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PARTE 2: IL SETTORE CARTARIO ED IL GRUPPO SOFIDEL 1.

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Academic year: 2021

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PARTE 2: IL SETTORE CARTARIO ED IL GRUPPO SOFIDEL

1. CARATTERISTICHE DELL’INDUSTRIA CARTARIA: CENNI

In questo paragrafo si è deciso di andare ad evidenziare le caratteristiche dell’industria cartaria prima facendo riferimento ad un’analisi globale e successivamente ponendo particolare attenzione all’Europa.

La definizione delle caratteristiche si ritiene importante per andare a comprendere meglio i valori e le voci che compongono il tessuto causale di un’azienda operante in questo settore, valori che verranno esposti in modo dettagliato nei seguenti capitoli.

Partendo da un’analisi globale, negli ultimi anni l’attività cartaria ha visto un quantitativo di produzione pari a 406.500.000 tonnellate.

Dal 2009 il primo produttore mondiale risulta essere la Cina che ha registrato nel 2014 un aumento dei volumi di carte e cartoni prodotti del 2,8% (107,6 milioni di tonnellate)1. La Cina infatti ha contribuito per il 25% alla domanda mondiale e per il 26,5% alla produzione di carta e cartoncino nel 20142. Soffermandoci sempre sul continente asiatico; India, Indonesia, Giappone e Corea del Sud garantiscono una produzione rispettivamente di 11.000.000 tonnellate, 10.700.000 tonnellate, 26.500.000 tonnellate e 11.800.000 tonnellate.

Nel continente americano invece guidano gli USA con 72.900.000 tonnellate registrate nel 2014, seguiti da Canada (11.100.000 tonnellate) e, nel sud America dal Brasile (10.400.000 tonnellate).

1 Assocarta “L’industria cartaria nel 2014”, Realizzazione editoriale: Tecniche Nuove S.p.A. pag. 7 2 estratto di intervista a Kevin Conley, economista senior di World Graphic Paper in RISI, su stampamed.net “il portale della comunicazione stampata”

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Tab. 5. Produzione mondiale carta e cartone – composizione percentuale Fonte: Rielaborazione su dati Assocarta

Per andare a delineare le caratteristiche del settore cartario europeo sono stati utilizzati i dati provenienti dal CEPI, acronimo di “The Confederation of European Paper Industries”. Questa confederazione opera per garantire la competitività nell’industria della carta e della cellulosa, rappresentare l’industria nella carta con le istituzioni europee ed i vari stakeholders, migliorare l’immagine e la visibilità di tale industria e di quelle correlate ed infine dimostrare come competitività e sostenibilità possono andare di pari passo. Membri del CEPI sono: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna, Ungheria, Svezia. Non rientrano quindi Stati Uniti, Canada, Cina, Brasile, Giappone, Corea del sud, Indonesia, India.

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I dati principali in CEPI relativi alla struttura del settore sono risultati i seguenti: 2000 2010 2015 2016 2016/2015 2016/2000 Struttura del settore Numero di società 929 675 636 623 -2 % -32,9% dipendenti 279.987 194.894 178.463 177.065 -0,8% -36,8% Fatturato (milioni di euro) 79.388 75.590 80.669 81.000 0,4% 2% Investimenti (milioni di euro) 5.637 2.913 4.036 4.100 1,6% -27,3% Mercato cellulosa (‘000 Tonnellate) Produzione 11,423 12,706 13,078 13,556 3,7% 18,7% Mercato carta e cartone (‘000 Tonnellate) Capacità produttiva 97,658 103,714 99,832 100,374 0,5% 2,8% Produzione 90,823 95,065 90,982 90,931 -0,1% 0,1%

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Esaminando i dati sopra rappresentati si può evidenziare come negli ultimi 16 anni ci sia stata una forte riduzione del numero delle aziende operanti nel settore (-32,9%) ed una conseguente riduzione del numero dei dipendenti, passati dalle 279.987 unità del 2000 alle 177.065 unità del 2016, segnando un decremento sostanziale pari al 36,8%.

Nonostante queste riduzioni di valori strutturali delle società coinvolte, prendendo a riferimento i dati relativi al fatturato si nota un’importante crescita. Il fatturato globale infatti è aumentato di circa 2 milioni di euro nel corso di 16 anni nonostante una importante flessione avvenuta nel 2010. Tale flessione infatti ha visto una riduzione del fatturato globale da 79.388 milioni del 2000 a 75.590 milioni nel 2010. Il settore ha dimostrato però solidità e crescita attestandosi nuovamente nel 2015 a più del valore che gli apparteneva nel 2000 ovvero 80.669 milioni, aumentando ulteriormente nel corso del 2016 con un valore di 81 miliardi di euro; in termini percentuali si è quindi registrato un aumento dello 0,4% tra 2016 e 2015 ed un aumento del 2% tra 2000 e 2016, valori che riassumono in modo chiaro i miglioramenti del settore.

Tali miglioramenti sono stati visibili anche per quanto riguarda i volumi, in termini di tonnellate di cellulosa prodotta.

Nello specifico i volumi di cellulosa prodotta sono aumentati del 18,7% dal 2000 al 2016 e dello 3.7% dal 2015 al 2016. In termini assoluti è possibile tracciare una crescita costante dalle 11.423.000 tonnellate del 2000 alle 12.706.000 tonnellate del 2010, passando alle 13.078.000 tonnellate del 2015 ed infine giungendo alle 13.556.000 tonnellate del 2016.

Il segmento di carta e cartone, invece, come visibile dalle informazioni reperibili dalla tabella, ha visto due fenomeni discordanti; dal punto di vista della capacità produttiva si registra un aumento di quest’ultima, mentre si riduce, nonostante un picco nel 2010, la quantità prodotta.

Analizzando nello specifico la capacità produttiva si evidenzia che, come per la quantità prodotta, si ha un picco massimo nel 2010, pari a 103.714.000 tonnellate. Gli anni successivi registrano infatti andamento negativi rispetto

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a questo valore, si passa infatti ad una capacità produttiva di 99.832.000 tonnellate nel 2015 e 100.374.000 tonnellate nel 2016. In termini percentuali si traduce in aumento modesto, dello 0,5%, dal 2015 al 2016 ed un aumento più consistente, pari al 2,8% tra 2000 e 2016.

Concentrandosi sulle quantità prodotte si osserva come queste siano sempre inferiori alla capacità produttiva e ne rispecchiano l’andamento. Anche per le quantità prodotte si registra un picco nel 2010, pari a 95.065.000 tonnellate, e una flessione negli anni successivi. In termini percentuali si traduce in un incremento dello 0,1% dal 2000 al 2016, passando in termini assoluti dalle 90.823.000 tonnellate del 2000 alle 90.931.000 tonnellate del 2016.

Tra 2015 e 2016 si registra una riduzione dello 0,1% espressione del passaggio dalle 90.982.000 tonnellate del 2015 alle 90.931.000 tonnellate del 2016.

Tab. 7: Tonnellate prodotte e capacità produttiva del settore cartario 2000 - 2016 Fonte: rielaborazione su dati CEPI

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Tab. 8. Numero di società presenti nel settore cartario 2000 - 2016 Fonte: rielaborazione su dati CEPI

Tab. 9: numero dipendenti nel settore cartario 2000 - 2006 Fonte: rielaborazione su dati CEPI

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Tab. 10. fatturato del settore cartario 2000 - 2016 Fonte: rielaborazione su dati CEPI

Tab. 11. investimenti settore cartario 2000 - 2016 Fonte: rielaborazione su dati CEPI

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Dai grafici sopra illustrati è possibile identificare in via esemplificata ed immediata la struttura del settore, avendo rappresentato graficamente ciò che era stato esposto precedentemente in via descrittiva.

E’ possibile inoltre suddividere l’attività di produzione di carta e cartoni in produzione di:

• Carte per usi grafici

• Carte per uso domestico, igienico e sanitario • Carte e cartoni per imballaggio

• Altre carte e cartoni

Per quanto riguarda la carta per usi grafici si sta assistendo ad un ridimensionamento di tale comprato, che dai valori del 2005 di 3.470.100 tonnellate è passato ai 2.708.000 nel 2014. Motivo di tale riduzione può essere dovuto ai continui ridimensionamenti delle attività editoriali e della stampa, condizionati fortemente sia dal calo degli investimenti pubblicitari che anche dalla più stringente competizione degli altri mezzi di comunicazione tecnologici. Il principale produttore dell’area CEPI risulta essere la Germania con una produzione del 24% sul totale.

Per quanto riguarda la carta per uso domestico, igienico e sanitario si evidenzia un trend negativo nonostante una crescita avvenuta tra il 2011 ed il 2012. Nell’arco di 10 anni si è passati dalle 1.439.500 tonnellate nel 2005 alle 1.385.900 tonnellate nel 2014.

La Germania è leader in questa specialità coprendo il 20,6% di produzione, seguito dall’Italia con 19,9% di produzione sul totale.

Anche nel segmento delle carte e cartoni per imballaggio si ha un trend negativo. All’interno di tale segmento primeggia la produzione delle carte e cartoni destinati alla fabbricazione del cartone ondulato, a scapito di altre carte e cartoni per altri imballaggi.

Risultano essere in calo anche le altre tipologie di carte e cartoni.3

3 Assocarta “L’industria cartaria nel 2014”, Realizzazione editoriale: Tecniche Nuove S.p.A.

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Per ciò che riguarda la struttura dei costi delle aziende facenti parte dell’industria cartaria le maggiori voci di costo sono quelle del personale e dell’energia. Facendo riferimento ai dati disponibili, ovvero quelli del decennio 2005-2014 si osserva come ci sia stato un graduale aumento dei costi del personale, dovuto ad un aumento dei minimi tabellari previsti dal rinnovo del ccnl 13 settembre 20124 e da un aumento dell’indice di inflazione di riferimento. Per ovviare a questa problematica le aziende hanno avviato processi di contrattazione degli accordi aziendali prefissati che comportavano ormai costi fissi insostenibili.

Con riferimento al costo dell’energia il settore cartario è definibile come energy

intensive, tale voce di costo infatti è la prima voce per le aziende che operano in

questo comparto. La necessità di un elevato quantitativo di energia si deve innanzitutto alle caratteristiche del processo di produzione, un elevato quantitativo di energia termica è infatti necessario nella frase del processo di asciugatura del foglio e dall’ampia diffusione di impianti di cogenerazione ad alto rendimento. Gli impianti di cogenerazione danno la possibilità di produrre insieme energia termica ed energia elettrica. Grazie a tale sistema, infatti, è possibile produrre entrambi i tipi di energia attraverso un unico impianto, alimentato da una sola fonte di energia primaria, tra cui il metano, il biodiesel e le biomasse, solo per fare alcuni esempi.5 Per le aziende italiane, essendo l’Italia un paese importatore, la voce di costo assume un peso ancor più maggiore rispetto ad altri competitor, è proprio per ovviare a questo problema che le aziende nostrane stanno cercando di puntare sugli impianti di cogenerazione sopracitati; i quali, oltre a portare rilevanti vantaggi per la collettività dal punto di vista ambientale, grazie alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, Le notizie statistiche riportate fanno riferimento alle informazioni disponibili alla data del 30 maggio 2015 4 CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO per le aziende esercenti l’industria della carta e cartone, della cellulosa, pasta legno, fibra vulcanizzata e presfibra e per le aziende cartotecniche e trasformatrici della carta e del cartone 5 https://www.greenme.it/abitare/risparmio-energetico/12662-impianti-di-cogenerazione-vantaggi

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riescono anche a ridurre la dipendenza del sistema industriale italiano dai combustibili fossili e permettono di ridurre le perdite dovute al trasporto dell’energia sulla rete. Attraverso questi nuovi tipi di impianti, si riesce a soddisfare circa il 60% del fabbisogno energetico delle aziende, mentre il restante viene coperto attraverso l’acquisto dalla rete.

Dalla relazione annuale “ Industria cartaria nel 2013”, redatta da Assocarta, si evince come ci sia stata una riduzione del prezzo dell’energia e del gas naturale dovuto al calo della domanda e all’incremento dell’utilizzo di energie rinnovabili. Nello specifico, a livello europeo, si è avuto un forte calo nel 2009 seguito da un forte aumento negli anni successivi fino al 2014 dove invece si è avuto una netta diminuzione dovuta alle cause sopra evidenziate.

A partire da gennaio 2011 ha assunto particolare rilevanza nei bilanci delle aziende italiane operanti nel settore cartario la voce relativa agli oneri parafiscali con riferimenti alla voce A3, voce rappresentante la componente per finanziare le politiche di sostegno alle fonti rinnovabili. Tale voce, dai dati a disposizione (fino a dicembre 2014), risulta addirittura triplicata nel corso del tempo, arrivando alla situazione paradossale che in bolletta i costi accessori incidono di più del costo stesso dell’energia. Secondo previsioni questi livelli elevati dell’onere A3 sono destinati a durare 20 anni, periodo di durata dell’incentivazione del fotovoltaico, con una spesa per il Paese di oltre 250 miliardi di Euro pari a circa il 10% del debito pubblico italiano.

A causa del ruolo di leader che l’azienda svolge nel settore cartario e nello specifico in quello di produzione di carte ad uso domestico, igienico e sanitario; e, in secondo luogo, ad una volontà di approfondire le dinamiche dell’azienda a seguito di un’esperienza di internship in un’azienda del gruppo (Intertissue Ltd) l’applicazione del modello di analisi del tessuto causale è stata applicata su Sofidel S.p.A. Per meglio comprendere l’importanza che tale aziende possiede a livello internazionale è stato redatto il capitolo seguente.

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