5 INTRODUZIONE
Il tumore della mammella rappresenta la neoplasia più frequentemente diagnosticata nel sesso femminile costituendo, secondo i dati AIRTUM, il 29% di tutte le patologie oncologiche riscontrate.
Si stima che nel nostro Paese siano diagnosticati ogni anno 47000 nuovi casi.
Secondo i dati ISTAT, il tumore della mammella ha causato 11.916 decessi nell’anno 2007, costituendo la principale causa di mortalità oncologica con il 16,9% di tutti i decessi per cancro verificatesi nel sesso femminile in Italia (1).
La chirurgia conservativa, quando seguita da radioterapia adiuvante, ottiene eccellenti tassi di controllo loco-‐regionale (2). Tuttavia, si stima che circa 1/3 delle pazienti con nuova diagnosi di tumore mammario presenti indicazione a mastectomia (3).
Lo sviluppo di tecniche di chirurgia ricostruttiva sempre più avanzate e la possibilità di sottoporsi a tests genetici con possibilità di mastectomia profilattica, hanno portato negli ultimi anni ad un aumento dei casi di mastectomia a livello globale.
I dati derivati dal data base del National Surgical Quality Improvment Program (Studio Americano) che riguardano 85401 donne dimostrano come la percentuale di mastectomie abbia subito un aumento dal 2005 al 2011, con un tasso d’ incidenza che partiva dal 40% nel 2005 ed un picco del 51% nel 2008 (4).
La radioterapia gioca un ruolo importante nella terapia del carcinoma mammario anche dopo mastectomia. Numerosi studi dimostrano come la radioterapia adiuvante dopo mastectomia porti ad un notevole miglioramento in termini di controllo locale, e come questo si traduca in un beneficio in termini di DFS e OS nelle pazienti con carcinoma mammario in stadio II-‐III (5-‐10).
Lo studio EBCTG ha analizzato più di 42000 pazienti in una meta-‐analisi di 78 studi randomizzati atti a valutare il ruolo della PMRT e ha dimostrato una riduzione del 19% del rischio di local recurrence a 5 anni e del 5% del rischio di morte cancro-‐specifica a 15 anni nelle pazienti sottoposte a PMRT (11).
Nonostante vi siano numerosi dati che supportano i benefici della PMRT, esistono ancora notevoli incertezze in merito alla adeguata selezione delle pazienti e dei volumi da irradiare (12).
E’ oggigiorno mondialmente condivisa l’indicazione a PMRT per le pazienti T3-‐4 o con un
numero di linfonodi coinvolti da malattia superiore a 4 e che i volumi da irradiare devono
comprendere la parete toracica e, nel secondo caso, i linfonodi sovraclaveari omolaterali
6 (13-‐17).
Un contributo importante nella definizione del ruolo della PMRT deriva dallo studio danese 82b e c. 3083 pazienti con diagnosi di carcinoma mammario sono state randomizzate a ricevere o meno PMRT. Tutte le pazienti presentavano tumori > o = 5 cm e/o linfonodi ascellari positivi e/o infiltrazione della cute o del muscolo pettorale. Il tasso di recidive loco-‐
regionali a 18 anni è risultato essere del 73% nelle pazienti non sottoposte a radioterapia adiuvante e 59% in quelle sottoposte a PMRT (p = < 0,001). La radioterapia risulta impattare notevolmente anche in termini di DMFS, con un tasso di sviluppo di metastasi a distanza ridotto dal 64% al 53% nelle pazienti sottoposte a PMRT (p = <0,001). (18)
Overgaard et al. Hanno pubblicato un’analisi di un sottogruppo di pazienti derivanti da questa corte, riportando i dati relativi alle pazienti con un numero di 4 o più linfonodi coinvolti da malattia rispetto alle pazienti con 1-‐3 linfonodi metastatici. Nel primo caso, l’aggiunta di PMRT porta ad una diminuzione del rischio di recidiva locale da 51% a 10% (p = < 0,001). Nel gruppo di pazienti con un numero di linfonodi coinvolti da 1-‐3 il tasso di recidiva loco-‐
regionale diminuisce dal 27% al 4% (p = < 0,001) suggerendo comunque un ruolo importante della RT (19).
Per le pazienti con malattia più limitata, ovvero stadio II o da 1 a 3 linfonodi coinvolti da malattia, non vi è ancora una linea di comportamento univoca sia in termini di indicazione che in termini di scelta dei volumi da irradiare. Le ragioni di questo sono da ricercarsi principalmente nella numerosa variabilità delle caratteristiche intrinseche del tumore e dalla mancanza di markers predittivi di risposta alla PMRT (20-‐23).
Nel nostro studio abbiamo analizzato in maniera retrospettiva le pazienti sottoposte a mastectomia totale negli ultimi 10 anni al fine di valutare il ruolo della radioterapia postoperatoria dopo chirurgia radicale sul controllo loco-‐regionale (LRC), sulla sopravvivenza libera da metastasi a distanza (DMFS) e sulla sopravvivenza totale cancro-‐specifica (CSS).