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Ambrosia sp. L. (Asteraceae)

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Academic year: 2021

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Ambrosia sp. L. (Asteraceae)

Il genere Ambrosia appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Il nome deriva dalla parola greca αµβροσία (ambrosia) che indicava il cibo degli dèi. Esistono circa quaranta specie in tutto il mondo e sono considerate piante infestanti.

Le specie di Ambrosia trattate in questa indagine, che sono state testate per la loro attività antimalarica, sono Ambrosia scabra H. et Arn. e Ambrosia tenuifolia Sprengel.

Nomi comuni

Il genere Ambrosia è conosciuto come: ragweed, bloodweed, bitterweed.

Ambrosia scabra e Ambrosia

tenuifolia sono conosciute come: ajenjo del campo, altamisa

(Toursarkissian, 1980).

Descrizione botanica del genere Sono cespugli annuali o perenni con fusti eretti e ispidi che presentano diramazioni alla base, e crescono in folti gruppi fino ad un'altezza di 75-90 cm.

Le foglie sono di colore grigiastro-verde argenteo, profondamende lobate e con piccioli alati. Alla base le foglie sono opposte, ma diventano alterne man mano che si sale lungo il fusto. L'ambrosia è una pianta monoica, cioè produce fiori maschili e femminili separati ma sulla stessa pianta. I numerosi minuscoli fiori maschili verde-giallastro, a forma di disco, hanno un diametro di circa 3 mm e crescono in punte terminali, sottesi da brattee congiunte. Il fiore femminile, verde-biancastro, è posizionato senza troppa evidenza al di sotto di quelli maschili, nell'attaccatura dei piccioli delle foglie.

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Dopo l'impollinazione, il fiore femminile si sviluppa in un ovoide spinoso, con 9-18 spine erette, contenente un seme bruno con forma a punta di freccia. Questo seme viene diffuso aggrappandosi al pelo o alle piume di animali che passano (Payne, 1963).

Habitat e distribuzione

Le piante appartenenti a questo genere crescono in prati asciutti e soleggiati, lungo gli argini dei fiumi, sui margini delle strade e in genere nei terreni abbandonati. Sono diffuse nelle regioni temperate dell'emisfero boreale e del Sudamerica. Molte specie sono adatte ai climi aridi del deserto.

Ambrosia scabra e Ambrosia tenuifolia sono largamente diffuse in Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Toursarkissian, 1980)

Usi medicinali

Gli indigeni d’America preparano il tè con le foglie di ambrosia e lo impiegano nel trattamento di vomito, crampi intestinali e raffreddori; l’unguento viene utilizzato per curare le piaghe della pelle (Everitt, 2007).

In particolare il decotto delle parti aeree e delle radici di A. scabra e A. tenuifolia viene tradizionalmente impiegato nel trattamento delle febbri intermittenti e nell’eliminazione dei vermi intestinali (Saggese, 1959).

Composizione chimica degli oli essenziali

Solo la composizione chimica dell’olio essenziale di Ambrosia tenuifolia è stata precedentemente studiata. L’olio essenziale ottenuto dalle foglie di Ambrosia tenuifolia raccolta alle isole Mauritius ha come componente principale l’α-thujone pari al 79.3% (Gurib-Fakim, 1996).

L’olio essenziale ottenuto dagli steli di A. tenuifolia raccolti a Santa Fe (Argentina) si compone principalmente da: acetato di geranile (11.1%), geraniolo (9.4%), limonene (7.8%), nerolo (7.2%), β-pinene (6.5%) (Talenti et al., 1982).

L’essenza volatile ottenuta dalla distillazione delle foglie di A. tenuifolia raccolte a San Lorenzo (Argentina) presenta germacrene D (29.1%), biciclogermacrene (22.4%), β-cariofillene (8.8%), δ-elemene (4,7%) (Torres et al., 2005). Tale composizione chimica risulta essere molto simile a quella riscontrata nell’olio essenziale su cui è stata testata l’attività antimalarica riportata di seguito

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ATTIVITA’ ANTIMALARICA DELL’OLIO ESSENZIALE DI AMBROSIA SCABRA E AMBROSIA TENUIFOLIA

Visto l’utilizzo tradizionale delle parti aeree di A. scabra e A. tenuifolia nella cura delle febbri intermittenti, è stata investigata l’attività antimalarica dell’olio essenziale da esse derivato.

Per condurre tale indagine, a Punta Lara nella provincia di Buenos Aires (Argentina), sono stati raccolti 50 g delle parti aeree di Ambrosia scabra e 50 g delle parti aeree di A. tenuifolia e dopo essiccamento sono stati sottoposti a idrodistillazione nell’apparato di Clevenger per 5 ore. Utilizzando solfato di sodio anidro gli oli essenziali sono stati resi anidri e sono stati poi sottoposti all’analisi chimica tramite GC-FID-MS i cui risultati sono riportati di seguito.

Composizione percentuale dell’olio essenziale di A. tenuifolia e A. scabra.

Composti A. tenuifolia % A. scabra % α-Thujene 0.1 tr α-Pinene 1.0 0.7 Camfene 0.4 tr Sabinene 0.4 9.5 Mircene 1.7 3.5 β-Pinene 3.9 0.9 α-Terpinene 0.2 - ρ-Cimene 0.2 tr Limonene 1.7 22.0 1,8-Cineolo 2.6 - (E)-β-Ocimene 1.9 0.3 γ-Terpinene 0.2 tr cis-Sabinene idrato 0.4 tr Linalolo 0.2 -

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trans-Sabinene idrato 0.5 tr Canfora 3.8 - cis- Crisantenolo 0.2 - Borneolo 4.7 - Terpinen-4-ol 1.0 - cis-Carveolo 0.4 - Bornile acetato 0.3 - δ-Elemene 0.2 - α-Copaene 0.2 tr β-Bourbonene 0.3 4.0 β-Elemene 0.3 4.0 (E)-Cariofillene 3.2 13.5 Neril acetone 1.1 - α-Humulene 1.3 4.0 Curcumene 0.7 - Germacrene D 22.9 8.5 Biciclogermacrene 14.2 2.2 (E,E)-α-Farnesene 2.3 - Δ-Amorfene 0.4 tr trans-Nerolidolo 0.4 tr Spatulenolo 4.1 7.8 Cariofillene ossido 1.1 13.8 Viridiflorolo 7.5 - Humulene epossido II - 1.9 Cubenolo 0.7 - tr = tracce - = non rilevato

Le composizioni degli oli essenziali mostrano evidenti differenze qualitative e quantitative: • L’olio essenziale ottenuto da A. tenuifolia si compone principalmente da

germacrene D (22.9%), biciclogermacrene (14.2%) e viridiflorolo (7.5%).

I costituenti principali dell’essenza ottenuta da A. scabra sono limonene (22.0%), cariofillene ossido (13.8%) e (E)-cariofillene (13.5%).

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Germacrene D Biciclogermacrene Limonene

HO H H H Viridiflorolo (E)-Cariofillene

L’attività antimalarica è stata valutata su ceppi di Plasmodium falciparum clorochina-sensibili (F32) e clorochina-resistenti (W2) e sono stati coltivati nel mezzo RPMI-1640 a cui è stato addizionato il 10% di siero umano e sangue del gruppo 0, RH+ (ematocrito al 4%).

Sono stati utilizzati 96 pozzetti per ripetere il test in doppio e ogni pozzetto sono stati messi 100 µl del mezzo di coltura contenente il P. falciparum e gli eritrociti.

L’attività antiplasmodiale è stata valutata somministrando 100, 10, 1 e 0.1 µg/ml di ogni olio essenziale. Ogni diluizione degli oli essenziali, in 100 µl di DMSO ad una concentrazione finale non superiore dell’1%, è stata aggiunta ad ogni singolo pozzetto. Poi i parassiti sono stati incubati a 37 °C per 48 ore. Gli strisci sono stati fissati con metanolo, colorati con la colorazione di Giemsa e tramite l’utilizzo del microscopio sono stati contati

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gli eritrociti non infettati e gli eritrociti infettati. Attraverso tali dati è stato possibile calcolare la percentuale di inibizione :

% inibizione = (numero eritrociti non infettati – numero eritrociti infettati) x 100 / numero eritrociti non infettati.

Infine è stata calcolata la concentrazione di inibizione del 50% degli schizonti in fase di maturazione (IC50) tramite l’utilizzo del metodo grafico utilizzando il programma CRIKET

GRAPH 1.3.

Entrambi gli oli hanno mostrato una significativa attività antimalarica.

IC50 dovuto all’attività dell’olio essenziale di A. tenuifolia e A. scabra sul P.

falciparum, somministrati alla concentrazione di 100 µg/ml A. tenuifolia IC50 A. scabra IC50 P. falciparum clorochina-sensibile 3.0 µg/ml 2.8 µg/ml P. falciparum clorochina-resistente 7.0 µg/ml 3.0 µg/ml

Alla concentrazione di 100 µg/ml gli oli essenziali di A. tenuifolia e A. scabra hanno inibito del 100% la crescita del P. falciparum clorochina-sensibile con un IC50 = 3.0 e 2.8

µg/ml rispettivamente.

L’olio essenziale di A. scabra si è mostrato maggiormente attivo di quello di A.tenuifolia verso il ceppo di P. falciparum clorochina-resistente (W2) con IC50 = 3.0 µg/ml contro l’

IC50 = 7.0 µg/ml di A. tenuifolia.

In virtù di questo risultato e considerato l’elevato contenuto di limonene nell’olio essenziale di Ambrosia scabra (22%) rispetto a quello riscontrato nell’olio essenziale di A. tenuifolia (1.7%), è presumibile attribuire l’attività antimalarica dell’essenza di A. scabra a tale composto prendendo visione anche di studi precedenti in cui il limonene è risultato

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attivo in vitro contro il Plasmodium falciparum inibendo la progressione del plasmodio dallo stadio di anello allo stadio di trofozoita (Moura et al., 2001).

Dall’osservazione dei risultati di questa indagine emerge chiaramente che gli oli essenziali di A. scabra e A. tenuifolia hanno attività antiplasmodiale contro i ceppi di P. falciparum clorochina-sensibili e clorochina-resistenti; in aggiunta a ciò le cellule di topi femmine trattate con tali oli essenziali non hanno riportato segni di tossicità evidenti.

Questo ci permette di poter affermare che gli oli essenziali ottenuti da queste due specie del genere Ambrosia potrebbero essere considerati come potenziali fonti di nuovi composti per il trattamento della malaria (Sulsen et al., 2007).

Altre attività farmacologiche degli oli essenziali

L’attività dei due oli essenziali è stata testata anche contro altri due protozoi; Tripanosoma cruzi e Leishmania mexicana. Solamente l’olio essenziale di A. tenuifolia è risultato moderatamente efficace contro il Tripanosoma cruzi mostrando un IC50 = 59.7 µg/ml.

Nessuno dei due oli essenziali è risultato attivo contro la Leishmania mexicana (Sulsen et al., 2007).

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CONCLUSIONI

I risultati di questa indagine mostrano chiaramente l’efficacia di alcuni oli essenziali, testati in vitro e in vivo sugli animali, nel ridurre lo sviluppo della parassitemia indotta dal genere Plasmodium e danno un supporto scientifico al loro uso tradizionale nei Paesi dove la malaria raggiunge il livello di malattia endemica.

L’individuazione e la selezione di altre specie aromatiche particolarmente adatte agli habitat dove la malaria è diffusa potrebbero fornire ulteriori elementi di impiego farmacologico nel sistema preventivo e di controllo.

Esaminando nel dettaglio i singoli composti presenti negli oli essenziali qui esaminati, la frequenza con cui essi si ripetono nelle diverse essenze volatili e la loro concentrazione %, è possibile riscontrare una certa corrispondenza anche se essa non risulta essere sufficiente per poter attribuire l’attività antimalarica a determinati composti. Possiamo allora pensare che per stabilire un rapporto di attività diventi importante non solo esaminare il singolo composto ad attività antimalarica ma anche la sinergia d’azione tra i vari componenti della miscela.

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