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Identificazione precoce di infezioni severe in età pediatrica: ruolo della cenestesi e del "gut feeling"

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Academic year: 2021

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Fusaro G. Medico e Bambino Pagine Elettroniche 2020;23(8):217 https://www.medicoebambino.com/?id=PSR2008_30.html

217

MeB - Pagine Elettroniche

Volume XXIII

Ottobre 2020

numero 8

I POSTER DEGLI SPECIALIZZANDI

IDENTIFICAZIONE PRECOCE DI INFEZIONI SEVERE IN ETÀ

PEDIATRICA: RUOLO DELLA CENESTESI E DEL “GUT FEELING”

Giulia Fusaro

Scuola di Specializzazione in Pediatria, IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo”, Università di Trieste

Indirizzo per corrispondenza: fusarogiulia@gmail.com

Sino a oggi, in letteratura, non è stata dimostrata la presenza di un segno o sintomo che, preso singolarmente, sia in grado di identificare precocemente un’infezione se-vera (IS) in età pediatrica. Allo scopo di implementare le possibilità di una diagnosi precoce, sono state elaborate varie regole di previsione clinica, ma nessuna si è dimo-strata sufficientemente esaustiva allo scopo preposto. Tra esse, quella che maggiormente si avvicina un’efficacia diagnostica del 100% è quella elaborata dal gruppo di Van den Bruel: un albero decisionale a 5 scalini (qualcosa non va / gut feeling -o sensazione-, dispnea, temperatura > 39,9 °C, diarrea ed età) che ha permesso una corretta identificazione precoce della quasi totalità di infezioni batteriche nel campione di studio.

Su modello dell’esperienza belga si sono volute indagare sensibilità e specificità delle 5 variabili proposte aggiun-gendone ulteriori 3 (febbre con brivido, preoccupazione genitoriale e bambino im-mobile) sia come singole sia nella loro combinazione all’interno di un modello multivariato, con particolare attenzione al ruolo della percezione del cli-nico sul bambino (gut feeling / colpo d’occhio).

Lo studio prospettico è stato svolto presso il Dipartimen-to di Emergenza dell’IRCCS Materno-Infantile “Burlo Ga-rofolo” di Trieste arruolando tutti i bambini 0-14 anni che presentassero i segni di una patologia infettiva acuta in atto esclusi i textbook sign (convulsioni, cianosi, tempo di refill aumentato, petecchie) altamente specifici ma tardivi.

La raccolta dati è stata realizzata tramite scheda infor-matizzata inserita in un apposito database (BaCri

FVG-Medorbital) e seguita da un follow-up telefonico a 5 giorni. I risultati hanno dimostrato come alcune variabili non siano significative per la diagnosi di IS (brivido, diarrea e temperatura) evidenziando invece che, in ordine decrescen-te di sensibilità, la preoccupazione genitoriale, il gut fee-ling, l’alterato pattern cardio-respiratorio e il bambino im-mobile siano correlate alla diagnosi di IS. In particolare, l’analisi univariata ha mostrato che il gut feeling è la varia-bile che dimostra maggiore associazione con un’IS (sensi-bilità 55,3%, specificità 94,7%); considerando la percezio-ne del clinico all’interno di un modello a 4 variabili (perce-zione genitoriale, gut feeling, alterato pattern cardiaco e respiratorio), essa mantiene una significatività nella corre-lazione con un’IS.

Nel complesso, il modello a 4 variabili risulta essere maggiormente performante, rispetto a quello belga, nell’e-scludere un’infezione severa qualora vi sia una negatività per tutte la variabili (sensibilità 62,5%, specificità 90%), mentre il modello di Van den Bruel risulta essere mag-giormente efficace nell’identificazione di un’IS (sensibilità 88%, specificità 78%).

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