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SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO   Caschi Bianchi: ZAMBIA 2017

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Academic year: 2022

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SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO  

Caschi Bianchi: ZAMBIA 2017  

SCHEDA SINTETICA – Zambia (CELIM MILANO)  Volontari richiesti: N.2 (2 Sede Mongu)  PAESE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: ZAMBIA

  Area di intervento: Cooperazione allo Sviluppo ai sensi della Legge 125/2014.

INTRODUZIONE

 

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

FOCSIV realizza il presente Progetto attraverso la ONG CELIM (MI)

CELIM Milano è presente in Zambia dal 1981, operando inizialmente nella Southern Province nel settore della formazione professionale in campo agricolo, con il progetto ZTF (Zambesi Training Farm) (dal 1982 al 1988): progetto di formazione con scuola agricola ed annessi terreni irrigati per gli agricoltori formati, soprattutto nella coltivazione della banana, nell'area di Chirundu. Successivamente sono stati realizzati diversi progetti, in collaborazione sia con alcune diocesi (Monze, Livingstone e Arcidiocesi di Lusaka) sia con i Ministeri della salute e dell’agricoltura, estendendo le attività alla Central e Western Province. I progetti di CELIM hanno interessato diversi ambiti di intervento con programmi monosettoriali o plurisettoriali che hanno avuto un’ampia copertura territoriale e numerica. Di tali progetti hanno beneficiato le popolazioni rurali più isolate e i gruppi più vulnerabili della popolazione come giovani, donne, orfani e malati di AIDS. Una scelta di target che è stata sempre apprezzata dalle controparti locali. Oltre al settore della formazione professionale in campo agricolo, si è intervenuto nei settori della sicurezza alimentare, del supporto alle donne e ai giovani, della formazione professionale e dell’educazione, della sanità, sia a livello di strutture ospedaliere sia di sensibilizzazione nelle comunità. Temi attuali di intervento CELIM in Zambia sono la salvaguardia ambientale e la riforestazione, la promozione di offerte turistiche gestite localmente con ricaduta economica sulle comunità ospitanti, il sostegno all’educazione primaria. Tra i suoi successi in Zambia CELIM annovera la creazione, nel 2008, dell’Istituzione di Microfinanza E-MFI, nata dalla fusione di due precedenti progetti CELIM di microcredito, che oggi è stata assorbita dall’istituzione zambiana CETZAM.

Il YCTC (Youth Community Training Center) che dal 2003 costituisce una realtà di formazione e avviamento professionale ma anche uno spazio di socializzazione e svago per circa 250 ragazzi e ragazze. Sempre nel 2008 è stato avviato anche il progetto Olga’s che ha portato alla creazione di un ristorante e di una struttura ricettiva no-profit i cui ricavi sostengono finanziariamente le attività del YCTC. Dal 2010 nella Provincia dell’Ovest CELIM è diventata la ONG di riferimento per gli interventi in campo ambientale avendo contribuito a mappare e inventariare le foreste della zona e mettendo in pratica misure di conservazione e prevenzione riconosciute sia a livello locale che nazionale.

Dal 2005 è iniziata l’esperienza di servizio civile in Zambia, affiancando il personale espatriato del CELIM e le controparti locali, nei progetti realizzati in collaborazione con i partner locali nei settori della formazione professione, dello sviluppo rurale, della salute di base, dell’educazione primaria e dell’alfabetizzazione. Da allora sono stati inviati in Zambia 60 volontari, che nello specifico sono stati impiegati nei seguenti progetti:

Centro di Formazione Giovanile a Lusaka (2005-2006), Aiuto e Sicurezza Alimentare per l’Assistenza Domiciliare nella Diocesi di Monze (2006-2008), Sviluppo della Produzione di Reddito Famigliare nel

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Distretto di Gwembe (2006-2008), Supporto all’istruzione di base – Community Schools – Southern and Lusaka Provinces (2009-2012), Riduzione della Povertà attraverso l’Utilizzo e la Gestione Sostenibile delle Foreste di Mongu (2009-2012), Learning by Doing: Autofinanziamento e Crescita Professionale in un Centro Formativo con la Creazione di una Struttura Ricettiva a Livingstone (2011-2013), Biodiversità, Tutela Ambientale e Sviluppo Economico: la Sfida di Mongu (2012-2015), Istruzione di Qualità per uno Sviluppo Duraturo in Zambia (2013-2016). I volontari in servizio civile hanno prestato servizio nei detti progetti svolgendo principalmente compiti di sensibilizzazione sui diversi temi, realizzazione di attività formative e aggregative volte a promuovere il valore della pace e della cittadinanza mondiale, e supporto alla realizzazione delle varie attività di progetto. Nella sua trentennale attività nel Paese CELIM ha raggiunto obiettivi significativi nei diversi ambiti di intervento dei suoi progetti quali l’incentivazione del microcredito e la promozione di cooperative di donne; il supporto a gruppi vulnerabili della popolazione con un attenzione particolare agli interventi educativi e di formazione professionale rivolti a bambini e giovani; la valorizzazione del patrimonio ambientale con il sostegno ad un settore in forte crescita come quello del turismo responsabile. Gli interventi di CELIM in Zambia e i risultati raggiunti sono in linea con la mission dell’associazione: trasformare in modo permanente una comunità, trasferendo competenze professionali ed economiche nel corso di un intervento di durata finita in collaborazione con governi, istituzioni e ONG locali. In tre parole, IMPACT TO CHANGE. Questo approccio ha permesso ai progetti di essere efficaci e sostenibili nel tempo.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE O DELL’AREA GEOGRAFICA DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

Contesto Zambia

Situato nel cuore dell’Africa meridionale lo Zambia, divenuto indipendente dal dominio coloniale inglese il 24 ottobre del 1964, è stato governato per 27 anni dal presidente Kenneth Kaunda, leader dell’Unip che fino al 1991 è stato l’unico partito politico legale del paese. Kaunda ha governato con pugno di ferro e l’isolamento internazionale e la pessima situazione economica del Paese lo hanno costretto, in seguito a pesanti proteste, a emendare la costituzione consentendo il multipartitismo. I risultati si sono subito fatti vedere: nel 1991 il candidato del MMD (Movement for Multiparty Democracy) Frederick Chiluba è stato eletto presidente a larga maggioranza. Chiluba si è impegnato in una politica di appoggio alle grandi istituzioni finanziarie internazionali, chiudendo le imprese minerarie statali ridotte ormai alla bancarotta e attuando una serie di riforme strutturali che hanno però provocato un pesante rialzo dei prezzi. Il crescente scontento nei confronti dell’amministrazione ha persino portato a un tentato golpe militare nell’ottobre 1997. Impossibilitato a modificare per la seconda volta la Costituzione, affinché potesse essere eletto per la terza volta, Chiluba ha dovuto cedere il passo al proprio delfino Levy Mwanawasa, eletto alla presidenza nel dicembre del 2001 e deceduto per gravi problemi di salute nel 2008. Il governo è stato quindi affidato al vice, Rupiah Banda, in carica fino alle elezioni del settembre 2011, vinte da Micheal Sata, le cui politiche si sono concentrate su lotta alla corruzione, redistribuzione della ricchezza generata dal settore minerario e riduzione della disoccupazione. Il 20 gennaio 2015 Edgar Lungu, candidato del Fronte patriottico (Pf), diventa il nuovo Presidente dello Zambia con l’incarico di portare a termine il mandato presidenziale di Michael Sata, morto per un malore nel 2014. Le ambiziose promesse di Sata di attuare programmi di sviluppo sociale ed economico rischiano di non essere mantenute nel periodo che resta prima delle prossime elezioni previste per la fine del 2016. Dal punto di vista economico, lo Zambia, che oggi è il terzo esportatore di rame al mondo, continua a essere dipendente in maniera preoccupante dalle sue miniere. Nonostante la privatizzazione di molte delle industrie collegate al settore abbia permesso allo Stato di sgravarsi delle pesanti perdite causate dalla cattiva amministrazione precedente, il Paese è uno dei più poveri del mondo, con il 60,5% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà. Negli ultimi anni il rialzo del prezzo dei minerali ha favorito una ripresa dell’industria estrattiva, che però ha causato gravi problemi legati all'inquinamento e alle piogge acide, che affliggono soprattutto le zone dedite alle attività estrattive e alla raffinazione dei minerali. Recentemente la crisi economica globale ha colpito anche lo Zambia, raddoppiando il tasso di inflazione, che attualmente si attesta intorno all’10%, aumentando la disoccupazione (15%) e riducendo il tasso di crescita del PIL dal 7,3% al 3,6% (Dati Banca Mondiale 2015).

Nonostante un buon tasso di alfabetizzazione (63,4%) lo Zambia ha un basso indice di Sviluppo Umano. Si colloca infatti al 139° con un indice pari a 0,58 e una speranza di vita alla nascita di 58 anni. Anche se lo Zambia ha compiuto progressi lodevoli per aumentare l'accesso e la parità di genere, più di 250.000 bambini non vanno a scuola e il 47% degli iscritti non completano il ciclo primario. Tra i fattori principali che causano l’abbandono degli studi si possono rilevare: alti costi, scarso livello di insegnamento, un ambiente povero di apprendimento; classi sovraffollate e poca sicurezza dentro e fuori gli istituti. Inoltre, sono presenti ostacoli culturali come i matrimoni e le gravidanze precoci; i riti d’iniziazione che richiedono ragazze periodi di assenza dalla scuola prolungati; il lavoro minorile e in generale le credenze che attribuiscono un basso valore all'istruzione. Per arginare tali fenomeni il governo dello Zambia sta preparando una nuova strategia per incentivare l’istruzione denominato: “Piano d'azione 2014: verso la scolarizzazione entro il 2025”. Tale piano, mira a migliorare il lavoro degli insegnanti, l’apprendimento, e in generale, la qualità dell’educazione offerta, raggiungendo così più alti tassi di completamento scolastico nell’educazione secondaria e

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migliorando l’accesso nei livelli di educazione post secondaria e nelle competenze formative. Inoltre, ulteriori misure sono necessarie al fine di promuovere l’uguaglianza di genere e l’autonomia delle donne. Lo Zambia non ha fatto molti progressi nel raggiungimento di questo obiettivo. I matrimoni in giovane età, così come le gravidanze in età adolescenziale, HIV/AIDS impediscono infatti ancora oggi alle donne e alle ragazze di partecipare attivamente alla vita politica, sociale e culturale delle loro comunità. Infine, un aspetto importante riguarda l’ambiente. Lo Zambia, la cui stragrande maggioranza del territorio è occupata da foreste (solo il 4,6% di terra è coltivabile) protegge il 38% del territorio mediante 19 parchi e centinaia di riserve, dove si possono incontrare praticamente tutte le tipologie di flora e di fauna africana. Secondo l’agenzia Usa per lo sviluppo internazionale lo Zambia fa parte dei primi 10 Paesi al mondo ad aver ampiamente contribuito alla produzione di gas serra a causa della deforestazione: infatti l’80% della popolazione rurale dipende dal legname per cucinare e scaldarsi e questo provoca una deforestazione che si attesta in media in 300.000 ettari all’anno. Lo Zambia dispone di circa 5 milioni di ettari di foreste il che significa che con questo ritmo, nel giro di quindici anni il Paese sarà totalmente desertificato (fonte: Daily Nation).

Di seguito si riportano le esperienze maturate dalle singole organizzazioni che opereranno nel Paese con il presente progetto e una breve presentazione dei rispettivi partner (nella parentesi l’ente che avrà la diretta responsabilità delle attività della sede e l’indicazione del codice Helios della sede).

DESCRIZIONE DEL PROGETTO PER SEDE

Mongu (CELIM MI 76436)

La provincia selezionata per l’implementazione del progetto è la Western Province organizzata in sette distretti, che copre un’area di circa 122.000 kmq (17% del territorio nazionale). Il distretto di Mongu, con una popolazione di 902.974 abitanti si trova al centro del territorio provinciale di cui è capitale. Il distretto confina a nord con il distretto di Lukulu, a est con Kaoma, a sud con Senanga e ovest con Kalabo. La Western Province si differenzia da tutte le altre province zambiane per la particolarità governativa che qua vige in quanto il potere tradizionale non è rappresentato da uno o più capi tradizionali, ma da un vero e proprio governo monarchico, il Barotse Royal Establishment, composto da ministri propri, gli Induna, e da un re, Litunga. Accanto ad esso opera anche un governo centrale che ha tuttavia poteri e risorse limitati. La Western Province è considerata come una delle regioni più povere del Paese, dove la maggioranza della popolazione, composta prevalentemente da agricoltori e taglialegna, vive sotto la soglia di povertà, con un tasso di povertà assoluta dell’84%. L’aspettativa di vita alla nascita è di 42 anni, che nelle zone rurali si abbassa a 37. Nonostante questa fotografia della situazione, in realtà le potenzialità di sviluppo dell’area, soprattutto quelle derivanti dall’agricoltura e dallo sfruttamento delle risorse naturali potrebbero essere molto alte, ma sembra sempre più difficile, per lo sviluppo nazionale, raggiungere questa provincia. Non sono presenti attività industriali e le infrastrutture esistenti sono molto degradate. Le risorse naturali, come legname, pesce e terre fertili, il cui utilizzo potrebbe contribuire allo sviluppo della regione, sono piuttosto abbondanti, ma vengono costantemente sfruttate da pochi grandi investitori stranieri in modo sistematico e dalla popolazione secondo metodi spesso insostenibili. Le comunità sfruttano la fauna e la flora raccogliendo quanto queste hanno da offrire e destinandone una parte alla vendita, ma senza attuare delle strategie per la preservazione ambientale in modo da poter garantire una gestione sostenibile e a lungo termine delle risorse stesse. La rigenerazione spontanea delle risorse faunistiche e floristiche è seriamente compromessa da queste pratiche tradizionali che si inseriscono in un contesto di pressione demografica costantemente in aumento e di cambiamento climatico. Le leggi preposte alla regolamentazione dello sfruttamento delle risorse naturali sono confuse e poco trasparenti e ne rendono difficile l’applicazione. Il mercato nel distretto di Mongu rispecchia la struttura dei mercati a livello nazionale e si divide in formale e informale. Il mercato formale si articola in attività relative al taglio degli alberi e risicoltura, con qualche possibilità di lavoro nel settore dei servizi (limitatamente alle città). Anche l’agricoltura si articola seconda sistemi misti di formalità e informalità (come vendita al dettaglio, ambulante ecc). Il settore informale è infine composto da tutte quelle attività di diversificazione del reddito che le famiglie del distretto mettono in atto come strategie di sopravvivenza o coping strategies.

Nel territorio del Mongu CELIM MI interviene nel settore Ambiente e Foreste e Donne e Sviluppo.

a) Settore di intervento del progetto: Ambiente e Foreste

Una delle maggiori cause dell’estremo sfruttamento delle risorse naturali del territorio è la cronica carenza di energia, e la richiesta di legna è molto elevata. In Zambia il Forestry Department (settore del Ministero del Turismo e delle Risorse Ambientali) è responsabile per l’implementazione di politiche e piani per l’uso e la gestione delle foreste ma sin dalla sua creazione ha fallito nel tentativo di coinvolgere i significativi portatori di interesse in materia quali le comunità che vivono nelle aree forestali. Le comunità e le istituzioni, inoltre, non sono consapevoli dei rischi ambientali che la mal gestione delle risorse comporta.

Il progetto si propone di incidere sui seguenti bisogni e relativi indicatori:

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¾ Mal utilizzo delle risorse. Il mercato zambiano dell’energia è composto per il 10% da elettricità, per il 9%

da prodotti petroliferi, il carbone di miniera contribuisce con un 2% mentre tutto il restante 79% è costituito da legno e carbone vegetale. In seguito ad una domanda di legno così alta, il settore del taglio della legna si è nel tempo ingrandito fino a raggiungere limiti, oggi, difficilmente controllabili. I tagliatori non autorizzati sono moltissimi, si stima che circa 30.000 persone nell’area di Mongu utilizzano le risorse in modo insostenibile tagliando legna senza una legale licenza, quindi senza controllo, e avendo altre fonti di approvvigionamento energetico. La legna sembra infatti essere l’unica fonte di approvvigionamento energetico per le comunità più povere e rurali, e non vi sono riflessioni sulla possibilità di proporre da parte dello stato sperimentazioni per sfruttare o creare altre fonti di energia rinnovabile, che permettano di utilizzare le risorse in maniera un po’ più ponderata e lungimirante. Il consumo poco critico delle risorse potrebbe sfociare in situazioni conflittuali nell’area. A partire dai dati attuali si potrebbe immaginare o prevedere il verificarsi di differenti scenari di conflitto in cui ad esempio le comunità indigene localizzate vicino alle foreste e che sono composte per la maggior parte da agricoltori e taglialegna, esasperate da una condizione di diffusa insicurezza economica e alimentare, aggravate dal degrado ambientale e dalla perdita di biodiversità, inizino a manifestare in modo ostile e violento contro le grandi compagnie che monopolizzano il mercato o contro le autorità governative che non sono in grado di assicurare il godimento di diritti basilari alla popolazione. Un altro scenario plausibile potrebbe essere, su scala minore, un conflitto tra i taglialegna in possesso della regolamentare licenza per il taglio del legname e coloro che praticano il taglio illegale, impossibilitati ad accedere alle licenze e questo si tradurrebbe sostanzialmente in un peggioramento generale della situazione e dell’equilibrio socio-politico del territorio. Diverse dinamiche conflittuali potrebbero scatenarsi o esasperarsi se non si intervenisse nel settore

¾ Alto tasso di deforestazione. Senza strumenti per il controllo, capacità adeguate né personale in numero adeguato, la capacità di intervento del Forestry Department ha avuto ben pochi effetti sul tasso di deforestazione che oggi ha raggiunto un totale di 250.000-300.000 ettari l’anno. Studi recenti hanno dimostrato che lo Zambia è tra i 10 paesi africani con un maggiore tasso di perdita delle aree forestali.

Nello specifico, la Western Province ha sperimentato una sensibile diminuzione dell’area coperta da foreste che è passata tra il 1965 e il 2005 da 87.819 km2 a 70.255 km2. Nella Western Province tra le cause principali della deforestazione si annoverano la produzione di carbone vegetale, l’espansione dei terreni agricoli, il taglio del legname e gli incendi. Rispetto ai dati relativi alle altre province, la Western Province, e in particolare il distretto di Mongu, è una delle aree dove maggiormente si pratica il taglio del legname, regolato solo in parte dall’attività del Forestry Department. Per poter accedere ed usufruire delle risorse forestali del distretto è necessario avere una licenza o pagare una tassa specifica. Gli alti costi di queste licenze hanno precluso l’accesso a molti taglialegna, che si sono così dati al taglio illegale, andando ad ingrossare i ranghi dei lavoratori in nero.

¾ Poca consapevolezza delle problematiche ambientali. A questo quadro si aggiunge la mancanza di un’adeguata educazione ambientale nella popolazione, che non è abbastanza cosciente, tra le altre cose, dei benefici che si possono trarre dalle fonti alternative di energia, dal risparmio energetico e da una dieta diversificata. Alcuni di questi sono il miglioramento delle condizioni di salute (attraverso la diminuzione delle malattie dei polmoni e dei problemi di malnutrizione) e il minor bisogno di carbone e/o legna che diminuisce il degrado forestale. Da un indagine effettuata nell’area di Mongu risulta che 963 persone su 1000 intervistate non sono a conoscenza dei benefici e delle problematiche legate alla buona o poca tutela ambientale. L’esigenza, pertanto, di sensibilizzare la comunità in merito a queste tematiche sembra essere sempre più urgente e prioritaria.

b) Settore di intervento del progetto: Donne e Sviluppo

Lo Zambia ha affermato la sua volontà e il suo impegno nel promuovere il progresso delle donne, con particolare attenzione al raggiungimento della parità dei sessi all’interno del processo di sviluppo socio- economico entro il 2030. Questo significa portare le donne ad avere voce in capitolo all’interno della sfera pubblica, di quella privata e della società civile in generale, in modo che possano partecipare al processo decisionale e ai piani di sviluppo del paese, garantendo i diritti della donna così come stabilito all’interno della costituzione. Il paese tuttavia ha ancora molte sfide da affrontare in questo campo, soprattutto quella di ridurre il livello di povertà tra i gruppi sociali più vulnerabili, vedi le donne e le famiglie guidate da queste ultime. Particolare attenzione va riservata al quartiere di Kapulanga, quartiere particolarmente popolato e che vede un’alta presenza di vulnerabilità femminile. In questo quartiere, la congregazione delle suore missionarie combiniate rappresenta un punto di riferimento per le donne e non solo. Dal 2008 sono presenti nella diocesi di Mongu e si adoperano con progetti di assistenza alle donne, fondando anche il St. Agatha Women’s Skill Centre, un centro di formazione professionale e di supporto psico-sociale che negli anni si è sempre più ingrandito diventando una realtà di riferimento per il quartiere.Il progetto si propone di incidere sui seguenti bisogni e relativi indicatori:

Scarso potere economico della donna. L'economia di Mongu si basa principalmente sulle attività del comparto agro-zootecnico, agricoltura di sussistenza, allevamento e la pesca. Sebbene la donna sia coinvolta in queste attività al pari dell’uomo, i benefici che essa ne trae spesso sono minori. Nonostante

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il grande contributo che apportano in questo settore, esse hanno uno scarso controllo sui processi decisionali all’interno della famiglia, soprattutto per quanto riguarda la gestione finanziaria. Nelle zone urbane e rurali dello Zambia, infatti, le donne non hanno uguali opportunità di accesso rispetto agli uomini. Ad esempio, per quanto riguarda l’accesso alla terra, le donne si trovano di fronte a barriere politiche, culturali ed economiche che ne limitano l’accesso a risorse e benefici. Infatti per legge una donna potrebbe ereditare un appezzamento di terra, ma in pratica normalmente queste terre vengono comunque intestate ai figli maschi. Questo limita enormemente tutte le attività imprenditoriali legate all'utilizzo di terra. Anche l’allevamento del bovini e caprini è tradizionalmente competenza dell’uomo, per cui le donne, non avendo accesso a questa risorsa, ricorrono all’allevamento di polli, oche e maiali più facilmente gestibili e normalmente condotti all'interno dell'abitazione. Queste attività rappresentano un’importante fonte di reddito e di proteine per molte famiglie nel distretto di Mongu. Queste piccole forme di allevamento spesso sono portate avanti dalle donne anche nell’ottica di avere un’indipendenza economica dal marito. Nonostante questo, nel quartiere di Kapulanga si stima che circa 1500 donne non abbiano un’attività economica propria. Il fatto, poi, che queste donne non abbiano avuto accesso a una formazione professionale, fa sì che le competenze per implementare un’attività generatrice di reddito sia scarse.

Basso livello di istruzione tra le donne. Nel distretto di Mongu la percentuale di alfabetizzazione tra gli uomini è del 64,2%, mentre per quanto riguarda le donne si ferma al 54,3%. (quindi circa 39.300 donne non sono alfabetizzate). Nello specifico del quartiere di Kapulanga, circa 1000 donne non sono alfabetizzate. Questo problema è evidente soprattutto nelle famiglie più povere che non possono affrontare le elevate scolastici; in questi casi quindi sono solitamente i figli maschi che vengono mandati a scuola, mentre le femmine rimangono a casa ad aiutare le madri nelle faccende domestiche, con gravi ripercussioni sul futuro delle bambine. La mancanza di educazione pone ovviamente un grave ostacolo al raggiungimento dell’empowerment della donna, aumentando ulteriormente la sua dipendenza dal marito. Un maggiore livello di istruzione delle donne contribuirebbe ad aumentare notevolmente le condizioni economiche della famiglia, il livello nutrizionale dei bambini, a ridurre la diffusione di HIV/AIDS, nonché ad aumentare il potere socio-economico della donna.

¾ Basso tasso di empowerment della donna. Il livello di empowerment della donna comprende diversi indicatori sia economici che sociali. Tra gli indicatori sociali troviamo: la violenza contro donne e bambini, la capacità di controllo del tasso di fertilità, il senso di autostima, il potere decisionale sulla propria vita;

tra gli indicatori economici abbiamo l’accesso alle risorse e alla opportunità economiche, e il potere decisionale sulle risorse economiche della famiglia e la capacità di influenzare la società. Nonostante lo Zambia sia firmatario di diverse convenzioni internazionali sui diritti umani e in particolare sui diritti della donna, ed è impegnato sul fronte del raggiungimento delle pari opportunità, troppo spesso il ruolo sociale della donna all’interno della famiglia rimane subordinato a quello dell’uomo. Le donne in Zambia infatti rimangono indietro per quanto riguarda il livello di istruzione, le competenze tecniche, professionali e manageriali, e l’accesso all'informazione. Tutti questi parametri se migliorati, potrebbero contribuire a rafforzare il tasso di empowerment della donna e potrebbero rafforzare la posizione delle donne all’interno della famiglia e della società in generale. Questo è evidente sia a livello nazionale che provinciale; per quanto riguarda la Western Province, ad esempio, dati recenti mostrano che solo il 20,4% delle donne sposate che hanno una propria fonte di reddito decide autonomamente come usarlo, rappresentando la percentuale più bassa a livello nazionale. Per quanto riguarda invece l’accesso a importanti risorse come la casa e la terra, solo il 30,1% possiede una casa e il 21% possiede la terra.

Altri aspetti che influenzano l’empowerment della donna sono la capacità della stessa di prendere decisioni autonomamente per quanto riguarda: il proprio stato di salute, la pianificazione delle spese familiari, le spese da affrontare quotidianamente e la possibilità di visitare parenti e amici. Anche in questo caso il numero di donne che prende decisioni autonomamente dal proprio marito è piuttosto basso e rappresenta solo il 50,1% del totale. All’interno della sfera famigliare anche per quanto riguarda le relazioni sessuali, la donna è culturalmente subordinata al marito e spesso i rapporti non protetti avvengono per volontà dell’uomo e ne consegue una grande diffusione dell’HIV/AIDS.I dati mostrano inoltre che almeno il 38,6% delle donne della Western Province ha subito violenze fisiche. Una delle maggiori cause dell’espandersi di questo problema è la mancanza di educazione rispetto al ruolo e ai diritti della donna, soprattutto nelle zone rurali, dove molte giovani donne non hanno accesso a tali informazioni. Il problema dell’HIV/AIDS ha inoltra gravi ripercussioni a livello famigliare ed economico, visto il grande lavoro svolto dalle donne nell’agricoltura e il loro ruolo nel mantenimento della famiglia e dei figli. Anche nel quartiere di Kapulanga il tasso di consapevolezza circa i diritti delle donne è molto basso. A seguito di un’intervista, risulta che delle circa 100 donne che frequentano il st. Agatha Women’s Centre, soltanto 18 sono consapevoli dei diritti che spettano alle donne.

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I partner: per la realizzazione del presente progetto CELIM MILANO collaborerà con i seguenti partner:

La Diocesi di Mongu attraverso il suo centro operativo, Diocese of Mongu Development Center (DMDC), e la congregazione delle suore missionarie comboniane. Il DMDC venne istituito il 1 luglio 1997. La Diocesi copre cinque dei sette distretti della provincia occidentale ed è divisa in 13 parrocchie, che ricoprono un’area di circa 88.000 kmq con una popolazione di 760.000 abitanti. Tra le attività svolte dalla diocesi, sono numerosi gli impegni per la promozione dello sviluppo umano che avviene attraverso lo svolgimento di programmi ricreativi ed educativi, che hanno come obiettivo il far assumere alle persone che vi partecipano la consapevolezza dei loro diritti. A ciò si affiancano le attività per la sensibilizzazione sul tema dell’HIV/AIDS, la lotta alla prevenzione e l’accoglienza di orfani i cui genitori sono rimasti vittime del virus, che necessitano di istruzione e assistenza medica e legale. DMDC fornisce inoltre assistenza agricola agli addetti che lavorano in questo settore, per affinare le loro competenze e la loro professionalità in un’ottica di un possibile miglioramento delle condizioni economiche della società che soprattutto in questo settore ripone le proprie speranze. Inoltre la Diocesi, da sempre, è attiva nel promuovere iniziative atte a preservare e migliorare l’ambiente e il patrimonio forestale dell’area. Attualmente la Diocesi e CELIM stanno collaborando in un progetto che promuove la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse forestali e i rapporti tra i due enti sono sanciti da un accordo pluriennale, rinnovabile e trasversale su più interventi in corso e in fase di definizione.

Nel settore Ambiente e Foreste si interviene nel territorio di Mongu con i seguenti destinatari diretti e beneficiari indiretti

Destinatari diretti:

¾ 12.000 persone coinvolte direttamente nelle campagne di sensibilizzazione e nelle attività di riforestazione

¾ 6000 tra studenti e insegnanti coinvolti nelle attività di sensibilizzazione nelle scuole Beneficiari indiretti:

¾ sono tutti i 150.000 abitanti delle comunità di Mongu

Nel settore Donne e Sviluppo si interviene nel territorio di Kapulanga (Mongu) con i seguenti destinatari diretti e beneficiari indiretti

Destinatari diretti:

¾ 50 donne appartenenti al St. Agatha Women’s Skill Centre di Mongu e le loro famiglie

¾ n. 100 persone destinatarie dei corsi di alfabetizzazione Beneficiari indiretti:

¾ Gli abitanti del quartiere Kapulanga di Mongu, circa 5000 persone

OBIETTIVI DEL PROGETTO a) Settore: Ambiente e Foreste

¾ Ridotta del 40% la quantità di persone che utilizzano le risorse in modo insostenibile grazie all'introduzione di fonti alternative di approvvigionamento energetico

¾ Riforestata e tutelata la biodiversità ambientale nel 16% delle terre deforestate;

¾ Rafforzata la consapevolezza circa le problematiche ambientali nel 15% della popolazione di Mongu b) Settore: Donne e Sviluppo

¾ Rafforzata l’indipendenza economica per il 5% delle donne di Kapulanga attraverso la promozione di attività generatrici di reddito e la formazione professionale

¾ Miglioramento del livello di alfabetizzazione per il 10% delle donne di Kapulanga

¾ Rafforzata consapevolezza dei propri diritti per il 100% delle donne che frequentano il St. Agatha Women’s Centre

COMPLESSO DELLE ATTIVITA’ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI

Per ogni sede di realizzazione del progetto si riportano di seguito il dettaglio delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi precedentemente identificati.

a)Settore Ambiente e Foreste

Azione 1 Promozione di fonti alternative di approvvigionamento energetico

1. Organizzazione di n. 1 campagna di informazione sui benefici dell’utilizzo dei fornelli migliorati

2. Organizzazione di n. 3 dimostrazioni pubbliche nel centro DMDC/CELIM sull’utilizzo di fornelli migliorati e bricchetti per le comunità

3. N. 6 percorsi educativi per gli insegnanti delle scuole beneficiare sull’uso e beneficio dei fornelli migliorati (ogni percorso ha durata di 1 settimana)

4. Organizzazione di 1 corso di formazione sulla produzione dei bricchetti 5. Avvio della produzione di bricchetti

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Azione 2 Riforestazione e ripristino della biodiversità

1. Piantumazione di 45.000 piante in 5 comunità del distretto

• realizzazione di n. 5 vivai da 3.000 piante ciascuno, dislocati in 5 villaggi del distretto di Mongu

• fornitura di n. 5 kit di attrezzatura necessaria alle 5 comunità (materiale per vivaio e trapianto:

pale, innaffiatoi, carriole, manichette d’irrigazione)

• organizzazione di n. 5 corsi di formazione sulla gestione sostenibile delle risorse forestali rivolti alle 5 comunità della durata di 1 settimana

• trasporto e piantumazione delle piante dopo 4 mesi dalla semina;

• monitoraggio dell’attività

2. Realizzazione di n. 1 censimento delle foreste del distretto e di 1 inventario forestale: raccolta dati e creazione di un database

3. Organizzazione di n. 5 campagne di sensibilizzazione nelle 5 comunità del distretto sull’importanza della salvaguardia della foresta e sulle misure da realizzare

4. Creazione di n. 6 orti biologici in 6 scuole 5. Distribuzione di sementi migliorate

Azione 3. Organizzazione di campagne di awareness per le comunità.

1. Organizzazione di n. 3 campagne sull’importanza di avere una dieta diversificata

2. Organizzazione di n. 12 campagne di sensibilizzazione sul cambiamento climatico per i membri della varie comunità

3. Organizzazione di dibattiti radiofonici su Radio Liseli su tematiche ambientali su Radio Liseli 4. Produzione di 130 poster per promuovere le campagne

5. Organizzazione di n. 6 corsi di sensibilizzazione sulle problematiche ambientali in 6 scuole 6. Organizzazione di un festival scolastico sulla nutrizione in ogni scuola

7. Organizzazione di 1 programma radiofonici per aumentare l'impatto dei festival

b) Settore Donne e Sviluppo

Azione 1: Rafforzamento delle competenze tecniche di circa 50 donne per stimolare la loro indipendenza economica

1. Creazione di n. 1 corso di sartoria 2. Creazione di n. 1 corso di maglieria 3. Creazione di n. 1 corso di computer 4. Creazione di n. 1 corso di cucina

5. Creazione di n. 1 laboratorio per la produzione di vaselina vegetale

6. Avvio di forme di auto sostentamento: rivendita di riso dopo sua brillatura e apertura di un negozio di beni generici

7. Creazione di n. 1 gruppo di risparmio

8. Organizzazione di n. 1 corso di amministrazione e contabilità (self sustainability) Azione 2: Miglioramento del livello di alfabetizzazione di 100 donne

1. Organizzazione di n. 7 corsi di alfabetizzazione per donne nelle aree rurali di Mongu 2. Attivazione di una biblioteca presso S. Agatha Women’s Skills Centre

3. Organizzazione di n. 3 laboratori di lettura

Azione 3. Organizzazione di campagne di awareness per le comunità.

1. Creazione di un centro di counselling:

• Attivazione di uno sportello di ascolto

• Organizzazione di incontri trimestrali di gruppo per promozione della crescita e della dignità delle donne, aumento dell’autostima e aumento della consapevolezza di sé

• Organizzazione di n. 2 corsi di prevenzione su HIV/AIDS

2. Organizzazione di n. 1 corso sulla conoscenza dei diritti della donna e del bambino 3. Organizzazione di n. 2 campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

a)Settore Ambiente e Foreste

Il volontario/a in Servizio Civile n°1 sarà di supporto nelle seguenti attività:

¾ Supporto alle campagne di informazione sull’utilizzo dei fornelli migliorati

¾ Supporto all’organizzazione di dimostrazioni pubbliche su fornelli e bricchetti

¾ Supporto all’attività di educazione nelle scuole su fornelli e bricchetti

¾ Supporto alla formazione della popolazione sulla gestione sostenibile delle risorse forestali

¾ Supporto all’organizzazione di campagne di sensibilizzazione comunità del distretto sull’importanza della salvaguardia della foresta.

¾ Collaborazione alla creazione di orti biologici nelle scuole

¾ Collaborazione all’ organizzazione di campagne sull’importanza di avere una dieta diversificata

¾ Collaborazione all’organizzazione di campagne di sensibilizzazione sul cambiamento climatico per i membri della varie comunità

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¾ Collaborazione alla realizzazione di campagne di pubblicità su Radio Liseli

¾ Collaborazione alla realizzazione di corsi di sensibilizzazione sulle problematiche ambientali nelle scuole

¾ Collaborazione alla organizzazione di un festival scolastico

¾ Collaborazione alla organizzazione di dibattiti radio sul tema della tutela dell’ambiente.

b) Settore Donne e Sviluppo

Il volontario/a in Servizio Civile n°2 sarà di supporto nelle seguenti attività:

¾ Supporto all’ organizzazione di corsi di formazione per apprendere e gestire piccole unità produttive (es. sartoria, maglieria, computer, cucina)

¾ Supporto alla creazione di un laboratorio per la produzione di vaselina vegetale

¾ Supporto alla creazione di un gruppo di risparmio

¾ Supporto alla organizzazione di un corso di amministrazione e contabilità (self sustainability)

¾ Supporto alla organizzazione di corsi di alfabetizzazione per donne nelle aree rurali di Mongu

¾ Supporto alla attivazione di una biblioteca presso S. Agatha Women’s Skills Centre

¾ Supporto all’ organizzazione di laboratori di lettura.

¾ Supporto alla creazione di un centro di counseling:

¾ Supporto alla attivazione di uno sportello di ascolto

¾ Supporto all’organizzazione di incontri di gruppo per promozione della crescita e della dignità delle donne.

¾ Supporto alla organizzazione di corsi di prevenzione su HIV/AIDS

¾ Supporto alla organizzazione di un corso sulla conoscenza dei diritti della donna e del bambino

¾ Supporto alla organizzazione di campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne

REQUISITI RICHIESTI AI CANDIDATI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

Si ritiene di suddividere i requisiti che preferibilmente i candidati devono possedere tra generici, che tutti devono possedere, e specifici, inerenti gli aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare.

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

Mongu (CELIM MI - 76436) Volontario/a n°1

1. Preferibile diploma di scuola superiore e\o laurea in qualsiasi disciplina, preferibilmente inerenti l’ambiente e lo sviluppo sostenibile;

2. Preferibile buona conoscenza della lingua inglese Volontario/a n° 2

3. Preferibile formazione in campo educativo 4. Preferibile buona conoscenza della lingua inglese

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ULTERIORI INFORMAZIONI ORGANIZZATIVE

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO: I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la di quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ I volontari sono tenuti ad abitare nelle strutture indicate dall’Ente;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi politici e di ordine pubblico:

SITUAZIONE POLITICA

Sebbene le condizioni generali di sicurezza in Zambia siano abbastanza buone, si possono registrare sporadiche tensioni di natura politica in occasione di consultazioni elettorali. Si fa presente che le prossime elezioni generali (presidenziali e parlamentari) sono state fissate per l’11 agosto 2016. Come regola generale, è dunque sempre consigliabile evitare assembramenti e manifestazioni politiche.

CRIMINALITA’:

Seppure in maniera non allarmante, la criminalità risulta essere aumentata soprattutto nelle città. Infatti, nei sobborghi poveri di Lusaka e Kanyama e nelle aree periferiche (dette compounds) delle principali città (Ndola, Kitwe e Livingstone) si sono registrate diverse attività delinquenziali (furti e scippi). Si segnala che è fortemente sconsigliato muoversi all’interno del compound, (dove si registrano numerosi episodi di microcriminalità), dopo il tramonto e comunque anche durante le ore diurne è sempre bene muoversi con cautela ed attenzione e preferibilmente accompagnati da persone locali. A Lusaka, così come in tutto il paese, le precarie condizioni di strade urbane ed extraurbane - aggravata durante la stagione delle piogge (novembre–marzo) - così come la prevalente mancanza di illuminazione e segnaletica, richiedono estrema cautela nella guida e sconsigliano lunghi spostamenti notturni. Inoltre, i minibus, i mezzi di trasporto più in uso nelle grandi città, sono poco raccomandati in quanto non affidabili dal punto di vista della manutenzione e della sicurezza. Per lo stesso motivo si sconsiglia l'uso del treno.

ALTRE ATTIVITA’ CRIMINALI:

Non si rilevano specifiche zone di rischio, ma si consiglia unicamente di non rimanere isolati quando si visitano zone periferiche del Paese, in particolare al confine con l’Angola e nella Provincia del Copperbelt al confine con il Congo, dove c’è stato un deterioramento delle condizioni di sicurezza a causa di un massiccio afflusso di profughi.

TERRORISMO:

Il Paese condivide con la più parte del resto del mondo il rischio di poter essere esposto ad azioni legate a fenomeni di terrorismo internazionale, anche se negli ultimi anni non abbiamo rilievo di tali fenomeni e le sedi di progetto non sono state oggetto di fenomeni legati al terrorismo.

ALTRI RISCHI:

Le precarie condizioni di strade urbane ed extraurbane, così come la prevalente mancanza di illuminazione e segnaletica, richiedono estrema cautela nella guida e sconsigliano lunghi spostamenti.

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Rischi sanitari:

STRUTTURE SANITARIE

Gli ospedali, soprattutto pubblici che offrono una assistenza del tutto inadeguata e molto al di sotto degli standard occidentali.

MALATTIE PRESENTI

Le malattie più diffuse, anche nelle città, sono l’AIDS, la malaria, la tubercolosi, la bilarzia (Schistosomiasi.), la meningite, la poliomielite e il colera. Si evidenzia inoltre che durante la stagione delle piogge (da fine ottobre a marzo/aprile) si possono manifestare epidemie di colera, soprattutto nelle aree rurali, dove più precarie sono le condizioni igienico-sanitarie. Dal mese di febbraio 2016 sono stati riscontrati oltre 850 casi di colera. Il 22 febbraio è stata proclamata l’allerta colera nella capitale. Nonostante misure prese da parte del Ministero della Salute, i casi sono aumentati rapidamente, coinvolgendo soprattutto l’area di Lusaka e, seppur con minor incidenza, altri 6 dipartimenti. Il più recente rapporto della WHO evidenzia a metà aprile 863 casi, con 16 decessi. A Kanyama sono stati registrati nel corso del 2016 alcuni casi di colera, che sono stati affrontati con una vastissima campagna di vaccinazioni messa in atto da Medici Senza Frontiere.

USO DI FARMACI:

Alcuni prodotti farmaceutici considerati comuni in Italia, quali psicofarmaci, calmanti ed antidepressivi (ad esempio Valium e Prozac) sono considerati dalla legge locale stupefacenti, se non accompagnati da prescrizione medica. Si sono verificati, infatti, casi di arresto e di incriminazione per traffico di stupefacenti per il semplice possesso di quantità anche limitate di psicofarmaci ma in eccesso rispetto alla quantità prescritta.

COMPETENZE ACQUISIBILI

Conseguentemente a quanto esposto e precisato nei precedenti punti, i giovani coinvolti nel presente progetto, avranno l’opportunità di acquisire sia specifiche conoscenze, utili alla propria crescita professionale, a seconda della sede di attuazione del progetto, sia di maturare una capacità di vivere la propria cittadinanza, nazionale ed internazionale, in termini attivi e solidali, con una crescita della consapevolezza dei problemi legati allo sviluppo dei sud del mondo.

Di seguito gli ambiti nei quali si prevede una acquisizione di specifiche conoscenze:

¾ Accrescimento della consapevolezza della possibilità di esercitare in maniera efficace il proprio diritto di cittadinanza attiva anche a livello internazionale;

¾ Approfondimento delle conoscenze di politica internazionale e di cooperazione allo sviluppo interpretate alla luce di una cultura politica fondata sulla solidarietà;

¾ Accrescimento del panorama delle informazioni utili per una efficace relazione interculturale;

¾ Acquisizione di conoscenze tecniche relative alla progettualità;

¾ Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’intervento sul territorio;

¾ Rafforzamento delle conoscenze relative al dialogo sociale;

¾ Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’analisi, la sintesi e l’orientamento all’obiettivo

¾ Accrescimento della comprensione dei modelli di problem solving;

¾ Approfondimento delle tecniche di animazione e\o educazione;

¾ Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro in equipe;

¾ Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro associativo e di rete (centro – periferia e viceversa);

¾ Acquisizione delle conoscenze tecniche relative al proprio settore di formazione.

Verrà anche rilasciata, da parte FOCSIV, una certificazione delle conoscenze acquisite nella realizzazione delle specifiche attività previste dal presente progetto.

FORMAZIONE GENERALE DEI VOLONTARI

La formazione generale verrà erogata come evidenziato nel sistema di formazione accreditato. E sarà realizzata all’inizio dell’anno di servizio in un corso residenziale. La durata della formazione generale sarà nel suo complesso di ore 50 e sarà erogata entro e non oltre il 180° giorno dall’avvio del progetto

FORMAZIONE SPECIFICA (RELATIVA AL SINGOLO PROGETTO) DEI VOLONTARI

La formazione specifica sarà realizzata in parte Italia e in parte in loco, nei Paesi di realizzazione del progetto. La durata complessiva della formazione specifica sarà di 80 ore, una parte delle quali sarà realizzata nelle sedi di appoggio in Italia e per la restante parte realizzata nelle sedi all’estero di attuazione del progetto, entro e non oltre 90 giorni dall’avvio dello stesso.

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Per la sede di: Mongu (CELIM MI 76436)

Tematiche di formazione

Formazione Comune

Presentazione della cultura, della storia e della situazione socio-economica dello Zambia e della sede di servizio Presentazione del progetto

Presentazione dell’ente di invio e della sua esperienza nel territorio di realizzazione del progetto Conoscenza dei partner locali di progetto

Conoscenza di usi e costumi locali

Presentazione nel dettaglio delle attività di impiego e del ruolo specifico dei volontari

Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nel progetto di servizio civile sulla sede (presentazione dei rischi presenti e indicazione delle misure di prevenzione ed emergenza adottate)

Informazioni di tipo logistico

Modalità di comunicazione e relazione con la sede in Italia Monitoraggio dell’esperienza e gestione dei momenti di crisi

Settore Ambiente e Foreste Elementi di base di tutela ambientale e sviluppo sostenibile

Elementi base per l’organizzazione e gestione di corsi di formazione e eventi informativi e di sensibilizzazione sul tema ambientale

Elementi di base di scienze forestali in contesti tropicali

Elementi di base di tecniche di conservazione del patrimonio forestale (utilizzo fornelli a basso consumo di legna, utilizzo di materiale di scarto di produzioni agricole in alternativa alla legna)

Elementi di base per la creazione di orti biologici

Elementi di base per la creazione e gestione di vivai di piante per la riforestazione

Elementi base per l’organizzazione di corsi di formazione sulla gestione sostenibile delle risorse forestali Tecniche di censimento e di inventario in ambito forestale

Settore Donne e Sviluppo

La condizione della donna in Africa. Contesti antropologici e problematiche sul ruolo della donna e sui suoi diritti Elementi base per l’organizzazione e gestione di attività di sensibilizzazione in contesti rurali in Africa in ambito nutrizionale, alfabetizzazione, diritti della donna e dei bambini

Elementi base per l’organizzazione e gestione di attività di sensibilizzazione in contesti rurali in Africa in ambito diritti della donna e dei bambini e prevenzione HIV/AIDS

Elementi base per l’organizzazione e gestione di corsi di formazione in contesti rurali in Africa in ambito ambientale, amministrativo, gestione del risparmio, produzione di piccole attività produttive

Elementi base di tecniche di ascolto e di counseling

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

CELIM MI MILANO

VIA DEGLI ARCIMBOLDI, 5,

20123

02-58316324 www.celim.it

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a celimilano@postacert.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il titolo del progetto “CASHI BIANCHI: ZAMBIA 2017”

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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