7 - PIEZOMETRIA
In questo capitolo viene esposta la metodologia di lavoro adottata per ricostruire la superficie piezometrica e, per mezzo di essa, definire la rete di flusso della falda freatica. Vengono inoltre esposte le procedure preliminari per il reperimento ed il censimento dei punti d’acqua da sottoporre alle misure del livello piezometrico nonché al prelievo di campioni per le opportune analisi chimiche; tutti i dati acquisiti sono stati poi inseriti in un geodatabase.
Sulla base dei dati piezometrici puntuali sono state poi elaborate le relative carte ad isolinee che mostrano gli andamenti spaziali della idromorfologia, per le due significative stagioni di magra e di morbida, rilevate rispettivamente nell’Ottobre 2006 e nel Maggio 2007;
la rete di flusso che ne è derivata (non rappresentata nelle carte piezometriche per non sovraccaricarle di elementi grafici), oltre al suo intrinseco significato cinematico-dinamico, è stata poi utilizzata per l’individuazione del bacino idrogeologico del sistema di drenaggio dell’impianto idrovoro, ai fini della esecuzione del bilancio idrico. Inoltre, le ricostruzioni piezometriche, integrate con le informazioni idrogeochimiche (vedi successivi cap. 8 e cap.9), sono la base indispensabile per la ricostruzione dell’andamento dell’interfaccia acqua dolce/acqua salata e quindi anche per il riconoscimento dei fenomeni di intrusione marina.
Il lavoro è stato svolto nelle seguenti fasi:
● censimento dei punti d’acqua ed elaborazione di una scheda pozzo predisposta per essere archiviata all’interno di un Geodatabase;
● costruzione di nuovi piezometri;
● esecuzione di due campagne piezometriche (Ottobre 2006 e Maggio 2007);
● elaborazione dei dati con la stesura delle relative carte piezometriche;
● inserimento dei dati nel Geodatabase;
● discussione dei dati piezometrici e loro finalizzazione alle problematiche dell’intrusione marina, sia dalla linea di costa sia attraverso la risalita del cuneo salino nei corsi d’acqua.
7.1 – Censimento dei punti d’acqua e loro caratteristiche tecniche
In fase preliminare sono stati effettuati il censimento e la successiva ubicazione in carta in scala 1:10000 di pozzi e/o piezometri, potenzialmente utili al progetto e presenti nell’area di studio, in base a dati provenienti da varie fonti:
- database pozzi della Provincia di Pisa;
- banca dati delle concessioni dei pozzi del Comune di Pisa;
- lavori pregressi nella zona del porto (Ghezzi, 2006);
- archivio personale (sviluppato direttamente in campagna con il metodo “porta a porta”).
In totale sono stati censiti 65 punti d’acqua (fig. 7.1) tra pozzi, piezometri ed acque superficiali che sono stati individuati tramite la sigla BA (“Bocca d’Arno”) ed un numero progressivo da 1 a 65. Per le campagne piezometriche sono stati utilizzati solo 52 punti di misura (in quanto i restanti punti censiti erano inaccessibili al freatimetro). Alcuni pozzi sono di tipo “Norton”, ovvero costituiti da una serie di tubi avvitati o saldati assieme e aventi fenestratura nella sola parte della punta, i quali vengono infissi nel terreno fino ad una profondità prestabilita; successivamente, nella porzione esterna viene collocata una pompa elettrica; in questo caso la misurazione del livello della falda non è stata possibile per la mancanza delle attrezzature adatte allo smontaggio ed al rimontaggio dalla pompa. Un’altra tipologia di pozzi recenti oltre ai suddetti “Norton” è quella costituita da cilindri prefabbricati di cemento armato (anelli) del diametro di 1 m, che si incastrano tra di loro una volta conficcati nel terreno; vengono utilizzati da un minimo di 6 a un massimo di 14 anelli dei quali uno solitamente rimane all’esterno come boccapozzo. Nell’area di studio sono presenti inoltre pozzi a sterro o “Romani”; si tratta di pozzi in muratura con parete interna e boccapozzo in mattoni il cui diametro è generalmente compreso tra 0,5 m e 2 m e la cui profondità varia tra 3 e 6 metri.
Nella zona del porto di Marina di Pisa sono stati utilizzati come punti di misura i piezometri costruiti dalla Borello s.p.a.; essi hanno diametro di circa 20 cm e raggiungono una profondità compresa tra 12 e 15 metri.
I nuovi piezometri costruiti nell’area di studio come lavoro di tesi hanno diametro di 3 cm
e sono profondi circa 4 metri.
Fig. 7.1 – Ubicazione dei punti d’acqua nell’area totale di studio (quadro A), con dettaglio della zona di intervento del porto turistico di Marina di Pisa (quadro B).
A
B
7.1.1 – Realizzazione dei nuovi piezometri
La realizzazione di 3 nuovi piezometri è stata necessaria ad incrementare i punti di misura e di campionamento nelle Zone B e C. La perforazione delle canne piezometriche è avvenuta utilizzando il penetrometro statico-dinamico Dynastar TP311, messo a disposizione dal Laboratorio di Geologia Applicata e Geotecnica del Dipartimento, di cui è responsabile il Dr.
Alberto Pochini.
Le operazioni per la costruzione dei nuovi piezometri possono essere riassunte in quattro fasi fondamentali:
√ incastellatura del penetrometro;
√ realizzazione del perforo;
√ estrazione delle aste;
√ infissione del piezometro;
La prima fase di “incastellatura” del meccanismo (vedi fig. 7.2), consiste nel montaggio della base d’appoggio a terra con i tre piedi stabilizzatori aventi la funzione di rendere più stabile la struttura a fronte delle continue cadute del maglio. Segue l’inserimento delle guide del sistema di battuta, necessarie per il controllo della profondità d’infissione delle aste e per la manovra di estrazione successiva. Infine, nella porzione più alta viene inserito un ponticello con piastra distanziale e rullino passa-fune utile per la fase di estrazione; in questa stessa fase viene posto anche il maglio del peso di 30 kg, al di sopra della testata d’infissione; lo strumento così composto raggiunge l’altezza di 2,82 m.
La realizzazione del perforo per l’installazione della canna piezometrica è avvenuta mediante l’infissione nel terreno delle aste del penetrometro, corredate di punta a perdere; a tale scopo è stato necessario procurarsi una punta del diametro di 5 centimetri (realizzata da un laboratorio di meccanica di precisione), poiché le punte a perdere standard fornite per il penetrometro sarebbero risultate inefficienti per l’installazione del tubo, tenendo anche conto del fatto che in terreni sabbiosi saturi il collasso del foro è molto probabile in tempi non troppo lunghi.
L’avanzamento della punta avviene per successive cadute del maglio con una volata di 20 cm. Il maglio viene sollevato da un motore a scoppio Briggs & Stratton a 4 tempi, 5 hp, tipo Heavy Duty con silenziatore e velocità regolabile, collegato con l’argano mediante tubi flessibili ad alta pressione.
La perforazione si è fermata alla profondità di circa 5 metri, misura più che sufficiente per
poter effettuare la misura piezometrica della falda freatica.
La fase di estrazione delle aste è particolarmente delicata per la possibile perdita delle aste stesse;
quest’ultime vengono preventivamente fissate con una morsa di serraggio con chiusura rapida a leva, dopodichè viene azionato l’argano per la loro risalita.
Ogni porzione di aste (ogni asta è 1 m) deve essere bloccata e collegata nuovamente alla testata d’infissione. L’operazione di estrazione, inoltre, deve essere effettuata nel più breve tempo possibile onde evitare il possibile collasso del perforo.
Infine si è proceduto all’installazione del piezometro nel perforo realizzato per questa operazione; era stata preventivamente preparata una serie di tubi in pvc del diametro di 3 cm, opportunamente fessurati manualmente e chiusi nella porzione terminale con un tappo in legno accuratamente fissato per evitarne l’intasamento.
L’inserimento dei tubi ha dato alcune difficoltà per il collasso delle pareti del perforo; si è quindi proceduto alla percussione manuale tramite un mazzuolo per completarne l’inserimento. La massima profondità raggiunta dai piezometri è di circa 4 m. L’istallazione è stata conclusa proteggendo l’estremità del tubo ispezionabile con l’applicazione di un tappo e di un chiusino in cemento posto all’altezza del terreno (fig.
7.3).
Fig. 7.3– Chiusino di protezione del tubo piezometrico e freatimetro per la misura del livello della falda.
Fig. 7.2- Incastellatura del Penetrometro.
Piedi stabilizzatori
Maglio
Asta di perforazione