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Trattamento della glibenclamide nel diabete neonatale

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Lavoro originale

Trattamento della glibenclamide nel diabete neonatale

RIASSUNTO

La somministrazione di glibenclamide (sulfonilurea) in forma liquida è utilizzata da tempo nella terapia dei pazienti affetti da diabete mellito neonatale (DMN) permanente e transitorio. In letteratura non sono disponibili dati relativi a formulazioni liqui- de di glibenclamide, la quale rappresenta un principio attivo difficilmente reperibile sul mercato come materia prima. Inoltre, non sono presenti sul mercato formulazioni liquide contenenti glibenclamide, quindi l’unica possibilità è la preparazione gale- nica. Trattandosi spesso di neonati o lattanti, la sospensione è l’unica forma farmaceutica adatta alla terapia (pediatrica), dovendo spesso il medico correggere i dosaggi in base al peso corporeo.

Lo scopo di questo studio è quello di confrontare tre diverse formulazioni contenenti la glibenclamide utilizzate in tre ospe- dali pediatrici. Tutte e tre le formulazioni analizzate sono risul- tate stabili per almeno 90 giorni, ma soltanto due garantisco- no la somministrazione di una terapia rispondente alla prescri- zione medica, specialmente quando si tratta di somministrare dosaggi molto piccoli. I campioni sono stati trattati con due modalità di conservazione: refrigerata e ambiente, e analizzati dal tempo 0 a 90 giorni. In entrambe le modalità le sospensio- ni sono stabili.

U. Di Folco

1

, D. De Falco

2

, F. Marcucci

3

, G. Nobili

3

, V. Moretti

4

, G. Gioventù

5

, F. Tubili

1

1UOS di Diabetologia con DH, Azienda Ospedaliera

“S. Camillo Forlanini”, Roma; 2Aurelia Hospital, Roma;

3Farmacista territoriale, Frosinone; 4Laboratorio Regionale Controllo Qualità, Ancona; 5Farmacista territoriale, Fermo Corrispondenza: dott. Ugo Di Folco, via Giovenale 33, 03030 Castrocielo (FR)

G It Diabetol Metab 2013;33:119-124 Pervenuto in Redazione il 26-11-2012 Accettato per la pubblicazione il 15-04-2013 Parole chiave: diabete neonatale, glibenclamide, insulina, formulazione, sulfonilurea

Key words: neonatal diabetes, glibenclamide, insulin, formulation, sulphonylurea

Premessa

Sebbene molto raro (frequenza stimata in Europa 1/260.000 nati vivi), il diabete mellito neonatale (DMN), che è distinto in DMN transito- rio e permanente a seconda della sua evoluzione temporale, è un importante esempio di come i progressi della genetica molecolare pos- sano modificare l’approccio diagnostico, la terapia e la prognosi di talune malattie.

Tra le diverse forme di DMN per le quali è stata identificata l’anomalia cromosomica o genica caratterizzante, quelle dovute a mutazione attivante dei geni KCNJ 11 e ABCC8 nel loro insieme sono le più frequenti (oltre il 50% dei pazienti) e sono caratterizzate da incapacità della beta-cellula di secernere insulina (Ignaccolo MG et al. Un caso di diabete mellito neonatale permanente: aspetti attuali di una pato- logia rara. G It Diabetol Metab 2009;29:207-10). I due geni codificano rispettivamente le proteine strutturali delle subunità KIR 6.2 (retti- ficante inverso del K) e SUR1 (recettore delle sulfoniluree) che formano il canale del K-ATP dipendente. Quest’ultimo nella beta-cellula a riposo è costantemente aperto con continuo efflusso di K dalla cellula che blocca la secrezione insulinica. L’ingresso di glucosio e il suo metabolismo nella beta-cellula comporta aumento della concentrazione di ATP che, legandosi alla subunità KIR 6.2, provoca chiusura del canale del K, depolarizzazione della membrana cellulare, ingresso di Ca+ed esocitosi dei granuli di insulina. La subunità SUR1, che pure è coinvolta nella regolazione metabolica del canale del K, risente anche dell’effetto di taluni farmaci: le sulfoniluree in particolare, per la loro capacità di legarsi a SUR1, sono in grado di stimolare la secrezione insulinica inibendo l’attività del canale del K ATP-dipendente.

L’insieme di questi dati e la dimostrazione che soggetti con mutazione attivante di KIR 6.2 non sono responsivi a stimolazione con gluco- sio endovena, ma evidenziano un aumento di secrezione insulinica dopo stimolo combinato con glucosio e sulfonilurea, hanno portato al - l’utilizzo della glibenclamide in un numero crescente di lattanti e bambini con DMN permanente. La dose utile di farmaco è di 0,15- 0,50 mg/kg/die che, per poter essere somministrata per via orale nei piccoli pazienti, richiede un’opportuna diluizione del principio attivo.

L’articolo di Di Folco e collaboratori che compare in questo numero della rivista affronta per la prima volta il problema della solubilizzazio- ne della glibenclamide mettendo a confronto tre possibili modalità di preparazione del farmaco. Il Comitato di Redazione ritiene che l’articolo possa costituire una lettura interessante perché, oltre a offrire un contributo all’approccio farmacologico di una patologia “di nic- chia”, consente al lettore di conoscere la metodologia di intervento da parte di esperti del settore farmaceutico il cui contributo nella gestione clinica quotidiana dei pazienti è di fondamentale importanza.

Franco Cerutti per il Comitato di Redazione

(2)

SUMMARY

Glibenclamide suspension for neonatal diabetes

Suspensions of the sulfonylurea glibenclamide (glyburide) have usually to be prepared on-the-spot for infants with transitional and permanent neonatal diabetes mellitus (PND) as there are no such products on the market and clinicians have often to estab- lish the doses on the basis of the infant’s weight. This study compared the stability of three galenic liquid formulations com- pounded from glibenclamide tablets, employed in three chil- dren’s hospitals. The samples were stored at 2-8 °C and room temperature and analyzed immediately and at 90 days. All for- mulations were stable for at least 90 days, but only two guaran- teed the amount prescribed, especially when the dosages were very small.

Introduzione

La glibenclamide si presenta come una polvere cristallina bianca insolubile in acqua e poco solubile in alcol e metano- lo. È una sulfonilurea e possiede un’azione farmacologica a breve termine e a lungo termine. Si tratta di un farmaco molto potente rispetto agli altri della stessa categoria ed è efficace per i pazienti non insulino-dipendenti. Un suo utiliz- zo è stato proposto negli ultimi anni anche nel diabete neo- natale permanente (DNP), che si manifesta in genere alla nascita o entro i primi 6 mesi di vita e che si riteneva potes- se essere curato solo con somministrazioni di insulina. Negli ultimi anni è stata scoperta la relazione del DNP con la muta- zione di un gene che riguardava i canali del potassio KIR 6.2 delle cellule beta del pancreas(1-5).

Si è scoperto che la glibenclamide, da anni utilizzata per curare il diabete di tipo 2, poteva funzionare anche per far secernere insulina ai bambini con mutazione dei canali

KIR(6-8). Il diabete neonatale permanente da mutazione del

gene KIR rappresenta un modello di elevata importanza data la possibilità di trattare con ipoglicemizzanti orali pazienti altrimenti condannati a praticare insulina per tutta la vita.

Materiale e metodi

Provenienza dei campioni oggetto dello studio

Lo studio di stabilità ha riguardato tre diverse preparazioni con formulazioni e concentrazioni del principio attivo diffe- renti. Ai fini dell’identificazione i tre campioni sono stati sigla- ti come Formulazione A, Formulazione B e Formulazione C.

Le tre formulazioni sono state allestite dalla stessa farmacia e dallo stesso farmacista preparatore al fine di minimizzare le eventuali differenze determinate dalla manualità individuale.

I flaconi sono stati analizzati al tempo zero con le modalità a seguito descritte e poi divisi in due porzioni omogenee di cui una conservata a temperatura ambiente e l’altra in frigorifero a 2-8 °C.

Formulazione A: sospensione di glibenclamide 0,1 mg/ml Gliben®o Euglucon®5 mg cpr 2 cpr

Glicerolo g 10

Sorbitolo g 9

Saccarina sodica g 0,1

Gomma xantano g 1

Aroma lampone liquido 1× 400 g 0,6 Acido citrico monoidrato g 0,09

Sodio citrato g 0,18

Nipagina sodica g 0,08

Potassio sorbato g 0,1

Acqua depurata g 78,85

1. Ridurre i medicamenti in polvere molto fine possibilmen- te micronizzandoli. La granulometria delle polveri influen- za enormemente l’assorbimento dei principi attivi.

2. Disponendo di acqua bollita di fresco ne prendiamo circa 25 ml e sciogliamo i conservanti, il sistema tam- pone e la saccarina sodica.

3. Da parte si prepara la mucillagine disperdendo la gomma xantano e la polvere delle compresse in un mortaio dove abbiamo preventivamente mescolato il glicerolo e sorbitolo.

4. Aggiungiamo alla mucillagine ottenuta e a piccole porzioni la soluzione acquosa e portiamo a volume con la rimanente acqua in un contenitore tarato.

5. Confezionamento ed etichettatura.

Poiché l’uso di tale terapia viene condiviso dai più impor- tanti ospedali pediatrici italiani, le farmacie ospedaliere rela- tive sono state interpellate per conoscere le modalità di allestimento del preparato galenico e da qui definire un pro- tocollo che potesse essere unico per tutti. Dalle esperienze degli ospedali pediatrici interpellati ne deriva l’allestimento di una sospensione acquosa con titolo 5 mg/ml di gliben- clamide. Sono state contattate quattro farmacie ospedalie- re e tutte hanno fornito la propria formula, rispondente alla seguente composizione quali-quantitativa per 150 ml.

Formulazione B: sospensione di glibenclamide 5 mg/ml Euglucon®o Gliben®5 mg cpr 150 cpr

Acqua ppi 140 ml

Per l’allestimento, in tutti gli ospedali pediatrici hanno proposto la seguente procedura.

1. Polverizzare in mortaio accuratamente le 150 cpr fino a ottenere una polvere con una granulometria uniforme.

2. Aggiungere ad aliquote successive 140 ml di acqua ppi bagnando bene la polvere all’inizio con poca acqua per evitare grumi e diluire poi progressivamente la massa ottenuta con l’omogeneizzazione progressiva.

3. Prelevare per due volte 50 ml di sospensione con una siringa e trasferire nel flacone di vetro scuro, utilizzan- do un contenitore nuovo o riutilizzandone uno pulito precedentemente utilizzato per la stessa preparazione.

4. Prelevare i rimanenti 50 ml con la siringa.

5. Tappare la siringa con tappino rosso.

6. Etichettare sia il flaconcino sia la siringa.

7. Annotare sulla ricetta gli estremi della preparazione (lotto e scadenza di Euglucon o Gliben 5 mg utilizzato).

(3)

In etichetta si raccomanda di agitare prima dell’uso e accertarsi che la polvere sia ben sospesa, e si attribuisce una validità di un mese.

In alternativa alla precedente formulazione, vengono pro- poste le Formulazioni A e C che, pur avendo un titolo in glibenclamide diverso dalla precedente, dimostrano inve- ce di essere molto stabili.

Formulazione C: sospensione di glibenclamide 0,2 mg/ml Euglucon®o Gliben®5 mg cpr 4 cpr

Ora-Sweet SF* 100 ml

1. Calcolare la quantità di ogni componente necessario per la preparazione;

2. Frantumare le compresse di glibenclamide utilizzan- do possibilmente un micronizzatore, in modo da ridurre le dimensioni delle particelle al di sotto dei 100 micron e utilizzare un setaccio;

3. In un mortaio aggiungere una porzione di Ora-Sweet SF e mescolare con la polvere; dopodiché mettere la sospensione ottenuta in un contenitore tarato;

aggiungere un’altra porzione di Ora-Sweet SF nel mortaio. Operando in questo modo produciamo un lavaggio degli strumenti (mortaio e pestello). Infine portiamo a volume nel contenitore tarato e continuia- mo la miscelazione.

4. Confezionamento ed etichetta.

*Ora-Sweet SF: è un veicolo aromatizzato di facile e velo- ce utilizzo nelle preparazioni estemporanee. Non contie- ne zucchero, alcol e può essere utilizzato da solo o con altri veicoli. La soluzione è tamponata a un pH = 4,2 e contiene: acqua, saccarina sodica, gomma xantano, gli- cerina, sorbitolo, acido citrico e sodio citrato come siste- ma tampone. È inoltre preservata con potassio sorbato, metilparaben e propilparaben.

Descrizione della composizione delle tre formulazioni

Le formulazioni differiscono sia per concentrazione sia per eccipienti. In particolare la concentrazione varia da 0,1 mg/ml a 5 mg/ml. La tabella 1 elenca le principali carat- teristiche delle formulazioni.

Manipolazione dei campioni e diluizione ai fini della determinazione quantitativa

I flaconi sono stati siglati: A-ambiente, A-refrigerato;

B-ambiente, B-refrigerato; C-ambiente, C-refrigerato.

Prima della diluizione vengono manipolati nel modo seguente.

a. Rimozione del tappo contagocce, dopo svuotamento e sostituzione con un tappo a vite.

b. Agitazione vigorosa per 10 secondi e poi per rovescia- mento 10 volte.

c. Trasferimento immediato in una provetta da 13 ml per la misura del pH con potenziometro e con cartina universa- le 1-14 (solo la prima volta al tempo “zero”).

d. Ricongiunzione della porzione prelevata per la misura del pH con il resto della sospensione.

Suddivisione del campione in due porzioni da 50 ml circa in flacone ambrato di cui una viene conservata refrigerata (2-8 °C) e l’altra a temperatura ambiente (22-25 °C).

Diluizione delle tre formulazioni

Prima della diluzione predisposta per portare tutte e tre le formulazioni a una concentrazione idonea per l’analisi quan- titativa in HPLC-MS/MS, ogni campione viene preventiva- mente agitato come indicato in precedenza alla lettera b.

Successivamente le operazioni differiscono per le tre serie:

Tabella 1 Principali caratteristiche delle formulazioni.

Formulazione A Formulazione B Formulazione C

Camerino Roma Ora-Sweet

Concentrazione (mg/ml) 0,1 5 0,2

Concentrazione % (p/v) 0,01 0,5 0,02

Eccipienti Glicerolo, sorbitolo, saccarina Acqua depurata + eccipienti Ora-Sweet (sorbitolo, sodica, gomma xantano, del prodotto commerciale saccarina sodica, aroma aroma lampone, sodio citrato, (100 cpr su 100 ml di lampone, sodio fosfato, acido citrico monoidrato, preparato) acido citrico monoidrato,

nipagina, potassio sorbato, nipagina, potassio sorbato,

acqua depurata + eccipienti acqua depurata + eccipienti

del prodotto commerciale del prodotto commerciale)

(2 cpr su 100 ml di preparato) (4 cpr su 100 ml di preparato)

pH 4,7-5,0 7-7,3 4,0-4,2

Consistenza Gel denso Sospensione biancastra Gel fluido

Note Sospensione ad alta viscosità, Sospensione senza Sospensione a viscosità tamponata, stabilizzata con conservanti, a elevata aumentata, tamponata, conservanti, aromatizzata sedimentazione degli eccipienti stabilizzata con conservanti,

e del principio attivo aromatizzata

(4)

Formulazione A (0,1 mg/ml)

• Prelievo al centro della massa con una pipetta Pasteur monouso di un quantitativo sufficiente per pesare su bilancia analitica 0,5 g della sospensione (direttamente su provetta da 13 ml);

• aggiunta di 9,5 ml di metanolo e agitazione su vortex per 30 secondi;

• attesa di 15 minuti e nuova agitazione su vortex per 10 secondi;

• prelievo di 0,1 ml della soluzione diluita portando a 1 ml con metanolo: la soluzione così diluita ha una concentrazione pari a 0,5 µg/ml.

Formulazione B (5 mg/ml)

• prelievo al centro della massa, con una pipetta Gilson calibrata, di 0,5 ml della sospensione che vengono depositati in una provetta da 13 ml unitamente al puntale monouso;

• aggiunta di 4,5 ml di metanolo e agitazione su vortex per 30 secondi;

• attesa di 15 minuti e nuova agitazione su vortex per 10 secondi;

• prelievo con pipetta graduata di 0,1 ml della soluzio- ne diluita portando a 10 ml con metanolo: la soluzio- ne così diluita ha una concentrazione pari a 5 µg/ml;

• agitazione su vortex per 10 secondi;

• prelievo con pipetta graduata di 0,1 ml della soluzione più diluita portando a 1 ml con metanolo: la soluzione così diluita ha una concentrazione pari a 0,5 µg/ml.

Formulazione C (0,2 mg/ml)

Prelievo al centro della massa, con una pipetta Pasteur monouso, di un quantitativo sufficiente per pesare su bilancia analitica 0,5 g della sospensione (direttamente su provetta da 13 ml);

• aggiunta di 9,5 ml di metanolo e agitazione su vortex per 30 secondi;

• attesa di 15 minuti e nuova agitazione su vortex per 10 secondi;

• prelievo con siringa Hamilton di 40 µl della soluzione diluita portando a 800 µl con metanolo: la soluzione così diluita ha una concentrazione pari a 0,5 µg/ml.

Preparazione dello standard di riferimento

Considerato che la glibenclamide è facilmente solubile nei solventi organici, viene scelto come solvente per il principio attivo il metanolo. La glibenclamide non è reperibile come principio attivo puro sul mercato delle sostanze di grado far- maceutico; si è pertanto ricorso all’estrazione del farmaco a partire dalla specialità commerciale utilizzata per lo studio.

La procedura per l’estrazione è stata la seguente: 1 cpr da 5 mg della specialità Gliben® viene triturata finemente su mortaio, vengono aggiunti 10 ml di metanolo in mortaio, si amalgama la sospensione, si versa in cilindro graduato, si lava ripetutamente mortaio e pestello con 5-8 ml di metano- lo per cinque volte, si porta a volume con metanolo fino a 50 ml. La soluzione viene agitata e una parte filtrata su filtri 0,22 µm. La soluzione filtrata viene ulteriormente diluita fino a 0,5 µg/ml; suddivisa in 10 frazioni da 1 ml e posta a –20 °C.

In ogni sessione di analisi, ai tempi di seguito indicati, è stata utilizzata una frazione come standard di riferimento esterno per la quantificazione del principio attivo nei campioni analizzati.

Metodo di analisi

La metodica analitica per la determinazione quantitativa della glibenclamide è stata messa a punto dal Laboratorio Regionale Controllo di Qualità (LRCQ) a partire da dati pre- senti in letteratura(2-6).

I solventi utilizzati, di grado LC-MS, sono stati ottenuti dalla Sigma-Aldrich (acqua per LC-MS, metanolo per LC-MS e acido formico 96%).

I campioni da analizzare, preparati come sopra descritto al paragrafo “Manipolazione dei campioni e diluizione ai fini della determinazione quantitativa”, sono stati analizzati con

HPLC(9,10) Agilent serie 1100 composto da sistema 4 pompe,

miscelatore, autocampionatore, reparto colonne termostatato e detector UV-Vis. La determinazione quantitativa è stata effet- tuata in MS/MS con triplo quadrupolo Agilent serie 6410 mediante analisi in Multiple ReactionMonitoring (MRM)(11-14). La tabella 2 elenca i parametri analitici della metodica adottata.

Il LOQ (limit of quantification) del metodo predisposto è pari a 2,5 pg.

Tabella 2 Parametri analitici per il dosaggio di glibenclamide.

Parametro Valore Note

Metodo di misura MRM Trasferimento campione ESI Polarità Positiva

Ione precursore 494,2 494,01 (PM) (glibenclamide base) Ioni prodotti 369,1 – 359,1 – 169,1 Ottimale 177,2

e 357,2

Fragmentor 130

Collision energy 8 Temperatura del gas 320 °C Flusso di azoto 6,5 litri/min Nebulizzatore 28 psi

Capillare 4000 V

Volume di iniezione 3-5 µl

Colonna analitica Gemini C18 5 µm 150 mm RP 18 Flusso di solventi 0,4 ml/min

Solventi HPLC Acido formico 0,1%: 30:70 (v/v) MeOH

Gradiente Assente Temperature colonna 30 °C Lunghezza d’onda UV 230 nm Tempo di analisi 6 min Tempo di ritenzione 3,2 min

(5)

La Linearità è stata studiata in un range di concentrazioni tra 0,5 ng/ml e 50µg/ml. Le concentrazioni tra 0,05 µg/ml e 2 µg/ml mostrano una linearità con r = 0,9997.

Gli studi di precisione sono stati condotti analizzando tre con- centrazioni scalari (0,3 – 0,6 e 0,9 µg/ml) con test intra-day (verifica ripetibilità) e inter-day (studio precisione intermedia). Il coefficiente di variazione è stato costantemente inferiore al 5%.

Verifica della stabilità nel tempo

Tutti i flaconi delle tre formulazioni (A-B-C) conservati a tem- peratura ambiente e refrigerata, sono stati manipolati ai tempi di seguito indicati per ottenere la soluzione alla con- centrazione richiesta (0,5 µg/ml) secondo le modalità sopra descritte ai tempi 0 – 3 – 7 – 14 – 21 – 30 – 45 – 60 – 90 gg.

I campioni diluiti a 0,5 µg/ml sono stati analizzati con tecni- ca HPLC-MS/MS in duplicato.

Risultati

Risultati studio glibenclamide sospensione (tutti i valori sono la media di singole misure).

Valutazione della concentrazione di glibenclamide nelle Formu - lazioni A, B e C e della % variazione sul valore atteso (Fig. 1):

Formulazione A: valore atteso 0,1 mg/ml (0,01%)

Formulazione C: valore atteso 0,2 mg/ml (0,02%)

% var vs atteso Tempo

Ambiente Refrigerato Form. A Form. A

(gg) amb refrig

0 0,1026 0,1026 1,474 1,474 3 0,1006 0,1028 0,571 2,850 7 0,1008 0,1028 0,792 4,059 14 0,1038 0,1050 3,792 5,009 21 0,1051 0,1051 5,081 5,125 30 0,1044 0,1055 4,425 5,452 45 0,1051 0,1063 5,056 6,340 60 0,1060 0,1074 5,964 7,378 90 0,1066 0,1082 6,607 8,193

% var vs atteso Tempo Ambiente Refrigerato Form. A Form. A

(gg) amb refrig

0 0,205 0,205 2,481 2,481

3 0,200 1,382 0,827 0,874

7 0,196 2,558 –0,827 –0,732 14 0,198 0,198 –0,869 –0,751 21 0,200 0,201 –0,093 0,457 30 0,194 0,196 –3,230 –2,016 45 0,1940 0,1933 –3,007 –3,341 60 0,19 0,1917 –5,447 –4,129 90 0,19 0,1910 –4,815 –4,481

% var vs atteso Tempo

Ambiente Refrigerato Form. A Form. A

(gg) amb refrig

0 4,990 4,990 –0,298 –0,298 3 5,044 4,916 0,877 –1,687 7 5,004 4,998 0,082 –0,034 14 4,923 4,942 –1,543 –1,162 21 4,906 5,016 –1,880 0,321 30 4,947 5,002 –1,064 –1,064 45 4,9807 4,9755 –0,386 –0,489 60 4,90 4,9389 –2,071 –1,222 90 4,90 4,9537 –2,002 –0,926 Formulazione B: valore atteso 5 mg/ml (0,5%)

Variazione % concentrazione vs atteso 25,000

20,000 15,000 10,000 5,000 0,000 -5,000 -10,000 -15,000 -20,000 -25,000

%

gg Camerino amb

Camerino refrig

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Roma amb Roma refrig

Orasw amb Orasw refrig

Variazione % concentrazione vs atteso

%

gg 20,000

15,000 10,000 5,000 0,000 -5,000 -10,000 -15,000 -20,000

0 3 7 14 21 30 45 60 90

Camerino amb Camerino refrig

Roma amb Roma refrig

Orasw amb Orasw refrig

La formulazione B diverge per concentrazione e per compo- sizione dalle altre.

Tutte le formulazioni prevedono l’avvertenza: “agitare prima dell’uso”. Il rispetto di tale avvertenza è cruciale per la formu- lazione.

Figura 1 Percentuale di variazione contro concentrazione nominale.

(6)

Uno studio mirato a verificare la concentrazione della sospen- sione nella porzione superiore della massa in base ai tempi di attesa dopo l’agitazione vigorosa ha dato i seguenti risultati:

tica clinica. La soluzione C è di più rapido allestimento utiliz- zando una base pronta. La soluzione A risulta economica- mente più vantaggiosa per l’utente.

Conflitto di interessi

Nessuno.

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Secondi di attesa % variazione di glibenclamide

2 –3,69

10 –3,59

30 –13,38

90 –12,07

270 –18,91

810 –37,87

2430 –49,81

Discussione

Lo studio permette di valutare la stabilità nel tempo di formu- lazioni di glibenclamide con due modalità di conservazione a partire da tre diverse formulazioni.

I dati di stabilità sono confortanti. Essi documentano che tutte le formulazioni analizzate sono stabili per almeno 90 gg.

La formulazione B, pur presentando un profilo di stabilità migliore, è soggetta a rischio di sottodosaggio o sovradosag- gio relativo a causa della forte dipendenza dalle modalità di agi- tazione e dai tempi di prelievo dopo l’agitazione del flacone.

La formulazione A presenta dei valori in aumento ai tempi successivi al t “zero”: tale dato non è facilmente interpretabi- le, poiché si parte dal presupposto che la concentrazione possa solo diminuire per effetto della degradazione del prin- cipio attivo e non aumentare. Tuttavia non va dimenticato che ci troviamo ad analizzare una sospensione in una forma gelificata e addensata. Non è da escludere la possibilità che la viscosità della sospensione possa subire modifiche nel corso del tempo, rendendo maggiormente disponibile il prin- cipio attivo per la solubilizzazione in metanolo. In secondo luogo è possibile che il solvente utilizzato per la solubilizza- zione del principio attivo (metanolo) sia meno efficiente nel periodo immediatamente successivo all’allestimento della sospensione più densa (A). Dobbiamo pertanto ipotizzare che al tempo “zero” la concentrazione reale nel preparato A sia almeno pari a quella riscontrata a 90 gg.

La refrigerazione non apporta un miglioramento significativo alla stabilità delle tre formulazioni. La conservazione dei pre- parati in frigo a 2-8 °C assicura una riduzione della crescita microbica ma non incide sulla stabilità del galenico.

Suggerimenti e proposte

La formulazione B appare troppo concentrata e perciò non idonea alla somministrazione in fasce di età in cui i dosaggi sono estremamente ridotti; inoltre la velocità di sedimenta- zione è tale da rendere erratica la dose effettivamente som- ministrata di volta in volta.

Entrambe le soluzioni A e C sono idonee per l’uso nella pra-

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