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Abuso di potere pubblico ufficiale: ultime sentenze

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Abuso di potere pubblico ufficiale:

ultime sentenze

Autore: Redazione | 16/02/2022

Interesse pubblico al normale funzionamento ed al prestigio della Pubblica Amministrazione.

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La mera violazione del dovere di astensione

La mera violazione del dovere di astensione non è punibile in sé stessa a titolo di abuso d’ufficio, perché il reato di cui all’articolo 323 del codice penale è reato di evento, onde detta violazione può rilevare solo se, da una parte, dalla stessa derivi un ingiusto vantaggio patrimoniale o un ingiusto danno, e, dall’altra, sia comunque sorretta dal dolo intenzionale richiesto dalla norma incriminatrice. Al riguardo, infatti, non può ritenersi ingiusto il profitto o il danno per il solo fatto che vi sia stata la violazione del dovere di astensione, occorrendo invece che profitto o danno siano in sé ingiusti, dovendosi peraltro escludere tale ingiustizia in tutti i casi in cui un corretto uso del potere discrezionale da parte di un altro pubblico ufficiale, non interessato all’atto, avrebbe condotto allo stesso risultato.

Cassazione penale sez. VI, 17/11/2020, n.16782

Prevaricazione abusiva del pubblico ufficiale

In tema di indebita induzione ex art. 319-quater c.p., l’abuso della qualità che connota la prevaricazione abusiva del pubblico ufficiale comprende la spendita o la prospettazione, da parte dell’agente, di un efficace potere di ingerenza nel compimento di atti formalmente estranei alle proprie competenze, ma pur sempre spettanti alla pubblica amministrazione cui egli è preposto, in modo da procurare nel soggetto interessato la percezione di poter subire conseguenze sfavorevoli o, al contrario, ingiustamente favorevoli.

(Fattispecie relativa ad un sindaco che, abusando della propria qualità, aveva indotto le persone offese a prostituirsi, con lo stesso e con altre persone, al fine di far loro ottenere benefici economici erogati dall’ufficio comunale per i servizi sociali).

Cassazione penale sez. III, 14/07/2020, n.29321

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Abuso d’ufficio: la prova del dolo intenzionale

In tema di abuso d’ufficio, la prova del dolo intenzionale, che qualifica la fattispecie di cui all’art. 323 c.p., prescinde dall’accertamento dell’accordo collusivo con la persona che si intende favorire, potendo essere desunta anche dalla macroscopica illegittimità dell’atto, sempre che tale valutazione non discenda in modo apodittico e parziale dal comportamento non iure dell’agente, ma risulti anche da elementi ulteriori concordemente dimostrativi dell’intento di conseguire un vantaggio patrimoniale o di cagionare un danno ingiusto .

Cassazione penale sez. III, 08/01/2019, n.20454

L’abuso di ufficio per violazione di legge

In tema di abuso di ufficio è riscontrabile la violazione di legge in tutte le ipotesi di contrasto tra il provvedimento e le disposizioni normative contenute in fonti di rango primario o secondario che definiscono i profili vincolati, formali o sostanziali, del potere e non, invece, l’eccesso di potere, sotto forma dello sviamento, che ricorre quando nei provvedimenti discrezionali il potere viene esercitato per un fine diverso da quello per cui è attribuito.

(Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto configurabile l’abuso di ufficio per violazione di legge nel provvedimento adottato da una giunta regionale che aveva nominato commissario straordinario un direttore generale di un ente ospedaliero dopo la scadenza del suo mandato, consentendogli, di fatto, di continuare a svolgere le sue funzioni e percepire il relativo compenso, nonostante la sussistenza di plurime condizioni ostative “ex lege”).

Cassazione penale sez. V, 13/11/2019, n.49485

Condotta del pubblico ufficiale

In tema di abuso d’ufficio, la violazione di legge cui fa riferimento l’art. 323 cod.

pen. riguarda non solo la condotta del pubblico ufficiale in contrasto con le norme che regolano l’esercizio del potere, ma anche quelle che siano dirette alla realizzazione di un interesse collidente con quello per quale il potere è conferito,

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ponendo in essere un vero e proprio sviamento della funzione. (Fattispecie in cui il sindaco di un Comune aveva disposto la revoca dell’incarico dirigenziale ricoperto da un dipendente candidatosi in una lista contrapposta, apparentemente giustificato tale scelta con esigenze di contenimento della spesa senza che, tuttavia, fosse stata previamente deliberata una diversa organizzazione degli uffici).

Cassazione penale sez. VI, 13/04/2018, n.19519

Qualifica di pubblico ufficiale

Per la sussistenza dell’aggravante di cui all’art. 61 n. 9 c.p. (abuso di potere) è necessario che la commissione del fatto sia stata perlomeno facilitata od agevolata dall’esercizio dei poteri o dalla violazione dei doveri, non potendo bastare che chi commetta un qualsivoglia reato rivesta la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di un pubblico servizio (fattispecie relativa alla contestazione del reato di cui all’art. 73 d.P.R. n. 309 del 1990 aggravato ex art. 61 n. 9 c.p. per avere il coimputato – sovraintendente della polizia di Stato – commesso il fatto con abuso di poteri e con violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione).

Cassazione penale sez. III, 25/09/2015, n.44452

L’abuso di poteri inerenti alle funzioni

L’abuso di poteri inerenti alle funzioni – che qualifica la condotta del delitto di cui all’art. 615 c.p. – non postula la presenza degli estremi necessari per l’integrazione del reato di cui all’art. 323 c.p., potendo realizzarsi per effetto di qualsiasi abuso, come l’usurpazione, lo sviamento, il perseguimento di una finalità diversa, l’inosservanza di leggi, regolamenti o istruzioni, ecc., indipendentemente dall’ingiustizia o meno degli scopi perseguiti dall’agente.

Cassazione penale sez. VI, 30/01/2013, n.34489

L’indebita promessa o dazione da parte

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del privato

Elemento essenziale della concussione è l’abuso di potere, per effetto del quale la volontà del soggetto passivo si determina sotto l’influenza del cosiddetto “metus publicae potestatis”, il quale deve consistere non nella generica posizione di supremazia, sempre connaturata alla qualifica di pubblico ufficiale, ma bensì nel concreto abuso della veste pubblica, idoneo a far sì che l’indebita promessa o dazione da parte del privato sia collegata alla pressione a esso abuso connessa e alla correlata posizione non paritaria con il pubblico ufficiale e, quindi, di soggezione nei suoi confronti in cui il privato si sia venuto a trovare.

Cassazione penale sez. VI, 09/01/2009, n.9528

Imputazioni di resistenza a pubblico ufficiale

Ricorrono gli elementi della circostanza aggravante dell’abuso di potere, qualora si accerti il nesso di funzionalità e di occasionalità tra il fatto delittuoso accertato e lo svolgimento delle mansioni connesse alla qualifica di agenti di polizia rivestita al momento del fatto. Al fine di provare tale nesso assume rilevanza fondamentale la sentenza assolutoria nei confronti della parte civile in relazione alle imputazioni di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Tale pronuncia non solo esclude che possa essere stata tenuta la condotta aggressiva contestata, ma fornisce alle dichiarazioni del presunto resistente un riscontro forte, idoneo a fondare la penale responsabilità degli agenti.

Tribunale Milano sez. VI, 28/09/2005

L’esercizio di fatto di pubbliche funzioni

Ai fini della sussistenza della qualifica di pubblico ufficiale rileva l’esercizio di fatto di pubbliche funzioni, indipendentemente da una regolare investitura, per cui nella fattispecie di concussione quel che occorre verificare, ai fini del rapporto causa ad effetto, è, da un lato, l’oggettiva sussistenza di un abuso di potere o di qualità rivestiti dal soggetto agente e, dall’altro, se l’induzione che ne costituisce l’effetto sia stata tale da influire in concreto sulla volontà del soggetto passivo.

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Cassazione penale sez. VI, 21/01/2005, n.12175

Configurazione dell’abuso di potere del pubblico ufficiale

Il delitto di arresto illegale, così come quello di perquisizione arbitraria, richiede per la sua configurazione l’abuso di potere del pubblico ufficiale, rientrando così fra le ipotesi di reato a cosiddetta illiceità o antigiuridicità speciale. Conseguentemente, l’abuso o l’arbitrarietà dell’atto compiuto, oltre ad essere parte integrante del fatto di reato, condiziona anche la sussistenza del dolo, che consiste nella coscienza e volontà dell’abuso delle funzioni da parte dell’agente.

Cassazione penale sez. VI, 18/01/1996, n.3413

Perseguimento di finalità pubbliche

La nozione di abuso d’ufficio rimanda, in termini generali, all’esercizio illegittimo della funzione attribuita al soggetto per il perseguimento di finalità pubbliche ovvero ad un’illecita deviazione dai fini propri della pubblica amministrazione; vi è autonomia dell’accertamento penale sull’abuso di potere, rispetto ai vizi di legittimità dell’atto amministrativo; ciò non significa che la sussistenza di vizi dell’atto amministrativo sia del tutto indifferente rispetto alla ricostruzione della fattispecie in esame, essendo evidente, al contrario, che l’illegittimità dell’atto stesso, che di frequente si accompagna anzi ai comportamenti penalmente rilevanti del pubblico ufficiale, può costituire la spia del carattere abusivo della condotta.

Tribunale Napoli, 04/12/1991

Conseguenza dell’abuso di potere del pubblico ufficiale

Al delitto di concussione sono applicabili tutte le circostanze previste per i delitti che offendono il patrimonio, in quanto, trattandosi di reati plurioffensivi, esso è strutturato in modo da tutelare, in via principale, l’interesse pubblico al normale funzionamento e al prestigio della pubblica amministrazione ed in via secondaria

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l’interesse del cittadino a non subire danni in conseguenza dell’abuso di potere del pubblico ufficiale.

Cassazione penale sez. VI, 24/01/1984, n.4082

Riparazione di carattere patrimoniale

La circostanza attenuante prevista dall’art. 62 n. 6 prima parte c.p., presupponendo l’integralità della riparazione del danno, non è applicabile alla concussione, che è reato plurioffensivo e che, con l’interesse del cittadino a non subire danno in conseguenza dell’abuso di potere del pubblico ufficiale, tutela in via principale l’interesse pubblico al normale funzionamento ed al prestigio della pubblica amministrazione, bene questo che non può essere oggetto in alcun modo di riparazione di carattere patrimoniale.

Cassazione penale sez. VI, 15/12/1982

Reato di concussione

Nell’ipotesi in cui il privato cittadino subisca un danno in conseguenza dell’abuso di potere del pubblico ufficiale, all’autore del reato di concussione è applicabile la circostanza attenuante del ravvedimento operoso.

Cassazione penale sez. VI, 17/10/1978

Pubblico ufficiale: quando si ha abuso di potere?

Si ha abuso di potere tutte le volte che il pubblico ufficiale ecceda dai limiti della sua competenza, non osservi le norme giuridiche che regolano obbligatoriamente l’attività funzionale a lui attribuita; e infine quando, nell’esercizio dei poteri discrezionali, l’atto è compiuto, violando le condizioni poste dalla legge, per uno scopo diverso da quello per il quale la legge attribuisce al pubblico ufficiale il potere di compierle.

Cassazione penale sez. VI, 15/09/1976

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