• Non ci sono risultati.

GENNA, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, s intende approvato.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "GENNA, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, s intende approvato."

Copied!
28
0
0

Testo completo

(1)

R e s o c o n ti P a r l a m e n t a r i — 425 A s s e m b l e a R e g i o n a le S i c i l i a n a

VII L e g i s l a t u r a LI SEDUTA 16 Fe b b r a i o 1972

L I S E D U T A

m e r c o l e d ì

1 6 F E B B R A I O 1 9 7 2

Presidenza del Presidente BONFIGLIO

I N D I C E

C onclusioni d e lla C o m m issio n e « F in a n z a , b ila n ­ cio e p ro g ra m m a z io n e c o n se g u e n ti a l d ib a ttito sul d o c u m e n to p r e lim in a r e a l p ro g r a m m a d i sviluppo e co n o m ico n a z io n a le , con rif e r im e n to al C o n v eg n o d e lle R e g io n i m e rid io n a li c o n v o ­ cato in C a g l ia r i» :

P R E S I D E N T E ...

GIUM MARRA, P residente della Com m issione e

relatore ...

Disegno d i le g g e:

(A nnunzio d i p re s e n ta z io n e e co m u n icaz io n e di in v io a lle C o m m issio n i le g islativ e)

« M odifiche, in te g ra z io n i ed a g g iu n te a lle p ro v ­ v idenze p r e v is te in fa v o re d elle zone t e r r e ­ m o tate » (63/A ) (D iscu ssio n e) :

P R E S I D E N T E ...

L A U K I C E L L A ...

g i u b i l a t o ...

GULOTTA r e l a t o r e...

MARINO G IO V A N N I ^ ...

GRILLO * ...

T R I N C A N A T O ...

BELLAFIORE . . ...

In terro g azio n e:

( A n n u n z i o ) ...

In terp e llan za:

( A n n u n z i o ) ...

Mozione (D e te rm in a z io n e d e lla d a ta d i d iscu s­

sione) :

P R E S I D E N T E ...

OJENI, Assessore alla P residenza . . . .

DE P A S Q U A L E ...

Pag.

428, 429

425

429, 443 429 430 437 438 441 444 445 426

427, 428 427 427, 428

La seduta è aperta alle ore 17,50

GENNA, segretario, dà lettura del proces­

so verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, s’intende approvato.

Annunzio di presentazione di disegno di legge.

PRESIDENTE. Comunico che è stato pre­

sentato il seguente disegno di le'gge: « P ro ­ roga del term ine di cui alla legge regionale 30 dicembre 1971, numero 21, concernente esercizio provvisorio del bilancio della Regio­

ne siciliana per l’anno finanziario 1972 » (nu­

mero 148), dal Presidente della Regione, in data odierna.

Comunicazione di invio di disegni di legge alle Commissioni legislative.

PRESIDENTE. Comunico che, in data odierna, sono stati inviati alle competenti Commissioni legislative i seguenti disegni di legge;

—■ « Conferimento delle zone industriali, regionali ai consorzi per le aree ed i nuclei di sviluppo industriale di cui alla legge 29 lugho 1957, numero 634 » (137), alla Commissione legislativa : « Agricoltura, foreste, industria, commercio, pesca e artigianato » ;

— « Subingresso della Regione siciliana al­

lo Stato nella stazione sperimentale consor­

ziale di granicoltura per la Sicilia con sede in Catania » (138), alla Commissione legislativa:

« Agricoltura, foreste, industria, commercio pesca e artigianato»;

— « Provvedimenti straordinari per lo svi­

luppo turistico della Regione siciliana » (139), alla Commissione legislativa: « Lavori pub­

blici, urbanistica, comunicazioni, trasporti e turismo » ;

— « Contributo annuo in favore delle Se­

zioni siciliane deU’Associazione italiana per l’assistenza agli spastici (A.I.A.S.) » (140), alla Commissione legislativa; «Pubblica istrvizio- ne, lavoro, cooperazione, assistenza sociale, igiene e sanità » ;

Resoconti, i. 60 (1972 - 280) (500)

(2)

A s s e m b l e a R e g i o n a le S ic ilia n a

VII L e g i s l a t u r a LI SEDUTA 16 Feb b r aio 1972

— « Istituzione di complessi zootecnici or­

ganici » (141), alla Commissione legislativa:

« Agricoltura, foreste, industria, commercio, pesca e artigianato » ;

— « Aggiunte e modifiche alla legge 28 lu­

glio 1971, num ero 558, contenente la disciplina deirorario dei negozi e degli esercizi di ven­

dita al dettaglio » (142), alla Commissione le­

gislativa: « Agricoltura, foreste, industria, commercio, pesca e artigianato»;

— « Intervento straordinario a favore dei Comuni nel cui territorio ricade il giacimento metanifero di Brente » (143), alla Commis­

sione legislativa : « Lavori pubblici, urbani­

stica, comunicazioni, trasporti e turismo »;

— « Criteri per la determinazione degli aumenti periodici e rideterminazione dei com­

pensi per prestazioni di lavoro straordinario del personale in servizio neU’amministrazione regionale con la qualifica di commesso, agente tecnico e operaio » (144), alla Commissione legislativa: « Questioni istituzionali, organiz­

zazione amministrativa, enti locali » ;

— « Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 30 dicembre 1965, numero 42, re­

cante provvidenze per il finanziamento dei m utui alle cooperative edilizie regionali » (145), alla Commissione legislativa: «F inan ­ za, bilancio e programmazione ».

Annunzio di interrogazione

PRESIDENTE. Invito il deputato segreta­

rio a dare lettura della interrogazione perve­

nuta alla Presidenza.

GENNA, segretario:

« Al Presidente della Regione e all’Asses­

sore al turismo, alle comunicazioni ed ai tra ­ sporti per conoscere:

1) il nome dell’attuale Presidente del- l’Ente provinciale del turismo di Caltanisset- ta, giacché si ha notizia dalla stampa che è stato nominato un Presidente dall’Assessore al turismo, alle comunicazioni ed ai traspor­

ti che si è insediato senza ricevere le con­

segne, m entre il precedente ha lasciato la ca­

rica, senza effettuare le consegne, per dispo­

sizione del Presidente della Regione;

2) se il Presidente della Regione e l’Asses- sore al turismo, alle comunicazioni ed ai tra ­ sporti non abbiano deciso di concerto di man­

tenere in carica all’Ente del turismo nisseno

tu tti e due i presidenti al fine di dare un con­

creto impulso allo asfittico turism o della pro­

vincia di Caltanissetta » (231). {L’interrogante chiede la risposta scritta).

Mancuso. PRESIDENTE. Avverto che l’interrogazio­

ne testé annunziata é già stata inviata al go­

verno.

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Invito il deputato segreta­

rio a dare lettura della interpellanza perve­

nuta alla Presidenza.

GENNA, segretario:

« Al Presidente della Regione e all’Asses- sore agli enti locali per sapere se sono a co­

noscenza delle irregolarità verificatesi nel co­

mune di Caltanissetta, ed in particolare se sanno:

1) delle irregolarità edilizie verificatesi nel comune di Caltanissetta che hanno deter­

minato la M agistratura ad iniziare ad istrui­

re un procedimento penale, che attualmente è all’esame del Tribunale di Caltanissetta, nel quale risultano coinvolti il Sindaco ed altri am ministratori comunali;

2) del comportamento tenuto dall’attuale Sindaco di Caltanissetta, dr. Pietro Oberto, il quale avrebbe incassato da diversi appalta­

tori ed altre persone della città, durante il periodo in cui ha ricoperto le cariche di As­

sessore ai lavori pubblici e Sindaco, somme non indifiìerenti per la costituzione di una irregolare Società denominata ”Finanziaria Nissena” ;

3) del comportamento dall’attuale Sinda­

co di Caltanissetta, dr. Pietro Oberto, il qua­

le avrebbe incassato, sottoscrivendo i relativi mandati, somme ammontanti a decine e de­

cine di milioni, che il detto dr. Pietro Oberto assume avere anticipato ad un locale Club sportivo;

4) della utilizzazione, da parte di ammi­

nistratori comunali, delle auto di proprietà del comune, che, pare, effettuino viaggi non controllati;

5) dello affitto, da parte dell’Amministra­

zione comunale dei locali di proprietà del Co­

mune, per i quali non solo non vengono ef­

fettuati con puntualità i pagamenti, ma il Co-

(3)

R e s o c o n ti P a r l a m e n t a r i 427 — A s s e m b l e a R e g i o n a le S i c i l i a n a

VII L e g i s l a t u r a LI SEDUTA 16 Feb b r a io 1972

mune ha anzi anticipato le spese necessarie per la registrazione dei contratti che sono a carico dei conduttori, che non sono state nean­

che recuperate.

Se, infine, per i fatti sopra specificati, non ritengano di disporre una immediata inchie­

sta al fine di accertare eventuali responsa­

bilità e per assumere i provvedimenti conse­

guenti e necessari » (65) {L’interrogante chie­

de lo svolgim ento con urgenza).

Mancxjso. PRESIDENTE. Avverto che, trascorsi tre giorni daU’odierno annunzio senza che il Go­

verno abbia dichiarato di respingere l’inter­

pellanza o abbia fatto conoscere il giorno in cui intende trattarla, l’interpellanza stessa sa­

rà iscritta all’ordine del giorno per essere svolta al suo turno.

Determinazione della data di discussione di mozione.

PRESIDENTE. Si passa al punto II del­

l’ordine del giorno: « Lettura della mozione numero 11 degli onorevoli De Pasquale, Co­

rallo, Cagnes, Russo Michelangelo, Motta, Giubilato e Rindone, della quale do lettura:

« L ’Assemblea regionale siciliana considerati i gravi inconvenienti ed il pe­

sante discredito procurato alla Regione dal modo con cui sinora i gruppi e i partiti di Governo hanno concepito le nortiine per gli svariati incarichi di direzione negli Istituti di credito, negli Enti strumentali, negli orga­

ni di controllo e in ogni altro organismo re­

gionale;

ravvisata l’urgenza di svincolare tali no­

mine dall’oscuro gioco di sottogoverno e dal­

la violenta rissa di potere connaturati alle relazioni politiche tra i partiti del centro-si­

nistra e tra le correnti della Democrazia cri­

stiana;

considerata l’intollerabile condizione di ca­

renza direzionale di molti Enti ed Istituti in cui non si riesce a rinnovare gli incarichi, sca­

duti anche da molti armi, a causa della in­

conciliabilità degli appetiti personali e di gruppo che si scontrano nel recinto gover­

nativo;

attesa l’esigenza di chiarire preventiva- niente davanti all’opinione pubblica i crite­

ri di obiettività che devono presiedere a cia­

scuna nomina nonché i requisiti di probità e di competenza delle persone proposte;

vista la necessità di sottrarre all’arbitrio discrezionale dei singoli Assessori le nomine relative ai loro ram i di amministrazione, al fine di evitare 1 ricorrenti colpi di mano che, come in questi giorni, pongono a repentaglio per motivi deteriori l’esistenza del Governo con gravi conseguenze per la funzionalità del- r Assemblea;

nell’auspicio che presto possa essere modi­

ficata la legislazione regionale che, privando rAssemblea dei suoi poteri, ha determinato la deplorevole condizione attuale,

impegna il Presidente della Regione a riferire entro 10 giorni all’Assemblea sui motivi per i quali sino a questo momento non si sia proceduto a rinnovare i Consigli di am­

ministrazione del Banco di Sicilia, della Cassa di Risparmio V. E., dell’Irfis e degli altri Enti, nonché sugli intendim enti della Giunta a pro­

posito dei criteri di nomina e conseguente­

mente delle persone da proporre;

impegna, altresì, il Presidente ed i singo­

li assessori

1) ad attenersi alle indicazioni che scatu­

riranno dal dibattito assembleare;

2) a richiedere su ogni nomina di loro com­

petenza il parere delle relative Commissioni legislative ».

Il Governo quale data indica, onorevole Assessore Ojeni?

OJENI, Assessore alla Presidenza. Il Presi­

dente della Regione desiderava che la data in cui sarà discussa la mozione fosse stabili­

ta con lui.

DE PASQUALE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Nè ha facoltà.

DE PASQUALE. Signor Presidente, non vedo perché si debba attendere il Presiden­

te della Regione per stabilire la data di di­

scussione della mozione. Mi sembra, infatti, che l’onorevole Ojeni, qui presente, nella sua qualità di Assessore alla Presidenza, sia abi­

litato a decidere sulla questione.

OJENI, Assessore alla Presidenza. Chiedo di parlare.

(4)

A s s e m b l e a R e g i o n a le S ic ilia n a

VII L e g i s l a t u r a LI SEDUTA 16 Feb b r a io 1972

PEESIDENTE. Ne ha facoltà.

OJENI, Assessore alla Presidenza. Signor Presidente, possiamo rinviarla a turno ordi­

nario.

PRESIDENTE. I proponenti sono d ’accordo?

DE PASQUALE. No, non siamo d’accordo.

Si tratta, signor Presidente, dell’argomento politico più im portante in questo momento, senza dire che ci troviamo davanti ad epi­

sodi abbastanza gravi a causa di queste ri­

correnti manifestazioni di rissa violenta per le nomine e ad tina sclerosi della attività di molti enti tra i più im portanti della Regione, che sono privi di una regolare direzione per le liti esistenti all’interno dei vari partiti del centro-sinistra e soprattutto tra le correnti della Democrazia cristiana. I fatti registrati in questi giorni, di nomine effettuate esclu­

sivamente allo scopo di determ inare scompi­

glio all’interno del Governo, denunciano una situazione deplorevole e discreditante per la Regione e per il suo prestigio; per cui riteniamo che un atteggiamento serio su questo argomento, ossia l’esame da parte dell’Assemblea, dopo una relazione del Go­

verno e deliberazioni conseguenti che svin­

colino la Regione da questa grave condizione in cui l’esecutivo l’ha posta, sia assolutamen­

te indispensabile. Noi, signor Presidente, tu t­

tavia, poiché reputiamo che si debba dare la possibilità di approfondire il documento e quindi di assumere anche delle posizioni col­

legiali sulla questione, proponiamo che la da­

ta venga improrogabilmente fissata per la giornata di m artedì della settimana entrantè.

PRESIDENTE. Onorevole Ojeni, il Presi­

dente della Regione verrà in Aula questa sera?

OJENI, Assessore alla Presidenza. Sì.

PRESIDENTE. Onorevole De Pasquale, da­

ta la particolare natura dì questa mozione, vorrei pregarla di soprassedere in attesa del­

l’arrivo del Presidente della Regione. Nel cor­

so della seduta è chiaro che la data sarà co­

munque stabilita dall’Assemblea.

DE PASQUALE. Signor Presidente, mi di­

spiace dover sottolineare che anzitutto il P re­

sidente della Regione sapeva perfettamente che si sarebbe dovuto procedere alla determi­

nazione della data di discussione della mozio­

ne, ta n t’è vero che ha incaricato l’Assessore Ojeni di riferire che sarebbe stato presente Ma vi è di più, l’Assessore alla Presidenza ha proposto il rinvio a turno ordinario, la qual­

cosa esprime già u n ’opinione del Governo che è inaccettabile da parte dell’Assemblea. Per­

tanto mi perm etto d’insistere, al fine dì evi­

tare che questo adempimento non venga ri­

spettato. Possiamo semmai addivenire alla ri­

chiesta di fissare la discussione per mercole­

dì 13 febbraio 1972, cosicché il Governo avrà modo e sarà in grado di affrontare l’argomento.

PRESIDENTE. Pongo ai voti la proposta dell’onorevole De Pasquale.

Chi é favorevole resti seduto; chi é con­

trario si alzi.

(E’ approvata)

Conclusioni della Commissione finanza, bilancio e programmazione conseguenti al dibattito sul docimiento preliminare al programma di sviluppo economico nazionale, con riferimento al Convegno delle Regioni meridionali convo­

cato in Cagliari.

PRESIDENTE. Si passa al punto III del­

l’ordine del giorno: « Conclusioni della Com­

missione finanza, bilancio e programmazione conseguenti al dibattito sul docimiento preli­

minare al programma di sviluppo economico nazionale, con riferimento al Convegno delle Regioni meridionali convocato in Cagliari.

La seduta è sospesa per dieci minuti.

La seduta, sospesa alle ore 18,30, è ripresa alle ore 18,50.

La seduta è ripresa.

Invito i componenti della II Commissione a prendere posto nell’apposito banco. Ha chie­

sto dì parlare l’onorevole Giummarra, ne ha facoltà.

GIUMMARRA, Presidente della Commissio­

ne e relatore. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, la Commissione finanza, bilancio e programmazione dell’Assemblea regionale si­

ciliana ha ripreso in esame il testo delle os­

servazioni e delle proposte precedentemente formulate in ordine al docimiento p re lù n in a '

(5)

R e s o c o n ti P a r l a m e n t a r i — 429 — A s s e m b l e a R e g i o n a le S i c i l i a n a

V I I Le g i s l a t u r a LI SEDUTA 16 Fe b b r a i o 1972

re e al programma di sviluppo economico na­

zionale, con riferimento al convegno delle Re­

gioni meridionali convocato in Cagliari.

Nel quadro di una riconsiderazione gene­

rale, ed anche alla luce del dibattito svoltosi in Aula, dei suggerimenti forniti dagli ono­

revoli colleghi, delle soluzioni prospettate, la Commissione, con voto unanime, ha deli­

berato di licenziare il nuovo testo definitivo, sulla base di talune osservazioni ed integra­

zioni che riflettono particolari aspetti ritenuti meritevoh di approfondimento e di chiari­

mento.

Anzitutto ha ritenuto necessario sottolinea­

re, nel quadro delle scelte programmatiche, la opportunità di un riequilibrio del rappor­

to relativo agli investimenti nel settore p ri­

mario, con la elevazione della previsione ?je- putata esigua) di 11 mila miliardi; riequilibrio che potrebbe consentire lo sviluppo produt­

tivo del settore stesso a sostegno dell’impre­

sa contadina singola ed associata. Ciò e\dden- temente non esclude l’adozione di misure age- volative nei confronti di altre forme di im­

prenditoria agricola di avanguardia e di am­

pio respiro.

Nel contesto delle proposte di modifica, la Commissione ha stabilito, altresì, di eliminare la dizione relativa alla riduzione di alcuni consumi pubblici e privati prevista dalla let­

tera a), che riguarda l’aumento del volume globale degli investimenti attraverso una po­

litica di sollecitazione delle accumulazioni pubbliche, rilevando che tale riduzione avreb­

be potuto significare una ulteriore compres­

sione del soddisfacimento delle esigenze civi­

li del Mezzogiorno; così come, peraltro, la Commissione precedentemente aveva sottoli­

neato, allorquando aveva richiesto espressa­

mente, nell’ambito delle scelte programmati- che che si pongono in contraddizione con gli obiettivi del piano ed in particolar modo per il Meridione, l’incremento della produzione, del reddito e dell’occupazione, con un parti­

colare aumento degli impieghi sociali alla let­

tera d), correlato al permanere degli squili­

bri settoriali e territoriali, aumento da desti­

nare ai consumi pubblici, a favore, soprattut­

to, dei settori sui quali la ulteriore concen­

trazione produttiva può provocare ima mag­

giore congestione. In tal modo sarebbe stato eliminato un ostacolo alla espansione dei red- diti e quindi un miglioramento delle condi­

zioni di vita del Mezzogiorno.

La Commissione, poi, sempre esaminando le osservazioni ed i suggerimenti forniti dal dibattito in Aula, ha accolto la proposta del Governo che riguarda l’assegnazione di un ruolo prioritario alle infrastrutture di colle­

gamento in ordine alle quali il Mezzogiorno appariva del tutto trascurato. Tutto ciò nel­

l ’area degli investimenti destinati al settore terziario ed agli altri settori. Ha, altresì, rece­

pito la proposta dell’esecutivo di ima ulteriore specificazione a proposito delle quote in favore del Mezzogiorno, nel senso di sollecitare la de­

finizione di un orientamento di specializza­

zione geografica delle attività produttive che possa consentire di locaUzzare nel Meridione sistemi produttivi integrati.

P er quanto riguarda l’istituzione del regime di autorizzazione per gli investimenti, la Com­

missione ha ritenuto che fossero da escludere gli investimenti di piccola dimensione, per aziende, cioè, di modesta entità, in quanto è apparso assurdo ed antieconomico adottare un capillare, rigido regime di controllo. Pertanto dalla lettera f) viene esclusa siffatta ipotesi, mentre l’autorizzazione è stata lim itata alle aziende di grande e di media dimensione.

Per quanto concerne il fondo di compensa­

zione dei costi sociali degli investimenti, pre­

cedentemente previsto dalla Commissione nel primo testo, la stessa ha deciso di effettuare una indicazione generica di questa esigenza, prescindendo da aspetti particolari, quali le istituzioni di fondi o altro.

Sulla base di tali indicazioni, onorevole P re­

sidente ed onorevoli colleghi, la Commissione sottopone all’attenzione dell’Assemblea regio­

nale il nuovo testo perchè costituisca oggetto di deliberazione e di approvazione da parte della medesima e possa essere, quindi, offerto come contributo della Regione siciliana al dibattito che si svolgerà a Cagliari.

PRESIDENTE. L ’Assemblea prende atto delle conclusioni della Commissione finanza, bilancio e programmazione.

Discussione del disegno di legge; « Modifiche integrazioni ed aggiunte alle provvidenze pre­

viste in favore delle zone terremotate » (63/A ).

PRESIDENTE. Si passa al punto IV del­

l’ordine del giorno; Discussione del disegno di legge « Modifiche, integrazioni ed aggiunte

(6)

430 — A s s e m b l e a R e g i o n a le S ic ilia n a

V I I Le g is l a t u r a L I S E D U T A 16 Feb b r a io 1972

alle provvidenze previste in favore delle zone terrem otate », iscritto al numero 1.

Invito i componenti della quinta Commis­

sione a prendere posto nell’apposito banco.

Dichiaro aperta la discussione generale.

LAURICELLA. La Commissione si rim ette alla relazione scritta.

GIUBILATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUBILATO. Signor Presidente, onorevo­

li colleghi, la discussione sul disegno di leg­

ge maniero 63 ci fornisce l’occasione, direi, an­

zi, ci impone l’obbligo, di fare un discorso completo sui problemi delle zone terrem ota­

te. Tutto ciò, s’intende, senza ripetere le co­

se già dette in circostanze drammatiche in questa Aula, e precisamente subito dopo il triste evento del 15 gennaio 1968 e poi nella giornata tristem ente memorabile del 9 luglio 1968, quando convennero qui in Palermo, nel­

la piazza del nostro Parlamento, oltre 15 mi­

la terremotati, che venivano accolti, in quel­

la giornata, così come vennero accolti.

Tali problemi, oltre che in quelle occasio­

ni, sono venuti alla ribalta in quest’Aula al­

lorché noi del Gruppo p ^ lam e n tare comuni­

sta sentimmo il bisogno di denunziare i ri­

tardi, le inadempienze del Governo per quan­

to riguardava l’attuazione di quelle leggi che pure l’Assemblea regionale siciliana aveva ap­

provato e subito dopo il terremoto e, succes­

sivamente, il 9 luglio 1968 e poi ancora nel luglio 1969. Abbiamo coscienza, onorevoli col­

leghi, di avere assolto in quelle occasioni, in ogni occasione, direi, un ruolo ben preciso;

lo diciamo senza sussiego, naturalmente, es.- sendoci tram utati tu tte le volte in portavoce dei bisogni di quella gente che tuttora vive, a quattro anni di distanza dal terremoto, in una situazione che possiamo definire in una sola parola semplicemente disperata. Perciò noi pensiamo, onorevole signor Presidente, che oggi debba essere fatto il punto della si­

tuazione in cui sono costretti tuttora a vive­

re decine e decine di migliaia di abitanti del­

la provincia di Trapani, e non soltanto della provincia di Trapani, ma anche di buona p ar­

te delle province di Palermo e di Agrigento, cui vanno ad aggiungersi, ovviamente, le po­

polazioni colpite dal terrem oto nell’ottobre- novembre 1967 nella zona dei Nebrodi.

Ma su questi aspetti particolari del proble­

ma interverranno altri compagni del mio Gruppo, per la qualcosa io mi limiterò, dicia­

mo, a fare la storia, se pure in term ini di assoluta rapidità e brevità, del disegno di leg­

ge che noi stiamo discutendo.

Tale disegno di legge, infatti, stava giun­

gendo al traguardo della sesta legislatura, quando, il 3 aprile 1971 precisamente, essa fu dichiarata chiusa, venendosi così ad impedire conseguentemente l’approvazione del disegno di legge in questione unitam ente ad altri, an­

che di importanza più rilevante: uno per tut­

ti, il disegno di legge relativo alla riforma ur­

banistica generale nell’ambito della Regione siciliana. Vero è che taluni di questi disegni di legge ebbero a raggiungere il traguardo successivamente, nel corso di questa legisla­

tura. Alludo all’assistenza farmaceutica in fa­

vore dei coltivatori diretti, alludo inoltre al disegno di legge che andremo ad esaminare, dopo quello in favore delle zone terremotate, relativam ente al potenziamento delle attivi­

tà lirico-sinfoniche e teatrali in Sicilia; per la qualcosa vogliamo dire che lo sforzo, che l’As­

semblea stasera andrà a fare, si collega a quello che si cercava di fare alla conclusio­

ne della scorsa legislatura con tu tti i limiti, comunque, che nel disegno di legge che era allora all’esame dell’Assemblea, si rendevano palesi, evidenti, anche ad una osservazione superficiale.

Come ognuno di noi ricorderà, infatti, sul­

la precedente legislatura ebbe a calare il si­

pario, venendo cosi delusa la legittima aspet­

tativa delle popolazioni terrem otate, le quali attendevano, alla vigilia del terzo anniversa­

rio del terremoto che sconvolse la vallata del Belice, che l’Assemblea regionale avrebbe cer­

tam ente approntato un nuovo provvedimento legislativo dopo le leggi 3 febbraio 1968, nu­

mero 1, 18 luglio 1968, numero 20 e 30 luglio 1969, numero 28; un nuovo provvedimento le­

gislativo che non si muovesse esclusivamente suU’avvilente terreno dell’assistenza e direi anche della beneficenza, ma che facilitasse, alla luce dell’esperienza acquisita in un trien­

nio, l’opera di rinascita economica di quella parte della Sicilia distrutta, come dicevo, dal tragico evento del 15 gennaio 1968. Ma così non fu; come asserivo poco fa, i nemici della riforma urbanistica non solo dissero « no » al­

(7)

R e s o c o n ti P a r l a m e n t a r i 431 — A s s e m b l e a R e g i o n a le S i c i l i a n a

VII L e g i s l a t u h a LI SEDUTA 16 Fe b b r a i o 1972

la creazione delle premesse di un assetto e di uno sviluppo ordinato del territorio sici­

liano — e quindi anche alla soluzione di pro­

blemi che appena io vado ad accennare, qua­

li l’eliminazione della rendita parassitarla e della speculazione edilizia, nonché la rimozio­

ne delle cause che stanno alla base della cri­

si che sempre più travaglia ed investe il set­

tore d e lla . attività edile — ma dissero pure

« no » alle popolazioni della vallata del Belice, imponendo la chiusura anticipata dell’Assem- blea e bloccando conseguentemente la discus-' sione e l’approvazione di tanti disegni di legge già iscritti all’ordine del giorno e fra questi anche del disegno di legge che solo ora torna all’esame della nostra Assemblea.

Ma la vita travagliata del disegno di leg­

ge che reca ora il numero 63, non si ferma soltanto qui, cioè, nel mancato raggiungimen­

to del punto di arrivo in Aula, cioè del man­

cato arrivo in porto, potremmo dire. Veniva, infatti, a cadere, aU’inizio della presente le­

gislatura, anche la possibilità di recuperarlo in extrem is avvalendosi del disposto dell’arti­

colo 136 bis che consente, appunto, entro sei mesi dall’inizio della legislatura, alle Commis­

sioni legislative competenti di far propri i di­

segni di legge che già erano pronti per l’Aula nella legislatura precedente. Ciò non fu pos­

sibile a proposito dei disegni di legge recan­

ti i numeri 706-712, per un motivo formale, lo ricordiamo tutti, cioè per il fatto che a causa dell’intervenuta chiusura anticipata della se­

sta legislatura, non si riuscì a fare stilare dalla Commissione competente la relazione. Per questo motivo formale, infatti, non è stato possibile recuperare, ripeto, in base al disposto dell’articolo 136 bis del nostro Regolamento, il disegno di legge che trovasi oggi all’esame dell’Assemblea.

Da qui il fatto che l’iniziativa veniva ripro­

posta da parte del Governo, con il disegno di legge numero 63, ma anche da parte nostra con il disegno di legge che reca il numero 92. Anzi, mi piace sottolinearlo, la nostra ini­

ziativa, l’imziativa del Gruppo parlamentare comunista, noi la intendiamo come conse­

guenza della iniziativa governativa, dato il ca­

rattere e il fine fin troppo scopertamente as­

sistenziale del disegno di legge di iniziativa governativa, di seguito alla presentazione del quale noi avvertiamo il bisogno di ripropor­

re in questa legislatura i temi che poneva­

mo al centro del disegno di legge 706 nella scorsa legislatura.

Da qui l’esigenza da noi avvertita di pre­

sentare un nostro disegno di legge, che reca, come dicevo, il numero 92.

A questo punto, signor Presidente, noi di­

ciamo che, se è ammissibile il varo di un prov­

vedimento limitato nella sua portata alla fi­

ne di una legislatura, ciò non è assolutamen­

te ammissibile all’inizio di una nuova legi­

slatura; cioè, se poteva considerarsi ammis­

sibile che neU’ultimo scorcio della preceden­

te legislatura si varasse un disegno di legge che presentava evidenti limiti (parlo del di­

segno di legge numero 712 della scorsa legi­

slatura), diciamo a tu tte lettere che ripro­

porre oggi, così come ha fatto il Governo con il suo disegno di legge numero 63, le stesse cose contenute nel disegno di legge numero 712, non è assolutamente ammissibile. Ci tro-

\àamo appena all’inizio della legislatura e quindi avremmo potuto, anzi, do\mto esami­

nare e varare un disegno di legge che vada al di là di quello presentato dal Gover­

no nella scorsa legislatura e che ricalcava i soliti vecchi schemi dell’assistenza e della be­

neficenza.

Il Governo, infatti, si dimostra quanto me­

no privo di fantasia oltre che di ' sensibilità politica, dal momento che impone alla di­

scussione dell’Assemblea un disegno di leg­

ge che certamente non qualifica l’Assemblea;

se noi variamo il disegno di legge così come il Governo l’ha proposto o anche così come la Commissione l’ha modificato riprendendo in parte talune istanze che venivano da vari gruppi parlamentari, io ritengo che noi non renderemmo un buon servigio alle popolazio­

ni terremotate della Valle del Belice. Infatti, a nostro aAmso, i limiti del disegno di leg­

ge numero 63 sono più che evidenti. La dif­

ferenza tra i due disegni di legge, quello go­

vernativo e quello del gruppo parlam entare comunista, diciamo è di una evidenza pal­

mare. Si tratta di due modi ben diversi di concepire i problemi della gente, della gente che lavora, della gente che soffre, qual è la gente delle zone terrem otate della Vallata del Belice; si tratta di due modi ben diversi di intendere anche l’esercizio del potere; si tra t­

ta di due modi ben diversi di concepire la stessa democrazia.

Infatti noi vediamo che il disegno di leg­

ge numero 63 di iniziativa governativa si ispi­

(8)

A s s e m b l e a R e g i o n a le S ic ilia n a

VII L e g i s l a t u r a L I SEDUTA 16 Feb b r a io 1972

ra fin troppo scopertamente ad un certo tipo di intervento, che viene e cala dall’alto, a ca­

rattere paternalistico e, peggio ancora, a ca­

rattere caritativo, assistenziale, lo sottolineo ancora una volta, m entre il nostro disegno di legge si ispira a ben altro principio, e in primo luogo all’autogoverno delle popolazio­

ni. Basta, infatti, scorrere l’articolato del no­

stro disegno di legge per accorgersi che noi puntiamo essenzialmente su queste forme di autogoverno, rendendo peraltro così operanti le leggi già approvate dall’Assemblea, per quanto concerne l’attività, il funzionamento, il ruolo di quegli organismi da noi creati nel­

le zone terrem otate, cioè di quei consorzi dei comuni che sono chiamati a portare avanti ima attività sul piano comprensoriale, cioè travalicando anche quelli che talvolta sono i confini angusti delle singole comunità, dei singoli comuni.

Ecco la differenza che corre tra l’uno e l’altro disegno di legge.

Ma c’è di più, io direi. All’inizio asserivo, signor Presidente, che il disegno di legge, che noi stiamo esaminando, ci fornisce l’occasio­

ne e ci impone quasi d’obbligo di fare un di­

scorso completo sui problemi delle zone te r­

remotate; ma voglio anche dire che questa occasione ci fornisce anche la possibilità di pronunciarci sul modo con il quale vengono ge­

stite le leggi che pure il nostro Parlam ento ha approvato, sul modo con il quale, cioè, le leggi vengono gestite da parte dell’esecutivo, del Go­

verno. Ed è questa la critica che noi muovia­

mo a proposito del disegno di legge che stia­

mo esaminando, mettendo in relazione que­

sti magri provvedimenti con la portata che invece avrebbero dovuto avere, potrebbero avere le leggi che l’Assemblea regionale si­

ciliana ha approvato subito dopo il terrem o­

to e poi nel luglio 1968 e nel luglio 1969.

Più di una volta, e di certo in modo più autorevole di quanto non possa fare io, il mio compagno di gruppo e Presidente del grup­

po parlam entare stesso, onorevole De Pasqua­

le, ha denunciato un fatto, un fenomeno po­

tremmo dire pressoché ricorrente, un costu­

me, un metodo per essere più precidi, e cioè:

da parte del Governo vengono recepite, da un po’ di tempo in qua, le istanze, le spinte, le pressioni popolari; si varano anche, se si vuole pure per iniziativa del Governo, delle leggi che vengono a recepire queste istanze, queste pressioni, queste spinte; dopo, però,

vediamo nella pratica che c’era la coscienza, il disegno, da parte dei nostri governanti, di vanificare, nella pratica, le leggi che pure il Parlam ento regionale ha approvato.

E poi parliamo m agari di sfiducia, di solco che si viene a creare e ad approfondire fra l’istituto autonomistico e le popolazioni si­

ciliane.

Ma torniamo al nostro disegno di legge, considerando non certamente peregrine le os­

servazioni che noi abbiamo fatto in merito al modo con il quale vengono gestite da parte dell’esecutivo le leggi della Regione.

Questa, signor Presidente, è la quarta vol­

ta che noi organicamente discutiamo dei pro­

blemi delle zone terrem otate in rapporto ad un atto legislativo che ci accingiamo a com­

piere. Infatti, l’Assemblea regionale siciliana, come ho ricordato all’inizio, ha già legifera­

to tre volte su tale materia, e ci si consenta di dire che tu tte e tre le volte in cui l’As- semblea regionale ha legiferato in favore del­

le popolazioni terrem otate della Vallata del Belice, lo ha fatto, intanto, per la sensibilità dimostrata, prim a degli altri Gruppi, dal no­

stro Gruppo parlam entare. Basta ricordare l’insieme dei provvedimenti che noi propo­

nemmo all’attenzione dell’Assemblea appe­

na due giorni dopo il tragico evento del 15 gennaio 1968; basta pensare che quando il 9 luglio 1968, qui nella piazza del Parlamento, c’era il carosello della polizia scatenata con­

tro i terrem otati, in quella giornata si discus­

se e si approvò a notte tarda la seconda leg­

ge in favore delle zone terrem otate, prenden­

do a base della discussione il nostro testo; e ciò per l’assenza di una iniziativa governativa.

E così anche nel luglio 1969 e poi anche alla conclusione della scorsa legislatiira, quando ci si accingeva a varare un quarto provvedi­

mento legislativo in favore di quelle popo­

lazioni, anche se in questa ultim a occasione (ed anche in quella odierna) si è preferito e si preferisce discutere essenzialmente sul te­

sto governativo, in quanto che si voleva e si vuole limitare il quarto intervento dell’As­

semblea, della Regione,' al piano assisten­

ziale e della beneficenza.

E ’ vero, dunque, che in ogni occasione noi abbiamo preceduto l’azione e l’iniziativa go­

vernativa, quando non ci siamo sostituiti, co­

me in realtà ci siamo spesso sostituiti, al Go­

verno, portando avanti delle iniziative, co­

me è accaduto per le zone terremotate.

(9)

R e s o c o n ti P a r l a m e n t a r i — 433 — A s s e m b l e a R e g i o n a le S i c i l i a n a

VII L e g i s l a t u r a LI SEDUTA 16 Fe b b r a i o 1972

Io non voglio qui parlare in nome di un certo « patriottismo di partito », perchè tu t­

te le volte che si vara una legge si tra tta di una legge della Regione e a nessuno è con­

sentito fare-avanti una posizione propria, di partito, quasi volendo avocare a sè i meriti del Parlamento.

Ma voglio dire di più e cioè che non ba­

sta legiferare quando poi le leggi vengono vanificate nella pratica. Ed è qui che noi vo­

gliamo denunciare il mancato rispetto di cer­

te scadenze, di certi impegni. E ci chiediamo, ad esempio: dove sono i programmi di in­

terventi coordinati tra Ente minerario sicilia­

no, Ente di sviluppo agricolo ed Espi (vedi articolo 6 della legge numero 1). A ltri colle­

ghi del mio gruppo avranno modo di ripren­

dere queste cose, di parlare della situazione in cui versano le popolazioni terrem otate an­

che in rapporto alla mancata attuazione di quello che pure era contenuto, con scaden­

ze precise, nelle tre precedenti leggi appro­

vate dall’Assemblea. Ed ancora che cosa è stato fatto per rendere operanti, così come dicevo prima, i consorzi dei comimi terre­

motati, cui è demandato l’insieme dei proble­

mi relativi ai piani comprensoriali in base all’articolo 4 della legge numero 1 del 3 feb­

braio 1968.

Certo noi sappiamo che le leggi non sono mai perfette, specialmente quando si innova.

E noi sappiamo che, con la legge numero 1 dell’l febbraio 1968, si volle appunto inno­

vare prevedendo la costituzione, nelle zone colpite dal terremoto — e non soltanto della Vallata del Belice, ma anche della fascia dei Nebrodi — dei comprensori, di questa nuova entità, di questa nuova dimensio­

ne supercomunale, che già viene presa a base anche nella pianificazione urbanistica;

ed è per questo che noi diciamo che avendo allora innovato è chiaro che in quelle leggi possono esserci anche dei limiti. E fu così, ad esempio, che, nell’articolo 1 della legge nume­

ro 28 del 30 luglio 1969, si tornava a legife­

rare sugli organi dei consorzi dei comuni pre­

visti aU’articolo 4 della legge numero 1, quan­

to meno per raccogliere e recepire una istan­

za di democrazia e consentire, come si volle sancire neU’articolo 1 di quella legge, il di­

ritto della minoranza o delle minoranze con­

siliari ad essere rappresentate nei consorzi di che trattasi. Era già un passo in avanti in­

dubbiamente; ma noi, ciò nondimeno, avverti­

vamo ed avvertiamo ancora la esigenza di intervenire ulteriorm ente in questo campo;

perchè non basta avere previsto la form a­

zione delle assemblee consortili, assicurando la rappresentanza alle minoranze; ciò non è sufficiente. Noi diciamo che per avere la for­

mazione, la più democratica possibile, degli organi del consorzio oltre che dell’assemblea, (si intende anche della giunta oltre che del presidente), occorre tornare a legiferare, non dico modificando, ma completando l’articolo 1 della legge numero 28.

Da qui le richieste che noi abbiamo avan­

zato in modo ben preciso su questo argomen­

to. Così come, inoltre, avvertiamo anche la esigenza che si arrivi alla istituzione di uf­

fici tecnici ed amministrativi al servizio dei consorzi; e ben si intende che la spesa deve essere posta a carico della Regione per per­

m ettere ai consorzi dei comuni terrem otati di realizzare i loro fini istituzionali. Ciò ap­

punto per non vanificare le leggi che l’Assem- blea regionale ha approvato e soprattutto, in ultima analisi, per non tradire l’aspettativa delle popolazioni terremotate.

Tutto ciò noi andiamo a chiedere, speriamo anche a fare, non certamente a quattro mesi di distanza dal terremoto, ma a quattro an­

ni di distanza da esso. E non certamente per colpa del Gruppo comunista, ma dell’esecuti­

vo regionale che appimto non si è avvalso di quelle leggi, che pure sono state approvate per m ettere in grado di funzionare queste nuo­

ve entità supercomunali, i consorzi, che noi abbiamo creato perchè venissero affrontati e risolti i problemi relativi alla ripresa econo­

mica e alla rinascita delle zone terremotate.

Io parlo di quattro anni di ritardo e in certo qual modo mi sentirei quasi confortato nel demonciare un ritardo simile, se è vero che soltanto prim a delle elezioni del 1968, delle elezioni generali politiche del 1968, il P arla­

mento nazionale provvide a legiferare p er i terrem otati di Avezzano (e quel terremoto risaliva al 1914 o 1915, se non vado errato). Io parlo di quattro anni di ritardo e forse mi sento confortato nel denimciare, ripeto, un r i­

tardo simile, se vado per un solo momento a considerare che il terremoto di Messina ri­

sale al 1908 e che a Messina abbiamo ancora le baracche e per di più non si riesce nemme­

no a rendere operante la legge 1 ottobre 1969, numero 37, che il Parlam ento siciliano ha ap­

Resoconti, f . 61 (500)

(10)

A s s e m b l e a R e g i o n a le S ic ilia n a

V I I Le g is l a t u r a L I S E D U T A 16 Feb b r a io 1972

provato per la eliminazione delle baracche medesime!

L’esigenza dì un ulteriore intervento in fa­

vore delle zone terrem otate del Belice fu v i­

sta, dicevo poco fa, già prim a che ci si av­

viasse alla conclusione della sesta legislatu­

ra, anche se le sue iniziative legislative, 706 del Gruppo parlam entare comimista, e 712 del Governo, non arrivarono in porto. Ho detto anche il perchè non si potè arrivare all’ap­

provazione di quei disegni di legge. Ho detto inoltre che se era ammissibile allora varare im provvedimento di emergenza, a carattere assistenziale, oggi la stessa cosa non sarebbe più ammissibile. Basta, infatti, a tal propo­

sito, comparare i due disegni di legge in que­

stione: il 63, sul quale discutiamo, e l’altro, il 92, avendo noi il diritto di fare riferimento ad una nostra iniziativa che doveva trovare ingresso in questa discussione (ed ora dirò il perchè ingresso, invece, non ha trovato).

Se noi andiamo a comparare, dicevo, i due disegni di legge, quello governativo e quello del Gruppo parlam entare comunista, ci accor­

giamo dei gra\dssimi, intollerabili limiti del­

la iniziativa governativa e della legge che l’Assemblea andrà ad approvare.

Che cosa prevede, infatti, il disegno di leg­

ge governativo che pure è stato parzialmente modificato dalla Commissione, la quale, ripe­

to, ha recepito alcune delle istanze avanzate da taluni gruppi parlam entari, da molte par­

ti politiche. I provvedimenti proposti dal Go­

verno riguardano essenzialmente — vado ra­

pidamente ad indicarveli —■ la esecuzione di corsi di formazione professionale riservati ai lavoratori disoccupati dei comuni terremotati, di cui aU’articolo 1 della legge nazionale 18 marzo 1968; e poi ancora la riapertura dei cantieri speciali di lavoro e di rimboschimen­

to; la proroga al 31 dicembre 1972, poi porta­

ta al 1975, dei contratti del personale tecnico assunto dai comuni ai sensi dell’articolo 27 della legge numero 20; il ricovero fùio al 31 dicembre 1971 dei minori, vecchi ed inabili, per sanare, magari, una certa situazione; un ulteriore stanziamento per le finalità di cui all’articolo 15 della legge 3 febbraio 1968, numero 1; e poi ancora altre provvidenze di ben magro valore politico, di una portata p ra­

tica assai limitata, per cui noi vogliamo qui denunciare la insufficienza della iniziativa go­

vernativa pure emendata e migliorata in cer­

to qual modo dalla quinta Commissione legi­

slativa.

Se noi, invece, andiamo ad esaminare — e lo farò in term ini di assoluta brevità — il disegno di legge di iniziativa comunista che sottoponiamo all’attenzione di tu tti i colle­

ghi, ci. accorgiamo che si va bene al di là di quella che è la impostazione del disegno di legge governativo. Noi abbiamo previsto intanto il coordinamento dei programmi e de­

gli interventi statali, regionali e anche de­

gli altri enti pubblici operanti nella Regione siciliana, con particolare riguardo all’agricol­

tura, ai trasporti, al turismo, alla viabilità e alla edilizia abitativa, oltre che l’assoggetta- zione ai vincoli dei piani urbanistici compren- soriali per tu tte le amministrazioni ed enti pubblici. Questo è molto im portante per evi­

tare confusioni ed interferenze fra le varie iniziative; così come abbiamo voluto ammet­

tere la sua importanza ad un nostro punto ben preciso che abbiamo incluso nella nostra iniziativa legislativa per quanto riguarda l’as­

segnazione ai consorzi dei comuni terrem ota­

ti di una quota sui fondi ex articolo 38, che verranno ad essere attribuiti alla Regione si­

ciliana per la realizzazione dei piani compren- soriali. Potrei ancora continuare ad elencare i punti salienti della nostra iniziativa, ma vo­

glio risparm iare i colleghi, sia perchè ritenia­

mo che questo provvedimento deve pure ve­

nire, nonostante certe resistenze — e parle­

rò anche di quelle — qui, in Assemblea, sia anche perchè non possiamo assolutamente pensare che l’Assemblea, approvando la leg­

ge sulla quale noi stiamo discutendo, possa considerare chiusa questa partita, possa con­

siderare come superata una questione che in­

vece rimane aperta; ed essa rimane aperta grazie appunto alla nostra iniziativa, con la quale noi miriamo non soltanto a rendere de­

mocratica la formazione degli organi consor­

tili, Assemblea, Giunta, Presidente, non sol­

tanto a fornire di uffici tecnici e amministra­

tivi i consorzi dei comuni terrem otati, ma miriamo anche ad introdurre altre misure, altre iniziative che concorrano realmente a determ inare le condizioni necessarie per una ripresa socio-economica delle zone colpite dal terremoto del 1968.

E ’ bastato m ettere a confronto, signor Pre­

sidente, i due disegni di legge per rilevare la diversità della loro impostazione, dei loro indirizzi, delle loro finalità.

(11)

R e s o c o n ti P a r l a m e n t a r i 435 — A s s e m b l e a R e g i o n a le S i c i l i a n a

VII L e g i s l a t u r a LI SEDUTA 16 Fe b b r a i o 1972

Dicevo all’inizio, si tratta di due modi di­

versi di concepire la stessa democrazia. E nes­

suno, teniamo a sottolinearlo, può o ha po­

tuto negare la validità delle nostre proposte.

Intanto non la ha negata la conferenza dei ca­

pigruppo, allorché in una riunione tenutasi, ritengo, martedì, 11 gennaio, essa avvertiva la opportunità di elaborare im provvedimento organico in favore delle zone terrem otate ed invitava, pertanto, la quinta Commissione le­

gislativa competente a volere prendere in esa­

me, non soltanto il disegno di legge governa­

tivo, numero 63, ma ad abbinare nella discus­

sione anche il disegno di legge numero 92 appunto per impedire che ci si muovesse sul terreno avvilente dell’assistenza e della be­

neficenza.

Quindi la conferenza dei capigruppo ha det­

to con chiarezza quale dimensione e quale im­

postazione avrebbe dovuto avere la legge che ci accingiamo a varare. E nemmeno ha po­

tuto negare la validità delle nostre proposte lo stesso onorevole Lombardo, capogruppo della Democrazia cristiana, il quale, interve­

nendo il 26 gennaio alla riunione della quin­

ta Commissione legislativa, dovendosi deci­

dere di abbinare l’esame dei due disegni di legge anche in ossequio ad un pronunciamen­

to, ad un invito della conferenza dei capi­

gruppo, egli, pure dichiarandosi contrario al­

l’abbinamento in questione, non poteva non ammettere la importanza che aveva ed ha la nostra iniziativa. L ’onorevole Lombardo rilevava, infatti, che il disegno di legge di iniziativa comunista poneva una tematica nuo­

va sul piano della struttu ra amministrativa dei comuni con la costituzione dei consorzi e degli organi dei consorzi ed asseriva che, da­

ta la serietà dell’iniziativa dei colleghi comu­

nisti (noi lo ringraziamo anche per questo giudizio) e trattandosi di tempi brevi quali erano dati per l’approvazione del disegno di legge in favore delle zone terremotate, si ri­

levava la esigenza che non si abbinassero i due disegni di legge e che si discutesse nella sede competente, cioè in quarta Commissione, il disegno di legge numero 92 per arrivare, ma­

gari, lui diceva, entro tempi assai brevi, e co­

munque ragionevolmente brevi, all’approva­

zione anche del nostro disegno di legge.

Bene hanno fatto in quella occasione in­

tanto i colleghi componenti la quinta Com­

missione, il collega Basso, in particolare, ma essenzialmente il collega De Pasquale, quale

primo firm atario del disegno di legge num e­

ro 92, a rilevare che non si trattav a assolu­

tamente della introduzione di una tematica nuova, come asseriva l’onorevole Lombardo, in quanto che i consorzi dei comuni terrem o­

tati non sono assolutamente una innovazione.

Noi li abbiamo previsti ben quattro anni fa con la legge 3 febbraio 1968, numero 1, al­

l’indomani del terremoto. Siamo tornati poi a legiferare su questo argomento per consen­

tire, nella formazione delle assemblee consor­

tili la rappresentanza delle minoranze. Ma non si trattava, nè si tratta, assolutamente, di una innovazione. Si tratta, piuttosto, di crea­

re le condizioni perchè questi organismi ab­

biano realmente a funzionare. E perciò, quan­

do si viene a dire che si tra tta di una tem a­

tica nuova, seppure interessante, e poi, nella pratica, si respinge quella che è una giusta sollecitazione, sol perchè magari viene da una determinata parte politica, è come se, in ulti­

ma analisi, si rigettasse quella proposta per re­

legarla nel dimenticatoio.

Questo è il giudizio che noi esprimiamo sulla manovra dell’onorevole Lombardo.

E questa sera vogliamo denunciare i veri scopi di certi tentativi, di certi pronunciamen­

ti, che pur sembrano ispirati a buona volon­

tà, a buona disposizione d’animo, a disponi­

bilità, in ispecie quando si parla anche di

« massima lealtà » e di « massima apertura », o quando si formulano apprezzamenti posi­

tivi nei confronti di iniziative prese da col­

leghi di altri gruppi politici. Tutto ciò potreb­

be essere anche apprezzabile. Ma quando, poi, nella pratica noi vediamo che al di là delle buone intenzioni o solamente delle buone parole, non resta in fondo nulla, in tal caso diciamo che da parte di chi opera in tal mo­

do si fa di tutto per lasciare le cose come stanno.

E si vorrebbe, appunto, che nella vallata del Belice le cose rimanessero così come so­

no; si vuole che non cambi nulla, se è vero che a quattro anni di distanza non si consen­

te ai consorzi dei comuni di potere assolvere quello che è o dovrebbe essere il loro riiolo.

Potrei dire che gattopardescamente si dice di voler cambiare tutto, che si deve cambiare tutto per poi non cambiare nulla in realtà.

E così, per tornare al disegno di legge in di­

scussione, si finisce col rim anere nell’ambito assai meschino ed avvilente dell’assistenza, della beneficenza.

(12)

R e s o c o n t i P a r l a m e n t a r i A s s e m b l e a R e g i o n a le S ic ilia n a

V I I Le g is l a t u r a L I S E D U T A 16 Feb b r a io 1972

E ’ un tentativo, questo, cioè, di raccoglie­

re a parole le istanze degli altri gruppi poli­

tici per poi magari rigettarle nella pratica; è un tentativo, dicevo, che noi abbiamo visto messo in atto tante volte da parte del p ar­

tito di maggioranza relativa e della stessa maggioranza governativa in quest’Aula. Ed è forse, signor Presidente, un tentativo che potremmo vedere o forse vedremo senz’altro in un ’occasione ormai prossi­

ma; parlo della legge per il potenzia­

mento del settore marmifero, allorché ci sa­

rà data occasione di recepire alcime istanze che noi portiamo avanti per creare le pre­

messe per un potenziamento effettivo di que­

sto settore. Ma noi sappiamo che anche in questo settore ci si \mole muovere invece sul terreno avvilente degli incentivi, degli inter­

venti marginali a carattere anticongiimturale e non strutturale, per cui, al di là dell’in­

tervento immediato, certamente fra un an­

no o due si ripresenteranno le stesse condi­

zioni di oggi, se non aggravate per la ragio­

ne che in questi anni nulla si sarà fatto per rimuovere le vere cause della crisi che inve­

ste un settore così im portante della nostra economia, quale quello del marmo.

Perciò noi ci siamo proposti di non capito­

lare di fronte alla richiesta della Democrazia cristiana, direi del centrosinistra, perchè il collega onorevole Lombardo in quinta Com­

missione diceva di parlare non a titolo per­

sonale e nemmeno a nome della Democrazia cristiana, bensì a nome dei partiti del centro- sinistra. Perciò, dicevo, ci proponiamo di non capitolare di fronte alla richiesta e della De­

mocrazia cristiana e del centro-sinistra. E vor­

remmo qui dire ai compagni socialisti di non essere così arrendevoli, dal momento che vi­

vono come noi i problemi delle zone te rre­

motate, di fronte a certi diktat della Democra­

zia cristiana. Quando si avanza, come è stata avanzata, dal collega Lombardo, una propo­

sta di non abbinamento dei due disegni di legge più volte citati per arrivare al varo di un provvedimento legislativo di ben magra portata, che non avrà nella pratica alcuna ri­

levanza, noi abbiamo più che il diritto, il do­

vere di dire che non intendiamo capitolare, anche perchè non consentiremo che alle po­

polazioni della Valle del Belice venga « rega­

lata » una legge a carattere assistenziale.

Lo abbiamo fatto peraltro in commissione, allorché, pure avendo preso atto della deci­

sione della maggioranza di non abbinare i due disegni di legge, abbiamo dato battaglia per inserire nella legge stessa alcune cose che pure possono dare un respiro un po’ diverso rispetto al progetto originario del Governo.

Ma oltre ad averlo fatto in commissione, noi 10 faremo ancora in Aula e possiamo antici­

pare, sin da ora, signor Presidente, che an­

dremo a riproporre sotto forma di emenda­

menti i punti basilari del nostro disegno di legge. Vedremo quale sarà l’atteggiamento dei vari gruppi politici su quelle che saranno le nostre proposte essenziali, fondamentali.

Vedremo se si vuole continuare sulla via avvilente, ripeto, dell’assistenza e della be­

neficenza, 0 se si vuole intraprendere una via nuova quale è quella della creazione delle premesse per determ inare una effettiva ripre­

sa economica e sociale delle zone terrem ota­

te. Sappiano le popolazioni terrem otate del­

la Valle del Belice che m entre noi comuni­

sti, recependo le loro istanze, vogliamo crea­

re le condizioni perchè abbiano ad essere can­

cellati, e presto, i segni del tragico evento del terremoto, altri, invece, il Governo e non sol­

tanto il governo e la maggioranza governa­

tiva, ma anche altre forze che si accodano al Governo, vogliono, invece, continuare sulla vecchia via av\dlente e non qualificante del­

l’assistenza e della beneficenza.

Noi queste cose faremo sapere eventual­

mente alle popolazioni terrem otate, a quelle popolazioni cui l’assistenza, così cara e con­

geniale al Governo, venne offerta sin dal­

l’indomani del 15 gennaio 1968, quando nelle tendopoli che sorgevano, le prime tende ad essere elevate furono quelle della polizia per 11 rilascio a vista del passaporto a coloro che erano stati colpiti così duram ente dal terre­

moto; e ciò per disperdere per l’Italia, per il mondo intero, le popolazioni terremotate, per spezzare l’unità di quella gente, per fiaccar­

ne direi la stessa dignità, ma essenzialmente la capacità di reazione e di organizzazione.

Noi queste cose faremo sapere a quelle po­

polazioni, contro le quali, neU’indimentica- bile giornata del 9 luglio 1968, quando i ter­

rem otati erano qui convenuti in 15 mila in modo pacifico, in modo democratico, con le loro donne, coi bambini, coi vecchi (ecco le intenzioni aggressive delle popolazioni terre­

motate!) quando i terrem otati, dicevo, erano convenuti qui, nella piazza del Parlamento, per reclamare giustizia, contro di loro, in­

Riferimenti

Documenti correlati

In caso di disconnessione dell’avversario la partita interrotta viene vinta a tavolino 3-0 senza tener conto in ogni caso del risultato al momento della disconnessione. Cosa succede

Questo Sonetto estemporaneo fu portato la sera dal Borda alla sua Villa di Sucognagno per rimandarlo il di appresso al Ga- gnola , scritto un pò più pulitamente , avendo il Borda un

GIUM M ARRA, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che , non sorgendo osservazioni, si intende

presso il medesimo Tribunale ad emettere, a seguito di convalida del fermo, l'ordinanza di custodia cautelare in carcere in data 8 novembre 2007, ancora il Tribunale di Riesame

Gli interventi in materia di istruzione, università e ricerca, che anticipano l’annunciato disegno di legge collegato alla finanziaria su istruzione, università, alta

Ciò detto, l’istante all’atto della cessione del ramo d’azienda ha scelto di non avvalersi di tale facoltà, con la conseguenza che il credito rimasto nella

CHERCHI. NOI, Segretario ff., dà lettura del proces- so verbale della seduta precedente, che è approvato. Svolgimento di interrogazioni e interpellanza. L'ordine del giorno reca

Conclusi l’esame e la votazione degli articoli, il Presidente, dopo aver dato la parola per le dichiarazioni di voto ai Consiglieri Lucentini, Rossi, Cesetti, Santarelli, indice