26/3/2014 5/02447 : CAMERA - ITER ATTO
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ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02447
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 197 del 25/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: CAPONE SALVATORE Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 25/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2014
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2014
D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 25/03/2014
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 25/03/2014
Stato iter:
IN CORSO Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-02447 presentato da
CAPONE Salvatore testo di
Martedì 25 marzo 2014, seduta n. 197
CAPONE, BENI, GRASSI e D'INCECCO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
nella seduta del 7 marzo 2014 il Consiglio dei ministri ha deciso di non impugnare dinanzi alla Corte
Costituzionale la legge regionale dell'Abruzzo n. 4 del gennaio 2014 che disciplina la «Modalità di erogazione
dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche». Secondo tale
norma, i «medicinali cannabinoidi possono essere prescritti, con oneri a carico del sistema sanitario regionale,
da medici specialisti del Ssr e da medici di medicina generale del Ssr, sulla base di un piano terapeutico
redatto dal medico specialista». Sempre secondo la norma, la cura potrà avvenire sia «in ambito ospedaliero
o in strutture ad esso assimilabile» che «in ambito domiciliare». In entrambi i casi è prevista l'erogazione
gratuita. I medicinali «cannabinoidi» sono acquistati dalla farmacia ospedaliera o dell'azienda sanitaria di
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appartenenza dell'assistito e posti a carico del Servizio sanitario regionale qualora l'inizio del trattamento avvenga nelle strutture ospedaliere o in quelle stesse assimilabili, anche nel caso del prolungamento della cura dopo la dimissione;
la decisione del Governo ha suscitato grande attenzione, a parere degli interroganti giustamente, da parte degli organi di informazione dal momento che la stessa ha segnato un punto di rottura evidente con il
comportamento assunto, dal precedente Governo Monti, sullo stesso tema, ed è stata interpretata «come un via libera più generale»;
sono ormai 7 le regioni italiane dove, in attuazione delle disposizioni ministeriali del 2007 dove si riconosce la valenza terapeutica dei derivati dalla cannabis, i rispettivi Governi hanno approvato leggi che dispongono la gratuità dei cannabinoidi per uso terapeutico: Toscana, dove l'uso della cannabis per fini terapeutici è stato legalizzato dal 2012, Liguria, che si è vista impugnare la legge dal Governo Monti, Marche, Friuli Venezia Giulia, Puglia, e Veneto (queste ultime due che si sono viste impugnare la legge dal Governo Monti) Sette regioni e, come si può constatare leggendo i differenti dispositivi, sette differenti torsioni di approccio al problema, «nelle modalità di somministrazioni nelle restrizioni relativamente alle patologie trattabili con i cannabinoidi». Inoltre, nessuna delle sette regioni ha ancora adottato i relativi regolamenti attuativi;
a latere della decisione del CdM il Ministro interrogato ha dichiarato «Ricordo che in Italia i cannabinoidi al pari degli oppiacei per uso curativo sono pienamente legittimi e il costo può essere a carico del Servizio Sanitario Regionale. Ciò è stato deciso in molte Regioni, l'Abruzzo infatti è la settima; tuttavia come è stato affermato su autorevoli organi di stampa, pur essendo il ricorso a farmaci cannabinoidi legittimo da ormai quattordici mesi, «questa cura è negata, per mancanza di fondi, quasi dovunque»; anche relativamente alla decisione di non impugnazione si è commentato: «per i pazienti non cambia nulla. La decisione del Governo di non opporsi alla legge dell'Abruzzo sull'uso terapeutico della cannabis non ha per ora una ricaduta concreta.
Continueranno a pagare l'antidolorifico presentando la ricetta bianca che esclude il rimborso»;
se le leggi regionali fanno emergere una diffusa nuova sensibilità relativamente alla questione, confermando peraltro «le qualità terapeutiche della cannabis che in relazione a patologie quali alcune malattie
neurodegenerative come la sclerosi multipla o alcune forme tumorali sono ampiamente riconosciute», al contempo rivelano anche discrasie e contraddizioni, a partire dalla differenza degli impianti legislativi che, in assenza di una legge quadro nazionale, restituiscono complessivamente un quadri a macchia di leopardo. Lo si evince proprio scorrendo la legge regionale dell'Abruzzo, che prevede l'obbligo del Servizio sanitario regionale di garantire la terapia gratuitamente sia in ambito ospedaliero, o in struttura ad esso assimilabile, che domiciliare e che inoltre, all'articolo 6, recita: «La Giunta regionale può stipulare convenzioni con i Centri e gli Istituti autorizzati ai sensi della normativa statale alla produzione o alla preparazione dei medicinali
cannabinoidi... Ai fini della presente legge e anche per ridurre il costo dei medicinali cannabinoidi importati dall'estero, è autorizzata ad avviare azioni sperimentali o specifici progetti pilota con lo Stabilimento chimico farmaceutico o con altri soggetti autorizzati, secondo la normativa vigente, a produrre medicinali
cannabinoidi»;
la contraddizione più evidente che le regionali evidenziano è infatti quella relativa alla produzione dei
medicinali cannabinoidi. Come riportato dagli organi di stampa: «In Italia esistono solo due centri che sono
autorizzati a coltivare la canapa a scopo sperimentale, e sono l'istituto farmaceutico militare di Firenze e
l'istituto farmaceutico militare di Rovigo. Ma nessuno dei due può fornire la materia prima alle Case
farmaceutiche o a chiunque possieda autorizzazione per i farmaci galenici, perché in Italia è vietato. Ora
invece si apre uno spiraglio e con opportune norme sarà possibile la coltivazione della materia prima anche in
Italia, invece di importare i farmaci dall'Olanda a costi elevatissimi». Tali contraddizioni emergono anche da
inchieste giornalistiche dove si racconta la vita concreta di persone affette da sclerosi multipla e però costrette
a fare i conti con «trafile lunghe, attese solo a volte risolutive, percorsi burocratici tortuosi» e alla fine «cura
negata per mancanza di fondi, quasi ovunque senza eccezioni», dal momento che a quanto si apprende «un
flacone costa 750 euro, senza rimborso», e che «dall'aprile 2013 l'Agenzia del farmaco ha inserito nel
prontuario il Sativex, medicinale a cura di cannabinoidi, per la cura della sclerosi multipla. In teoria dovrebbe
essere liberamente distribuito»;
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