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Per te cosa significa credere in Dio?

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Academic year: 2022

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Per te cosa significa credere in Dio?

1.

La fede in Dio mi ha aiutato a superare tanti momenti difficili, come la malattia di mio padre, era rimasta l’unica mia speranza. Fin da piccola i miei genitori mi hanno sempre portata in Chiesa, a me piaceva perché è bello credere che ci sia qualcosa di grande sopra di noi che ci guarda.

Angelica Cesaroni

2.

Ho deciso ora, a 17 anni, di ricevere questo Sacramento perché prima non lo ritenevo necessario, poi, pensandoci bene ho deciso di farlo senza essere spinta da nessuno. Delle volte sento la necessità di rivolgermi a Dio per essere aiutata in qualche momento di difficoltà. Frequento il catechismo anche per capire meglio quanto possa essere grande il nostro Dio, e per crederci sempre di più.

Giulia Perciballi

3.

Per me Dio è l’umanità, cioè è il collante che ti unisce al resto del mondo, che ti impedisce di essere egoista e che ti fa sentire meno sola al mondo. Bisogna solo saperlo vedere. Quindi credere in Lui, significa viver appieno la vita, tua e di chi ti circonda.

Noemi Pontecorvi

4.

“Cosa significa credere in Dio?” Beh, domanda difficile a cui sinceramente non avevo mai pensato.

Nella nostra cultura, la maggior parte delle volte, ci viene trasmessa questa religione da quando siamo piccoli ma trovare una vera risposta a questa domanda non sempre è così scontato. Io penso che credere in Dio significhi prima di tutto “amare,” amare la vita sia che essa ci presenti situazioni tragiche che felici. Amare le persone a noi care e trascorrere più tempo possibile con loro. Amare la natura e a volte fermarsi a pensare, riflettere su tutto quello che ci circonda e sull’immensità del Credo. Insomma io credo che la risposta a questa domanda sia che CREDERE IN DIO significhi CREDERE NELLA VITA e apprezzarla a pieno, in ogni momento.

Sara Mancini

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5.

Credere in Dio significa credere in qualcosa al di sopra di noi che anche se non lo vedi, lo senti che ti sta vicino nei momenti di sofferenza e di dolore, ti da il coraggio per andare avanti e per cercare di essere migliore. Quando aiuto qualcuno penso che sia merito di Dio che mi trasmette il suo amore per il prossimo e ci fa diventare più disponibili verso gli altri. se riesci a donare amore e a farti voler bene dagli altri per merito dei tuoi comportamenti è grazie alla vicinanza di Dio.

Romina Bernani

6.

Forse non so dare una risposta precisa a questa domanda perché per rispondere faccio tante domande a me stessa. Mi chiedo se credere in Dio significhi semplicemente credere a quello che ci insegnano o a ciò che leggiamo. Quando ero più piccola pensavo questo ma crescendo sto

cominciando a credere che probabilmente significhi di più. Ora devo essere sincera io ho dei dubbi…

io ci credo in Dio ma non ho ancora quella sicurezza e quella consapevolezza che Lui è dentro me.

forse sono molto confusa e sono qui anche con la speranza che questa confusione in qualche modo possa chiarirsi. Non so, forse dovrei vergognarmi di quello che ho appena detto? Beh, non mi

vergogno anzi sono sincera e cercherò con il tempo di aver risposte più precise e più sicure da dare a me stessa riguardo questo argomento.

Claudia Mazzalupi

7.

Credere in Dio significa sapere che oltre a questa c’è un’altra vita che ci aspetta, credere in Dio significa sperare nell’esistenza di una giustizia eterna e infallibile.

Michela Segna

8.

Credere in Dio significa saper prendere le proprie decisioni da soli, non bisogna violare la libertà e la volontà degli altri. io sono qui anche perché spinta dai miei genitori. “credere” in questo caso si distingue da “sapere” perché manca di certezza. Per quanto riguarda Dio io credo che esista, però mi manca la certezza, il vero sapere riguarda le cose che si possono vedere e toccare, Dio fa parte del credere, io quindi posso solamente credere per fede.

Jessica Segna

9.

Credere in Dio significa sapere di avere sempre una presenza al proprio fianco, pronta a perdonare tutti i propri errori e pronta ad intervenire nel momento del bisogno. Personalmente vedo Dio come un padre amorevole che, nonostante i tuoi errori se il tuo pentimento avviene, è pronto ad aiutarti e a cambiare la strada della tua vita.

(3)

Leonardo Andreozzi

10.

Fin da piccoli veniamo portati in Chiesa, all’inizio seguiamo i nostri genitori come loro hanno fatto prima di noi. Poi arriva il momento in cui ogni ragazzo deve scegliere da sé. La domanda che si fa è:

“Io credo? Chi è Dio?” Molti dicono che siccome non lo vedono non riescono a credere, altri

continuano a credere senza una vera e propria idea, più che altro per tradizione. Secondo me, però, la fede in Dio non deve venire da influenze vicine come può essere una madre, un padre o un amico, la fede viene da dentro, dal cuore. La fede in Dio è un vero e proprio amore, tu sai che ovunque sei, Lui è con te. Se sbagli puoi rimediare, se ti arrabbi puoi perdonare. Quando chiedi il suo aiuto se non vieni ascoltato non devi prendertela, il suo amore per te non è l’unico, ha così tanti figli a cui badare.

Se vuoi parlare Lui c’è, se vuoi piangere Lui c’è. È un padre, un amico, un confidente, è chiunque vuoi che sia.

Vanessa Cedroni

11.

Un grande punto interrogativo. Quando si parla di Dio, si parla di provvidenza, suprema giustizia, giudizio divino. Ogni cosa è visibile da due punti di vista. C’è chi crede senza però voler sentire “tutte le campane” e poi ci sono i tipi come me, sì un cristiano credente ma comunque aperto a tutto.

Quando si parla di Dio si parla di creazione, di miracolosi avvenimenti. Per me Dio è un mistero, anzi no, Dio è il mistero. Lo scetticismo, lo studio dell’astrattismo che svolgo a scuola, le esperienze inspiegabili ti portano a domandarti: “CHI è DIO? CHE COSA è DIO?” Il mio punto di vista è quello di credere in Dio, ma davanti a situazioni orrende non sempre riesco a mantenere la mia fede, qui entra in gioco il dubbio, se Dio esiste perché ci deve essere una mia parente che rischia la morte a causa del cancro. È un banale esempio, perché, Lui essendo l’Onnipotente non può eliminare questi mali e poi se Lui è creatore di tutte le cose perché ha creato questo schifoso male? Forse per dare punizione a chi lo merita! Questa è la risposta che mi sono dato. Ma allora perché ad una persona buona d’animo, che non farebbe mai male ad una mosca, ha dovuto donare queste pene e invecchi spezza vite, stupra donne e bambine non fa nulla. Questa è ingiustizia. Per me Dio è una continua lotta tra il voler sapere chi è e ciò che è. Sono domande che come me si pongono miliardi di persone.

Io credo in Dio e in ciò che rappresenta, ma perché se Lui esiste ci sono suoi messia, come parroci o banalmente uomini pedofili, perché ho dovuto dare l’estremo saluto ad amici innocenti morti per cause altrui? Perché devo essere circondato da persone incapaci che mi dicono cosa devo fare?

questo mondo di m… nel quale viviamo non mi porta purtroppo alcuna risposta, anzi mi procura solo nuove e incessanti domande alle quali nemmeno tu, uno dei migliori parroci che conosca, sia in grado di darmi risposte. Dio per me è questo: il dubbio di chi sia, nella sicurezza che esista.

Riccardo Mancini

12.

Credere in Dio significa avere fede in qualcosa. Io prima di venire in Chiesa e scegliere di fare la Cresima ci ho pensato 1000 volte. Mi sono fatto 2000 domande sull’esistenza di Dio e, ad essere sincero di tutte le cose che ho letto o sentito dire a qualcuna non credo. Però penso che qualunque

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essere umano debba credere in qualcosa. Mi sono fatto queste domande perché di fatti ne ho sentiti tanti, ho perso molta fiducia nella Chiesa, è triste quando senti che i preti violentano , menano e abusano delle ragazze, credo che a 15 anni il fatto di non avere più tanta fiducia nella Chiesa, dopo aver sentito queste cose viene automatico! Però è vero che non si può fare “di tutta un erba un fascio” e riconosco, e sono contento, che ci sono preti che aiutano le persone più bisognose, perché questa è la Chiesa. però, nonostante tutto io credo in Dio.

Elia Sambucci

13.

Secondo me, in tutte le religioni presenti al mondo, si parla sempre della stessa cosa. Si parla del creatore, colui che ci da una speranza in più, è solo che viene chiamato con nomi diversi. Detto ciò, credere in Dio significa appunto avere qualcuno che sia lì per noi, con il quale poterci confidare e che non ci giudica dai nostri errori. Che non perde la fiducia in noi stessi anche quando noi l’abbiamo fatto. Avere Dio nella nostra vita è fondamentale, non ci lascia mai soli.

Clarissa Cavola

14.

Credere in Dio significa credere nell’esistenza di un essere perfetto ed onnipotente che, secondo la religione cristiana, è presente nella nostra vita. Personalmente ho dei dubbi sulla sua esistenza, e questo perché nessuno e niente fino ad oggi, è riuscito a dimostrarmelo. Un’incertezza che ho è questa: ammesso che esista, chi o che cosa è Dio? Credo che nessuno possa dare una definizione valida per tutti. io, ad esempio, non ne ho idea. Per me potrebbe essere anche “un’energia” (magari l’amore o la volontà degli uomini), oppure potrebbe essere un’entità pensante. Potrebbe esistere per suo conto e basta, senza mai essere intervenuta nella nostra vita. Certamente c’è la possibilità che sia così come ce ne parla il cristianesimo; quindi un essere perfetto, onnipotente, e sempre presente nella nostra vita, sin dall’inizio, creandoci dal nulla…

oppure fu l’uomo ad aver creato Dio?

Pierluigi Manenti

15.

Credere in Dio significa credere nell’amore per la mia famiglia, per i miei amici e per tutte le persone a cui voglio bene, perché, secondo me, Dio rappresenta tutte le cose belle che ci sono nel mondo, compreso l’amore.

Gabriele Bellisari

16.

Credere in Dio significa credere a qualcosa oltre il materiale e non credere solo a quello che si vede o si sente.

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Alessandro Tarantino

17.

Credere in Dio significa credere in un’entità non superiore, come dice la religione cristiana, perché mi sembra stupido pensare che ci sia qualcuno o qualcosa che ci “gestisce”. Forse credo in Dio perché sono come tutti gli esseri umani cioè spero che qualcuno faccia giustizia e che se succede qualcosa di brutto me la posso prendere con un tizio che non ho mai conosciuto o solo per criticarlo.

Dopo anni che vengo a Messa ho ancora delle perplessità nel credere n Dio.

Maria Beatrice Masella

18.

Dio è una figura abbastanza astratta nella ma testa, non riesco ad immaginarlo e ho sempre fatto fatica a crederci. Venendo poi qui in questa Chiesa e ascoltando i pezzi tratti dal Vangelo, mi sono resa conto che in fondo non è così difficile seguire il filo di questa credenza. Ho sentito messaggi semplici che collegano tutto all’amore verso il prossimo. Dunque credo che credere in Dio vuol dire credere nell’amore e avere una speranza. Inoltre credo che mi è sempre rimasto difficile perché spesso ho visto troppa mancanza di questo amore. La gente, e forse anche io, troppo spesso è egoista; si vive più come singoli individui piuttosto che come comunità. Spero comunque di uscire da questo percorso di catechismo migliorata come persona.

Serena Taglialatela

19.

Molte persone credono in Dio, per loro significa andare in Chiesa, pregare tutti i giorni e credere a tutto ciò che è scritto nella Bibbia o nel Vangelo. Per me credere in Dio significa: credere in una persona non divina, non onnipotente, non creatore di tutto l’universo ma, semplicemente, ad una persona che ha dedicato la sua vita all’amore, all’insegnamento, allo stare bene con sé stessi. Io credo in Dio come una persona giusta che voleva dare un consiglio, un esempio di un modo di vita puro e di trasformare il male, l’odio in bello.

Lorenzo Vicario

20.

Credere in Dio significa credere in un essere supremo che ha creato tutte le cose. Naturalmente chi dice di credere in Dio dovrebbe avere anche fiducia in lui. inoltre credo in Dio perché lo sento veramente con me. Credo in lui perché lo riscopro in ogni cosa che mi circonda e perché cercando di mettere in pratica i suoi insegnamenti, la mia vita è migliore e più serena. Per me non è stato un obbligo assistere a queste “lezioni di vita” né tanto meno a celebrare la mia Cresima ma l’ho voluto di mia spontanea volontà. Credere in lui di certo non è solo andare in Chiesa ma anche riconoscere che Gesù è morto per redimerci dai nostri peccati, per il resto quando prego sento che Dio mi sta ascoltando.

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Irene Rossetti

21.

Credere in Dio significa chiudere la mente in un solo ??,, per spiegare l’universo e non immergermi nel mare dei dubbi che ho in me e della mia esistenza, che mi lasciano naufrago ed estraneo, al luogo in cui mi trovo, ogni qualvolta che mi faccio coraggio nell’affrontarli.

XXX

22.

Cosa significa credere in Dio? Non lo so. Credo sinceramente in Gesù, ma Dio è una cosa troppo astratta, troppo lontana. Dio è un signore con la barba bianca che esce da una nuvola, che mette paura. Io posso dirti che credo in Gesù ogni volta che guardo i miei figli, che guardo mio marito, che leggo un libro, che ascolto musica, che vedo una città diversa, un tramonto o che alzo lo sguardo al cielo. Credo in Gesù quando apro Facebook e trovo gli schizzi dei bimbi che vengono a catechismo o di chi scrive che riesce a sentirsi “vergine” anche se prima del Matrimonio ha avuto rapporti sessuali perché si è donata con amore. Io credo in Gesù ogni volta che guardo con amore chi mi è intorno, come mi è successo venerdì scorso entrando in sacrestia e vedere tutti questi ragazzi rapiti nello sguardo per ciò che si parlava.

Vincenza Lenzini

23.

Per me è una presenza superiore, senza volto, alla quale affidare le mie paure, i miei segreti.

Parlandogli e pregandolo di aiutarmi nelle mie difficoltà. Per me credere in Dio significa affidarmi ad un grande amico.

Francesco Droghini

24.

Credere in Dio, vuol dire sentire dentro di me un’energia particolare, una forza inspiegabile, interiore, che mi aiuta ad andare avanti nei momenti difficili. Mi aiuta quando, sentendomi sola e sapendo che non posso rivolgermi a nessun’altro, parlo con lui nella mia testa esponendogli tutti i miei problemi, sentendomi subito più leggera.

Ambra Varesi

25.

Credere in Dio per me significa tante cose. Per me Dio è amore, pace, un padre che ti aiuta nei momenti difficili della propria vita, insomma è unico, si trova sempre accanto a te, a scuola, al lavoro, al supermercato ovunque tu vada, lui sarà sempre con te.

Giulia Dominizi

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26.

Per me credere in Dio vuol dire avere una persona accanto che ti accompagna e protegge durante il percorso della vita ma, soprattutto, nei momenti di difficoltà. Inoltre, per me, chi crede ha la certezza e la sicurezza di avere qualcuno che ti protegge sempre in ogni momento.

Marta Taddei

27.

Secondo me vuol dire credere in una persona che ha esposto i suoi insegnamenti al suo popolo per non far commettere nel tempo gli stessi errori fatti in passato, e per far capire il loro significato e per istruire correttamente il suo popolo. Vuol dire anche credere e pregare per una persona che non conosci fisicamente e quando tu lo preghi è come se ti stessi confidando con qualcuno che potrebbe realizzare un proprio “volere” e a cui ti esprimi come se fossi un “amico” e confidargli cose che non potresti confidare ad altre persone, perché non si vuole.

Giulia Latini

28.

Credere in Dio significa avere un punto di riferimento costante nella vita. Significa fiducia, speranza, forza e vita. Fiducia perché io affido la mia vita nelle Sue mani, perché possa fare di me una persona con dei sani principi e valori in modo tale che io possa trasmetterli alle persone che mi sono vicine ed essere un esempio positivo. Speranza che Lui ci sia sempre, che non mi lasci mai sola a lottare le difficoltà di tutti i giorni e ci sia sempre come mio personale confidente. A Messa non vado sempre ma tutti i giorni parlo con Lui e gli affido le mie preghiere. E poi è vita, e qui non riesco a dare un significato preciso, se credi sai che Dio è vita, lui ci offre ogni giorno la vita e a noi basta poco per ringraziarlo, seguire i suoi insegnamenti e agire sempre in buona fede. Dio è con noi, fa parte di noi, lui accompagna ogni nostro passo verso la strada giusta.

Arianna Basei

29.

Credere in Dio significa non sentirsi mai soli. È un po’ come avere una coperta di Linus invisibile, che ti fa sentire caldo e protetto anche nei momenti più freddi della vita. Quando sembra che

prevalgono la cattiveria, l’ingiustizia, il dolore, sapere che Dio esiste e rappresenta il Bene e l’Amore assoluto da conforto e restituisce speranza, ci aiuta a trovare la forza e la gioia di andare avanti.

Manuela Mariani

30.

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Credere in Dio vuol dire vedere qualcosa al di sopra del mondo terreno, vedere un qualcosa che mi da la forza quotidiana, un qualcosa che io chiamo Padre, una guida nella vita quotidiana. Credere in Dio per me si concretizza nell’andare a Messa, fare del mio meglio per seguire i Comandamenti.

Fulvio Giangirolami

31.

Credere in Dio significa avere un punto di riferimento, un qualcosa che ci fa sempre sperare e ci da la forza di andare avanti nonostante le mille difficoltà che dobbiamo affrontare.

Francesco Cammarano

32.

Credere in Dio non è semplice, di solito le persone si avvicinano a Dio nei momenti più difficili da superare; per quanto mi riguarda non vado molto spesso in Chiesa, ed ho una visione tutta mia della religione ma, secondo me, credere in Dio significa credere in qualcosa più grande di noi, che ci ha creato e che ci protegge; un’entità alla quale puoi rivolgerti in qualsiasi momento con la certezza di ricevere solidarietà, comprensione e sostegno. Io credo che lui ci guardi con gli occhi dell’amore, che ci rispetta e che, con altruismo, sostenga il prossimo. Credere in lui non basta, bisogna avere anche fiducia in lui, anche quando tutto sembra andare male. Si dice che Dio sia amore, e la risposta sta nel fatto che non si sa se esiste effettivamente, quindi chi ci crede ha fiducia in lui.

Giulia De Santis

33.

Io credo che nella vita, ogni tanto, soprattutto nei momenti più bui, ci si debba affidare a qualcuno.

Può essere chiunque, un parente, un amico, un professore, un uomo di Chiesa ecc… ma a volte c’è bisogno di affidarsi ad un potere superiore, che sia Dio, Buddha, Javè, è una condizione necessaria all’uomo. Per me credere significa evadere ogni tanto e affidare i miei problemi a qualcun altro, magari pensare che tutte le azioni non proprio buone che ho compiuto saranno perdonate e che i miei comportamenti buoni verranno elogiati.

Federica Giangirolami

34.

Credere in Dio è per me importante, credo in Dio sin da bambina per tradizione familiare, ma oggi che ho l’occasione di fare la madrina a mio nipote ho capito che desidero fare la Cresima per

rinnovare le promesse fatte al Battesimo e per comunicare i valori di Dio a mio nipote. Credo che Dio veglierà su mio nipote tutta la vita ed io potrò aiutarlo in questo.

Roberta Trovato 35.

(9)

Credere in Dio significa credere in qualcuno che ti da la forza per affrontare gli ostacoli della vita, una guida che non ti fa mai perdere la speranza, anzi ti induce a migliorarti e a relazionarti con tutto il mondo in modo da rendere migliori noi stessi e gli altri.

Gianluca Innamorato

36.

Credere in un Dio unico e uguale per tutti, significa seguire la Messa. credere in un proprio Dio significa credere in sé stessi. Io mi reputo un credente del mio Dio e non di quello decantato dalla Chiesa e per il quale sono state mosse molte guerre (non parlo del Dio professato solo dal

cattolicesimo ma quello di ogni religione). Per molti credere in Dio significa avere la speranza, avere un qualcosa a cui aggrapparsi…. Ma alla fine si va avanti con le proprie forze. Questo non significa credere in sé stessi?

Vincenzo Carpico

37.

Significa aver bisogno di credere che non finisca tutto qui. Credere che nei momenti difficili, quando tutto va per il verso sbagliato, quando ti ritrovi solo e tutto ciò che prima avevi fatto cade a pezzi, allora c’è lui che ti consola, ti assiste e ti da la forza di andare avanti.

Enrico D’Antonio

38.

Credere significa avere fede, quindi credere è anche obbedienza cioè capire che la libertà più vera non è seguire la sensazione del momento ma seguire sempre la verità. Credere in Dio significa anche conversione che ci accompagna durante tutto il cammino della nostra vita.

Giorgia Bagaglini

39.

Credere in Dio per me significa credere in un’entità più grande che mi sorveglia sempre, in qualsiasi cosa che faccio e penso, che mi aiuta a non fare cose stupide e soprattutto negative che mi

metterebbero nei guai. In passato pensavo che credere in Dio era da persone deboli che solo nel momento del bisogno si affidavano a Lui, da bambino sono stato avvicinato a Dio poi, da

adolescente, mi sono staccato poi ancora mi sono riavvicinato a Lui grazie alla mia ragazza. Mi piacerebbe molto in futuro poterlo fare anche con i nostri figli, avvicinarli a Dio.

Dario Bevilacqua

40.

Credere in Dio, a mio parere, è una cosa meravigliosa. Dio si prende cura di noi, ci accoglie nel suo grembo e ci guida nel corso della nostra vita. secondo me è una delle chiavi per raggiungere la felicità. Per me è un punto di riferimento fisso.

Valentina Brannetti

(10)

41.

Credere in Dio non significa avvicinarsi a Lui solo nei momenti di bisogno. Credere in Dio è sapere di avere sempre qualcuno al proprio fianco, che ci accompagna giorno dopo giorno lungo il cammino della vita. Quel qualcuno a cui puoi rivolgere le tue speranze, le paure, le preghiere e i sogni. Colui che ci guida senza giudicare, perché veglia su di noi anche quando commettiamo degli sbagli.

Rebecca Mariani

42.

Credere in Dio, significa avere fede, fiducia in Dio, seguire Dio e affidarsi completamente a Lui, perché egli è verità, gioia e amore. Credere è obbedire a Dio, perché ci guida nel nostro cammino, è la luce a cui dobbiamo tendere per completare il nostro io. La fede nasce nella nostra interiorità, si manifesta nel rapporto di Dio con gli altri, perché il messaggio di Cristo è universale ed è nostro compito continuare a diffonderlo.

Laura Fiori

43.

Per me credere in Dio significa avere qualcuno che ci protegga anche se non si è mai visto. Per me credere non significa andare tutti i giorni in Chiesa ma credere con il cuore.

Francesca Recchia

44.

Sinceramente non mi sono mai posta questa domanda, pensandoci non credo di avere una risposta comunque… penso di creder in Dio come ideale che mi è stato “tramandato” da generazioni al quale porto molto rispetto anche non andando in Chiesa tutti i giorni.

Valentina Bartoli

45.

Credere in Dio significa credere a chi ti aiuta, credere in Dio è riconoscere che Lui è il creatore dell’Universo e di tutti gli esseri animali e umani. Io credo in Dio perché penso che esista e che ci ama.

Rebecca Di Lazzaro

46.

Spiegarlo non è facile ma credo che per me credere in Dio da un senso a tutto, certo, non sono un modello, visto che non vado quasi mai a Messa, ma credo molto in Lui.

Tiziana Moscariello

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47.

Credere in Dio significa credere in un punto di riferimento importante nella vita di ognuno di noi.

Anche se non frequento la Chiesa credo in Lui e nei momenti di difficoltà penso a Dio e prego.

Giordano Funari

48.

Credere in Dio per un “cristiano anonimo” come me è, innanzitutto, la consapevolezza di avere un appiglio, una speranza anche quando si ha la certezza che rivolgersi a Dio sia l’unica cosa che si possa fare perché “tanto peggio di così non può andare.” Praticamente un’ultima spiaggia. Solo trovarsi in situazioni disperate può far cambiare un cristiano anonimo in una persona con una fede, con la sicurezza che la sua fiducia in qualcosa o qualcuno è ben riposta.

Antonio Roffi

49.

Pensare che ci sia un mondo migliore di questo dopo la morte. Avere la forza di affrontare i problemi che ogni giorno la vita ci presenta, pensare in maniera positiva, non farsi angosciare dalle brutte notizie che i mass media ogni giorno ci trasmettono e reagire in maniera positiva o almeno provare a trovare il lato positivo delle cose, anche se non sempre ci si riesce.

Mauro De Angelis

50.

Credere in Dio significa, in primo luogo, credere più in sé stessi in quanto, essendo stati creati a sua immagine e somiglianza, non possiamo non custodire nel nostro cuore un atomo divino, in ragione di ciò la fede aiuta a trovare la forza per vedere l’identità dove c’è, apparentemente, differenza e a vedere il mondo come un insieme di fratelli. In estrema sintesi, per me, credere in Dio significa credere in un mondo di fratellanza e mettere al servizio dei meno fortunati la propria virtù, rispettando i Comandamenti di Dio.

Riccardo Pepe

51.

Significa pensare di essere sempre in due anche nei momenti più tristi, pensare che c’è qualcuno a cui puoi rivolgerti quando sei solo, con cui puoi litigare quando rimani a piedi con la macchina o ringraziare quando rimani estasiato davanti ad un panorama. Per me Dio è qualsiasi cosa.

(12)

Alessio De Simone

52.

Per me credere in Dio significa effettuare ogni giorno delle scelte dettate da un principio positivo, ogni decisione che prendo, la prendo per aiutare qualcuno e non per metterlo a disagio. Quindi, sempre secondo il mio parere, credere in Dio significa vivere una vita di sacrificio, basata sull’amore per il prossimo.

Piergiorgio Cascapera

53.

Le dico la verità, io sono qui perché mi devo sposare però ammetto che qualche chiarimento l’ho ricevuto da lei, non le nascondo che ho dei forti dubbi su Dio! Dopotutto credere in Dio è credere in un essere supremo che ci guarda da lassù proteggendoci da ogni male.

Daniele Bastianelli

54.

…Per me significa avere in qualsiasi momento della mia vita un punto di riferimento, “qualcuno”

con cui parlare, sfogarmi, confidare le mie paure, incertezze…le mie gioie e realizzazioni, nonché aspirazioni e desideri.

Nella mia vita purtroppo la razionalità ha un ruolo molto ampio e importante e quindi pensare al perché io creda e a cosa significhi non trova una vera collocazione. Questo perché inconsciamente credo di non aver mai voluto chiedermelo…in quanto la mia risposta razionale mi porterebbe a valutare solamente i fatti e verifiche scientifiche.

Marco Romaldini

55.

Credere in Dio significa principalmente “SPERANZA.” Ogni qualvolta mi sono trovata nei momenti di difficoltà che presenta la vita, mi è capitato di rivolgere dei pensieri a qualcuno- qualcosa che, in qualche modo, mi potesse aiutare a sostenere e superare quel momento, che mi desse la speranza d i poter superare tutto. Non ho avuto una famiglia cattolica osservante, andavamo in Chiesa solo se invitati a qualche Matrimonio o Comunione, non si parlava spesso di Dio in casa ma sono stata cresciuta secondo i valori del rispetto dell’altro e delle leggi che regolano la società in cui si vive, mi è stato insegnato che l’onestà e la bontà sono sempre le strade migliori da percorrere. Penso che questi valori rispecchiano quelli insegnati dal cristianesimo. Credo che oggi la religiosità delle

persone sia diversa dal passato e, forse, è cambiato anche il “modo” in cui le persone credono in Dio.

Penso, inoltre, che oggi credere in Dio assuma un aspetto molto più soggettivo e intimo, quasi come se ci fossero tanti modi diversi di credere in Dio, tutti ugualmente validi e reali. Ognuno di noi da un significato diverso alla propria religiosità rimanendo comunque ancorata ai valori fondamentali del cristianesimo.

Katia Tagliacozzo

(13)

56.

Credere nell’amore per il prossimo, aiutare, sostenere, vivere e coesistere con ciò che lui ci ha dato, un giorno parlare insieme di tante cose, se sono stato degno e se è stato fiero di me.

Claudio Tagliacozzo

57.

Secondo me credere in Dio rappresenta credere in una serie di principi che la Chiesa c

costantemente cerca di attuare all’interno della comunità. L’avvicinamento a Dio è un avvicinarsi alle altre persone, condividendone il tempo, dandole aiuto e sostentamento ove possibile. Ritengo che un buon cristiano debba essere caritatevole, leale, onesto sia verso sé che verso gli altri. secondo questa visione non è sempre necessario frequentare la Chiesa e pregare continuamente per essere un buon cristiano; basta comportarsi sempre da tale. Dio è il simbolo di questo atteggiamento e la Chiesa ne è il portavoce.

Piero D’Amora

58.

Significa credere in qualcuno al di sopra di noi che ci guida durante la nostra vita. Non sono un praticante della Chiesa sia per motivi personali che per momenti della mia vita in cui mi sono trovato in difficoltà, mettendo così in dubbio che veramente ci fosse qualcuno in gradi di aiutarmi.

Daniele Miconi

59.

Credere in Dio vuol dire sapere di avere qualcosa nel proprio cuore che ti accompagna sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà. Credere in Dio vuol dire speranza e vita. chi crede sa di trascorrere la propria vita in pace avendo la consapevolezza e la sicurezza di avere qualcuno che ti protegge e ti consola sempre. Credere vuol dire quindi avere fiducia, fede, in qualcosa che non si vede e che non si può toccare ma che si sente e ti aiuta ad andare avanti nella vita.

Natacha Zeppieri

60.

Credere in Dio significa credere in qualcosa di superiore e che ci accompagna sempre, credere nel bene e nella felicità avendo la consapevolezza che la vita non è fatta solo di cose negative, di dolore e sofferenza ma anche di tanta felicità.

Luca Miconi

(14)

61.

Credere in Dio significa credere in “qualcuno” molto più importante di noi stessi, è credere in un’onnipotenza.

Francesca Moriconi

62.

Per me credere in Dio vuol dire avere speranza… anche se qualche volta la speranza può essere vista con egoismo… o meglio, in quel momento di disperazione preghiamo Dio che tutto vada bene. A me è successo… ma mi sono sentita più piena nell’anima, e lui mi ha aiutato!

Clarissa Tucciarelli

Pensi di conoscere abbastanza Gesù? Hai mai letto il Vangelo? Ne hai una copia da qualche parte?

1.

Non penso di conoscere abbastanza Gesù, anche perché sono sempre stata del parere che non si finisce mai di conoscere le persone, figuriamoci Gesù. Ci vuole molto per poter affermare di

conoscere veramente una persona. Per quanto riguarda la lettura del Vangelo, non l’ho mai letto ma ne ho una copia nella mia libreria.

Noemi Pecoraro

2.

No, non ho mai letto il Vangelo, a parte quello che legge il prete in Chiesa la domenica, ma per quanto ne so a casa ne ho una copia. Nonostante sia di religione cristiana mi rendo conto che il mio

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rapporto con Dio non è assiduo e costante perciò non mi ritengo in grado di poter dire che penso di conoscere abbastanza Gesù e, secondo me, nessuno conosce Gesù perché per conoscerlo bene bisogna avvicinarsi a Lui. non conoscere del tutto Gesù significherebbe essere qui per altre questioni non per professare la fede cristiana.

Irene Rossetti

3.

Penso di conoscere Gesù dal punto di vista storico. A Scuola si studia, la figura di Gesù è veramente esistita e il cristianesimo è bellissimo da studiare, Gesù è stato un grande rivoluzionario. No, non ho mai letto il Vangelo e non ne ho una copia. Spero di conoscerlo attraverso te, Don Gaetano, ma io non leggo il Vangelo e nessun altro libro, non mi piace leggere. Ho qualche dubbio sui miracoli che ha fatto, credo che sia giusto averli, ritengo di conoscere abbastanza bene Gesù.

Elia Sambucci

4.

No, credo di non conoscere quasi affatto Gesù. Sono consapevole che egli agisce quando meno ce lo aspettiamo e con piccoli segnali, ma per quanto materiale mi viene concesso, qua, sulla Terra, tramite testi sacri, per quanto io possa studiarli e contemplarli, insomma cogliere l’essenza, sono in fondo, resterò dell’idea che sono solo un suo segnale per quanto plausibile, mi farà avvicinare a

“Lui.” Ho letto, qualche volta, pagine di Vangelo, per determinati periodi. Credo di avere un Vangelo da qualche parte ma non è di mio interesse.

???

5.

Non ho mai letto il Vangelo, non ne ho una copia ma penso di conoscere abbastanza Gesù perché credo molto nella bontà e nell’amore per le persone.

Gabriele Bellisari

6.

Non penso di conoscere bene Gesù, anche avendo una Bibbia in casa non mi sono mai interessato a questo argomento.

Alessandro Tarantino

7.

Io penso di non conoscere abbastanza Gesù, forse perché non sono mai andata ad informarmi sulla sua vita, su quello che ha fatto, a confrontare se poteva essere plausibile o meno con la realtà, l’unica cosa che mi può far approfondire lo studio di Gesù è proprio quello che c’è scritto nel

(16)

Vangelo. Anche se ho più copie a casa, non mi ricordo di averlo letto tante volte e quelle poche volte mi ha messo più dubbi che altro, forse perché dovrei leggerlo con più attenzione o con delle persone che non me lo facciano vedere solo da un punto di vista che molte volte è quello che fa più comodo a loro o alla religione cristiana.

Maria Beatrice Masella

8.

Non so se “conoscere” Gesù significa credere a ciò che si dice di lui… forse potrebbe significare di più, questo sto cercando di capirlo… se ci sono altre cose da sapere su di lui vorrei conoscerla perché è vero che sono un po’ confusa nel crederci però, forse, saperne di più potrebbe anche aiutarmi a togliere questa confusione. Il Vangelo devo essere sincera non ho mai avuto la curiosità di leggerlo ma dovrei averne una copia da qualche parte. Potrebbe aiutare a conoscere Gesù anche leggere il Vangelo probabilmente…

Claudia Mazzalupi

9.

Io ho alcune conoscenze su Gesù che vanno sicuramente approfondite e con l’occasione del catechismo spero di fare una crescita spirituale e avvicinarmi di più a Gesù. Ho letto il Vangelo in occasione della mia Prima Comunione che mi ha permesso di conoscerlo meglio. Ho una copia del Vangelo a casa e credo sia importante averlo perché rappresenta la nostra guida spirituale insieme con il sacerdote che ci aiuta ad interpretarlo.

Romina Bernani

10.

Penso che il Vangelo sia presente in ogni casa ma non penso che tutti lo leggano, me compresa.

Forse ne ho letto qualche paragrafo sul libro di religione in classe ma se non fosse per la domenica a Messa, la mia famiglia non ha l’abitudine di pregare come si faceva una volta, ci si riuniva e prima dei pasti o prima di dormire e magari si recitavano anche paragrafi del Vangelo, però succedeva anni fa.

Per quanto riguarda la domanda non ho una risposta certa, come si può davvero conoscere una persona, un uomo che non si è mai visto o con cui non si è scambiato parola? Conoscere Gesù, per quanto riguarda la sua storia, narrata nella Bibbia, sì, così posso dire di conoscerlo, ma quanto? So la sua storia basata su storie raccontate da altri vissuti nel passato. Conoscere abbastanza Gesù cosa significa? “credo nella sua natura divina, che Lui sia nato da Madre terrena e Padre Eterno, conosco la sua storia, le sue gesta e seguo la sua parola promulgata in tutto il mondo.” Conoscere Gesù si basa sulla fede o su cosa? La risposta non c’è. Io conosco una persona che effettivamente non conosco.

Vanessa Cedroni

11.

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Allora, per cominciare ti voglio fare una domanda, ma perché riesci a coinvolgermi sempre in tutto?

Gesù lo conosco per la Messa, per il Vangelo, per la religione studiata a scuola ma forse anche personalmente. Forse non materialmente come si può pensare ma quando c’è bisogno so che lui c’è.

C’è perché lui ci ama indifferentemente dal colore o da come parliamo. Lui ha fatto tanto per noi e non potremmo fare altrettanto per lui, a parte lodarlo e amarlo. Non ci penso quasi mai ma se ci penso è come se lo avessi vicino. Lui è il re dei giudei ma secondo me è soprattutto re dei cuori che ci spinge ad essere sempre migliori e misericordiosi.

Riccardo Mancini

12.

Penso di conoscere soltanto le gesta principali compiute da Profeta, ma non avendo mai letto il Vangelo non conosco Parabole o miracoli. Dentro casa ho, sicuramente, una copia del Vangelo ma essendo un libro che ho sempre associato alla figura della Chiesa e al clero, non ho mai avuto lo stimolo giusto, il credo. Non credendo ad una Chiesa bigotta e discriminatoria.

Francesco Droghini

13.

No, non penso di conoscere abbastanza Gesù attraverso il Vangelo, ne ho una copia ma non lo leggo ormai da anni. Da piccola ho letto il Vangelo con le suore e per me Dio e Gesù erano dei personaggi di cui aver paura. Erano una figura costante dietro me a spiare se io peccavo. Poi, ho imparato a conoscere Gesù nei miei pensieri e con il suo aiuto nel 2000 venendo a catechismo con mio figlio da te. Io non ho insegnato preghiere o il Vangelo ai miei figli. Ho insegnato, come scrissi in un compito, a Francesco ad aiutare chi ha bisogno, a non giudicare, a perdonare, a non avere paura di Gesù.

Ancora oggi io non riesco ad avere un buon rapporto con Gesù, avrei voglia di parlare con lui, di chiedere perdono a lui ma poi mi fermo. Perché penso a ciò che credevo prima, penso che non si può chiedere perdono a chi a sacrificato la sua vita per me e poi io a non portare rispetto.

Vincenza Lenzini

14.

Personalmente non ho mai letto il Vangelo, però spesso ne ho ascoltato dei tratti alle varie Messa a cui ho partecipato. Di Gesù conosco abbastanza bene la storia e so che voleva mostrarsi come uomo semplice pur essendo figlio di Dio. Nel Vangelo sono contenuti molti argomenti che possono essere attualizzati, e questo è il fatto che più mi sorprende. Non sono mai stata una persona che va a Messa per il puro piacer e di farlo, anzi, spesso mi ha annoiata, questa volta però ho deciso di voler imparare qualcosa di più da questa esperienza di catechismo e partecipazione di Messa della

domenica. Voglio che Gesù nella mia testa diventi una figura ben definita e che non sia solamente un qualcosa di cui ho sentito distrattamente parlare e voglio provare a conoscere meglio il Vangelo.

Serena Taglialatela

(18)

15.

Non ritengo di conoscere abbastanza Gesù, conosco solo in piccola parte il suo pensiero, la parola, retaggi dei primi anni di scuola cattolica, dove ho studiato fino alla terza media. Più che conoscerlo posso dire di averlo immaginato attraverso quelle poche letture che ho avuto modo di ascoltare nel corso di questi anni, dal Vangelo.

Lorenzo Vicario

16.

No, non ho mai letto il Vangelo in tutta la sua interezza, solo alcune scene tratte da esso e dovrei averne una copia in casa. Per quanto riguarda Gesù bisogna vederlo sotto vari punti di vista, ci sono molti non credenti che credono alla sua venuta e lo considerano un “rivoluzionario” senza credere che fosse figlio di Dio ma comunque ci credono. Io credo al fatto che fosse il figlio di Dio in quanto era in grado di fare cose speciali.

Leonardo Andreozzi

17.

No, non penso di conoscere abbastanza Gesù perché frequento poco la Chiesa. Non ho mai letto il Vangelo e non ne ho copie.

Michela Segna

18.

Purtroppo non conosco “abbastanza” Gesù, mi è capitato di leggere qualche passo del Vangelo però non ho mai pensato di leggerlo tutto di mia spontanea volontà.

Jessica Segna

19.

No, non conosco Gesù abbastanza. Per me la sua conoscenza non è mai abbastanza w fino che c’è vita dovremmo cercare di conoscerlo meglio. A proposito del Vangelo, non l’ho mai letto, ma questo non vuol dire che non ci credo o che non mi importa niente. Sì, a casa ne ho più di una copia, perché mia madre che da Lui trova la forza per andare avanti, da quando sono piccola cercava di parlarmi di lui e me lo leggeva, poi sono cresciuta e personalmente non l’ho mai letto.

Ambra Varesi

20.

A casa ho più di una copia del Vangelo, uno nella libreria dei miei genitori, e altri due tra i miei libri delle scuole medie. Devo ammettere infatti che tranne quelle pochissime volte in classe non ho mai

(19)

letto il Vangelo. Però ricordo che la parola “Vangelo” viene dal latino e significa “buona notizia,”

ovvero in questo libro troviamo scritta la storia di Gesù ed il suo messaggio. Gesù fu un uomo storicamente vissuto circa 2000 anni fa in Palestina. A mio parere poi, per tutto ciò che ha fatto, può essere considerato il primo e il più grande rivoluzionario della storia, poiché diffuse il principio di UGUAGLIANZA fa tutti gli uomini (concetto che a quei tempi creò scalpore nella società romana, la quale era molto classista). Comunque il Vangelo, se non sbaglio, parla di Gesù di Nazareth come il figlio di Dio venuto in terra, che sacrificò la sua vita per salvarci.

Pierluigi Manenti

21.

Non credo di conoscere abbastanza Gesù, non perché non ho voluto conoscerlo fino ad ora ma semplicemente perché prima ero troppo piccola per capire il concetto di fede e delle Chiesa. ora sono qui e voglio conoscere Gesù e la Chiesa, capendo meglio attraverso il Vangelo che ho letto poche volte non avendone nessuna copia.

Giulia Dominizi

22.

Io penso di non conoscere abbastanza Gesù, conosco Gesù solo dalla spiegazione degli insegnanti di religione e conosco Gesù solo quando vado in Chiesa e parlano di lui in qualsiasi situazione. Non ho mai letto il Vangelo, non ci avevo mai pensato ma so che una copia da qualche parte ce l’ho.

Giorgia Bagaglini

23.

Non abbastanza… ma in parte, per i suoi insegnamenti, il suo amore per il prossimo e per la sua fratellanza con tutti. Ne ho letto qualche paragrafo, sì ne ho una copia.

Giulia Latini

24.

Io penso che nessuno conosca abbastanza e realmente Gesù, io per prima perché lui è stato un uomo che ha sofferto molto e anche se soffriva non lo faceva vedere a nessuno, infatti agli altri si mostrava sempre sereno. Inoltre io penso che si sia sacrificato per tutti, per motivi che

probabilmente nessuno può conoscere. Non ho mai letto un Vangelo fino ad ora anche avendone una copia da qualche parte.

Marta Taddei

25.

(20)

Non penso di conoscere abbastanza Gesù, anche se nel corso della mia vita ho letto il Vangelo, ricordandone gli scritti più famosi. Penso però che la figura di Gesù sia così piena che non basta certo leggere il Vangelo per comprenderlo nella sua pienezza. Anche perché, leggendoli brano qui sopra, mi sorge una domanda: “Perché bisogna sempre soffrire per essere beati?” Penso che la risposta sia nella complessità della figura di Gesù. Tra i miei libri è presente comunque il Vangelo.

Arianna Basei

26.

A casa abbiamo ben due copie del Vangelo ma a dire la verità non l’ho mai letto e a parte alcuni versi ascoltati durante la Messa non ho mai provato interesse ad approfondire questa lettura, forse perché non c’è l’abitudine di consultare questi svaghi anche come lettura di “svago”. Per quanto riguarda la conoscenza di Gesù penso di avere quella che hanno più o meno tutti ovvero molto, molto vaga e anche in questo caso non ho mai pensato di approfondire l’argomento. Io penso che di queste cose se ne parli troppo poco e fin da piccoli non si viene abituati ad affrontare questi temi col giusto interesse e quindi si è portati a considerarli quasi come un “compito” da svolgere e non un interesse da approfondire.

Sara Mancini

27.

Ho studiato Gesù a scuola, a religione, come personaggio storico anche se ne ho un ricordo molto vago. Sempre a scuola ci avevano fatto comprare il Vangelo e credo di aver letto qualche passo qualche volta, ma non sempre riuscivo ad interpretare in maniera appropriata gli insegnamenti che conteneva e con il tempo l’ho accantonato. Al momento ne ho una copia a casa.

Manuela Mariani

28.

Non penso di conoscere a fondo Gesù, le poche cose che conosco di lui le ho apprese a scuola e durante la catechesi per ricevere la Prima Comunione. Gesù è stato un uomo come noi, che grazie alla sua fede cristiana e alla sua bontà di animo, andava in giro a predicare e a far conoscere la parola di Dio. In realtà, anche se posseggo una copia del Vangelo, la mia lettura si limita alla domenica durante la Messa e a qualche passo letto dalla mia vecchia insegnante delle elementari.

Giulia De Santis

29.

Non conosco passo dopo passo la vita di Gesù, quello che so l’ho imparato durante il catechismo della Comunione. Ho un Vangelo a casa che non ho ancora mai aperto ma credo che un giorno lo aprirò.

(21)

Ilenia Simoni

30.

A casa ho la Bibbia che contiene anche il Vangelo, e lo sento le volte che vado a Messa. mi piace il Vangelo delle beatitudini perché vede la bellezza del cristiano anche quando è povero e tormentato, ma anche i beati e i misericordiosi perché avranno misericordia. I valori del Vangelo sono valori buoni ed umanamente importanti.

Fulvio Giangirolami

31.

Non so se posso dire di conoscere abbastanza Gesù, so qualcosa di lui e dei suoi insegnamenti, ma non ho la presunzione di dire che sono a conoscenza di tutto dato che nella vita non si finisce mai di imparare. Ho letto il Vangelo, ma non tutto e non di frequente, penso che risalga ai tempi della mia Prima Comunione. Ne dovrei avere una o due copie a casa.

Francesco Cammarano

32.

Il Vangelo è il Nuovo Testamento e parla proprio di Gesù, mi piace molto perché non è come il Vecchio Testamento basato su un Dio che punisce e comunque distante dagli uomini. Il Nuovo Testamento (che ascolto quando vado in Chiesa e di cui ho una copia che era dei miei genitori) è basato sul Comandamento nuovo: amarsi gli uni con gli altri e Gesù chiama Dio “padre.” Un padre vicino e buono:questo è un messaggio di consolazione per noi uomini.

Federica Giangirolami

33.

Il Vangelo me lo hanno regalato alla Prima Comunione ma, sinceramente ne ricordo poco. Conosco la figura di Gesù, i suoi messaggi d’amore, di pace, di speranza, sono sempre attuali ma nessuno, ormai, li mette in atto in questo mondo egoista, individualista, dovremmo ascoltare di più la parola di Gesù.

Roberta Trovato

34.

No, non mi sono mai informato su Gesù, so solo che la sua missione “di portare la parola di Dio” per il mondo, la faceva praticando l’umiltà e la povertà e anche la misericordia… cosa che a quanto pare si è andata a perdere con gli anni! Non ho mai avuto modo di leggere il Vangelo, forse perché non ne ho mai sentito il bisogno o semplicemente perché non credo siano le scritture originali ma una

(22)

“rivisitazione” per farci vedere solo quello che interessa alla Chiesa. Sì, credo di averne una o due copie in casa ma non li ho mai aperti.

Vincenzo Carpico

35.

Non credo di conoscere abbastanza Gesù poiché lessi poco sul Vangelo alla mia Prima Comunione.

Ne possiedo una copia a copia a casa ma ricordo poco sul contenuto.

Gianluca Innamorato

36.

Per dire la verità io Gesù non lo conosco ancora bene, diciamo che ne conosco una minima parte.

Sarebbe bello conoscerlo benissimo, io credo che chi lo conosce si sente bene con tutta l’anima. In Chiesa non ho mai letto il Vangelo perché mi vergognavo non di leggerlo ma della gente che ascolta.

Quando facevo le medie, ho letto un pezzo di quei Vangeli piccolini e devo dire che il professore, quando leggevamo era entusiasmato per le parole che erano scritte e ci spiegava tutta la vita di Gesù con molta felicità e sembrava di essere in Chiesa. Io non ho il Vangelo grande ma ho soltanto quello piccolino che usavo a scuola.

Manuel Di Menna

37.

Penso di conoscere abbastanza me stesso ed è lì che cerco e trovo Dio quando ne ho bisogno.

Ho letto il Vangelo durante il catechismo e ne ho una copia in casa.

Enrico D’Antonio

38.

No, non penso di conoscere abbastanza Gesù a dire la verità lo conosco poco, a casa paterna avevamo un Vangelo ma non l’ho mai aperto, ma confesso di avere un certo interesse a comprarne una copia, leggerla per capire di più su di Lui.

Dario Bevilacqua

39.

Gesù, credo di conoscerlo abbastanza; credo in Lui e ogni volta che mi trovo in difficoltà mi rivolgo a Lui per invocare il suo aiuto. Il Vangelo l’ho letto mentre facevo il catechismo per la Comunione, a casa lo possediamo.

Valentina Brannetti

40.

(23)

Premetto che non sono una persona che dedica molto tempo alla lettura. Nonostante io abbia una copia della Bibbia credo, anzi so si non conoscer abbastanza Gesù ma ho deciso di iniziare a conoscerlo ora, rinnovando le promesse battesimali fatte dai miei genitori.

Rebecca Mariani

41.

Non penso di conoscere molto bene Gesù. Da bambina avrei risposto che Cristo è il figlio di Dio, che ha diffuso il suo messaggio d’amore e la parola di Dio e che è morto per la nostra salvezza. Ora credo che Gesù è in ognuno di noi e ci guida verso il cammino che porta a Dio, anche se purtroppo a volte ci discostiamo Lui è lì e continua a lottare e a sacrificarsi per l’amore per gli uomini. Sta a noi guardarci dentro, trovarlo e accoglierlo. Ho letto alcuni brani del Vangelo a catechismo o a scuola e altrettanti ne ho ascoltati durante la Messa, ne ho una copia in casa ma solo del Vangelo di Marco, la presi quando nacque mio fratello.

Laura Fiori

42.

Nel corso della mia vita credo di aver acquisito una conoscenza elementare e non approfondita di Gesù, dovuta al fatto che dopo la scuola primaria e dopo la Prima Comunione, purtroppo, non mi sono preoccupata di approfondire personalmente la sua conoscenza. L’uso del Vangelo va di pari passo al discorso precedente ovvero è sempre inerente alla scuola o al catechismo senza consultarlo personalmente e con una mia opinione, nonostante sia in casa. Forse per mancanza di tempo o per pigrizia oggi come oggi non mi sono fatta un pensiero ben preciso.

Valentina Bartoli

43.

Conoscere Gesù, beh, non molto, non credo che nessuno lo conosca così bene. Sì, l’ho letto con mia nonna. Non ne ho una copia.

Francesca Recchia

44.

Non penso di conoscerlo abbastanza. Sinceramente il Vangelo non l’ho mai letto però alcune volte mia nonna l’ha fatto per me e mia sorella.

Giordano Funari

45.

No, non credo di conoscere abbastanza Gesù, perché non ho mai letto il Vangelo però ne ho una copia da qualche parte.

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Tiziana Moscariello

46.

Sono stato educato nella religione cristiana e conosco Gesù da quando ho iniziato ad andare alla Messa. non ho letto a fondo il Vangelo ma ne posseggo una copia.

Riccardo Pepe

47.

Sinceramente no.

Mauro De Angelis

48.

Sì, ho una copia del Vangelo ma non ho mai avuto la curiosità di leggerlo, quindi posso dire di conoscere poco Gesù.

Antonio Roffi

49.

Gesù è qualcuno che prova a cambiare il mondo tutti i giorni. Non ho mai letto il Vangelo. Sì.

Alessio De Simone

50.

Penso di conoscere, almeno in parte, la figura di Gesù. Di Lui ho un’immagine stampata nella mente che, probabilmente, è frutto di tutti i film che sono stati trasmessi. Non ho mai letto il Vangelo ma mia madre più di una volta mi ha letto dei passi. Sì, a casa ne ho più di una copia.

Piergiorgio Cascapera

51.

Non so quanto possa conoscere Gesù, il Vangelo l’ho letto da bambino frequentando il catechismo per la Prima Comunione ma, sinceramente, non lo ricordo.

Daniele Bastianelli

52.

(25)

Sinceramente non credo di conoscere affatto Gesù o almeno non lo conosco come lo potrebbe conoscere un qualsiasi cristiano praticante. La mia conoscenza del figlio del Signore per me si limita a quello che io reputo sia una sua manifestazione. Nella mia mente Gesù si manifesta spesso in alcune situazioni di vita, piccole realtà, momenti , in cui riconosco che c’è qualcosa di più di solo quello che si vede…non riesco a spiegarlo bene. Spesso però mi viene da dire/sentire che una certa situazione o evento sia indirizzato in qualche maniera che non è riportabile agli eventi in sé, ma … a Gesù.

Il Vangelo tranne qualche volta da piccolo, di cui il ricordo oramai è svanito, non lo ho mai più aperto.

Non ne posseggo neanche una copia.

Marco Romaldini

53.

Beh, sicuramente nel corso degli anni ho avuto modo di conoscere i principali aspetti legati a Gesù non solo come “persona” ma anche come simbolo del cristianesimo. Nel periodo della Comunione in particolare mi sono dedicato alla lettura del Vangelo. no, non posseggo una copia in casa (non nella nuova).

Piero D’Amora

54.

Non quanto lui conosca me, ma credo e sento di conoscerlo abbastanza. Sì, qualche tempo fa la prima volta e in questo periodo lo rileggerò. Ne ho una copia nel comodino della mia cameretta.

Claudio Tagliacozzo

55.

Penso di conoscere abbastanza bene Gesù e i suoi insegnamenti, un po’ meno bene tutte le vicende della sua vita. Del Vangelo ho letto solo poche parti, nonostante ne abbia sempre avuto una copia in giro per casa.

Katia Tagliacozzo

56.

No, non credo di conoscerlo abbastanza e non ho mai letto il Vangelo.

Francesca Moriconi

57.

(26)

Non penso di conoscere abbastanza Gesù, anche perché non ho mai avuto la necessità di averlo vicino per sorreggermi nel momento del bisogno. Conosco la sua storia grazie alla lettura del Vangelo e attraverso l’insegnamento della religione cattolica.

Luca Miconi

58.

Conosco la sua storia grazie alla lettura del Vangelo, conoscere Gesù significa sentirlo nell’anima quando si fa un gesto di pace, quando si regala un sorriso, quando si aiuta un amico in difficoltà.

Significa guardare il mondo con occhi diversi, essendo consapevoli che se ognuno di noi facesse un gesto di bontà al giorno, sarebbe di sicuro un mondo migliore. Significa avere un dialogo aperto con chi ci sta intorno in modo da imparare a rispettare (anche se magari non lo si condivide) il pensiero altrui.

Natacha Zeppieri

59.

… non credo di conoscere così bene Gesù ma sono sicuro che solo per sua volontà una persona può migliorare e cambiare la sua vita rispetto a determinati comportamenti e atteggiamenti. A me è successo: ripeto, non sono un forte credente ma non posso dire che lui non intervenga per noi. Tutti nella vita sbagliamo ma sicuramente c’è sempre il momento in cui la nostra vita prende un altro senso, e sicuramente grazie a lui che sa perdonare, nonostante tutto. Ho letto il Vangelo quando tempo fa frequentavo il catechismo e facevo il chierichetto. Non credo di avere una copia in casa del Vangelo.

Daniele Miconi

60.

Circa dieci anni fa ero molto impegnata nella vita dell’A.C.R. (azione cattolica ragazzi) e sì, allora lo conoscevo abbastanza bene Gesù, leggevamo sempre il Vangelo e, certo, ne ho una copia. Ma in questo istante, mentre sto rispondendo alla domanda mi accorgo che è proprio da tanto che non leggo il Vangelo e che, forse, un po’ mi sono allontanata da Lui. Vado qualche domenica a Messa e non è che mi annoio o sono svogliata ma comunque è un impegno che non riesco a mantenere sempre.

Clarissa Tucciarelli

Purtroppo esiste il male e il male sono i cattivi comportamenti dell’uomo. Secondo te, guardandoti attorno e osservando il mondo che ti sta vicino, quali sono le colpe più gravi che potrebbero sciupare i rapporti con Dio, con gli altri e con se stessi?

(27)

1.

La colpa più grave che può commettere l’uomo è l’omicidio, per me è la cosa più brutta che possa accadere, non riesco a capire come un essere umano possa arrivare fino a questo punto. Non c’è spiegazione né giustificazione per un atto simile.

Michela Segna

2.

Guardandomi intorno vedo continuamente violenza, se non fisica mentale. Questo perché le persone non hanno ormai più rispetto per niente e nessuno. Penso che la colpa più grande sia l’egoismo poiché rovina il rapporto con sé stessi e gli altri. Altre colpe possono essere lo stupro, che tocca la cosa più intima di te, l’omicidio che priva l’uomo di vivere la vita che Dio ha stabilito per lui.

Jessica Segna

3.

Ci sono diversi tipi di colpe e ogni persona la valuta in modo diverso. Il male stesso cambia interpretazione da una persona all’altra. Un bambino potrebbe vedere il male nella mamma che li sgrida oppure in una persona che non conosce. Una madre potrebbe vedere il male nelle cattive amicizie dei figli. Non ho una definizione per male, non so quali colpe possano rovinare i rapporti con Dio. Un rapporto tra amici può essere rovinato da una parola di troppo che in quel caso per noi può essere il male. Definire ciò che per noi è male non è un compito facile, potrebbe essere una cosa in un momento e un’altra completamente diversa 5 minuti dopo. Il male ha 1000 facce diverse e nessuno sa mai quale deciderà di indossare. I rapporti tra amici possono essere rovinati da un semplice “ma” e quelli con Dio? Forse non ho fede, la tendenza a seguire la massa che non ama la Chiesa, allora forse quello potrebbe essere il male.

Vanessa Cedroni

4.

Purtroppo esiste il male, il bene. A volte penso perché delle persone buone, generose, scoprono di avere tumori oppure improvvisamente muoiono d’infarto e le persone cattive sono vive e vegete? A me sono morte tante persone care, fortunatamente ero piccolo quindi non me le sono godute bene, non so se è un male o un bene, però non so dare la colpa a Dio, la malattia fa parte dell’essere umano, quindi è umano ammalarsi. La domanda che mi faccio però è “perché si ammalano o perché succedono cose brutte soltanto alle persone buone? Perché alle persone cattive non succede niente? Perché Dio fa questo? E tanta gente sciupa la fede in Dio perché vede gente buona che se ne va e gente cattiva che resta, le domande sono sempre queste: “Perché le persone cattive restano? “ Elia Sambucci

5.

(28)

Una delle colpe che può sciupare il rapporto con gli altri e con sé stessi è l’invidia, un altro potrebbe essere,secondo me, giudicare le persone senza sapere il perché del comportamento che una persona ha, ma soprattutto la colpa che potrebbe sciupare un rapporto è non saper perdonare gli sbagli che una persona può commettere, anche involontariamente. La mancanza di rispetto verso altre persone è un altro cattivo comportamento che purtroppo delle persone hanno. Queste secondo me sono le colpe più gravi.

Francesco Recchia

6.

Per me le colpe più gravi sono le guerre, gli stupratori e i killer, più di tutti gli stupratori e i killer che dovrebbero mettere dentro e buttare la chiave. Purtroppo viviamo in un mondo dove tutti pensano di poter fare quello che si vuole e si perdono di vista la Chiesa e gli insegnamenti che ci lascia.

Alessandro Tarantino

7.

Oggi, il comportamento dell’uomo è diventato pessimo perché si fa del male ai genitori, figli, mogli e più andiamo avanti e più vince il male. Sembra che queste persone si siano dimenticate che esiste il bene e Dio. Le colpe più gravi sono fare del male al prossimo, rubare, violentare, dimenticarsi di avere dei genitori, abbandonarli a sé stessi quando invece loro ci danno la vita, fanno dei sacrifici per noi per non farci mancare il necessario per andare avanti nella vita e assicurarci un futuro.

Gabriele Bellisari

8.

La colpa più grave che potrebbe sciupare i rapporti con Dio è l’omicidio. È la cosa più grave che qualcuno potrebbe fare anche perché l’unico che può togliere la vita è Dio, perché è lui che l’ha creata. Chi uccide va contro gli ideali di Dio e lo sta insultando, non lo sta rispettando come non rispetta la vita degli altri, la rovina per sempre, creando un vuoto incolmabile nella vita dei familiari ma anche nella sua perché si creano i cosiddetti sensi di colpa.

Angelica Cesaroni

9.

A volte si sente in TV di episodi di violenza estrema, di figli che fanno violenza nei confronti dei genitori. Questo tipo di violenza è inaccettabile e non riesco a capire come può avvenire. I genitori ti guidano nel percorso di vita, ti aiutano a crescere e ti danno amore. Chi compie tale tipo di reato perde la dignità di essere umano e non è degno di avere rapporti con gli altri e con Dio. Ci sono anche altri tipi di violenza, di persone picchiate o uccise per denaro. Questi sono cattivi

comportamenti dell’uomo che dimostrano che in loro non c’è il sentimento dell’amore.

Romina Bernani

(29)

10.

L’uomo ha cattivi comportamenti e per me alla base di tutti c’è l’egoismo. Spesso vedo dimostrazioni di egoismo anche nei gesti quotidiani. Per esempio ci sono persone che parcheggiano nel posto riservato alle persone disabili, senza pensare che se arriva la persona che ne ha veramente bisogno non può usufruirne. Personalmente ho riflettuto molto su come giudicare una persona cattiva. Si sente spesso parlare di persone che maltrattano gli animali senza motivo. Io credo che chi non ama gli animali, ritenendosi superiore a loro e pensando quindi di poterne fare ciò che vuole, non è una buona persona perché non sa amare il prossimo. questo senso di superiorità a mio parere rende l’uomo solamente più inferiore all’animale.

Serena Taglialatela

11.

Secondo me se parliamo di colpa, di rapporti con Dio e gli altri, quella più grande è il non rispettare gli altri, può essere molto difficile se prendiamo come esempio un uomo che ha ucciso, non riesci a rispettarlo ma è sempre una persona che ha dei sentimenti, delle emozioni, forse molto nascoste ma le ha. Il rispetto vale anche con Dio perché essendo credente, uno crede che Dio sia colui che giudica ricoprendo così un ruolo importante da rispettare e si rispettano anche coloro che non hanno

“peccati” perché solo chi è senza peccato può giudicare gli altri. infine dobbiamo rispettare noi stessi, per la nostra dignità, per amor proprio però non bisogna mai eccedere per il rispetto verso noi stessi perché potrebbe diventare narcisismo, nei confronti degli altri sottomissione e nei confronti di Dio si potrebbe diventare bigotti.

Maria Beatrice Masella

12.

Sicuramente avrai sentito parlare di quel maledetto, vile e vigliacco essere umano che stupra quelle povere ragazze…uno dei quei mali anzi soprattutto quello è un male. Un male è rappresentato da chi quotidianamente commette ca…te su ca…te. Io ad esempio, come tutti, non sono perfetto! A volte mi manca il buon senso, delle volte mi manca anche la semplice capacità di pensare. Non so decidere, non mi so proporre e sono, a volte, anche se non sembra, timido. Il male più grande per me è non sapere amare, vedi come passo da un discorso ad un altro… incoerenza la chiamano, io la chiamo voglia di dirti tanto e non riuscire a farlo. Ad amare io ci ho provato, e lo faccio ancora, ho amato una ragazza come se fosse lei Dio e poi è finita. Boom, si ricomincia, ci ho riprovato ma in testa purtroppo ho lei. Il male in questo è amare e non riuscire ad esprimersi. Io amo lei ma nel senso di affetto, come una sorella. Il male verso Dio è chi non riesce ad esprimere amore per

nessuno, perché chi ama qualcuno ama Dio. Almeno credo sia così che vadano le cose. Chi pecca, chi non rispetta i Comandamenti, questo è male. Chi usa il prossimo per i suoi comodi, chi si approfitta di debolezze altrui, questo è il male. Questo è il male: sentirsi incapaci di essere insieme e far parte di qualcosa di fantastico…

Riccardo Mancini

(30)

13.

Per me le colpe più gravi potrebbero essere:l’egoismo, quando qualcuno vive solo per sé stesso, l’indifferenza verso i problemi degli altri e l’egocentrismo, quando un individuo ritiene le proprie opinioni o i propri interessi più importanti di quelli degli altri.

Noemi Pecoraro

14.

Secondo me le colpe più gravi sono l’egoismo, la superbia e l’accidia. Se ognuno di noi riuscisse a pensare un po’ di più agli altri invece di pensare solo a noi stessi ci sarebbe più umanità.

Ambra Varesi

15.

Le colpe più gravi sono rubare, uccidere, perché questi peccati lo fanno allontanare da noi, invece la colpa che può rovinare il rapporto con gli altri è non essere sinceri e quindi si potrebbero cerare delle amicizie basate sulle bugie. Rovinare il rapporto con sé stessi quando non si crede in noi stessi e su cosa si sta facendo.

Giorgia Bagaglini

16.

Ogni giorno mi guardo intorno e mi preoccupo sempre di più perché vedo che il mondo viene sommerso dal male. Vedo la gente sempre più cattiva e questa cosa mi fa un po’ paura perché siamo comuni mortali e ci stiamo distruggendo e la natura se ne sa accorgendo. La colpa più grave siamo noi.

Giulia Dominizi

17.

Le colpe più gravi verso sé stessi è il non amarsi. Questo è ciò che porta a giudicare gli altri con lo stesso parametro con cui ci si rapporta ai propri sensi di colpa, derivanti dai condizionamenti che la società ci impone sin da piccoli. Tutto ciò fa sì che anche i nostri rapporti con gli altri siano

discriminatori. Dio osservandoci ed essendo noi una parte di Lui , è ovvio che rispecchi il nostro animo tanto da poter pensare che il rapporto non sia buono, in verità ci ama così come siamo. Noi siamo Lui.

Francesco Droghini

18.

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Il male esiste, è sempre esistito. Esiste con la nascita dell’uomo. Bisogna capire cosa intendiamo per male. Comportamenti sbagliati che distruggono la natura, ci allontanano da Dio dagli altri e da noi stessi. La corruzione, la pedofilia, i giudizi verso gli altri e verso noi stessi ci allontanano ma,

soprattutto, ci allontana il pensare solo a noi stessi, alla nostra tranquillità, solo al nostro benessere.

È male non amare, non guardare l’altro, chiunque esso sia, senza amore.

Vincenza Lenzini

19.

Secondo me, sono molti i peccati che sciupano il nostro rapporto con Dio, con gli altri e con noi stessi. Il più grave è uccidere. In linea di massima comunque basterebbe conoscere i Dieci

Comandamenti. Un altro potrebbe essere tradire le altre persone in ogni modo: facendo del male, dare dispiaceri e non aiutare nel momento del bisogno. “Ama il prossimo tuo come te stesso” forse adesso si crede molto poco in questo Comandamento perché ognuno pensa solo alla propria felicità ed è questo che rovina il rapporto tra le persone. Altri peccati potrebbero essere rubare o dire falsa testimonianza. Con tutti questi elementi posso dire che il rapporto con Dio non esiste perché queste cose lo fanno allontanare da noi. il male è una cosa bruttissima, purtroppo esiste e fa parte della realtà dei nostri giorni.

Irene Rossetti

20.

Il male non è un modo giusto per esprimersi in qualsiasi modo e con qualsiasi persona. È un modo non corretto, per niente opportuno. Le colpe più gravi secondo me sono, infrangere le regole, uccidere, violentare, e quindi non rispettare i Comandamenti di Dio. Secondo me, quello più grave è

“UCCIDERE” perché dopo aver compiuto questo atto non hai risolto niente, e di certo non hai migliorato la tua vita ma ti saresti fatto solo del male ed è un atto da pagare con la galera e che peserà sulla coscienza per tutta la vita. anche la violenza sulle donne, sui bambini, sulle persone indifese è un atto molto grave e che l’unica persona indifesa, in quel momento, è la persona che compie l’atto, perché è un debole che non ha un modo concreto per comportarsi… e che non capisce il dono della vita.

Giulia Latini

21.

Purtroppo il male esiste e spesso si presenta davanti ai nostri occhi in diverse situazioni. Per me le colpe più gravi sono infrangere i Dieci Comandamenti e, quelle più gravi sono uccidere, perché nessun uomo può togliere la vita ad un altro uomo, poi la bestemmia. Mentre all’interno di una società io penso che i rapporti con sé stesso e con gli altri vengono sciupati semplicemente non essendo sinceri.

Marta Taddei

22.

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