LINGUA E SOCIETÀ – LINGUA E MEDIA
Referente : Prof.ssa Paola Paissa
Il percorso coinvolge studiosi di lingua e linguistica francese e inglese ed è finalizzato ad analizzare vari aspetti della lingua colta nella sua dimensione sociale, in relazione alle attività di mediazione ad essa correlate e alla funzione della lingua nella comunicazione mediatica.
Per quanto riguarda la lingua francese, l’attenzione è rivolta soprattutto al dibattito pubblico e alle sue molteplici forme, siano esse stabili, oppure mutevoli e contingenti. In quest’ambito, sono oggetto di osservazione e di descrizione diverse formazioni linguistiche e retoriche del linguaggio dell’informazione mediatica e del discorso politico, inteso nel suo senso più ampio. Tra essi si possono citare, ad es.: particolari strategie argomentative, volte a sollecitare il consenso o, viceversa, ad aumentare il dissenso, modalità diverse di attenuazione o di mitigazione della parola pubblica (eufemismi, metafore e/o altre figure destinate a mediare la ricezione e l’interpretazione di notizie di carattere socio-‐politico ed economico), strategie peculiari di nominazione di fatti, eventi o gruppi sociali (attivazione di MCD: membership categorization devices), magari a scopo discriminatorio o comunque finalizzato ad operare distinzioni nel corpo sociale (vedi, ad es. islamiste vs islamique, terroriste vs bandit/hors-‐la-‐loi, sans papiers, SDF).
A partire dall’ambito di osservazione costituito dal dibattito politico-‐mediatico francese, le analisi possono assumere anche un’ottica contrastiva italo-‐francese e prendere in considerazione analoghe forme e strategie che si sono sviluppate nel dibattito italiano o che, in una dimensione di informazione globalizzata, migrano da un sistema linguistico-‐culturale all’altro, assumendo connotazioni diversificate: vedi, ad esempio, gli studi compiuti sull’uso della formula politica “majorité silencieuse”, “silent majority”, “maggioranza silenziosa”, oppure le comparazioni effettuate sull’uso di forme onomastiche derivate, come “berlusconien”, “berlusconisme”, “berlusconisation”, che sono divenute, all’estero, vere e proprie categorie del dibattito socio-‐politico.
Per quanto riguarda la lingua inglese, è invece lo studio della sua dimensione di lingua franca, veicolare e transnazionale e delle sue implicazioni sociali, in Italia, che forma l’oggetto di un vasto progetto: English in Italy: Linguistic, Educational and Professional Challenges, cofinanziato dalla Compagnia di S. Paolo. Tale progetto prevede l’approfondimento delle seguenti aree tematiche:
1. English as a medium of instruction (academic settings, higher education) 2. English as a language used in interpreter-‐mediated communicative situations 3. The role of English in Italian financial communication
In particolare, la prima area tematica verte sull’approfondimento del fenomeno EMI (English-‐mediated instruction) sviluppatosi relativamente di recente nelle università italiane, posto in relazione ad altre realtà europee, per contro caratterizzate da una consolidata esperienza dell’inglese utilizzato nei corsi curricolari. È interessante in questo senso notare come, soprattutto i paesi di area scandinava, abbiano recentemente optato a favore di politiche linguistiche di diglossia, incorporate nel concetto di Parallel Language Use, volte a mitigare il fenomeno EMI. L’obiettivo è quindi investigare come il concetto di Parallel Language Use sia effettivamente utilizzato in ambito nordeuropeo e se possa costituire un modello convincente, estensibile ad altre realtà europee, per attenuare il rischio di dominanza linguistica.
All’interno della seconda area tematica ci si propone di esaminare come la mediazione linguistica sia realizzata (in quali modalità e con quali pratiche discorsive) in contesti professionali. Nello specifico,
l’interesse verte sul settore socio-‐sanitario. Gli obiettivi dell’indagine sono: identificare quali servizi di mediazione linguistica e culturale vengono offerti nelle strutture ospedaliere; elaborare una mappatura delle indagini esistenti (ad esempio a partire dai recenti studi condotti da LDF http://labdf.eu/); selezionare un’azienda ospedaliera per uno studio di caso; correlare i risultati ottenuti ad analisi di tipo economico svolte da colleghi del Dipartimento ESOMAS, esperti di politiche sanitarie.
La terza area di ricerca, focalizzata sul ruolo assunto dal linguaggio nelle scelte di investimento, prevede l’elaborazione dei dati ottenuti nell’esperimento condotto nel mese di dicembre 2015 nell’ambito del laboratorio “Bimbi a lezione di risparmio” parte del progetto “Conta e racconta” realizzato dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, con la collaborazione del Museo del Risparmio di Torino ed il CeRP/Collegio Carlo Alberto. Obiettivo principale dell’esperimento è valutare il grado di alfabetizzazione finanziaria degli alunni delle scuole elementari (uno degli obiettivi citati nel documento di programmazione La Buona Scuola del Governo Renzi, punto 4, p. 97) e la sua correlazione con la familiarità dei loro genitori con la lingua inglese e la cultura anglo-‐americana.