’insediamento, indagini nel terreno non saturo per l’individuazione di eventuali contaminazioni in atto, ecc.)

 Interventi di bonifica (BO) ai sensi del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia ambientale”, qualora venga accertato uno stato di contaminazione dei suoli

 Collettamento in fognatura degli scarichi fognari e delle acque non smaltibili in loco (CO)

Zona di tutela assoluta dei pozzi a scopo idropotabile: è costituita dall’area immediatamente circostante le captazioni; deve avere un’estensione di almeno 10 m di raggio dal punto di captazione, deve essere adeguatamente protetta e deve essere adibita esclusivamente a opere di captazione e ad infrastrutture di servizio (D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia ambientale”, art. 94, comma 3).

Zona di rispetto dei pozzi a scopo idropotabile: è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta, da sottoporre a vincoli e destinazioni d’uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata e può essere suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata, in relazione alla tipologia dell’opera di captazione e alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa (D.Lgs 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia ambientale”, art. 94, comma 4).

Edifici ed opere infrastrutturali di interesse strategico di cui al d.d.u.o. 22 maggio 2019 n. 7237 “Approvazione elenco tipologie degli edifici e opere infrastrutturali e programma temporale delle verifiche di cui all’art. 2, commi 3 e 4 dell’ordinanza p.c.m. n.

3274 del 20 marzo 2003, in attuazione della d.g.r. n. 14964 del 7 novembre 2003”, aggiornato dal d.d.u.o. 22 maggio 2019 - n. 7237.

Edifici di interesse strategico e opere la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale perle finalità di protezione civile

Gli edifici di interesse strategico la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sono quelli in tutto o in parte ospitanti funzioni di comando, supervisione e controllo delle operazioni di protezione civile in emergenza.

1 - CATEGORIE DI EDIFICI ED OPERE INFRASTRUTTURALI DI COMPETENZA STATALE Tutte quelle di cui all'elenco A del decreto delCapo Dipartimento della Protezione Civile del 21ottobre 2003 "Disposizioni attuative dell'art 2,commi 2-3 e 4 dell'ordinanza del

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Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del20 marzo 2003,recante Primi elementi in materia di criteri generali per Ia classificazione sismica del territorio nazionale e dio normative tecniche perle costruzioni in zona sismica" (pubblicato sulla G.U. n. 252 del 29 ottobre 2003}

2 - CATEGORIE DI EDIFICI ED OPERE INFRASTRUTTURALI DI COMPETENZA REGIONALE Edifici:

a. Edifici destinati a sedi dell’Amministrazione Regionale b. Edifici destinati a sedi dell’Amministrazione Provinciale c. Edifici destinati a sedi di Amministrazioni Comunali d. Edifici destinati a sedi di Comunità Montane *

e. Sale Operative,Centro funzionale e Centri di coordinamento di protezione civile (es.

DI.COMA.C, CCS,COM,COC,UCL,ecc.)

f. Strutture regionali,provinciali e comunali,adibite all'attività logistica per il personale,i materiali e le attrezzature (es. CPE);edifici destinati all'informazione e all'assistenza alla popolazione individuati nei piani provinciali e comunali di protezione civile

g. Edifici ed opere individuate nei piani d’emergenza provinciali e comunali o in altre disposizioni per la gestione dell’emergenza

h. Strutture ospedaliere di ricovero e cura pubbliche e private dotate di DEA di I o ll livello, IRCCS dotati di DEA di I o ll livello, centrali operative del118 e 112 NUE

Opere infrastrutturali

i. Strutture connesse con l'approvvigionamento,il deposito e Ia distribuzione dell'acqua potabile(es. impianti di potabilizzazione,serbatoi,ecc)

j. Dighe e grandi invasi

k. Strutture connesse con Ia produzione,il deposito,il trasporto e Ia grande distribuzione di materiali combustibili e di energia elettrica individuati nei piani di protezione civile, nonchè strutture connesse agli impianti di cogenerazione al servizio di insediamenti urbani e di aree produttive (sono escluse le reti)

l. Strutture quali discariche,inceneritori,impianti di trattamento delle acque reflue,il cui collasso può determinare un'interruzione di pubblico servizio, grave nocumento alla salute dei centri abitati circostanti e/o gravi conseguenze in termini di danni ambientali;

m. Strutture destinate alle comunicazioni e alla trasmissione di dati e informazioni per Ia gestione dell'emergenza,individuate nei piani di protezione civile (sono escluse le reti) n. Autostrade,strade statali e regionali,e relative opere d'arte (ponti,viadotti,gallerie,opere

di contenimento e sostegno,...)

o. Strade provinciali e comunali ed opere d'arte annesse (ponti,viadotti,gallerie,opere di contenimento e sostegno,...), individuate nei piani provinciali di emergenza o in altre disposizioni di protezione civile

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p. Reti ferroviarie ed opere annesse come ponti e opere di ingegneria appartenenti alla rete ferroviaria regionale e stazioni/fermate su detta rete individuate nei piani provinciali di emergenza o in altre disposizioni di protezione civile

q. Aeroporti,eliporti,porti e stazioni lacuali e fluviali individuate nei piani provinciali di emergenza o in altre disposizioni di protezione civile

r. Altre opere infrastrutturali individuate nei piani provinciali di protezione civile e per Ia gestione dell'emergenza.

Edifici ed opere che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso

Gli edifici che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso sono:

- le costruzioni pubbliche o comunque destinati allo svolgimento di funzioni pubbliche nell'ambito dei quali siano normalmente presenti comunità di dimensioni significative,nonchè edifici e strutture aperti al pubblico suscettibili di grande affollamento,il cui collasso può comportare gravi conseguenze in termini di perdite di vite umane;

- le strutture il cui collasso pub comportare gravi conseguenze in termini di danni ambientali;

- -le costruzioni il cui collasso pub determinare danni significativi al patrimonio storico,artistico e culturale.

1 - CATEGORIE DI EDIFICI ED OPERE INFRASTRUTTURALI DI COMPETENZA STATALE Tutte quelle di cui all'elenco B del decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile del21ottobre 2003 "Disposizioni attuative dell'art 2,commi 2-3 e 4 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del20 marzo 2003,recante Primi elementi in materia di criteri generali per Ia classificazione sismica del territorio nazionale e dio normative tecniche perle costruzioni in zona sismica" (pubblicato sulla G.U.n. 252 del 29 ottobre 2003)

2 - CATEGORIE DI EDIFICI ED OPERE INFRASTRUTTURALI DI COMPETENZA REGIONALE Edifici:

a. Sedi degli Enti pubblici e sedi adibite a funzione pubblica di dimensioni significative e soggette a rilevante accesso di pubblico;

b. Scuole di ogni ordine e grado;centri di formazione professionale;

c. Servizi educativi per l'infanzia;

d. Strutture universitarie

e. Strutture di ricovero cura ed IRCCS non ricompresi tra gli edifici strategici,Strutture Ambulatoriali Territoriali con superficie complessiva superiore a 1.000 mq, Residenze Sanitario-Assistenziali con ospiti non autosufficienti(comprese RSD e REMS), Hospice, Strutture residenziali di riabilitazione,di assistenza residenziale extraospedaliera,terapeutiche di psichiatria per adulti e neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza

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f. Chiese ed edifici aperti al culto

g. Strutture fieristiche,ricreative,culturali e per lo spettacolo (quali cinema,teatri,auditorium,sale convegni e conferenze,discoteche e luoghi della cultura quali musei,biblioteche e archivi)

h. Strutture ad alta ricettività quali coperture fisse per spettacoli all'aperto,sagre,luoghi di ristorazione e ospitalità,attività ricreative,con superficie utile maggiore di200 mq o con capienza complessiva utile superiore a cento unita(**)

i. Sale ricreative,oratori ed edifici assimilabili per funzioni con capienza utile superiore a cento unità (**)

j. Stadi ed impianti sportivi,dotati di tribune anche mobili con capienza superiore a 100 persone(**)

k. Mercati coperti, esercizi e centri commerciali aventi superficie di vendita superiore a 1500 mq e suscettibili di grande affollamento (***)

l. Palazzi di Giustizia m. Carceri

Opere infrastrutturali

n. Opere d'arte (ponti,gallerie,...) sulle strade provinciali e comunali privi di valide alternative Ia cui interruzione provochi situazioni di emergenza (interruzioni prolungate del traffico verso insediamenti produttivi e/o abitativi)

o. Stazioni/fermate afferenti a linee non di competenza statale per il trasporto pubblico (stazioni/fermate ferroviarie,metropolitane e bus,nonché stazioni/fermate e depositi tramviari, stazioni/fermate per il trasporto pubblico su fune)

p. Porti, aeroporti ed eliporti non di competenza statale individuati nei piani provinciali di emergenza o in altre disposizioni per Ia gestione dell'emergenza

q. Strutture non di competenza statale connesse con la produzione,trasporto e distribuzione di energia elettrica

r. Strutture non di competenza statale connesse con la produzione,trasporto e distribuzione di materiali combustibili(oleodotti,gasdotti,ecc.)

s. Strutture connesse con il funzionamento di acquedotti locali

t. Strutture non di competenza statale connesse coni servizi di comunicazione (radio,telefonia fissa e mobile,televisione)

u. Impianti e industrie, con attività pericolose per l'ambiente (es. materie tossiche, prodotti radioattivi, chimici o biologici potenzialmente inquinanti,ecc)

v. Edifici industriali in cui e prevista una presenza contemporanea media superiore a cento unità

w. Silos di significative dimensioni e industrie rilevanti in relazione alla pericolosità degli impianti di produzione,lavorazione,stoccaggio di prodotti insalubri e pericolosi, quali materie tossiche,gas compressi,materiali esplosivi,prodotti chimici potenzialmente inquinanti,e nei quali può avvenire un incidente rilevante per evento sismica

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x. Opere di ritenuta di competenza regionale (piccole dighe)

(*) edifici ospitanti funzioni/attività connesse con Ia gestione dell'emergenza

(**) Riferimento per Ia capienza (100 persone): art 1del D.M.19/08/1996 "Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per Ia progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo." E successive modificazioni e D.M.19/03/2015"

Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,l a costruzione e I'esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private"

(***) ll centro commerciale viene definito (d.lgs. n.114/1998 e successive modificazioni) quale una media o una grande struttura di vendita nella quale più esercizi commerciali sona inseriti in una struttura a destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e spazi di servizio gestiti unitariamente. ln merito a questa destinazione specifica si precisa comunque che i centri commerciali possono comprendere anche pubblici esercizi e attività paracommerciali (quali servizi bancari. Servizi alle persone,ecc.).

Polizia idraulica: comprende tutte le attività che riguardano il controllo degli interventi di gestione e trasformazione del demanio idrico e del suolo in fregio ai corpi idrici, allo scopo di salvaguardare le aree di espansione e di divagazione dei corsi d’acqua e mantenere l’accessibilità al corso d’acqua stesso.

Classi di fattibilità geologica:

Classe 1 (bianca) - Fattibilità senza particolari limitazioni

La classe comprende quelle aree che non presentano particolari limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso e per le quali deve essere direttamente applicato quanto prescritto dalle “Norme tecniche per le costruzioni”, di cui alla normativa nazionale.

Classe 2 (gialla) - Fattibilità con modeste limitazioni

La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico - costruttivi e senza l’esecuzione di opere di difesa.

Classe 3 (arancione) - Fattibilità con consistenti limitazioni

La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso per le condizioni di pericolosità/vulnerabilità individuate, per il superamento delle quali potrebbero rendersi necessari interventi specifici o opere di difesa.

Classe 4 (rossa) - Fattibilità con gravi limitazioni

L’alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, ivi comprese quelle interrate, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall’art. 3, comma 1, lettere a), b), c), del D.P.R. 380/2001, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie

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per l’adeguamento alla normativa antisismica. Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili; dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l’ambito di pericolosità/vulnerabilità omogenea.

ARTICOLO2–INDAGINIEDAPPROFONDIMENTIGEOLOGICI

- Il presente studio geologico di supporto alla pianificazione comunale “Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio ai sensi della l.r.

12/2005 e secondo i criteri della d.g.r. n. IX/2616/11”, da allegare integralmente nel Documento di Piano ai sensi dell’art. 8 comma 1, lettera c) della L.R. 12/2005 e s.m.i., ha la funzione di orientamento urbanistico, ma non può essere sostitutivo delle relazioni di cui al d.m. 17 gennaio 2018 Aggiornamento delle "Norme tecniche per le costruzioni”.

- Con riferimento alle classi di fattibilità geologica definite, si sottolinea che le indagini e gli approfondimenti di seguito prescritti dovranno essere realizzati prima della progettazione degli interventi, in quanto ritenuti propedeutici alla pianificazione degli stessi ed alla fase progettuale. In particolare, la relazione geologica e geologico- tecnica obbligatoria, redatta da professionista abilitato, dovrà essere prodotta in sede di presentazione di Piani Attuativi, dei Programmi Integrati di Intervento, di richiesta del permesso di costruire sulla base di quanto riportato negli articoli specifici della l.r.

12/05. Le seguenti prescrizioni geologico-tecniche sono valide su tutto il territorio comunale che, a seguito di riclassificazione sismica, è in zona sismica 3.

- Gli approfondimenti d’indagine non sostituiscono, anche se possono comprendere, le indagini previste dal d.m. 17 gennaio 2018.

- PIANI ATTUATIVI: rispetto alla componente geologica ed idrogeologica, la documentazione minima da presentare a corredo del piano attuativo dovrà necessariamente contenere tutte le indagini e gli approfondimenti geologici prescritti per le classi di fattibilità geologica in cui ricade il piano attuativo stesso, che a seconda del grado di approfondimento, potranno essere considerati come anticipazioni o espletamento di quanto previsto dal d.m. 17 gennaio 2018 Aggiornamento delle

“Norme tecniche per le costruzioni”. In particolare dovranno essere sviluppati, sin dalla fase di proposta, gli aspetti relativi a:

 interazioni tra il piano attuativo e l’assetto geologico-geomorfologico e l’eventuale rischio idraulico;

 interazioni tra il piano attuativo e il regime delle acque superficiali;

 fabbisogni e smaltimenti delle acque (disponibilità dell’approvvigionamento potabile, differenziazione dell’utilizzo delle risorse in funzione della valenza e della potenzialità idrica, possibilità di smaltimento in loco delle acque pluviali e derivanti dalla impermeabilizzazione dei suoli, presenza di un idoneo recapito finale per le acque non smaltibili in loco).

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- Per tutti gli interventi edilizi, ad eccezione degli interventi di cui all'art. 3, comma 1, lett. a, b, c del D.P.R. 380/2001, non comportanti demolizioni al piano 0 degli edifici esistenti, la presentazione del piano attuativo o del permesso a costruire dovrà essere corredata da uno studio di invarianza idraulica ai sensi del Regolamento regionale 23 novembre n. 7 "Regolamento recante criteri e metodi per il rispetto del principio dell'invarianza idraulica ed idrologica ai sensi dell'articolo 58 bis della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio)" e ss.mm.ii. (R.R. 29 giugno 2018, n. 7 e R.R. 19 aprile 2019, n. 8) (cfr. art. 5).

 Tutti gli interventi edilizi di nuova costruzione, di ristrutturazione edilizia, di restauro e risanamento conservativo e di manutenzione straordinaria (quest’ultima solo nel caso in cui comporti all’edificio esistente modifiche strutturali di particolare rilevanza) dovranno essere progettati adottando i criteri di cui al D.M. 17 gennaio 2018 - Aggiornamento delle “Norme tecniche per le costruzioni”.

 Si ricorda che l’analisi di 2° livello della pericolosità sismica relativamente agli effetti di amplificazione litologiche e geometriche ha evidenziato valori Fa di sito inferiori a quelli di soglia del comune di Rivolta d’Adda. Pertanto, la normativa antisismica è sufficiente a tenere in considerazione i possibili effetti di amplificazione litologica propri del sito per strutture con T = 0.1÷0.5 s e T = 0.5÷1.5 s e quindi si può applicare lo spettro previsto dalla stessa.

 Considerando una categoria di suolo C (con valori di Vs30 > 300 m/s) - individuata attraverso l’elaborazione di alcune indagini geofisiche effettuate all’interno del territorio comunale - l’analisi di 2° livello della pericolosità sismica relativamente agli effetti di amplificazione litologiche e geometriche ha evidenziato valori Fa di sito inferiori a quelli di soglia del comune di Rivolta d’Adda per strutture sia con T = 0.1÷0.5 s che con T= 0.5÷1.5 s. Pertanto, la normativa antisismica (D.M.

14.01.2008) è sufficiente a tenere in considerazione i possibili effetti di amplificazione litologica propri del sito.

 Per terreni in categoria B i valori di Fa di sito risulterebbero invece superiori a quelli di soglia imponendo così il 3° livello di approfondimento sismico in fase progettuale.

 Inoltre, la procedura semiquantitativa di 2° livello evidenzia che la possibile amplificazione sismica di carattere topografico risulta contenuta e che quindi l’applicazione dello spettro previsto dalla normativa risulta sufficiente a tenere in considerazione i reali effetti di amplificazione topografica.

ARTICOLO3–CLASSIDIFATTIBILITÀGEOLOGICA

Classe 4a / 4a_h /4a_g – Fascia A PAI esterno centro edificato

Principali caratteristiche: Alveo attivo, scarpate ad esso correlate e piana alluvionale del F.

Adda posta entro il territorio individuato dalla fascia A del PAI, all'esterno del centro edificato.

Classe 4a_h: porzione di ATEg1 ricadente in classe 4a. Con ATE g1 si intende il perimetro dell’Ambito Territoriale Estrattivo individuato nello strumento di pianificazione provinciale

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PPC vigente con aree impianti, stoccaggio e strutture varie a servizio dell'attività estrattiva.

Classe 4a_g: porzione di ex discarica ricadente in classe 4a.

Problematiche generali: Area soggetta e a rischio di esondazione/allagamento.

Parere sull’edificabilità: Non favorevole per gravi limitazioni legate al rischio idraulico (classe 4a), alle condizioni geotecniche, idrogeologiche, ambientali e di pericolosità sismica dei siti (classe 4a_h) e allo stato di di salubrità dei suoli (Regolamento Locale di Igiene) (classe 4a_g).

Opera edificatoria ammissibile: è vietata qualsiasi nuova opera edificatoria, ad eccezione di eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico solo se non altrimenti localizzabili, corredati da uno studio di compatibilità degli interventi con la situazione di rischio idrogeologico (cfr. indagini preventive necessarie). Consentiti solo gli interventi previsti dagli artt. 29, 38, 38bis, 38ter, 39 e 41 delle NdA del PAI (fascia A). Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall’art. 3, comma 1, lettere a), b), c) del D.P.R. 380/2001, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. Per l’ambito in classe 4a_h sono ammesse opere edificatorie necessarie allo svolgimento dell’attività estrattiva.

Sono consentiti interventi di manutenzione, regimazione/difesa idraulica.

Indagini di approfondimento preventive necessarie: per le opere infrastrutturali ammesse sono necessarie indagini geotecniche (IGT), con valutazione di stabilità dei versanti di scavo (SV) finalizzate alla progettazione delle opere e alla previsione delle opportune opere di protezione degli scavi durante i lavori di cantiere.

Ferma restando la necessità di acquisire autorizzazione da parte dell’Ente competente, ogni intervento che interessi direttamente l’alveo, incluse le sponde, dei corsi d’acqua del reticolo idrografico, di natura strutturale (modifica del corso), infrastrutturale (attraversamenti), idraulico-qualitativa (scarichi idrici), richiede necessariamente l’effettuazione di studi di compatibilità idraulica (SCI) secondo quanto previsto dall’Allegato 4 della D.G.R. n. IX/2616/2011 e dalla Direttiva dell’Autorità di bacino “Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle Fasce A e B”.

Per le opere ammesse che prevedano la realizzazione di piani interrati in corrispondenza dell’area a bassa soggiacenza (<5 m), dovrà essere valutata tramite monitoraggio piezometrico (MP) e studio storico dell’escursione di falda, la possibile interazione delle acque di falda con l’opera in progetto, nonché la conseguente compatibilità degli interventi con la circolazione idrica.

Interventi da prevedere in fase progettuale: sono comunque da prevedere interventi di difesa del suolo (DS), interventi di recupero morfologico e della funzione idraulica propria del tratto di asta interessato (IRM), e la predisposizione di accorgimenti/sistemi per la regimazione e lo smaltimento delle acque meteoriche e di quelle di primo sottosuolo, con individuazione del recapito finale, nel rispetto della normativa vigente e sulla base delle

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condizioni idrogeologiche del sito (RE). Per gli insediamenti esistenti prospicienti e limitanti il corso d’acqua sono necessari interventi atti a ripristinare la sezione originaria.

Classe 4a* / 4a*_h – Fascia A PAI esterno centro edificato, aree P3/H PGRA

Principali caratteristiche: Piana alluvionale del F. Adda posta entro il territorio individuato dalla fascia B del PAI, all'esterno del centro edificato, ricadente in classe P3/H del PGRA.

Classe 4a*_h: porzione di ATEg1 ricadente in classe 4a*. Con ATE g1 si intende il perimetro dell’Ambito Territoriale Estrattivo individuato nello strumento di pianificazione provinciale PPC vigente con aree impianti, stoccaggio e strutture varie a servizio dell'attività estrattiva.

Problematiche generali: Area soggetta e a rischio di esondazione/allagamento.

Parere sull’edificabilità: Non favorevole per gravi limitazioni legate al rischio idraulico (classe 4a*) e alle condizioni geotecniche, idrogeologiche, ambientali e di pericolosità sismica dei siti (classe 4a*_h). Limitazioni di cui alla Fascia A del PAI (norma provvisoria fino all'approvazione della variante PAI/PGRA conseguente alla realizzazione e collaudo delle opere di difesa)

Opera edificatoria ammissibile: è vietata qualsiasi nuova opera edificatoria, ad eccezione di eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico solo se non altrimenti localizzabili, corredati da uno studio di compatibilità degli interventi con la situazione di rischio idrogeologico (cfr. indagini preventive necessarie). Consentiti solo gli interventi previsti dagli artt. 29, 38, 38bis, 38ter, 39 e 41 delle NdA del PAI (fascia A). Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall’art. 3, comma 1, lettere a), b), c) del D.P.R. 380/2001, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. Per l’ambito in classe 4a*_h sono ammesse opere edificatorie necessarie allo svolgimento dell’attività estrattiva.

Sono consentiti interventi di manutenzione, regimazione/difesa idraulica.

Indagini di approfondimento preventive necessarie: per le opere infrastrutturali ammesse sono necessarie indagini geotecniche (IGT), con valutazione di stabilità dei versanti di scavo (SV) finalizzate alla progettazione delle opere e alla previsione delle opportune opere di protezione degli scavi durante i lavori di cantiere.

Ferma restando la necessità di acquisire autorizzazione da parte dell’Ente competente, ogni intervento che interessi direttamente l’alveo, incluse le sponde, dei corsi d’acqua del reticolo idrografico, di natura strutturale (modifica del corso), infrastrutturale (attraversamenti), idraulico-qualitativa (scarichi idrici), richiede necessariamente l’effettuazione di studi di compatibilità idraulica (SCI) secondo quanto previsto dall’Allegato 4 della D.G.R. n. IX/2616/2011 e dalla Direttiva dell’Autorità di bacino “Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle Fasce A e B”.

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Per le opere ammesse che prevedano la realizzazione di piani interrati in corrispondenza dell’area a bassa soggiacenza (<5 m), dovrà essere valutata tramite monitoraggio piezometrico (MP) e studio storico dell’escursione di falda, la possibile interazione delle acque di falda con l’opera in progetto, nonché la conseguente compatibilità degli interventi con la circolazione idrica.

Interventi da prevedere in fase progettuale: sono comunque da prevedere interventi di difesa del suolo (DS), interventi di recupero morfologico e della funzione idraulica propria del tratto di asta interessato (IRM), e la predisposizione di accorgimenti/sistemi per la regimazione e lo smaltimento delle acque meteoriche e di quelle di primo sottosuolo, con individuazione del recapito finale, nel rispetto della normativa vigente e sulla base delle condizioni idrogeologiche del sito (RE). Per gli insediamenti esistenti prospicienti e limitanti il corso d’acqua sono necessari interventi atti a ripristinare la sezione originaria.

Classe 4a** – Fascia A PAI esterno centro edificato, aree P3/H PGRA Principali caratteristiche: Piana alluvionale del F. Adda posta entro il territorio individuato dalla fascia B del PAI, all'esterno del centro edificato, ricadente in classe P3/H del PGRA.

Problematiche generali: Area soggetta e a rischio di esondazione/allagamento.

Parere sull’edificabilità: Non favorevole per gravi limitazioni legate al rischio idraulico.

Limitazioni di cui alla Fascia A del PAI (norma provvisoria fino all'approvazione della variante PAI/PGRA conseguente alla realizzazione e collaudo delle opere di difesa).

All'approvazione della variante PAI/PGRA su tali aree vigerà la classe di fattibilità 3H1.

Opera edificatoria ammissibile: è vietata qualsiasi nuova opera edificatoria, ad eccezione di eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico solo se non altrimenti localizzabili, corredati da uno studio di compatibilità degli interventi con la situazione di rischio idrogeologico (cfr. indagini preventive necessarie). Consentiti solo gli interventi previsti dagli artt. 29, 38, 38bis, 38ter, 39 e 41 delle NdA del PAI (fascia A). Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall’art. 3, comma 1, lettere a), b), c) del D.P.R. 380/2001, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica.

Sono consentiti interventi di manutenzione, regimazione/difesa idraulica.

Indagini di approfondimento preventive necessarie: per le opere infrastrutturali ammesse sono necessarie indagini geotecniche (IGT), con valutazione di stabilità dei versanti di scavo (SV) finalizzate alla progettazione delle opere e alla previsione delle opportune opere di protezione degli scavi durante i lavori di cantiere.

Ferma restando la necessità di acquisire autorizzazione da parte dell’Ente competente, ogni intervento che interessi direttamente l’alveo, incluse le sponde, dei corsi d’acqua del reticolo idrografico, di natura strutturale (modifica del corso), infrastrutturale (attraversamenti), idraulico-qualitativa (scarichi idrici), richiede necessariamente l’effettuazione di studi di compatibilità idraulica (SCI) secondo quanto previsto dall’Allegato 4 della D.G.R. n. IX/2616/2011 e dalla Direttiva dell’Autorità di bacino “Criteri

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per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle Fasce A e B”.

Per le opere ammesse che prevedano la realizzazione di piani interrati in corrispondenza dell’area a bassa soggiacenza (<5 m), dovrà essere valutata tramite monitoraggio piezometrico (MP) e studio storico dell’escursione di falda, la possibile interazione delle acque di falda con l’opera in progetto, nonché la conseguente compatibilità degli interventi con la circolazione idrica.

Interventi da prevedere in fase progettuale: sono comunque da prevedere interventi di difesa del suolo (DS), interventi di recupero morfologico e della funzione idraulica propria del tratto di asta interessato (IRM), e la predisposizione di accorgimenti/sistemi per la regimazione e lo smaltimento delle acque meteoriche e di quelle di primo sottosuolo, con individuazione del recapito finale, nel rispetto della normativa vigente e sulla base delle condizioni idrogeologiche del sito (RE). Per gli insediamenti esistenti prospicienti e limitanti il corso d’acqua sono necessari interventi atti a ripristinare la sezione originaria.

Classe 4d - lago cava

Principali caratteristiche: zone a vulnerabilità idrogeologica elevata con emergenza della falda acquifera per attività estrattiva o altro.

Problematiche generali: rischio elevato dell'acquifero.

Parere sull’edificabilità: Non favorevole per gravi limitazioni legate all'elevata vulnerabilità per affioramento falda. L’area interna all’ATE g1 è disciplinata dalle Normative Tecniche del Piano Provinciale Cave di Cremona per quel che riguarda il suo recupero ambientale.

Opera edificatoria ammissibile: è vietata qualsiasi nuova opera edificatoria, ad eccezione di eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico solo se non altrimenti localizzabili, corredati da uno studio di compatibilità degli interventi con la situazione di rischio idrogeologico. In generale, in tutte le aree in cui a seguito di scavi si verifica l’affioramento permanente della falda freatica, considerando l’elevata vulnerabilità idrogeologica si pone il divieto assoluto di scaricare, stoccare e spargere alcun genere di rifiuto e fango di depurazione.

Classe 4e - fontanili e fascia di rispetto

Principali caratteristiche: fontanili con fascia di rispetto di 50 m dalla testa (ridotta a 10 m nel centro abitato) e 10 m (5 m nel centro abitato) da entrambe le sponde dell’asta per i primi 200 m.

Problematiche generali: Area di salvaguardia necessaria a consentire l'accessibilità al corso d'acqua ai fini della sua manutenzione, fruizione, riqualificazione ambientale.

Parere sull’edificabilità: non favorevole per gravi limitazioni legate all'elevata vulnerabilità e alla presenza di fasce di rispetto / tutela idrogeologica e ambientale.

Opera edificatoria ammissibile: è vietata qualsiasi nuova opera edificatoria, ad eccezione di eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico solo se non altrimenti localizzabili, corredati da uno studio di compatibilità degli interventi con la situazione di rischio idrogeologico.

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Recependo la Normativa del PTCP, non sono consentite opere di urbanizzazione e di nuova edificazione per un raggio di 50 m dalla testa dei fontanili attivi e per una fascia di 10 m su entrambi i lati lungo i primi 200 m dell’asta ad esclusione, per gli edifici esistenti, degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di ristrutturazione edilizia, di restauro, di risanamento conservativo e di adeguamento funzionale. Gli eventuali ampliamenti potranno essere effettuati esclusivamente nella direzione opposta a quella della testa del fontanile.

Con l’Amministrazione comunale si è concordata la riduzione delle fasce di rispetto (da 50 a 10 m per la testa e da 10 a 5 m per i primi 200 m dell’asta) unicamente per il fontanile Lagazzo in quanto ubicato in via Leopardi, all’interno del centro abitato di Rivolta d’Adda.

Non sono altresì consentite azioni o interventi che possano compromettere le risorse idriche superficiali e sotterranee, in particolare le alterazioni del sistema idraulico del capofonte e del relativo microambiente, ad eccezione delle normali operazioni di manutenzione.

Considerando l’elevata vulnerabilità idrogeologica si pone il divieto assoluto di scaricare, stoccare e spargere alcun genere di rifiuto e fango di depurazione; inoltre, sono vietate la distribuzione di reflui zootecnici e gli interventi di movimento terra se non derivanti da specifici progetti di riqualificazione ambientale.

Sono consentiti gli interventi di miglioramento e ripristino della vegetazione ripariale e/o di sistemazione a verde, la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali, aree attrezzate per la sosta e l’osservazione, le eventuali opere attinenti alla corretta regimazione delle acque che dovranno privilegiare l’utilizzo delle tecniche proprie dell’ingegneria naturalistica.

Classe 4f – orlo di terrazzo/scarpata

Principali caratteristiche: tratti significativi e definiti di scarpate secondarie soggette a regime di tutela (PTCP), con fascia di rispetto di 10 m misurata dal ciglio e dal piede.

Problematiche generali: Rischio di dissesto connesso con la cattiva regimazione e smaltimento delle acque di ruscellamento.

Parere sull’edificabilità: Non favorevole per gravi limitazioni legate alle condizioni di instabilità geomorfologica.

Opera edificatoria ammissibile: è vietata qualsiasi nuova opera edificatoria, ad eccezione di eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico solo se non altrimenti localizzabili, corredati da uno studio di compatibilità degli interventi con la situazione di rischio idrogeologico. Valgono le prescrizioni di cui all’art. 16.4 delle NtA del PTCP.

In particolare, non sono consentiti interventi e trasformazioni che alterino in modo inaccettabile i caratteri morfologici, paesaggistici e naturalistici.

Si ritengono inaccettabili gli interventi di urbanizzazione e di nuova edificazione per una fascia di 10 metri in entrambe le direzioni dall’orlo di tali scarpate.

Per gli edifici esistenti sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di ristrutturazione edilizia, di restauro, di risanamento conservativo e di

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adeguamento funzionale; gli eventuali ampliamenti devono svilupparsi nella direzione opposta all’orlo di scarpata.

Si ritengono inoltre inaccettabili quegli interventi di natura non edificatoria, quali ad esempio scavi, sbancamenti, attività di cava o bonifiche agricole, che portano a una riduzione della valenza simbolica degli elementi evocativi di paesaggi originari o della valenza estetico-percettiva, alla perdita dei riferimenti del disegno territoriale originario e al complessivo peggioramento dei caratteri naturali della vegetazione esistente. sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica.

Sono inoltre ammessi interventi di consolidamento dei versanti (previa analisi di stabilita) e prevenzione del dissesto idrogeologico attraverso sistemazione idrogeologica, piantumazione con essenze autoctone ed anche mediante tecnologie di bioingegneria.

Classe 4H4 – Pericolosità idraulica molto elevata

Principali caratteristiche: Porzione di piana alluvionale a pericolosità idraulica molto elevata H4 (tiranti idrici superiori a 0,70 m e velocità superiori a 1,50 m/s), storicamente interessate da esondazione

Problematiche generali: Area soggetta e a rischio di esondazione/allagamento, desunte da studio di approfondimento idraulico alla scala comunale (verifica per eventi con Tr=200 anni).

Parere sull’edificabilità: Non favorevole per gravi limitazioni legate al rischio idraulico.

Opera edificatoria ammissibile: è vietata qualsiasi nuova opera edificatoria, ad eccezione di eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico solo se non altrimenti localizzabili, corredati da uno studio di compatibilità degli interventi con la situazione di rischio idrogeologico (cfr. indagini preventive necessarie). Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall’art. 3, comma 1, lettere a), b), c) del D.P.R. 380/2001, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica.

Sono consentiti interventi di manutenzione, regimazione/difesa idraulica.

Indagini di approfondimento preventive necessarie: per le opere infrastrutturali ammesse sono necessarie indagini geotecniche (IGT), con valutazione di stabilità dei versanti di scavo (SV) finalizzate alla progettazione delle opere e alla previsione delle opportune opere di protezione degli scavi durante i lavori di cantiere.

Per le opere eventualmente ammesse si dovranno prevedere studi di compatibilità idraulica locale (SCI) secondo l’Allegato 4 della D.G.R. n. IX/2616/2011 e dalla Direttiva dell’Autorità di bacino “Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle Fasce A e B” per le aree a rischio di esondazione, finalizzati alla verifica delle interferenze tra assetto idraulico ed intervento in progetto con individuazione delle opere di mitigazione del rischio sia in fase di cantiere che ad opere ultimate. Sono comunque necessarie indagini geotecniche (IGT), con valutazione di stabilità dei fronti di scavo (SV) finalizzate alla progettazione delle

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opere e alla previsione delle opportune opere di protezione degli scavi o degli sbancamenti durante i lavori di cantiere.

Per le opere ammesse che prevedano la realizzazione di piani interrati in corrispondenza dell’area a bassa soggiacenza (<5 m), dovrà essere valutata tramite monitoraggio piezometrico (MP) e studio storico dell’escursione di falda, la possibile interazione delle acque di falda con l’opera in progetto, nonché la conseguente compatibilità degli interventi con la circolazione idrica.

Interventi da prevedere in fase progettuale: sono comunque da prevedere interventi di difesa del suolo (DS) e la predisposizione di accorgimenti/sistemi per la regimazione e lo smaltimento delle acque meteoriche e di quelle di primo sottosuolo, con individuazione del recapito finale, nel rispetto della normativa vigente e sulla base delle condizioni idrogeologiche del sito (RE). Per gli insediamenti esistenti prospicienti e limitanti il corso d’acqua sono necessari interventi atti a ripristinare la sezione originaria.

Classe 3a / 3a_h /3a_g– Fascia B PAI esterno centro edificato

Principali caratteristiche: Porzioni di piana alluvionale poste entro il territorio individuato dalla fascia B del PAI, all'esterno del centro edificato. Aree a rischio di esondazione.

Classe 3a_h: porzione di ATEg1 ricadente in classe 3a. Con ATE g1 si intende il perimetro dell’Ambito Territoriale Estrattivo individuato nello strumento di pianificazione provinciale PPC vigente con aree impianti, stoccaggio e strutture varie a servizio dell'attività estrattiva.

Classe 3a_g: porzione di ex discarica ricadente in classe 3a.

Problematiche generali: Aree a rischio di esondazione, comprendenti le aree allagabili per eventi di piena con tempi di ritorno di 200 anni evidenziate dallo studio di approfondimento idraulico dell’Autorità di Bacino del F. Po.

Parere sulla edificabilità: Favorevole con consistenti limitazioni legate al rischio idraulico (classe 3a), alle condizioni geotecniche, idrogeologiche, ambientali e di pericolosità sismica dei siti (classe 3a_h) e allo stato di di salubrità dei suoli (Regolamento Locale di Igiene) (classe 3a_g).

Opere edificatorie ammissibili: Consentiti solo gli interventi previsti dagli artt. 30, 38, 38bis, 38ter, 39 e 41 delle NdA del PAI (fascia B).

Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall’art. 3, comma 1, lettere a), b), c) del D.P.R.

380/2001, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo.

Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica.

Sono inoltre ammessi gli interventi di ristrutturazione edilizia di cui al D.P.R. 380/2001, art. 3, comma 1, lett. d), comportanti anche sopraelevazione degli edifici con aumento di superficie o volume, non superiori a quelli potenzialmente allagabili, con contestuale dismissione d’uso di quest’ultime.

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