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Medicina del Lavoro Prof. Francesco S. Violante Prof. Stefano Mattioli. Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

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(1)

Medicina del Lavoro

Prof. Francesco S. Violante – Prof. Stefano Mattioli

Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

(2)

Radiazioni ionizzanti



Le radiazioni ionizzanti sono particelle e onde elettromagnetiche dotate di

energia sufficiente a ionizzare

direttamente o indirettamente gli atomi che attraversano, così da modificare le proprietà della materia che attraversano.



Si ritiene che qualsiasi esposizione a radiazioni ionizzanti provochi “effetti biologici” in genere dannosi; il tipo, il

tempo di comparsa e la gravità di questi

effetti possono essere molto diversi.

(3)



Radiazioni elettromagnetiche

 raggi x

 raggi gamma



Radiazioni corpuscolate

 particelle alfa

 particelle beta

 neutroni

 protoni

Radiazioni ionizzanti

(4)

Raggi alfa

 Particelle con doppia carica positiva, costituite da nuclei di elio (2 neutroni e 2 protoni)

 Sorgente: nuclei atomici radioattivi ad alto numero atomico

 Potere penetrante: debolissimo, non oltre lo strato basale dell’epidermide (100 volte meno dei raggi beta) Raggio di azione nei tessuti: pochi µ

 Potere ionizzante: molto elevato (1000 volte >

particelle beta)

 Pericolosità: dannose solo se emesse entro il corpo umano

Radiazioni ionizzanti

(5)

Raggi beta

 Particelle rappresentate da elettroni (beta-) e da positroni (beta+) emessi da un nucleo che si

disintegra, alcune particelle beta ad alta velocità interagiscono con la materia, con emissione di raggi X (raggi X naturali)

 Sorgente: nuclei atomici radioattivi, acceleratori

 Potere penetrante: debole, non oltre un cm nella cute (100 volte più dei raggi alfa, ma 100 volte meno dei

raggi gamma) Raggio di azione nei tessuti: pochi mm

Radiazioni ionizzanti

(6)

 Potere ionizzante: minimo

 Pericolosità: sorgente interna, sempre dannose;

sorgente esterna, dannose per strutture a meno di 1 cm dalla cute

Radiazioni ionizzanti

(7)

Neutroni

 Il neutrone è, insieme al protone, uno dei due costituenti dei nuclei atomici, hanno carica

elettrica è nulla, perdono energia tramite le

interazioni con i nuclei degli atomi dei materiali attraversati

 Sorgente: reattori ed acceleratori nucleari, esplosioni nucleari.

 Pericolosità: elevata. La sorgente sempre

esterna al corpo umano cessa le sue emissioni una volta spenta.

Radiazioni ionizzanti

(8)

Raggi gamma

 Sorgente: nuclei atomici radioattivi, esplosioni nucleari.

 Potere penetrante: forte (100 volte più dei raggi beta). Qualche centimetro di piombo diminuisce l'intensità di tali raggi di un fattore 2.

 Potere ionizzante: producono elettroni secondari che ionizzano l'aria.

 Pericolosità: sono sempre pericolosi, anche se emessi da sorgenti esterne al corpo umano.

Radiazioni ionizzanti

(9)

Raggi X

 Sono radiazioni elettromagnetiche simili ai raggi gamma, di frequenza minore.

 Sorgente: produzione artificiale (tubo da raggi X), scontro di elettroni con la materia

 Potere penetrante: elevato

 Potere ionizzante: elevato

 Pericolosità: elevata, ma inferiore a quella dei raggi gamma

Radiazioni ionizzanti

(10)

Radiazioni ionizzanti

(11)

Fondo naturale



La radioattività è un fenomeno naturale,

siamo costantemente esposti alle radiazioni naturali.



fonti esterne

radiazioni cosmiche, sostanze radioattive contenute nel suolo e nei materiali da costruzione.



fonti interne

le sostanze radioattive inalate o ingerite e i costituenti radioattivi del nostro corpo, soprattutto il potassio 40.

Radiazioni ionizzanti

(12)

dose assorbita (D)

 indica la quantità di energia ceduta dalla radiazione e assorbita dai tessuti ed è il

risultato dell’interazione della radiazione con la materia

 D = dE / dm = rapporto tra l’energia ceduta in un dato volume e la massa in esso contenuta,

l’effetto lesivo di una radiazione è tanto maggiore quanto maggiore è la dose assorbita

 Unità di misura (SI) è il Gray (Gy)

Radiazioni ionizzanti

(13)

Radiazioni ionizzanti

Per confrontare gli effetti di RI di diversa natura viene assegnato un coefficiente numerico o QF

(dipende dal LET# ed è direttamente proporzionale all’EBR* di ciascun tipo di RI)

# numero di ionizzazioni prodotte per unità di percorso nel mezzo biologico

* rapporto tra la dose di una radiazione “standard” (prodotta da una sorgente di raggi x da 250 kv), indicata come D250, e la dose della radiazione in

esame (Dr) necessaria per ottenere lo stesso effetto biologico = D250/Dr)

(14)

Radiazioni ionizzanti

equivalente di dose (H)

 Il prodotto della dose assorbita in un tessuto (D) per il fattore di qualità (QF) prende il nome di

equivalente di dose (H=QFD).

 Unità di misura (SI) è il Sievert (Sv)

 poiché il QF dei raggi x e γ è uguale a 1 per i raggi x e γ il Sv coincide con il Gy

Spesso si fa riferimento alla dose o all'equivalente di dose

assorbita per unità di tempo, ovvero all'intensità o rateo di dose assorbita (Gy— s-1), o rateo di equivalente di dose (Sv—

s-1)

(15)

EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI

RADIAZIONI MATERIA

IONIZZANTI VIVENTE





FENOMENI FISICI ELEMENTARI







IONIZZAZIONI





RADICALI LIBERI







AZIONE DIRETTA E INDIRETTA







EFFETTI BIOLOGICI

(16)

EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI



si ritiene che le RI per inattivare le cellule danneggino alcune macromolecole

fondamentali (bersaglio biologico) quali DNA, proteine, zuccheri e lipidi complessi.



l’effetto delle RI sul bersaglio biologico può avvenire per azione diretta o

indiretta.

(17)

EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI

> capacità di ionizzazione > danno Azione diretta

 le molecole bersaglio vengono danneggiate

direttamente, per rottura dei legami molecolari

 Il bersaglio è una struttura:

 sensibile alle RI

 essenziale per il sistema biologico

Azione indiretta

 le macromolecole cellulari vengono danneggiate dai radicali liberi che si producono come

conseguenza della radiolisi dell’acqua

(18)

EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI

Danni da radiazioni ionizzanti



DETERMINISTICI



somatici:si manifestano nell'individuo irradiato



STOCASTICI:



somatici



genetici: si manifestano nella progenie

dell’individuo irradiato

(19)

DANNO DETERMINISTICO (graduato o non stocastico)

 si tratta di un danno esclusivamente somatico

 esiste una dose soglia

 la gravità del danno dipende dalla dose

 la latenza è di solito breve (in alcuni casi l’insorgenza è tardiva)

 la relazione dose-effetto di tipo sigmoide

 Il danno può essere:

diretto (precoce):colpisce prevalentemente le cellule parenchimali

indiretto (tardivo): a carico del supporto vascolare e connettivale del tessuto

generalizzato

localizzato

(20)

relazione dose-effetto

DANNO DETERMINISTICO

(graduato o non stocastico)

(21)

Principio di Bergonié e Tribondeau



Le cellule sono tanto più sensibili alle RI quanto:



maggiore è il loro ritmo mitotico



minore è la loro differenziazione.



Sulla base di questo principio può essere definita una scala di radiosensibilità dei tessuti.

DANNO DETERMINISTICO

(graduato o non stocastico)

(22)

Tessuto Radiosensibilita’ relativa Tessuto linfatico, midollo emopoietico,

epitelio germinale della cute e dell’intestino tenue

Molto alta

Cute, altri tessuti epiteliali (cornea, cristallino,

mucose del tubo digerente) Alta

Cartilagine ed osso in accrescimento Discreta Epitelio ghiandolare delle salivari e del

fegato; epitelio renale e polmonare Media

Muscolo, tessuto nervoso (SNC e periferico),

osso e cartilagine maturi Bassa

(23)

DANNO DETERMINISTICO GENERALIZZATO

Sindrome da panirradiazione



In caso di irradiazione acuta al corpo

intero o a larga parte di esso (irradiazione globale), si sviluppa la cosiddetta

sindrome acuta da irradiazione:



caratterizzata da tre stadi clinici (ematologica, gastrointestinale e neurologica) ingravescenti che si

sviluppano in funzione delle rispettive

dosi-soglia.

(24)

DANNO DETERMINISTICO GENERALIZZATO

Malattia da raggi (fase prodromica) Dose = 1-2,5 Gy



Gravità dell’irraggiamento inversamente proporzionale al periodo di latenza dei sintomi

 Nausea, vomito, diarrea, anoressia, cefalea,

vertigini, astenia, anomalie olfattive e gustative, aritmie cardiache, ipotensione, irritabilità, insonnia

(25)

DANNO DETERMINISTICO GENERALIZZATO

Sindrome ematologica Dose = 2.5 – 4.5 Gy



Consegue al danno a carico del

compartimento staminale delle cellule ematiche

 caduta linfocitaria e granulocitario precocissimo (24 – 48 ore), seguito da periodo di latenza, con relativo benessere, di circa 2 settimane.

 caduta eritrocitaria e piastrinica tardiva.

(26)

DANNO DETERMINISTICO GENERALIZZATO

Andamento delle cellule del sangue in funzione del tempo dopo una panirradiazione a dosi moserate < 10 Gy

60

20

5 10 15 20 25

100

gg post irradiazione

% di cell.

vs controlli

Linfociti Granulociti Piastrine Eritrociti

(27)

DANNO DETERMINISTICO GENERALIZZATO

Sindrome ematologica

 febbre con brivido, astenia, malessere, cefalea, caduta dei capelli

 comparsa di petecchie, emorragie gengivali,

anemia ingravescente astenia marcata e dispnea, infezioni

 morte per collasso cardiocircolatorio

(28)

DANNO DETERMINISTICO GENERALIZZATO

Sindrome gastroenterica Dose = 5 - 20 Gy



Consegue al danno della mucosa intestinale, per la mancata maturazione delle cellule

staminali

comparsa precoce di nausea e vomito con marcata accentuazione dopo 3-5 giorni dall’irraggiamento

diarrea violenta, con feci acquose e sanguinolente,

squilibrio elettrolitico con malnutrizione

setticemia

morte entro 1 o 2 settimane in condizioni di iperpiressia, stato settico, disidratazione

(29)

DANNO DETERMINISTICO GENERALIZZATO

Sindrome neurologica Dose = 10 - 50 Gy



Consegue all’aumento di permeabilità dei vasi dell’encefalo

 edema cerebrale, ipertensione endocranica con danno al tessuto nervoso (sempre mortale).

 Esordio brusco e rapida evoluzione

 rapido exitus a seguito di marcata prostrazione, apatia, sonnolenza, coma, associato o meno a convulsioni

(30)

IL CASO LITVINENKO

(31)



Il polonio un metalloide radioattivo raro, che si trova nei minerali di uranio.



Polonio-210: isotopo del polonio è un

emettitore alfa, con una emivita di 138,39 giorni

(1 milligrammo di tale metalloide emette lo stesso numero di particelle alfa di 5 grammi di radio)

IL CASO LITVINENKO

(32)



Il polonio è un elemento tossico,

altamente radioattivo e pericoloso da manipolare.



emette particelle alfa che viaggiano per

pochi centimetri nell'aria e sono facilmente schermabili, ma in caso di penetrazione

nell'organismo (ad esempio per inalazione o ingestione) hanno un elevato potere

ionizzante e possono danneggiare i tessuti.

IL CASO LITVINENKO

(33)

La sintomatologia dell’intossicazione da polonio è quella classica da panirradiazione:

vomito, nausea, diarrea (tanto più violenti quanto maggiore è stata l'irradiazione) fino ad arrivare alla distruzione del midollo osseo con conseguente

aumento delle infezioni e perdite ematiche

Per avere danni riscontrabili, la dose

assorbita deve essere superiore a circa 1 Sv

(una radiografia del torace si aggira sui 20 milionesimi di Sv ed il fondo naturale di radiazione è attorno a 2 millesimi di Sv all'anno)

IL CASO LITVINENKO

(34)

IL CASO LITVINENKO



non è chiaro quanto polonio sia stato usato per eliminare l'ex spia



il tempo della sua agonia, circa 3

settimane, fornisce però alcuni indizi …



le persone esposte a meno di 5 Sv vivono più di tre settimane e possono anche

sopravvivere



è possibile che l'ex agente segreto abbia

ricevuto una dose tra i 5 e i 15 Sv

(35)

IL CASO LITVINENKO



ossia la stessa quantità di radiazioni

assorbita da chi stava a circa 800 metri dal punto in cui è esplosa la bomba di

Hiroshima



Se fosse ingerita, questa dose di radiazioni equivarrebbe circa ad un decimilionesimo di grammo di polonio



le stime sulla dose letale variano molto

(36)

IL CASO LITVINENKO

(37)

DANNO DETERMINISTICO LOCALIZZATO

Cute

 In passato utilizzata come “dosimetro biologico”.

 dosi ≥ 2 Gy in frazione unica provocano

inizialmente un eritema (conseguente alla

dilatazione dei capillari dermici) della durata di 48-72 ore; in fase tardiva assumono rilevanza le lesioni del derma e del sottocute (secondarie al danno del microcircolo), con quadri di fibrosi e possibile trombizzazione e formazione di

teleangectasie dei vasi del microcircolo.

 nei casi più gravi si giunge al quadro di radiodermite cronica (sclerosi e ulcera).

(38)

DANNO DETERMINISTICO LOCALIZZATO

Gonadi maschili

 Le cellule germinali sono più radiosensibili delle cellule ormonosecernenti, la radiosensibilità varia anche in base al grado di maturazione

(spermatogoni B spermatozoi)

 dosi di 4-6 Gy (4.000-6.000 mSv) determinano a distanza di 1 – 2 mesi una sterilità temporanea (in genere almeno 2 anni)

 per dosi > 6 Gy (6.000 mSv) la sterilità può essere permanente

(39)

DANNO DETERMINISTICO LOCALIZZATO

Gonadi femminili

 La dose per ottenere sterilità temporanea è superiore a quella necessaria per provocare sterilità temporanea nell’uomo

 dosi di 20-30 Gy – 20.000-30.000 mSv determinano sterilità definitiva

(40)

DANNO DETERMINISTICO LOCALIZZATO

Occhio

 Il danno da radiazioni si realizza sul cristallino a livello delle cellule epiteliali che rivestono la lente

 si sviluppano di opacità, inizialmente al polo

posteriore, nel tempo la successiva confluenza delle opacità porta alla cataratta

 È stata determinata la dose soglia per lo sviluppo delle opacità e della cataratta

(41)

DANNO DETERMINISTICO LOCALIZZATO

Stima nel soggetto adulto della soglia di dose per effetto deterministico a carico del cristallino (ICRP 41 e ICRP 60)

Organo bersaglio ed effetto

Equivalente di dose totale ricevuta in frazione unica (Sv)

Equivalente di dose totale ricevuta per esposizioni frazionate o protratte (Sv)

Dose annuale ricevuta per esposizioni frazionate o protratte per molti anni (Sv a-1) CRISTALLINO:

opacità osservabili

0.5-2.0 5 > 0.1

DEFICIT VISIVO

(cataratta) 5.0 > 8 > 0.15

(42)

DANNI STOCASTICI (probabilistici)



assenza di dose soglia

(ipotesi cautelativa

ammessa per gli scopi preventivi di radioprotezione)



la relazione dose effetto è lineare senza soglia



la gravità è indipendente dalla dose

(TUTTO O NULLA)

(43)

DANNI STOCASTICI (probabilistici)



hanno lunga latenza e si distribuiscono casualmente nella popolazione esposta



la probabilità di comparsa aumenta all’aumentare della dose



dimostrati per dosi elevate dalla

sperimentazione radiobiologica e

dall’evidenza epidemiologica

(44)

DANNI STOCASTICI (probabilistici)

relazione dose-effetto

(45)

DANNI STOCASTICI (probabilistici)

Genetico

 Modificazioni della struttura cromosomica:

 delezione

 duplicazione

 inversione

 traslocazione

 Modificazioni del numero cromosomico

 nullisomia

 monosomia

 trisomia

 tetrasomia

 Mutazioni puntiformi

(46)

DANNI STOCASTICI (probabilistici)

Somatico



Rappresentato da:



leucemie



tumori solidi

(in genere compaiono nei tessuti direttamente esposti alle RI)



la probabilità d'accadimento (non la gravità) è in funzione della dose



valido il principio di Bergonié e Tribondeaux

(tessuti con un elevato tasso di divisione cellulare appaiono maggiormente predisposti allo sviluppo di neoplasie rispetto ai tessuti a basso indice mitotico)

(47)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI (NIR)

Onde elettromagnetiche con energia

<

12 eV

(energia minima necessaria per trasformare

un atomo stabile in uno ione)

(48)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Energia Trasportata

L’energia trasportata da una NIR cresce al crescere della frequenza d’onda

 Le NIR ad alta energia sono quelle aventi:

 Una alta frequenza d’onda

 Una bassa lunghezza d’onda

 Le NIR a bassa energia sono quelle aventi:

 Una bassa frequenza d’onda

 Un alta lunghezza d’onda

(49)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Ordine di lunghezza d’onda crescente



Radiazioni ottiche

 Radiazioni ultraviolette (UV)

 Radiazioni visibili (VSBL)(400-760 nm)

 Radiazioni infrarosse (IR)



Microonde



Radiofrequenze



Campi elettrici e magnetici con frequenze estremamente basse(ELF)



Campi elettromagnetici statici

(50)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

(51)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Laser (Light Amplification by

Stimulated Emission of Radiation)



Fascio di radiazioni ottiche

(Radiazioni Ultraviolette o Radiazioni Visibili o Radiazioni Infrarosse)

Monocromatiche

Coerenti

Collimate



il principale organo bersaglio è l’occhio;

tuttavia anche la cute può subire dei danni

(ustioni)

(52)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Laser (Light Amplification by

Stimulated Emission of Radiation)



La capacità di penetrazione nelle

strutture oculari, varia notevolmente a seconda della lunghezza d’onda della radiazione laser

 radiazioni laser di tipo UV-B, UV-C, IR-B, IR-C, si

arrestano in corrispondenza della congiuntiva e cornea

 radiazioni laser di tipo UV-A, possono raggiungere anche il cristallino

 radiazioni laser di tipo VSBL e le IR-A, possono raggiungere la retina

(53)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Radiazioni Ultraviolette (UV)



non visibili all’occhio umano



prodotti da particolari lampade, ai vapori di mercurio, costruite con materiali quali

quarzo o vetri speciali, tali da lasciar filtrare solo le onde elettromagnetiche aventi una lunghezza d’onda di 115-400 nm



non attraversano

:

 vetro comune

 diversi tipi di plastiche

 tutti i materiali opachi

(54)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

UV ordine di lunghezza d’onda crescente

 UV-C: minor λ (280-115 nm) e maggior energia

 UV-B: λ intermedia (315 -280 nm)

 UV-A: maggior λ (400-315 nm) e minor energia

UV esempi di esposizione professionale

Fototerapia

Fotodiagnostica

Sterilizzazione di ambienti e superfici Fotoindurimento di resine

Saldatura ad arco, ecc.

(55)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

UV effetti



I principali organi bersaglio dei raggi UV sono l’occhio e la cute



la lesività è superiore per le UV-C, mentre il potere di penetrazione è maggiore per gli

UV-A

(tuttavia non penetrano più in profondità dell’epidermide e del

cristallino; la capacità di penetrazione è maggiore nei soggetti con pelle e occhi chiari, in particolare negli albini (non posseggono

melanociti e sono privi di melanina, pigmento cutaneo in grado di assorbire una parte delle UV-A che colpiscono la cute, impedendo che penetrino in profondità)

(56)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

UV effetti cutanei

 Abbronzatura (gli UV-A stimolano la risalita in superficie dei granuli di melanina)

 Eritemi (soprattutto gli UV-B e gli UV-C)

 Invecchiamento della cute (i raggi UV causano una perdita di elasticità della cute)

 Cheratosi attinica, lesione precancerosa

(carcinomi basocellulare e spinocellulare, melanoma)

la diversità degli effetti non dipende solo dal tipo di raggi UV, ma anche dal tempo di esposizione

(57)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

UV effetti oculari

 Fotocongiuntivite

 Fotocheratite

 Opacità del cristallino fino alla cataratta attinica

Le manifestazioni oculari compaiono da 2 a 24 ore dopo l’irradiazione

la diversità degli effetti non dipende solo dal tipo di raggi UV (gli UV-B sono più dannosi), ma anche dal tempo di esposizione.

(58)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Radiazioni Infrarosse (IR)

ordine di lunghezza d’onda crescente



IR-A:

minor λ (760-1400 nm) e maggior energia



IR-B:

λ intermedia (1400-3000 nm)



IR-C:

maggior λ (3000-10000 nm) e minor energia

IR esempi di esposizione professionale

Lavorazione del vetro (fusione) Industria delle fusioni (altiforni)

Metalmeccanica (saldature ad arco elettrico) etc..

(59)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

IR Effetti



I principali organi bersaglio dei raggi UV sono l’occhio e la cute



La lesività è superiore per le IR-A, mentre il potere di penetrazione è maggiore per gli IR-C

(tuttavia non sono in grado di penetrare più in profondità dell’epidermide e del cristallino)

(60)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

IR effetto termico



oculare

 Blefarite

 Blefarocongiuntivite

 Cheratite

 Cataratta capsulare posteriore



cutaneo

 ustioni superficiali o profonde, la cui gravità dipende dall’energia calorica incidente, dal grado di pigmentazione e dall’efficienza dei fenomeni locali di termoregolazione

(61)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Radiofrequenze e Microonde



Microonde (MW)

onde elettromagnetiche di lunghezza d’onda compresa tra 1 mm e 1 m e frequenza di

100 KHz-300 MHz



Radiofrequenze (RF)

onde elettromagnetiche di lunghezza d’onda

> 1 m e frequenza di 300 MHz-300 GHz

(62)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Radiofrequenze e Microonde

Esempi di esposizione extraprofessionale

Forni a microonde per uso domestico Telecomunicazioni

 apparati a diffusione (antenne radio a

modulazione d’ampiezza, antenne televisive)

 collegamenti direttivi (ponti radio)

 antenne per telefonia mobile

(63)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Radiofrequenze e Microonde

Esempi di esposizione professionale

Addetti alla manutenzione di centrali e/o apparecchi che sviluppano campi elettrici molto elevati

Saldatura e stampaggio della plastica Incollaggio rapido del legno

Tempera e fusione di materiali metallici

Operatori sanitari addetti all’uso di apparecchi per la marconiterapia (RF) e la radarterapia (MW)

(64)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Radiofrequenze e Microonde

Effetti termici

 Innalzamento della temperatura dei tessuti

irradiati, per l’aumento dei movimenti molecolari con conseguente produzione di calore

 Ipersuscettibilita’ di alcuni organi

 occhio: possibile comparsa di cataratta

 testicoli: atrofia e fibrosi dei testicoli con possibile comparsa di sterilità temporanea

 ovaie: alterazione del ciclo riproduttivo, aumento degli aborti

(65)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Radiofrequenze e Microonde Effetti non termici

 Sistema cardiovascolare:

vasodilatazione, aritmie ipo/ipercinetiche

 Sistema nervoso:

irritabilità, depressione, tremori, vertigini, disturbi del sonno

 Sistema endocrino:

ipertiroidismo, ipercorticosurrenalismo, ecc.

(66)

Radiofrequenze e Microonde effetti oncogeni

TIPO DI TUMORE CORRELAZIONE SIGNIFICATIVA

STUDI

GLIOMA Auvinen 2002

No Christensen 2005

Johansen 2002 Inskip 2001

MENINGIOMA _

No Christensen 2005

Johansen 2002 Inskip 2001 NEURINOMA

DELL’ACUSTICO

Hardell 2003

No Christensen 2004

Muscat 2002 Inskip 2001 Hardell 1999

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

(67)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

 campi elettromagnetici sinusoidali a frequenze comprese fra 30 e 300 Hz

 tutti gli apparecchi alimentati con l’energia elettrica sono sorgenti di campi elettrici e magnetici ELF:

 Il campo elettrico è sempre

presente negli ambienti domestici indipendentemente dal

funzionamento degli elettrodomestici

 Il campo magnetico si produce solamente quando gli apparecchi

vengono messi in funzione ed in essi circola corrente

Campi elettrici e magnetici a frequenze

estremamente basse (ELF)

(68)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

ELF esempi di esposizione professionale

Uso di saldatrici automatiche, forni ad arco

Apparecchiature per il riscaldamento ad induzione e di altre macchine a larga diffusione

Tempra e degassazione dei metalli Saldatura vetro-metallo

Sigillatura di contenitori plastici

varie lavorazioni su metalli preziosi

(69)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

ELF effetti a breve termine

 Interazione col trasporto degli ioni Na+, k-, Ca++

attraverso le membrane cellulari

 Effetti biologici sui sistemi:

 nervoso

 endocrino

 cardiocircolatorio

 Si manifestano in forma acuta al superamento dei limiti di soglia

(70)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

ELF effetti a breve termine

 La IARC (International Agency for Research on Cancer) nel 2001 ha classificato:

 campi magnetici ELF in gruppo 2B

(Cancerogeno possibile: da considerare con

attenzione per i possibili effetti cancerogeni per l’uomo)

 campi elettrici ELF in gruppo 3

(non classificabile per la cancerogenicità per l’uomo:

sostanze non valutabili)

(71)

ELF effetti a lungo termine

TIPO DI TUMORE

CORRELAZIONE SIGNIFICATIVA

STUDI

TUMORI CEREBRALI

Sì • Hakansson 2002

• Villeneuve 2002

• Van Wijngaarden 2001

No • Klaebol 2004

• Sorahan 2001

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

(72)

TIPO DI TUMORE

CORRELAZIONE SIGNIFICATIVA

STUDI

LEUCEMIA INFANTILE

Sì • Ahlbom 2000 #

• London 1991

• Wertheimer e Leeper 1979

No • Ahlbom 2000 *

• Verkasalo 1993

• Savitz 1988

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

ELF effetti a lungo termine

(73)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI STATICI esempi di esposizione professionale

Impianti elettrochimici (es. per la produzione di alluminio)

Trasporti elettrificati in corrente continua

(treni, tram, convogli della metropolitana)

Acceleratori di alta energia:

 MNR

 acceleratori di particelle

 reattori nucleari

(74)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI STATICI Effetti



Sensory group



Stress group



Genetic code group



Effetti Indiretti

(75)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI STATICI Sensory group



Sono correlabili ad una magnetorecezione sensoriale, anche per campi dell’ordine di quello geomagnetico, e regolano

 la navigazione degli uccelli migratori

 il senso direzionale degli insetti

 il movimento cinetico dei molluschi

(76)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI STATICI Stress group



Ematologici

: leucopenia



SNC

: fenomeno dei magnetofosfeni, stimolazione della retina, da parte di correnti indotte; alterazioni

dell’attività bioelettrica cerebrale per campi di alta intensità



ritardo nella guarigione delle ferite e nella rigenerazione dei tessuti



abbassamento della temperatura corporea



ritardo nell’accrescimento



scomparsa del ciclo mestruale

(77)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI STATICI genetic code group



Ipotizzati come meccanismi perturbativi del tunneling dei protoni durante la

duplicazione del DNA, con possibili errori del codice genetico



Non hanno avuto sufficienti conferme

sperimentali

(78)

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI STATICI Effetti indiretti



Interazione con apparecchiature, talvolta fino a provocarne il disfuzionamento

:

 pacemaker

 elettrocardiografi

 pompe per insulina, ecc



Interazione con materiali ferromagnetici di oggetti esterni o interni al corpo

:

 protesi, clips, ecc

 utensili, bombole di gas, etc.

Riferimenti

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