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I LAMPROFIRI ALCALINI CRETACEI DELLA TOSCANA MERIDIONALE: STUDIO PETROGRAFICO E GEOCHIMICO

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Academic year: 2021

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      Riassunto      7

I LAMPROFIRI ALCALINI CRETACEI DELLA TOSCANA 

MERIDIONALE: STUDIO PETROGRAFICO E GEOCHIMICO 

  RIASSUNTO   

La  presente  tesi  di  laurea  ha  avuto  come  oggetto  di  studio  le  rocce  magmatiche  lamprofiriche  e  d’età  cretacea  affioranti  in  Toscana  meridionale,  nelle  località  di  Fosso  Ripiglio  (GR),  Murci  (GR),  Area  Torrente  Senna  (GR‐SI),  Castiglioncello  del  Trinoro  (SI)  e  Rapolano  Terme (SI).  

 

L’attività sperimentale svolta dal candidato è stata la seguente:   

− Campionatura  delle  rocce  in  tutte  le  più  importanti  località  di  affioramento (totale 27 campioni). 

− Esecuzione di 38 sezioni sottili per indagine petrografica. 

− Determinazione  del  contenuto  in  elementi  maggiori  di  14  campioni  rappresentativi tramite XRF. 

− Determinazione  del  contenuto  in  elementi  in  traccia  di  13  campioni tramite ICP‐MS. 

− Determinazione  della  composizione  delle  fasi  minerali  presenti  (129  misurazioni  su  7  sezioni  lucide)  tramite  microscopio  elettronico a scansione (SEM‐EDS). 

− Determinazione  della  CO2  presente  in  14  campioni  tramite  analisi 

gasometriche.   

I  dati  raccolti  sono  stati  elaborati  allo  scopo  di  caratterizzare  petrograficamente  e  geochimicamente  tali  rocce  ignee  non  ancora  ben 

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      Riassunto 

   

8 conosciute  e  di  poter  confermare  la  presenza  di  una  fase  magmatica  cretacea  nell’Appennino  settentrionale,  appartenente  al  ciclo  orogenico  Alpino.  

Si  è  cercato  di  elaborare  i  dati  originali  di  questa  tesi  confrontandoli  con  quelli  in  letteratura  al  fine  di  effettuarne  una  integrazione  critica.  Le  datazioni  radiometriche  pubblicate  inseriscono  le  rocce  ignee  in  un  periodo  temporale  che  occupa  essenzialmente  il  Cretaceo  inferiore.  Fa  eccezione  Fosso  Ripiglio,  le  cui  datazioni  K/Ar  su  roccia  totale  indicano  il  Paleocene,  e  Rapolano  Terme  le  cui  datazioni  mancano.  Le  datazioni  biostratigrafiche  delle  rocce  sedimentarie  associate,  basate  per  lo  più  sui  nannofossili,  indicano  età  appartenenti  al  Cretaceo  inferiore,  quasi  sempre tra il Valanginiano e l’Hauteriviano.  

Queste rocce si presentano in campagna generalmente come sill/dicchi e  talvolta anche come pillow lava. Sono lamprofiri alcalini con abbondante  quantità  di  miche  brune,  ad  eccezione  di  un  campione  a  Fosso  Ripiglio  e  delle  rocce  di  Rapolano  Terme  che  risultano  essere  lave  alcaline  e  che  mancano  di  tali  fasi  idrate.  A  Rapolano  Terme  tali  prodotti  si  rinvengono,  dal  punto  di  vista  giaciturale,  come  blocchi  amalgamati  ad  una  matrice  micritica  del  Cretaceo  inferiore  e  immersi  in  un  livello  caotico all’interno della Scaglia toscana.  

Tali  rocce  presentano  un  grado  di  “trasformazione”  molto  elevato,  a  tal  punto  che  la  maggior  parte  delle  fasi  minerali  primarie  risulta  completamente  obliterata.  La  paragenesi  primaria  è  rappresentata  soltanto  da  biotite/flogopite,  dal  pirosseno  diopsidico  titanifero  nella  lava  di  Fosso  Ripiglio,  e  da  accessori  come  l’apatite  e  lo  spinello.  I  campioni  possiedono  però  una  certa  omogeneità  e  mostrano  tessiture  porfiriche  con  pseudomorfi  di  clorite,  calcite  e  silice  su  olivina  e  probabilmente  su  altri  femici  non  riconoscibili,  forse  pirosseni.  Spesso 

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      Riassunto 

   

9 mostrano  anche  un  certo  grado  di  vescicolazione.  Le  fasi  minerali  presenti nella pasta di fondo sono prevalentemente l’associazione albite  –  kfeldspato,  oppure  come  per  i  campioni  del  Torrente  Senna  l’associazione  analcime  –  kfeldspato.  Tale  paragenesi  secondaria  è  da  attribuirsi  alla  sostituzione  di  feldspati  e  feldspatoidi  primari.  In  tali  rocce  è  presente  anche  egirina  in  quantità  minore  come  prodotto  probabilmente secondario.   

Dal  punto  di  vista  chimico  si  rileva  un’estrema  omogeneità  composizionale,  dalla  quale  si  discosta,  solo  di  poco,  il  campione  di  Rapolano  Terme.  Infatti  attraverso  i  dati  ricavati  col  metodo  ICP‐MS  e  utilizzando  le  distribuzioni  degli  elementi  immobili  durante  i  processi  secondari  (es.  Zr,  Nb,  Hf,  Ta,  Ti,  Y),  è  stata  evidenziata  l’affinità  alcalina  intraplacca  di  tali  rocce,  la  mancanza  di  un’impronta  geochimica  di  subduzione  e  la  loro  estraneità  con  i  prodotti  del  magmatismo  oceanico  Giurassico  legato  alle  ofioliti,  con  quelli  del 

magmatismo  calcoalcalino  Oligo‐Miocenico  e  con  quelli  del 

magmatismo  più  recente  della  Provincia  Magmatica  Toscana  e  della  Provincia Magmatica Romana.  

Pertanto,  dai  dati  raccolti  in  questa  tesi  si  può  confermare  che  le  rocce  alcaline  lamprofiriche  della  Toscana  meridionale  rappresentano  una  fase  di  magmatismo  Mesozoico  poco  nota  e  di  ridotto  volume  ma  che  testimonia,  all’interno  del  ciclo  orogenico  Alpino,  una  fase  distensiva  intraplacca  di  poco  anteriore  l’inizio  della  fase  di  convergenza  tra  la  placca Africana e quella Europea. 

     

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