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Per te cosa significa credere in Dio?

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Academic year: 2022

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Per te cosa significa credere in Dio?

1.

Secondo me, credere in Dio significa rispettare gli altri, essere disponibili nell’aiutare il prossimo.

Non è facile spiegare su un foglio di carta o anche ad una semplice persona cosa sia per me credere in Dio. Penso che ognuno ha il suo modo di credere in Dio, la fede la ritengo personale e quindi diversa da persona a persona. A Dio si attribuiscono diversi significati, per alcuni è un punto di riferimento, colui che ti protegge, colui che da la forza, per altri è un confidente, per altri è vita!

credere in senso letterario significa avere delle certezze che Dio esiste ed io questa sicurezza al momento non sento di averla, ma vivo ogni giorno ringraziandolo che io ci sia. Non mi aspetto dei miracoli, non mi aspetto di vederlo ma aspetterò quel giorno in cui sentirò la sua presenza.

Martina Giancarli

3.

Per me credere in Dio significa che non si è soli, cioè che quando siamo giù di morale e senza nessuno che ci aiuti possiamo sempre contare su di LUI, anche se non è una persona fisica ma spirituale. Dopo aver affermato ciò potrebbe sembrare che io mi ricordi di Dio solo quando mi occorre, invece credere in Dio mi fa vedere la vita da un altro punto di vista. Dio ti insegna a non giudicare dalle apparenze e che bisogna comportarsi meglio con le persone che ci circondano.

Andrea Borro

4.

I miei genitori mi hanno insegnato da piccolo ad essere cristiano e credere in Dio. Crescendo ho capito cosa significhi credere in Dio, Lui è il nostro Angelo Custode e ci è sempre vicino, giorno dopo giorno, Lui ci segue nelle cose belle e brutte. Io credo tanto in Lui, anche se non frequento molto la Chiesa,ed è sempre nei miei pensieri. Ad esempio quando mi succede qualcosa, come sentirmi male o farmi male, la prima parola che mi esce dalla bocca è “oh, Dio mio.” Insomma io credo molto in Dio anche se a volte non lo dimostro più di tanto.

Gianmarco Cantalini

5.

Per me, credere in Dio non significa soltanto andare a Messa la domenica, ascoltare il Vangelo e le parole che pronuncia il sacerdote per poi dimenticare. Credere in Dio significa avere una fede che ti accompagna giorno per giorno, in ogni situazione, in ogni istante della tua vita. credere in Dio è andare la domenica alla Messa e condividere con Lui e le altre persone il suo corpo, il suo sangue.

Inoltre vuol dire anche non smettere mai di credere in Lui anche nelle situazioni più critiche, quando la vita ti toglie qualcosa di importante, è in queste situazioni che ci viene spontaneo allontanare la

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nostra fede ma, se veramente crediamo e lo sentiamo attraverso le preghiere, non dobbiamo mai smettere di crederci.

Vanessa Ciriaci

6.

Credere in Dio per me è stupire con la sua misericordia, credere in Lui è imparare ad amarlo, è conoscerlo e innamorarsi di Lui. credere in Dio è scoprire la verità, è venire alla fontana della vita ogni giorno per rinfrescarsi, fortificarsi e continuare la lotta giornaliera. Credere in Dio è mettersi in contatto con Lui tramite la preghiera, è “toccare” la sua presenza ed essere scosso per la sua potente Parola d’Amore. Credere in Dio è permettere con gioia che i suoi comandamenti siano il tesoro speciale del proprio cuore.

Yuri Andreoni

7.

Credere in Dio per me significa credere in Dio Creatore e creder e per colui che è morto per la nostra salvezza. Ci si pone anche la domanda “perché se Dio esiste, c’è la morte?” forse alcuni ritengono che la morte è la liberazione dell’anima ma per altri è solo la risposta ai mali compiuti durante la vita.

E’ un argomento difficile da trattare, per me Dio è anche un essere superiore che giudica le persone e ne rimanda il “conto” che devono pagare.

Elisa Rovetto

8.

Credere in Dio non è semplice, c’è gente che si avvicina a Dio nei momenti più difficili, ma credere in Dio significa credere in un essere supremo che ha creato tutte le cose. Chi dice di credere in Dio deve anche avere fiducia in Lui e soprattutto seguire le sue norme. Molti dicono di credere in Dio ma non fanno la sua volontà, provocando “divertimenti” dannosi e morali. Credere in Lui vuol dire sentire il suo amore dentro di te. Non ci credo al 100% ma cerco di mettere in pratica i suoi insegnamenti, così la vita sarà più serena e migliore.

Giorgia Nardecchia

9.

Per me credere in Dio non è soltanto andare la domenica a Messa e sapere tutte le preghiere;

credere in Dio è qualcosa che va al di là delle semplici regole della Chiesa. Secondo me la maggior parte delle persone sbaglia pensando che tutto questo basti perché credere in Dio è qualcosa di molto più complesso che non si può imparare ma si deve scoprire ricercandolo in fondo a sé stessi.

Tutti coloro che dicono di credere e poi non hanno rispetto degli altri, sono avidi, bramosi di potere, in realtà stanno solo mentendo a sé stessi. Io, sinceramente, non sono certa di credere in Dio, a volte infatti creo di non fare abbastanza o di non prendere la cosa s seriamente, come si dovrebbe.

L’amore per Dio è uno dei sentimenti più complessi che esistano e che non si può definire a parole.

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Grazie a questo catechismo però sto cominciando a ragionare sulla fede e quindi sto capendo che anche io ero un “cristiano anonimo” e la mia fede sta pian piano ricrescendo.

Lisa Trombetti

10.

Dio per me significa trovare un conforto, una speranza e una sicurezza. Alcune volte quando so che a scuola avrò i compiti in classe spero e trovo conforto nel chiedergli di aiutarmi…. Se io o qualche componente della mia famiglia sta male gli chiedo di farla guarire. Creder in Dio per me non significa andare sempre a Messa, in generale se quando vai in Chiesa lo fai contro voglia ritengo sia meglio restare a casa e pregare da solo perché Dio non è solo in Chiesa ma è soprattutto nei nostri cuori, nelle nostre case, pronto ad aiutarci e ad amarci.

Alessio Mastrella

11.

Per me credere in Dio significa credere in chi ci ha dato la vita, che ha creato il mondo in cui viviamo, anche se può sembrare strano perché una persona che non vediamo e non tocchiamo come può aver creato tutto questo e come può conoscerci più di qualunque altro? Questo è il mistero della vita e noi solo se abbiamo fede possiamo credere in tutto questo. Quindi si può dire che Dio è la vita e che Lui è in ognuno di noi.

Mariana Villani

12.

Per me credere in Dio significa credere in qualcuno che ha generato l’essere umano e il mondo. È quel qualcuno che dovrebbe portarci sulla via del bene, senza farci commettere errori per riuscire a convivere bene tra noi attraverso l’amore reciproco ma non solo, amare e far rispettare la natura, il mondo. Credere in Dio significa per me credere nell’amore, quel sentimento difficile da

comprendere a volte, che forse non ho ancora provato oppure provo inconsciamente perché lo si può provare verso i propri cari; sorelle, fratelli, padre, madre o con persone che conosciamo appena.

È secondo me comprensione, compassione verso l’altro, è una volontà di aiuto verso il prossimo.

nonostante i miei grandi dubbi sull’esistenza di Dio (in quanto creatore dell’universo) credo pienamente nell’amore e forse penso ci siano delle grandi affinità sotto questi termini.

Silvia Pontecorvi

13.

Credere in Dio per me vuol dire credere ad una persona che ha dato la sua vita per noi, credere ai miracoli e alla sua resurrezione, creder in qualcuno che ci aiuta nei momenti di difficoltà. Credo a quello che dicono in TV, la gente che aveva problemi seri farsi il bagno a Lourdes e poi risentirsi

“vivi,” rinascere una seconda volta. Un po’ di tempo fa mi ero, diciamo, “allontanata” dalla Chiesa, forse perché dovevo capire in cosa credevo veramente. Ripensandoci sono arrivata ad una

conclusione: io credo in Dio, ci ho sempre creduto e per sempre ci crederò.

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Francesca Maone

14.

Per me credere in Dio significa credere che in qualsiasi momento ci sia qualcuno presente e che ci aiuti nei momenti difficili, qualcuno che ha già predisposto tutta la nostra vita, che sa già le cose che ci succederanno durante il nostro cammino. Spesso molte persone credono di essere fedeli e avere la fede soltanto perché ogni domenica vanno a Messa, secondo me, invece, l’amore verso Dio non si dimostra solo andando in Chiesa e seguire la Messa ma l’amore in Dio si dimostra tutti i giorni soltanto CREDENDOCI.

Claudia Mastrella

15.

Per me credere in Dio non significa andare tutte le domeniche a Messa, nominarlo e pregarlo in ogni frase che facciamo. Non vuol dire sentire tutti i giorni il Vangelo alla radio e la notte ripeterlo.

Credere in Dio per me è come una speranza che mi accompagna ogni giorno, trattare le persone che mi sono affianco come fratelli, non giudicare se non conosco e non saper provare invidia. Non essere cattivi nell’idea ma saper guardare le cose in modo diverso. Per me credere significa amare in qualunque caso, in qualunque circostanza perché amando non si ferisce mai nessuno.

Valentina Sciotti

16.

Non è facile definire cosa significa credere in Dio; ognuno lo definisce a seconda delle sue esperienze, di come ha vissuto e se ha affrontato situazioni più o meno difficili. Nel mio caso non avendo avuto esperienze particolarmente dure o situazioni familiari complicate, non ho sentito spesso la necessità di appellarmi al Signore, anche se per me Egli rappresenta un appoggio nelle difficoltà, quando ci si sente molto soli e non si riesce a trovare una via di uscita. Avere fede significa saper che c’è sempre qualcuno su cui contare, anche nelle situazioni più ardue, perché Dio ci

accompagna sempre, anche se spesso lo diamo per scontato e non ci fermiamo a riflettere su questo o a ringraziarlo. Anche nei momenti in cui si è più felici bisognerebbe ringraziarlo, perché è Lui che ci ha donato ciò che ci fa stare bene, sia essa una buona salute, una bella famiglia, un lavoro

soddisfacente o degli amici cari.

Ilaria Ercolani

17.

Per me credere in Dio è una cosa molto bella perché nei momenti più difficili, dove potrebbe non esserci nessuno pronto ad aiutarci, ci sarà sempre un punto di riferimento su cui contare, capace di far riaccendere negli animi di molte persone valide speranze. Credere in Dio poi vuol dire molte altre cose come ad esempio partecipare alla Messa. con la preghiera ci si può sentire più vicini al Signore.

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Io non ho mai avuto molte occasioni per mettermi in contatto con il Signore ma sapere che lassù c’e qualcuno che veglia su di me mi rassicura.

Marco Ercolani

18.

Per me credere in Dio non è solo credere in un’entità superiore che ci fa sentire protetti, qualcuno a cui rivolgerci nei momenti difficili ma è anche riuscire a vedere le cose belle della vita, sentirsi sereni e liberi perché ci consideriamo grati che Dio ci ha fatto.

Lorenzo Pistolesi

19.

Non sono stata “spinta” da nessuno, ho semplicemente voluto iniziare il catechismo per la Cresima.

Non sono una ragazza che crede molto in Dio (normale) ma pensavo necessario farmi la Cresima, per evitare di fare 2 anni di catechismo.

Giulia Cirillo

20.

Credere in Dio significa credere nella religione in cui credi, non significa solo recarsi in Chiesa e pregare ma crederci veramente. Credere nei miracoli, nella Comunione, nella Cresima e nel Matrimonio.

Francesco Florio

21.

Per me credere in Dio significa credere in una figura alla quale rivolgermi in momenti gioiosi o tristi e in cui io possa riporre le mie speranze.

Michele Giovannini

22.

Bella domanda! Sicuramente, per me, spiegarlo è un’impresa ardua. Sono poche le volte che ho assistito ad una Messa; per vari motivi che vanno dallo sport ai doveri scolastici, dalla famiglia agli amici e anche solo perché la pigrizia ha sopraffatto la volontà. Ma, nonostante la mia “indifferenza”

se così può essere definita, a partecipare in modo attivo alla vita religiosa, credo in Dio. Credere in Dio, per me, non è andare a Messa tutte le domeniche o sapere a memoria tutte le preghiere, è una cosa che parte da dentro, che non ha bisogno di spiegazioni, si sa e basta. Alzandomi la mattina so già che credo in Dio, non ho bisogno di persone che facciano da intermediario.

Arianna Ognibene

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23.

Per me, credere in Dio significa credere non solo in un’entità superiore all’uomo, significa apprezzare il messaggio del bene che ci è stato trasmesso da Gesù e dai suoi Discepoli. Inoltre significa non rinnegare la propria religione e non bestemmiare, cose che accadono molto frequentemente anche nei giovani in quanto alcuni, temendo che credere in Dio e non insultarlo li renda emarginati, pensano di essere accettati dagli altri. Non si rendono conto, però, di non avere una personalità e che la bestemmia, almeno secondo me, sia un simbolo di ignoranza oltre ad essere una mancanza di rispetto. Io ho deciso di fare la Cresima autonomamente perché credo in Dio e nei suoi

insegnamenti.

Alessandro Iacobelli

24.

Credo in Dio perché lo sento veramente con me, sento il suo amore nella mia felicità e anche la sua pena attraverso il mio malessere quando compio qualcosa che non è conforme ai suoi insegnamenti, per quanto mi sforzi non sono perfetta ma credo in Lui e sento che mi sostiene quando mi sforzo di fare meglio. Credo in Lui perché lo riscopro in ogni cosa che mi circonda e non riesco ad immaginare che tutto il creato sia frutto di una combinazione biologica, senza che una mano soprannaturale abbia guidato questa combinazione. Credo in Lui perché vedo che cercando di mettere in pratica i suoi insegnamenti, la mia vita è migliore e più serena.

Noemi Raponi

25.

Secondo me, credere in Dio non vuol dire solo andare a Messa la domenica ma significa condurre una vita come ci ha insegnato Gesù ovvero aiutando il prossimo. io credo in Dio e voglio fare la Cresima, dopo continuerò (spero) ad andare in Chiesa, ora ci vado perché mi piace non perché mi costringe qualcuno.

Giacomo Santini

26.

Io non riesco a vedere Dio nelle sembianze di un essere umano. È una figura a cui mi piace rivolgermi nei momenti di bisogno, di sconforto oppure di gioia, per qualcosa di positivo che è accaduto nella mia vita. per me è difficile esporre concetti su Dio, forse perché non è un dubbio o una domanda che mi sono mai posta. Anche perché avendo avuto un insegnamento cristiano, credere in Dio per me è automatico.

Margherita Petrucci

27.

Credere in Dio è credere in una persona che ti ama e che ti sta sempre vicino per aiutarti in ogni situazione.

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Alessio Bagaglini

28.

Per me credere in Dio significa avere un punto di riferimento in ogni momento, un punto in cui credere e sperare nei momenti difficili e in tutti i giorni.

Marco Di Bernardo

29.

Per me credere in Dio significa avere lo spirito di credere che esista, dare la possibilità alla gente che qualcuno non di essere cristiano, non me ne faccio alcun dubbio perché so che c’è e ci guarda…

Lorenzo Di Giampietro

30.

Credere in verità, spirito e professare la sua parola, vivendo ogni istante con la sua presenza costante, anche nelle piccole banalità della nostra vita.

Fabiola Tani

31.

Credere nella sua esistenza ma non averne un rapporto personale.

Jessica Tani

32.

Credere in qualcosa come Dio, deve nascere da solo dentro di te; sentire la propria volontà di conoscere tutto ciò che lo riguarda. È vero, molte volte si è spinti dai propri genitori a fare un passo, come la Comunione o la Cresima, ma con il tempo posso affermare che lo fai per piacer tuo e per una voglia che ti nasce dentro di scoprire questo “mondo” di Dio. Non so dare una spiegazione definita nella frase “Cosa significa per te credere in Dio”, perché proprio crescendo ne sto

prendendo consapevolezza. Per me credere in Dio va al di là dei nostri sogni, delle nostre aspettative o della nostra realtà di tutti i giorni; questo significato lo attribuisco ad una persona cara, che

nonostante tutto sento vicina.

Azzurra Gambassi

33.

Dio è un punto fermo. È un qualcosa racchiuso in noi da sempre, durante gli anni della nostra vita, a volte, si perde di vista la fede ma questo non significa che questa ci abbandoni. Io penso che il

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credere possa creare un punto consistente in noi soltanto dopo l’esperienza perché Dio è

esperienza. Il contatto con Dio sta nell’infanzia, nell’entrare in contatto con la vita, nel dolore, nel piacere, nell’amicizia, nell’amore, nel lavoro, nel Matrimonio, nella meravigliosa nascita di una nuova vita. penso che soltanto in questo modo riusciremo, o almeno io riuscirò, a capire la vera essenza di Dio, bisogna vivere per capirlo e trovarlo in noi completamente. Credere in Dio significa potersi rifugiare tra le braccia di qualcosa di divino, credere in Dio significa saper perdonare ma,

soprattutto, significa “accettare” e la vita insegna che sono le cose più difficili. Penso che per ognuno di noi lo scopo più importante, il significato stesso del nostro cammino, sia entrare in contatto con noi stessi, e quindi anche con Dio, perché Dio è in noi.

Giulia Ognibene

34.

Credere in Dio è segno di speranza, è come aggrapparsi ad una forza che si deve sentire dentro di noi perché, nella maggior parte dei casi, a Dio ci si rivolge nel momento del bisogno, quando accadono cose speciali. Per questo credere in Dio, secondo me, è anche senso di fiducia, quella fiducia che riponiamo in lui ogni volta che lo cerchiamo, sia per chiedere il suo aiuto che per ringraziarlo nei momenti felici. Per quanto mi riguarda, ho sempre riposto in Dio tutta questa fiducia e speranza, sapendo, dentro me, che mi stesse seguendo anche senza cercarlo spesso. In fondo so che Dio, quando lo si cerca, c’è sempre, specialmente nei momenti più difficili.

Vincenzo Raso

35.

Per me, credere in Dio significa avere fiducia in colui che ci ha creati, cioè avere fede nella sua esistenza. Si dice che Dio sia amore e la risposta sta nel fatto che non si sa se esista effettivamente, non ci sono vere e proprie prove che sia mai esistito ma la cosa più importante è che Lui esista dentro di noi.

Antonio Barbaro

36.

Credere in Dio, ci sono dei periodi in cui per me ha significato molto, come nei periodi oscuri dove ho rinnegato la mia fede. mi sono chiesta se realmente esisteva, perché si sa, quando l’uomo è pieno di dolore cerca sempre qualcuno a cui dare la colpa e, forse io, l’ho data a Dio. Sono passata dalla ragazza credente che per ogni cosa si affidava alla sua mano a quella persona che diceva che finita la vita terrena non c’era nulla. Pian piano la fede è tornata, giorno per giorno sentivo sempre più la necessità di credere, e, ho cercato di dare una spiegazione alla parola “ sofferenza”; forse ancora non mi do una risposta ma ho iniziato a capire cos’è l’amore. Ho capito che se una persona viene a mancare non è colpa di Dio ma è solo la fine di un cammino lungo e tortuoso per arrivare alla vera serenità e, credendo in Dio so che tutti quelli che ci lasciano ci sono sempre più vicini e ci

proteggono, Dio coglie i fiori più belli che potranno dargli una mano a condurre tutti noi nella vita eterna.

Giulia Crespi

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37.

Credere in Dio, per me, significa credere in una figura che veglia su tutti noi, un qualcosa che non si può immaginare ma che si sente dentro.

Elisabetta Barbaro

38.

Ho ricevuto il primo Sacramento cristiano con il Battesimo e, tramite la mia famiglia, ho cominciato a credere in Dio, cioè ad avere una fede spirituale, seguendo la vita di Dio tramite il Vangelo. Ogni tanto mi rivolgo a Lui nella speranza di trovare un benessere interiore, tante volte questo succede però altre, dopo avvenimenti brutti, mi chiedo, Dio dov’è? Il cristianesimo ci insegna che dopo la morte c’è il paradiso, dove tutti noi staremo bene quindi mi faccio una ragione e questo mi da la forza di ansare avanti.

Martina Ciammella

39.

Sinceramente quando ero piccola credevo di più in Dio, forse perché le mie nonne mi portavano sempre in Chiesa e forse per altri vari motivi, però diciamo che più cresco e più la mia fede

diminuisce; oggi mi trovo qui, con tanti ragazzi, a prepararmi per la Cresima sperando di trovare di nuovo la fede in Lui.

Giulia Parente

40.

Allora, voglio iniziare dal fatto che io non sono molto credente, prima, quando ero piccolina ci credevo perché mi fidavo di quello che mi veniva detto. Ora che sono diventata più grande e sto iniziando ad avere i miei pensieri, ci credo un po’ meno. Non ci credo per il semplice fatto che credo solo a ciò che vedo. Dio non è mai esistito e, secondo me, è solo un’invenzione della Bibbia. Non sono nemmeno una di quelle persone che ci credono nel momento del bisogno. Non è pregando, per esempio, che una persona a noi cara guarisce o sta meglio o non muore. Io credo nel destino, nella vita e la religione e la fede in Dio non li potrà mai cambiare. Sono tanti i motivi per cui non credo fortemente in Dio, questi sono i più importanti, quelli principali.

Chiara Reali

41.

Credere in Dio, per me, significa affidarsi a qualcosa più grande di noi. Ciò che non possiamo percepire con la ragione è affidato alla fede dello Spirito. Lo Spirito, l’anima, la propria coscienza l’inconscio comunque lo si voglia chiamare e esso che sente, percepisce, intuisce e si affida all’idea di Dio. Invece la cosiddetta “ragione”definisce i lineamenti di Dio a propria immagine. La strutturazione

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del creato, le stupende forme di ingegneria artigianale “made from human being” contribuiscono a vestire Dio, a donargli bara, capelli bianchi, a posizionarlo in un punto imprecisato, sopra di noi, tra le nuvole, pianeti, dietro cancelli sorvegliati da guardiani caffeinomani. Tutto ciò contribuisce a far scendere di livello la considerazione che ho di “noi” unico essere vivente dotato di ragione, a un passo dalla pienezza divina, basta seguire 10 semplici regole. Così mi fermo a guardare questo minuscolo tesserino insignificante, ingegnoso più delle formiche che “ruspa”, crede, si illude, uccide, perdona, giudica, scopre poi, di nuovo, ammazza per quel che ha scoperto e per quello che non può scoprire. Povero tesserino, se solo ti accorgessi di ciò che sei, saresti meno presuntuoso. Così la ragione trova che sia giusto credere, ma non basta credere. Bisogna credere nel Dio giusto e in tutte le cose che il Dio più giusto ci dice di credere, perché il verbo di Dio è legge impressa dall’eternità per l’eternità, e così è deciso, amen. Quando impareremo che credere, come non credere è una cosa seria, quando ci guarderemo in faccia l’uno con l’altro per volgere lo sguardo oltre quelle nuvole, riconoscendoci per quello che siamo, quando capiremo che affidarsi a ciò che è più grande di noi, non è tradizione né letteratura né, tanto meno, una richiesta ma un atto d’amore incondizionato, per il solo fatto di essere qui, ora a respirare, allora ci guadagneremo il rispetto di Dio, di noi stessi e la pace perpetua. Arriverà mai quel giorno?

Marco Caldarelli

42.

Più volte, nel corso della vita, mi sono domandata cosa significasse credere in Dio, avere fede e metterla in pratica in qualità di cristiana. Ad oggi, credo che la fede non sia una morale, una serie di atti di culto, ma piuttosto vivere in compagnia di Cristo, osservare e mettere in pratica ogni giorno i principi cristiani. Credere in Dio è ricordarsi del sacrificio di Gesù, il quale ha dato la sua vita in nome dell’amore verso il prossimo: questo stesso amore dovrebbe caratterizzare ogni giorno la vita di un cristiano.credere in Dio è sapersi stupire di fronte agli atti d’amore, alle bellezze della natura, di fronte al perdono; lasciare quindi quella solitudine più profonda che caratterizza la vita degli esseri umani sin dalla nascita, per lasciare spazio ad un cammino di fede. tento quotidianamente di

costruire il “mio” cammino di fede e, nonostante momenti di scoraggiamento e delusione, sento che la vera scelta di libertà, quella più autentica, è credere in Dio. La fede è una scoperta personale che forse arriva solo nel momento della maturità, e la presa di coscienza di qualcosa di più grande e di più forte del nostro individualismo.

Claudia Silvestri

43.

Per me, significa molto nella vita quotidiana, perché aiuta fondamentalmente a stare tranquillo con la propria anima. Io, personalmente, Dio lo “nomino” su ogni cosa che faccio, dalla più futile a quella più importante, ad esempio se devo fare un viaggio, comprare, per qualsiasi cosa aggiungo sempre:

“Se Dio vuole”. Questo perché penso che c’è sempre l’Onnipotente che guarda e sente tutto, non me la sento di fare qualcosa o decidere in prima persona scavalcando che ci ha creati, infine sono sempre nelle mani di Dio.

Clemente Cinelli

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44.

Per me, credere in Dio significa credere in qualcuno che ti può sempre aiutare nei momenti difficili, anche se non è presente tra noi.

Giada Marinelli

45.

Secondo me, credere in Dio equivale a credere ed avere una fede, una speranza maggiore rispetto a chi non ha fiducia in niente e nessuno. In genere si parla di uno Spirito potente, in grado di fare tutto e che ascolta le nostre preghiere, alle volte però non accade e quindi mi sorgono molti dubbi sulla sua reale esistenza. A volte mi domando come sia possibile che una maestosità (se così si vuol chiamare), non riesce a fare in modo che certe situazioni non si risolvano o addirittura non si creino, proprio da questo nascono i miei dubbi. Ad ogni modo, continuerò sempre a desiderare che Egli esista, per contare in un ulteriore possibilità nella vita.

Daniele Sambucci

46.

So rispondere poco a questa domanda, credo ci sia qualcuno più grande di noi ma se è il Dio, come ci hanno fatto credere durante il catechismo che è buono, misericordioso e giusto, perché accadono tutte queste catastrofi, bambini che muoiono, malattie strane… non c’è un po’ di contro senso rispetto a quello che ci hanno insegnato? io credo che Dio sia amore verso il prossimo, verso tutti.

Ileana Meloni

47.

Per me, credere in Dio, non è soltanto recitare le preghiere ma una cosa più profonda. Dio, io lo incontro quotidianamente; in un povero che chiede l’elemosina, in un cane abbandonato e maltrattato, in una madre che piange la perdita del figlio, è questo Dio che ci da la f orza ed il coraggio di andare avanti nonostante le cattiverie del mondo. Io credo in Lui perché è dentro me, anche se non riesco a vederlo e toccarlo.

Lucia Colagrossi

48.

La fede è qualcosa che non si può spiegare, o c’è o non c’è, non credo di essere una cristiana anonima poiché frequento la Chiesa, a volte per la Messa, a volte per la Confessione, a volte per una semplice preghiera, a volte solo per pensare, sicuramente continuerò a fare questo anche dopo la Cresima. Per me la fede è anche quando abbiamo paura, quando siamo felici, quando guidiamo e mettiamo l’immagine di Gesù nella nostra auto così che ci protegga.

Noemi Calabresi

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49.

Credere in Dio è credere nella sua esistenza, seguire le sue parole e cercare di viverle con la sua presenza, anche nelle piccole banalità. Per quanto mi possa sforzare, so si non essere perfetto ma credo in Lui e sento che mi sostiene in qualsiasi momento.

Alessio Pia

50.

Dare un senso alla mia vita e a tutto ciò che faccio. Credere in Dio vuol dire ritrovarlo nel sorriso di un bambino, trovare la forza di rialzarsi quando sei caduto. E, anche se non si trovano le risposte a tutto ciò che è il segreto della vita, credere ancora in Lui, perché Dio non è sordo, ci ascolta ma siamo noi che dobbiamo imparare a sentirlo e, soprattutto, tenere presente che come uomo è venuto sulla Terra, si è arrabbiato, ha sofferto ed è morto per noi senza chiederci nulla in cambio, solo rispettare la sua parola “AMA IL TUO PROSSIMO.”

Tamara Soles

51.

Sono qui per una scelta; pensata, dolorosa, riflettuta, una scelta difficile, a volta messa da parte per pigrizia, per impegni lavorativi e di vita, a volte, forse, per vergogna e per poca sicurezza personale. Il mio è stato un percorso lungo, durato anni, in cui mi sono posto milioni di domande che non hanno ricevuto mai una vera e propria risposta; ma ora sento che pian piano i pensieri si stanno rimettendo al proprio posto e, quotidianamente, sto ricostruendo i pezzi del puzzle della mia fede. Per me credere in Dio è credere in me, nei nostri fratelli e, addirittura, negli sconosciuti: è vedere Dio nel viso di ognuno e amarlo, rispettarlo come fosse nostro Signore che quotidianamente ci mette di fronte a sfide e ostacoli che ci fortificano e ci fanno rendere conto dell’importanza della vita, delle scelte e delle persone che ci sono affianco.

Valerio Coluzzi

52.

Credere in Dio, significa essere onesti con sé stessi, non essere ipocriti, guardarsi allo specchio tutti i giorni e ricordarsi chi si è, ricordarmi di quell’uomo sulla croce, della sua sofferenza, della sua f orza, questo mi permette ogni giorno di andare avanti, di non arrendermi mai.

Anna Spina

53.

Credere in Dio è credere in qualcosa di più grande di noi ma, allo stesso tempo, come un amico che ci aiuta e supporta nel nostro quotidiano, nelle nostre piccole e grandi difficoltà. Credere in Dio è come credere nell’amore che ogni giorno dobbiamo donare, è come un bisogno continuo.

Salvatore Carino

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54.

Credere in Dio significa credere nella vita, nell’amore, nella pace; credere in tutto ciò che non si vede, non si sente con l’udito ma che esiste e la sua presenza si percepisce solo avendo fede ed essendo credenti. Per me, Dio oltre ad essere nostro padre è anche uno dei motivi per cui si combatte nella vita, si va avanti nonostante tutti i problemi e gli ostacoli che si possono incontrare, ci da la forza e la fiducia, spesso prego e mi confido con Lui e poi mi sento meglio. Tutti

commettiamo dei peccati, l’uomo è peccatore dai tempi di Adamo ed Eva, questo però non significa e non ci permette di essere delle persone negative, fare quello che vogliamo ma cercare di

comportarci sempre meglio avendo rispetto per gli altri e cercare di migliorarci giorno per giorno.

Posso concludere dicendo che per me Dio è tante cose e si potrebbe parlare di Lui infinitamente.

Martina Torelli

55.

Credere in Dio significa contare su qualcuno che, anche se non vediamo, ci aiuta ad affrontare la vita ogni giorno, ci sostiene nei momenti più belli o brutti della vita…

Federica Bonanni

56.

Credere in Dio è un sentimento molto importante ed intimo per me. E’ una situazione tutta mia che mi permette di ricavare un angolo di serenità in una vita pesante e incerta. È l’unica cosa che mi da speranza.

Sara Mariani

57.

Partiamo dal presupposto che non sono praticante, la domenica non vado a Messa e se sono qui è soprattutto perché devo sposarmi ma, nonostante i presupposti posso dire che credo in Dio. Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, questa frase spiega un po’ il significato del mio credere in Dio, cioè comportarsi bene nella vita, non essere egoisti e rispettare il prossimo.

Massimo Trombetti

58.

Credere in Dio non significa affidarsi a Lui nei momenti difficili ma avere Dio sempre come solido punto di riferimento e avere fiducia in Lui.

Fabrizio De Angelis

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Pensi di conoscere abbastanza Gesù? Hai mai letto il Vangelo? Ne hai una copia da qualche parte?

1.

Io pensavo di conoscere Gesù poi, crescendo mi sono sempre chiesto se veramente conoscessi Gesù e non ho mai trovato una risposta anche se ho letto il Vangelo. Eppure io credo in Dio ma da qualche tempo mi sto allontanando perché c’è una questione, molto importante, in cui io e la mia famiglia preghiamo molto, facciamo molti fioretti ma i risultati invece di migliorare peggiorano, molte volte mi chiedo perché Gesù non fa niente, non dico di guarirlo ma almeno di aiutarlo un po’, ecco perché penso di non conoscere abbastanza Gesù.

Lorenzo Corsetti

2.

Io penso di non conoscere abbastanza Gesù, credo che nessuno lo conosca interamente perché è talmente immensa la sua grandezza divina che nessuno può svelare tutto. Penso che leggere il Vangelo sia un ottimo strumento per conoscerlo meglio ma io personalmente ascolto il Vangelo solo durante la Messa, non l’ho mai letto per conto mio non perché non ne ho voglia ma non ne sento il bisogno, penso che quello che so su Gesù mi basta e spero di arricchire il mio sapere con questi incontri e andando a Messa. Comunque penso che per conoscere veramente Gesù dobbiamo conoscere noi stessi e gli altri visto che Gesù è in ognuno di noi.

Giacomo Santini

3.

Sì, io credo di conoscere Gesù, non al 100% ma credo di sapere qualcosa di Lui, per quanto riguarda il Vangelo non l’ho mai letto ma possiedo una sua copia.

Claudia Mastrella

4.

No, per conoscere veramente Gesù bisogna credere veramente alla religione. No, non ho mai letto il Vangelo, possedendone varie copie e altri testi religiosi.

Francesco Florio

(15)

5.

Sinceramente, non penso di conoscere molto Gesù, parte della sua storia e del suo pensiero mi è stato insegnato al catechismo per la Prima Comunione, parte invece l’ho imparato andando a Messa.

prima della Comunione con mia madre abbiamo comprato un piccolo Vangelo e lo leggevamo di tanto in tanto. Oggi, purtroppo, non mi capita spesso di leggerlo o anche solo di parlare di Gesù ma credo che gli insegnamenti che Lui ci ha dato possano essere per noi fonte di ispirazione nei

momenti della vita, per esempio Gesù diceva di amare il prossimo e di avere rispetto per gli altri.

Credo che non siano molte le persone che possono dire di conoscere veramente Gesù, secondo me però non è importante conoscere tutta la sua storia, ma sapere che Gesù può essere una guida in tutte le scelte della vita.

Ilaria Ercolani

6.

Devo essere sincero… io penso di non conoscere bene Gesù, forse perché quando frequentavo più spesso le Messe domenicali ero troppo piccolo oppure perché, sicuramente, da quando sono più grande ho un po’ trascurato l’argomento, ma sono certo che se ognuno di noi credesse veramente in Lui non ci sarebbe bisogno di conoscerlo perché ci sarebbe sempre vicino nei momenti in cui ne avremmo più bisogno. A casa ho una copia del Vangelo ma, a parte per la mia Prima Comunione, non l’ho mai letto molto spesso, anche se sicuramente in futuro conoscerò meglio il suo contenuto.

Marco Ercolani

7.

Penso che nessuno conosca abbastanza Gesù, io e tutti lo vediamo attraverso le statuine e oggetti vari ma nessuno di noi può sapere bene com’è e cosa provi. Il Vangelo non l’ho mai letto perché non capisco cosa mi può dare in più, visto il linguaggio un po’ troppo complicato. Sì, ho una copia del Vangelo a casa ma non l’ho mai letto.

Alessio Mastrella

8.

Non credo che tutti noi pensiamo di conoscere bene Gesù. Penso di conoscerlo quel che basta, lo riconosco per le sue meraviglie, attraverso l’amore, attraverso l’amicizia. Sì, ho una copia del Vangelo e francamente non ricordo di averlo letto.

Francesca Maone

9.

Per quanto riguarda il Vangelo, in casa ne conservo una copia, ma non l’ho mai letto interamente.

Penso di conoscere molto meglio il Gesù storico rispetto al Gesù scritto nel Vangelo, anche perché la sua storia viene continuamente ripetuta sia a scuola che nei film. Al contrario conosco ben poco i discorsi che fece Gesù o le sue predicazioni in generale, soprattutto perché per un certo periodo mi

(16)

sono allontanata dalla Chiesa. Solo ultimamente ho ricominciato ad andare a Messa e quindi a sentire i vari passi del Vangelo. La figura di Gesù è molto complessa che spesso non si riesce a comprendere fino in fondo. Mi hanno particolarmente colpito le sagge risposte che diede Gesù ai farisei, una parte del Vangelo che fino a poco tempo fa non conoscevo neanche ma che ora sono felice di conoscere perché lo trovo molto interessante.

Lisa Trombetti

10.

Io penso di conoscere Gesù come una persona perbene, nato per aiutare la gente facendo miracoli.

Gesù, per me, è come un amico che ci aiuta giornalmente da tutti i mali che ci sono in giro. Gesù è citato nel Vangelo che non ho mai letto anche se una copia a casa ce l’ho.

Alessio Bagaglini

11.

Io non penso di conoscerlo abbastanza bene. Gesù lo conosco ascoltando come mi viene raccontato durante la Messa, fin da quando ero bambino, dal prete. Lo conosco per le sue parabole , i suoi miracoli e tante altre gesta che ha compiuto. Sì, ho letto il Vangelo qualche volta a scuola, durante l’ora di religione, o a casa quando ero piccolo e avevo trovato interessante ciò che leggevamo a scuola e volevo saperne di più. Sì, ne ho una copia in casa.

Andrea Borro

12.

Penso di conoscerlo nel mio piccolo, nei racconti dei miei genitori e nel mondo della Chiesa. Sì, il Vangelo l’ho letto ma non frequentemente. Sì, una copia ce l’ho in casa.

Noemi Raponi

13.

Sì, credo di conoscere abbastanza Gesù. Il Vangelo ricordo vagamente di averlo letto una volta ma non ne ho nessuna copia.

Yuri Andreoni

14.

Per conoscer Gesù non si ha bisogno di grandi cose, per me l’importante è sapere che esiste. Il Vangelo l’ho letto alcune volte quando mi è stato richiesto di farlo, ne ho una copia in casa. Per conoscere Gesù bisogna avere soprattutto fede nelle sue parole. Gesù lo conosco attraverso gli insegnamenti ricevuti durante la vita ma non si finisce mai di imparare.

(17)

Elisa Rovetto

15.

Io penso di non conoscere abbastanza la storia di Gesù perché non ho mai letto il Vangelo, penso di averne uno in casa ma sinceramente non l’ho cercato. So soltanto che il nome Vangelo significa

“buona notizia” e che ne esistono 4, perché i Discepoli erano quattro: Matteo, Marco, Luca e

Giovanni. Secondo me però non aver letto il Vangelo non significa non conoscere Gesù perché se Lui è sempre in mezzo a noi basta vedere le cose buone che ci circondano e trovarlo lì.

Lorenzo Pistolesi

16.

Non penso di conoscere abbastanza Gesù, diciamo che lo conosco molto poco, visto che ne parlavo solo quando andavo al catechismo per la Comunione e a scuola durante le ore di religione. Io, personalmente, non ho mai letto il Vangelo, però la maestra delle elementari ci disse di comprarlo ma io, sinceramente, ancora non lo leggo.

Vanessa Ciriaci

17.

Sinceramente non credo di conoscere abbastanza Gesù e questo è il motivo per cui sono qui. Vorrei cercare di comprendere pienamente ciò che ha fatto e la sua vera funzione. Per quanto riguarda il Vangelo no, non l’ho mai letto ma ne ho una copia sempre sotto il mio sguardo, ricordo che qualche anno fa gli ho dato un’occhiata ma adesso non ho ancora avuto l’occasione di leggerlo. Da quanto ne so, ascoltando il Vangelo del giorno (dove vengono presi alcuni tratti di questo che narrano vicende che raccontano la vita e la predicazione di Gesù. Ho notato che il Vangelo porta con sé insegnamenti, fatti che in fondo ritroviamo anche nella vita quotidiana dei nostri tempi, per questo credo sia un

“documento” di grande importanza.

Silvia Pontecorvi

18.

Beh, penso di conoscerlo, non profondamente ma abbastanza; perché ogni volta che se ne parla emergono degli aspetti che mi affascinano e che mi sembrano nuovi. Il Vangelo non l’ho mai letto di mia iniziativa ma alle elementari e, a volte, in Chiesa mi affascina sentirlo. Sì, ne ho uno molto vecchio che apparteneva a mia nonna e uno nuove che mi ha regalato mia madre.

Michele Giovannini

19.

(18)

Non credo che si possa conoscere una persona che non vedi e non senti. Nonostante ciò, da quello che ho capito leggendo il Vangelo (alle elementari ), credo che Gesù fosse una persona come noi ma mandato sulla terra per mettere un po’ d’ordine e per salvarci dal peccato.

Giorgia Nardecchia

20.

Ho letto spesso il Vangelo, a scuola avevamo il Vangelo e spesso leggevamo le sue parabole. La domenica vado a Messa, e anche se Don Gaetano non lo legge spesso, quelle volte che legge il Vangelo ci fa capire la figura di Gesù, quindi credo di conoscere Gesù. Egli è il figlio di Dio mandato sulla terra per salvare gli uomini per dimostrare che il bene trionfa sul male. Gesù è la dimostrazione dell’amore che Dio ha negli uomini ed ha sacrificato il suo unico figlio per far capire l’importanza della vita ed il suo continuo con la resurrezione.

Margherita Petrucci

21.

Tutto quello che so riguardo Gesù è grazie al catechismo della Prima Comunione e alle lezioni di religione a scuola che ho sempre seguito. In casa non abbiamo una copia del Vangelo ma mi basta andare da mia nonna e ascoltarla quando mi racconta alcune storie, tratte appunto dal Vangelo, e la cosa diventa anche divertente perché ci mette sempre del suo.

Martina Giancarli

22.

Credo che nessuno, a questo mondo, conosca veramente Gesù. Anche leggendo i migliori testi riguardanti l’argomento, la Bibbia e il Vangelo, ed ascoltando con attenzione ed interesse ogni Messa, non si potrà mai avere una visione reale e completa di Gesù, non fisica. Quest’ultima, a mio avviso, può essere diversa per ognuno di noi e del tutto irrilevante. Posso immaginare Gesù in vari modi, anche in base al contesto storico e sociale in cui mi trovo, ma non troverò mai un prototipo che valga in tutti i momenti. Non mi è mai capitato di leggere il Vangelo, anche se c’è n’è una copia impolverata nella mia libreria, per mancanza di tempo o forse solo per pigrizia.

Arianna Ognibene

23.

No, non penso di conoscere abbastanza Gesù perché non frequento la Chiesa, però ho in mente un’immagine di come è fatto Gesù. No, non ho mai letto il Vangelo. No, non ne ho una copia.

Gianmarco Cantalini

24.

(19)

Non penso di conoscere bene Dio, in verità penso che nessuno lo conosca così bene come si dice,forse per saperne di più potremmo leggere il Vangelo, tutti ne possediamo una copia anche se non tutti lo usano.

Marco Di Bernardo

25.

Io Gesù l’ho conosciuto crescendo, non ho mai letto il Vangelo perché, per me, dice un sacco di stupidaggini. Io penso che Gesù è come lo immagino, non serve un libro per sapere come è fatto ma basta il mio pensiero e il mio spirito per conoscerlo…

Lorenzo Di Giampietro

26.

Sinceramente non so tutta la storia di Gesù perché non vado spesso a Messa e non leggo mai il Vangelo.

Fabiola Tani

27.

Non penso di conoscer Gesù e non ho mai letto il Vangelo.

Jessica Tani

28.

Sinceramente non credo di conoscere abbastanza Gesù e non ho mai letto il Vangelo. Ho una copia, che mi è stata data durante il catechismo per la Prima Comunione, ma ne ho letto soltanto le prime due pagine, con mamma, di cui non ricordo nulla. Comunque ho sentito molti racconti a scuola, in Chiesa ma non so se questo si può ritenere.

???

29.

Gesù è nato dalla purezza. Per questo è considerato Dio fatto uomo. Personalmente il mio sapere su Gesù è molto superficiale, per questo motivo vorrei conoscere tutte le varie tappe della sua vita. il Vangelo parla di Lui; della sua nascita e del suo percorso di vita. è narrato da Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Mi piacerebbe leggere il Vangelo in modo approfondito per conoscere tutto il percorso di Gesù. Ne ho una copia a casa ma non ho mai avuto la vera volontà, forse, di aprirlo e scoprire realmente cosa significhi “il Vangelo.”

Azzurra Gambassi

(20)

30.

Penso di conoscere quella che è la mia immagine di Gesù. Un ragazzo pieno d’amore, figlio del miracolo, della divinità e della purezza. Ha sacrificato la sua vita per salvare noi, per poter portare avanti la Parola di Dio. Questo dovrebbe insegnare a non perdersi d’animo , mai. No, non ho mai letto il Vangelo perché ritengo che siano esperienze da fare con coscienza e consapevolezza, penso infatti che questo potrebbe essere il momento giusto.

Giulia Ognibene

31.

Io penso di conoscere abbastanza il messaggio che ci ha trasmesso Gesù, cioè il messaggio di pace, d’amore, di umiltà. Gesù è stato importante fisicamente ma ciò che lo ha reso così ammirevole è il diffondere la Parola di Dio, sosteneva l’aiuto ai poveri, il perdono e i nobili d’animo, ossia coloro pieni di cuore. Essere misericordiosi, però, non significa essere ingenui, perché ci sono molte persone che sfruttano la bontà della gene come, per esempio, gli zingari che non sono poveri, che chiedono l’elemosina fuori dalla Chiesa, un luogo che invita ad aiutare la gente. Un altro esempio sono alcune associazioni benefiche che invece di devolvere i ricavati in beneficenza, utilizzano i soldi per arricchirsi. Personalmente non ho mai letto il Vangelo, l’ho solo sentito leggere durante la Messa.

Alessandro Iacobelli

32.

La mia conoscenza di Gesù è molto concentrata sugli avvenimenti più importanti che lo riguardano, anche se devo dire che attraverso il Vangelo, sono a conoscenza del compimento delle sue gesta ed il racconto delle sue Parabole. Il Vangelo mi ha sempre messo curiosità sulla vita di Gesù perché è l’unico strumento, penso, che possa far conoscere la vita di Gesù che si è messo a disposizione dell’umanità.

Vincenzo Raso

33.

Ammetto di non aver mai letto il Vangelo ma penso che una copia, da qualche parte, dovrei averla.

Gesù non penso di conoscerlo abbastanza bene, ma so che è stato un uomo unico, nato dalla vergine Maria tramite lo Spirito Santo, ha fatto molti miracoli, è morto sulla croce per salvare i peccatori, ha pagato con la vita per riscattarci dai nostri peccati, è l’uomo perfetto che non ha mai fatto nulla di male, non ha mai peccato seguendo sempre la volontà del Padre.

Antonio Barbaro

34.

Io penso che tutti conoscano Gesù perché è Lui che ci da la forza per affrontare i momenti più difficili, ci aiuta trovare la direzione giusta e inoltre penso che dopo aver affrontato la Prima

(21)

Comunione, si conosca Gesù in maniera più profonda. Sì, l’ho letto il Vangelo ma forse con troppo poca attenzione perché da piccoli non si ha la consapevolezza che si ha da adulti. Sì, a casa ne ho una copia, anche se non lo leggo da molto tempo.

Mariana Villani

35.

Non conosco bene Gesù, conosco i suoi racconti in modo superficiale, in ambito scolastico ma da quando ero bambina ho sempre avuto in mente la frase “Colui che siede alla destra del Padre”. Ho letto e cercato di capire le sue Parabole, forse in modo sbagliato e non capendo i suoi insegnamenti e quello che vuole realmente trasmetterci. Ho una copia del Vangelo a casa ma, ultimamente, mi è capitato di prendere la Bibbia e ho avuto voglia di leggere “l’Apocalisse” forse anche adesso la sto leggendo con poca considerazione. Sono molto curiosa di conoscere ma non so se lo faccio in modo giusto.

Giulia Crespi

36.

Io non ho una copia del Vangelo, ho letto qualche passo durante il catechismo della Prima Comunione, e qualcosa insieme a nonna o durante la Messa. Io non posso dire di conoscere

abbastanza Gesù ma quello che conosco è la sua storia, i suoi miracoli, la sua bontà, il suo aiuto per i più bisognosi.

Elisabetta Barbero

37.

Come succede tra le persone normali, che non si riesce a conoscerle fino in fondo per tutta la vita, pensa se riesco a conoscere veramente chi è Gesù, anche se, avendo una cultura spirituale e

leggendo il Vangelo, sia a catechismo che durante la vita scolastica. Ho una copia del Vangelo che ho letto a scuola, dove si racconta ogni momento della sua vita però, si sa, ogni persona lo interpreta come vuole quindi di pareri ed ipotesi ce ne sono varie, io credo ciò che la mia mente dice.

Martina Ciammella

38.

Penso che nessuno di noi lo conosce abbastanza, sicuramente penso sia una persona buona. Non ho mai letto il Vangelo.

Giulia Parente

39.

(22)

Non penso di conoscere abbastanza Gesù. In Gesù posso dire che un po’ ci credo, perché a quanto sembra è esistito davvero, ma non credo nella sua resurrezione. Non ho nemmeno mai letto il Vangelo, non ne ho una copia a casa perché, sinceramente, non passerei delle ore della mia giornata a leggerlo, e di conseguenza non ne ho una copia. Quando dico che non credo nella Chiesa, né in Dio e non abbastanza in Gesù è perché quando, per esempio, ho un problema grande non mi viene né di pregare né di andare in Chiesa. Mi viene naturale stare con la mia famiglia, i miei amici, anche se nemmeno loro possono risolvere i problemi. Sono davvero tanti i motivi, però ho le mie ragioni, e sono idee che mi sono fatta crescendo, da sola.

Chiara Reali

40.

No, caro Don Gaetano, non conosco abbastanza Gesù, e me ne vergogno, ma posso iniziare da subito. Il Vangelo, ho letto qualche verso e non ne ho ancora una copia da leggere. Non per giustificarmi, ma dall’età di 14 anni fino a 26 anni, nel 2006, ero musulmano a tutti gli effetti, ho letto il Corano e le sue Sure, mi è piaciuto molto non come un libro qualsiasi ma come la Parola di Dio che ti entra nel cuore, ho fatto tutto ciò che la religione richiedeva e adesso, avendo conosciuto Natascia, dal 2006 ad oggi pian piano mi sono convertito al cristianesimo e diciamo che sono rinato, ed ho tanta voglia di conoscere la storia del passato, con tante domande da fare quando comincerò il mio percorso. Da piccolo pensavo che il nome che mi diedero i miei genitori mi portasse sul cammino della Chiesa ed aspiravo anche ad essere Papa.

Clemente Cinelli

41.

Gesù rappresenta l’atto incondizionato, l’anello mancante, l’aspirazione dell’uomo ad avvicinarci a Dio. Se non è possibile vedere il Regno dei Cieli in questa vita, allora Dio scende tra gli uomini, o meglio, manda suo figlio generato, non creato, della stessa sostanza del Padre. La faccenda si ingarbuglia, non si capisce bene: è il Figlio ma è anche sé stesso, generato dalla stessa sostanza, come fosse un pezzo, una porzione di Dio che diventa carne per poi tornare nel Regno dei Cieli, ma non una carne qualsiasi: la rappresentazione della carnalità umiliata, torturata, insultata, lacerata, bucata, strattonata, conficcata, sanguinante, offesa, calpestata, brutalizzata. Gesù, l’uomo, muore rimproverando Dio di averlo abbandonato ma Gesù, generato della stessa sostanza del Padre, risorge dopo essersi sacrificato per noi. La storia rimane complicata e difficile da capire, non a caso la Chiesa ha dovuto faticare parecchio per “mettere tutti d’accordo”, lo scisma durò a lungo, ben oltre la morte del suo fautore. Ancora oggi, per molti, la questione non è chiara, non credo proprio che, per esempio, la mia povera nonna che tutte le domeniche andava a Messa e nonostante fosse una donna di estremo valore ed intelligenza, avesse mai veramente compreso la differenza tra le due figure di Cristo: l’uomo, la carne, la sofferenza e Dio: il redentore, il nostro salvatore, la nostra speranza. Il mistero della fede racchiude in sé il vero significato, per questo dicevo, Gesù è l’anello mancante, da una parte l’uomo, il modello da seguire, uno di noi, il migliore tra noi e dall’aldilà la prefigurazione divina, il nostro creatore e contemporaneamente colui che ci dona la vita eterna.

Gesù rappresenta l’atto d’amore puro per l’uomo, suo figlio.

Marco Caldarelli

(23)

42.

Quando ero piccola ho ricevuto un dono molto particolare da una persona molto speciale: mia nonna. Era un piccolo libricino, con sopra scritto Vangelo, passò molto tempo dal momento in cui decisi di aprirlo e iniziare a leggerlo. Conservo con amore il ricordo di quando la mia catechista Elena, ogni giovedì, ci invitava a leggere un passo del Vangelo e ci invitava a fare delle riflessioni su quanto avevamo appena letto. Quando si è bambini si comprendono con difficoltà alcuni concetti cristiani, ma in ogni caso ci si rende conto, sin da subito, della straordinaria grandezza delle parole e dei messaggi contenuti nel Vangelo. Leggendo il passo sopra citato si è risvegliata in me la voglia di riprendere in mano quel regalo ricevuto tanti anni fa da mia nonna, di rispolverarlo ed aprirlo: mai come ora sento il desiderio di comprenderlo più a fondo.

Claudia Silvestri

43.

Non credo di conoscere abbastanza Gesù perché, secondo me, conoscere molto Gesù è dovuto anche alle esperienze della nostra vita e, man mano, che la nostra vita va avanti si presentano delle situazioni per cui la nostra fiducia in Lui crescerà.

Giada Marinelli

44.

Non credo di conoscere abbastanza Gesù. Penso che nessuno lo conosca del tutto. Saprei molte più cose se avessi letto il Vangelo che, purtroppo, tengo riposto nel cassetto del mobile in salone, è lì ormai da anni. Comunque non escludo che un giorno potrò interessarmene.

Daniele Sambucci

45.

Sinceramente no, prima di fare la Comunione un po’ lo avevo conosciuto, poi mi sono allontanata. Il Vangelo non l’ho mai letto e credo di non averne nessuna copia.

Ileana Meloni

46.

Non ho la presunzione di dire che conosco abbastanza Gesù e, in verità il Vangelo non l’ho mai letto ma Gesù lo immagino come un uomo “buono”, quella bontà che io cerco negli altri e anche in me stessa!! Posso dire che l’esempio che ci ha dato è stato seguito abbastanza dall’uomo che oggi è solo un’arrivista, preso dal denaro e orgoglioso solo della sua superbia e della sua arroganza che porterà l’umanità alla distruzione.

(24)

Lucia Colagrossi

47.

Quando ero piccola andavo a scuola dalle suore, prima di fare ricreazione ci facevano pregare e leggere il Vangelo. Nonostante questo non credo di conoscere Gesù perfettamente, sarei superba a credere il contrario. Tra i libri del mio papà c’è il Vangelo.

Noemi Calabresi

48.

Credo di non conoscere abbastanza Gesù, per quanto mi riguarda lo vedo come una forma non fisica perché ne ho sempre sentito parlare, oppure visto filmati, foto ma non ne ho un’immagine ben chiara però nonostante tutto credo in Lui. il Vangelo l’ho letto molto tempo fa e me ne ricordo ben poco, solo alcune parole di atti che mi sono rimasti impressi. Ne ho una copia nella libreria.

Alessio Pia

49.

Non quanto vorrei ma se conoscere Gesù è amare e rispettare tutto ciò che mi circonda, allora sì, lo conosco profondamente. Più che il Vangelo ho letto la Bibbia e ne ho una copia a casa così che anche i miei figli potranno leggerla e farne una scuola di vita.

Tamara Soles

50.

Anche se in casa ne ho svariate copie, non ho mai letto il Vangelo per conto mio, ne ho sentito parlare, ne ho ascoltato alcuni versi durante la Messa ma, forse per pigrizia, non ho mai sentito il bisogno di approfondire questo argomento ma ho capito che per trovare Gesù in noi stessi ed avvicinarci a Lui, dobbiamo capire il significato profondo delle sue parole; che siano riportate dai discepoli, dai sacerdoti o dalle persone che ci sono accanto.

Valerio Coluzzi

51.

Forse!!! Non ho mai letto il Vangelo personalmente, me lo hanno letto da piccola. Sì, ne ho una copia non ricordo dove.

Anna Spina

52.

(25)

Credo che non si conosca mai abbastanza Gesù, io lo conosco come un uomo buono che ha

sacrificato la sua vita per noi uomini comuni, colui che ci aiuta e ci perdona. In tutta sincerità non ho mai letto il Vangelo, anche avendone una copia in casa ma per un motivo o per un altro non ho mai avuto modo, a parte i versi letti durante la Messa che da qualche tempo frequento più

assiduamente.

Salvatore Carino

53.

Gesù è il figlio di Dio, nato sulla Terra e morto crocefisso per poi tornare in Cielo, ha sacrificato la sua vita per noi e di questo ne dovremo essere sempre riconoscenti. Sinceramente, il Vangelo l’ho letto una volta ma tanto tempo fa, a casa ho la Bibbia.

Martina Torelli

54.

No, non penso di conoscere Gesù perché il Vangelo, sinceramente e non mi vergogno a dirlo, non l’ho mai letto, non ne ho nessuna copia, forse per pigrizia non l’ho mai letto…

Federica Bonanni

55.

Non credo di conoscere abbastanza la storia e le Sacre Scritture ma il significato della presenza, nella nostra vita, di Gesù, sì. Ho letto il Vangelo quando ero bambina, nel periodo del catechismo. L’ho riletto in fase adolescenziale per alcune vicissitudini che mi hanno spinta a cercare una ragione ed un

“credo” invece di buttarmi giù. Ho un Vangelo in scatola nel mio garage.

Sara Mariani

56.

Ho letto qualche versetto del Vangelo solo in occasione della preparazione alla Prima Comunione e lei mi capirà Don Gaetano se non ho dei ricordi limpidi. Credo che nella lettura del Santo Testo siano indispensabili fantasia ed interpretazione per capirne i veri significati. Conosco molto poco Gesù, la sua conoscenza si approfondisce con le esperienze che la vita ci riserva. On ho mai posseduto una copia del Vangelo anche se l’idea mi affascina.

Massimo Trombetti

57.

Credo che per conoscere Gesù prima bisogna amarlo e poi imparare a conoscerlo, anche se al di fuori del catechismo non ho mai avuto modo di leggere il Vangelo penso che sia un ottimo modo per iniziare ad avvicinarmi a Lui.

(26)

Fabrizio De Angelis

Purtroppo esiste il male e il male sono i cattivi comportamenti dell’uomo.

Secondo te, guardandoti attorno e osservando il mondo che ti sta vicino, quali sono le colpe più gravi che potrebbero sciupare i rapporti con Dio, con gli altri e con se stessi?

1.

Sono molti i comportamenti che ogni giorno allontanano le persone da Dio, uno dei più comuni è la diffidenza verso le persone che vediamo diverse da noi, la diversità può essere intesa come diverso colore della pelle, diversi tratti fisici, diversa cultura. Questa diffidenza spesso porta a una vera e propria forma di disprezzo che causa azioni spesso violente verso gli altri. Anche a causa di ciò che ogni giorno si sente in televisione, violenze, omicidi ad opera di stranieri, molta gente vede gli stranieri come individui da evitare, causa soltanto di eventi negativi, senza soffermarsi sulle cose positive della vicinanza con culture così diverse dalla nostra. Tutti questi comportamenti

allontanano da Dio perché uno dei principi importanti ha gli insegnamenti della Chiesa è proprio la tolleranza e il rispetto verso gli altri.

Ilaria Ercolani

2.

Il male esiste in diverse forme e misure ed è presente in qualsiasi momento della nostra

quotidianità. Basta pensare ai 7 peccati capitali che sono, secondo me, tra i peccati più frequenti. Chi non ha mai peccato per “invidia” o per “lussuria”. Questi soprattutto li possiamo facilmente ritrovare in ogni persona ma l’importante è capire e ammettere di avere sbagliato. Per avere un buon

rapporto con Dio, forse, basterebbe considerare l’esistenza delle leggi dettate da lui stesso, i famosi 10 Comandamenti. Chi più, chi meno sono tutti molto importanti, primo fa tutti “amatevi l’un l’altro come io ho amato voi.” È ormai una regola universale dove si esige anzitutto che ciascuno rinunci ad esercitare violenza verso gli altri e dovrebbe valere per tutti gli uomini, mentre ancora si fanno distinzioni di sesso, razza, religione ecc…. Rispetto e amore (fede) manca nell’uomo che rinuncia ad avere un rapporto con Dio ma anche con gli altri e con sé stesso. Al contrario in questo mondo c’è troppo orgoglio e egoismo, che sono la causa di tutti i litigi e le rotture nelle relazioni tra persone.

Martina Giancarli

3.

Guardandomi intorno e spesso ascoltando il telegiornale, si sentono notizie di brutti avvenimenti nel mondo, nella maggior parte dei casi è l’egoismo dell’uomo, la sua sete di denaro e di successo che lo spinge a fare del male agli altri. È più facile fare del male che fare del bene. I nostri interessi

personali prevalgono su quelli degli altri e il cattivo esempio ci è dato anche dalla politica che invece

(27)

di fare gli interessi dei cittadini fa leggi per i loro interessi. Tutto questo male rovina il rapporto tra gli uomini e con Dio, tutto ciò non porta niente di buono anzi porta alla solitudine dell’uomo.

Margherita Petrucci

4.

I comportamenti che portano ad allontanarci da Dio sono molti, quello che mi colpisce di più è l’egoismo della gente. Sono molte le occasioni in cui mi capita di imbattermi in persone che pur di raggiungere i loro scopi, sono capaci di pensare a sé stessi senza tenere conto delle difficoltà in cui ognuno di noi può trovarsi e che, a volte, non ci fa comprendere la fortuna di essere nati sotto una buona stella. Se soltanto ci soffermassimo a riflettere, potremmo renderci conto che sono molti, anzi troppi coloro che soffrono e che, troppo spesso, ci mettiamo ad osservare senza capire l’importanza che potrebbe avere per loro anche un semplice gesto di amicizia.

Marco Ercolani

5.

Secondo me, le colpe più gravi che possono compromettere i rapporti con Dio sono: il non rispettare i Dieci Comandamenti, commettere omicidi, suicidi, e abuso di droghe. Quelli che potrebbero sciupare i rapporti con gli altri sono il parlare male di altre persone e non rispettarle. Le cause che potrebbero sciupare invece i rapporti con sé stessi sono la mancanza di fiducia nelle proprie potenzialità, il vedersi inferiori agli altri e voler somigliare ad altre persone.

Alessio Mastrella

6.

Secondo me i peccati più gravi che sciupano il rapporto con Dio sono quelli che si fanno infrangendo i 10 Comandamenti. Quelli che invece potrebbero sciupare i rapporti con le altre persone sono il non essere sinceri e leali perché queste, secondo me, sono alla base di un rapporto, senza questi due elementi non si crea un rapporto ben fondato.

Claudia Mastrella

7.

Il saper comportarsi sempre con prepotenza ed ignoranza verso le persone più deboli e buone di cuore. Il denaro è la prima cosa che sciupa il rapporto con Dio.

Yuri Andreoni

8.

Guardandomi intorno vedo molta cattiveria, che ci porta a diffidare dal prossimo, con l’idea che facendo del bene si possa ricevere del male. In realtà non è così, leggendo testi religiosi e ascoltando

(28)

le Parabole che dicono “accogli il tuo prossimo come te stesso,” ovvero aprirsi con gli altri e condividere le proprie idee, non isolandosi in cattività. Alcuni pensano che l’unico modo per stare bene è stare da soli e pensare a sé stessi, senza fede in qualcosa, questo è uno dei tanti motivi che possono sciupare i rapporti con Dio.

Francesco Florio

9.

Sono tanti (forse troppi) i comportamenti che l’uomo dovrebbe evitare, questi ultimi trovano le loro radici nel passato, o meglio, nella scia omertosa che li racchiude tuttora. Infatti, la poca attenzione, nonché coscienza, delle nostre azioni ci conduce a demonizzare a priori questioni al momento irrilevanti che in futuro, però, potrebbero rivelarsi gravi. Per esempio, anche il fenomeno del bullismo nelle scuole spesso viene preso alla leggera, non se ne parla abbastanza e il contagio si allarga. Quindi mi chiedo, nella maggior parte dei casi, di che genere saranno i comportamenti futuri di questi ragazzi? Che esempio daranno ai loro figli? ad un certo punto si perderà la razionalità, non si scinderà più il bene dal male, e tutto questo perché non si è lavorato abbastanza

psicologicamente. Noi ragazzi siamo il futuro, quindi che qualcuno ci dica cosa è bene e cosa è male.

Arrivata a questo punto non lo so più.

Arianna Ognibene

10.

Sicuramente gli omicidi, l’odio verso le persone, il razzismo sono delle colpe gravi che rappresentano il male, se così si può definire. Ma bisogna pur sempre considerare gli antefatti della persona che compie tutto questo. Si può considerare una colpa grave anche l’egoismo, il rifiuto di aiutare e di non ascoltare che ti sta attorno. Considero quindi colpa chi si rifiuta di ascoltare l’altro, chi vive solo per sé stesso. Ma quello più grave è certamente l’omicidio, quell’atto che porta all’uccisione di una persona.

Silvia Pontecorvi

11.

Sì, purtroppo il comportamento degli uomini, in questo periodo, stanno portando tanta sofferenza e male nel mondo, ad esempio le guerre e le violenze nell’ambito familiare.

Gianmarco Cantalini

12.

Le colpe più gravi che un uomo può avere sono tante e di ogni genere che possono ridurre il rapporto con Dio in maniera tale che una persona non crede più in nulla. Una delle cause, ad esempio, sono gli incidenti in restano uccise intere famiglie e per questo motivo la gente da la colpa a Dio.

(29)

Alessio Bagaglini

13.

Secondo me, non ci sono parole per descrivere quello che sta accadendo nel mondo. Guardandomi intorno, però, penso che i cattivi comportamenti dell’uomo ci sono sempre stati e adesso sono peggiorati perché per quello che sta accadendo nel mondo le persone ormai non pensano più a niente, la loro vita è stata già rovinata con la crisi che c’è adesso.

Jessica Tani

14.

Il male esiste purtroppo, nell’uomo c’è tanta cattiveria, non si rispetta il prossimo, si uccide con facilità per rubare anche pochi soldi. I Matrimoni finiscono per tradimenti, non ci si rispetta l’uno con l’altra, non c’è più morale. Si va poco in Chiesa e non ci si confessa più. Sono cattivi

comportamenti verso Dio, non abbiamo più la coscienza che ci aiuta ad evitare di fare cose cattive agli altri e a rispettare le cose che Dio ci ha insegnato per avere un buon cammino da buon cristiano.

Fabiola Tani

15.

Il male esiste perché esiste anche il bene. Sono molti i comportamenti che fanno allontanare da Dio, ad esempio quando viene uccisa una persona, quando non si rispettano gli altri e molti altri ancora.

Quando si agisce, secondo me, in alcuni casi bisogna riflettere di più e pensare alle conseguenze.

Elisa Rovetto

16.

Purtroppo il male esiste, spesso a noi si presenta in diverse situazioni. Secondo me, per sciupare i rapporti con Dio si bestemmia il suo nome, per sciupare i rapporti con gli altri spesso ci si prende in giro o ci si offende. Ma anche secondo me il male è presente dentro ognuno di noi.

Noemi Raponi

17.

Secondo me, le colpe più gravi nel comportamento dell’uomo sono la maleducazione, il mancato rispetto verso gli altri, il non saper ascoltare ma solo giudicare.

Leonardo Cantagallo

18.

(30)

Secondo me, la colpa più grave è l’indifferenza. Infischiarsene di tutto e tutti, fregarsene di quello che succede agli altri e pensare solo a sé stessi, non è forse questa la cosa peggiore? Questo porta ad essere freddi con gli altri, nei confronti di Dio e anche con sé stessi. Anche inquinare l’ambiente è simbolo di menefreghismo e di ignoranza, poiché rispettarlo ci può solo giovare mentre inquinarlo porta malattie per quelli che lo provocano, compresi noi. Non dare una mano a chi ne ha bisogno ma ignorarlo completamente è un altro dei tanti esempi di quanto la cosa possa essere terribile. Quindi, per me, l’indifferenza è la maggiore offesa che si possa fare e non è poi così diversa dalla stessa freddezza che usa un assassino per uccidere.

Lisa Trombetti

19.

Di colpe ce ne sono tante ma per me le principali sono due:1- andare a Messa e poi dimenticare ciò che si è detto una volta usciti dalla Chiesa; 2- tradire una persona facendola soffrire. Per me sono le più importanti perché la gente manca di rispetto e per poter avere buoni rapporti con Dio e gli altri bisogna avere più rispetto per il prossimo e per la nostra fede.

Francesca Maone

20.

Se guardiamo intorno a noi, ci accorgiamo che il male sta un po’ dappertutto, specialmente nel comportamento di noi, esseri umani, nessuno rispetta più niente, c’è violenza, egoismo e ognuno di noi vuole fare solo le cose che portano giovamento solo a noi stessi e se facciamo del male a qualcuno non ci interessa niente. C’è violenza, questo lo sentiamo ogni giorno in TV, figli che

ammazzano i genitori, genitori che ammazzano i figli, questo secondo me è il male. Questo è un male verso l’uomo e verso Dio perché così facendo non si rispettano gli insegnamenti che lui ci ha dato.

Andrea Borro

21.

Al giorno d’oggi ci sono molte persone che fanno dei peccati molto gravi; basta accendere la Tv e guardare il TG che parlerà delle guerre che ci sono nel mondo che portano le persone ad uccidere solo per interessi di ricchezza. Succedono anche altri fatti, per esempio, sentivo al TG che un padre ha gettato il figlio nel Tevere, mi chiedo se questo può essere un gesto da persone umane e, soprattutto, quando ci sarà un processo ci sarà una persona che lo difenderà, allora visto che non c’è una giustizia terrena mi aspetto quella divina che però arriva raramente. Nel vedere questi avvenimenti e soprattutto nel subire certe cose, la gente si allontana dalla fede. Secondo me una giustizia divina arriverà ma dopo ciò che accade non è facile crederle.

Giacomo Santini

22.

Sicuramente penso che tutti siamo a conoscenza delle cattive azioni che l’uomo compie

attualmente. Per quanto mi riguarda, invece, mi fa allontanare da Dio il giudizio nei confronti delle

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