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Le chiese sono fabbricati che hanno una presenza sul territorio molto alta, anche i piccoli paesi ne hanno almeno una

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Academic year: 2021

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9. Conclusione

La recente introduzione della nuova normativa antisismica ha messo in evidenza la necessità di sopperire alle carenze strutturali della maggior parte del patrimonio edilizio italiano nei confronti delle azioni sismiche. Ogni tipologia di struttura presenta problematiche proprie, è d’obbligo quindi lo svolgimento di analisi differenziate a seconda della o delle strutture di interesse. Le chiese sono fabbricati che hanno una presenza sul territorio molto alta, anche i piccoli paesi ne hanno almeno una; la grande diffusione e la particolare conformazione strutturale comporta la necessità di uno studio approfondito del comportamento di questa tipologia di edificio in caso di sisma. Gli enti responsabili per lo svolgimento di questo compito sono le Diocesi che, secondo l’Ordinanza 3274, si dovevano essere già attivate nella schedatura dei beni immobili di loro proprietà. Dato il grande numero di edifici, tra ordinari e chiese, per compiere questa operazione è necessario avere a disposizione uno strumento di rilievo speditivo che permetta, nel minor tempo possibile, di raccogliere tutte le informazioni necessarie per il calcolo della vulnerabilità e del livello di sicurezza. La prima scheda chiese viene redatta nel 1976, rivisitata e modificata in seguito a test su edifici soggetti ai terremoti più distruttivi occorsi negli anni successivi; l’ultima versione, risalente al 2002, è quella utilizzata come base di partenza del presente lavoro di tesi. Ogni applicazione della metodologia di schedatura ad un gruppo di chiese e le conseguenti eventuali modifiche, comportano un miglioramento del metodo che appare di volta in volta più snello e versatile. La scheda con cui sono state rilevate le chiese dell’Alta Garfagnana è essenzialmente quella del 2002 con piccoli cambiamenti alla parte tipologica iniziale, apportati in seguito ad un test compiuto su un campione di chiese abruzzesi colpite gravemente dal sisma di L’Aquila 2009. I risultati ottenuti dal test preliminare mostrano una proporzionalità diretta tra indice di vulnerabilità e danno riscontrato e una di tipo inverso tra quest’ultimo e il livello di sicurezza; queste relazioni costituiscono una validazione della metodologia che, nel suo essere a carattere generale e speditivo, si presenta fedele alla realtà.

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La prima scrematura per la scelta di sedici chiese fra la totalità di quelle garfagnine è stata eseguita in base alla posizione geografica: la parte alta della Garfagnana è infatti quella con pericolosità sismica maggiore; l’individuazione dei singoli campioni è avvenuta poi in base alla disponibilità dei parroci responsabili e al materiale fotografico fornito da professionisti. Il tempo stimato per il rilievo speditivo tramite la compilazione della scheda è di circa due ore e mezzo a chiesa, variabile in base alle dimensioni e alla complessità dell’edificio in sé; un’altra ora deve essere prevista per la ricerca riguardo la cronologia di interventi della chiesa e per il calcolo degli indici di danno, vulnerabilità e sicurezza.

La prima sezione della scheda riguarda le caratteristiche tipologiche dimensionali delle chiese, la seconda il tipo di muratura e la terza l’individuazione dei meccanismi di danno potenzialmente attivabili e effettivamente attivati.

Tramite il confronto tra le analisi tipologico-dimensionali di tutte le chiese del campione è stato possibile individuare caratteristiche che si ripetono, le quali vanno a definire il profilo della chiesa garfagnina tipo: edificio isolato, facciata a capanna, navata unica, volte a botte lunettate intervallate da archi, dimensioni non molto estese e corpi annessi a posteriori ad uso di sacrestia. Relativamente alla posizione del campanile rispetto alla chiesa si è verificato che per metà delle chiese è adiacente o compreso nel complesso, per le restanti esterno e indipendente.

La sezione della schedatura relativa alle murature non è completa in quanto non avendo a diposizione saggi della sezione dei paramenti non è stato possibile definire la natura a sacco o meno delle pareti. L’analisi si è concentrata sulla tessitura esterna, i risultati sono vari, non si può quindi individuare una tipologia muraria prevalente.

La terza e ultima sezione ha messo in evidenza una discreta cultura antisismica nella zona che ha portato alla diffusione per lo più di catene e, in certi casi, anche di contrafforti o cordoli. La maggior parte degli archi trasversali delle chiese sono provvisti di catene, segno della conoscenza del problema dello spanciamento dell’arco; meno diffuse sono le catene longitudinali e i contrafforti, che appaiono in due o tre casi su sedici. Tra gli indicatori di vulnerabilità se ne distinguono

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alcuni comuni a tutte le chiese: la muratura di scarsa qualità, elementi sensibili alle scosse sismiche come archi e volte, irregolarità plano-altimetrica causata dall’affiancamento di annessi e il campanile adiacente. L’ultima parte della terza sezione permette di definire l’attivazione o meno di un certo meccanismo in relazione al quadro fessurativo. Le chiese del campione garfagnino hanno sviluppato meccanismi comuni in quanto simile è l’impianto strutturale: i meccanismi attivati più frequentemente sono il taglio sulle pareti e il ribaltamento di quelle di estremità, l’allontanamento delle spalle dell’arco e il distacco degli archi elementari della volta, e nelle chiese con campanile adiacente, il martellamento fra i due corpi.

Il presentarsi di meccanismi simili in molte chiese fornisce la possibilità di ricollegare ad ogni meccanismo uno o più interventi di recupero da prevedere per limitare lo sviluppo ulteriore dei danni da sisma. La metodologia adottata del calcolo degli indici supporta anche la fase di recupero del fabbricato in quanto, in seguito al calcolo dei valori di vulnerabilità e sicurezza post intervento, è possibile confrontare le prestazioni nei due casi pre e post recupero e rendersi conto dell’efficacia dell’intervento.

È possibile quindi affermare che la schedatura è uno strumento essenziale per la prevenzione dei danni da sisma e che la metodologia adottata per l’analisi delle chiese dell’Alta Garfagnana è valida per definire il livello di vulnerabilità e di sicurezza delle chiese studiate. Il metodo permette inoltre di operare un confronto tra i componenti del campione e fra di essi individuare quelli con priorità di intervento maggiore in modo da convogliare le risorse economiche a disposizione sugli edifici maggiormente a rischio. Lo studio effettuato sulle sedici chiese selezionate permette inoltre di semplificare l’approccio alle altre dell’area in quanto si è già a conoscenza delle caratteristiche tipiche sia a livello tipologico dimensionale che strutturale e delle problematiche ad esse relative.

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