Conclusioni
Il problema da cui siamo partiti era realizzare uno strumento in grado di fornire informazioni sull’ossigenazione miocardica a livello tissutale.
Sfruttando la radiazione elettromagnetica nell’infrarosso, che non ha elevata profondità di penetrazione, abbiamo costruito un’apparecchiatura con materiali biocompatibili, destinata ad essere impiegata in sede chirurgica durante interventi a cuore aperto.
L’apparecchiatura è costituita da 2 emettitori LED pilotati con una corrente modulata in ampiezza, un fotodiodo ricevitore, un demodulatore che separa il contributo dell’uno e dell’altro LED.
Infine abbiamo un sistema di filtraggio e la parte di elaborazione dati.
La parte meccanica è costituta da un anello a raggio variabile per adattarsi alle dimensioni del cuore.
Da notare la spesa economica ridotta grazie all’impiego di componenti elementari di uso commerciale, ma comunque con buone prestazioni.
Ulteriori sviluppi del prototipo dovranno orientarsi verso l’ottimizzazione delle singole parti dell’apparecchiatura: la parte meccanica dovrà essere migliorata per essere maggiormente compatibile con l’organo indagato, eventualmente per seguire anche le variazioni di volume per minimizzare gli artefatti che ne possono conseguire.
La parte elettronica potrà essere migliorata per aumentare la sensibilità, eventualmente con l’impiego di componenti più sofisticati come ad esempio le fibre ottiche. Quello che abbiamo realizzato è comunque una nuova idea che se raffinata potrà fornire risultati migliori rispetto alle strumentazioni ancora in sperimentazione. Il nostro strumento va a diretto contatto con l’organo quindi riesce a monitorare il flusso seguendo il profilo del cuore cosa impossibile con l’uso di camere CCD che non sono in grado di eliminare gli artefatti nelle immagini dovuti alle contrazioni.