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SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO   Caschi Bianchi: KENYA 2017

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Academic year: 2022

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SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO  

Caschi Bianchi: KENYA 2017  

SCHEDA SINTETICA – KENYA (OSVIC)  Volontari RICHIESTI: N.3 (2 Sede Nanyuki)  PAESE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: KENYA

  Area di intervento: Cooperazione allo Sviluppo ai sensi della Legge 125/2014.

INTRODUZIONE

 

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

FOCSIV realizza il presente Progetto attraverso la ONG OSVIC

L’OSVIC è un Organismo di Volontariato Internazionale, nato ad Oristano nel 1981, è di ispirazione cristiana, non ha scopo di lucro e si mette a servizio delle popolazioni più bisognose. E’ una Organizzazione non Governativa, riconosciuta idonea dal 1986 dal Ministero degli affari Esteri. Ha Sede legale ad Oristano, in via Goito 25, e aderisce a Volontari nel Mondo – FOCSIV, la Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario. Le finalità principali dell’OSVIC sono: realizzare Progetti di cooperazione internazionale nei Paesi in via di Sviluppo (PVS), sensibilizzare, informare, educare la cittadinanza ai problemi del sottosviluppo, della giustizia e della solidarietà tra i Popoli. A livello Internazionale l’Osvic promuove Programmi di sviluppo umano organizzando Progetti di intervento in Africa, Asia e America Latina, inviando volontari, che si impegnano con la loro opera alla crescita integrale dell’uomo. Le attività svolte in tali Paesi mirano alla promozione di una effettiva partecipazione delle comunità di base dei Paesi in Via di Sviluppo, con progressiva assunzione di responsabilità nei vari settori.

Gli interventi si realizzano tramite Programmi multisettoriali che riguardano soprattutto il settore socio- educativo, sanitario e di risanamento ambientale. Un’attenzione particolare, inoltre, è rivolta alla promozione della donna curando l’alfabetizzazione, la protezione della maternità, la formazione e l’avviamento professionale. Attualmente l’Organismo ha in corso progetti in Perù, Guinea Equatoriale, Marocco, Kenya e Uruguay.

L’attuale progetto, nasce dall’esperienza pluriennale dell’OSVIC in Kenya, sviluppata attraverso il costante impegno nei settori della formazione e dello sviluppo socio-sanitario, e consolidata dal continuo confronto con i partners, la Società Civile e gli attori istituzionali locali. Dal 1992, è presente infatti, nelle aree più depresse del Kenya (Ngaremara, Marsabit, Isiolo e Nanyuki), nel corso di questi anni ha maturato la profonda conoscenza del territorio e delle dinamiche socio-culturali locali, dimostrandosi sempre attento e sensibile alle problematiche delle fasce sociali più deboli ed emarginate, come i portatori di handicap, le donne e i bambini profughi delle guerre, i giovani orfani sieropositivi. Dal 1992 al 1994 ha realizzato il progetto “Intervento di psico-fisioterapia nel territorio di Ngaremara” mirato alla promozione dei processi di sviluppo per migliorare le condizioni di vita, alla riabilitazione fisica dei portatori di handicap e al reinserimento nei loro ambienti di provenienza. Dal 1994 al 1995 ha realizzato il progetto “Intervento a favore dei bambini in età scolare”. L’iniziativa ha promosso il sostegno dei bambini in età scolare per favorire la scolarizzazione dei bambini profughi presenti nelle Diocesi di Meru e Marsabit. Dal 1996 a 1997 ha sostenuto le scuole materne e primarie ad Isiolo. Dal 2003 al 2004 ha avviato la realizzazione del progetto

“Intervento psico-educativo e sanitario nel Centro per bambini orfani a Nanyuki”, risponde ad una esigenza

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della zona di intervento, colpita in modo particolare dalla mortalità, dovuta all’AIDS. L’intervento ha contribuito alla risoluzione dei problemi legati alla diffusione del virus da HIV/AIDS nella zona di Nanyuki e lo ha fatto affrontando i bisogni dell’infanzia, particolarmente colpita dalle conseguenze della malattia, tramite l’apertura di un Centro per minori sieropositivi e orfani di Aids, struttura di cui la zona di intervento era pressoché priva. Negli anni 2005-2006, l’Osvic, in partenariato con il Comune di Villa Verde e l’Associazione di volontariato Il Seme, ha continuato nella realizzazione del progetto per la gestione del Centro orfani Tumaini Children’s Home. Il Centro ha provveduto ad assistere 60 bambini orfani sieropositivi, togliendoli dalla strada e/o da condizioni di vita disumane sia dal punto di vista fisico che morale Accanto al lavoro di recupero di minori colpiti dal virus da Hiv, il Progetto ha affrontato un’altra difficile problematica della zona che riguarda la scarsa diffusione presso la popolazione delle norme igienico-preventive dell’Aids. È così risultato necessario diffondere una cultura della prevenzione per incidere sugli alti tassi di diffusione del male. Infine l’iniziativa ha offerto servizi di formazione per operatori socio-sanitari locali per la cura e l’assistenza alle persone affette da Aids e in particolare dei bambini sieropositivi. Inoltre sostiene con una borsa di studio i bambini, sieropositivi, che hanno la possibilità di essere assistititi in casa da un genitore o da un parente affidatario.. Dal 2006 al 2008 ha promosso il progetto “Sostegno al centro Tumaini per bambini orfani HIV+ a Nanyuki”, con la finalità di alleviare il disagio della popolazione del Distretto di Laikipia, in particolare dei bambini orfani e siero-positivi causato dall’alta diffusione del virus HIV. Dal 2009 sta realizzando il progetto “Casa Tumaini per adolescenti Orfane Sieropositive, con l’obiettivo di contrastare la diffusione del virus da HIV-AIDS e di migliorare la qualità della vita della popolazione, in particolare delle adolescenti del Distretto di Laikipia. Con questo intervento si è completata la costruzione della nuova Casa per le adolescenti, avviate le attività e si garantisce loro un sostegno globale dal punto di vista sanitario, educativo e professionale, che non potrebbero avere in alcun altro modo, e contemporaneamente si offrono servizi di sostegno anche a tutti i minori sieropositivi della zona d’intervento, anche con l'erogazione di borse di studio. L’intimo contatto con le situazioni più dure e rappresentative delle realtà keniote maggiormente vulnerabili ed il quotidiano impegno a fianco di tutti i soggetti fattivamente compromessi nella lotta alla povertà e alle ingiustizie sociali, hanno consentito all’Osvic di guadagnare prestigio e credibilità presso le comunità e le istituzioni locali, e di attivare proficui processi partecipativi volti all’individuazione dei principali problemi e necessità dei contesti d’intervento e alla formulazione di possibili soluzioni applicabili. Il Programma di intervento che l’Osvic promuove è frutto del rapporto d’intensa collaborazione dell’OSVIC con l’Arcidiocesi di Nyeri e con il District Children Officer del Tribunale di Nanyuki e si inserisce pienamente nel quadro degli indirizzi del Governo keniano in tema di sanità, istruzione e sviluppo. Contestualmente alla progressiva e costante crescita del “Tumaini Children’s Home”, sia in termini di infrastrutture che di capacità gestionali, si è cercato di aprire il partenariato internazionale a sostegno delle iniziative legate al Centro, verso soggetti istituzionali di diverse tipologie con l’obiettivo di arricchire il bagaglio di competenze specifiche e di allargare la base sociale da coinvolgere nelle attività di informazione e sensibilizzazione in Sardegna.

Da qui, l’ingresso nel Partenariato del Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei (DESA) dell’Università degli Studi di Sassari, come centro di ricerca con esperienza nella realizzazione di progetti di cooperazione internazionale e in qualità di organo consulente nell’ambito della produzione e didattica agricola. Nel marzo del 2013 la Diocesi ha richiesto all’Organismo di proseguire le attività e di promuovere un nuovo Progetto, vista la situazione di grande povertà e di emergenza sociale in cui ancora si trova il territorio. Tutte le azioni realizzate e previste sono state inserite all’interno di un Programma di sviluppo umano più ampio realizzato in collaborazione con la Diocesi di Nyeri e diretto al progressivo passaggio gestionale delle azioni al partner locale. L’Osvic ha perciò deciso di implementare una iniziativa, dal titolo “Giovani in crescita: istruzione, formazione e avviamento professionale” con attività dirette al potenziamento delle attività educativo- formative nei confronti dei ragazzi e delle adolescenti orfani e sieropositivi, convinto del fatto che una sempre maggiore specializzazione e accrescimento delle competenze siano essenziali per uno sviluppo integrale della persona umana e perché questa diventi soggetto attivo e produttivo all’interno della società. In secondo luogo, si è realizzato il rafforzamento degli attori locali nella lotta alla povertà e alle malattie endemiche e l’avvio di una nuova attività economica generatrice di reddito necessaria per il potenziamento dell’autonomia delle opere diocesane. Completano e rafforzano il quadro dei rapporti istituzionali che hanno contribuito all’origine al progetto, la fitta rete di contatti e di collaborazioni con numerose associazioni di volontariato ed istituzioni pubbliche che operano nel settore socio-sanitario, costruita dall’OSVIC e dall’Archidiocesi di Nyeri in seno alle attività del “Tumaini Children’s Home”. Nel 2014 si è svolto il Progetto

“Casa Tumaini per la promozione dello sviluppo socio-sanitario delle comunità di Laikipia”. Progetto che ha contribuito a migliorare la qualità di vita e a favorire l’inserimento sociale delle giovani e dei giovani sieropositivi delle comunità di Laikipia, mediante la loro scolarizzazione, formazione ed avviamento professionale, potenziando i centri di assistenza socio-sanitaria e promuovendo il rafforzamento istituzionale delle organizzazioni di volontariato. Nel 2015 l’Osvic ha realizzato il progetto “Giovani in crescita istruzione, formazione e avviamento professionale” L’obiettivo specifico raggiunto è stato il miglioramento delle opportunità di inserimento sociale e lavorativo dei minori orfani sieropositivi e contrastare la diffusione del virus da HIV-AIDS nella zona di intervento. Progetti che all’interno delle attività svolte hanno visto ogni anno la collaborazione di due giovani in Sevizio Civile

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DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE O DELL’AREA GEOGRAFICA DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

Contesto Kenya

A partire dal 1963, anno di conquista dell’indipendenza dalla Gran Bretagna, il Kenya ha promosso importanti riforme economiche sotto la guida di Jomo Keniatta, dotandosi di un sistema politico- amministrativo simile al sistema britannico. Nel 1982 Arap Moi, successore di Keniatta, ha instaurato un regime autoritario ed antidemocratico, introdotto provocando un rallentamento del processo di crescita e sviluppo del Paese. Su pressioni della comunità internazionale, a causa del suo dilagante malgoverno, agli inizi degli anni ’90 Arap Moi è stato costretto a ripristinare il sistema democratico dichiarando legale il multipartitismo e decretando così la fine dell’egemonia del KANU, unico partito esistente nel Paese. Sia nelle elezioni del 1993 che in quelle del 1997 Arap Moi è stato confermato alla presidenza, a causa di una opposizione politica non ancora sufficientemente organizzata. Solo nel 2002, anche come conseguenza della crisi economica che ha investito il Paese alla fine degli anni ’90, le elezioni sono state vinte dal partito di opposizione NARC capeggiato da Mwai Kibaki. Quest’ultimo ha assunto il potere in un periodo particolarmente critico per il Paese, tanto che nel dicembre 2007, quando si sono tenute nuove elezioni in cui Kibaki ha concorso con il rappresentante dell’Orange Democratic Movement, Raila Odinga, si è aperto un periodo di violenze e disordini durato due mesi, durante i quali hanno perso la vita 1.500 persone. Solo nel febbraio 2008, sotto l’egida delle Nazioni Unite, si è giunti ad un compromesso, istituendo e assegnando ad Ondiga la carica di primo ministro. Attualmente il Presidente del Paese è Uhuru Muigai Kenyatta, figlio del primo presidente del Kenya libero, Jomo Kenyatta. Dal punto di vista economico, il Kenya risente di diversi fattori congiunturali e strutturali negativi. La produzione agricola (in particolare quella di caffè, che è uno dei principali prodotti agricoli del Paese), ha risentito fortemente del periodo di siccità avuto agli inizi del secolo, portando il Kenya a dover affrontare una forte crisi economica ed elevando notevolmente il tasso di disoccupazione, che attualmente si attesta intorno al 40%. L'agricoltura rimane la spina dorsale dell'economia del Kenya, che contribuisce al 25% del PIL coinvolgendo il 75% della forza lavoro; circa 42 milioni di persone lavorano almeno part-time nel settore agricolo. Dal 2014 il Kenya è stato classificato come un paese a reddito medio-basso e il suo PIL pro capite si aggira sui $3,200. La classa media imprenditoriale è in crescita, ma la traiettoria di sviluppo economico è minacciato dalla governance debole e dalla corruzione. Negli ultimi anni comunque si registra un trend di crescita positivo, che nel 2015 ha portato il tasso di crescita del PIL al 5,3%, grazie anche ad un incremento del turismo. A questo dato deve però anche aggiungersi un elevatissimo tasso di inflazione, che nel 2015 si aggira attorno al 6,6%, che in parte è dovuto all’aumento del prezzo del petrolio. Il Kenya è stato messo a dura prova dalla siccità, che negli anni ha eroso le risorse naturali del paese fino a renderle inadeguate per la produzione alimentare, ed è stato dilaniato dalle guerre tribali per il controllo delle risorse idriche. La siccità ha causato una serie di problemi ambientali (erosione del terreno, desertificazione, deforestazione) che lo Stato sta cercando di fronteggiare attraverso l’attuazione di programmi governativi, ma soprattutto ha provocato carenza di acqua e cibo: il tasso di popolazione sottonutrita è significativo, pari al 25,8%. Nonostante i progressi, secondo l’ultimo rapporto UNDP 2015, l’indice di sviluppo umano nel Paese è pari a 0,548 occupando il 145° posto nella classifica mondiale. Oltre il 43% della popolazione, infatti, continua a vivere al di sotto della soglia di povertà, mentre il tasso di alfabetizzazione si attesta al 78%. Il sistema educativo in Kenya soffre per la mancanza di adeguati finanziamenti governativi e a farne le spese sono insegnanti ed allievi, spesso costretti in classi fatiscenti e sovraffollate. Nel nord-est poter studiare, per chi non ha denaro per pagare scuole private, sta diventando ora quasi impossibile. La provincia più colpita è quella di Mandera che confina anche con l’Etiopia, dove mancano 600 insegnanti qualificati. Il risultato è che solo il 10-15% degli studenti delle Secondarie di questa zona, raggiunge il punteggio che gli permette di accedere all’Università. Tuttavia, nel 2002 il governo, guidato dalla National Rainbow Coalition (Narc), ha reso gratuita la scuola primaria, portando il tasso netto di scolarizzazione dal 61% del 2002 all’84% del 2009. Il tasso relativo alla scuola secondaria registra percentuali inferiori, ma è comunque passato dal 35% al 50% nel medesimo periodo.

Proprio l’istruzione, e in generale la tutela dell’infanzia, rappresenta una sfida fondamentale per il Paese (oltre il 41% della popolazione ha tra 0 e 14 anni): 80.000 bambini ogni anno lasciano la scuola e finiscono impegnati nel lavoro minorile (nel 2000 interessava il 26% dei bambini) o nella prostituzione (negli ultimi anni il Kenya è diventato anche meta del turismo sessuale). Inoltre le mutilazioni genitali femminili, sebbene siano state dichiarate illegali nel 2008, sono ancora diffuse, in particolare nelle zone rurali.

In Kenya anche il sistema sanitario è allarmante. Secondo l’OMS, la malaria è un rischio che esiste in tutto il paese, tutto l’anno, e colpisce soprattutto le persone povere nelle aree rurali (che accolgono oltre il 70%

della popolazione), le quali di solito hanno solo la possibilità di trattamento presso le strutture di assistenza primaria. Inoltre, queste strutture sono spesso sotto-organico, sotto attrezzate e hanno i farmaci in quantità limitate. Di conseguenza, molti bambini non sono vaccinati a causa della mancanza di accesso ai servizi sanitari (circa il 70% della popolazione non riesce ad accedere ad ospedali). La mortalità infantile e quella materna sono altissime: rispettivamente 40 morti ogni 1000 nascite e 501 decessi su 100,000 parti. Inoltre, il 31% della popolazione vive in zone degradate (fonte: United Nations Development Programme) e annualmente sono circa 60.000 le morti per HIV, con una percentuale di persone affette che supera il 5%. Il 60% della popolazione è al di sotto 25 anni, e più del 26% dei bambini dai 5 ai 14 anni lavora.

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In Kenya la criminalità è endemica e riflette i diversi problemi che interessano il sistema sociale e politico del paese. Tra questi, il principale resta quello della povertà diffusa, oltre alla larga disponibilità di armi leggere e a un apparato di sicurezza non ancora adeguato. Inoltre, il rischio terrorismo è in costantemente aumentato nel paese dagli attentati terroristici contro il Westgate Mall di Nairobi nel settembre 2013 (la continua destabilizzazione della Somalia, con livelli di criminalità dilaganti, le ritrovate energie del gruppo islamista radicale al-Shabaab e i suoi legami con i network jihadisti transnazionali rimangono le preoccupazioni principali per il governo). Il 2 aprile 2015, uomini armati hanno attaccato il college universitario di Garissa, situato nel nord del Kenya, vicino al confine con la Somalia. Gli assalitori hanno ucciso 147 studenti e ne hanno feriti altri 79. L’attacco è stato rivendicato da al-Shabaab. Il governo ha pubblicato l’elenco dei principali ricercati sospetti membri di al-Shabaab e ha chiesto all’opinione pubblica di fornire qualsiasi informazione utile per il loro arresto. Il 14 giugno, 11 persone ritenute appartenere ad al-Shabaab e due ufficiali militari keniani sono stati uccisi in un attacco a una base militare a Lamu, una città vicino al confine tra Kenya e Somalia. L’attacco coincideva con il primo anniversario di un attentato analogo compiuto nella città di Mpeketoni, in cui sospetti membri di al-Shabaab avevano ucciso almeno 60 persone.

Una settimana dopo l’attacco, 85 tra società e ONG, tra cui Musulmani per i diritti umani (Muslims for Human Rights – Muhuri) e Haki Africa, sono state additate come “entità specificate” dall’ispettore generale della polizia nella Gazzetta ufficiale, appena un gradino prima di essere classificate come organizzazioni terroristiche ai sensi della legge sulla prevenzione del terrorismo. Politici e leader comunitari hanno attribuito la responsabilità dell’attacco al college universitario di Garissa ai rifugiati somali. Hanno pubblicamente sostenuto che il campo profughi di Dadaab, nel Garissa, era terreno fertile per il terrorismo. Dadaab ospita almeno 600.000 tra rifugiati e richiedenti asilo, la maggior parte dei quali è di nazionalità somala. Il vice presidente ha chiesto la chiusura del campo profughi di Dadaab entro tre mesi a partire da aprile 1.

All’incontro dell’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, tenutosi a Ginevra il 4 ottobre 2015, il ministro dell’Interno del Kenya ha espresso preoccupazione “per il presunto coinvolgimento o compiacimento di parte del personale dell’Unhcr, che facilita le attività dei terroristi” nel paese. All’incirca 350.000 rifugiati somali sono a rischio di essere rimandati indietro con la forza in Somalia, una misura che costituirebbe una violazione degli obblighi del Kenya stabiliti dal diritto internazionale e che esporrebbe a grave rischio la vita di centinaia di migliaia di persone. Il paese ospita inoltre almeno altri 250.000 rifugiati provenienti da altri paesi, e un eventuale loro rimpatrio forzato li porterebbe a subire violazioni dei diritti umani, compresi stupri e uccisioni. La corruzione coinvolge tutti i rami dell’amministrazione pubblica e interviene nel rapporto tra pubblico e privato. Il Kenya è 139° su 168 paesi nell’Indice di corruzione percepita di Transparency International del 2013. Anche la libertà di stampa è limitata tanto che il Freedom of the press rankings (Rapporto 2015) colloca il Paese al 95° posto su scala mondiale. Il 19 dicembre 2014, il presidente keniota ha approvato la legge (emendamento) sulle norme di sicurezza (Security Laws (Amendment) Act – Slaa) in cui vi sono due articoli della legge che contengono disposizioni che limitano la libertà di parola e la libertà di stampa. I continui attacchi in Kenya da parte del gruppo armato con base in Somalia, al Shabaab, hanno spinto le autorità a intensificare le operazioni antiterrorismo, determinando un aumento di esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate e altre violazioni dei diritti umani. Le organizzazioni per la tutela dei diritti umani impegnate nella documentazione delle violazioni compiute dalle agenzie di sicurezza nazionali durante queste operazioni sono sempre più spesso colpite da vessazioni. Le autorità hanno chiuso alcune organizzazioni della società civile o hanno minacciato di farlo tramite l’applicazione di misure giudiziarie o amministrative.

Di seguito si riportano le esperienze maturate dalle singole organizzazioni che opereranno nel Paese con il presente progetto e una breve presentazione dei rispettivi partner (nella parentesi l’ente che avrà la diretta responsabilità delle attività della sede e l’indicazione del codice Helios della sede).

DESCRIZIONE DEL PROGETTO PER SEDE

NANYUKI (OSVIC - 2058)

Il territorio di realizzazione del Progetto è la città di Nanyuki del Distretto di Laikipia nella regione centrale del Kenya. Il distretto di Laikipia si trova a cavallo fra il 36° e il 37° parallelo ed è attraversato dall’Equatore nella zona meridionale, nei pressi dei centri urbani di Nanyuki e Nyahururu; ha una superficie di 9.693 km2, prevalentemente distribuita lungo un altipiano semiarido che si estende dalle falde delle catene montuose Aberdares, a nord-est, ai piedi del Monte Kenya, ad ovest, collocandosi a circa 200 km a nord della capitale nazionale, Nairobi. Possiede un piccolo aeroporto, che dista circa 7 km dal centro. È stata fondata nel 1907 da coloni britannici. Ospita oggi la principale base aerea dell'aeronautica Keniota (Kenya Air Force), e una base dell'esercito britannico (British Army) che, si esercitano regolarmente nelle montagne limitrofe e nelle zone aride più a nord del paese. La lingua ufficiale più usata è il Kiswahili e l'Inglese è ben conosciuto, seppure ogni kenyota ha come lingua madre quella della propria etnia. Il Kikuyu è quindi in realtà la lingua più parlata a Nanyuki. Oltre al centro di Nanyuki, la parrocchia comprende circa 30 villaggi entro un raggio di 40 Km. I cristiani sono oltre il 50% (circa 60.000) di cui almeno 40.000 cattolici. Ma sono presenti anche

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Musulmani, Indù, Protestanti, Animisti. Non esiste l'ateismo.Seppure la città sia caratterizzata da alcuni quartieri centrali, per lo più occupati da attività commerciali, la gran parte della popolazione vive nelle

«bidonville» di Majengo eLikii che ospitano più di 80.000 persone e nelle quali opera l’Osvic con la Casa Tumaini children’Home. L’agricoltura è la principale fonte di sostentamento dell’economia locale: gran parte del distretto di Laikipia ha subito significativi cambiamenti nell’uso della terra e l’indisturbato eco-sistema ha lasciato presto il posto ad un sistema produttivo dove coesistono piccole unità familiari di agricoltura e di allevamento di pura sussistenza, con grandi aziende che producono grano, orzo e ortaggi per l’esportazione.

Il distretto di Laikipia si compone di 7 divisioni: Central/Nanyuki e Lamuria (Laikipia Est); Mukogodo (Laikipia Nord); Rumuruti, Nyahururu, Ol Moran e Ngarua (Laikipia Ovest). Il suo capoluogo è Nanyuki. Il Distretto ha circa 399.227 abitanti (censimento anno 2009);originariamente abitato dai Masai, oggi la maggioranza della popolazione è costituita dalle etnie Kikuyu e Meru. Sono presenti anche Samburu, Kawba, Turkana, Kalanjino, Somali, Borana, Luo, Luiya e Pokot. Nanyuki, il capoluogo del distretto di Laikipia, dista da Nairobi circa 190 km ma almeno 3 ore di auto, a causa delle precarie condizioni di larghi tratti della strada e dell’intenso traffico. E’ una cittadina di circa 36 mila abitanti, circondata da oltre 30 villaggi (delle vere e proprie baraccopoli) in cui vivono più di 80 mila persone. L’ampia diffusione dell’HIV/AIDS nel Distretto di Laikipia, ha un forte impatto sulla vita economica e sociale dell’intera comunità, andando ad incidere, pesantemente, sulla salute, sulle aspettative di vita e sulle capacità produttive degli individui. E compromette, in particolar modo, le potenzialità economico-produttive ed il sistema educativo (perdita di insegnanti e di potenziali alunni) delle comunità locali. L’epidemia dell’AIDS lascia, in Kenya 2,3 milioni di bambini sotto i 15 anni e 15,2 milioni di adolescenti sotto i 18 anni senza il sostegno di una famiglia capace di assicurare loro un futuro, attraverso adeguate cure sanitarie e l’istruzione. Questa forma di discriminazione espone, di fatto, i bambini e gli adolescenti HIV+ ad un alto rischio di sfruttamento sessuale e li condanna, nel migliore dei casi, a lavori pericolosi o alla perdita dei più elementari diritti civili. Gli studenti delle scuole primarie e secondarie sono 123.801 (dati al 2012 del Ministero dell’Educazione). La maggior parte delle scuole secondarie riconosciute attualmente, fa pagare una media di 1.200 euro all’anno, molto al di sopra delle possibilità economiche della maggior parte delle famiglie ordinarie. Di conseguenza, i bambini provenienti dagli ambienti più poveri restano fuori dall’educazione scolastica dopo aver terminato l’educazione primaria. La scuola primaria privata costa 40 mila scellini all'anno (circa 400 euro), con una quota d'iscrizione per il primo anno di 3000 scellini e una quota libri di 5000. Ogni anno il costo sale di 3000 scellini. Far studiare un alunno keniota per 4 anni e portarlo verso un lavoro di un certo livello può costare poco meno di 2000 euro. Il costo per la scuola statale è sui cento euro all'anno, anche perché altrettanti sono versati dallo Stato direttamente alla scuola, al momento dell'iscrizione dell'alunno. Esistono comunque altre barriere economiche, come le uniformi obbligatorie, libri di testo ed il materiale didattico, il costo non è meno di cinquecento euro per il quadriennio. Questi costi precludono la frequenza della scuola a molti bambini e adolescenti sieropositivi. La conseguenza è che il 44% degli alunni frequentano “scuole informali”, costituite da alunni che non possono permettersi la scuola “ufficiale” e che, spesso, hanno un solo insegnante e mancano totalmente del supporto, del riconoscimento e della supervisione dello Stato. A partire da queste premesse, il lavoro socio-assistenziale ed educativo con gli adolescenti sieropositivi impone un costante confronto con situazioni di grave disagio sanitario e psico-sociale, tali da minacciare fortemente le loro possibilità di costruzione dell’identità e di progettazione del proprio futuro. Tutti gli adolescenti si devono confrontare con i problemi legati alla loro crescita, al consolidamento del proprio carattere e all’identificazione delle proprie aspirazioni, che se risultano particolarmente complicati per gli orfani, per gli orfani sieropositivi appaiono, tuttavia, ancora più difficili e delicati da affrontare e superare in mancanza di un giusto supporto esterno. La diffusione dell’AIDS nel Distretto di Laikipia segna un totale di oltre 11.000 persone colpite, la maggioranza delle quali nelle zone rurali e pari al 3% della popolazione, di cui la maggioranza sono donne. L’AIDS ha un forte impatto sulla vita economica e sociale dell’intera comunità, andando ad incidere, pesantemente, sulla salute, sulle aspettative di vita e sulle capacità produttive degli individui.

Nel territorio di Nanyuki OSVIC interviene nel settore Tutela Infanzia e Adolescenza.

Settore di intervento del progetto: Tutela Infanzia e Adolescenza

Il settore della tutela infanzia e adolescenza soffre di problematiche molto serie causate dall’ampia diffusione dell’HIV/AIDS. In un contesto socio-economico con queste caratteristiche non mancano piccoli segnali di miglioramento dovuti al costante lavoro dell’Osvic, ma la condizione generale rimane problematica e non è difficile immaginare la situazione degli adolescenti orfani HIV+, che oltre al vissuto di privazione affettiva, sociale e culturale che ha segnato il loro percorso di crescita, devono confrontarsi quotidianamente con problemi legati all’educazione, alla sessualità e alla sfera dell’affettività, all’assunzione di responsabilità soprattutto all’inserimento nella società e nel mondo del lavoro che li respinge ed emargina. Le risposte ai bisogni di cui necessitano questi ragazzi, vanno dunque ben oltre l’accoglienza, l’alimentazione ed il supporto sanitario.

A Nanyuki e nel Distretto si registrano i seguenti indicatori misurabili, relativi al 2013.

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¾ Il numero di bambini infetti registrati nel 2013 a Nanyuki è pari a 352,il l 3,2% del totale degli infetti.

Questi minori oltre a correre il rischio di essere abbandonati e diventare bambini di strada, in preda ai pericoli di sfruttamento della malavita organizzata, subiscono forti discriminazioni a causa della paura del contagio. Spesso infatti non vengono accettati a scuola insieme ai loro coetanei e incontrano notevoli ostacoli anche per quanto riguarda l’accesso al mondo del lavoro. Gli adolescenti orfani HIV+, oltre al vissuto di privazione affettiva, sociale e culturale che ha segnato il loro percorso di crescita, devono confrontarsi quotidianamente con le problematiche legate all’educazione, alla sessualità e alla sfera dell’affettività, all’assunzione di responsabilità e all’inserimento nella società e nel mondo del lavoro che li respinge ed emargina. I “servizi” di cui necessitano questi ragazzi, vanno dunque ben oltre l’accoglienza, l’alimentazione ed il supporto sanitario.

¾ Il 44% della popolazione del Distretto si trova sotto la soglia di povertà;

¾ l’aspettativa media di vita è di 65 anni (62 per gli uomini e 68 per le donne) ed il tasso di fertilità totale è di 4,7 figli nati per donna.

¾ L’indice di sviluppo umano (HDI) è pari a 0,585, a fronte di quello dell’intero Kenya che si assesta allo 0,532.

¾ Il tasso di alfabetizzazione è del 71.4 %, con un’incidenza del 76,4% fra la popolazione maschile e del 66.4% fra quella femminile (UNDP,Kenya National Development Report 2010).

Come già detto, la diffusione dell’AIDS nel Laikipia County segna un totale di 11.000 persone colpite dal virus. Complessivamente la prevalenza di HIV nella contea è del 2,99% con una prevalenza maggiore tra quelli di età compresa tra i 25 e i 49 anni (5,3 %). I giovani sieropositivi sono 1.540 pari al 14%. (The final county profiles report for kenya-2013). L’incidenza del contagio si manifesta con una forte differenziazione di genere: le donne sieropositive sono pari al 6,6% della popolazione, contro il 3,4% degli uomini. I bambini infetti registrati nel 2013 dal “Health record and Information System” del DASCO nella città di Nanyuki era di 352 pari al 3,2% del totale dei casi di infezione individuati nel County. Conseguente a questo fenomeno è la marcata criticità della situazione socio-sanitaria dei giovani, che nel Laikipia County, così come nel resto del Kenya, rappresenta una questione assolutamente prioritaria per lo sviluppo locale. L’AIDS toglie possibilità di reddito e capacità produttiva alle famiglie colpite e allo stesso tempo genera un bisogno disperato di assistenza, con conseguente aggravio dei costi medici e sociali (anche le spese per il funerale possono essere un problema!). In media l’AIDS incide su un 1/3 del budget familiare. I principali problemi che caratterizzano la città di Nanyuki e il Distretto di Laikipia si possono riassumere come segue:

¾ 352 bambini e adolescenti orfani sieropositivi (HIV+) in precarie condizioni socio-sanitarie;

¾ 1.540 giovani sieropositivi (circa il 30%) è ancora priva di scolarizzazione secondaria dovuto ad un alto tasso di abbandono scolastico;

¾ le grandi barriere d’entrata nel mercato del lavoro per i giovani HIV+;

¾ la fragilità istituzionale ed il debole potere di incidenza delle associazioni di volontariato e della Società Civile organizzata nel suo insieme, nelle politiche socio-sanitarie pubbliche volte al contenimento della diffusione dell’HIV/AIDS e all’emancipazione dei giovani HIV+.

In questo contesto si inserisce l’operato dell’OSVIC, la volontà di continuare a far fronte a queste problematiche ha condotto alla identificazione e presentazione del Progetto su richiesta specifica dell’Arcidiocesi di Nyeri. Si inquadra inoltre come iniziativa di lotta all’AIDS e si pone l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei giovani sieropositivi. con particolare attenzione alle bambine e adolescenti sieropositive orfane dell’AIDS. La strategia d’intervento prevede un approccio integrato alle problematiche socio-sanitarie legate alla diffusione dell’HIV/AIDS e alle condizioni di estrema criticità del gruppo beneficiario.

Indicatori scelti su quali intervenire

Il progetto andrà a modificare gli indicatori sopra menzionati nella fattispecie:

¾ 352 bambini e adolescenti orfani sieropositivi a Nanyuki e in precarie condizioni socio-sanitarie

¾ 1540 studenti scuole primarie e secondarie di Nanyuki

¾ 3300 gli studenti bisognosi di un programma di sensibilizzazione e informazione sulla prevenzione contro l’AIDS in cinque Scuole delle Contee di Laikipia

¾ il 30% dei minori (462) in età scolastica di Nanyuki non frequenta la scuola o l’ha abbandonata per motivi familiari, sociali e per difficoltà economiche.

¾ Esiste una alta percentuale di famiglie residuali che non hanno accesso a servizi di assistenza sanitaria

¾ Sul territorio sono presenti 430 Associazioni di volontariato che andrebbero sensibilizzate e informate sui temi dell’HIV/AIDS.

I partner: per la realizzazione del presente progetto OSVIC collaborerà con i seguenti partner:

Il principale attore locale, Controparte del Progetto, è l’Arcidiocesi di Nyeri, a cui Nanyuki e l’intero distretto di Laikipia appartengono. L’Arcidiocesi è retta, dal 19 aprile 2008, dall’Arcivescovo Mons. Peter Kairo ed ha la propria sede amministrativa a Nyeri, che dista circa 60 km da Nanyuki. Il territorio diocesano si estende su un’area di circa 8 mila kmq, abbraccia una popolazione di 788.797 persone ed è suddiviso in 36 parrocchie.

L’Archidiocesi di Nyeri si caratterizza per la profonda apertura al territorio e la stretta vicinanza alle fasce sociali più disagiate, attraverso programmi ed azioni di promozione ed assistenza sociale in ambito

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educativo e sanitario. Conta su un’ampia rete di contatti e di collaborazioni istituzionali con le principali organizzazioni ed enti locali, nazionali ed internazionali, rappresentando, di fatto, l’istituzione di riferimento nel settore educativo e socio-sanitario del distretto di Laikipia. Da oltre quarant’ anni collabora con numerose Diocesi italiane nel settore della formazione giovanile per malati terminali. I primi contatti fra l’Arcidiocesi di Nyeri e l’Osvic risalgono al principio degli anni ’90, in virtù della collaborazione nel progetto “Centro riabilitativo di Alakara – Ngaremara, Kenya”, promosso in favore dei bambini e dei ragazzi con handicap fisici negli anni 1992-1994. Nel 2003, con la costruzione ed il funzionamento del Centro di accoglienza e assistenza per bambini orfani sieropositivi “Tumaini Children’s Home” e di altre iniziative congiunte a sostegno dell’autosufficienza economica delle famiglie dei giovani sieropositivi, la relazione di collaborazione si è consolidata assumendo le caratteristiche di un partenariato stabile, rinnovato tramite un accordo che viene firmato ogni tre anni tra le parti. Dal 2003, infatti, in seguito ad un’iniziativa promossa dall’OSVIC, l’Archidiocesi di Nyeri si occupa dell’assistenza socio-sanitaria dei bambini sieropositivi orfani dell’AIDS attraverso un Centro di accoglienza con sede a Nanyuki, l’attuale “Tumaini Children’s Home”. Nel distretto di Laikipia, l’ Archidiocesi di Nyeri è, di fatto, tra la principali istituzioni che si prodigano fattivamente per risolvere l’emergenza legata all’abbandono e all’emarginazione dei bambini e degli adolescenti orfani sieropositivi, e il centro “Tumaini Children’s Home” è la più importante e riconosciuta struttura di assistenza socio-sanitaria attrezzata allo scopo. Tra le sue opere e iniziative di rilievo si annoverano come strutture essenziali per il territorio e al servizio della comunità:

¾ Il complesso ospedaliero “Huruma Health Care” per malati terminali di AIDS e tumore, inaugurato nel 1993;

¾ I centri di salute primaria diffusi nel territorio e gestiti dalle differenti parrocchie (28) facenti capo all’Archidiocesi;

¾ Il centro “Tumaini Children’s Home” per bambini orfani e adolescenti HIV+, fondato con l’OSVIC nel 2003 e che attualmente accoglie 100 giovani (da 0 a 18 anni) sieropositivi;

¾ L’ “Allamano Special School”, centro educativo per bambini affetti da malattie mentali e con problemi psicologici;

¾ Il “Rural Trainer Center scuola professionale agraria, frequentata da circa 200 ragazzi provenienti da varie regioni del Kenya.

¾ 1 scuola materna e 2 scuole elementari, con oltre 650 alunni;

¾ 4 scuole medie superiori con 1.130 alunni;

¾ 4 scuole superiori tecnico-professionali (magistero, ragioneria, informatica, gastronomia) con 400 alunni.

L’Archidiocesi di Nyeri, in qualità di partner estero e di controparte locale del Progetto, sarà responsabile, assieme all’OSVIC, della realizzazione delle attività in loco del Progetto. Con l’obiettivo di rafforzare le capacità di networking, di favorire la coordinazione interistituzionale tra gli attori locali e di arricchire e sviluppare efficacemente i contenuti tecnici della strategia d’intervento, il progetto coinvolgerà direttamente le principali istituzioni locali Il Ministero della Pianificazione e dello Sviluppo Nazionale (Ministry of Planning and National Development), che ha assicurato la propria collaborazione attraverso l’Ufficio Distrettuale per lo Sviluppo (District Development Office Laikipia District) riconoscendo l’attinenza del Progetto con le priorità espresse nel Piano di Sviluppo Distrettuale; L’Ufficio del Vicepresidente e Ministro degli Affari Interni (Office of the Vice President and Ministry of Home Affaire), riconoscendo la bontà del Progetto, ha assicurato il proprio sostegno attraverso il Funzionario del Dipartimento per l’Infanzia (Laikipia District Children’s Officer);

la Caritas di Nyeri, con cui a partire dal 2007 è iniziato un costruttivo confronto sulle politiche e sulle azioni legate allo sviluppo del distretto sfociate in una sempre più intensa collaborazione; Sant Joseph HIV/AIDS Self Help Group, ONG locale fondata nel 2001. Opera nella lotta all’HIV/AIDS attraverso il sostegno socio- sanitario dei sieropositivi e malati di AIDS del distretto di Laikipia; Cornelius Hope HIV/AIDS Community, ONG locale impegnata nella prevenzione e lotta all’HIV/AIDS nel municipio di Nanyuki; Mont Kenya, ONG di Nanyuki fondata nel 1999 con lo scopo di promuovere lo sviluppo rurale sostenibile ed il miglioramento della qualità di vita dei piccoli produttori è l’organizzazione leader nella formazione e assistenza tecnica in agricoltura biologica nel distretto di Laikipia.. Altri attori coinvolti nella realizzazione del Progetto sono i rappresentanti del Governo Centrale della provincia di Laikipia, addetti alla tutela dei minori: il District Children’s Officer, col quale si mantiene una stretta e fattiva collaborazione, riguardante aspetti di rilevanza istituzionale e legale dei rapporti tra la “Tumaini Children's Home”, i suoi ospiti e le loro famiglie.

Nel settore Tutela Infanzia e adolescenza OSVIC interviene nel territorio di Nanyuki con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 80 adolescenti ospiti presso la Tumaini Children’s Home provenienti da situazioni di estrema miseria, privi di scolarizzazione e di qualsiasi altra tutela;

¾ 100 ragazzi/e esterni alla Tumaini che vivono presso le loro famiglie residue.

¾ 100 famiglie residuali di giovani orfani sieropositivi .

¾ 400 studenti delle Scuole primarie e secondarie, del Laikipia County inseriti in un programma di sensibilizzazione contro l’AIDS.

¾ 200 persone, rappresentanti delle Associazioni di volontariato presenti sul territorio

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Beneficiari indiretti:

¾ almeno 3600 familiari degli studenti e 1800 appartenenti alle associazioni di donne, sensibilizzate dalle attività di informazione e prevenzione dell’AIDS, delle malattie endemiche e della malnutrizione.

¾ circa 20.000 persone del Distretto di Laikipia, che potranno godere della presenza di un Centro che propone iniziative di sostegno e di integrazione nel mondo del lavoro con ricadute positive sull’intera società locale.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

¾ Miglioramento delle condizioni socio-sanitarie di 80 adolescenti sieropositivi ospiti nel Centro;

¾ Accompagnare i minori in stato di disagio sociale per favorire l’accesso alla formazione scolastica e l’integrazione sociale.

¾ Sensibilizzare gli studenti delle Scuole primarie e secondarie della Contee di Laikipia per contrastare la diffusione del virus da HIV-AIDS nella zona di intervento.

¾ Offrire assistenza domiciliare socio-sanitaria a 100 famiglie residuali degli orfani HIV+

¾ Sensibilizzate almeno 200 persone delle comunità locali e rafforzate le Organizzazioni di Volontariato nel loro sviluppo istituzionale e nelle capacità di comunicazione e incidenza sui temi dell’HIV/AIDS.

COMPLESSO DELLE ATTIVITA’ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI

Per ogni sede di realizzazione del progetto si riportano di seguito il dettaglio delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi precedentemente identificati.

Azione 1 Rafforzamento delle attività socio-educative e dei servizi di assistenza socio-sanitaria della Casa

“Tumaini Children’s Home”

1. Promozione e realizzazione di quattro incontri per l’avvio di un percorso di formazione in ambito socio-sanitario diretta ai 13 dipendenti locali del Centro e agli operatori volontari locali;

2. Acquisto e allestimento delle attrezzature e degli strumenti necessari allo svolgimento delle attività del progetto;

3. Servizio di accoglienza e cura di 80 minori (da 4 a 18 anni) orfani sieropositivi all’interno della Tumaini ed erogazione giornaliera di vitto e alloggio;

4. Definizione della programmazione dell’assistenza sanitaria e visite specialistiche mensili dei minori ospiti del Centro Tumaini;

5. Appoggio scolastico pomeridiano della durata di 3 ore al giorno ai minori che frequentano le scuole pubbliche;

6. Realizzazione di 2 incontri mensili per l’organizzazione delle attività educative e di animazione sportive, di socializzazione e di svago ( 4 laboratori ludici, 5 di attività teatrali/musicali, per i 80 minori/ragazzi suddivisi per classi di età;

Azione 2 Potenziamento della lotta contro l’abbandono scolastico e accompagnamento dei 100 minori in stato di disagio sociale e accompagnamento socio-sanitario di 100 famiglie residuali di orfani sieropositivi;

1. N° sei Incontri (1 per bimestre) per la prevenzione e cura delle malattie più comuni presenti sul territorio (malaria, HIV/AIDS, TBC…..) per 100 minori/ragazzi;

2. N° 4 incontri per l’organizzazione di 4 laboratori per combattere l’abbandono scolastico (Corsi di recupero, sostegno psicologico…ecc);

3. Potenziamento del servizio di supporto didattico e sostegno economico ai 100 bambini orfani e/o sieropositivi, finalizzato a coprire le spese per l’acquisto di medicinali, la retta scolastica…ecc 4. Promozione e realizzazione di 3 percorsi per consentire l’accesso alla formazione scolastica con

l’inserimento di 100 giovani orfani HIV in un percorso di scolarizzazione superiore 5. Elaborazione e stampa di materiale didattico per il sostegno scolastico;

6. Sostegno socio-economico alle famiglie dei 100 bambini orfani e/o sieropositivi, finalizzato a coprire le spese per l’acquisto di medicinali, la retta scolastica, per il miglioramento dell’alimentazione e delle condizioni socio-sanitarie.

Azione 3 Coinvolgimento e sensibilizzazione delle istituzioni educative locali e le Organizzazioni di volontariato nel loro sviluppo istituzionale e nelle capacità di comunicazione e incidenza sui temi dell’HIV/AIDS.

1. Quattro Incontri di coordinamento interistituzionale e partecipazione del centro “Tumaini Children’s Home” nel processo di costituzione di un osservatorio sull’HIV/AIDS.

2. Realizzazione di 4 giornate informative e di attività di animazione nelle scuole e nei villaggi sui temi dell’HIV/AIDS;

3. Definizione e implementazione di un programma di rafforzamento istituzionale delle associazioni di famiglie residuali di orfani HIV+ e di associazioni di volontariato operanti nella lotta all’AIDS.

4. Realizzazione di un Programma di prevenzione dell’AIDS in 5 Scuole di primo e secondo grado presenti nella zona di Nanyuki

5. Organizzazione e diffusione di 6 campagne informative e di sensibilizzazione pubblica ui temi dell’HIV/AIDS

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6. Definizione di N° 3 incontri per la realizzazione e distribuzione di opuscoli informativi elaborati, 7. N° 6 incontri per il monitoraggio e verifica delle iniziative con cadenza bimestrale;

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

I volontari in servizio civile n°1-2-3 saranno impegnati nelle seguenti attività:

¾ Supporto alla realizzazione di quattro incontri per l’avvio di un percorso di formazione in ambito socio-sanitario

¾ Supporto nel servizio di accoglienza dei minori orfani sieropositivi all’interno della Tumaini

¾ Collaborazione nella pianificazione della programmazione dell’assistenza sanitaria e visite specialistiche mensili dei minori ospiti del Centro Tumaini;

¾ Appoggio scolastico pomeridiano della durata di 3 ore al giorno ai minori che frequentano le scuole pubbliche;

¾ Supporto alla programmazione e realizzazione di 2 incontri mensili per l’organizzazione delle attività educative e di animazione sportive, di socializzazione e di svago

¾ Collaborazione nell’organizzazione e implementazione di 4 laboratori ludici, 5 di attività teatrali/musicali;

¾ Aiuto alla elaborazione e stampa di materiale didattico per il sostegno scolastico;

¾ Collaborazione nella realizzazione di sei Incontri (1 per bimestre) per la prevenzione e cura delle malattie più comuni presenti sul territorio (malaria, HIV/AIDS, TBC

¾ Collaborazione nell’organizzazione di 4 laboratori per combattere l’abbandono scolastico (Corsi di recupero, appoggio psicologico…ecc);

¾ Supporto nella pianificazione dei percorsi di sostegno e supporto didattico

¾ Supporto nell’organizzazione delle attività ricreative (musica e teatro) per i ragazzi

¾ Affiancamento nella pianificazione e realizzazione di 3 percorsi per consentire l’accesso alla formazione scolastica di giovani orfani HIV in un percorso di scolarizzazione superiore

¾ Supporto al monitoraggio e valutazione delle attività realizzate a cadenza bimestrale  REQUISITI RICHIESTI AI CANDIDATI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

Si ritiene di suddividere i requisiti che preferibilmente i candidati devono possedere tra generici, che tutti devono possedere, e specifici, inerenti gli aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare.

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

Nanyuki (OSVIC- 2058) Volontari/e n°1-2-3

¾ Preferibile una formazione in campo socio - educativo

¾ Buona conoscenza della lingua inglese

¾ Preferibile conoscenza del Kiswaili,

¾ Preferibile esperienza di animazione con bambini e adolescenti;

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ULTERIORI INFORMAZIONI ORGANIZZATIVE

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 6

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO: I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la di quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ I volontari sono tenuti ad abitare nelle strutture indicate dall’Ente;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale.

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

NANYUKI (OSVIC - 2058)

¾ rispetto delle regole della vita comunitaria del Centro;

¾ inviare all’Organismo un report mensile sulle attività svolte;

¾ concordare il viaggio intermedio con l’Organismo;

¾ rientrare in Italia al termine del servizio;

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nanyuki (OSVIC - 2058)

¾ Disagi connessi alla permanenza in un PVS e nello specifico alla situazione di carenza di beni e servizi adeguati;

¾ Il disagio dovuto all’ interruzione improvvisa e frequente della linea elettrica.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi politici e di ordine pubblico:

TERRORISMO

Alla luce della perdurante minaccia terroristica si segnala l’attivismo di formazioni criminali organizzate suscettibili di porre seri rischi alla sicurezza (con una probabilità maggiore anche a Nairobi per tutta la durata delle festività religiose) con particolare riferimento all’area della città di Mombasa, in quella di Malindi, e nelle regioni di Ijara, di Garsen, di Garissa, Dadaab, Wajir e Mandera. Si raccomanda pertanto di elevare la soglia di attenzione e di mantenere comportamenti ispirati alla massima prudenza.

Nairobi: Nel 2013 un centro commerciale ubicato presso Westlands, molto frequentato da stranieri, è stato oggetto di un attacco armato con elevato numero di vittime. Da allora si e’ reso necessario innalzare il livello di allerta nella capitale limitando gli spostamenti non essenziali ed avendo cura di evitare di frequentare punti di ritrovo e luoghi affollati o di assembramento (luoghi di culto, edifici pubblici, eventi sportivi, trasporti pubblici) soprattutto nei giorni e nelle ore di maggiore affluenza. E’ sconsigliato inoltre recarsi nei quartieri a nord est della città (Eastleigh, Pangani, etc.) e, in generale, nei quartieri marginali.

Per quanto riguarda Mombasa: si suggerisce di limitare la presenza al solo transito aeroportuale ed evitare i viaggi non essenziali in città. Inoltre, si continuano a raccomandare itinerari alternativi al Likoni Ferry. Si raccomanda di evitare tutte le aree prossime al confine con la Somalia. Nella porzione di territorio somalo confinante con il Kenya sono attualmente presenti reparti militari keniani impegnati in operazioni militari

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contro le milizie dell’insorgenza islamista Al Shabaab per il recupero del controllo della Somalia meridionale. In territorio keniano (prevalentemente nelle aree di Garissa, Mandera, Lamu) si sono verificati negli ultimi due anni attacchi terroristici da parte di Al Shabaab e di gruppi locali particolarmente attivi in tali zone che hanno provocato numerose vittime. Si raccomanda pertanto di limitare la presenza in tale zone.

Alla luce di tale situazione non si può inoltre escludere l’eventualità di atti ostili anche negli altri centri urbani lungo il litorale keniota

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA E RIVOLTA:

Le regioni aride e remote del Centro Nord del Paese sono spesso teatro di episodi di violenza di carattere tribale o legati all’attività di pastorizia (in particolare Pokot e Turkana). Vi si possono, infatti, verificare scorribande armate ai danni dei viaggiatori da parte di gruppi di predatori oppure scontri fra tribù pastorali e stanziali le cui ostilità sono esacerbate dalla scarsità di risorse. Trafficanti di diversa natura operano inoltre attraverso il confine. Ne derivano talvolta scontri a fuoco tra bande rivali o con la polizia keniana. Vi è inoltre la possibilità di ritrovarsi in territori caratterizzati da forti contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose.

Rischio di atti ostili da parte di gruppi terroristici che potrebbero colpire luoghi affollati, di culto ed edifici pubblici.

MICROCRIMINALITA’:

Nei maggiori centri urbani del Paese (Nairobi e Mombasa) il livello della criminalità comune è particolarmente elevato; si verificano sovente aggressioni a mano armata senza discriminazione tra cittadini keniani benestanti e stranieri. Per quanto riguarda la sede di Nanyuki si segnala la possibilità di: ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con una presenza di microcriminalità; ritrovarsi, in alcuni momenti particolari, in territori caratterizzati da contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose; Rischio di atti ostili da parte di gruppi terroristici.

Rischi sanitari:

STRUTTURE SANITARIE:

I costi delle cure di livello europeo e degli eventuali rimpatri sanitari sono elevatissimi. Le strutture medico- ospedaliere richiedono tassativamente, ancora prima dell’accettazione anche per interventi di emergenza, la garanzia di copertura delle spese di degenza.

MALATTIE PRESENTI:

Le principali malattie endemiche presenti in Kenya sono: amebiasi, giardia, parassitosi intestinale, tifo, epatite A, schigellosi, HIV, malaria e colera. Le malattie endemiche più rare sono la bilarzia e la tripanosomiasi (malattia del sonno). La malaria è presente nella zona costiera, nelle aree prossime al Lago Vittoria e in alcuni parchi, soprattutto durante la stagione delle piogge (marzo-giugno, ottobre-novembre) e immediatamente dopo. Si segnalano inoltre recenti casi di colera e di contagio con acque contaminate. I focolai sembrano essere limitati alle Contee di Migori e Homa Bay, anche se limitati casi sono stati segnalati anche nella capitale. L’incidenza di infezione da HIV (AIDS) è alta in tutto il Paese.

COMPETENZE ACQUISIBILI

Conseguentemente a quanto esposto e precisato nei precedenti punti, i giovani coinvolti nel presente progetto, avranno l’opportunità di acquisire sia specifiche conoscenze, utili alla propria crescita professionale, a seconda della sede di attuazione del progetto, sia di maturare una capacità di vivere la propria cittadinanza, nazionale ed internazionale, in termini attivi e solidali, con una crescita della consapevolezza dei problemi legati allo sviluppo dei sud del mondo.

Di seguito gli ambiti nei quali si prevede una acquisizione di specifiche conoscenze:

¾ Accrescimento della consapevolezza della possibilità di esercitare in maniera efficace il proprio diritto di cittadinanza attiva anche a livello internazionale;

¾ Approfondimento delle conoscenze di politica internazionale e di cooperazione allo sviluppo interpretate alla luce di una cultura politica fondata sulla solidarietà;

¾ Accrescimento del panorama delle informazioni utili per una efficace relazione interculturale;

¾ Acquisizione di conoscenze tecniche relative alla progettualità;

¾ Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’intervento sul territorio;

¾ Rafforzamento delle conoscenze relative al dialogo sociale;

¾ Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’analisi, la sintesi e l’orientamento all’obiettivo

¾ Accrescimento della comprensione dei modelli di problem solving;

¾ Approfondimento delle tecniche di animazione e\o educazione;

¾ Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro in equipe;

¾ Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro associativo e di rete (centro – periferia e viceversa);

¾ Acquisizione delle conoscenze tecniche relative al proprio settore di formazione.

Verrà anche rilasciata, da parte FOCSIV, una certificazione delle conoscenze acquisite nella realizzazione delle specifiche attività previste dal presente progetto.

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FORMAZIONE GENERALE DEI VOLONTARI

La formazione generale verrà erogata come evidenziato nel sistema di formazione accreditato. E sarà realizzata all’inizio dell’anno di servizio in un corso residenziale. La durata della formazione generale sarà nel suo complesso di ore 50 e sarà erogata entro e non oltre il 180° giorno dall’avvio del progetto

FORMAZIONE SPECIFICA (RELATIVA AL SINGOLO PROGETTO) DEI VOLONTARI

La formazione specifica sarà realizzata in parte Italia e in parte in loco, nei Paesi di realizzazione del progetto. La durata complessiva della formazione specifica sarà di 80 ore, una parte delle quali sarà realizzata nelle sedi di appoggio in Italia e per la restante parte realizzata nelle sedi all’estero di attuazione del progetto, entro e non oltre 90 giorni dall’avvio dello stesso.

Nanyuki (OSVIC - 2058)

Tematiche di formazione

Presentazione della cultura, della storia e della situazione socio-economica del Kenya e della sede di servizio Presentazione del progetto

Presentazione dell’ente di invio e della sua esperienza nel territorio di realizzazione del progetto Conoscenza dei partner locali di progetto

Conoscenza di usi e costumi locali

Presentazione nel dettaglio delle attività di impiego e del ruolo specifico dei volontari

Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nel progetto di servizio civile sulla sede (presentazione dei rischi presenti e indicazione delle misure di prevenzione ed emergenza adottate)

Informazioni di tipo logistico

Modalità di comunicazione e relazione con la sede in Italia Monitoraggio dell’esperienza e gestione dei momenti di crisi Conoscenza dei partner e di usi e costumi locali

Presentazione nel dettaglio delle attività di impiego e del ruolo specifico dei volontari

Presentazione delle problematiche giovanili e della situazione degli adolescenti orfani HIV + delle comunità dell’Interland di Nanyuki;

Pianificazione delle azioni per l’informazione della popolazione sui temi della prevenzione dell’HIV/AIDS;

Pianificazione della attività di monitoraggio sulla situazione sanitaria e nutrizionale nel territorio ed elaborazione di percorsi formativi per il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie;

Pianificazione e organizzazione dei Corsi di avviamento professionale delle adolescenti ospiti della Casa ;

Presentazione del percorso didattico-educativo per il sostegno allo studio dei bambini e di attività ludiche e sportive del Centro tumaini

Conoscenza della gestione e organizzazione dell’accoglienza nella Casa Tumaini delle orfane HIV +;

Riepilogo sui rischi connessi all’impiego dei volontari sulla sede (rischi e misure di prevenzione adottate)

Riepilogo degli strumenti di monitoraggio dell’esperienza, predisposizione del piano di lavoro personale e gestione dei momenti di crisi

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

OSVIC ORISTANO VIA GOITO N°25 -

09170 0783-71817 www.osvic.it

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a osvicor@pcert.postecert.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il titolo del progetto “CASCHI BIANCHI: KENYA 2017”

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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