• Non ci sono risultati.

Studio osservazionale e di intervento di educazione alimentare in popolazione con pregresso diabete gestazionale a rischio per sviluppo di diabete mellito di tipo 2: risultati preliminari

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Studio osservazionale e di intervento di educazione alimentare in popolazione con pregresso diabete gestazionale a rischio per sviluppo di diabete mellito di tipo 2: risultati preliminari"

Copied!
6
0
0

Testo completo

(1)

V. De Mori

1

, E. Menegola

1

, G. Meregalli

2

, W. Pedrini

3

, A. Balini

2

, D. Berzi

2

,

G. Buonaiuto

2

, R. Carpinteri

2

, A.C. Bossi

2

1Università degli Studi di Milano, Corso di Laurea Magistrale in Biologia Applicata alle Scienze della Nutrizione;

2UO Malattie Metaboliche e Diabetologia, AO Treviglio (BG);

3Servizio di Dietetica, AO Treviglio

Corrispondenza: dott.ssa De Mori Valentina, Unità Operativa Malattie Metaboliche e Diabetologia, Azienda Ospedaliera “Ospedale Treviglio Caravaggio”

di Treviglio, piazzale Ospedale 1, 24047 Treviglio (BG) e-mail: demorivalentina@gmail.com

G It Diabetol Metab 2015;35:290-295 Pervenuto in Redazione il 01-04-2015 Accettato per la pubblicazione il 20-07-2015

Parole chiave: diabete gestazionale, diabete mellito di tipo 2, follow-up, educazione alimentare, prevenzione Key words: gestational diabetes, type 2 diabetes mellitus, follow-up, nutritional education, prevention

Attività Diabetologica e Metabolica in Italia

Studio osservazionale e di intervento di educazione alimentare in

popolazione con pregresso diabete gestazionale a rischio per sviluppo di diabete mellito di tipo 2:

risultati preliminari

per verificare l’efficacia dell’intervento educativo che si sta ope- rando sulle pazienti.

SUMMARY

Observational study and dietary education intervention in women with gestational diabetes mellitus at risk of develop- ing type 2 diabetes: preliminary findings

Gestational diabetes mellitus (GDM) is diabetes diagnosed in the second or third trimester of pregnancy that is not clearly overt RIASSUNTO

Premessa. Il diabete mellito gestazionale (gestational diabetes mellitus, GDM) è definito come una condizione di iperglicemia diagnosticata durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza che non è chiaramente diabete manifesto. Le donne affette da GDM presentano maggiore rischio di sviluppare successivamente sindrome metabolica o diabete mellito di tipo 2 (DMT2).

Scopo dello studio. Esaminare i fattori di rischio associati ad al- terazioni del metabolismo glucidico in donne con pregresso GDM.

Pazienti e metodi. Sono state richiamate le pazienti con gravi- danza complicata da GDM seguite a livello ambulatoriale tra il 2007 e il 2011. Sono stati raccolti: anamnesi, dati antropometrici ed ematochimici, abitudini alimentari e stile di vita. Sono stati consigliati dosaggi dei principali parametri glicometabolici e la compilazione di un diario alimentare di 3 giorni per valutare l’as- sunzione giornaliera energetica con le percentuali glucidica, lipi- dica e proteica. È stata anche valutata la conoscenza delle pazienti dei contenuti in macronutrienti degli alimenti.

Risultati. Di 255 donne arruolabili, 66 hanno aderito (63 italiane, 3 nordafricane): età al concepimento 34,1 ± 4,7 anni; età attuale 39,6 ± 4,9 anni; peso pregravidico 67,6 ± 15,0 kg con BMI 25,7

± 5,0 kg/m2; peso attuale 69,7 ± 16,5 kg con BMI kg/m226,6 ± 5,4; glicemia basale 94,5 ± 18,9 mg/dl alla settimana gestazio- nale media 20,8 ± 6,8; glicemia basale 106,7 ± 33,6 mg/dl al follow-up. Il 12% delle donne al controllo presentava già un DMT2 conclamato, il 24% rientrava nella categoria IFG (impaired fasting glucose), avendo una glicemia basale compresa tra 100 e 125 mg/dl. La curva da carico orale di glucosio (oral glucose to- lerance test: OGTT 75 g) post-partum è stata eseguita nei tempi consigliati dalle linee guida solo dal 10,6% delle donne. Peso (p < 0,05), BMI (p < 0,05) e glicemia basale (p < 0,005) sono ri- sultati allo stato attuale significativamente aumentati rispetto alla condizione pregravidica. Tra i fattori di rischio emergono la fami- liarità per il DMT2 e uno scorretto stile di vita.

Conclusioni. I valori ematici e antropometrici rilevati appaiono peggiorati rispetto alla condizione pregravidica, con conseguente aumento dei fattori di rischio per la sindrome metabolica o DMT2.

Nel prossimo futuro ci proponiamo di svolgere ulteriori controlli

(2)

diabetes. GDM is a risk factor for the development of type 2 dia- betes mellitus (T2DM) later in life. This study examined risk factors associated with abnormal glucose metabolism in women with previous GDM. Outpatients with pregnancy complicated by GDM between 2007 and 2011 were recalled and we recorded their medical history, anthropometric data and blood chemistry, eating habits and lifestyle. Blood tests for the main glyco-metabolic pa- rameters were recommended, and they were asked to complete a three-day food diary to assess their daily energy intake of car- bohydrates, proteins, and fats. We also assessed their knowl- edge of the macronutrient content in foods. In all, 255 women were recalled; 66 gave informed consent (63 Italian, 3 North African); their age was 34.1 ± 4.7 years (mean ± SD) at concep- tion and 39.6 ± 4.9 at final observation; pre-pregnancy weight was 67.6 ± 15.0 kg, with BMI (kg/m2) 25.7 ± 5.01; current weight was 69.7 ± 16.5, BMI 26.6 ± 5.4; fasting plasma glucose (FPG:

mg/dl) was 94.5 ± 18.9 at mean gestational week 20.8 ± 6.8, 106.7 ± 33.6 at follow-up. During the observation period, 12%

developed T2DM, 24% had impaired fasting glucose (IFG). Only 10.6% of women were given an oral glucose tolerance test (75 g) within six months from delivery. Weight (p < 0.05), BMI (p < 0.05) and FPG (p < 0.005) were significantly higher at follow-up than before pregnancy. Among risk factors, family history of T2DM and improper lifestyle emerged. In conclusion, women with GDM had worse metabolic blood levels and anthropometric parameters after pregnancy, implying an increased risk of metabolic syn- drome or T2DM. We plan further evaluation in the near future to verify the effectiveness of this educational intervention.

Introduzione

Il GDM è definito come una condizione di iperglicemia dia- gnosticata durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza che non è chiaramente diabete manifesto(1). Questa defini- zione è comunque indipendente dal tipo di terapia e non ac- cenna al fatto che questa condizione possa persistere o ricomparire dopo il parto(2). In genere si assiste a un ritorno alla condizione di euglicemia pregravidica, anche se una mi- noranza di soggetti presenta un’immediata evoluzione del GDM in DMT2. Il GDM complica circa il 6-7% di tutte le gra- vidanze nei Paesi Occidentali, arrivando fino al 14% in alcune regioni nord-americane(3,4): la variabilità dei dati relativi alla sua incidenza, disponibili in letteratura, è dovuta ai diversi criteri diagnostici e metodi di screening utilizzati (screening univer- sale o basato sui fattori di rischio) e alle diverse caratteristiche della popolazione studiata. Dai dati epidemiologici italiani è emersa una prevalenza del 7,8%, ma disomogenea nel terri- torio, risultando maggiore nel Nord Italia (Lombardia 12,4%, Veneto 10,8%) e minore nel Sud e nel Centro (Toscana 6,0%, Umbria 5,6%)(3,5). La sua incidenza correla con l’incremento dell’età, la presenza di precedenti gravidanze con GDM, alte- rata tolleranza glucidica, obesità pregravidica, pregressa ma- crosomia fetale, familiarità per diabete mellito, sindrome dell’ovaio policistico e appartenenza a etnie a elevata inci- denza di DMT2 (popolazioni dell’Asia meridionale, afro-carai- biche e del Medio Oriente).

Già nei primi 5 anni dopo il parto, le donne affette da GDM presentano un rischio maggiore di sviluppare alterazioni me-

taboliche (insulino-resistenza, sindrome metabolica e DMT2) rispetto alle donne con gravidanza fisiologica, anomalie legate al declino della funzione delle cellule β-pancreatiche(6,7). Si rende pertanto necessario coinvolgere questa popolazione di donne a programmi di follow-up e strategie di prevenzione al fine di ridurre il rischio di sviluppo del DMT2 e di patologie me- taboliche e cardiovascolari correlate(8). American Diabetes As- sociation (ADA), European Association for the Study of Diabetes (EASD) e Società Italiana di Diabetologia (SID) con- cordano nel raccomandare che le donne con GDM vengano rivalutate mediante l’esecuzione di OGTT 75 g dopo 6-10 set- timane dal parto, al fine di rilevare possibili persistenti anoma- lie glucidiche. Le donne con IFG (impaired fasting glucose) o IGT (impaired glucose tolerance) dovrebbero ripetere l’OGTT dopo un anno, mentre quelle con test non patologico dovreb- bero ripeterlo regolarmente ogni 3 anni, come suggerito dai più recenti standard italiani per la cura del diabete(9). Tuttavia, secondo studi recenti, meno del 40% delle donne si sottopone allo screening dopo il parto(10-12). Il follow-up di questa popola- zione potrebbe rappresentare un’importante occasione di pre- venzione del diabete; ciononostante sono poco chiare le raccomandazioni di possibili interventi di prevenzione primaria del DMT2 da parte delle società scientifiche(9). Come dimo- strato in un sottogruppo del Diabetes Prevention Program, un sano stile di vita (regolare attività fisica e adeguato peso cor- poreo con eventuale calo ponderale) rappresenta il cardine per prevenire o posticipare la comparsa del DMT2, anche nelle donne con pregresso GDM. Nel presente studio si è voluta in- dagare la comparsa di alterazioni del metabolismo glucidico in donne con pregresso GDM, esaminare i fattori di rischio che determinano la comparsa di tali alterazioni e impostare un in- tervento educativo in merito allo stile di vita e alle abitudini ali- mentari delle donne, per valutarne poi l’efficacia alla fine dei 3 incontri proposti ai soggetti. Segnaliamo che nel prossimo fu- turo ci proponiamo di svolgere ulteriori controlli per verificare l’efficacia dell’intervento educativo che si sta operando sulle pazienti.

Pazienti e metodi

Sono state ritenute arruolabili per lo studio tutte le donne con gravidanza complicata da GDM (n = 255), seguite tra gli anni 2007 e 2011 presso l’ambulatorio per la cura del diabete ge- stazionale dell’Unità Operativa di Diabetologia e Malattie Me- taboliche dell’Azienda Ospedaliera Treviglio. La diagnosi di GDM era stata posta secondo i criteri vigenti nel periodo della gravidanza stessa. In particolare, secondo le indicazioni SID, fino al febbraio 2010 è stato utilizzato un iter diagnostico in due fasi, con minicarico da 50 g di glucosio e, se positivo, un carico da 100 g, secondo i criteri di Carpenter e Coustan. Dal mese di marzo 2010 la diagnosi è stata posta secondo i cri- teri dell’International Association of Diabetes and Pregnancy Study Groups (IADPSG), eseguendo un solo OGTT da 75 g.

Sono state escluse dallo studio tutte le donne con diabete mel- lito preesistente alla gravidanza. Lo studio, approvato dal Co- mitato Etico della provincia di Bergamo, è stato strutturato in

(3)

due parti: una prima rivalutazione dello stato clinico-metabo- lico delle pazienti (visita basale) e un intervento di educazione alimentare sulla stessa popolazione (iniziato alla prima visita, verrà successivamente ripetuto a distanza) indipendentemente dallo stato glicemico rilevato. Durante la visita basale, sono stati raccolti l’anamnesi fisiologica (con numero di parti nor- mali o complicati da GDM, numero di aborti) e l’anamnesi fa- miliare (in particolare familiarità per DMT2). Sono state raccolte informazioni relative alla gravidanza con GDM, in particolare l’età al momento del concepimento, il peso e il BMI prima della gravidanza, l’incremento ponderale in gravidanza, la tipologia di parto (eutocico o cesareo), le caratteristiche dei neonati al momento della nascita (peso, lunghezza, Apgar score, episodi di ipo- o di iperglicemia). Con l’ausilio di un questionario re- datto ad hoc, sono stati indagati i dati relativi alla frequenza dell’esecuzione di esami ematochimici, lo stile di vita (tabagi- smo, frequenza della pratica di attività fisica), le abitudini ali- mentari, come il consumo giornaliero di frutta e verdura, di alcolici, il numero di pasti e spuntini assunti normalmente nel- l’arco delle 24 ore (Tab. 1). Sono stati registrati, nel corso della visita, i dati antropometrici quali: peso, altezza, BMI (kg/m2), massa grassa (espressa in valore percentuale del peso cor- poreo) misurata attraverso il misuratore di massa adiposa OMRON BF306 (dispositivo medico prodotto da OMRON Healthcare Co., Kyoto Giappone, in conformità agli standard

EN60601-1-2:2001), circonferenza vita e fianchi. Sono stati valutati gli eventuali dati ematochimici disponibili e l’esito del- l’OGTT 75 g, se era stato eseguito dopo 6-10 settimane dal parto come raccomandato dalle principali linee guida nazio- nali e internazionali per la cura del GDM. Le donne sono quindi state sottoposte a prelievi ematici per glicemia basale, l’emo- globina glicata, il quadro lipidico (colesterolo totale, HDL, tri- gliceridi e LDL calcolato). In caso di presenza di glicemia basale

< 125 mg/dl, veniva eseguito OGTT 75 g. Al termine della vi- sita le donne hanno partecipato a un incontro individuale di educazione alimentare in cui sono stati illustrati i gruppi dei macronutrienti (carboidrati, lipidi, proteine), evidenziando la dif- ferenza dell’assimilazione dei carboidrati semplici e complessi, l’importanza della fibra, le regole base della sana alimentazione applicate alla popolazione a rischio per il DMT2 e l’importanza del saper scegliere la qualità dei nutrienti contenuti negli ali- menti. Inoltre veniva spiegata l’importanza del controllo del peso e dell’implementazione dell’attività fisica. Al temine del- l’incontro le donne, sempre in modo individuale, hanno riela- borato i concetti di educazione alimentare appresi tramite il mastery test attraverso un’attività alimentare interattiva. Ve- niva, infatti, loro chiesto di dividere in gruppi gli alimenti, utiliz- zando il gioco educativo “So cosa mangio?” edito da Roche Diagnostics. Per ogni alimento collocato nel gruppo corret- to veniva assegnato un punto, zero se collocato in un’altra

Tabella 1 Caratteristiche comportamentali della popolazione in studio (n = 66) emerse dalla compilazione del questionario somministrato.

Questionario Numerosità Valore %

Esami ematici eseguiti No 19 28,8

regolarmente Sì, secondo le indicazioni dei medici di assistenza primaria 31 47,0 dopo la gravidanza Sì, secondo indicazioni specialistiche 16 24,2

Tabagismo No 53 80,3

Sì 13 19,7

Attività fisica praticata

No 46 69,7

Sì 1-2 volte/settimana 11 16,6

Sì 3-4 volte/settimana 3 4,5

Sì 5-6 volte/settimana 6 9,2

Colazione-pranzo-cena 49 74,3

Numero di pasti Pranzo-cena 4 6,0

nelle 24 ore Colazione-cena 13 19,7

Colazione-pranzo 0 0,0

Mai 20 30,3

Numero di spuntini 1 spuntino 13 19,7

nelle 24 ore 2 spuntini 22 33,3

3 o più spuntini 11 16,7

Porzioni di frutta Nessuna 7 10,6

e verdura consumate 1-2 porzioni 30 45,4

nelle 24 ore 3-4 porzioni 27 41,0

5 o più porzioni 2 3,0

Mai 56 84,8

Consumo di alcolici A volte (1-2 volte/settimana) 10 15,2

Quasi tutti i giorni (4-5 volte/settimana) 0 0,0

(4)

categoria. Al termine dell’incontro veniva anche consegnato un diario alimentare di 3 giorni da completare per la visita suc- cessiva. Sono in fase di attuazione ulteriori incontri per verifi- care il diario alimentare e implementare le conoscenze apprese nel primo colloquio educazionale. I valori dei risultati che ven- gono successivamente riportati sono espressi come media ± deviazione standard. Le differenze tra le medie sono state va- lutate mediante test t di Student per dati appaiati. È stata con- siderata statisticamente significativa una p < 0,05 a due code.

Per l’elaborazione statistica è stato utilizzato il software Stati- stical Package for Social Sciences (SPSS).

Risultati

Hanno firmato il consenso informato per la partecipazione allo studio 66 donne (98% italiane e 2% di altra nazionalità) pari al 25,8% dell’intera casistica, le cui caratteristiche basali sono ri- portate in tabella 2. Non sono a oggi disponibili i dati attuali delle donne con pregresso GDM che non hanno accettato la convocazione per una valutazione del presente stato glico- metabolico. I valori dei parametri clinici e metabolici delle donne che hanno partecipato allo studio sono espressi come media ± deviazione standard. I dati clinici relativi alla gravidanza sono stati estrapolati sia dalla cartella ambulatoriale cartacea sia dal software gestionale MyStar Connect (METEDA, Italia).

Al primo incontro è stata valutata la sola glicemia basale su prelievo di sangue venoso, che ha evidenziato come già il 12%

delle donne presentava criteri diagnostici per DMT2 (n = 8), il 24% (n = 16) mostrava livelli glicemici compatibili con dia- gnosi di IFG; il 64% (n = 42) risultava avere un valore minore di 100 mg/dl (Fig. 1). Successivamente è stata eseguita la curva da carico 75 g con evidenza di IGT nel 34% delle donne, di DMT2 nel 2%, di NGT (normal glucose tolerance) nel 64%.

Di ogni donna sono stati registrati i dati antropometrici sia pregravidici sia attuali. Sono state confrontate le differenze tra il peso medio (kg) e il BMI pregravidico rispetto all’attuale visita di follow-up. Si è osservato un aumento significativo del peso corporeo (p < 0,05) (Fig. 2A) e quindi del BMI (p < 0,05) (Fig. 2B) dal momento pregravidico al controllo attuale. Anche il quadro ematochimico ha mostrato un significativo aumento dei valori glicemici basali (p < 0,005) nel tempo trascorso dalla gravidanza all’osservazione attuale (Fig. 2C). Il quadro lipidico

Tabella 2 Caratteristiche demografiche, antropo- metriche e cliniche delle donne con gravidanza com- plicata da diabete mellito gestazionale (GDM) seguite presso l’AO di Treviglio tra gli anni 2007 e 2011.

Donne con GDM richiamate

(percentuale di italiane) 255 (72%) Donne arruolate (% del totale) (% italiane) 66 (25,8%) (98%) Anni trascorsi dal parto 5 (± 1,4) Età al concepimento (anni) 34,1 (± 4,7)

Età attuale (anni) 39,6 (± 4,9)

Incremento ponderale in gravidanza (kg) 10,0 (± 5,1) Settimana gestazionale a cui è stato

riscontrato il GDM 20,8 (± 6,8)

Settimana gestazionale a cui è avvenuto

il parto 38,69 (± 2,3)

Parto eutocico (n) 95

Parto cesareo (n) 27

Peso del neonato alla nascita (g) 3264 (± 683,3) Lunghezza del neonato alla nascita (cm) 49,96 (± 4,1) Numero di parti per donna (n) 1,8 (± 1,0) Numero di aborti per donna (n) 0,4 (± 0,7) Peso pregravidico (kg) 67,6 (± 15,0)

Peso attuale (kg) 69,7 (± 16,5)

BMI pregravidico (kg/m

2

) 25,7 (± 5,0) BMI attuale (kg/m

2

) 26,6 (± 5,4) PA sistolica gravidica (mmHg) 121,8 (± 12,2) PA diastolica gravidica (mmHg) 69 (± 9,6) PA sistolica attuale (mmHg) 117,2 (± 20,1) PA diastolica attuale (mmHg) 74,0 (± 12,2) Glicemia basale gravidica (mg/dl) 94,5 (± 18,9) Glicemia basale attuale (mg/dl) 106,7 (± 33,6) HbA

1c

gravidica (mmol/mol) 37,1 (± 5,8)

HbA

1c

gravidica (%) 5,5 (± 2,7)

HbA

1c

attuale (mmol/mol) 42,2 (± 10,7)

HbA

1c

attuale (%) 6,0 (± 3,1)

Colesterolo totale attuale (mg/dl) 198,9 (± 38,1) Colesterolo HDL attuale (mg/dl) 57,6 (± 15,6) Colesterolo LDL-C attuale (mg/dl) 121,2 (± 34,9) Trigliceridi attuale (mg/dl) 101,1 (± 67,7)

Massa grassa (%) 35,8 (± 7,8)

Circonferenza vita (cm) 102,4 (± 12,1)

Dove non è indicato diversamente, i dati di riferiscono alla media (± de- viazione standard). BMI: body mass index; HbA1c: emoglobina gli- cata; HDL: high density lipoprotein; LDL-C: low density lipoprotein calcolato; PA: pressione arteriosa.

(Tab. 2) è da monitorare nel tempo dal momento che le ano- malie lipidiche rappresentano un fattore di rischio indipendente per le patologie cardiovascolari. Il tempo medio trascorso dal momento della gravidanza al momento dell’osservazione

64%

12%

24%

> 125 mg/dl 100-125 mg/dl

< 100 mg/dl

Figura 1 Glicemia basale delle donne con pregresso diabete mellito gestazionale al momento della prima osservazione del presente studio (n = 66), con indicazione delle percentuali di normalità (64%), di IFG (24%) e di DMT2 (12%).

(5)

del diario alimentare e del questionario si sono valutati i fattori di rischio che, oltre al GDM, predispongono le donne allo svi- luppo di DMT2 nel corso degli anni. La maggioranza dei sog- getti (75,76%) presenta familiarità per la patologia, però i fattori di rischio maggiormente presenti comprendono lo stile di vita e le abitudini alimentari scorrette: è emerso, infatti, che le donne per la maggior parte adottano comportamenti (seden- tarietà o ridotta attività fisica, tabagismo, errate abitudini alimentari) che contribuiscono ad aumentare il rischio cardio- vascolare e metabolico (Tab. 3).

Discussione e conclusioni

Nella maggioranza delle gravidanze complicate da GDM, dopo il parto si ritorna a una condizione di normalità, ma le donne rimangono maggiormente esposte al rischio di svilup- pare sindrome metabolica, IFG e DMT2 nel corso della vita.

attuale risulta essere di 5 ± 1,4 anni. Il box-plot permette di ot- tenere una rappresentazione visiva della distribuzione dei dati, evidenziando dove giacciono maggiormente alcuni valori, sot- tolineando quelli anomali (Fig. 3). Attraverso la compilazione

Peso

Pregravidico Attuale

kg

67,6 ± 15,0 69,7 ± 16,5 80

70 60 50 40 30 20 10 0

Pregravidico Attuale BMI

kg/m2

25,7 ± 5,0 26,6 ± 5,0 30

25 20 15 10 5 0 A

B

Pregravidico Attuale Glicemia basale

mg/dl

94,5 ± 18,9 106,7 ± 33,6 160,0

140,0 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 C

7,2 7 6,8 6,6 6,4 6,2 6 5,8 5,6 5,4 5,2 5 4,8 4,6 4,4 4,2 4 3,8 3,6 3,4 3,2 3 2,8

Figura 2 Evoluzione del peso (kg) (A), del BMI (kg/m²) (B) e della glicemia basale (mg/dl) (C) dal periodo pregravidico al momento dell’osservazione attuale. Le differenze tra le medie sono state valutate mediante test t di Student per dati appaiati.

È stata osservata una differenza significativa tra le media del peso (p < 0,05), del BMI (p < 0,05) e della glicemia basale (p < 0,005).

Figura 3 Box-plot del tempo medio (5 ± 1,4 anni) trascorso dal momento della gravidanza al mo- mento dell’osservazione.

La linea orizzontale all’in- terno della scatola è la mediana (5,5 anni). Le linee verticali esterne al box rappresentano i valori minimi (3 anni) e massimi (7 anni): in questo caso la linea del valore massimo coincide con il limite del terzo quartile.

Tabella 3 Fattori di rischio per lo sviluppo di altera- zioni del metabolismo in donne con pregresso GDM.

Familiarità per DMT2 75,7%

Fumatrici

1

19,7%

Consumo di alcol

2

15,1%

Attività fisica

3

28,7%

Riconoscimento di tutti i macronutrienti

4

15,1%

Buone abitudini alimentari

5

19,7%

Dati emersi dalla compilazione del questionario, del diario alimentare e dall’anamnesi. 1Fumatrici: ≥ 1 sigaretta al giorno; 2consumo di alcol:

≥ 1 volta a settimana; 3attività fisica: ≥ 2 volte a settimana; 4ricono- scimento macronutrienti: carboidrati, proteine, lipidi; 5buone abitudini alimentari: consumo dei 3 pasti principali, 3-4 porzioni di frutta o ver- dura giornaliere.

(6)

vazione di tutte le pazienti contattate che hanno aderito al programma. Sarebbe sicuramente interessante poter valutare anche l’etnia di appartenenza della popolazione come ulte- riore potenziale fattore di rischio, dal momento che le donne di nazionalità non italiana con GDM sono in rapido aumento.

Fino a ora, però, sono state riscontrate difficoltà sia nel rin- tracciare le donne straniere sia nel superare le barriere lingui- stiche e culturali con coloro che si sono presentate in ambulatorio. Nella popolazione con GDM valutata, un quarto delle donne erano immigrate nel nostro Paese, ma è stato possibile comunicare solamente con il 6% di loro. Di queste, solo 3 pazienti si sono presentate in ambulatorio. Abbiamo quindi progettato di proporre interventi adeguati alle diverse culture, semplificati e fruibili, in modo da non trascurare la sa- lute futura di questa popolazione ad alto rischio per lo svi- luppo di DMT2.

Conflitto di interessi

Nessuno.

Bibliografia

1. American Diabetes Association. Standards of medical care in dia- betes-2015. Diabetes Care 2015;38(suppl. 1):S1-94.

2. American Diabetes Association. Gestational diabetes mellitus.

Diabetes Care 2003;26(suppl. 1):S103-5.

3. Lapolla A, Dalfrà MG, Lencioni C, Di Cianni G. Epidemiology of diabetes in pregnancy: a review of Italian data. Diabetes Nutr Metab 2004;17:358-67.

4. Jovanovic L, Pettitt DJ. Gestational diabetes mellitus. JAMA 2001;286:2516-8.

5. Di Cianni G, Benzi L, Casadidio I, Orsini P, Rossi L, Fontana G et al. Screening of gestational diabetes in Tuscany: results in 2000 cases. Ann Ist Sup Sanità 1997;33:389-91.

6. Bellamy L, Casas JP, Hingorani AD, Williams D. Type 2 diabetes mellitus after gestational diabetes: a systematic review and meta- analysis. Lancet 2009;373:1773-9.

7. Verma A, Boney C, Tucker R, Vohr B. Insulin resistence syndrome in women with prior history of gestational diabetes mellitus. J Clin Endocrin Metab 2002;87:3327-35.

8. Di Cianni G, Ghio A, Resi V, Volpe L. Gestational diabetes melli- tus: an opportunity to prevent type 2 diabetes and cardiovascu- lar disease in young women. Women’s Health 2010;6:97-105.

9. AMD-SID-Diabete Italia. Standard italiani per la cura del diabete mellito, Linee guida e raccomandazioni. 2014.

10. Kim C, Newton KM, Knopp R. Gestational diabetes and the in- cidence of type 2 diabetes. Diabetes Care 2002;25:1862-8.

11. Mc Closkey L, Berntein J, Winter M, Iverson R, Lee-Parritz A.

Follow-up of gestational diabetes mellitus in an urban safety net hospital: missed opportunities to launch preventive care for women. J Womens Health (Larchmt) 2014;23:327-34.

12. Bao W, Tobias DK, Bowers K, Chavarro J, Vaag A, Grunnet LG et al. Physical activity and sedentary behaviors associated with risk of progression from gestational diabetes mellitus to type 2 diabetes mellitus. JAMA Intern Med 2014;174:1047-55.

Per potere attuare un piano preventivo sarebbe importante, già al momento della gravidanza, rendere consapevoli le donne del rischio a cui saranno esposte in futuro. Per fare questo, le donne dovrebbero essere educate a riconoscere i fattori di rischio modificabili e spinte a intervenire su di essi, motivandole a svolgere uno stile di vita sano e a mantenere corrette abitudini alimentari, verificando, infine, l’efficacia del- l’intervento fatto. Le donne con pregresso GDM arruolate nel presente studio, però, non si sono dimostrate consapevoli del rischio a cui sono sottoposte: infatti, solamente il 26% delle donne richiamate ha aderito alla valutazione e, di queste, solo il 10,6% aveva effettuato un OGTT come consigliato dopo il parto, peraltro senza mai ripetere il test diagnostico negli anni successivi. Nel corso dello studio è stata inizialmente esami- nata la comparsa di alterazioni del metabolismo glucidico at- traverso la valutazione di un prelievo ematico. È stata, infine, consigliata l’esecuzione dell’OGTT 75 g a tutte le donne che hanno firmato il consenso informato. Dai risultati dell’OGTT 75 g è possibile osservare un’elevata prevalenza di alterazioni del metabolismo dei carboidrati. In attesa di completare lo studio e svolgere un’adeguata analisi statistica multivariata è possibile ipotizzare che abbiano dato la disponibilità a parte- cipare allo studio le pazienti con maggiore conoscenza della patologia diabetica, con maggior numero di fattori di rischio e maggiore consapevolezza della problematica. Un quarto delle donne che ha avuto parti complicati da GDM tra gli anni 2007 e 2011, presenta un quadro di IFG, mentre il 12% presenta già DMT2. Probabilmente sarebbe stato possibile prevenire questa situazione sensibilizzando maggiormente la popola- zione fin dal primo accesso in ambulatorio al momento della gravidanza. Successivamente, abbiamo valutato i fattori di ri- schio per indagarne la correlazione con alterazioni del meta- bolismo glucidico. Tra i fattori di rischio non modificabili per lo sviluppo del DMT2 o di alterazioni metaboliche, oltre alla pre- senza del GDM, abbiamo indagato la familiarità per la pato- logia, che risulta essere presente nella maggioranza delle donne (75,7%). Ci siamo poi concentrati su quei fattori di ri- schio modificabili attraverso un intervento educativo. Dal que- stionario e dall’anamnesi nutrizionale è emerso, infatti, che le donne non conducono uno stile di vita sano e non seguono corrette abitudini alimentari, nonostante durante il pregresso stato gravidico avessero ricevuto adeguata educazione sani- taria (Tab. 3). Quasi il 20% fuma almeno una sigaretta al giorno, solo il 29% pratica attività fisica in modo costante, il 15% ha dichiarato di consumare alcolici quotidianamente e solamente il 20% assume il quantitativo giornaliero di frutta e verdura consigliato dalle linee guida della sana alimentazione.

Dopo avere identificato i fattori di rischio per lo sviluppo di DMT2 è stato studiato un intervento volto alla diminuzione dei fattori classificati come modificabili. I dati finora raccolti pos- sono essere considerati quali risultati basali di uno studio (at- tualmente in corso) che prevede una rivalutazione a distanza dei parametri antropometrici, dello stile di vita e delle abitudini alimentari. Il risultato atteso consiste nel raggiungimento di un miglioramento dei fattori di rischio per lo sviluppo del DMT2 e delle alterazioni metaboliche a esso correlate. Le conclusioni di tale studio verranno poi completate al termine dell’osser-

Riferimenti

Documenti correlati

Typhloreicheia ilianae is the largest in size among the Sardinian conge- ners known so far, with its TL: 3.64 and L: 4.05 (male holotype). It is evidently related to T. henroti);

Methods for the development of the case definition and guidelines for data collection, analysis, and presentation for neonatal infections as an adverse event following

Ai mausolei familiari dobbiamo probabilmente ascrivere anche il sepulchrum degli Apronii di Turris Libisonis, pertinente alla prima fase di vita della colonia romana (ILSard I,

Le autorità di regolazione - precisa la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione - sono le custodi dei diritti e delle libertà fondamentali 31 , e la

Già autore di una cospicua serie di importanti lavori dedicati all'Umanesimo vene- to, Giorgio Ronconi offre in questo XXXVIII volume della collana «Studi e documenti di storia

In merito all’utilizzo, nel secondo incontro del programma psicoeducazionale, della tecnica di espressione narrativa consistente nella creazione, da parte delle donne del

Oltre a questi sono predittivi per la comparsa della microal- buminuria l’obesità e l’ipertrigliceridemia, fattori che sono presenti nella sindrome metabolica, questo a indicare come

Le donne con pregresso diabete gestazionale (pGDM) sono ad alto rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2 nel tempo successivo.. Il ruolo delle adiponectine nelle donne