3.4 Santuario dei Cetacei
L’area di ricerca è compresa nel santuario dei Cetacei, zona soggetta a particolari leggi.
Nell'estate del 1988 l'Istituto Tethys iniziò a svolgere una serie di ricerche incentrate sui cetacei nei mari italiani, e in particolar modo nel bacino Corso-Liguro-Provenzale.
Nel 1990 fu avanzata dal centro di ricerche la proposta di creare una Riserva della Biosfera proprio in quel triangolo di mare, nel quale si ha la più alta concentrazione di cetacei di tutti i mari italiani ed è il principale sito di alimentazione della balenottera comune nel Mediterraneo.
In questo tratto marino sono presenti in numero consistente capodogli e balenottere comuni, delfini, grampi, globicefali, nel contesto di un ecosistema pelagico di notevole ricchezza specifica che presenta condizioni di temperatura e alimentazione ottimali. Le caratteristiche fisiche e climatiche qualificano infatti questa area marina come eccezionalmente produttiva e ricca di forme viventi. E' evidente, quindi, come fosse necessario predisporre le condizioni ottimali per la conservazione di questo ecosistema, altrimenti esposto a potenziali pericoli di modificazione a causa delle attività umane che si svolgono sul mare. Lo scopo della fondazione di un santuario è la tutela di questa vasta zona marittima: un'area dove navigare con il massimo rispetto, per conoscerne meglio, ma senza disturbare, le specie protette.
Nel 1992 venne poi effettuato un censimento sulla superficie del futuro Santuario da parte dell'Istituto Tethys, da Greenpeace e dall'Università di Barcellona, che consentì la stima numerica delle stenelle (32.800 esemplari) e delle balenottere comuni (830 esemplari) presenti nella zona nel periodo estivo.
Sempre l’Istituto Tethys ha condotto negli anni studi relativi a ecologia e marcaggio con radiotrasmittente di balenottera comune, Balaenoptera physalus nel Mar Ligure (in collaborazione con Woods Hole Oceanographic Institution); ecologia dei cetacei presenti nel bacino Corso-Liguro-Provenzale (Mar Ligure, Mare di Corsica) con particolare riferimento alla distribuzione, abbondanza relativa e scelta dell’habitat; ecologia della balenottera comune in Mediterraneo con foto-identificazione, analisi genetica e tossicologica; studio delle modificazioni comportamentali mediante tracking passivo indotte da imbarcazioni nella balenottera comune; studio delle capacità di immersione e del comportamento alimentare della balenottera comune mediate l’applicazione di Velocity-Time-Depth-Recorder; distribuzione e abbondanza di balenottera comune e capodoglio, Physeter catodon, nel Mediterraneo centrale (in collaborazione con la Marina Militare Italiana); distribuzione, abbondanza relativa e modelli comportamentali della stenella striata, Stenella coeruleolba, nel Mar Ligure occidentale, rilevate mediante survey acustico (in collaborazione con
l’International Fund for Animal Welfare, IFAW); ecologia e comportamento del grampo, Grampus griseus, e degli odontoceti, lungo la scarpata continentale nel bacino Corso-Liguro-Provenzale. L’istituzione del Santuario Internazionale dei Cetacei del Mar Ligure avvenne nel marzo del 1993, quando i rappresentanti dei Ministeri dell'Ambiente di Francia e Italia e il Ministro di Stato del Principato di Monaco siglarono a Bruxelles il primo accordo per la realizzazione di un progetto atto alla protezione dei mammiferi marini del bacino corso-italo-provenzale.
Una Dichiarazione relativa all'istituzione della zona marina protetta diventerà però realtà solo nel 1999, a seguito di un accordo definitivo che sancì l’istituzione del Santuario.
L’area copre una superficie di circa 100.000 km2, i cui limiti sono rappresentati (fig. 39):
ad Ovest da una linea congiungente la foce del fiume Rodano (43° 01' 70" N - 06° 50' 90” E) e Capo Falcone sulla costa occidentale della Sardegna (40° 58’ 00” N – 8° 12’ 00” E);
ad Est da una linea congiungente Capo Ferro sulla costa nord orientale della Sardegna (41° 09’ 18” N – 9° 31’ 18” E) e Fosso chiarore in Toscana (42° 21’24” N – 11° 31’ 00” E).
Fig. 39: Santuario Internazionale dei Cetacei.
I problemi fondamentali che dovevano essere affrontati e risolti e per i quali era stato costituito il Santuario erano:
eliminazione della pesca con reti pelagiche derivanti o spadare;
regolamentazione delle gare off-shore;
regolamentazione del whale-watching commerciale;
applicazione in via prioritaria di tutte le convenzioni per la riduzione dell’inquinamento di qualsiasi origine che possa aver impatto sui mammiferi marini e sui loro habitat;
istituzione di un osservatorio internazionale per la gestione dell’area e lo sviluppo di programmi di ricerca scientifica e campagne di sensibilizzazione.