Parlamento europeo
2019-2024
TESTI APPROVATI
P9_TA(2022)0318
Rinnovo del partenariato con il vicinato meridionale – una nuova agenda per il Mediterraneo
Raccomandazione del Parlamento europeo del 14 settembre 2022 alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente il partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – una nuova agenda per il Mediterraneo (2022/2007(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante
dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 9 febbraio 2021, dal titolo
"Partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – Una nuova agenda per il Mediterraneo" (JOIN(2021)0002),
– vista la dichiarazione di Barcellona, adottata alla conferenza euromediterranea del 27 e 28 novembre 1995, che istituisce un partenariato euromediterraneo ed è corredata di un programma di lavoro dettagliato,
– visto l'articolo 8 del trattato sull'Unione europea,
– vista la risoluzione 70/1 delle Nazioni Unite dal titolo "Trasformare il nostro mondo:
l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile" (Agenda 2030), che è stata adottata in occasione del vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile tenutosi a New York il 25 settembre 2015 e ha stabilito gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), – visto l'OSS n. 14 "Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le
risorse marine per uno sviluppo sostenibile",
– visti l'accordo di Parigi, adottato con decisione 1/CP.21 in occasione della 21a Conferenza delle parti (COP21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) nonché dell'11a Conferenza delle parti (COP11), – vista la 26a Conferenza delle parti (COP26) dell'UNFCCC, tenutasi a Glasgow, in
Regno Unito, dal 31 ottobre al 13 novembre 2021,
– vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019 dal titolo "Il Green Deal europeo" (COM(2019)0640),
– vista la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti
della donna (CEDAW),
– vista la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (convenzione di Istanbul), – viste le otto convenzioni fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro
(OIL), segnatamente: la convenzione concernente la libertà sindacale e la protezione del diritto sindacale del 1948; la convenzione concernente l'applicazione dei principi del diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva del 1949; la convenzione
concernente il lavoro forzato ed obbligatorio del 1930 (e il relativo protocollo del 2014);
la convenzione concernente l'abolizione del lavoro forzato del 1957; la convenzione concernente l'età minima del 1973; la convenzione relativa alla proibizione delle forme peggiori di lavoro minorile del 1999; la convenzione concernente l'uguaglianza di remunerazione del 1951; la convenzione concernente la discriminazione in materia di impiego e di professione del 1958,
– visti la convenzione sulla protezione dell'ambiente marino e del litorale del Mediterraneo (convenzione di Barcellona) nonché i relativi protocolli e le relative decisioni dell'UE,
– vista la dichiarazione ministeriale degli Stati costieri affacciati sul Mediterraneo (dichiarazione MedFish4Ever), adottata a La Valletta, a Malta, il 30 marzo 2017, – visto il documento di lavoro congiunto dei servizi della Commissione del 9 febbraio
2021 dal titolo "Renewed Partnership with the Southern Neighbourhood – Economic and Investment Plan for the Southern Neighbours" (Un partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – Piano economico e di investimenti per i vicini meridionali) (SWD(2021)0023),
– viste le conclusioni del Consiglio del 16 aprile 2021 dal titolo "Un partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – Una nuova agenda per il Mediterraneo", – viste le conclusioni del Consiglio europeo del 10 e dell'11 dicembre 2020, – vista la dichiarazione dei membri del Consiglio europeo del 26 febbraio 2021, – visto il parere del Comitato delle regioni dal titolo "Un partenariato rinnovato con il
vicinato meridionale – una nuova agenda per il Mediterraneo", adottato durante la 145a sessione plenaria del Comitato delle regioni, svoltasi il 30 giugno e il 1º luglio 2021,
– vista la sua risoluzione del 27 marzo 2019 sulla situazione dopo la primavera araba:
prospettive future per il Medio Oriente e il Nord Africa1,
– visto il parere sotto forma di lettera espresso dalla commissione per il commercio internazionale,
– visto l'articolo 118 del suo regolamento,
1 GU C 108 del 26.3.2021, pag. 90.
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0220/2022), A. considerando che nel novembre 1995 l'allora Comunità europea ha firmato la
dichiarazione di Barcellona, nel cui ambito 12 paesi del Mediterraneo meridionale si sono impegnati a promuovere la creazione di uno spazio comune con l'obiettivo ultimo di conseguire la pace, la stabilità e la prosperità;
B. considerando che nel 2004, a seguito dell'allargamento che ha visto l'adesione di nuovi Stati membri orientali e meridionali, l'Unione europea ha deciso di avviare la politica europea di vicinato, la quale comprende le dimensioni orientale e meridionale dell'UE e mira a far progredire il dialogo e la cooperazione con i paesi vicini; che la politica europea di vicinato è stata successivamente aggiornata nel 2015; che tale politica è stata per molti anni integrata da uno strumento finanziario specifico per l'azione esterna dell'UE, volto a fornire risorse e obiettivi generali, nonché da un mandato della Commissione di formulare proposte in merito alla programmazione pluriennale e annuale dell'assistenza dell'Unione; che lo strumento finanziario dell'UE per la politica europea di vicinato è stato ora sostituito dallo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – Europa globale (NDICI);
C. considerando che il 2008 ha segnato l'inizio dell'Unione per il Mediterraneo (UpM), un'organizzazione intergovernativa che è stata istituita come prosecuzione del processo di Barcellona e costituisce un'importante sede di dialogo e cooperazione a livello politico nonché a livello delle organizzazioni della società civile e dei pertinenti portatori di interessi; che l'UpM è integrata da un'Assemblea parlamentare che offre un'opportunità fondamentale di dialogo e convergenza politici, nonché di cooperazione multilaterale tra i rappresentanti eletti dell'Unione e i suoi paesi partner del
Mediterraneo meridionale;
D. considerando che il 9 febbraio 2021 la Commissione e il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) hanno approvato una comunicazione congiunta su un partenariato ambizioso e rinnovato con il vicinato meridionale e una nuova agenda per il
Mediterraneo, nonché un documento di lavoro congiunto dei servizi della Commissione recante un piano economico e di investimenti che l'accompagna incentrato su cinque priorità, segnatamente: lo sviluppo umano, la buona governance e lo Stato di diritto; la resilienza, la prosperità e la transizione digitale; la pace e la sicurezza; la migrazione e la mobilità; nonché la transizione verde: la resilienza ai cambiamenti climatici, l'energia e l'ambiente; che questa nuova agenda per il Mediterraneo rappresenta un passo positivo nella giusta direzione verso un'ulteriore integrazione economica e politica con i paesi del vicinato meridionale; che la dichiarazione sugli accordi di Abramo riafferma gli accordi di Abramo firmati nell'agosto 2020 e fa riferimento agli accordi successivi, volti a normalizzare le relazioni tra Israele e altri Stati arabi;
E. considerando che la regione del Mediterraneo è una zona di importanza strategica vitale e complementare per l'Unione europea; che il cosiddetto processo di Barcellona, avviato nel 1995, prevedeva tra i suoi obiettivi la creazione di uno spazio comune di pace, stabilità e prosperità condivisa, la realizzazione di una zona di libero scambio
euromediterranea, l'impegno a rafforzare la democrazia e il rispetto dei diritti umani, nonché lo sviluppo di un partenariato euromediterraneo per una maggiore comprensione e vicinanza tra i popoli; che, a più di 25 anni dalla dichiarazione di Barcellona, la
maggior parte degli obiettivi non è stata pienamente raggiunta; che le relazioni tra l'UE
e i suoi partner mediterranei devono essere rafforzate al fine di affrontare le sfide comuni, trarre vantaggio dalle opportunità condivise e liberare il potenziale della regione che condividono; che i paesi del vicinato meridionale si trovano ad affrontare sfide comuni, ma che ciascuno di essi è caratterizzato da una situazione politica ed economica specifica e da problemi particolari che devono essere riconosciuti nelle politiche dell'UE relative alle rispettive regioni;
F. considerando che la nuova agenda per il Mediterraneo dovrebbe definire un quadro politico generale volto a facilitare l'elaborazione di quadri politici bilaterali, che
possono essere documenti congiunti, priorità di partenariato o atti equivalenti, nell'ottica di stabilire agende di riforma politica ed economica convenute di comune accordo e relativi strumenti di attuazione; che la coerenza delle politiche degli Stati membri con la politica di vicinato meridionale è fondamentale affinché l'UE raggiunga i suoi obiettivi di politica estera nella regione;
G. considerando che l'UE e i suoi partner del vicinato meridionale hanno un interesse comune nel sostenere un sistema multilaterale rivitalizzato e idoneo allo scopo, con al centro le Nazioni Unite, al fine di affrontare sfide comuni quali la risoluzione e la prevenzione dei conflitti, il consolidamento della pace, i cambiamenti climatici, la corruzione, la criminalità organizzata e il terrorismo, come pure la violenza nei confronti delle donne;
H. considerando che l'UE deve investire in via prioritaria nel suo vicinato meridionale; che la sicurezza, la stabilità, la prosperità e la resilienza climatica del vicinato meridionale dell'UE rafforzeranno la sicurezza, la stabilità, la prosperità e la resilienza climatica dell'Unione; che i rinnovati investimenti nel vicinato meridionale e l'intensificazione del dialogo politico e strategico tra l'UE e i paesi del vicinato meridionale offriranno una preziosa opportunità per una stretta cooperazione e sinergie politiche a vantaggio sia dell'UE e dei suoi Stati membri, da un lato, che dei paesi del vicinato meridionale, dall'altro; che il vicinato meridionale non dovrebbe essere visto come una realtà a sé stante, bensì in stretta correlazione con il vicinato orientale e la più ampia politica europea di vicinato (PEV), quale definita nella revisione della PEV del 2015, e nel quadro di una riflessione strategica globale su come perseguire relazioni più strette, reciprocamente vantaggiose ed equilibrate tra l'Unione e i suoi vicini; che i vicinati meridionale e orientale dell'UE sono strategici per l'Unione in vari settori, tra cui la stabilità e la sicurezza, la sicurezza energetica, la gestione dei conflitti e del rischio di terrorismo, la lotta ai cambiamenti climatici, gli scambi commerciali, la sicurezza delle catene di approvvigionamento e l'accesso diversificato ai mercati, nonché la gestione della migrazione, e in quanto possono promuovere i diritti umani e le riforme
democratiche e, pertanto, garantire uno spazio più sicuro ed efficace per le relazioni economiche e gli investimenti, ad esempio per quanto riguarda linee di
approvvigionamento più brevi; che l'Unione dovrebbe aspirare a uno spazio normativo comune comprendente i suoi vicinati meridionale e orientale, garantendo così ai paesi vicini l'accesso alle più rigorose norme politiche e in materia di lotta alla corruzione e di diritti umani, che fungono non solo da moltiplicatori degli investimenti economici e di una crescita economica equa e sostenibile, bensì sono anche fondamentali per il
rafforzamento della sicurezza e della stabilità politica dei paesi dei vicinati meridionale e orientale e dell'UE, nonché per la tutela dell'ambiente;
I. considerando che la crisi della COVID-19 e le ripercussioni della guerra in Ucraina sulla sicurezza alimentare hanno accentuato il rischio di un'ulteriore destabilizzazione,
viste le sue gravi conseguenze socioeconomiche per i paesi del vicinato meridionale;
che l'Unione dovrebbe riconoscere la diversità e l'eterogeneità della regione e adeguare le sue relazioni al singolo contesto di ciascuno Stato;
J. considerando che la politica di vicinato meridionale dovrebbe fornire ai paesi del vicinato meridionale un quadro politico efficace e l'accesso a risorse e investimenti, al fine di promuovere una reale integrazione socioeconomica in senso lato, lo sviluppo economico, l'occupazione e un processo di creazione delle capacità, anche in termini di democrazia, per le istituzioni competenti; che la politica di vicinato meridionale
dovrebbe contribuire, a breve e medio termine, ad attenuare i conflitti nel vicinato europeo e a prevenirli in futuro; che le donne e i minori sono particolarmente colpiti dai conflitti nei paesi mediterranei;
K. considerando che nel 2021, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, 1 924 persone sono morte o scomparse lungo le rotte del Mediterraneo centrale e occidentale, mentre altre 1 153 hanno perso la vita o sono scomparse lungo la rotta marittima dell'Africa nord-occidentale diretta verso le Isole Canarie; che nel 2020 1 776 persone sono morte o scomparse lungo le tre rotte; che, secondo il progetto Missing Migrants, l'iniziativa attuata dal 2014 dall'Organizzazione internazionale per le
migrazioni, 23 000 persone hanno perso la vita o sono scomparse nel Mediterraneo dal 2014;
L. considerando che l'UE ha perseguito un approccio globale in materia di migrazione e di asilo, basato sui valori dell'UE di solidarietà e di tutela dei diritti umani e dello Stato di diritto;
M. considerando che la guerra in Ucraina ha avuto conseguenze drammatiche in molti paesi vulnerabili per quanto riguarda il prezzo, la produzione e l'approvvigionamento di cereali, in particolare il frumento, nonché l'accesso agli stessi; che i partner del vicinato meridionale dipendono strutturalmente dalle importazioni di cereali e che la guerra in Ucraina sta avendo notevoli ripercussioni sulle catene di approvvigionamento del frumento e dell'olio da cucina, con conseguenze sulla sicurezza alimentare; che
l'International Food and Agricultural Resilience Mission (Missione internazionale per la resilienza alimentare e agricola – FARM) è stata avviata il 24 marzo 2022, di concerto con l'Unione europea, il G7 e l'Unione africana, al fine di prevenire gli effetti disastrosi sulla sicurezza alimentare mondiale della guerra condotta dalla Russia in Ucraina;
N. considerando che la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina sta avendo e continuerà ad avere effetti devastanti sulla regione in termini di sicurezza alimentare; che la guerra in Ucraina ha messo in luce la minaccia rappresentata da paesi terzi che cercano di acquisire il controllo politico ed economico della regione mediterranea e del vicinato dell'Unione, a scapito delle aspirazioni democratiche e dell'integrità territoriale dei paesi interessati, ed è la più recente dimostrazione di tale minaccia; che il vicinato
meridionale dell'Unione è stato un terreno di gioco per le grandi potenze, tra cui Russia, Cina e Iran, che stanno tutte cercando di rafforzare la loro abilità e capacità di esercitare un'egemonia politica e/o economica in alcuni paesi del vicinato meridionale, il che rappresenta pertanto un'ardua sfida per l'UE, i suoi Stati membri e i paesi del vicinato meridionale nello sviluppo delle loro capacità per contrastare la disinformazione e promuovere valori democratici quali la libertà di stampa, le libertà di associazione e di riunione e il pluralismo dei media, che sono tutti componenti cruciali e fondamentali dello Stato di diritto e devono essere potenziati; che una società civile libera, forte e
indipendente è essenziale per lo sviluppo di qualsiasi paese della regione;
O. considerando che l'Unione sta compiendo sforzi per contrastare i tentativi di terzi di destabilizzare la regione; che l'UE deve riaffermare il suo ruolo di partner privilegiato e di principale punto di riferimento politico, economico e democratico per i paesi del vicinato meridionale in ambiti quali i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, la sicurezza, la migrazione, la lotta contro i cambiamenti climatici, la ricerca e lo sviluppo;
che tale ruolo fondamentale dell'UE si riflette e dovrebbe continuare a riflettersi nel livello di impegno e nella posizione politica a livello dell'Unione nei confronti del vicinato meridionale;
P. considerando che la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo in tutte le sue forme, compreso il terrorismo di matrice islamica, resta una priorità; che la lotta contro lo Stato islamico prosegue nella regione dal 2015; che alcune delle cause profonde dei movimenti radicali, compresa l'emarginazione sociale e politica, restano tuttora irrisolte;
Q. considerando che la guerra in Ucraina e la conseguente necessità di diversificare e decarbonizzare ulteriormente l'approvvigionamento energetico dell'Unione hanno dimostrato il ruolo essenziale del vicinato meridionale in quanto partner fondamentale dell'UE nella realizzazione del Green Deal europeo, ma anche nel garantire all'Unione sufficienti approvvigionamenti di gas e petrolio nel breve termine, con reciproci vantaggi sia per l'Unione che per i paesi del vicinato meridionale; che la scoperta di significative riserve di gas naturale e l'abbondanza di fonti energetiche rinnovabili nei paesi del Mediterraneo meridionale e orientale, in particolare il Sahara, dotato di un notevole potenziale in termini di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, offrono un'opportunità di sviluppo economico nei paesi interessati e di cooperazione con l'UE in materia di energia pulita, compreso l'idrogeno da fonti energetiche
rinnovabili; che i proventi delle risorse naturali dovrebbero essere equamente distribuiti e utilizzati a beneficio delle popolazioni locali; che tali riserve e forniture di gas
richiedono partenariati, investimenti e la condivisione di competenze tra i paesi del Mediterraneo meridionale e l'Unione e i suoi Stati membri; che, a sua volta, tale
partenariato si sta già rivelando un'opportunità di dialogo e cooperazione tra tutti i paesi del Mediterraneo meridionale interessati, portando a una maggiore stabilità nella
regione; che il vicinato meridionale è pertanto essenziale non solo per motivi di sicurezza e stabilità regionali, bensì anche come partner primario per l'accesso a fonti energetiche affidabili, anche di tipo rinnovabile; che un autentico partenariato con vantaggi reciproci, in particolare per le popolazioni dei paesi del vicinato meridionale, è fondamentale per garantire l'accesso a energie rinnovabili, economicamente accessibili e locali in modo inclusivo;
R. considerando che gli effetti dei cambiamenti climatici dovrebbero provocare ulteriori sfollamenti delle popolazioni che vivono in Medio Oriente e in Nord Africa; che l'Egitto ospiterà la 27a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) nel novembre 2022; che, secondo il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, il Mediterraneo si sta riscaldando a una velocità superiore del 20 % rispetto alla media mondiale; che le precipitazioni primaverili ed estive dovrebbero diminuire del 30 % entro il 2080;
S. considerando che la regione del Mediterraneo ospita 510 milioni di persone ed è il mare di grandi dimensioni più inquinato al mondo, con 1,25 milioni di frammenti di plastica per chilometro quadrato; che i rifiuti marini sono uno dei principali fattori di crisi della
biodiversità e costano ai settori del turismo, della pesca e marittimo circa 641 milioni di EUR l'anno; che, secondo la relazione del Fondo mondiale per la natura (WWF) del 2019, ogni anno sono riversati nel Mediterraneo 0,57 milioni di tonnellate di plastica e tale cifra quadruplicherà entro il 2050; che, secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, il 75 % degli stock del Mediterraneo per cui sono disponibili valutazioni convalidate è pescato a livelli biologicamente insostenibili;
T. considerando che lo sviluppo, la sicurezza, la stabilità e la democrazia nel vicinato meridionale sono strettamente correlati all'effettiva integrazione socioeconomica delle donne, dei giovani e dei gruppi discriminati, come le persone LGBTQI+, ai diritti fondamentali delle minoranze religiose, culturali ed etniche e agli spazi aperti in cui i cittadini e la società civile indipendente possono esprimersi, agire e condividere liberamente idee e opinioni; che gli studi hanno dimostrato l'importanza fondamentale della loro capacità di accedere all'istruzione, alla formazione professionale,
all'occupazione e a un adeguato sviluppo professionale a lungo termine; che i diritti civili, politici, sociali ed economici delle donne e la loro promozione nel vicinato meridionale dovrebbero essere una priorità della nuova agenda per il Mediterraneo; che l'integrazione delle donne nel mercato del lavoro rimane notevolmente inferiore rispetto ad altre parti del mondo, raggiungendo in media il 19 % secondo la relazione di UN Women del 2020 che analizza la situazione delle donne nella regione del Medio Oriente e Nord Africa (MENA);
1. raccomanda alla Commissione e al VP/AR, in sede di attuazione del partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – una nuova agenda per il Mediterraneo, di provvedere a:
a) garantire risorse adeguate per un'attuazione tempestiva ed efficace della nuova agenda per il Mediterraneo sulla base degli obiettivi e delle priorità definiti congiuntamente con i paesi partner del vicinato meridionale, facendo tesoro delle preziose sinergie attraverso una cooperazione trasparente e la programmazione dell'azione esterna per la regione nell'ambito dell'NDICI e perseguendo uno stretto coordinamento con la programmazione degli Stati membri, nonché incoraggiando il più possibile le opportunità di finanziamenti misti mediante partenariati tra la Banca europea per gli investimenti, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e altre istituzioni finanziarie internazionali pertinenti; sostenere che la nuova agenda per il Mediterraneo possa introdurre una condizionalità positiva in base alla quale il sostegno attivo dell'UE a un'interazione politica più stretta ed efficace con i paesi del vicinato meridionale possa condurre a ulteriori partenariati e a una maggiore convergenza su altre priorità strategiche, a beneficio sia
dell'Unione che dei paesi del vicinato meridionale e dei loro cittadini; presentare aggiornamenti annuali sull'attuazione della nuova agenda per il Mediterraneo e garantire la visibilità dell'Unione in tutte le risorse finanziarie dell'UE assegnate direttamente o indirettamente alla regione attraverso partenariati con le Nazioni Unite, con altre organizzazioni internazionali e con altri partner tradizionali e non tradizionali, adottando un approccio Team Europa, e assicurando nel contempo la responsabilità finanziaria sulla base della metodologia esistente per la gestione delle prestazioni nonché del sistema di rendicontazione per i programmi dell'UE, compreso un approccio basato sugli incentivi; includere un regime generale di condizionalità per la protezione del bilancio dell'Unione; sottolineare che le società civili dei paesi del vicinato meridionale nutrono forti aspettative nei
confronti dell'UE e dei suoi Stati membri in quanto importanti punti di riferimento
politici, economici e culturali per le riforme politiche ed economiche e per la prosperità a lungo termine; avvertire che, data l'importanza strategica e il potenziale economico della regione, la capacità dell'UE di rivestire il ruolo di partner primario non è priva di sfide e, pertanto, è essenziale garantire un'adeguata visibilità all'impegno dell'UE nei confronti della regione in senso lato, sia
direttamente che attraverso i fondi assegnati ad altre organizzazioni come le Nazioni Unite;
b) rafforzare il dialogo e la cooperazione dell'UE con i paesi del vicinato meridionale nei pertinenti settori di intervento e promuovere la prevenzione dei conflitti e il consolidamento della pace, la lotta alla pirateria, la sicurezza marittima e la lotta al terrorismo, alla radicalizzazione e all'estremismo;
c) elaborare e concludere, in via prioritaria, documenti congiunti o priorità di partenariato che sostituiscano i documenti precedenti, basandosi sulle cinque priorità chiave dell'agenda per il Mediterraneo, in particolare quelle in materia di sviluppo umano, sicurezza umana, buona governance e Stato di diritto;
d) riaffermare la posizione del rappresentante speciale dell'Unione per il vicinato meridionale, che dovrebbe riferire sia al VP/AR che al commissario per il
Vicinato e l'allargamento (NEAR), in modo da rafforzare l'unità e l'azione dell'UE nella regione, nonché promuovere e difendere i nostri valori e interessi comuni;
e) intensificare l'azione diplomatica e il dialogo con gli Stati del vicinato
meridionale, anche nel quadro dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, e affrontare in via prioritaria le ripercussioni dell'aggressione russa contro l'Ucraina sui paesi del vicinato meridionale in termini di sicurezza alimentare, facendo particolare riferimento ai paesi più vulnerabili a causa della dipendenza dalle importazioni alimentari, della mancanza di previdenza sociale o del loro modello economico; dialogare con il Parlamento sulle modalità per garantire la sicurezza alimentare dei paesi del Mediterraneo meridionale che incontrano difficoltà in tal senso ed elaborare senza ulteriori indugi una risposta politica e di assistenza solida, resiliente e sostenibile a tal fine, anche basandosi sul dispositivo per l'alimentazione e la resilienza, in modo da affrontare la sicurezza alimentare nella regione, anche per promuovere sistemi agricoli sostenibili e locali nonché pratiche agricole a minore intensità di rendimento e più attente al clima; ricordare che l'insicurezza alimentare nella regione è aggravata dalle conseguenze
dell'emergenza climatica, in particolare dalla siccità e dall'aumento delle temperature estreme; rammentare l'importanza di un'adeguata visibilità degli sforzi e delle risorse dell'UE nel convogliare l'assistenza attraverso altre organizzazioni come il Programma alimentare mondiale, nonché di un
monitoraggio continuo delle misure e delle risorse al fine di verificare i progressi compiuti;
f) riconoscere le molteplici sfide che la regione deve affrontare, quali i cambiamenti climatici, la crisi economica e gli attacchi terroristici; sottolineare che lo stress idrico derivante dall'aumento del fabbisogno di acqua dolce, associato al controllo strategico dei fiumi, può portare ai conflitti più gravi; definire una strategia
politica volta a facilitare le soluzioni nei settori con un elevato potenziale destabilizzante;
g) attuare in via prioritaria strategie volte a ridurre la povertà, strategie dedicate alla programmazione per un più ampio accesso dei giovani e delle donne all'istruzione generale e superiore, unitamente a finanziamenti adeguati per l'accesso
all'istruzione della popolazione in generale, nonché strategie tese a sostenere la creazione e lo sviluppo di efficienti strutture di istruzione superiore o
professionale nei paesi del vicinato meridionale; collaborare con i paesi partner affinché i loro programmi scolastici difendano le norme dell'UNESCO in materia di pace, tolleranza e non violenza; adoperarsi per eliminare e scoraggiare i
discorsi d'odio che fomentano la discriminazione e la violenza e sostenere politiche e iniziative volte a proteggere le minoranze e a combattere le manifestazioni di intolleranza, razzismo, omofobia, xenofobia e le forme di intolleranza religiosa; sottolineare che lo sviluppo dei programmi di studio è fondamentale per promuovere società tolleranti; ricordare che la migrazione giovanile e la fuga di cervelli sono fonte di grave preoccupazione per i nostri partner nella regione, nonché una grave minaccia per la capacità di crescita economica e la sostenibilità economica a lungo termine dei paesi del vicinato meridionale; evidenziare, pertanto, l'importanza di promuovere gli investimenti e favorire la crescita economica nella regione parallelamente a un più ampio accesso all'istruzione, alla formazione professionale e alle opportunità lavorative, in modo che i giovani nei paesi del vicinato meridionale possano avere reali prospettive di accesso all'occupazione e di un'effettiva integrazione
socioeconomica; sottolineare quanto è importante estendere l'accesso ai programmi Erasmus ed Erasmus + ai partecipanti provenienti dai paesi del
vicinato meridionale, compresi quelli che sono fuggiti dall'Ucraina, e aumentare i finanziamenti destinati a tali scambi; evitare che tali politiche abbiano
ripercussioni negative sui paesi del vicinato meridionale attraverso il fenomeno della fuga dei cervelli; ricordare l'importanza della mobilità circolare, compresi gli scambi e i partenariati per la mobilità Sud-Sud, affinché i professionisti dei paesi del vicinato meridionale possano avere opportunità concrete di arricchire e ampliare ulteriormente la loro formazione professionale e le loro competenze nell'UE e possano ritornare nel loro paese di origine per condividere e creare conoscenze;
h) prestare attenzione alla metodologia esistente per la gestione delle prestazioni e al sistema di rendicontazione per i programmi dell'UE, compreso l'approccio basato sugli incentivi, nell'incorporare l'integrazione socioeconomica delle donne nella regione e la parità di genere in tutti i settori di intervento dell'UE, ove possibile;
orientare il sostegno dell'Unione alle donne, con l'obiettivo di migliorare e garantire il loro accesso all'istruzione, alla formazione e all'occupazione e, più in generale, di promuovere pari opportunità professionali e socioeconomiche, favorendo così la loro indipendenza finanziaria e promuovendo la parità di diritti;
incentivare i partenariati bilaterali e trilaterali tra le università del vicinato meridionale e quelle dell'UE, anche attraverso maggiori opportunità di apprendimento a distanza per gli studenti del vicinato meridionale e maggiori opportunità di scambio per il personale accademico; garantire al pubblico interessato nei paesi del vicinato meridionale un più ampio accesso ai media online con sede nell'Unione, anche attraverso poli digitali pubblici, e ai contenuti culturali dell'UE;
i) sostenere l'attuazione e la ratifica delle convenzioni internazionali tese a
contrastare la violenza nei confronti delle donne; adoperarsi per garantire che tutti
gli Stati membri e i paesi del vicinato meridionale firmino, ratifichino e attuino la convenzione di Istanbul e la CEDAW; prendendo atto della comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 25 novembre 2020, sul terzo piano d'azione dell'UE sulla parità di genere (GAP III) (JOIN(2020)0017) e sul piano d'azione dell'UE per le donne, la pace e la sicurezza, incoraggiare tutti i partner del vicinato meridionale a eliminare, esaminare e prevenire la violenza e la discriminazione basate sul genere e garantire una partecipazione attiva significativa ed equa delle donne in tutti gli ambiti della vita pubblica e del processo decisionale, nonché la promozione dei diritti delle donne; sostenere la piena attuazione, in tutti i paesi partner del vicinato meridionale, della risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza, che esamina le conseguenze sproporzionate dei conflitti su donne e ragazze e orienta il lavoro e l'azione volti a promuovere l'uguaglianza di genere e a rafforzare la
partecipazione, la tutela e i diritti delle donne durante l'intero ciclo del conflitto, dalla prevenzione del conflitto alla ricostruzione postbellica;
j) riconoscere l'importanza di una migrazione legale tra i paesi del vicinato meridionale e l'Europa, gestita sulla base dei principi di solidarietà, equilibrio e responsabilità condivisa, combattendo nel contempo il traffico e la tratta di esseri umani;
k) assicurarsi che l'UE, i suoi Stati membri e i suoi partner del vicinato meridionale perseguano politiche migratorie che rispettino pienamente i diritti umani dei migranti e dei rifugiati sanciti dalle normative internazionali, regionali e
nazionali; intensificare l'impegno dell'Unione nei paesi in cui i difensori dei diritti umani e le organizzazioni della società civile e della comunità, comprese quelle che tutelano le vite dei migranti e dei richiedenti asilo, sono minacciate;
riconoscere e finanziare adeguatamente l'importante e indispensabile lavoro delle organizzazioni umanitarie, assicurando che i finanziamenti dell'UE a tal fine godano di ampia visibilità;
l) garantire che i finanziamenti destinati alla migrazione nel vicinato meridionale nel quadro dell'NDICI siano assegnati in via prioritaria a programmi volti ad
affrontare le cause profonde degli sfollamenti forzati, anche migliorando il tenore di vita nella regione;
m) invitare l'UE e i suoi partner del vicinato meridionale ad adottare un approccio più coordinato, globale e strutturato alla migrazione, tenendo conto dell'importanza di affrontare le cause profonde degli sfollamenti forzati; cercare di ridurre l'ingresso irregolare nel territorio degli Stati membri; accordare priorità alla riammissione dei migranti non aventi diritto di permanenza nell'UE nelle relazioni con i paesi terzi, nel rispetto degli obblighi di non respingimento e del diritto internazionale;
ricordare che è possibile compiere progressi solo attraverso una combinazione di capitale umano locale e sostegno esterno allo sviluppo e che la migrazione non dovrebbe portare alla fuga dei cervelli ed è una sfida che incide sulla stabilità nei paesi del Mediterraneo meridionale; sottolineare che i termini "rifugiato" e
"migrante economico" non sono equivalenti e che l'Unione dovrebbe pertanto adottare approcci distinti alle due categorie; evidenziare che l'UE dovrebbe agevolare percorsi sicuri per i richiedenti asilo e i rifugiati diretti verso l'Unione;
chiedere un impegno costante con i partner del vicinato meridionale per garantire
soluzioni sostenibili per i rifugiati; ricordare che il Mediterraneo meridionale e i suoi giovani sistemi democratici sono soggetti a tensioni quali il sottosviluppo economico, i conflitti, la mancanza di opportunità per i giovani, la disoccupazione strutturale e, in aggiunta, la sfida della migrazione intra-africana e le conseguenze dei cambiamenti climatici; tenere conto di tutti questi fattori nel dialogo
permanente dell'UE con gli attori locali;
n) intensificare e sviluppare con urgenza i partenariati e la cooperazione con i paesi del vicinato meridionale interessati, al fine di affrontare e contrastare gli effetti negativi immediati e a lungo termine dei cambiamenti climatici, di promuovere la tutela dell'ambiente e di elaborare soluzioni per far fronte alla carenza idrica, concentrandosi sugli sforzi di costruzione della resilienza, nonché adoperarsi per far progredire e accelerare la transizione verde, in linea con l'accordo di Parigi, il Green Deal europeo e l'Agenda 2030, integrando un'adeguata condizionalità in materia di clima in tutta l'assistenza dell'UE ai paesi terzi, conformemente agli impegni climatici assunti dall'UE; ricordare che la strategia dell'Unione in materia di azione per il clima e mitigazione dei cambiamenti climatici non sarà altrettanto efficace in assenza di ingenti investimenti e miglioramenti considerevoli nel vicinato dell'Unione; sostenere le iniziative faro in materia di salvaguardia del clima contenute nel piano economico e di investimenti per il vicinato meridionale;
mettere in guardia contro l'impatto dei cambiamenti climatici nella regione del Maghreb, in particolare nell'Africa subsahariana, e contro la questione
dell'accesso sempre più limitato all'acqua nelle regioni del Maghreb e del
Mashreq; ricordare che l'accesso all'acqua, la riforestazione, la decarbonizzazione, l'economia circolare, l'adozione di un modello aziendale basato su fonti
energetiche rinnovabili e l'accesso a tali fonti saranno fondamentali per la neutralità climatica del vicinato meridionale e per proteggerlo dagli effetti dei cambiamenti climatici; rammentare inoltre che ciò, a sua volta, aumenterà la capacità dell'Unione di conseguire i suoi obiettivi di neutralità climatica; favorire il dialogo e la cooperazione regionali in materia di gestione sostenibile delle risorse idriche, di tecnologia e di accesso all'acqua, ad esempio piani per il risparmio idrico, l'uso delle acque depurate e la desalinizzazione mediante
l'impiego delle energie rinnovabili, e sostenere ulteriori investimenti nelle fonti di energia rinnovabili, quali l'energia eolica, l'energia solare e l'idrogeno verde, nella regione; sottolineare l'importanza di partenariati con i paesi del vicinato
meridionale interessati in materia di riforestazione e pratiche agricole sostenibili con un consumo idrico ridotto; evidenziare che le migliori pratiche nel campo dell'agricoltura esistono non solo nell'UE, bensì anche nel vicinato meridionale, e ritiene pertanto che l'Unione potrebbe svolgere un ruolo importante nel
promuovere e far progredire il dialogo, la cooperazione e i partenariati Sud-Sud volti alla condivisione di tali pratiche;
o) sostenere attivamente misure comuni tese a conservare, tutelare, ripristinare e utilizzare in modo sostenibile la ricca biodiversità del bacino del Mediterraneo, uno spazio unico di diversificazione per le specie animali e vegetali, nonché garantire una gestione sostenibile delle risorse, compresa l'acqua, e rafforzare i sistemi alimentari sostenibili; contribuire a migliorare il monitoraggio e il
controllo delle risorse biologiche marine nonché l'efficace cooperazione regionale relativa alla loro gestione;
p) elaborare un'analisi del ruolo positivo che l'UE e relazioni più approfondite con i
paesi del vicinato meridionale possono svolgere nel ridurre le loro emissioni di carbonio, nonché degli sforzi congiunti che possono compiere per diversificare le loro risorse energetiche e aumentare il loro approvvigionamento energetico da fonti di energia rinnovabili e sostenibili; presentare a tempo debito una strategia tesa a rafforzare ulteriormente il ruolo del vicinato meridionale nel portare avanti l'attuazione del Green Deal europeo in modo coerente con gli impegni
dell'accordo di Parigi; sostenere dal punto di vista tecnico e finanziario i paesi del vicinato meridionale nei loro sforzi volti a diversificare il loro
approvvigionamento energetico intensificando la produzione di energia rinnovabile, rivolgendo particolare attenzione all'energia solare ed eolica;
sottolineare che lo sviluppo del mercato dell'energia verde può contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro e quindi aumentare il tasso di occupazione nei paesi che intraprendono la transizione energetica;
q) perseguire un ruolo attivo dell'UE nell'agevolare il dialogo e la cooperazione tra tutti i paesi del Mediterraneo meridionale e orientale nel settore dell'energia, promuovendo, ove necessario, la capacità di comprensione, dialogo e composizione definitiva della questione della demarcazione delle frontiere marittime, conformemente al diritto internazionale, compresa la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS); aspirare a un ruolo attivo dell'Unione nell'agevolare il dialogo e la cooperazione in tal senso, onde salvaguardare l'integrità territoriale e la zona economica esclusiva dei paesi interessati, promuovendo il rispetto del diritto internazionale e la composizione definitiva della questione della demarcazione delle frontiere marittime attraverso il negoziato;
r) promuovere ulteriormente e adottare con urgenza misure volte a rafforzare la capacità di interconnessione tra l'UE e i paesi del Mediterraneo meridionale e orientale che producono gas naturale e altri tipi di energia, attraverso i pertinenti punti di interconnessione (hub) dell'Unione; prendere in considerazione, in particolare, gasdotti, infrastrutture portuali e altre infrastrutture e tecnologie che siano pronti per l'idrogeno verde, onde evitare un effetto "lock-in" sia nell'Unione che nei paesi del vicinato meridionale, a beneficio di tutti i paesi produttori e di tutti gli Stati membri; ribadire che la dipendenza dal petrolio e dal gas naturale dovrebbe essere ridotta a tempo debito attraverso una transizione verde
onnicomprensiva in linea con il Green Deal europeo, e sostenere le transizioni verdi anche nei paesi del vicinato meridionale; rilevare che il Forum del gas del Mediterraneo orientale (EMGF) funge da piattaforma per una cooperazione regionale positiva;
s) promuovere altresì l'interconnessione elettrica nell'ambito della diversificazione delle risorse energetiche dell'UE e potenziare il suo approvvigionamento
energetico da fonti di energia rinnovabili;
t) tenere conto del potenziale dell'economia blu per promuovere la crescita
sostenibile e le opportunità economiche su entrambe le sponde del Mediterraneo, integrandola debitamente nella pianificazione dello sviluppo economico;
u) fare tesoro dell'esperienza estremamente positiva maturata da alcuni Stati membri nel sostenere le start-up e nel promuovere ulteriormente il loro lavoro attraverso incubatori o acceleratori dedicati, soprattutto in settori chiave come la sanità, le
energie rinnovabili, l'intelligenza artificiale, le nuove tecnologie e l'istruzione;
creare e sostenere incubatori o acceleratori nei paesi interessati del vicinato meridionale, favorire la creazione di start-up locali e potenziare le loro capacità digitali e verdi; convenire sull'importanza di migliorare ulteriormente
l'infrastruttura digitale dei paesi interessati del vicinato meridionale e di includere tali paesi nell'agenda digitale dell'Unione; sottolineare che si tratta di un
prerequisito per lo sviluppo economico, l'integrazione socioeconomica e un più ampio accesso all'istruzione; svolgere un ruolo guida nella promozione degli investimenti e dei partenariati tra le società di telecomunicazioni dell'UE e quelle dei paesi del vicinato meridionale interessati, allo scopo di fornire l'accesso alle moderne infrastrutture digitali, in particolare le reti mobili 5G, basate sulla tecnologia dell'UE, nonché avvertire che, in caso contrario, i paesi terzi che cercano di creare un effetto leva e costruire una presenza economica e politica nella regione beneficeranno di un vantaggio competitivo, anche in termini politici;
ricordare l'importanza di un intenso dialogo politico e di una stretta cooperazione tra l'Unione e i paesi del vicinato meridionale nell'elaborare politiche adeguate in materia di cibersicurezza che tutelino i diritti e le libertà fondamentali di tutti gli utenti, in linea con i valori dell'UE, nonché della conclusione di partenariati nei consessi internazionali sulle norme in materia di cibersicurezza, al fine di creare un ciberspazio aperto, sicuro e affidabile; basarsi sul lavoro della task force StratCom per il Sud per sviluppare ulteriormente una strategia concreta tesa a combattere la disinformazione e a contrastare le notizie false e la propaganda provenienti dalla Russia, dalla Cina e da altre potenze regionali nei paesi del vicinato meridionale e nell'UE; esprimere profonda preoccupazione per l'impatto interno, negli Stati membri dell'UE, delle campagne di disinformazione condotte in modo aggressivo dalla Russia e dalla Cina sulle piattaforme dei social media e sui media convenzionali; esortare i governi dei paesi del vicinato meridionale a consentire il libero accesso a Internet e a difendere la libertà di espressione delle voci dissenzienti senza timore di rappresaglie; invitare i governi dei paesi del vicinato meridionale a rispettare e tutelare le libertà di espressione e informazione come pure la libertà di stampa sia online che offline; finanziare programmi a sostegno della libertà di espressione e della riservatezza, dell'accesso a Internet e dell'etica online;
v) assicurare risorse adeguate per un'attuazione tempestiva ed efficace della nuova agenda per il Mediterraneo, anche in quanto strumento per sostenere investimenti e partenariati a più lungo termine di imprese con sede nell'UE nel vicinato
meridionale; sottolineare che, a causa della pandemia e della guerra in Ucraina, molte imprese con sede nell'UE stanno procedendo al rimpatrio o alla
delocalizzazione di prossimità delle loro linee di approvvigionamento e
produzione; riconoscere che tale circostanza, attraverso un'attuazione tempestiva e completa della nuova agenda per il Mediterraneo e del piano economico e di investimenti, offre un'opportunità unica sia per l'Unione che per il vicinato meridionale di garantire un ambiente in grado di sostenere le imprese con sede nell'UE che desiderano procedere alla delocalizzazione di prossimità nonché di promuovere investimenti a lungo termine nel vicinato meridionale, stabilendo così legami politici più stretti e una cooperazione più solida con i paesi del vicinato meridionale;
w) integrare i diritti economici e del lavoro nella nuova agenda, innovare e
incoraggiare strategie basate su un'analisi approfondita degli eventi in corso alla
frontiera meridionale, nonché concentrarsi sul lavoro dignitoso, lo sviluppo sostenibile e le norme internazionali in materia di lavoro; includere efficacemente i movimenti sindacali nelle consultazioni nazionali e incoraggiare il dialogo sociale; adoperarsi per porre fine al lavoro minorile, garantire il diritto a una retribuzione e a un'indennità e la libertà sindacale, nonché porre fine alla schiavitù e alla discriminazione, tenendo conto anche della necessità di fornire una
protezione adeguata ai rifugiati nella regione; incoraggiare il dialogo sociale e la contrattazione collettiva e promuovere l'inclusione delle donne e dei giovani nelle strutture sindacali e negli spazi politici;
x) promuovere l'integrazione regionale, subregionale e bilaterale nel Mediterraneo meridionale, in particolare con l'obiettivo di eliminare eventuali ostacoli alle frontiere, ai trasporti o agli scambi commerciali tra i paesi della regione e di favorire attivamente legami e partenariati più stretti; definire come priorità strategica il miglioramento delle relazioni commerciali tra l'UE e i paesi del vicinato meridionale, adoperandosi per la creazione di una zona di libero scambio di beni e servizi euromediterranea; mantenere l'attenzione sull'agevolazione degli investimenti, dei servizi e dello sviluppo sostenibile;
y) ribadire l'impegno di lunga data dell'UE con riguardo alle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite, in particolare la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del gennaio 2022, e ricordare la risoluzione del Parlamento europeo del 17 febbraio 2022 sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune, nel contesto del processo di pace in Medio Oriente, sulla base di una soluzione dei due Stati, con uno Stato di Israele sicuro e uno Stato di Palestina indipendente, democratico, contiguo, sovrano e vitale, che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza entro i confini del 1967, con scambi di territori equivalenti concordati di comune accordo e Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati; ricordare che gli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati sono illegali ai sensi del diritto internazionale; chiedere che cessino le azioni che potrebbero
compromettere la realizzabilità pratica della soluzione dei due Stati e che non proseguano la costruzione di insediamenti e gli atti di terrorismo, in quanto costituiscono una violazione del diritto internazionale e non contribuiscono al conseguimento di una pace duratura e globale; avvertire che, nell'attuale contesto geopolitico, il processo di pace in Medio Oriente può progredire solo con un forte impegno politico e con investimenti da parte dell'UE e degli Stati Uniti;
promuovere negoziati diretti tra Israele e i palestinesi;
z) continuare a sostenere sia politicamente che finanziariamente l'operato degli organi pertinenti delle Nazioni Unite, come l'Agenzia delle Nazioni Unite di soccorso e lavori per i rifugiati palestinesi del Vicino Oriente, garantendo
un'adeguata visibilità ai finanziamenti e al sostegno dell'UE a tal fine e in sinergia con gli obiettivi dell'Unione;
aa) riconoscere l'importanza dell'assistenza finanziaria dell'UE all'Autorità nazionale palestinese e alla società civile palestinese sul campo, in particolare nel fornire sostegno alla popolazione in tempi di grave crisi alimentare e carenza energetica, e promuovere le giuste condizioni per attenuare le conseguenze dell'aggressione russa contro l'Ucraina, come sottolineato dalla Presidente Ursula von der Leyen in occasione della sua recente visita a Ramallah il 14 giugno 2022; sottolineare che i finanziamenti alle organizzazioni della società civile non devono essere sospesi in
assenza di prove di un uso improprio;
ab) continuare a sostenere la cooperazione in tutta la regione; prendere atto degli accordi di Abramo, che hanno portato al riconoscimento reciproco di Israele, Bahrein, Emirati arabi uniti, Marocco e Sudan, e che dell'opportunità da essi offerta di rafforzare la cooperazione tra tali Stati;
ac) incoraggiare la cooperazione regionale e sostenere la normalizzazione delle relazioni tra Israele e gli Stati arabi, nonché promuovere la piena inclusione dell'Autorità nazionale palestinese, in linea con gli sforzi dell'UE e degli Stati Uniti per conseguire pace, sicurezza e stabilità nella regione e conformemente al quadro delle Nazioni Unite, all'iniziativa di pace araba e agli accordi di Oslo;
sfruttare tale slancio per favorire il dialogo e la cooperazione nella regione, al fine di sostenere il processo di pace in Medio Oriente e la soluzione dei due Stati come pure il rispetto del diritto internazionale;
ad) sostenere attivamente, nel quadro della strategia Global Gateway e in sinergia con il piano economico e di investimenti per il vicinato meridionale, i piani iniziali per lo sviluppo di un collegamento commerciale senza interruzioni, tramite
interconnettori ferroviari e marittimi, tra il Sud-est asiatico e i paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, la Giordania, Israele, la Palestina e la Grecia, quali punti di ingresso nell'UE per le merci scambiate e le risorse energetiche e in quanto alternativa alla nuova via della seta; ricordare che tale rotta alternativa diversificherebbe ulteriormente le linee di approvvigionamento dell'UE,
contribuirebbe alla sicurezza energetica dell'Unione, rafforzerebbe il potenziale di crescita economica del vicinato meridionale, potenzierebbe ulteriormente il processo di integrazione regionale e il dialogo regionale e promuoverebbe il partenariato, la cooperazione e la pace di lungo periodo tra tutti i paesi della regione;
ae) attuare la nuova agenda per il Mediterraneo rafforzando il sostegno dell'UE a una società civile libera, forte e indipendente in tutta la regione, nonché attraverso un dialogo e una consultazione specifici con le autorità e le comunità locali e
regionali; rafforzare i legami tra le delegazioni dell'UE e l'Assemblea regionale e locale euromediterranea (ARLEM); ricordare che si tratta di motori importanti ed essenziali per uno sviluppo economico e umano sostenibile ed equo che sono più vicini alle persone, in modo che le strategie di attuazione possano raggiungere tutte le comunità, comprese quelle più svantaggiate dal punto di vista geografico o socioeconomico, nonché i difensori dei diritti umani; insistere sul fatto che il sostegno dell'UE alle organizzazioni della società civile non dovrebbe essere subordinato all'approvazione da parte delle autorità nazionali ed è fondamentale in tutti i paesi della regione, senza eccezioni; incaricare le delegazioni dell'UE nei paesi del vicinato meridionale di intensificare i contatti con le autorità locali e regionali e con una sezione trasversale della società, quali motori dello sviluppo territoriale, in particolare nelle consultazioni in merito alle priorità dell'Unione in materia di partenariato e investimenti nei paesi del vicinato meridionale;
incaricare altresì le delegazioni dell'UE nei paesi del vicinato meridionale di istituire consigli consultivi di alto livello che rispecchino la diversità sociale, economica e politica del paese interessato, includano le figure di rilievo in campo economico, mediatico, culturale, accademico e della società civile e i leader di spicco dei giovani, nonché le parti sociali e i principali difensori dei diritti umani
del paese interessato, e forniscano un contributo più riflessivo da parte dei principali portatori di interessi per quanto riguarda le priorità strategiche e l'architettura politica elaborate dall'UE;
af) affrontare la situazione dei diritti umani e le sfide cui deve far fronte la società civile e sostenere iniziative concrete volte a rafforzare le organizzazioni della società civile, i difensori dei diritti umani e i media indipendenti; garantire che i paesi partner attuino efficacemente le norme in materia di lavoro e affrontino le violazioni delle norme dell'OIL;
ag) incentivare e coadiuvare le riforme attraverso la politica di vicinato meridionale negli ambiti della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani, della buona governance e della lotta alla corruzione, a beneficio dei popoli e della stabilità nella regione;
ah) invitare tutti i paesi del Mediterraneo meridionale a garantire uno spazio libero, sicuro e transnazionale per le organizzazioni della scienza e della società civile in vista della COP27, che si terrà in Egitto;
ai) presentare un ambizioso piano d'azione dell'UE volto a combattere l'impunità per i crimini contro l'umanità, come richiesto dal Parlamento nel marzo 2021, dando immediata priorità alla Siria, che ha vissuto il conflitto con il maggior numero di vittime nella regione degli ultimi decenni, e sottolineare la necessità di adoperarsi per conseguire una Libia stabile, sicura, unita e prospera, il che è nell'interesse di tutti;
aj) presentare aggiornamenti annuali in merito all'attuazione della nuova agenda per il Mediterraneo, facendo particolare riferimento all'erogazione di risorse finanziarie rese disponibili per il piano economico e di investimenti; consultare regolarmente il Parlamento con riguardo alla programmazione annuale e pluriennale relativa all'attuazione della nuova agenda per il Mediterraneo e del piano economico e di investimenti; informare regolarmente il Parlamento circa lo stato di avanzamento della nuova agenda per il Mediterraneo, in particolare circa l'attuazione delle sue cinque priorità nonché la conclusione e l'adempimento di documenti congiunti e priorità di partenariato, e tenerlo informato in merito a tale attuazione e alla risposta alle sue raccomandazioni in tutti i settori di intervento dell'UE, come pure in merito a ulteriori progetti e programmi che rafforzeranno la capacità di
partenariato dell'Unione con i paesi del vicinato meridionale;
ak) concentrare sforzi pertinenti nel favorire il dialogo interculturale e interreligioso quale preziosa opportunità per promuovere i diritti umani e le libertà, affrontare congiuntamente il fondamentalismo religioso, la discriminazione, l'odio anti- islamico e l'antisemitismo e combattere insieme contro la radicalizzazione, l'incitamento all'odio e alla violenza e il terrorismo; ricordare l'intenzione della Presidente del Parlamento di nominare un inviato per il dialogo interreligioso e di coinvolgere strettamente gli attuali inviati per il dialogo interreligioso della Commissione e del Parlamento negli sforzi congiunti a favore del dialogo interreligioso con i paesi del vicinato meridionale;
al) cogliere l'opportunità della nuova agenda per il Mediterraneo per stabilire un quadro solido per il dialogo e la cooperazione in tutto il Mediterraneo, inteso alla
tutela e alla promozione del patrimonio culturale, nonché alla sua valorizzazione, anche al fine di promuovere ulteriormente il turismo e le opportunità economiche;
rafforzare la tutela e la promozione degli itinerari culturali del Consiglio d'Europa, cui partecipano anche i paesi del vicinato meridionale e tra i quali figurano
l'itinerario "El legado andalusí", la rotta di Enea, la rotta dell'olivo, il cammino
"Iter Vitis" e la rotta dei Fenici;
am) cogliere l'opportunità di potenziare ulteriormente la capacità di sensibilizzazione e di dialogo dell'Unione con i governi e i parlamenti dei paesi del vicinato
meridionale attraverso l'effettiva capacità di dialogo interparlamentare, sostegno democratico e diplomazia parlamentare che il Parlamento vanta da lunga data, con particolare riferimento alle delegazioni interparlamentari del Parlamento e alla loro capacità di promuovere, in stretto coordinamento con le commissioni parlamentari competenti, il dialogo democratico e politico nel quadro di una più stretta cooperazione con i paesi del vicinato meridionale;
an) garantire un nesso positivo tra la nuova agenda per il Mediterraneo e la capacità dell'Unione e dei suoi Stati membri di costruire una coalizione di paesi che condividono gli stessi principi, a sostegno di un sistema multilaterale basato su regole ed efficace, in grado di rafforzare la capacità della comunità internazionale di affrontare le sfide globali; includere nella nuova agenda per il Mediterraneo un dialogo rafforzato sul valore derivante dalla convergenza con l'UE per i paesi del vicinato meridionale, non soltanto in termini di dialogo politico, stabilità e
crescita economica, ma anche con riferimento alla capacità di promuovere la pace e la stabilità, di sostenere i principi e il rispetto del diritto internazionale, come nel caso della guerra di aggressione contro l'Ucraina, di combattere l'estremismo e di difendere i valori democratici, le libertà fondamentali e i diritti umani nel sistema delle Nazioni Unite e nei pertinenti consessi multilaterali;
ao) dialogare con tutti i partner del vicinato meridionale per elaborare politiche basate sull'Agenda 2030 e sui suoi OSS e volte a rafforzare lo Stato di diritto, la buona governance e il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale;
ap) incoraggiare il Consiglio a servirsi appieno del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani in caso di gravi violazioni dei diritti umani nella
regione; adoperarsi per ampliare l'ambito di applicazione di tale importante strumento al fine di includervi gli atti di corruzione;
aq) condannare ancora una volta il ricorso alla pena di morte; invitare i partner interessati del vicinato meridionale a introdurre una moratoria immediata sull'uso della pena di morte, quale passo verso l'abolizione della stessa, e a commutare tutte le condanne a morte;
2. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, alla Commissione e al Comitato delle regioni, nonché al
Segretariato generale dell'Unione per il Mediterraneo e alla sua Assemblea
parlamentare, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea e degli Stati appartenenti all'Unione per il Mediterraneo e alla sua dimensione parlamentare.