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U per i terremotati: la parola ai medici

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Academic year: 2022

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M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIII numero 6 - settembre 2016 5

p r i m a p a g i n a

L’esperienza nei campi di primo soccorso per i terremotati: la parola ai medici

U

na realtà drammatica di forte impatto emotivo, un’esperienza umana e professionale indelebile. A dichiararlo al loro rientro in sede è stato il personale della Centrale Operativa 118 Empoli-Pistoia, i primi due gruppi toscani composti da medici e infermieri del sistema di Maxiemergenza che erano partiti all’alba dello scorso 24 agosto per raggiungere le zone colpite nel centro Italia dal terremoto.

M.D. Medicinae Doctor ha raccolto la testimonianza dei medici del team Juri Lo Dico e Cecilia Marmai della Centrale Operativa 118 - Ausl Centro Toscana che assieme agli infermieri Marisa Galigani, Andrea Iori, David Nucci e Ilario Bocchi e alcuni volontari sono stati tra i primi operatori sanitari toscani, a giungere nella frazione di Cornillo Nuovo, ad Amatrice (Rieti), per accogliere ed assistere la popolazione nel posto medico avanzato/punto medico di primo soc- corso allestito dalla Protezione Civile.

“Ci siamo resi subito operativi - dichiara Juri Lo Dico e siamo arrivati a Rieti dove ci hanno comunicato la destinazione definitiva, a cinque chilometri da Amatrice, uno dei centri più colpiti. Il campo è stato suddiviso in tre postazioni che ospitava- no circa 50 sfollati. Nelle prime ore ci siamo subito accorti che le esigenze di cura della popolazione erano prevalentemente legate a patologie croniche e alla neces- sità di non interrompere le terapie prescritte dai medici di medicina generale”. Gli sfollati del campo erano infatti prevalentemente anziani e così gli operatori del 118 hanno svolto anche un importante servizio per i malati cronici come evidenzia Cecilia Marmai: “Come ha sottolineato il collega, la maggior parte delle esigenze assistenziali che abbiamo riscontrato era di tipo cronico. Ci siamo trovati per esem- pio, di fronte a persone cardiopatiche, con BPCO, diabetici che non potevano più seguire la terapia per la mancanza di farmaci”. “Abbiamo dovuto affrontare situa- zioni che non fanno parte del nostro quotidiano professionale - continua Marmai - essendo noi medici dell’emergenza-urgenza. Non è stato certamente facile, per- ché, a differenza del medico di famiglia, non conoscia-

mo la storia del paziente e questo nella gestione delle patologie croniche è fondamentale”.

La capacità di relazionarsi, l’empatia diventano stru- menti terapeutici importantissimi in realtà come quelle descritte dove la richiesta di ascolto e il supporto psi- cologico sono bisogni primari delle popolazioni che

affrontano calamità naturali come il terremoto.

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Attraverso il

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presenteQR-Code è possibile ascoltare con tablet/smartphone il commento di Cecilia Marmai e di Juri Lo Dico

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