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Per te cosa significa credere in Dio? Quanto spazio ha nella tua vita la superstizione?

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Academic year: 2022

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Per te cosa significa credere in Dio?

Quanto spazio ha nella tua vita la superstizione?

1.

Per me credere in Dio significa non solo avvicinarsi al Signore esclusivamente nei momenti più difficili ma vuol dire avere sempre un “Compagno” che mi sostiene e mi segue lungo il cammino della vita.

La superstizione ha un influenza negativa se ci si crede completamente. Personalmente sono abbastanza superstizioso anche se so che superstizione è sinonimo di fede senza fondamento.

Manuel Mastrostefano

2.

Io mi ritengo un cristiano e credente in Dio. Secondo me credere in Dio significa affidargli la propria vita, avere qualcuno che ti protegga in ogni momento, e questo entra in contrasto con la superstizione; poiché secondo me la vita e automaticamente i casi che la riempiono vengono gestiti in prima persona da Dio e successivamente da noi. Non credo che basti un gatto nero che ci attraversa davanti o il semplice fatto di passare sotto una scala per farci accadere qualcosa di brutto nella nostra vita, siamo noi che la gestiamo e Dio che ci aiuta e ci protegge. Secondo me la superstizione è un’invenzione della società, e noi fin da piccoli siamo cresciuti con questa idea e

Matteo Trenta

3.

Credere in Dio vuol dire sapere di avere qualcosa nel proprio cuore che ti accompagna sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà. Qualcosa che ti sa portare verso la luce e non verso il tramonto.

Credere in Dio vuol dire speranza e vita. E’ qualcosa che ti attrae fino a portarti da essa. Chi crede sa di trascorrere la propria vita in pace avendo la consapevolezza e la sicurezza di avere qualcuno che ti protegge e ti consola sempre. Questo vuol dire per me credere in Dio. Per quanto riguarda la superstizione posso affermare che ha uno spazio irrilevante nella mia vita. la superstizione non riesce in alcun modo a scalfire il mio essere e il mio agire.

Andrea Roma

4.

Per me credere in Dio vuol dire prima di tutto non bestemmiare, poi vuol dire non avere paura della morte perché so che dopo ci sarà una vita più bella di quella terrena e, infine, credere in Dio significa avere fede. Nella mia vita la superstizione a pochissimo spazio, infatti io non ci credo.

Fabio D’Adamo

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5.

Per me credere in Dio significa fidarsi di qualcuno che in qualsiasi momento della nostra vita è presente in positivo e in negativo. Dio è un punto di riferimento nella vita quotidiana, è un aiuto e mi da la giusta forza per affrontare qualsiasi problema. La superstizione nella mia occupa poco spazio, ma penso che sia un rifugio nei momenti di crisi per cercare un lato positivo.

Andrea Catenacci

6.

Per me credere in Dio significa sapere tutto su di lui anche se non ci sono informazioni solide ben precise, vivere nel migliore dei modi seguendo alcune “regole” che Dio ha deciso. Per credere in Dio secondo me bisogna soprattutto credere in un’altra vita dopo la morte. Per quanto riguarda la superstizione non ha molta importanza nella mia vita.

Damiano Leoni

7.

Io a Dio ci credo e non ci credo per vari motivi… La superstizione nella mia vita conta poco perché per esempio che il numero 666 sia il numero del diavolo ma io non ci credo, per me la gente lo dice e crede a tutto quello che sente.

Alessio Carapellotti

8.

Per me credere in Dio rappresenta una forza. Una forza che mi spinge ad andare avanti su cui fare riferimento in ogni momento. In Dio ci si può nascondere. Nascondersi dietro una persona magnifica che di noi ha la massima comprensione. Nella mia vita la superstizione occupa ben poco spazio. Lo spazio che viene occupato è rubato non da vere superstizioni ma di credenze culturali istintive che vengono praticate da moltissimi anni, simili a delle abitudini, come l’attraversamento di un gatto nero davanti l’auto.

Francesco Cerci

9.

Secondo me credere in Dio significa: amore per il prossimo e per Gesù; credere in un proprio ideale, in una propria idea, significa credere in ciò che si pensa, amare ciò che si ha, significa sacrificarsi, significa essere consapevoli degli sbagli, dei peccati che si sono commessi. Per me questo significa credere in Dio, di sicuro qualcuno non la vedrà come me ma questo è il mio pensiero. Nella mia vita io non do molto spazio alla superstizione. Secondo me le superstizioni sono una specie di “detti” usati dalle persone per spaventare altre persone, altri che potrebbero coincidere con cose accadute ad altre persone nella realtà vengono visti come gesti scaramantici. Secondo me se una cosa deve succedere,

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succede e basta, perché è il fato a determinare il succedersi delle cose e noi non ci possiamo fare niente perché il fato non si può cambiare.

Paolo Ponzo

10.

Per me credere in Dio significa avere un punto fermo, una credenza, una fede forte e fondata per un essere superiore e onnipotente accettato dalla collettività; in questo caso il nostro Signore.

Magari ci possono essere diversi tipi di fede, una fede costante e attenta, una fede discontinua per chi magari ha poco tempo o poca voglia e chi non ha proprio più fede per ciò che gli è successo o per qualche disgrazia che lo ha colpito. Fatto sta che, a mio parere, coloro che hanno fede sono più forti anche perché hanno sempre un appoggio morale, un consiglio, un aiuto in ogni singolo momento della vita, bello o brutto che sia, qualcuno con cui poter condividere gioie o dolori. Ecco per me credere in Dio significa questo e sinceramente è bello. Io personalmente non è che non credo in Dio, più che altro non gli dedico attenzione, un po’ per mancanza di tempo, un po’ per mancanza di voglia. Passando al discorso della superstizione, direi che nella mia vita non occupa molto spazio, e non la ritengo affatto importante anche se non posso negare che talvolta la “utilizzo” se così si può dire. Ma il suo utilizzo non è dettato dal fatto che ci creda ma dal fatto che sono tradizioni popolari tramandate da generazione in generazione fino a noi, entrate a far parte della nostra vita e il nostro modo di fare.

Simone Di Luzio

11.

Per me credere in Dio significa cercare di comportarsi bene con gli altri, non fare del male al nostro prossimo. Io non sono molto superstizioso non leggo gli oroscopi, non mi fermo se vedo attraversare un gatto nero, ma vedo che molti miei amici ci credono.

Federico Rossetti

12.

Per me credere in Dio significa avere una persona che ti sta sempre vicino in ogni cosa che fai e puoi contare su di lui.

Per me la superstizione non ha un valore grandissimo, per dirla tutta io non ci credo! Faccio un esempio: il gatto nero che ti passa davanti mentre guidi o cammini dicono che porta sfortuna, secondo me se ti deve succedere qualcosa succede anche se non passa il gatto nero.

Chiara Di Franco

13.

Credevo in Dio fino a qualche anno fa, ora non so più cosa vuol dire crederci veramente. Nella mia vita la superstizione non ha nessuno spazio perché non credo in queste cavolate.

Valentina Cascapera

(4)

14.

Io credo. Viene definita superstiziosa la persona che crede in cose soprannaturali, sciocche e ridicole. Difficilmente si ammette di essere superstiziosi. Io non sono superstizioso, le cose accadono perché ognuno ha il suo destino.

Matteo Milicia

15.

Credere in Dio per me significa saper amare, aiutare chi ne ha bisogno, stare in pace con sé stessi e con gli altri. La superstizione nella mia vita conta dalle circostanze.

Lucia Favale

16.

Per me credere in Dio significa avere la fede e la speranza che ci sia una vita anche dopo la morte. La superstizione nella mia vita non ha nessuna importanza.

Giada Cantalini

17.

Dio per me è un punto di riferimento, un’entità da sentire al proprio fianco, a cui rivolgersi nei momenti di bisogno, qualcuno a cui rivolgere le tue speranze, le tue preghiere e con cui sfogarti quando non riesci a spiegare le brutture della vita. ecco questo è per me credere in Dio. La superstizione nella mia vita ha molto spazio. Non perché ci creda pienamente ma nel quesito crederci o no preferisco non trascurarla.

Alessio Casentini

18.

Credere in Dio non è semplice, le persone si avvicinano a Dio nei momenti più difficili da superare. A credere in Dio ci sono arrivata in un momento di felicità grazie alla voglia di cambiare la mia vita ed essere libera di prendere decisioni senza i condizionamenti che da quando siamo venuti al mondo ci accompagnano e ci fanno dimenticare chi siamo e che cosa vogliamo fare, ovvero l’influenza dei genitori, della scuola e degli amici. Non è mai né troppo tardi, né troppo presto per cambiare cogliendo sia le sfumature che i colori intensi della vita e per me Dio è lì.

Io non sono superstiziosa.

Ferri Sara

19.

(5)

Credo in Dio e nei suoi insegnamenti. Per me credere in Dio significa essere fedeli al nostro creatore e a colui che ci indica la via giusta da seguire. Non sono una persona superstiziosa.

Cesarano Francesca

20.

Per me credere in Dio significa credere in qualcosa di superiore a me e a tutto quello che ci circonda, soprattutto nei momenti più difficili e particolari della vita, dove credere nei poteri divini che Dio possiede da agli uomini la forza di andare avanti. La superstizione non ha un ruolo importante nella mia vita, prima ero molto più superstiziosa ma, con il passare degli anni ho capito che per la maggior parte delle volte siamo noi gli artefici del nostro destino.

Simoncelli Giulia

21.

Per me Dio è mio padre, mia madre, io e i miei fratelli e tutta la comunità; è il sole che mi sveglia al mattino e la luna che mi da la buona notte; è l’essenza del bene, del buono e del fare bene a tutti, perciò Dio è seguire le sue parole. Io non sono superstiziosa, se qualcosa deve accadere non c’entra un povero gatto nero o perché mi si è rotto uno specchio, ma molte volte è il destino o meglio, siamo noi a creare il nostro destino.

Corsetti Stella

22.

La superstizione nella mia vita non ha nessuno spazio perché non ci credo molto.

Tani Walter

23.

Per me credere in Dio significa avere un punto di riferimento nella vita e sapere a chi confidarsi nei momenti più difficili. La superstizione nella mia vita ha poco spazio.

De Gregori Diego

24.

Credere in Dio, secondo la mia opinione di cristiano, è molto importante. Molte volte vivere nel suo pensiero mi da la forza di oltrepassare ostacoli che per me sono molto difficili. Quando ho una difficoltà nella mia mente invoco il suo nome. Allora sembra che ogni ostacolo diventa facilmente sormontabile. Dio è sempre presente nella mia vita ma anche in quella degli altri. È quella forza che vive in ognuno di noi e ci permette di affrontare le avversità più serenamente. Nella mia vita non esiste alcuna superstizione perché tutto ciò che mi accade è sempre voluto dalla volontà di Dio e trovo assurdo che molte persone diano ad alcuni oggetti poteri “soprannaturali”. Io penso che la

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superstizione abbia avuto la sua espansione nei secoli scorsi, ma purtroppo ancora oggi è nelle usanze di molti.

Rossetti Giacomo

25.

Per me significa credere in qualcosa di puro e perfetto che sa perdonare e porgere l’altra guancia…la speranza che dopo la morte ci sia qualcos’altro. La superstizione nella mia vita: penso che bisogna prendere dalle religioni i principi e i valori che possono portare ad una sana convivenza.

Zarra Federica

26.

Sinceramente non saprei proprio come definire il significato di credere in Dio. Spesso però mi è capitato di sentire persone dire che loro non credono in Dio perché non hanno ottenuto nessuno favore o nessun miracolo; secondo me si sbagliano di brutto. Non bisogna credere in Dio solo per miracolo ricevuto; Dio i miracoli li fa ogni giorno, basti pensare ad una mamma sola, separata che tutte le mattine si alza e porta i propri figli a scuola, va a lavorare e dopo il lavoro torna a prendere i propri figli e magari dopo aver preparato loro il pranzo li accompagna a fare sport. Un miracolo è vedere un bambino che aiuta un cieco ad attraversare la strada. Per me credere in Dio è vivere, anche se si ha una vita non troppo felice. Credere in Dio significa superare i problemi e non tirarsi mai indietro. Per quanto riguarda la superstizione è un argomento che non mi riguarda perché non ci credo e a volte provo fastidio quando le persone la manifestano in mia presenza.

Ponzo Dario

27.

Credere in Dio secondo me vuol dire credere in qualcuno che veglia e veglierà su di me anche quando commetterò degli sbagli, perché poi saprò imparare da questi. la superstizione secondo me non ha niente a che fare con Dio, ma soltanto con il bisogno di avere qualche speranza in più nei momenti difficili. Nella mia vita non gli do molta importanza, ogni tanto però quando mi capita nelle mani l’oroscopo ci do un’occhiata, però non mi faccio condizionare la vita da un foglio di giornale.

Tomassini Francesco

28.

Credere in Dio per me è amore; amore verso gli altri; amore per il prossimo. In quanto alla superstizione, io non lo sono in maniera esagerata.

Abbondazieri Luca

29.

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Credere in Dio potrebbe avere molti significati, infatti per molte persone Dio è considerato come un’entità superiore da cui l’uomo si sente protetto e a cui non può rinunciare. Invece, per me credere in Dio significa avere tolleranza verso il prossimo, aiutarlo e capire i suoi problemi al fine di dargli un aiuto per risolverli. Nella mia vita la superstizione non ha un ruolo importante e, forse, mai lo avrà.

Di Fabio Federico

30.

Per me credere in Dio significa avere fede, cioè credere in lui anche non potendo provare la sua esistenza ed anche avere rispetto per il prossimo: come diceva Gesù “Rispetta il prossimo come rispetti te stesso”. Io non credo nelle superstizioni.

Di Fabio Simone

31.

Per me credere in Dio è una cosa bella che nasce dal profondo del mio cuore. È la mia guida, la spalla su cui piangere, ti da la forza di rialzarti in piedi se sei giù. Lui è sempre accanto a me. Non credo nella superstizione, le cose se devono succedere succedono e basta.

Boccabella Patrizio

32.

Il mio livello di maturità ancora non mi ha portato a capire il vero significato di credere in Dio, ma sentire i discorsi degli altri mi fa capire che credere in lui porta speranza nella vita quotidiana. Nella mia vita non c’è spazio per la superstizione perché credo nelle cose concrete e non in quelle fantasiose.

Bongianni Paolo

33.

Credere in Dio per me significa avere fede come lui ha insegnato ai suoi seguaci e alle comunità cristiane, e cioè avere un’ancora di salvezza nel bene e nel male. Non basta ricevere i sacramenti per essere un credente se poi non si applicano gli insegnamenti che Dio, per mezzo di suo figlio Gesù, ci ha insegnato. La misericordia di Dio è infinita. Nella mia vita la superstizione non ha spazio: non credo nei maghi, nelle dicerie, prendo la mia vita come viene giorno per giorno.

Perfetti Danilo

34.

Per me significa credere in colui che ha creato la vita. Credere in Dio è imparare ad amarlo ed innamorarsene; è scoprire tutta la verità su di lui mettendosi in contatto tramite le preghiere; è permettere che in suoi insegnamenti siano una delle cose più importanti nel nostro cuore. Se sei un credente devi avere fiducia totale in lui e nelle sue promesse. Per quanto riguarda la superstizione,

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per me non ha molto valore. Al contrario, mi fa ridere il pensiero di qualcuno che pensa di avere una giornata sfortunata poiché un gatto nero gli è passato davanti alla macchina o perché ha rotto uno specchio.

Lupi Gianluca

35.

Per me credere in Dio è quando due persone si avvicinano tra loro nei momenti più difficili cercando una risposta ai loro problemi. Inoltre significa credere in un’entità suprema e superiore che può cambiare i nostri destini e decidere la sorte di ogni individuo. La superstizione ha poco spazio nella mia vita poiché non credo nella premonizione di avvenimenti che accadranno in futuro.

Prosperi Edoardo

36.

Per me credere in Dio significa riconoscere una presenza superiore all’uomo che dall’alto sorveglia, osserva e “controlla” il comportamento di ogni uomo senza però influenzarlo troppo e lasciandogli la libertà di decidere, di sbagliare, di pentirsi. Inoltre, credere in Dio significa avere la consapevolezza di un punto di riferimento, di aiuto e di conforto nelle varie situazioni difficili o meno difficili che si sono presentate, si presentano e si presenteranno durante il “cammino” della mia vita.

Nella mia vita non c’è molto spazio per la superstizione, ma qualche volta ammetto di aver fatto degli scongiuri istintivamente, senza rifletterci troppo. Quindi, non penso di essere molto superstiziosa perché mi capita più spesso di pregare in silenzio piuttosto che compiere atti scaramantici.

Criveller Viviana

37.

Credere in Dio secondo me significa avere fede. Fede non vuol dire andare in Chiesa tutte le domeniche, ma avere fiducia. Avere fiducia in qualcuno che non si può vedere, ma che c’è e ci accompagnerà nel nostro percorso. Non sono molto superstiziosa, tuttavia a volte mi piace credere che ci sia un destino che mi spinge a fare certe azioni.

Fangucci Valeria

38.

Per me credere in Dio significa fare di Dio il filo conduttore della mia vita e rispettare ed aiutare il prossimo per vivere serenamente. La superstizione ha uno spazio molto esiguo nella mia vita, quasi pari allo zero.

Cozzolino Federico

39.

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Per me credere in Dio significa avere una speranza nel domani, avere qualcosa in cui credere, in cui sperare, anche perché la speranza è l’ultima a morire. La superstizione nella mia vita non occupa nessuno spazio. Io non sono superstiziosa per niente, non credo a tutte quelle scemenze a cui la gente fa caso. Non credo siano cose a cui dare tanto peso, ci sono cose peggiori a cui pensare, per esempio quei poveri bambini di Haiti che hanno una casa, una famiglia, un’istruzione, qualcosa per mangiare, mentre c’è chi disprezza le cose che ha davanti e gli vengono date con molta facilità. Queste sono cose importanti a cui si deve pensare per cercare di contribuire a dare una mano e non credere alle superstizioni che per me non hanno nessun significato.

Felici Silvia

40.

A mio parere, credere in Dio non è come tutti pensano, cioè affidarsi ad una persona e rispettare le sue regole solo perché è simbolo della religione. Per me Dio non è nient’altro che una figura molto particolare che sa ascoltare, perdonare, punirti se ce n’è bisogno, ma è anche una figura che percorre con te il tuo percorso, cioè la tua vita fatta di gioie e tristezze, di scelte giuste e sbagliate che ti aiutano a crescere e ad avere sempre più fede in questa figura, astratta ma assai importante nella vita di ognuno di noi. Dio è una figura amichevole nella mia vita che mi aiuta a percorrerla, sempre nella maniera più giusta. Proprio perché io credo in Dio non posso dar spazio alla superstizione nella mia vita. La superstizione non è altro che un insieme di credenze irrazionali che ti trasportano al di fuori della vita reale, facendoti credere a cose senza senso logico e razionalità. È proprio per questo che non credo nella superstizione e preferisco vivere la mia vita accanto alla fede che ho per Dio.

Carapellotti Eleonora

41.

Per me credere in Dio significa avere un punto di riferimento nei momenti del bisogno e non solo. Io non credo alla superstizione.

Sambucci Pierluigi

42.

Credere in Dio significa fidarsi di qualcuno in qualsiasi momento positivo o negativo della nostra vita. È un punto di riferimento che ci affianca nel percorso della nostra vita. Credere in Dio e ricevere la Cresima è per avere più forza e per comportarci in modo umano. Nella mia vita la superstizione non ha tanto spazio, cioè per me non conta tanto.

Stangoni Lorenzo

43.

Per me credere in Dio significa credere in qualcosa che sinceramente non so cosa sia, ma è quella cosa a cui si pensa e a cui si parla nei momenti felici e infelici della propria vita. Quando abbiamo bisogno di un conforto, lo possiamo trovare solo in noi stessi; quindi, secondo me, ognuno di noi ha

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Dio “dentro” di sé, l’importante è saperlo ascoltare. Io non credo nella superstizione, perché credo che ognuno si crei la propria fortuna e sfortuna con i gesti che ogni giorno condizionano la propria vita.

Bruffa Diego

44.

Più che una credenza, la mia è una speranza. Infatti ho sempre pensato che è difficile credere in qualcosa di cui non si ha la certezza. Per questo Dio in me rappresenta una figura mite e vaga. La superstizione, invece, è diventata ormai una credenza di molti e a volte anche io mi faccio prendere da questa “invenzione”.

Ferraglioni Lorenzo

45.

Per me credere in Dio è spiegare ciò che non si può spiegare concretamente. Il significato principale è che ti da fiducia, ti da sicurezza e ti da la forza di andare avanti. Nella superstizione credo molto, devo dire che occupa il 40% nella mia vita.

Mastrella Alessio

46.

Per me Dio è un punto, un qualcosa, una persona a cui nel momento del bisogno posso chiedere o sperare o ringraziare per qualcosa andata bene. Ci sono stati dei momenti particolari in cui ho sperato nel suo aiuto, ma le cose non sono andate come speravo e pensandoci bene Lui non poteva fare niente per aiutarmi, ma almeno grazie a Lui ho avuto la forza di sperare che andasse diversamente. Ho continuato lo stesso a crederci perché mi serviva qualcosa per mandarmi avanti, penso che Lui mi abbia mandato una persona che non c’entrava nulla con quello che stava accadendo per aiutarmi. E ogni giorno ringrazio Dio per avermela fatta conoscere. Io non credo nella superstizione perché, secondo me, la fortuna viene da sola e non servono amuleti o fare cose dette “antisfiga”.

Giulia Giammatteo

47.

Io personalmente, non ho idee chiare su “Dio” (come persona), perché non ho mai ricevuto risposte a molte domande che ancora oggi si presentano nella mia vita. Ma nonostante tutto credo che sia giusto avere una fede in cui fare riferimento. Nella mia vita la superstizione non ha grande significato perché, secondo me, se dovessimo dar conto alla superstizione non vivremmo più…

Sofia Sambucci

48.

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Per me credere in Dio vuol dire credere nell’esistenza di un essere superiore a noi con cui confidarsi e farsi aiutare spiritualmente nei momenti difficili. Nella mia vita la superstizione non occupa nessuno spazio perché io non credo alla magia.

Alessandro Cianfoni

49.

Per me credere in Dio significa credere al creatore del mondo, colui che ha creato tutto ciò che ci circonda, una persona che sta molto ma molto più in alto di noi e spero che ci aiuti. La superstizione non ha molto spazio nella mia vita, anche perché non sai mai se crederci o no.

Valentina Sambucci

50.

Per me credere in Dio è avere un compagno sincero su cui poter fare affidamento sia nei momenti belli che brutti, che hanno fatto, che fanno e che faranno parte del percorso della mia vita.

Ha poco spazio, ma non comporta una deviazione del mio credere cattolico.

Matteo Moroni

51.

Secondo me credere in Dio significa avere un appoggio per ogni cosa, avere sempre qualcuno che ti ascolta, che ti perdona e ti aiuta a riflettere. Riguardo la superstizione, secondo me sono credenze popolari, non gli do molta importanza.

Claudia Fortini

52.

Per me credere in Dio vuol dire appoggiarmi moralmente su una forza superiore che mi aiuta.

Nella mia vita non c’è spazio per la superstizione perché non sono una persona che si lascia c condizionare da queste cose.

Roberta Campoli

53.

Rispettare i 10 comandamenti e cercare di vivere una vita onesta e dignitosa per crescere i propri figli con dei principi sani e giusti. La superstizione per me non conta, le cose che devono succedere succedono e basta perciò non sono una persona superstiziosa.

Giuseppe Moretti

54.

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Credere in Dio significa avere fede, quindi fidarsi di qualcuno che comunque in qualsiasi momento positivo e negativo della vita è presente e ci affianca. Inoltre significa avere un punto di riferimento che ci affianca durante il percorso della vita. credere in Dio e ricevere la Cresima significa avere più forza per affrontare quotidianamente quei momenti che la vita ci riserva.

La superstizione è un modo per rifugiarsi nei momenti di crisi.

Priscilla Cellucci

55.

Avere un punto di riferimento, sempre presente, nella propria vita. Io non sono eccessivamente superstizioso.

Stefano Andreoli

56.

Per me credere in Dio significa avere un appoggio nei momenti difficili. Nessuno spazio perché non credo nella superstizione.

Alessandro Cioccari

57.

Per me significa credere nella creazione del mondo. Nella superstizione ci credo abbastanza.

Michael Giuliani

58.

Significa credere nella nostra esistenza.

Abbastanza da farmi pensare sulle cose.

Federico Soprano

59.

Per me credere in Dio significa credere in un’altra vita dopo la morte perciò credere in Lui significa anche non avere paura di niente perché ci proteggerà sempre.

Nella mia vita la superstizione conta molto poco quindi occupa solo un piccolissimo spazio.

Gabriele Mastrantonio

60.

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Per me credere in Dio significa sapere che con me c’è sempre qualcuno che mi supporta e mi aiuta e lo credo veramente perché, fortunatamente, nella mia vita fino ad ora non ho mai avuto un grosso trauma o una grande perdita.

Negli ultimi anni veramente in alcuni casi la superstizione ha preso il sopravvento però so anche essere razionale quanto basta.

Paolo Chiaretti

61.

Credere in Dio significa avere fede, credere in Lui, avere la speranza, sentirsi protetti e amati, credere anche quando tutto va male. Non sono minimamente superstiziosa ma credo alle coincidenze;

nulla accade per caso e una parte del nostro destino è già scritta, l’altra è nelle nostre mani. C’è una cosa in cui credo fortemente però, sono i miei sogni. Spesso ho sogni premonitori. Da bambina questa mia forte sensibilità di percepire prima qualcosa che sarebbe accaduto, mi spaventava e mi faceva vivere male, oggi è diverso, sono più serena perché consapevole di non poter cambiare le cose anche se le avverto prima.

Federica Cerasti

62.

A dire la verità non lo so neanche io! Credere in Dio oggi come oggi è una bella impresa! Io prima di compilare questi fogli, soprattutto quelli inerenti la Chiesa, ho chiesto al parroco quello che avrei

“potuto” scrivere proprio perché ho un’idea tutta mia a livello di fede. Per farla breve posso dire con fermezza che io “credo” e che ho “fede” però credo in qualcosa che non è detto debba essere una statua, un quadro, un libro (Bibbia), sono certa che qualcosa di immenso, superiore a noi esista, non per questo io prego, ringrazio, parlo ecc. con qualcuno o qualcosa e spesso mi anche risponde!!

Superstizione? Credo sia sempre un qualcosa alla quale “bisogna credere,” o meno. Forse è un modo come un altro per sapere che non ci accada mai qualcosa di brutto? Comunque io non lo sono.

Elisa Burelli

63.

Per me significa credere in qualcosa o qualcuno che è al di sopra di noi e che aspetta da noi una conversione attraverso una preghiera. Mi rendo conto però che interpello Dio nel momento del bisogno e quando la mia sofferenza è passata non lo ringrazio neanche. Ho per abitudine la sera, prima di dormire, di fare la preghiera della buona notte. Non do molta importanza alla superstizione perché altrimenti vivrei piena di paure.

Natascia Quaglierini

64.

Non sono qui per nessuno dei motivi elencati: né perché “spinta” da parenti, né per “togliermi il pensiero,” né perché devo sposarmi. Posso però ammettere di essere qui per ascoltare, nonché

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provare ad imparare magari qualcosa di assopito nella mia testa e cuore. Sostanzialmente quindi, vi è una qualche sottile speranza che vorrebbe emergere o essere destata, prescindendo dal Sacramento che prenderò o meno. Alla domanda sul cosa significa credere in Dio per me, anzi ne ho la certezza:

farò storcere il naso su ciò che sto per scrivere. Da piccola ricordo di essere stata terribilmente e segretamente credente in Dio, non praticante, ma tremendamente attaccata alla figura di un qualcosa di onnipotente nonché immensamente puro. Ero solita venerarlo nelle vesti di una sorta di mio

“migliore amico,” o amica nel caso della Madonna. Un qualcosa di tanto puro, inviolabile, buono e protettivo, da scatenare in me la sete di rifugiarmi in tutto ciò. Sì ecco, credo che sia stato questo per me principalmente: il mio rifugio magico e indistruttibile. Potevo parlare, chiedere, pregare, credere in qualsiasi cosa la mia testa avesse bisogno in quel momento di condividere con Dio. Purtroppo con il tempo, magari vivendo determinate esperienze, ho perso il gusto ad auto-proteggermi in questo rifugio magico, non riuscivo più a sentirmi protetta in quel silenzio riempito dalla mia voce e palpiti.

Attualmente il “credere in Dio” temo di ridurlo ad un forse banale cliché del ritenere che Dio sia in ognuno di noi, di come bene e male sia innato in ogni cuore, e di come ogni cuore decida di alimentarlo in svariati modi e forme. Ora come ora non riuscirei proprio ad accettarlo come una figura “sopra ogni cosa” come un eterno osservatore impassibile alla bontà o crudeltà dell’uomo, uno spettatore imparziale che dopo averci donato l’esistenza e la forma, rimane nel suo “rifugio magico.” D’altra parte rileggendo ciò che scrivo, mi scopro anche sottilmente arrabbiata per tutto questo, come se…

ancora con la mentalità da piccolina tentassi di ricercare quell’accogliente protezione invisibile. Per questo ho asserito che forse la mia unica consolazione è il sentirlo nell’uomo stesso e non in una divinità da venerare. Per me è l’uomo ad essere perfetto o pessimo nel suo agire. Ed è tramite l’uomo che posso riempirmi di luce o oscurità, attraverso le mie e sue azioni. È l’uomo ad essere degno di tutta la stima possibile per il suo eterno affrontare la vita in ogni suo colore.

Livia Franzoni

65.

Molte persone che credono in Dio,per loro significa:andare in Chiesa,pregare tutti i giorni e credere a tutto ciò che è scritto nella Bibbia o nel Vangelo.

Per me credere in Dio significa:credere in una persona non divina,non onnipotente,non creatore di tutto l’universo,ma semplicemente ad una persona che ha dedicato la sua vita all’amore, all’insegnamento ,allo stare bene con se stessi,io credo in Dio come una persona giusta che voleva dare un consiglio,un esempio di un modo di vita puro…e di trasformare il male o l’odio,in bello.

Per me Dio è la vita,è la forza,è come una tela bianca che tu man mano che trascorri

la vita,decidi se colorarla di fantastici colori o fare un quadro in bianco e nero.

Per me credere in Dio è credere in una persona che ha colorato la sua tela con fantastici colori e la gelosia di chi non lo ama, è stata a distruggergli il suo quadro(la sua vita).

Perché si sa che non è facile sempre avere una visione positiva di tutto.

Guglielmo Franzoni

66.

Credere in Dio. Per rispondere dovrò mostrare la mia concezione di Dio. Cos’è dunque

Dio per me? Dio per me è speranza. Non è assolutamente un Dio che mi guarda dall’alto ma

anzi è un pensiero che aiuta la mia mente a perseguire dei sogni e a lottare per essi. Dunque

Dio è alla mia pari, o meglio è proprio dentro di me. Non è nulla di fisico, né pittorico,né

scultoreo ma puro e semplice pensiero si speranza. Andando a indagare il mio passato

rapporto con Dio, si può ben dire che sia stato sempre un pochino altalenante. Basti pensare

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che sono nato da una famiglia in cui ci sono “cristiani atei”e “cristiani credenti”, e per questo motivo talvolta mi sono lasciato trasportare da quelli e talvolta da quegli altri sempre a seguito di “discussioni teologiche”. Ma reputo questa situazione favorevole alla maturazione di un’idea sulla religione, poiché se questa fosse stata piatta non mi sarei, forse, neanche posto il problema. Ora, come ho detto, ho sviluppato un’idea di Dio proveniente direttamente dalla mia testa, ora libera da alcuni schemi posti prima dalla società multimediale e non, poi da esperienze ecclesiastiche varie. Per quanto concerne le superstizioni, queste hanno un ruolo importante nella mia vita, e le uso per testare la superstizione delle persone e graduare il loro livello. Sono molto divertito dalle persone che ci credono con fermezza, come fossero d’importanza vitale e cerco di capirne il motivo molto interessato dal fenomeno.

Riccardo Franzoni

67.

Credere in Dio significa ammettere che Qualcuno ha dato origine ad ogni cosa, un Essere superiore che non si può spiegare. Solo la Fede fa credere in Dio ed in una vita ultraterrena perché, come dice mia nonna Agnese, nessuno dopo la morte è tornato a parlarcene (tranne Gesù, come è scritto nel Vangelo)

Spero di avere occasione di confrontarmi con gli altri su questo argomento.

Non sono superstizioso. Ci faccio caso ma ci scherzo sopra se è venerdì 13, se un gatto nero taglia la strada, magari evito di passare sotto una scala…

Leonardo Calvario

68.

Per me credere in Dio ha un grande valore nella mia personalità. Nel mio percorso di vita fino ad ora ho sempre sentito la presenza di Dio, ed in ogni cosa che ho affrontato, che continuo ad affrontare ogni giorno sento il bisogno di domandarmi se realmente sto facendo una cosa che lui apprezzerebbe seguendo così i suoi insegnamenti, questo per me significa che ho fede in Lui. E’ una cosa bella perché è naturale ha sempre fatto parte del mio carattere e come se io sapessi e fossi sicuro che lui è sempre con me in ogni scelta che faccio (esperienza, paure). Se non credessi in Dio non sarei me stesso, non mi sentirei sicuro come lo sono ora. Per questo motivo mi sento di dire che la superstizione occupa una piccola parte delle mie paure. Forse quando èro più piccolo la consideravo di più ma ora sono in grado di distinguerla e il fatto di credere in quella figura stupenda che è Dio e di credere nella preghiera fanno in modo che la superstizione diventi solo un gioco senza nessuna importanza.

Andrea Rosatelli

69.

Credere in Dio è per molti una speranza di eterna felicità e vita! E’ un angolo di noi dove poterci rifugiare quando si sta male o quando si commettono degli sbagli! La superstizione nella mia vita ha veramente poco spazio anche se, se passa un gatto nero “un po’ mi fa effetto” ma più che altro sono dicerie popolari che si tramandano da padre in figlio, alimentando così la credenza di queste leggende.

Mauro Rossi

70.

(16)

Credere in Dio significa rispettare tutte le sue volontà, amare tutte le persone che ci circondano e aiutarle nel momento del bisogno, ma anche ammettere i propri peccati, che tutti noi facciamo nel corso della vita, chiedendo a Dio il suo perdono tramite la Confessione. La superstizione per me non conta niente perché il nostro destino è deciso da Dio.

Roberto Mele

71.

Per me credere in Dio è capire e vivere il significato vero e profondo della mia vita.

Per me dire di credere in Dio solo perché si è nati in una famiglia cattolica o perché si va a Messa la domenica o le feste comandate non è sufficiente, credere in Dio significa capire il suo grande amore. Dio verso gli uomini ha tanto di quell’amore che manda suo figlio a soffrire e morire per la nostra salvezza e noi per meritare questo sacrificio dobbiamo trasmettere questo amore non con le parole ma con le nostre azioni, rispettando la giustizia, l’amicizia, la libertà, la pace e l’amore. Dio è la mia coscienza e quindi penso che dentro ogni persona è misteriosamente ma realmente presente Dio. Visto che penso che ognuno di noi è artefice del proprio destino non credo alle superstizioni.

Giulia Pistilli

72.

Per me credere in Dio è una cosa molto importante, anche se a volte ho i miei dubbi, però poi mi ricredo sempre. Io credo in Dio però a modo mio, non sono una persona che va tutte le settimane in chiesa o che prega tutti i giorni, però credo in Dio come se ci fosse sempre una persona che mi guarda e mi protegge e anche non vedendolo. Mi sento protetta e vado in chiesa solo quando mi sento di andarci e quando ci vado mi sento meglio, quando mi confido con lui e gli parlo delle mie cose. Io non sono superstiziosa, non credo a tutte quelle cose che si dicono, infatti mi sposo il giorno 17 e tutti mi dicono che porta male, ma per me è un giorno come tutti gli altri. Siamo noi che dobbiamo conquistarci il nostro Matrimonio, la nostra fiducia e stima.

Mammucari Natascia

73.

Credere in Dio per me significa avere un obiettivo nella vita, quello di non far soffrire il prossimo con i miei comportamenti, di fare del bene quando è possibile, pregare. Se riuscirò a fare almeno dei piccoli sacrifici nella mia vita sono sicuro che la mia anima verrà salvata, perché credere in Dio rende tutti migliori e soprattutto tutti uguali senza differenze di colore, religione, classe sociale. Nella mia vita c’è pochissimo spazio per la superstizione, sono sciocchezze quelle che si dicono: non passare sotto una scala, fermarsi davanti a un gatto nero.

Gaviglia Alessandro

74.

Credere in Dio per me significa considerarlo in ogni momento della vita, ringraziarla per le cose belle che ci regala nel vivere, chiedere il suo aiuto quando si è in difficoltà. Una presenza vicina sempre di colui che mi ha dato la vita e che ha voluto che fossi così. Significa credere nella sua vita e in tutte

(17)

le sue scritture. Non sono superstizioso, sono convinto che se una cosa deve accadere, si verifica perché doveva andare in quel modo.

Censi Fabio

75.

Credere in Dio mi da forza, tranquillità e pace nel mio cuore. Aiutare e essere buoni col prossimo mi fa stare bene e so che lui ci ha creato per questo. Avere un punto di riferimento come lui ci permette di sperare in qualcosa, di credere in qualcosa e affrontare le problematiche della vita con speranza.

Per me credere in Dio significa essere bravi, onesti, aiutare gli altri e non dare priorità a cose materiali.

Per quanto riguarda la superstizione, nella mia vita non ha mai avuto nessuno spazio.

Ritondale Salvatore

76.

Credere in Dio per me significa credere nella reincarnazione della nostra anima. Credo che ci sia un aldilà, che dopo la morte ci sia qualcosa di diverso, di migliore, il famoso paradiso dove noi tutti aspiriamo di andare. La superstizione non fa parte della mia vita, secondo me è il Signore che ci mette di fronte a delle scelte per provare la nostra fede.

Galli Catia

77.

Credere in Dio va ben oltre l’immaginazione, se dovessi spiegarlo in termini terreni lo vedo con il volto di Gesù, Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Ma se devo spiegarlo dal punto di vista sentimentale e religioso potremmo parlarne ore. In poche parole Dio è tutto ciò che c’è, tutto ciò che siamo, tutto ciò che esiste. Si presenta a noi sotto ogni forma, il problema di tutti noi è quello di non sape cogliere tutto questo. Comunque non mi dilungo e la domanda era se credo in Dio, si ci credo! A volte si vive senza chiedersi perché, sicuramente il fatto stesso che io esista fa si che abbia buona percentuale d’importanza, ma alla fine, durante una giornata seppur inconsciamente il pensiero cade sul fatto che Dio mi accompagni e mi aiuti a superare anche il più piccolo degli ostacoli.

Ho sempre dato una buona importanza a Dio, ma non so, forse il momento oppure il fatto che si avvicini un traguardo importante come il Matrimonio, mi proietta in una dimensione di vita diversa, più reale e umana, credo che tutto questo faccia un buon 50%.

Giorgi Daniele

78.

Ho sempre avuto un mio rapporto personale con Dio… sviluppando una certa “allergia”, (se così si può dire) alla Chiesa… La Chiesa come istituzione che a volte “obbliga” gli uomini liberi, perché come tali nati, in azioni che probabilmente verrebbero dal cuore di tutti noi se non viste come imposizione…

credo in Dio e credo che anche Lui creda in noi, si fidi di noi… il dono più grande che ci ha donato, oltre il conoscere l’amore è la facoltà di scegliere ed è forse in questo la nostra unicità… e forse è per questo

(18)

che Dio ci ama. Perché volente o nolente siamo capaci di scegliere, di sbagliare… e riconoscendo i nostri sbagli nel profondo, possiamo anche essere perdonati… perdonati come un padre, un genitore perdonerebbe i propri figli perché sa che possono errare, eppure li lascia liberi di essere loro stessi…

Non so che dire della superstizione… forse è solo generata da usi e costumi…mi tange a volte per scherzo… d’altronde… anche nella superstizione bisognerebbe crederci per ammettere che esista….

Un po’ diverso dal credere in Dio, non le pare Don Gaetano?

Raffaele Cioci

79.

Non è facile capire fino in fondo cosa significa credere in Dio; quello che penso è che sia un qualcosa che sta sopra di noi, qualcosa più grande di noi!! Non possiamo vederlo, parlarci, non possiamo confrontarci con Lui. La cosa che , secondo me, lega tutti noi uomini a Dio è la speranza che dopo la morte lo raggiungeremo in paradiso. Per quanto riguarda la superstizione non occupa un ampio spazio nella mia vita però non posso dire di non crederci, infatti a volte mi capita di constatare che si ha bisogno anche di questo.

Claudio Mammucari

80.

Per me credere in Dio è avere una speranza nei momenti più difficili della mia vita. Nella mia vita la superstizione non ha spazio perché non ci credo.

Bruna Marco

90.

Per me credere in Dio significa credere in un’esistenza dopo la morte e nella speranza di un essere superiore a tutti che ha creato l’intero universo.

Daniele Cugini

91.

La religione è l’oppio dei popoli . Credere in Dio porta a credere a una religione, che sia scelta, imposta, o insegnata da piccoli. Credere nella religione, o comunque professarsi credenti in una qualche forza superiore ha radici antiche che risalgono ad epoche in cui l’essere umano non aveva ancora cognizione del mondo che lo circondava. L’idea del credere in questa forza che assume nomi diversi a seconda del posto del mondo in cui si è nati ha accompagnato spesso guerre e male anche a livello familiare, non solo a livello mondiale. È per questo che io credo in una presenza che sì, è superiore a me….ma che di certo non si rispecchia nell’idea di Dio comune che spesso ha la gente. Se vogliamo chiamarlo Dio, allora il Dio in cui io credo è quel Dio che non corrisponde alla lettera a quello che trovo sulla Bibbia, altrimenti ce ne dovrebbero essere tanti quante sono le religioni. Diversi Libri portano allo stesso Dio secondo me.

Io credo in un unico Dio, che non è né il mio né tantomeno quello di chiunque altro si professi di un’altra religione. Per me credere in Dio significa credere in una forza superiore, ed è quella forza

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che sento quando ho bisogno di cercarlo, e trovo Dio in una preghiera, in un richiamo, in un pensiero che gli rivolgo. Credo in Dio quando succedono cose belle e quando riesco a superare i momenti brutti.

Dio sta in tante cose, soprattutto nei piccoli gesti umani, e se credi che questi gesti buoni possano essere compiuti, hai già creduto in Dio.

Io non sono superstiziosa. Penso che il livello di superstizione sia legato molto alla cultura intesa non soltanto di ambiente in cui si vive, ma anche a livello di studio personale. I miei genitori hanno avuto la possibilità di potermi far studiare, e io mi sono data la possibilità di continuare gli studi intraprendendo una carriera universitaria studiando e lavorando contemporaneamente…ho migliorato la mia condizione affrontando sacrifici, e mai a nessuno potrei dare il potere di farmi regredire cosi tanto da permettergli di avere su di me un influenza mentale, tale da farmi credere a cose che lui vuole. La stessa cosa vale per quelle che sono credenze, usi…penso di avere l’saccortezza di poter scindere la realtà da ciò che è superstizione, per lasciargli solo lo spazio per essere considerato un passatempo fine a se stesso.

Carla

92.

Innanzitutto devo dire che in alcuni casi si dà per scontato senza pensare veramente a cosa significhi credere in Dio.

Per me credere in Lui vuole dire: pensare che ci sia un continuo di questa vita terrestre,essere convinti che Dio ci assista sempre e che qualora ci capiti qualcosa di brutto nella vita, non credere che ci abbia voltato le spalle,ma aveva solo necessità di assistere qualcuno che aveva più bisogno di noi.

Inoltre credere nella sua esistenza è anche rendere la vita che ci ha donato sempre migliore senza buttarla via.

Non sono molto superstiziosa,però quando mi attraversa davanti un gatto nero penso:”Ecco che mi deve succedere?”.

In alcuni casi sono venuta a conoscenza di certi riti scaramantici che nemmeno conoscevo!

Quindi tutti questi non hanno mai influenzato al mia vita.

Ilaria

(20)

Pensi di conoscere abbastanza Gesù per poter dire: “Sono attratto da te, ti ho incontrato e voglio capire meglio quale è il tuo progetto d’amore per me.”?

1.

Nonostante sia di religione cristiana mi rendo conto che il mio relazionarmi con Dio non è assiduo e costante perciò non mi ritengo in grado di poter dire che penso di conoscere abbastanza Gesù, che sono attratto da Lui ecc.

Manuel Mastrostefano

2.

Si, credo di conoscerlo abbastanza.

D’Adamo Fabio

3.

Io non penso di conoscere abbastanza Gesù per criticare e discutere di esso.

Carapellotti Giacomo

4.

Non penso di conoscere abbastanza Gesù, ma penso di essere in grado di poter dire tutto ciò.

Gesù è scoprire un mondo in cui è impossibile conoscerlo pienamente. Non essere attratti da Gesù significherebbe essere qui per altre questioni non per professare la fede cristiana.

(21)

Cerci Francesco

5.

Penso di non conoscere abbastanza Gesù per poter dire questo contenuto. Ma posso dire che credo in Gesù anche se è impossibile conoscerlo pienamente. Pensare di non essere attratto da lui significherebbe non crederci.

Catenacci Andrea

6.

Credo di conoscerlo abbastanza per essere sicuro di scoprire il mio progetto d’amore per me.

Cioccari Alessandro

7.

Secondo me nessuno conosce bene Gesù come crede. Secondo me per conoscere bene Gesù bisogna avvicinarsi a lui. Anche se si può essere attratti, lo si può incontrare solo se si è veri credenti perché se non si crede abbastanza è difficile avvicinarsi a Gesù e quindi a Dio. Di fatto la mia opinione resta che per conoscere meglio Gesù e quindi Dio bisogna avvicinarsi a lui.

Ponzo Paolo

8.

In tutta onestà penso di non poter assolutamente dire che ho incontrato Gesù o che sia attratto da lui o di conoscerlo abbastanza bene da dedicargli parte del mio tempo, anche se non nego che sarei molto curioso di conoscere il progetto d’amore che egli ha in serbo per me, poiché sono un fermo sostenitore del destino e di tutti gli avvenimenti che vanno a completare il disegno di vita che ognuno di noi possiede. Curioso, anche perché io personalmente mi reputo un ragazzo abbastanza sfortunato;

sfortuna non di certo paragonabile a chi nasce malato e povero, ma comunque una sottoforma di sfortuna da prendere in considerazione se messa a paragone dei miei amici e compagni. Ecco, questo è uno dei motivi che magari mi spingono a credere e a voler sapere il mio destino nelle mani del Signore, sperando in una vita più equa e più giusta.

Di Luzio Simone

9.

Io penso che tutti conosciamo Gesù ed è la forza che ci aiuta nei momenti di bisogno, quando ad esempio stiamo in difficoltà ed egli si manifesta aiutandomi a trovare la soluzione. Penso che il suo progetto d’amore verso di me sia stato il farmi nascere nella mia famiglia dove mio padre e mia madre mi vogliono tanto bene.

Rossetti Federico

(22)

10.

Non penso di conoscere abbastanza Gesù perché il Vangelo lo leggo poco, in Chiesa non vado quasi mai. Secondo me per conoscerlo un po’ di più dovresti fare tutte queste cose anche per approfondire la sua storia.

Di Franco Chiara

11.

No, non penso di conoscere abbastanza Gesù per poter dire che sono attratta da lui.

Cascapera Valentina

12.

Non penso di conoscerlo abbastanza bene avendo ricevuto soltanto il sacramento della Comunione, ma spero di conoscerlo meglio attraverso il sacramento della Cresima.

Favale Lucia

13.

Penso di aver intrapreso il cammino per conoscere Gesù nel momento in cui ho iniziato la catechesi per ricevere il sacramento della Comunione e continuo adesso ad approfondire questa conoscenza attraverso la catechesi che mi porterà a ricevere il sacramento della Cresima, la conferma del battesimo.

Cantalini Giada

14.

A questa domanda è molto difficile rispondere in questo momento, forse perché non conosco abbastanza Gesù. Spero che alla fine di questo percorso possa rispondere a questa domanda con facilità e sicurezza.

Casentini Alessio

15.

Ancora non conosco molto bene Gesù, ma mi sto appassionando pian piano alla sua vita e alle sue gesta.

Fermi Sara

(23)

16.

Si, vorrei saperlo, vorrei imparare dagli insegnamenti di Gesù a rispettare e ad essere gentile verso il prossimo. Vorrei imparare a non cadere nelle trappole dei sentimenti negativi come l’odio, la rabbia e il rancore. Vorrei anche imparare a non cadere nei peccati.

Cesarano Francesca

17.

Non credo di conoscere molto Gesù, ma le poche cose che conosco di lui mi spingono a voler capire meglio lui e i suoi gesti.

Simoncelli Giulia

18.

Gesù lo conosco attraverso gli insegnamenti dei miei genitori e attraverso le buone azioni, ma non si finisce mai di imparare. Nel percorso della vita capirò qual è il progetto d’amore che ci vorrà donare.

Corsetti Stella

19.

Io non conosco Gesù e penso che una persona finché non va nell’aldilà ad ha l’onore di conoscerlo, non potrà mai dire di conoscerlo abbastanza.

Tani Walter

20.

Io non conosco molto bene Gesù, per questo motivo faccio la Cresima. Però, so che era una persona molto umile e che aiutava i poveri, i malati e tutte le persone bisognose, grazie al potere conferitogli da Dio.

De Gregori Diego

21.

Tutti conoscono Gesù in quanto le sue meravigliose vicende sono narrate fin dagli inizi della nostra vita scolastica. Molti registi hanno provato a riprodurre gli aspetti più importanti della sua vita.

Però, in non sono in grado di affermare che sia effettivamente attratto da lui. Forse, non me lo sono mai chiesto, so soltanto che sento la sua presenza nella mia vita quotidiana e che nei momenti più difficili invoco il suo aiuto. È forse questa l’ “attrazione”? Se la risposta è “si”, allora posso affermare di essere attratto da lui. Gesù ha sempre progetti d’amore verso i suoi figli, siamo noi che dobbiamo

(24)

essere in grado di recepirli, ma già la vita che ci ha dato è un grande atto d’amore che dobbiamo apprezzare.

Rossetti Giacomo

22.

Ho cominciato a conoscere Gesù da piccolo, prima con la religione a scuola e successivamente con il catechismo per la Prima Comunione. Non penso di conoscerlo completamente, ma abbastanza per indurmi a prendere anche la Cresima. Credo che alla fine di questi mesi di catechismo potrò imparare a conoscere molto di più su di lui e sinceramente sono molto curioso di conoscere anche qual è il suo progetto d’amore per me.

Trenta Matteo

23.

Io non conosco molto bene Gesù, forse riuscirò a conoscerlo e quindi non mi sento ancora pronto a dire che sono attratto da lui e che l’ho incontrato. Voglio capire meglio il suo progetto di amore per me.

Ponzo Dario

24.

Si, penso di conoscere Gesù abbastanza da dire che ho intenzione di seguire un percorso che mi porterà a conoscerlo meglio e a capire il messaggio che c’è nelle sue parole.

Tomassini Francesco 25.

Da quando si è nati Gesù è stato descritto ed esposto sotto vesti di colui che sa perdonare o di colui che ama chiunque indistintamente. Si è dunque avuta di lui un’idea ed un’immagine di positività.

Un’idea trasmessaci per mano di coloro che ritenevano fosse la cosa migliore. Arriva però una tappa obbligatoria in cui è indispensabile farsi una propria opinione a proposito. A volte ci si distacca dalle convinzioni dettateci dai nostri genitori o da chiunque altro. Il mio invece un caso in cui mi sono trovato a concordare con quel che mi è stato trasmesso. Ho inoltre approfondito a mio modo la conoscenza di Gesù e posso ritenermi soddisfatto del mio approfondimento. Personalmente trovo difficoltà a considerare Gesù come una persona, come un’entità fisica. Ritengo piuttosto che Gesù sia ciò che c’è di buono in noi, ciò che mi spinge a prendere una decisione buona rispetto a una sbagliata, la mano che ci accompagna durante il nostro cammino corretto o meno che esso sia. Questa è l’idea che posseggo di lui. detto ciò mi ritengo pronto ad approfondire il nostro rapporto.

Roma Andrea

26.

(25)

Io nel mio piccolo penso di conoscere Gesù, anche se non da molto, ma pensare a lui mi aiuta nelle difficoltà che incontro, nel voler bene al prossimo e nel cercare di aiutare chi è più in difficoltà di me. Riallacciandomi poi all’ultima frase della Scrittura che dice “Beati voi che vi insulteranno”, questo a me succede spesso in quanto un mio compagno di scuola di un’altra nazionalità quasi tutti i giorni mi insulta e mi prende in giro. Cerco di fargli capire che questo non è giusto, perché proprio come dice Gesù innanzi a Dio siamo tutti uguali e per questo lo lascio fare senza rispondere. Poi, comunque, penso di aver incontrato Gesù nel giorno della mia Comunione.

Milicia Matteo

27.

No, non lo conosco abbastanza, ma mi fa molto piacere parlarne e capirlo insieme a lei.

Abbondanzieri Luca

28.

Sinceramente no.

Lupi Gianluca

29.

Non sono pronto a dire di conoscere Gesù, ma sono pronto a conoscerlo attraverso la vita e la chiesa.

Di Fabio Federico

30.

Non penso di conoscere abbastanza Gesù per porgli questa domanda ed è per questo che ho scelto questo corso, per comprenderlo meglio.

Di Fabio Simone

31.

A causa della mia età non riesco a comprendere in pieno quali siano i progetti di Dio per me, ma adesso con la preparazione che riceverò qui riuscirò a maturare abbastanza per comprendere meglio il progetto d’amore che Dio ha in serbo per me.

Bongianni Paolo

(26)

32.

Non c’è mai un “abbastanza” per conoscere Gesù, per poter dire “sono attratto da lui”. Più si ha sete di conoscere, più ci si attacca a lui. Incontrarlo significa percorrere i suoi insegnamenti e praticarli.

Solo così potrò capire qual è il suo progetto d’amore per me.

Perfetti Simone

33.

Non penso di conoscere il progetto d’amore che Gesù ha in serbo per me poiché non prevedo il mio destino e ciò che mi succederà in futuro.

Prosperi Edoardo

34.

Sono un bravo ragazza, ringrazio i miei genitori per avermi cresciuto con dei valori. Ho iniziato a lavorare a 14 anni e tutt’oggi ringrazio il Signore di avermi guidato sempre nella buona strada. Spero che il mondo cambi in meglio, che non ci siano più violenze ma solo pace, e che finisca questa disoccupazione altrimenti non so come andremo a finire. Il tuo progetto d’amore per me è una mia famigli in cui credo molto, con dei bambini da amare.

Boccabella Patrizio

35.

In questi anni della mia vita ho sentito molte volte parlare di Gesù, della sua nascita, della sua vita, dei suoi insegnamenti, dei suoi miracoli, della sua morte e della sua resurrezione. Me ne hanno parlato spesso anche i miei nonni, i miei genitori, i miei insegnanti, don Gaetano durante il catechismo per la Prima Comunione, perciò penso di conoscere abbastanza Gesù, tanto da ammirarlo e da considerarlo un esempio per tutti. Quindi posso dire di voler continuare il mio cammino sulla strada che mi porta a Gesù, anche se ancora non riesco a comprendere qual è il suo “progetto d’amore per me”. Avendo compreso parte dell’insegnamento di Gesù, ho delle perplessità perché mi domando come sia possibile seguire al meglio ciò che lui ci ha insegnato in un mondo come il nostro dove primeggiano la violenza, la malvagità, la sopraffazione e soprattutto l’egoismo.

Criveller Viviana

36.

Penso di non conoscere ancora abbastanza Gesù, ma vorrei conoscere meglio il suo progetto d’amore per me. Penso che per essere veramente attratti da Gesù e per incontrarlo, bisogna essere molto maturi per capire cosa sia veramente.

(27)

Bruffa Diego

37.

Si, penso di conoscerlo un po’ Gesù per poter dire “Sono attratto da te, ti ho incontrato e voglio capire meglio qual è il tuo progetto d’amore per me” ed è per questo che dopo aver fatto la Comunione sono contenta di fare anche la Cresima. Non sono praticante, ma in ogni caso sono credente e desidero che questo aspetto della mia vita venga approfondito.

Fangucci Valeria

38.

Io penso di non conoscere abbastanza Gesù Cristo per poter formulare tale frase e penso anche che dovrei impegnarmi a fondo per scoprire meglio cosa è per me Dio.

Cozzolino Federico

39.

No, non credo di conoscere abbastanza Gesù per dirgli questa frase. Credo in Gesù e in quello che ha fatto però non credo di conoscerlo abbastanza, o meglio, non credo che io sia pronta per conoscere il progetto che lui ha su di me, devo crescere e maturare ancora un po’.

Giammatteo Giulia

40.

non mi sento all’altezza di dire che conosco bene Gesù e di chiedergli qual è il suo progetto d’amore per me, perché con tutta sincerità non ci penso mai. Non sono attratta da lui, ma vedere quello che ha passato sacrificando la sua vita mi fa riflettere su tutto quello che penso di lui e mi commuovo a vedere tutte le sofferenze che hanno attraversato la sua vita. A volte penso a quanto sono fortunata a vivere una ragazza normale e ad avere la mia famiglia e i miei amici vicini. Però alcune volte mi metto a riflettere su quello che ha fatto Gesù e penso che nessuno, o quasi nessuno, avrebbe fatto quello che ha fatto lui, sacrificando la vita per Dio e la religione. Delle volte mi raccomando a lui e lo prego di donarmi la felicità avendo un amore tutto per me…è l’unica cosa che voglio!

Felici Silvia

41.

Non penso di conoscere Gesù al punto di poter dire di essere attratta da lui e ancor di meno di sapere qual è il suo progetto d’amore per me. Secondo me, per riuscire a comprendere ciò che Dio

(28)

pensi di noi si deve arrivare a una consapevolezza molto ampia di ciò che siamo noi nei confronti di Dio e di quanto è importante il nostro amore per lui; questo, però, per me è molto difficile, infatti è assai complicato avere questa consapevolezza alla mia età e spero che continuando sulla strada della fede di Dio riesca un giorno ad averla, comprendendo anche ciò che io sono per Dio e solo in quel momento potrò affermare di essere attratta da lui e capire il suo progetto d’amore per me, ad oggi ancora sconosciuto alla mia fede.

Carapellotti Eleonora

42.

Penso di non conoscere abbastanza Gesù, ma non nego che ho forte interesse nel conoscere il mio destino, anche se in tutta sincerità non dedico molto tempo a lui. Sono consapevole che lui c’è e che mi può dare una mano nei momenti di difficoltà.

Sambucci Pierluigi

43.

Secondo me non bisogna conoscere Gesù per poter dire queste parole. Non bisogna incontrarlo, perché Dio è in ognuno di noi. Secondo me, ognuno si dovrebbe creare il proprio progetto d’amore da solo.

Stangoni Lorenzo

44.

Si, penso di conoscerlo abbastanza.

Leoni Damiano

45.

Per adesso no, visto che sono all’inizio del mio percorso. Più avanti potrò dirlo meglio.

Mastrella Alessio

46.

No, perché essendo una persona che non segue molto la Chiesa diciamo non ho tutta questa

“confidenza” con Gesù.

Alessandro Cianfoni

(29)

47.

Non credo di conoscere abbastanza Gesù per poter dire che sono attratto da lui e per poter trarre delle conclusioni su di Lui, quindi voglio conoscerlo il più possibile per poter dire che sono attratto da Lui.

Lorenzo Ferraglioni

48.

No, non conosco Gesù per poter dire una cosa del genere, vorrei tanto farlo e credo che ne avrò la possibilità frequentando gli incontri e la vita quotidiana… Se veramente esiste una figura spirituale mi piacerebbe molto capire qual è il suo progetto d’amore per me!

Sofia Sambucci

49.

Io credo che in fondo nessuno lo conosce abbastanza, siamo fortunati perché abbiamo prove, abbiamo la storia per cui sappiamo molto, da quel poco che sappiamo possiamo dire che è stata una persona importante ed è morto per noi.

Valentina Sambucci

50.

Sì! Sono attratto dal Signore e dal suo progetto divino, ed è questo che mi ha spinto a ricevere il Sacramento della Cresima, perché così potrò gli insegnamenti di Dio e far parte della folla che lo seguiva durante la predicazione delle beatitudini.

Matteo Moroni

51.

Non penso di conoscere Gesù, ma da quel poco che conosco posso dire che è una persona buona, sempre pronta ad ascoltare ed aiutare, vorrei conoscere e capire il suo progetto.

Claudia Fortini

52.

Non penso di conoscere alla perfezione tutta la vita di Gesù, ma da quello che so su di Lui posso dire che era una persona buona e altruista, quindi vorrei capire meglio il suo progetto d’amore per me.

Robera Campoli

53.

(30)

Non penso di essere attratto al cento per cento però penso che un Dio che ci guida nei nostri pensieri esiste e ci sorvegli, però, essendo una figura astratta ed io essendo come San Tommaso se non vedo non credo, comunque ho avuto un insegnamento religioso perciò in Dio ci credo.

Giuseppe Moretti

54.

No, non credo di conoscerlo abbastanza bene perché non ho avuto le basi per affrontare questa conoscenza, forse perché quando si è più piccoli si sottovaluta l’argomento o, forse, perché il metodo d’insegnamento ricevuto non era proprio quello giusto. Comunque adesso, essendo adulto, sarà più interessante capire qual è il suo vero progetto d’amore per me.

Claudio Mammucari

55.

Io non penso di conoscere abbastanza Gesù per criticare e discutere di esso.

Priscilla Cellucci

56.

Io credo in Dio fino ad un certo punto perché è così che mi hanno insegnato.

Michael Giuliani

57.

Essendo ancora giovane l’ho conosciuto solo in piccole dosi e spero di poterlo conoscere più a fondo.

Stefano Andreoli

58.

Non penso di averlo conosciuto abbastanza ma penso che in qualsiasi situazione ti trovi sappia trovare il lato positivo.

Federico Soprano

59.

Io credo di conoscere abbastanza bene Gesù anche se non vado spesso in Chiesa, conoscere Gesù significa sapere parlargli, confidargli tutto ciò che senti di dirgli ed io questo lo faccio tutte le sere perciò potrei benissimo dirgli che sono attratto da Lui e capire meglio qual è il suo progetto d’amore per me.

Gabriele Mastrantonio

(31)

60.

Sì, penso di conoscere abbastanza Gesù per poter affermare questo, anche perché penso che tutti i cristiani conoscono Gesù perché Lui è ed è stato un uomo fondamentale per la nostra religione.

Paolo Chiaretti

61.

La mia conoscenza di Dio è avvenuta grazie ai miei genitori. Mi portavano in Chiesa e rispondevano a tutte le mie domande riguardanti Gesù e la Chiesa. Adesso che sono abbastanza grande per poter decidere e capire se la religione cristiana e quella che voglio praticare, sì, penso che sia questa la religione adatta a me.

Federica Zarra

62.

NO!

Elisa Burelli

63.

Secondo me il Signore mi ha donato qualcosa di grande: IL PERDONO. Qualunque azione malsana del prossimo, qualunque sgarbo a me e ad altre persone, non ho mai condannato o giudicato, ho sempre tentato di capire e perdonare senza provare rancore o vendetta. È un dono grande che un uomo può avere, perché saper perdonare è divino. Anche se faccio fatica a perdonare me stessa. Non posso dire di conoscere bene Gesù ma quello che posso dire è che lo sento vicino e presente nella mia vita.

Federica Cerasti

64.

Non penso di essere attratta da Gesù perché molte volte non penso a quanto Lui possa influire nella mia vita anche perché non mi capita spesso di riflettere sulla sua persona però, penso che un progetto d’amore per me, si stia già avverando, cioè la grazia di avere un bimbo dentro di me e di poter creare una famiglia e di potermi sposare al più presto.

Natascia Quaglierini

65.

Sicuramente potrò dire: “ sono attratta da te e voglio capire cosa puoi o vorrai donarmi o esprimere” questo sì. Sono consapevole che molte cose della Bibbia, mi siano passate nel

“dimenticatoio,” vuoi per il tempo, vuoi per l’eccessiva contraddittorietà in determinati aspetti. Temo

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