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11.2 PIAN DI CERRETO

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Academic year: 2021

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Seguono i risultati emersi dallo studio tecno-tipologico dei supporti.

11.2 PIAN DI CERRETO

Dal sito neolitico di Pian di Cerreto provengono 33 manufatti in arenaria locale riconducibili ad utilizzi diversi a seconda delle tracce d’uso riscontrate sulle loro superfici.

Fra i manufatti attivi si trovano 3 macinelli, 9 lisciatoi, 5 lastrine, e 3 percussori; tra quelli passivi 13 macine e 1 ciottolo tipo Quebrà cocò (De Beaune 1989) (Fig. 149).

Tra i macinelli, 2 sono costituiti da ciottoli di medie dimensioni dalla forma ellissoidale e margini regolari con superfici d’uso lisce e convesse.

Di incerta interpretazione è un grosso ciottolo, morfologicamente inadatto alla funzione di macinello e troppo piccolo per ricondurlo ad una macina.

Sono inoltre presenti 9 ciottoli con superfici attive descritti come lisciatoi: si tratta di strumenti di piccole e medie dimensioni, di forma ellissoidale che presentano una o due superfici ben lisciate. In alcuni casi sono evidenti strie parallele tra loro ma perpendicolari all’asse dello strumento e spigoli vivi tra le superfici utilizzate e i margini del ciottolo.

Un reperto presenta tracce di piccoli colpi circoscritti sulla superficie lisciata del ciottolo che fanno ipotizzare un utilizzo secondario dell’oggetto.

Le lastrine si presentano in frammenti di arenaria di forma irregolare: due sono caratterizzate da superfici concave, mentre una si contraddistingue per la presenza di ampie scanalature e strie percorrenti il supporto nella stessa direzione, forse un polissoir.

I percussori sono 3, ricavati da piccoli ciottoli. Uno di essi presenta tracce di percussione intensa su entrambe le estremità e sui lati lunghi, peraltro leggermente concavi per l’uso. Potrebbe trattarsi di uno strumento polifunzionale destinato a frantumare e poi polverizzare sostanze, alimentari e non. Gli altri due sono interessati da tracce di percussione su una sola delle estremità.

Capitolo 11 – L’industria litica non scheggiata in arenaria

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Tra i manufatti passivi vi sono 13 frammenti di macine dai margini regolarizzati, sezione pianoconvessa, superfici lisciate e in alcuni casi picchiettate; la forma è, nella maggior parte dei casi, ellissoidale. Due di essi, di minori dimensioni rispetto alla media, potrebbero essere interpretati come macinelli.

Dall’osservazione di tali manufatti è emerso che le superfici d’uso sono per la maggior parte piane e solo in 2 casi concave (macine insellate). In 2 reperti sono state riscontrate rispettivamente strie d’uso parallele all’asse maggiore dello strumento e a fasci polidirezionali.

Un ciottolo di medie dimensioni di forma subrettangolare presenta due singolari cuppelle, profonde e regolari, su entrambe le facce che, sulla base di confronti etnografici, è stato interpretato come un probabile piano di appoggio per rompere, ad esempio, il guscio di alcuni alimenti, come nocciole e ghiande.

L’insieme risulta quindi ben rappresentato da varie tipologie di strumento.

Fig. 149 – Macinello, Quebrà Cocò, Macinello-lisciatoio da Pian di Cerreto

Capitolo 11 – L’industria litica non scheggiata in arenaria

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11.3 MURACCIO

Il sito di Muraccio ha fornito un totale di 70 pezzi, provenienti da due distinte serie di materiali attribuibili rispettivamente alla fase neolitica e a quella dell’Età del Bronzo (Massei 2000). L’insieme dei materiali dei livelli neolitici è costituiti dai manufatti provenienti dalle US 12 e 13 del Saggio M e da quelli dell’US 5 del Saggio L.

Relativamente alla fase di frequentazione neolitica, nonostante la frammentarietà di gran parte dei supporti, sono stati individuati 15 manufatti attivi suddivisi in 4 macinelli, 3 ciottoli con superfici usurate, 7 lastre e lastrine e 1 percussore.

Da segnalare un frammento di macinello a sezione piano convessa , superficie lisciata con leggere strie parallele perpendicolari all’asse dello strumento.

Le lastre sono caratterizzate da insellature lisciate dall’uso.

Il percussore è di forma sferica con tracce che denotano una leggera percussione.

I manufatti passivi sono costituiti da 8 macine. Per lo più in condizioni frammentarie.

11.4 CONCLUSIONI

Il ritrovamento di numerosi strumenti in arenaria testimonia con certezza come, sia a Pian di Cerreto che al Muraccio, questi venissero impiegati in varie attività di lavorazione dei prodotti alimentari derivanti dall’agricoltura. In particolare, il gran numero di macine (anche se in stato frammentario) e macinelli presenti, è da ricollegare all’operazione di frantumazione e la macinatura di grani di cereale che ne consentiva una migliore conservazione.

A questo proposito bisogna ricordare che nel sito di Pian di Cerreto sono state recuperate poche e mal conservate cariossidi di cereali domestici, Hordeum (orzo) e Triticum aestivum-durum (farro), prova che attesta con certezza la pratica agricola intorno a questo insediamento (Tozzi e Zamagni, 2000).

Capitolo 11 – L’industria litica non scheggiata in arenaria

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Studi sul paesaggio vegetale della Garfagnana (Castelletti et al., 2000) hanno dimostrato la presenza di altre risorse sul territorio in epoca neolitica per la cui lavorazione poteva essere necessario l’uso di strumenti in arenaria:

le ghiande (dalla quercia caducifoglie, Quercus Robur) che, seccate e macinate, potevano fornire una farina estremamente nutritiva e facilmente conservabile; le nocciole (Corylus Avellana), delle quali sono stati recuperati alcuni gusci a Pian di Cerreto e testimoniano la continua raccolta di frutti spontanei;

foglie di tiglio (Tilia sp.) che, seccate e polverizzate, potevano aumentare il potere nutritivo in aggiunta ad altre farine, come sostenuto da Couplan (1997).

Oltre a questo è stato tuttavia ipotizzato l’uso anche nell’ambito artigianale della lavorazione della steatite, poiché in insediamenti di così piccole dimensioni e non molto favorevoli ad un’economia strettamente cerealicola non sembra giustificata una presenza così marcata di tali strumenti. Non si escludono comunque ulteriori applicazioni, come nel trattamento di pelle ed ossa, ma solo un’analisi di tipo sperimentale potrebbe fornire dati più precisi.

Capitolo 11 – L’industria litica non scheggiata in arenaria

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