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Universit` a degli Studi di Udine, Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica

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(1)

Universit` a degli Studi di Udine, Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica

A.A. 2017/2018, Sessione di Giugno/Luglio 2018, Primo Appello Esame di FISICA I, Prova scritta del 26 Giugno 2018

TESTI E SOLUZIONI DEI PROBLEMI

θ

1 2

0 PROBLEMA A1

Su di un piano inclinato di un angolo θ = 35 rispetto al- l’orizzontale sono posti (vedi figura) i corpi 1 e 2 aventi le masse m 1 = 1.50 kg e m 2 = 4.00 kg, rispettivamente. Il corpo 1 pu` o scivolare liberamente con attrito trascurabile sul piano inclinato: `e agganciato all’estremo di una molla (ideale) di costante elastica k = 1.86 · 10 3 N/m con l’altro estremo fissato al piano inclinato. Invece, il corpo 2 risen- te sia di attrito statico che dinamico: µ s `e sufficiente da mantenerlo in equilibrio statico quando `e posto in quiete

sul piano inclinato; µ k = 0.450. Come indicato in figura, il corpo 2 `e ad una distanza ℓ 0 = 80.0 cm dalla sommit`a del piano inclinato.

Nella disposizione di figura entrambi i corpi sono in equilibrio statico; il corpo 2, sebbene molto vicino al corpo 1, non `e in contatto con esso. A partire da tale disposizione il corpo 1 viene spostato verso il basso (lungo il piano inclinato) di un ∆ℓ e, da fermo, lasciato andare, di modo che, risalendo, urti elasticamente contro il corpo 2. Sapendo che in seguito all’urto il corpo 2 raggiunge esattamente la sommit`a del piano inclinato, determinare:

a) lo spostamento iniziale ∆ℓ del corpo 1;

b) la frequenza ν e l’ampiezza ∆ℓ del moto armonico seguito dal corpo 1 dopo l’urto.

[Supporre che le forze impulsive all’atto dell’urto siano molto pi` u intense delle altre forze presenti.]

Soluzione

Dopo l’urto il corpo 2 raggiunge esattamente la sommit`a del piano inclinato: applicando a tale moto la conservazione dell’energia, la velocit` a del corpo 2 dopo l’urto, v 2f , dovr`a soddisfare la seguente

∆K + ∆U g = L n.c. ⇒ − 1

2 m 2 v 2 2f + m 2 gℓ 0 sin θ = −f k0 = −µ k m 2 gℓ 0 cos θ, dalla quale si ricava

v 2f = p2gℓ 0 (sin θ + µ k cos θ) = 3.84 m/s.

Nell’urto elastico tra i due corpi si conserva sia la quantit` a di moto che l’energia cinetica. Quindi, scrivendo le relazioni, mettendo a sistema e risolvendo (si `e scelto un’asse parallelo al piano inclinato e diretto verso la sua commit` a), abbiamo

 m 1 v 1i = m 1 v 1f + m 2 v 2f

m 1 v 2 1i = m 1 v 1f 2 + m 2 v 2f 2 ⇒ v 1f = v 2f − v 1i ; v 1i = m 1 + m 2

2m 1 v 2f dove v 1i e v 1f sono le velocit` a del corpo 1 subito prima e subito dopo l’urto.

Poi, tenendo presente che durante il suo avvicinamento al corpo 2, l’energia meccanica del corpo 1 si conserva, si ha 1

1

2 k∆ℓ 2 = 1

2 m 1 v 1i 2 = 1 8

(m 1 + m 2 ) 2 m 1 v 2 2f . Quindi, sostituendo l’espressione di v 2f ottenuta in precedenza, si ricava

∆ℓ 2 = (m 1 + m 2 ) 2

2m 1 k gℓ 0 (sin θ + µ k cos θ) ⇒ ∆ℓ = s

(m 1 + m 2 ) 2

2m 1 k gℓ 0 (sin θ + µ k cos θ) = 20.0 cm.

1 Si noti che, avendo assunto (come citato nel testo) la posizione iniziale del corpo 1 come posizione di equilibrio,

nell’espressione dell’energia meccanica non compare l’energia potenziale gravitazionale!

(2)

Per quanto riguarda l’oscillazione armonica del corpo 1 dopo l’urto, si capisce immediatamente che, analogamente ad ogni sistema massa–molla, la sua pulsazione sar` a pari a ω = pk/m 1 . Conseguente- mente, la sua frequenza `e

ν = ω 2π = 1

2π r k

m 1 = 5.60 Hz.

Infine, per l’ampiezza dell’ampiezza dell’oscillazione possiamo ragionare come segue. Dopo l’urto, il corpo 1 ha una velocit` a pari a

v 1f = v 2f − v 1i =



1 − m 1 + m 2 2m 1



v 2f = −  m 2 − m 1 2m 1



v 2f = −3.20 m/s.

Il che significa che il corpo 1 torna indietro e la molla verr` a compressa. Durante tale compressione l’energia meccanica del corpo 1 si conserva e alla massima compressione, ∆ℓ , avremo

1

2 m 1 v 1f 2 = 1

2 k(∆ℓ ) 2 ⇒ ∆ℓ = r m 1

k |v 1f | = |v 1f |

ω = 9.10 cm.

Ovviamente, tale spostamento corrisponde all’ampiezza dell’oscillazione armonica: cio`e, se consideria- mo un asse x parallelo al piano inclinato, diretto verso la sua sommit`a e con origine nella posizione iniziale del corpo 1, durante la sua oscillazione la sua equazione oraria sar` a del tipo x(t) = −∆ℓ sin(ωt).

l/2 l/2 m 1 1

2

b

R r

M

~τ~τ~τ

m 2 PROBLEMA A2

Si abbia una puleggia doppia costituita da due corpi cilin- drici omogenei (dello stesso materiale) di uguale lunghezza e di raggi R = 30.0 cm e r = 20.0 cm (come schematizzato nella parte superiore della figura). Le due parti cilindri- che sono coassiali e formano un corpo unico di massa com- plessiva M = 6.00 kg. La puleggia `e montata su un asse orizzontale intorno al quale pu` o ruotare liberamente.

a) Si determini il momento d’inerzia della puleggia.

Intorno alla parte cilindrica di raggio R della puleggia `e avvolta la corda 1 al cui altro estremo `e agganciato il corpo 1, di massa m 1 = 2.00 kg; tale corpo poggia su un piano orizzontale che presenta attrito statico e dinamico con µ s = 0.60 e µ k = 0.40. Invece, intorno alla parte cilindrica di

raggio r della puleggia `e avvolta la corda 2 a cui `e agganciato e sospeso verticalmente il corpo 2, di massa m 2 = 3.00 kg. Le corde sono ideali, di massa trascurabile e non scivolano mai rispetto alla puleggia.

Nell’ipotesi che all’asse della puleggia venga applicata una coppia di momento ~τ~τ~τ, con il verso indicato in figura, si determini:

b) entro quali limiti, τ min e τ max , potr` a variare ~τ~τ~τ affinch`e il sistema rimanga in equilibrio statico;

c) le accelerazioni a 1 e a 2 con cui si muovono i corpi 1 e 2 nel caso in cui ~τ~τ~τ abbia modulo τ = 2τ max . Soluzione

Dato che i due corpi cilindrici formano un corpo unico, il momento d’inerzia I della puleggia sar` a pari alla somma dei momenti d’inerzia I r e I R dei due cilindri (di raggi r e R e lunghezza l/2) rispetto al comune asse di rotazione che passa anche per i rispettivi centri di massa. Essendo i due cilindri omogenei e costituiti dallo stesso materiale, le masse M r e M R dei due cilindri dovranno valere le seguenti

M r + M R = M ; M r M R

= πr 2 · l/2 πR 2 · l/2 = r 2

R 2 ⇒ M r = r 2

r 2 + R 2 M ; M R = R 2 r 2 + R 2 M.

Conseguentemente, dovr`a essere I = 1

2 M r r 2 + 1

2 M R R 2 = 1

2 M  r 4 + R 4 r 2 + R 2



= 0.224 kg · m 2 .

(3)

Quando il sistema `e in equilibrio statico la risultante delle forze e dei momenti agenti su ogni sua parte dovr`a essere nulla. Indicando con T 1 e T 2 sia i moduli delle tensioni delle corde 1 e 2 (rispettivamente) che i moduli delle rispettive forze che gli estremi di tali corde esercitano sui corpi e sulla puleggia, l’applicazione della 2 a legge della dinamica nelle forme lineare (per i corpi 1 e 2) e angolare (per la puleggia) ci permette di scrivere le seguenti relazioni

0 = T 1 − f s 0 = T 2 − m 2 g 0 = τ − RT 1 − rT 2

,

dove si sono considerate le componenti delle forze rispetto ad assi paralleli alle corde (rispettivamente, orizzontale verso destra per la prima equazione, verticale verso l’alto per la seconda) e i momenti rispetto all’asse della puleggia (prendendo ~τ~τ~τ come positivo). Ricavando T 1 e T 2 dalle prime due equazioni e sostituendo nella terza, si ottiene

T 1 = f s ; T 2 = m 2 g; ⇒ τ = RT 1 + rT 2 = Rf s + rm 2 g.

Ma per la forza di attrito statico vale la seguente

0 ≤ f s ≤ f s,max con f s,max = µ s N 1 = µ s m 1 g, e pertanto, dovr`a essere

τ min ≤ τ ≤ τ max con

τ min = rm 2 g = 5.89 N · m

τ max = (Rµ s m 1 + rm 2 )g = 9.42 N · m .

Quando il modulo di ~τ~τ~τ supera τ max il sistema non sar` a pi` u in equilibrio e l’applicazione della 2 a legge della dinamica porter` a alle seguenti

m 1 a 1 = T 1 − f k = T 1 − µ k m 1 g m 2 a 2 = T 2 − m 2 g

Iα = τ − RT 1 − rT 2

, (∗)

dove ora a 1 e a 2 sono le accelerazioni (lineari) dei corpi 1 e 2, α `e l’accelerazione angolare della puleggia e f k = µ k m 1 g `e la forza di attrito dinamico relativa al contatto tra il corpo 1 e il piano di appoggio.

Ora si osservi che tra le accelerazioni valgono le seguenti relazioni α = a 1

R = a 2

r ⇒ α = a 1

R ; a 2 = r R a 1 ,

che possono essere inserite nelle (*). Quindi, dalle prime due equazioni delle (*) estraiamo le espressioni di T 1 e T 2 e le inseriamo nella terza ottenendo

I a 1

R = τ − R (m 1 a 1 + µ k m 1 g) − r  m 2 r

R a 1 + m 2 g 

⇒ I + m 1 R 2 + m 2 r 2  a 1 = (τ − µ k m 1 Rg − m 2 rg) R, dalla quale ricaviamo

a 1 = (τ − µ k m 1 Rg − m 2 rg) R (I + m 1 R 2 + m 2 r 2 ) . Ponendo τ = 2τ max = 2(Rµ s m 1 + rm 2 )g, si ottiene

a 1 = [(2µ s − µ k )m 1 R + m 2 r]Rg

I + m 1 R 2 + m 2 r 2 = 6.06 m/s 2 ; a 2 = r

R a 1 = 2

3 a 1 = 4.04 m/s 2 , e

α = a 1

R = 20.2 rad/s 2 . PROBLEMA A3

Una macchina di Carnot assorbe in un ciclo (dalla sorgente a temperatura pi` u alta) una quantit` a di

calore Q 1 = 1.5 · 10 3 J ed ha un rendimento η = 0.60.

(4)

a) Determinare il lavoro L prodotto dalla macchina in un ciclo.

Il lavoro L viene utilizzato per comprimere un gas ideale biatomico lungo una trasformazione politro- pica reversibile (pV k = cost.) con k = 2.0, a partire da uno stato iniziale caratterizzato dai valori di pressione, volume e temperatura p i = 1.0 atm, V i = 10.0 dm 3 e T i = 200 K. Determinare:

b) pressione (p f ) e volume (V f ) del gas alla fine della compressione;

c) il calore scambiato dal gas lungo la trasformazione.

Soluzione Nella macchina di Carnot la quantit` a di calore scambiata con la sorgente ad alta tempe- ratura `e anche pari al calore assorbito dalla macchina stessa. Perci` o il lavoro da essa prodotto sar` a pari a

η = L

Q ass. = L

Q 1 ⇒ L = ηQ 1 = 900 J.

Se tale lavoro viene utilizzato per comprimere un gas biatomico lungo la politropica (pV k = cost. con k = 2) a partire dallo stato (p i , V i , T i ), allora il lavoro compiuto dal gas lungo tale trasformazione dovr`a essere pari a −L.

Se indichiamo con V f il volume finale della trasformazione, il lavoro fatto dal gas biatomico `e pari a L k =

Z V f

V i

pdV = p i V i k Z V f

V i

V −k dV = p i V i k 1 − k

h

V 1−k i V f

V i

= 1

1 − k [p f V f − p i V i ] . Quindi, dovremo avere

L k = −L ⇒ [p f V f − p i V i ] = p i V i  p f V f p i V i − 1



= (k − 1)L, e sostituendo p f /p i = (V i /V f ) k , si ottiene

p i V i

"

 V i

V f

 k−1

− 1

#

= (k − 1)L ⇒  V i

V f

 k−1

= 1 + (k − 1)L

p i V i ⇒ V f = V i

h

1 + (k−1)L p

i V i

i 1/(k−1) . Inserendo l’attuale valore di k (k = 2) si ha

V f = V i h 1 + p L

i V i

i = 0.528 · V i = 5.28 dm 3 , e conseguentemente

p f =  V i

V f

 k

p i =  V i

V f

 2

p i = 3.57 atm; T f = p f V f

nR = 375 K.

Il calore scambiato nella trasformazione lo otteniamo attraverso la prima legge della termodinamica.

Notando che `e n = p i V i /RT i = 0.61 mol, si ha

∆E int = Q − L k ⇒ Q = ∆E int + L k = nc V (T f − T i ) − L = n 5

2 R(T f − T i ) − L = 1.32 · 10 3 J.

θ

2 1 ℓ 0

PROBLEMA B1

Su di un piano inclinato di un angolo θ = 25 rispetto al-

l’orizzontale sono posti (vedi figura) i corpi 1 e 2 aventi le

masse m 1 = 1.00 kg e m 2 = 3.00 kg, rispettivamente. Il

corpo 1 pu` o scivolare liberamente con attrito trascurabile

sul piano inclinato: `e agganciato all’estremo di una molla

(ideale) di costante elastica k = 7.50 · 10 2 N/m con l’altro

estremo fissato al piano inclinato. Invece il corpo 2 risente

(5)

sia di attrito statico che dinamico: µ s `e sufficiente da man-

tenerlo in equilibrio statico quando `e posto in quiete sul piano inclinato; µ k = 0.700. Il corpo 2 `e ad una distanza ℓ 0 = 120 cm dal punto pi` u basso del piano inclinato.

Nella disposizione di figura entrambi i corpi sono in equilibrio statico; il corpo 2, sebbene molto vicino al corpo 1, non `e in contatto con esso. A partire da tale disposizione il corpo 1 viene spostato verso l’alto (lungo il piano inclinato) di un ∆ℓ e, da fermo, lasciato andare, di modo che, scendendo, urti elasticamente contro il corpo 2. Sapendo che in seguito all’urto il corpo 2 raggiunge il punto pi` u basso del piano inclinato con una velocit` a V = 5.00 m/s, determinare:

a) lo spostamento iniziale ∆ℓ del corpo 1;

b) la frequenza ν e l’ampiezza ∆ℓ del moto armonico seguito dal corpo 1 dopo l’urto.

[Supporre che le forze impulsive all’atto dell’urto siano molto pi` u intense delle altre forze presenti.]

Soluzione

Dopo l’urto il corpo 2 raggiunge il fondo del piano inclinato con una velocit` a V : applicando a tale moto la conservazione dell’energia, la velocit` a del corpo 2 subito dopo l’urto, v 2f , dovr`a soddisfare la seguente

∆K + ∆U g = L n.c. ⇒ 1

2 m 2 V 2 − 1

2 m 2 v 2f 2 − m 2 gℓ 0 sin θ = −f k0 = −µ k m 2 gℓ 0 cos θ, dalla quale si ricava

v 2f = pV 2 + 2gℓ 0k cos θ − sin θ) = 5.48 m/s.

Nell’urto elastico tra i due corpi si conserva sia la quantit` a di moto che l’energia cinetica. Quindi, scrivendo le relazioni, mettendo a sistema e risolvendo (si `e scelto un’asse parallelo al piano inclinato e diretto verso il suo punto pi` u basso), abbiamo

 m 1 v 1i = m 1 v 1f + m 2 v 2f

m 1 v 2 1i = m 1 v 1f 2 + m 2 v 2f 2 ⇒ v 1f = v 2f − v 1i ; v 1i = m 1 + m 2 2m 1 v 2f dove v 1i e v 1f sono le velocit` a del corpo 1 subito prima e subito dopo l’urto.

Poi, tenendo presente che durante il suo avvicinamento al corpo 2, l’energia meccanica del corpo 1 si conserva, si ha

1

2 k∆ℓ 2 = 1

2 m 1 v 1i 2 = 1 8

(m 1 + m 2 ) 2 m 1

v 2 2f . Quindi, sostituendo l’espressione di v 2f ottenuta in precedenza, si ricava

∆ℓ 2 = (m 1 + m 2 ) 2

4m 1 k V 2 + 2gℓ 0k cos θ − sin θ) 

⇒ ∆ℓ =

s

(m 1 + m 2 ) 2

4m 1 k [V 2 + 2gℓ 0k cos θ − sin θ)] = 40.0 cm Per quanto riguarda l’oscillazione armonica del corpo 1 dopo l’urto, si capisce immediatamente che,

analogamente ad ogni sistema massa–molla, la sua pulsazione sar` a pari a ω = pk/m 1 . Conseguente- mente, la sua frequenza `e

ν = ω 2π = 1

2π r k

m 1 = 4.36 Hz.

Infine, per l’ampiezza dell’oscillazione possiamo ragionare come segue. Dopo l’urto, il corpo 1 ha una velocit` a pari a

v 1f = v 2f − v 1i =



1 − m 1 + m 2 2m 1



v 2f = −  m 2 − m 1 2m 1



v 2f = −v 2f = −5.48 m/s.

Questo significa che il corpo 1 torna indietro e la molla verr` a compressa. Durante tale compressione l’energia meccanica del corpo 1 si conserva e alla massima compressione, ∆ℓ , avremo

1

2 m 1 v 1f 2 = 1

2 k(∆ℓ ) 2 ⇒ ∆ℓ = r m 1

k |v 1f | = |v 1f |

ω = 20.0 cm.

(6)

Ovviamente, tale spostamento corrisponde all’ampiezza dell’oscillazione armonica: cio`e, se conside- riamo un asse x parallelo al piano inclinato, diretto verso il suo punto pi` u basso e con origine nel- la posizione iniziale del corpo 1, durante la sua oscillazione la sua equazione oraria sar` a del tipo x(t) = −∆ℓ sin(ωt).

l/2 l/2

m 1 1

2

b

R r

M

~τ~τ~τ

m 2

PROBLEMA B2

Si abbia una puleggia doppia costituita da due corpi cilin- drici omogenei (dello stesso materiale) di uguale lunghezza e di raggi R = 40.0 cm e r = 20.0 cm (come schematizzato nella parte superiore della figura). Le due parti cilindri- che sono coassiali, formano un corpo unico di massa com- plessiva M = 10.0 kg. La puleggia `e montata su un asse orizzontale intorno al quale pu` o ruotare liberamente.

a) Si determini il momento d’inerzia della puleggia.

Intorno alla parte cilindrica di raggio r della puleggia `e avvolta la corda 1 al cui altro estremo `e agganciato il corpo 1, di massa m 1 = 6.00 kg; tale corpo poggia su un piano orizzontale che presenta attrito statico e dinamico con µ s = 0.700 e µ k = 0.500. Invece, intorno alla parte cilindrica di

raggio R della puleggia `e avvolta la corda 2 a cui `e agganciato e sospeso verticalmente il corpo 2, di massa m 2 = 1.00 kg. Le corde sono ideali, di massa trascurabile e non scivolano mai rispetto alla puleggia.

Nell’ipotesi che all’asse della puleggia venga applicata una coppia di momento ~τ~τ~τ, con il verso indicato in figura, si determini:

b) entro quali limiti, τ min e τ max , potr` a variare ~τ~τ~τ affinch`e il sistema rimanga in equilibrio statico;

c) le accelerazioni a 1 e a 2 con cui si muoveranno i corpi 1 e 2 nel caso in cui ~τ~τ~τ abbia modulo τ = 3τ max . Soluzione

Dato che i due corpi cilindrici formano un corpo unico, il momento d’inerzia I della puleggia sar` a pari alla somma dei momenti d’inerzia I r e I R dei due cilindri (di raggi r e R e lunghezza l/2) rispetto al comune asse di rotazione che passa anche per i rispettivi centri di massa. Essendo i due cilindri omogenei e costituiti dallo stesso materiale, le masse M r e M R dei due cilindri dovranno valere le seguenti

M r + M R = M ; M r M R

= πr 2 · l/2 πR 2 · l/2 = r 2

R 2 ⇒ M r = r 2

r 2 + R 2 M ; M R = R 2 r 2 + R 2 M.

Conseguentemente, dovr`a essere I = 1

2 M r r 2 + 1

2 M R R 2 = 1

2 M  r 4 + R 4 r 2 + R 2



= 0.680 kg · m 2 .

Quando il sistema `e in equilibrio statico la risultante delle forze e dei momenti agenti su ogni sua parte dovr`a essere nulla. Indicando con T 1 e T 2 sia i moduli delle tensioni delle corde 1 e 2 (rispettivamente) che i moduli delle rispettive forze che gli estremi di tali corde esercitano sui corpi e sulla puleggia, l’applicazione della 2 a legge della dinamica nelle forme lineare (per i corpi 1 e 2) e angolare (per la puleggia) ci permette di scrivere le seguenti relazioni

0 = T 1 − f s 0 = m 2 g − T 2

0 = τ − rT 1 + RT 2 ,

dove si sono considerate le componenti delle forze rispetto ad assi paralleli alle corde (rispettivamente,

orizzontale verso destra per la prima equazione, verticale verso il basso per la seconda) e i momenti

(7)

rispetto all’asse della puleggia (prendendo ~τ~τ~τ come positivo). Ricavando T 1 e T 2 dalle prime due equazioni e sostituendo nella terza, si ottiene

T 1 = f s ; T 2 = m 2 g; ⇒ τ + RT 2 = rT 1 ⇒ τ + Rm 2 g = rf s .

Ora si noti che se il sistema sarebbe in equilibrio anche con τ = 0, a patto che f sR r m 2 g. In effetti, le cose stanno cos`ı, dato che la forza di attrito statico vale la seguente

0 ≤ f s ≤ f s,max con f s,max = µ s N 1 = µ s m 1 g, e quindi f s,max = µ s m 1 g = 41.2 N, mentre R r m 2 g = 19.6 N.

Pertanto, dovr`a essere

τ min ≤ τ ≤ τ max con

τ min = 0

τ max = (rµ s m 1 − Rm 2 )g = 4.32 N · m .

Quando il modulo di ~τ~τ~τ supera τ max il sistema non sar` a pi` u in equilibrio e l’applicazione della 2 a legge della dinamica porter` a alle seguenti

m 1 a 1 = T 1 − f k = T 1 − µ k m 1 g m 2 a 2 = m 2 g − T 2

Iα = τ − rT 1 + RT 2

, (∗)

dove ora a 1 e a 2 sono le accelerazioni (lineari) dei corpi 1 e 2, α `e l’accelerazione angolare della puleggia e f k = µ k m 1 g `e la forza di attrito dinamico relativa al contatto tra il corpo 1 e il piano di appoggio.

Ora si osservi che tra le accelerazioni valgono le seguenti relazioni α = a 1

r = a 2

R ⇒ α = a 1

r ; a 2 = R r a 1 ,

che possono essere inserite nelle (*). Quindi, dalle prime due equazioni delle (*) estraiamo le espressioni di T 1 e T 2 e le inseriamo nella terza ottenendo

I a 1

r = τ − r (m 1 a 1 + µ k m 1 g) + R



m 2 g − m 2 R r a 1



⇒ I + m 1 r 2 + m 2 R 2  a 1 = (τ − µ k m 1 rg + m 2 Rg) r, dalla quale ricaviamo

a 1 = (τ − µ k m 1 rg + m 2 Rg) r (I + m 1 r 2 + m 2 R 2 ) . Ponendo τ = 3τ max = 3(rµ s m 1 − Rm 2 )g, si ottiene

a 1 = [(3µ s − µ k )m 1 r − 2m 2 R]rg

I + m 1 r 2 + m 2 R 2 = 2.03 m/s 2 ; a 2 = R

r a 1 = 2a 1 = 4.07 m/s 2 , e

α = a 1

r = 10.2 rad/s 2 . PROBLEMA B3

Una macchina di Carnot assorbe in un ciclo (dalla sorgente a temperatura pi` u alta) una quantit` a di calore Q 1 = 1.6 · 10 3 J ed ha un rendimento η = 0.50.

a) Determinare il lavoro L prodotto dalla macchina in un ciclo.

Il lavoro L viene utilizzato per comprimere un gas ideale biatomico lungo una trasformazione politro-

pica reversibile (pV k = cost.) con k = 3.0, a partire da uno stato iniziale caratterizzato dai valori di

pressione, volume e temperatura p i = 2.0 atm, V i = 15.0 dm 3 e T i = 200 K. Determinare:

(8)

b) pressione (p f ) e temperatura (T f ) del gas alla fine della compressione;

c) la variazione di entropia subita dal gas.

Soluzione Nella macchina di Carnot la quantit` a di calore scambiata con la sorgente ad alta tempe- ratura `e anche pari al calore assorbito dalla macchina stessa. Perci` o il lavoro da essa prodotto sar` a pari a

η = L

Q ass. = L

Q 1 ⇒ L = ηQ 1 = 800 J.

Se tale lavoro viene utilizzato per comprimere un gas biatomico lungo la politropica (pV k = cost. con k = 2) a partire dallo stato (p i , V i , T i ), allora il lavoro compiuto dal gas lungo tale trasformazione dovr`a essere pari a −L.

Se indichiamo con V f il volume finale della trasformazione, il lavoro fatto dal gas biatomico `e pari a L k =

Z V f

V i

pdV = p i V i k Z V f

V i

V −k dV = p i V i k 1 − k

h V 1−k i V f

V i

= 1

1 − k [p f V f − p i V i ] . Quindi, dovremo avere

L k = −L ⇒ [p f V f − p i V i ] = p i V i  p f V f p i V i − 1



= (k − 1)L, e sostituendo p f /p i = (V i /V f ) k , si ottiene

p i V i

"

 V i

V f

 k−1

− 1

#

= (k − 1)L ⇒  V i

V f

 k−1

= 1 + (k − 1)L p i V i

⇒ V f = V i

h 1 + (k−1)L p

i V i

i 1/(k−1) . Inserendo l’attuale valore di k (k = 3) si ha

V f = V i

q 1 + p 2L

i V i

= 0.809 · V i = 12.1 dm 3 ,

e conseguentemente

p f =  V i

V f

 k

p i =  V i

V f

 3

p i = 3.78 atm; T f = p f V f

nR = 305 K.

Notando che `e n = p i V i /RT i = 1.82 mol, la variazione di entropia tra gli stati i e f `e pari a

∆S = nc V ln  T f T i



+ nR ln  V f V i



= n  5

2 R ln  T f T i



+ nR ln  V f V i



= 12.8 J/K.

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