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Università degli Studi di Parma CORSO DI CONTABILITA E BILANCIO. I crediti, i debiti e i fondi per rischi e oneri. Università degli Studi di Parma

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(1)

Università degli Studi di Parma

CORSO DI

CONTABILITA’ E BILANCIO

I crediti, i debiti e i fondi per rischi e oneri

Università degli Studi di Parma

I crediti

(2)

I crediti – Definizione e riferimenti

Definizione:

I crediti costituiscono il diritto a esigere determinate somme da soggetti identificati ad una data scadenza

Riferimenti legislativi e professionali nazionali 9 Artt. 2424 e 2426 n. 8 Codice Civile

9 OIC 15 9 OIC 1

3

I crediti – La classificazione in bilancio

I crediti trovano accoglimento nell’attivo dello stato patrimoniale e sono classificati in base al criterio distintivo in base al quale “gli elementi

i i li d i i d ili i d l d i i i l

IMMOBILIZZAZIONI (VOCE B.III.2)

a) verso imprese controllate;

ATTIVO CIRCOLANTE (VOCE C.II.) 1. verso clienti;

2. verso imprese controllate;

patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le immobilizzazioni”

b) verso imprese collegate;

c) verso controllanti;

d) verso altri.

4 3. verso imprese collegate;

4. verso controllanti;

4-bis) crediti tributari

4-ter) imposte anticipate

5. verso altri.

(3)

I crediti - La classificazione nei principi contabili

1. ORIGINE

‰ Crediti generatisi in ragione di ricavi derivanti da operazioni di

‰ Crediti generatisi in ragione di ricavi derivanti da operazioni di gestione caratteristica;

‰ Crediti sorti per prestiti e finanziamenti concessi

‰ Crediti sorti per altre ragioni 2. NATURA DEL DEBITORE

S i veda la classificazione di bilancio

3. SCADENZA

‰ A breve scadenza

‰ A media-lunga scadenza

5

I crediti - Valutazione

I crediti sono valutati al presumibile valore di realizzazione

in sede di redazione del bilancio d’esercizio si deve procedere alla stima dei rischi di inesigibilità e accantonare a

fondo svalutazione crediti

la quota relativa alla perdita di inesigibilità stimata

6

la quota relativa alla perdita di inesigibilità stimata

il fondo di svalutazione crediti è portato

a diretta riduzione dei crediti cui si riferisce

(4)

I crediti - L’accantonamento per rischi su crediti

Procedimento analitico Procedimento sintetico

1. Analisi dei singoli crediti e determinazione delle perdite presunte

2. Stima delle ulteriori perdite valutate in base all’esperienza e di altri elementi utili

3. Valutazione indici di anzianità

Stima forfetaria attraverso l’applicazione di formule all’ammontare complessivo dei crediti prendendo a riferimento determinate % sulle vendite o sui crediti

3. Valutazione indici di anzianità dei crediti

4. Riferimento a condizioni economiche generali di settore e di Paese

7

I crediti - Cessione di crediti

I crediti possono essere ceduti

nella forma

pro-soluto nella forma pro-solvendo

8 - il credito viene rimosso dallo

stato patrimoniale del cedente - a conto economico si iscrive la differenza tra la somma ricevuta e il valore originario d’iscrizione del credito

- Metodo consigliato

- Metodo consentito

(5)

I crediti - Esempio di cessione di crediti

L’azienda cede crediti per Euro 250.000 e la società di factor accredita Euro 240.000

1. Cessione pro-soluto e metodo consigliato nella cessione pro-solvendop g p _____________________ __________________

Diversi a Crediti verso clienti 250.000

Banca c/c 240.000

Sconti per cessione crediti 10.000

_____________________ ___________________

Cessione pro-solvendo (metodo consentito)

_____________________ ___________________

9

Diversi a Debiti verso factor 250.000

Banca c/c 240.000

Sconti per cessione crediti 10.000

_____________________ ___________________

_____________________ ___________________

Debiti verso factor a Crediti verso clienti 250.000 250.000

_____________________ ___________________

I crediti - Principi Contabili Internazionali

Documenti di riferimento:

IAS 18 (Ricavi)

IAS 18 (Ricavi)

IAS 32 (Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio e informazioni integrative)

IAS 39 (Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione)

IFRS 7 (Strumenti finanziari: informazioni integrative)

Classificazione:

• IAS 1 “crediti commerciali e altri crediti”

“crediti correnti e non correnti”

10

(6)

I crediti - Principi Contabili Internazionali

Classificazione:

a) Attività finanziarie al fair value rilevato a conto economico a) Attività finanziarie al fair value rilevato a conto economico b) Attività disponibili per la vendita

c) Finanziamenti e crediti

CATEGORIA DI CREDITO

RILEVAZIONE INIZIALE VALUTAZIONI SUCCESSIVE

a) Fair Value Fair Value

11

b) Fair Value + costi di transazione Fair Value

c) Fair Value + costi di transazione Costo ammortizzato

c) a breve termine

Fair Value + costi di transazione Fair Value + costi di transazione

Università degli Studi di Parma

I debiti

(7)

I debiti – Definizione e riferimenti

Definizione:

I debiti rappresentano obbligazioni a pagare determinati ammontari ad una data stabilita

Riferimenti legislativi e professionali nazionali 9 Artt. 2424 Codice Civile

9 OIC 19 9 OIC 1

13

I debiti – Classificazione in bilancio e valutazione

DEBITI (VOCE D)

I debiti trovano accoglimento nel passivo dello stato patrimoniale e sono classificati in base alla natura del debitore ed alla scadenza DEBITI (VOCE D)

1. Obbligazioni

2. Obbligazioni convertibili 3. Debiti verso soci per finanziamenti 4. Debiti verso fornitori

5. Debiti rappresentati da titoli di credito 6. Debiti verso imprese controllate 7. Debiti verso imprese collegate

I debiti sono valutati al

valore nominale,

al netto di eventuali

7. Debiti verso imprese collegate 8. Debiti verso controllanti 9. Debiti tributari 10. Debiti verso banche

11. Debiti verso istituti di previdenza ed assistenza sociale

12. Debiti verso altri finanziatori

13. Altri debiti

14

sconti

commerciali

(8)

I debiti – I prestiti obbligazionari

9 I prestiti obbligazionari sono inizialmente contabilizzati al valore nominale e l’eventuale differenza rispetto al minor prezzo di

i i (di i di i i ) è d i i i i

emissione (disaggio di emissione) è da imputarsi in un apposito conto dell’attivo e da ripartirsi su più anni in base al piano di ammortamento del prestito

9 Le spese di emissione e di collocamento possono essere capitalizzate e ammortizzate nel corso della durata del prestito

9 Il debito per obbligazioni deve corrispondere all’ammontare del debito residuo in linea capitale risultante alla data di bilancio, secondo il piano di rimborso stabilito al momento dell’emissione

15

I debiti – I prestiti obbligazionari convertibili in azioni

I prestiti obbligazionari convertibili in azioni sono titoli di credito che offrono al sottoscrittore la possibilità di chiedere il rimborso dell’obbligazione sottoscritta ovvero la facoltà di chiedere la conversione del titolo in azioni sottoscritta ovvero la facoltà di chiedere la conversione del titolo in azioni.

La società Alfa S.p.A. emette nell’esercizio x un prestito obbligazionario convertibile in azioni per nominali Euro 10.000 (n. 10.000 obbligazioni da nominali Euro 1,00 cadauna) alla pari; nell’esercizio x+2 alcuni obbligazionisti si avvalgono del proprio diritto di opzione e convertono n. 5.000 di obbligazioni in n. 5.000 azioni ordinarie della società dal valore nominale di Euro 0,95. Si procede alle seguenti rilevazioni a bilancio:

Emissione del prestito nell’esercizio x:

16

_____________________ _____________________

Banca a Obbligazioni Convertibili 10.000 10.000

_____________________ _____________________

Conversione parziale del prestito nell’esercizio x+2:

_____________________ ___________________

Obbligazioni convertibili a Diversi 5.000

Capitale sociale 4.750 Riserva sovraprezzo azioni 250 _____________________ ___________________

(9)

I debiti – Verso banche, altri finanziatori e soci

Debiti verso banche

d d d d

Somme dovute ad istituti di credito per capitale, interessi e oneri accessori, esigibili e maturati alla data di bilancio

Debiti verso altri finanziatori

Debiti concessi da soggetti diversi da banche, soci o consociate

Debiti verso soci per finanziamenti

Finanziamenti concessi dai soci all’azienda per i quali è previsto il rimborso (in particolare v. art. 2467 c.c.)

17

I debiti – Acconti e debiti verso fornitori

Acconti

A d d b

Anticipi e caparre ricevute da clienti per la fornitura di beni e servizi; somme ricevute a fronte di lavori in corso su ordinazione.

Debiti verso fornitori

Debiti derivanti dall’acquisizione di beni e di servizi al netto di sconti commerciali e rettifiche di fatturazione

18 Per i debiti con scadenza a

lungo termine: necessità di

scorporo interessi passivi

impliciti

(10)

I debiti – Verso consociate, tributari e altri

Debiti verso consociate

d d

Somme dovute a controllate, controllanti e collegate di natura commerciale e finanziaria (n.b. art. 2497 bis c.c.)

Debiti tributari

Debiti certi per tributi dovuti dall’azienda (al netto di acconti versati, ritenute d’acconto subite, imposte portate a nuovo e crediti d’imposta)

Debiti verso altri

Categoria residuale, da utilizzarsi per quei debiti che non hanno trovato collocazione nelle voci precedenti (ad esempio debiti verso amministratori, debiti verso il personale)

19

I debiti - Principi Contabili Internazionali

Documenti di riferimento:

IAS 32 (Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio e informazioni integrative)

IAS 39 (Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione) Classificazione:

C ass ca o e:

• IAS 1 “debiti commerciali e altri debiti”

“passività finanziarie”

“passività correnti e non correnti”

20

(11)

I debiti - Principi Contabili Internazionali

Classificazione:

a) Passività finanziarie al fair value rilevato a conto economico a) Passività finanziarie al fair value rilevato a conto economico b) Passività originate dall’impresa

CATEGORIA DI DEBITO

RILEVAZIONE INIZIALE VALUTAZIONI SUCCESSIVE

a) Fair Value Fair Value

b) Fair Value + costi di transazione Costo ammortizzato

21

b) Fair Value + costi di transazione Costo ammortizzato

b) a breve termine

Fair Value + costi di transazione Fair Value + costi di transazione

Università degli Studi di Parma

I fondi per rischi e oneri

e il TFR

(12)

I fondi per rischi e oneri – Definizione e riferimenti

Definizione:

I fondi per rischi e oneri includono gli accantonamenti destinati a coprire I fondi per rischi e oneri includono gli accantonamenti destinati a coprire

perdite o debiti con natura determinata, esistenza certa o probabile e di ammontare e data di sopravvenienza indeterminati alla data di chiusura

dell’esercizio

Riferimenti legislativi e professionali nazionali e e eg s v e p o ess o o 9 Artt. 2424 Codice Civile

9 OIC 19

23

I fondi - La classificazione nella prassi

FONDI SPESE FONDI RISCHI

Componenti negative di reddito certe nel verificarsi e

incerte nell’importo

Componenti negative di reddito incerte nel verificarsi

e nell’importo

24 Incertezza di dover pagare una somma

Alla data di chiusura del bilancio l’importo definitivo non è

ancora noto e deve essere stimato

(13)

I fondi – Classificazione in bilancio

I fondi trovano accoglimento nel passivo dello stato patrimoniale.

B) FONDI PER RISCHI E ONERI

1. Per trattamento di quiescenza e obblighi simili

2. Per imposte, anche differite 3. Altri

C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO

25

I fondi – diverse tipologie

I fondi di quiescenza e obblighi simili

A d d

Accantonamenti che l’azienda effettua per corrispondere in futuro indennità di fine rapporto o pensioni integrative a propri collaboratori

I fondi per imposte

Passività per imposte probabili aventi ammontare o data di sopravvenienza indeterminati; accantonamenti per imposte differite

I fondi per oneri

Passività certe, stimate nell’importo e correlate a componenti dell’esercizio in chiusura ma che avranno manifestazione numeraria negli esercizi successivi

26

(14)

I fondi - Esempio di accantonamento al fondo per rischi e oneri

Gli amministratori della società Alfa S.p.A., nell’effettuare le scritture di assestamento al 31.12.X, stimano di dover effettuare uno stanziamento a fondo rischi di Euro 25.000 per una causa in corso con un dipendente licenziato dalla medesima società. Nell’esercizio successivo (esercizio X+1), alla luce dell’evolversi della causa, i legali stimano l’importo da dover presumibilmente corrispondere al dipendente in Euro 20.000.

Ipotizziamo i diversi scenari di chiusura della causa:

1 vittoria della società;

2 soccombenza della società e obbligo di versare al dipendente Euro 20.000;

3 soccombenza della società e obbligo di versare al dipendente Euro 15.000;

4 soccombenza della società e obbligo di versare al dipendente Euro 30.000.

Gli amministratori dovranno eseguire le seguenti rilevazioni contabili:

27

g g

- Esercizio X: si imputano Euro 25.000 a CE nella voce accantonamenti per rischi (voce B.12) e come contropartita si accredita la medesima somma ai fondi per rischi e oneri.

- Esercizio X+1: occorre ridurre lo stanziamento operato precedentemente di Euro 5.000. A tal fine si rileva a CE una sopravvenienza attiva di tipo ordinario per Euro 5.000 e si storna la medesima somma dal fondo per rischi e oneri alimentato nell’esercizio precedente.

I fondi - Esempio di accantonamento al fondo per rischi e oneri

Esercizio di chiusura della lite: a seconda dell’ipotesi di chiusura della lite si configurano diverse rilevazioni contabili, che vengono di seguito elencate.

1. Se la società vince la causa occorre stornare per l’intero importo accantonato il fondo rischi (Euro 20.000) e rilevare a conto economico una sopravvenienza attiva di pari importo.

2. Se la società perde la causa ed è obbligata al versamento di una somma esattamente pari a quella precedentemente stimata, occorrerà stornare il fondo per rischi per l’intero importo (Euro 20.000), rilevando al contempo un debito verso il dipendente per Euro 20.000.

3. Se la società perde la causa ma è obbligata al versamento di una somma inferiore a quella precedentemente stimata, occorrerà stornare il fondo per rischi precedentemente appostato per l’intero importo (Euro 20.000), rilevando al contempo un debito verso il

28

appostato per l intero importo (Euro 0.000), rilevando al contempo un debito verso il dipendente per Euro 15.000; la differenza tra il debito e il fondo stornato (euro 5.000) va imputata alla voce sopravvenienze attive.

4. Se la società perde la causa ma è obbligata al versamento di una somma superiore a quella precedentemente stimata, occorrerà stornare il fondo per rischi precedentemente appostato per l’intero importo (Euro 20.000), rilevando al contempo un debito verso il dipendente per Euro 30.000; la differenza tra il debito e il fondo stornato (euro 10.000) va imputata alla voce sopravvenienze passive.

(15)

I fondi – Categorie di fondi per oneri

9 Fondo garanzia prodotti

9 F d t i i li

9 Fondo manutenzione ciclica

9 Fondo per buoni sconto e concorsi a premio

9 Fondo manutenzione e ripristino beni gratuitamente devolbibili e dei beni dell’azienda ricevuta in affitto

9 Fondo per costi per lavori su commessa

9 Fondo per copertura perdite di società partecipate

9 d b

9 Fondo recupero ambientale

9 Fondi per prepensionamento e ristrutturazioni aziendali 9 Fondo per indennità suppletiva di clientela

29

Il trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato

Art. 2120 codice civile:

A fronte delle indennità spettanti al personale dipendente in forza di legge A fronte delle indennità spettanti al personale dipendente in forza di legge

o di contratto al momento della cessazione del rapporto di lavoro subordinato deve essere esposto nello stato patrimoniale un correlato debito

denominato TFR

Riferimenti legislativi e professionali nazionali e e eg s v e p o ess o o 9 Artt. 2424 Codice Civile (voce B.III.2. Stato Patrimoniale) 9 OIC 19

30

(16)

I fondi per rischi e oneri - Principi Contabili Internazionali

Documento di riferimento:

IAS 37 (Accantonamenti, passività e attività potenziali) ( p p z )

Classificazione:

• Passività probabili accantonamento

• Passività potenziali no accantonamento

Condizioni per classificazione quali passività probabili:

• esistenza di obbligazione attuale legale o implicita alla data di bilancio;

• l’adempimento dell’obbligazione comporterà l’impiego di risorse economiche;

• possibilità di effettuare una stima attendibile.

31

I fondi per rischi e oneri - Principi Contabili Internazionali (esempio)

Un’impresa vende impianti fornendo garanzia ai propri clienti circa la copertura dei costi da sostenersi a fronte della riparazione di qualsiasi difetto di fabbricazione che viene a manifestarsi nei dodici mesi successivi all’acquisto. Nel caso in cui venissero rinvenuti difetti di bassa rilevanza in tutti gli impianti venduti i costi di riparazione ammonterebbero a una cifra pari a 800 000; se venissero rinvenuti difetti venduti, i costi di riparazione ammonterebbero a una cifra pari a 800.000; se venissero rinvenuti difetti più rilevanti in tutti i prodotti venduti, i costi di riparazione ammonterebbero a 1.800.000.

Sulla base dell’esperienza passata dell’impresa e delle aspettative future stimate dai tecnici aziendali, si stima che, per l’anno successivo, il 70% dei beni venduti non presenterà difetti, il 25% dei beni venduti presenterà piccoli difetti e il 5% dei beni venduti presenterà, invece, grandi difetti. In conformità con le disposizioni dello IAS 37, l’impresa deve valutare la probabilità di un onere per le obbligazioni connesse alle garanzie nel suo insieme.

Il valore atteso dei costi di riparazione è:

(70% per zero) + (25% per 800.000) + (5% per 1.800.000) = 290.000

Se si sta valutando una singola obbligazione, il risultato individuale più probabile può essere la migliore stima della passività. Tuttavia, persino in questo caso, l’impresa deve considerare altri possibili risultati.

Laddove altri possibili risultati sono per la maggior parte superiori o inferiori al risultato più probabile, la migliore stima sarà l’importo superiore o inferiore. Per esempio, se un’impresa deve correggere un grave errore commesso nella costruzione di un importante impianto per un committente, la specifica stima più probabile può essere di accantonare un costo di 1.000 quale costo del primo tentativo di riparazione, ma deve essere effettuato un accantonamento per un ammontare superiore se vi è una rilevante probabilità che saranno necessari ulteriori interventi.

32

(17)

Il TFR - Principi Contabili Internazionali

Premessa:

il TFR non trova analoghe fattispecie in alcun Paese UE il TFR non trova analoghe fattispecie in alcun Paese UE Documento di riferimento:

IAS 19 (Benefici per i dipendenti)

Valutazione:

• L’importo già maturato deve essere prima proiettato nel futuro per

• L importo già maturato deve essere prima proiettato nel futuro per stimare l’ammontare che dovrà essere corrisposto dall’impresa al momento della risoluzione del rapporto di lavoro e poi attualizzato per tenere conto del tempo che trascorrerà fino al pagamento effettivo.

33

Università degli Studi di Parma

Le operazioni in valuta

estera

(18)

Le operazioni in valuta – Riferimenti

Riferimenti legislativi e professionali nazionali 9 9 OIC n. 1

9 D. Lgs. n. 6/2003

9 D. Lgs. n. 310/2004 Nuovi artt. 2424, 2425 bis e 2426 n.8-bis del Codice Civile

35 Distinzione tra:

a) Attività e passività in valuta diverse dalle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie costituite da partecipazioni

b) Immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie costituite da partecipazioni in valuta

Introduzione voce C.17-bis c.c. del CE

”utili e perdite su cambi”

Le operazioni in valuta – Rilevazione iniziale

I ricavi e i proventi, i costi e gli oneri relativi ad operazioni in valuta

d d t i ti l ca bio corrente ll d t ll l l

devono essere determinati al cambio corrente alla data nella quale la relativa oeprazione è compiuta”. (art. 2425-bis 2° comma c.c.)

36

i corrispondenti debiti e crediti sono rilevati inizialmente al tasso di cambio vigente

nel momento in cui l’operazione è effettuata

(19)

Le operazioni in valuta – Rilevazione successiva:

attività e passività diverse dalle immobilizzazioni

“Le attività e le passività in valuta, ad eccezione delle immobilizzazioni, devono essere iscritte al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura

d ll’ i i i l i i ili di bi d i i l

dell’esercizio e i relativi utili e perdite su cambi devono essere imputati al conto economico e l’eventuale utile netto deve essere accantonato in apposita riserva non distribuibile fino al realizzo”. (art. 2426 n. 8-bis c.c.)

1. rilevare a CE gli utili e le perdite su cambi realizzati con riferimento ad operazioni che si sono concluse nel corso dell’esercizio;

37 che si sono concluse nel corso dell esercizio;

2. in sede di scritture di assestamento del bilancio, adeguare il credito non ancora incassato o il debito non ancora pagato al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio, rilevando a CE gli utili e le perdite derivanti dalle differenze valutative che si generano rispetto agli importi originariamente iscritti;

3. adeguare o accendere la riserva non distribuibile sulla base dell’eventuale eccedenza di utili su perdite di cambio.

Le operazioni in valuta – Esempio 1

attività e passività diverse dalle immobilizzazioni

Operazioni in valuta sorte nell’esercizio in chiusura Nel corso dell’esercizio si rileva: z

-un debito verso fornitori in valuta per 10.000 dollari; il tasso di cambio corrente euro/dollaro è pari a 1/0,96;

-un credito verso clienti in valuta per 20.000 dollari; il tasso di cambio corrente euro/dollaro è pari a 1/1,20.

Al termine dell’esercizio il debito non è stato pagato ed il credito non è stato incassato.

Alla data di chiusura dell’esercizio le operazioni sopra indicate rientrano

d ll i d ll i i à i i à i l di d ll

38 dunque nella categoria delle attività e passività in valuta diverse dalle immobilizzazioni e devono essere convertite al tasso di cambio a pronti rilevato a fine esercizio; a tale data il tasso di cambio euro/ dollaro è di 1/1,25.

Si procede alla determinazione dell’utile o della perdita su cambi da iscrivere in

bilancio .

(20)

Le operazioni in valuta – Esempio 1

attività e passività diverse dalle immobilizzazioni

DEBITO

Importo in valuta = 10.000 dollari

CREDITO

Importo in valuta = 20.000 dollari V l i i i l i i i bili à Valore iniziale iscritto in contabilità =

10.000/0,96 = 10.416,67 euro Tasso di cambio al 31.12 = 1/1,25 Valore da iscrivere in bilancio al 31.12 = 10.000/1,25 = 8.000,00 euro

Differenza = 2.416,67 euro = utile su cambi

Valore iniziale iscritto in contabilità = 20.000/1,20 = 16.666,67 euro Tasso di cambio al 31.12 = 1/1,25 Valore da iscrivere in bilancio al 31.12

= 20.000/1,25 = 16.000,00 euro Differenza = 666,67 euro = perdita su cambi

39 Al 31.12 si rileva dunque un utile netto su cambi pari a 1.750,00 (differenza algebrica fra utile e perdita su cambi = 2.416,67 - 666,67), da imputare a conto economico nella voce C. 17-bis.

Le operazioni in valuta – Esempio 2

attività e passività diverse dalle immobilizzazioni

Operazioni in valuta sorte negli esercizi precedenti all’esercizio in chiusura

Nell’anno 2006 viene iscritto un debito in valuta per euro 15.625 a fronte un debito in dollari per 15.000

Anno Importo iscritto Tasso di cambio

euro/dollaro Nel corso del 2006

debito per 15.625 1/0,96

31.12.2006

debito per 15.789,47 1/0,95

40 31.12.2007

debito per 13.636,36 1/1,1

Al 31.12.2007 si rileva un utile su cambi

pari a 15.789,47 – 13.636,36 = 2.153,11

(21)

Le operazioni in valuta – Esempio 3

accantonamento a riserva utili su cambi

1.Utile di esercizio superiore all’utile netto su cambi non realizzato

Utile netto su cambi non realizzato 100

Utile d’esercizio 150

Risultato effettivo

(Utile d’esercizio – Utile netto su cambi non realizzato) 50

Ammontare da accantonare a riserva legale 7,5

Ammontare da accantonare a riserva per utili su cambi 100

Quota di utile liberamente distribuibile 42,5

i d ff i d di d i i d ll’ il d ll’ i i è l

41 La scrittura da effettuare in sede di destinazione dell’utile dell’esercizio è la seguente:

_____________________ ___________________

Utile d’esercizio a Diversi 150

Riserva legale 7,5

Riserva utili su cambi 100

Riserva utili a nuovo 42,5

_____________________ ___________________

Le operazioni in valuta – Esempio 3

accantonamento a riserva utili su cambi

2. Utile di esercizio inferiore all’utile netto su cambi non realizzato

Utile netto su cambi non realizzato 150

Utile d’esercizio 100

Risultato effettivo

(Utile d’esercizio – Utile netto su cambi non realizzato) (50)

Ammontare da accantonare a riserva legale 5

Ammontare da accantonare a riserva per utili su cambi 95

Quota di utile liberamente distribuibile 0

42 La scrittura da effettuare in sede di destinazione dell’utile dell’esercizio è la seguente:

_____________________ ___________________

Utile d’esercizio a Diversi 100

Riserva legale 5

Riserva utili su cambi 95

_____________________ ___________________

(22)

Le operazioni in valuta – Esempio 3

accantonamento a riserva utili su cambi

3. Conseguimento di una perdita d’esercizio

Utile netto su cambi non realizzato 200

Utile d’esercizio (100)

Risultato effettivo

(Utile d’esercizio – Utile netto su cambi non realizzato) (300)

Ammontare da accantonare a riserva legale 0

Ammontare da accantonare a riserva per utili su cambi 0

Quota di utile liberamente distribuibile 0

43 L’utile netto su cambi non realizzato risulta interamente assorbito dalla perdita

effettiva conseguita dalla società; non è dunque necessario accantonare alcuna somma alla riserva utili su cambi .

Le operazioni in valuta – Esempio 3

accantonamento a riserva utili su cambi

4. Conseguimento di una perdita su cambi

Perdite su cambi 100

Utile d’esercizio 500

Riserva per utili su cambi 200

Poiché la rideterminazione dell’importo imputabile a utile o perdite su cambi ha portato alla rilevazione di una perdita su cambi, la riserva accantonata nei precedenti esercizi può essere interamente liberata.

44

p p

La scrittura contabile sarà la seguente:

_____________________ ___________________

Riserva utili su cambi a Riserva libera 200 200

_____________________ ___________________

(23)

Le operazioni in valuta – Rilevazione successiva:

immobilizzazioni in valuta

Le immobilizzazioni in valuta materiali immateriali e finanziarie costituite da partecipazioni rilevate al costo devono essere iscritte al tasso di cambio al

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momento dell’acquisto o a quello inferiore alla data di chiusura dell’esercizio se la riduzione del cambio è giudicata durevole

Esempio:

Nell’anno 2005 l’impresa acquista un macchinario negli Stati Uniti al prezzo di 50.000 dollari (controvalore in euro al momento dell’acquisto 45.454,55, tasso di cambio euro/dollaro pari a 1/1,1).

45 euro/dollaro pari a 1/1,1).

A fine esercizio si possono realizzare due scenari:

¾ non si riscontra alcuna perdita di valore : il macchinario resta iscritto in bilancio per un importo pari a euro 45.454,55.

¾ si riscontra un tasso di cambio inferiore a quello storico e la riduzione è giudicata durevole (euro/dollaro pari a 1/1,3): il macchinario deve essere iscritto sulla base del tasso di cambio vigente alla fine dell’esercizio, quindi per euro 38.461,54.

Le operazioni in valuta - Principi Contabili Internazionali

Documento di riferimento:

IAS 21 (Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere) ( ff z )

Rilevazione iniziale:

Le operazioni valuta devono essere registrate inizialmente applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti tra la valuta funzionale e la valuta estera in vigore alla data dell’operazione.

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Valuta

dell’ambiente economico prevalente in cui

l’impresa opera

(24)

Le operazioni in valuta - Principi Contabili Internazionali

Rilevazione successiva

Al termine di ogni esercizio, gli elementi patrimoniali denominati in

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valuta estera devono essere contabilizzati come segue:

9 gli elementi monetari sono convertiti al tasso di cambio corrente alla data di chiusura dell’esercizio;

9 gli elementi monetari valutati al costo storico sono mantenuti al tasso di cambio in essere alla data dell’operazione;

9 gli elementi non monetari valutati al fair value sono convertiti utilizzando il tasso di cambio alla data in cui il fair value era stato

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determinato.

47 Se si rileva una differenza tra il tasso di cambio utilizzato nella rilevazione iniziale e il tasso di cambio in vigore alla data del suo regolamento ne deriva una differenza di cambio

Le operazioni in valuta - Principi Contabili Internazionali

Rilevazione successiva - segue

Regola generale: le differenze di cambio così emerse devono essere Regola generale: le differenze di cambio così emerse devono essere imputate a conto economico nell’esercizio in cui hanno origine.

Le differenze di cambio che si generano in relazione a elementi di natura non monetaria, vengono contabilizzate nel patrimonio netto nell’esercizio in cui sorgono, se gli utili e le perdite relative a tali elementi sono contabilizzati direttamente perdite relative a tali elementi sono contabilizzati direttamente nel patrimonio netto; quando l’utile o la perdita degli elementi non monetari (ad. esempio di impianti e macchinari) sono rilevati a conto economico, ciascun componente di cambio di tale utile o perdita deve essere parimente rilevato nel conto economico.

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Riferimenti

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