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2.5 Ugo Sasso e il progetto ecologico

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Academic year: 2021

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2.5 Ugo Sasso e il progetto ecologico

“Ironia della vita. Vissuto per la natura e morto per la natura.”

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Ugo Sasso è stato sempre ricco di spunti e riflessioni sul fare architettura secondo strategie ecosostenibili, ma con un’attenzione particolare alla tradizione italiana: è a lui che si deve, in Italia, l’introduzione del progetto ecologico, che gli è valso il titolo di pioniere della bioarchitettura.

Quando, sempre in Italia, il concetto di casa a misura d’uomo era poco conosciuto, Ugo Sasso ha contribuito a sviluppare studi e progetti edilizi ecologici ed eco-sostenibili mettendo sempre al centro l’uomo e le sue necessità.

Bioarchitetto, nel significato del termine che lui stesso aveva contribuito a definire, fonda, nel 1990, l’INBAR - Istituto Nazionale di BioArchitettura - nel cui statuto viene definito il termine bioarchitettura, che è prima di tutto una disciplina progettuale. Con il sostegno di profondi studi svolti da più professionisti (medici, architetti, ingegneri, ...) la bioarchitettura cerca una risposta all’origine di alcuni problemi che attentano alla salute dell’uomo e dell’ambiente in epoca contemporanea. Nel progetto ecologico l’edificio non è solo eco-sostenibile, ma pone al centro l’uomo, la qualità sociale del vivere della persona che vi andrà ad abitare, la sua appartenenza al luogo geografico e sociale, la salvaguardia del suo mondo di relazioni stratificatosi attraverso il tempo nelle città e nei paesi.

Il bioarchitetto intende collegare architettura contemporanea e architettura tradizionale - in cui sopravvive l’idea di costruire a regola d’arte - creando un genere di edilizia in cui la posa della prima pietra

90 Pensiero di Dave Ball del 24 marzo 2010 tratto da messaggi in ricordo di Ugo Sasso nel sito dell’Istituto Nazionale Bioarchitettura.

L’architetto Ugo Sasso, nato ad Asmara nel 1947, ha perso la vita il 9 gennaio 2009 in Venezuela, travolto dalla corrente marina, durante una breve tappa naturalistica del viaggio verso Berkley, dove lo attendeva lo scienziato Fritjof Capra, da sempre punto di riferimento della sua opera.

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assume il significato rituale di cui si è persa traccia all’ombra della cementificazione diffusa.

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Laureatosi nel 1971 con Carlo Scarpa

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, Sasso si occupa fino al ’75 di recupero urbano in diversi paesi del Medio Oriente per poi aprire uno studio professionale a Bolzano e uno a Colonia.

Inserito nell’elenco degli esperti del Ministero degli Esteri, è tra i fondatori, nel 1987, della Vereinigung für Baubiologie

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, un’associazione che per la prima volta si occupa della baubiologie, ossia della biologia del costruire.

Collabora con i grandi della progettazione ecologica (Kroll

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, Krusche

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, Kier

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), fonda e dirige la Rivista di bioarchitettura; tiene corsi e master in numerose università italiane; dopo alcune esperienze lavorative, che lo portano a restaurare in modo ecologico, progetta a Bolzano, nel 1994, il primo condominio ecologico italiano finanziato con soldi pubblici.

Afferma “Due sono i parametri fondamentali attraverso cui si conquista l’ecologia: la biocompatibilità (mantenere attenzione alla salute delle persone nel corso dell’intero processo, dalla produzione alla dismissione) e l’ecosostenibilità (cioè la consapevolezza che non

91 M. Martellotta, Ugo Sasso, il bioarchitetto pioniere che coniò il concetto di

“progetto ecologico”, inwww.architetturaecosostenibile.it_architettura_in-italia

92 Carlo Scarpa: architetto, designer e accademico italiano, tra i più importanti del XX secolo.

93 L’ASSOCIAZIONE BIOARCHITETTURA® ONLUS, costituita nel 1988 è la prima organizzazione italiana ad occuparsi di Bioarchitettura e ha fondato per la realizzazione delle finalità istituzionali, estese a livello nazionale, l’Istituto Nazionale di Bio-Architettura il 14.03.1990. L’associazione Bioarchitettura® Onlus, oppure in lingua tedesca Vereinigung für Baubiologie, riconosciuta con atto ufficiale D.P.R. n. 53/1.1 del 25.02.2011, è punto d’incontro tra discipline convergenti.

L’associazione raccoglie professionisti, tecnici, esperti e semplici interessati per sensibilizzare, informare e promuovere il costruire e l’abitare relazionato allo spazio e al tempo, in www.bioarchitettura-rivista.it

94 Lucien Kroll: cfr. nota 27 pag. 29.

95 Per Krusche: architetto tedesco interessato a temi di bioarchitettura.

96 Léon Kier: ha scritto numerosi saggi contro la pianificazione modernista, specialmente contro la divisione della città in zone funzionali (residenziale, industriale, commerciale, ecc.).

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è giusto né opportuno sprecare energia e risorse).”

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E ancora:

“L’ecologia, ormai, è nel nostro orizzonte. Si fanno sempre più ricorrenti i termini: architettura ecologica, bioedilizia, bioclimatica, bioarchitettura, edilizia sostenibile, ecc. Anche se spesso usati come sinonimi, ciascuno di essi cela diverse correnti di pensiero.

Bioclimatica è il termine più maturo per età, riflessioni e applicazioni.

Introdotto negli anni ’70 assieme alle tecnologie solari attive (collettori solari, pannelli captanti, ecc. ), [il termine] sviluppa in seguito una visione solare passiva dell’edificio nel suo complesso (superfici captanti, masse di accumulo, serre, gestione moti convettivi dell’aria, muri di Trombe, ecc.). Oggi si orienta verso valutazioni prestazionali, controllo dei parametri, tecnologie integrate, sistemi di riscaldamento/raffrescamento, incremento della luce naturale e simili, ponendo in relazione l’edificio con gli elementi quantificabili esterni.”

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Condominio ecologico Villaverde, Bolzano, 1990-1994.

E’ il primo condominio ecologico

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di edilizia popolare realizzato in Italia. (Fig. 39) Il progetto, commissionato a Ugo Sasso dall’Azienda Case Popolari della Provincia di Bolzano (IPES), ha una struttura in muratura portante di 5 piani fuori terra. I muri hanno uno spessore di 60 cm in laterizio UNI pieno al piano terra per poi rastremarsi e alleggerirsi nei piani superiori.

I costi del progetto sono stati gli stessi delle case realizzate nelle vicine lottizzazioni e di quelle costruite in seguito, completamente all’interno dei parametri imposti dalla normativa per la residenza

97 A.A.V.V., Le radici della Bioarchitettura, W. Mitterer (a cura di), Editore A.

Weger, Bressanone, 2011, pag. 116.

98 A.A.V.V., Le radici della Bioarchitettura, op.cit., pag. 126.

99 1° condominio ecologico Villaverde a Bolzano di Ugo Sasso in www.sassobrighi.com

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Fig. 39 Condominio ecologico Villaverde

pubblica altoatesina, malgrado la scelta di Sasso di usare laterizio faccia a vista.

Nel prospetto sud sono presenti ampie vetrate, che in gran parte nascondono muri di trombe

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per il preriscaldamento dell’aria invernale e per il tiraggio e la ventilazione trasversale estiva.

Il prospetto nord è uno dei primi esempi di edilizia pubblica, in Italia, con termocappotto in sughero. I balconi, di piccole dimensioni come nei paesi nordici, sono realizzati in legno, in modo da essere tagliati termicamente rispetto ai solai interni.

I solai sono in travi di legno e il tetto è a doppia ventilazione, sotto coppo e sotto tavolato. Tutti gli sciacquoni dei bagni sono alimentati dalla vasca di recupero delle acque piovane.

100 Il muro di trombe, che prende il nome dal suo inventore Felix Trombe, è un sistema passivo di accumulo del calore. E’ un particolare tipo di muro solare: i muri solari sono dei sistemi tecnologici che consentono di accumulare il calore esterno e trasferirlo all’interno. Ve ne sono di due tipologie: i muri massivi e i muri di trombe, che si differenziano per la presenza o meno di aperture. Entrambe le tipologie di muri solari sono costituite da una parete in muratura o in calcestruzzo verniciata di nero, esposta a sud e separata dall’esterno da una lastra di vetro posta a 10 cm di distanza dal muro.

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Centro di Educazione Ambientale Maso UHL, Bolzano, 1994- 1995.

Il Centro Ambientale Maso Uhl

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a Colle di Villa rappresenta un esempio di restauro realizzato secondo le regole della bioarchitettura.

Il Centro, un ex fienile di proprietà del Comune di Bolzano, utilizzato principalmente per attività con le scuole su temi didattico-ambientali, è dotato di aule, biblioteca, salone e laboratori. (Fig. 40)

L’intervento insegna l’educazione ambientale già per le scelte del progettista, per la cura dei dettagli e per la ricerca di soluzioni attente alle percezioni sensoriali.

In tutti gli ambienti la luce, i colori e i materiali si percepiscono attraverso i sensi: il risultato è un ambiente vivibile e accogliente, ricco di soluzioni che evidenziano l’originalità e trasmettono un profondo senso di concentrazione e tranquillità. Le soluzioni progettuali - dall’arredo allo studio dell’illuminazione, fino alla scelta dei materiali o all’inserimento dei nuovi elementi strutturali - sono legate al luogo dove sorge il Maso, sottolineandone l’unicità.

Nella ristrutturazione di Ugo Sasso il rispetto dei principi di ecosostenibilità e di biocompatibilità nella scelta dei materiali, nella ricerca del comfort e nella gestione delle strategie energetiche sono costanti.

Fig. 40 Centro di Educazione Ambientale Maso UHL

101 Centro di Educazione Ambientale “Maso UHL” in www.indire.it/aesse

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Istituto di Istruzione Superiore G. Ferraris - F. Brunelleschi, Empoli, 2005-2012.

Il progetto è frutto della collaborazione tra l’amministrazione provinciale e l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura

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. Il nuovo edificio scolastico è stato realizzato con particolare cura nella scelta e nell’impiego delle risorse, utilizzando materiali e tecnologie non dannose per l’uomo e a basso impatto ambientale. (Fig. 41)

Fig. 41 L’Istituto Superiore G. Ferraris - F. Brunelleschi

Nel primo lotto realizzato, del volume di circa 5.500 mq, sono state costruite e arredate 16 grandi aule già predisposte per divenire in futuro laboratori. Al termine del secondo lotto i nuovi spazi saranno 50, 13 laboratori, varie aule speciali, 2 bar, 1 palestra e un auditorium per un volume complessivo di circa 26.000 metri cubi.

Quasi tutte le cortine murarie sono realizzate in laterizio portante secondo le prescrizioni previste per le aree ad alta sismicità. Parte dell’edificio ha falde di copertura in legno, rivestite in tegole. La

102 in Bioarchitettura scolastica a Empoli, www.chometemporary.it e A Empoli la prima scuola costruita in bioarchitettura, www.provincia.fi.it

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copertura curva del tetto verde poggia su travi lamellari. Il rivestimento esterno ad intonaco è realizzato con cappotto in fibra di legno. Gli infissi esterni sono realizzati in legno di larice multistrato.

L’impianto di riscaldamento/condizionamento è stato realizzato con pannelli radianti a pavimento; l’impianto di ricambio d’aria/condizionamento a portata variabile, con cassette regolatrici di portata a regolazione indipendente, consente condizioni di comfort ottimali per ogni singolo ambiente.

Il fabbisogno termico invernale è soddisfatto con una pompa di calore geotermica con potenza di 180 KW. Nel funzionamento estivo questa viene integrata con una pompa di calore condensata ad aria da circa 11 KW.

Nel progetto sono stati rispettati i princìpi ecologici riferiti sia alla salute umana (assenza di sostanze tossico-nocive) che alla salvaguardia dell’ambiente (consumi energetici, smaltimento rifiuti, corretto uso delle risorse).

Anche altri aspetti hanno guidato l’impostazione del progetto:

- polifunzionalità, elasticità e possibilità di variazioni in funzione di una reale disponibilità all’utilizzo da parte di fasce ed utenze diversificate;

- robustezza capace di sopportare l’utilizzo da parte di comunità giovanili;

- asciutta eleganza tale da poter educare alla cultura e al bello;

- facilità di pulizia e manutenzione.

Nel definire l’impianto distributivo Sasso ha scelto di articolare gli spazi e caratterizzare i volumi affinché sia semplice l’aggregazione collettiva e gli ambienti siano idonei ad accogliere e sviluppare la vita sociale e di relazione anche oltre l’orario scolastico. I volumi sono distribuiti sull’asse est/ovest così da avere gli sviluppi maggiori sull’asse sud (sole invernale) e nord (ottimo per la luce diffusa).

Questo orientamento facilita il riscontro d’aria su versanti a differente

temperatura, ideale per il raffrescamento estivo. (Fig. 42)

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Fig. 42 La copertura vetrata della hall

Le serre captanti funzionano come luoghi privilegiati di smistamento;

nel periodo invernale e nelle stagioni intermedie diventano luogo di accumulo termico.

Ricorda la Professoressa Daniela Mancini, Preside dell’ Istituto di Istruzione Superiore G. Ferraris – F. Brunelleschi:

“Mi affaccio alla finestra della mia vecchia scuola e lo sguardo corre […] alle impalcature dietro alle quali cresce con tanta lentezza l’edificio del nuovo Ferraris: controllo le aperture, il tetto, gli operai che vi lavorano e un pensiero mi riporta a quando, sette anni fa, ho incontrato l’Architetto Ugo Sasso, che mi ha presentato il progetto.

Mi parlava di Bioarchitettura, ma nelle prime conversazioni credevo si trattasse solo di un uso di materiali edili non artificiali, con l’impiego di energie rinnovabili.

Nel corso degli incontri successivi, Ugo, con la sua semplicità e il suo

entusiasmo, mi ha fatto comprendere il significato di un’architettura

sostenibile ideata dall’uomo, per l’uomo di oggi e per l’uomo di

domani… Sì, credo sia questo il messaggio più importante che Ugo ha

saputo trasmetterci: progettare edifici, luoghi pubblici, ambienti che

non tolgono risorse e energia alle generazioni future, in cui ciò che

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conta non è solo vivere o lavorare in un ambiente che non ci avvelena, ma che la salute passa anche dallo starci bene con sé stessi e con gli altri.

Un’architettura che sa relazionarsi non tanto con una natura sui generis ma con una natura umana, modificata da chi la abita, con partecipazione, comprensione e rispetto: un vivere bene dell’uomo con gli altri uomini, dove anche l’edificio o la piazza lo incoraggiano a cercare l’altro e non ad isolarsi.

Ringrazio di tutto cuore la sorte che mi ha dato la ventura di conoscerlo, perché a me, come a tutti quelli che lo hanno conosciuto, ha aperto nuovi orizzonti.

Grazie Ugo!”

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La Bioarchitettura, come Sasso l’ha definita, altro non è che un’architettura per l’uomo, per il territorio, per l’ambiente, per il paesaggio.

“Salto logico

50 passi. Sono solo 50 passi quelli che dividono il mio studio da quello di Ugo. Già, perché Ugo per me è ancora lì. Lì nella rubrica del telefonino. Lì nella mailing list. Lì sul campanello al 71. Lì tra i banchi di Piazza delle Erbe. Insomma è lì a 50 passi da me. Ancora oggi a distanza di tempo percorro quei pochi passi. Alzo gli occhi, guardo quel portone in legno sempre aperto e rivedo Ugo.

Mi racconta di città e sostenibilità…

U.S.: L’uomo in questi anni ha concepito delle cose straordinarie.

Pensa ad esempio all’automobile!

C.D.: All’automobile?

U.S.: Si certo hai capito bene! L’automobile. Bella, potente, sicura, economica…ora anche ecologica. Insomma un concentrato di scienza e tecnologia incredibile. Ve ne sono alcune che sfiorano la perfezione.

Per non parlare del design. Pazzesco. Mi segui?

103 A.A.V.V., Le radici della Bioarchitettura, op. cit., pag. 60.

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C.D.: Si… ti seguo ma non immaginavo questa passione per le automobili.

U.S.: Allora ti propongo un salto logico. Da un lato abbiamo le macchine…bellissime. Dall’altro abbiamo i parcheggi. I parcheggi che ospitano le macchine. Per la proprietà transitiva i parcheggi dovrebbero essere dei luoghi magnifici. Contengono le macchine!

Ergo sono il massimo. Se tu pensi ai parcheggi, a quella distesa di macchine spesso infinita. Ecco, non potrai che concordare con me che sono bruttissimi. Nove volte su dieci sono dei luoghi orrendi. Allora cosa voglio dire con questo. Non è la somma di cose straordinarie, posizionate con ordine, pulite e a basso consumo che rendono interessante e bello uno spazio. Sarebbe troppo facile. L’architettura oggi la vedo un po’ così. Come un grande parcheggio. Un grande parcheggio dove si contano tante casette con prestazioni certificate tutte uguali ma un po’ diverse. Si prende nota di quanti chilometri si percorre con un litro di carburante e si urla CasaClima. CasaClima A, Oro, Platino. Si affiancano prestazioni eccellenti a design eccellenti e si fanno le città. Ma cosa rimane poi di tutte queste eccellenze? Un parcheggio. Non c’è dialogo tra le cose. Case straordinarie si affiancano a case straordinarie. Ma non c’è relazione. E’ tutto slegato. Chiuso nel proprio io. Ci sono Ferrari, Mercedes, Bmw e poi le imitazioni di Ferrari, Mercedes, Bmw. I nostri colleghi vedono la città come un insieme di performance. Case costruite seguendo l’ordine, la geometria, il design, le prestazioni.

Insomma quello che sto cercando di dirti è che stiamo perdendo la relazione con il territorio, con il mondo. La città è prima di tutto relazioni. Relazioni che si sono materializzate. Via Bottai, Piazza delle Erbe. Hai mai visto Piazza Clima? Guarda qui sotto. Potrebbe essere così questa piazza se non vendessero la frutta e la verdura?

Avrebbe lo stesso fascino con i prodotti di Dolce&Gabbana, Prada o

Gucci? Eppure quello è il massimo. I prodotti avrebbero un valore

pari a mille volte quella banana che si vede laggiù. Sai cosa ti dico?

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Nonostante la matematica dica meglio Prada, io penso che non sarebbe la stessa cosa. L’unicità di questa piazza è nella quotidianità dei gesti, degli odori, delle relazioni. Oggi è sabato. Un giorno speciale. Un coacervo di relazioni complesse. Il territorio, il clima, le persone, gli animali. Per molto tempo ci hanno fatto credere che l’architettura fosse un problema geometrico, poi che fosse un problema sanitario. Ora ci dicono che è un problema tecnico ambientale. C’è sempre una priorità da inseguire. Magari diventa la giustificazione per demolire. Qualcuno vorrebbe farci credere che è più sostenibile una CasaClima Oro rispetto a una casa del ’600.

Pazzi! Già la sostenibilità. Un vero pasticcio. Ormai sono anni che ne parlo. Non c’è soluzione. Lo sai come la penso. Il destino è segnato.

Consumiamo meno, ma consumiamo di più. Quindi boom. Oggi venendo in studio ho fatto il giro da via Streiter. Lì c'è il negozio di giocattoli. Quello dove abiti tu.

C.D.: Chi, Gutweniger?

U.S.: Esatto Gutweniger. C’erano due giocattoli interessanti. Uno era in legno. Sulla scatola una scritta diceva circa così: giocattolo sostenibile, zero emissioni di CO

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. Poco più in là, c’era un giocattolo in plastica. Simile. Sulla scatola era scritto: giocattolo sostenibile, zero alberi tagliati. Vedi è un pasticcio. Legno e plastica. Tutto è sostenibile. Niente è sostenibile. Si prendono le coscienze. Già da bambini ti confondono. Ma, hai capito quello che voglio dirti? È importante. Lo devi raccontare ai tuoi studenti. La città non è quella roba lì che vogliono farci credere. La città è un insieme di relazioni. È un insieme di racconti che si stratificano nell’abitare. E l’abitare altro non è che l’azione consolidata. Insomma volevo dirti che forse scriverò un libro su L’abitare non è un parcheggio. Ciao, salutami il piccolo. A presto.”

104

104 Ricordo di Ugo Sasso del Prof. Arch. Claudio De Luca, in A.A.V.V., Le radici della Bioarchitettura, op. cit., pagg. 29-30.

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Bibliografia

A.A.V.V., Le radici della Bioarchitettura, W. Mitterer (a cura), Editore A. Weger, Bressanone, 2011.

Siti web

www.bioarchitettura.it_ugosasso

www.architetturaecosostenibile.it_architettura_in-italia www.indire.it/aesse

www.sassobrighi.com www.gonews.it www.provincia.fi.it www.chometemporary.it

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