CORSO DI LAUREA IN FISICA
UNIVERSITA’ DI ROMA LA SAPIENZA
APPUNTI DI
LABORATORIO DI FISICA
DELLA MATERIA
DAL CORSO DEL PROF.
PAOLO CALVANI
a cura di Diego Sali
IT IS A CAPITAL MISTAKE TO THEORIZE BEFORE ONE HAS DATA. INSENSIBLY ONE BEGINS
TO TWIST FACTS TO SUIT THEORIES, INSTEAD OF THEORIES
TO SUIT FACTS.
Sherlock Holmes
SPETTRO DELLA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA
0.3m 1000µm 25µm 2.5µm 7800Å 1000Å 100Å 10Å 0.1Å
( )Hz í
E
(cm1)
í −
~
λ MicroWaves
Radio
Frequency FIR MIR NIR UV VacuumUV Soft
X-Rays Hard
X-Rays γ-Rays 3·10-2
107 10 400 4000 12821 26316
50000 400000 109
109 1011 1013 1014 383·1012 790·1012
1015 1016 1017 1019
4µeV 1meV 0.05eV 0.5eV 1.6eV 3.3eV 6eV 50eV 1KeV 100KeV 3800Å
( )eV E
(cm1)
í −
~
(THz)
í
383 483 517 535 612 652 697 790
12821 16129 17241 17857 20408 21739 23256 26316
1.6 2.0 2.1 2.2 2.5 2.7 2.9 3.3
( )Å
ë
7800 6200 5800 5600 4900 4600 4300 3800
Rosso Arancio Giallo Verde Blu Indaco Violetto
DIEGO SALI
UNITA’ DI MISURA USATE IN SPETTROSCOPIA
Elettron-volt eV E= hν 1meV= .80655cm−1 Numero d’onde cm−1 λ−1 =ν c 1cm−1 =1.44K Lunghezza d’onda µ λ c= ν 1µ→10000cm−1
Frequenza Hz ν c= λ 1THz≈33cm−1
ORDINI DI GRANDEZZA CARATTERISTICI
Energia di un neutrone termico ≈30meV
Lunghezza d’onda della luce visibile ≈0.5µ Frequenza di una vibrazione reticolare ≈500cm−1
Energia dei raggi X ≈10KeV
Gap ottica di un semiconduttore ≈1eV
Temperatura del filamento di una lampada ≈2⋅103 K Frequenza della risonanza magnetica ≈108 Hz Frequenza critica della luce di sincrotrone ≈1KeV
SPETTROSCOPIA. GENERALITA’
Metodo sperimentale basato sullo studio delle modificazioni che una sonda (probe) subisce nell’interagire con la materia.
Risultati: informazioni sulla struttura e sulla dinamica microscopica del campione.
Alcune tappe fondamentali:
1666 Newton analizza la luce solare con un prisma di vetro
1817 Fraunhofer, dopo aver inventato il monocromatore a reticolo, scopre le righe di assorbimento dell’atmosfera solare
1911 Rutherford scopre la struttura dell’atomo (nucleo/elettroni) studiando la diffusione (scattering) delle particelle α da un lamina d’oro
1913 Laue formula la teoria della diffrazione X dei cristalli
1942 Fermi costruisce a Chicago la prima sorgente artificiale di neutroni termici 1947 Viene per la prima volta osservata radiazione di sincrotrone (Elder et al.)
1980-1 Prima immagine nello spazio reale di un reticolo di atomi con scanning tunneling microscopy (STM) (Binnig)
Sonde
Radiazione elettromagnetica (e-m) su tutto lo spettro (da radiofrequenze a raggi γ) Particelle (elettroni, neutroni, muoni)
NB Il dualismo onda-materia consente una teoria unificata
( ) (
q)
S i eccitazion Spettro
Impulso e
Energia
C
S i eccitazion Spettro
Energia
B
a cristallin Struttrura
Impulso A
NE INFORMAZIO DI
TIPO SCAMBIATA
GRANDEZZA
, ω
ω
A seconda del tipo di probe, della sua energia e della tecnica di impiego, si ottengono tre classi di informazione di tipo B o C:
⎩⎨
⎧
⎪⎪
⎩
⎪⎪
⎨
⎧
µ
⎩⎨
⎧
C) angolo;
in risolta ione (fotoemiss ARPES
B) radenti;
fotoni di sione nto/rifles (assorbime
IRRAS atomici)
strati (pochi
superficie di
B) muoni;
di nto (assorbime SR
B) visibili;
fotoni di anelastica e
(diffusion RAMAN
C) neutroni;
di anelastica e
(diffusion INS
B) IR;
fotoni di e riflession o
nto (assorbime FTIR
co) macroscopi volume
un su (mediata bulk
di
B) core;
di eletroni estraggono
X (fotoni EXAFS
B) magnetico;
campo in enza radiofrequ a
(fotoni NMR
atomo) all'
(intorno
locale NE TECNICHETIPICHE
INFORMAZIO DI
TIPO
PARTE PRIMA
Nozioni generali di spettroscopia
della materia condensata
CAPITOLO I
Interazione tra radiazione e materia. L’approccio microscopico
1) REGOLA D’ORO E FUNZIONE DI CORRELAZIONE
La probabilità di transizione per unità di tempo da uno stato iniziale i ad uno stato finale f del sistema e fra p e p' , stato iniziale e finale della radiazione (vedi teoria delle perturbazioni dipendenti dal tempo) si può scrivere:
(
ω ω)
π δ
−
=
→
→
if pp
f i
p
p i H f
dt
dW ' 2
2 int
' 2
(I.1)
dove ω=ωpp' =ωp −ωp' e Hintpp' è l’hamiltoniana (perturbativa) di interazione radiazione-materia tra gli stati p e p' , mentre H0 è l’hamiltoniana imperturbata del sistema.
Esempi:
ε
⋅
∝
⋅
−
= p E r ˆ
Hint dipolo → IR
( )
∑
π δ −= j j j
2
int b r r
m
H 2 pseudo potenziale di Fermi → neutroni
s i
Hint =ˆ ε αεˆ polarizzabilità → scattering Raman
Assumendo una distribuzione statistica di stati iniziali ρi =e−Ei kT Z all’equilibrio (Z =
∑
ie−Ei kTè la funzione di partizione), ricordando che:
( ) ∫
( )+∞
∞
−
ω
− ω
− ω
= π ω
− ω
δ e dt
2
1 i t
if f i
e sommando su tutti gli stati i e f (H = Hint è hermitiana):
dWp →p'
dt = 1
2 e−iωtdt ρi i H ei ωf t
i, f
∑
−∞
+∞
∫
f f H e−i ωi t i = ← ei H0 t i = ei ωi t i= 1
2 e−iωtdt ρi i H ei H0 t
i, f
∑
−∞
+∞
∫
f f H e−i H0 t i = ← f f = 1f
∑
= 1
2 e−iωtdt ρi i H
i
∑
−∞
+∞
∫ ( )
0 ⋅ H t( )
idW 1 +∞
Nella (I.2) cH
( )
t = Hintpp'( )
0∗⋅Hppint'( )
t T è la funzione di correlazione dell’hamiltoniana di interazione. Se il sistema è ergodico1 la media termica può essere sostituita da quella sull’ensemble degli stati accessibili al sistema.La probabilità di transizione (I.2)
( )
⎪⎪
⎪
⎩
⎪⎪
⎪
⎨
⎧
ω→ σ
ω→ Ω
σ
→ ω α
∝
Raman urto
d' sezione d
d
neutroni dei
scattering di
urto d' sezione d
d d
IR to assorbimen di
te coefficien
dt
dW 2
è quindi misurabile. Dalla (I.2) si può ricavare la funzione di correlazione della corrispondente H.
Esempio
Particella in un mezzo denso.
L’hamiltoniana di dipolo originata nelle collisioni tra gli atomi è proporzionale alla velocità relativa v. Si ricava quindi la funzione di (auto)correlazione della velocità:
( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( ) ( )
0 (indipendenti)c
v 0 v c
m v kT
0 c
t v 0 3 v t 1 v 0 v t c
v
x T x T
v
T 2 x v
T x T
x v
=
∞
∞
=
∞
=
=
⋅
=
⋅
=
2) PRINCIPIO DEL BILANCIO DETTAGLIATO
Calcoliamo la probabilità di transizione inversadt dWp →' p
. Assumiamo E >f Ei:
€
dWp' →p dt =2π
2 ρf i Hintp' p f 2δ ω
(
fi−ωp' p)
i, f
∑
Poiché H = H+ allora f H i = iH f ∗ e f Hi 2 = iH f 2. Inoltre ρf =ρie−(Ef−Ei)kT.
€
dWp' →p
dt =2π
2 e− ωp ' p kT ρi i Hintp' p f 2δ ω
(
fi−ωpp')
i, f
∑
p kT p p
p e pp
dt dW dt
dW'→ → ' − ω'
= PRINCIPIO DEL BILANCIO DETTAGLIATO (I.3)
Si hanno quindi sempre due processi A e B nell’interazione radiazione-materia:
ω fi
i f
ω fi
i f
A) ASSORBIMENTO
B) EMISSIONE STIMOLATA
Le probabilità per particella di A e B sono uguali.
La differenza nelle popolazioni determina la maggiore frequenza di A rispetto a B.
3) IL COEFFICIENTE DI ASSORBIMENTO
Un campione di volume V contiene N dipoli elettrici per unità di volume µj in siti atomici j. Il momento di dipolo elettrico per unità di volume è:
( ) ∑ ( ) ∫ ( ) ∑
=
=
µ
=
⋅
⇒
− δ µ
=
V
N 1
j j
N 3 1
j j r rj d r M r
r
M
Inviamo un’onda piana monocromatica polarizzata linearmente, che ci conviene scrivere nella forma:
( )
r t 12[
Eq ei( t qr) Eq e i( t qr)]
E
∗ − ω− ⋅
ω
⋅
− ω
ω +
ε
=
ε , , ,
L’hamiltoniana di interazione sarà:
( ) ( ) ( )
( ) ( )
[
q q i t q q i t]
3 V
r q i t
i q 3 V
r q i t
i q
3 V
e E M e
E 2 M
1
r d e r M e E r d e r M e 2 E
1
r d r M t r E t
H
ω
−
∗ ω ω
ω
−
⋅ ω
−
∗ ω
⋅
− ω
ω
⋅ ε +
⋅ ε
−
=
⎥=
⎦
⎢ ⎤
⎣
⎡ +
⋅ ε
−
=
=
⋅ ε
−
=
∫
∫
∫
, ,
, ,
,
(I.4)
dove si sono introdotte le trasformate di Fourier (F.T.) spaziali del momento di dipolo.
Da qui si vede che H(t) ha una componente a ω ed una componente a ω− . Una sola soddisferà la conservazione dell’energia regolata da δ
(
ωif −ω)
; l’altra componente soddisferà la transizione inversa. Pertanto, la probabilità di assorbimento di un fotone(
q,ω)
sarà:
€
dWq ,ω dt = 2π
42 Eq ,ω 2 ρi i ε ⋅
M q f 2
i, f
∑
δ ω(
if −ω)
(I.5)e quella di emissione di un fotone sarà dt dW− ,q ω−
. L’energia assorbita per unità di tempo da uno spessore dx di campione per area unitaria, cioè l’intensità –dI perduta dalla radiazione per unità di tempo, ovvero in dx è (l’intensità è l’energia per unità di area):
⎟⎟⎠
⎞
⎜⎜⎝
⎛ −
=
−
=
− − −
dt dW dt
dW c
c dx
dI dt
dI qω q ω
ω , ,
1 /
(I.6)
Per il principio del bilancio dettagliato:
Definiamo:
I dx
−dI
=
α COEFFICIENTE DI ASSORBIMENTO (I.7)
Dalla (I.5):
(
ω)
π ω( )
ρ ε δ(
ω ω)
α(
ω)
α 4 1 β ω 0,
,
,
2 2
2
≅
−
⋅
−
= −
∑
f
i i i Mq f if
c e
q (I.8)2
(in ottica
a 2∂
ë
q= 2∂ << , ampiezza della zona di Brillouin).
Integrando la (I.7) tra 0 e x (entrambi nel campione) si ha:
(
x) ( )
I 0 e ( )xI ω, = ω, −αω (I.9),
quantità che consente di misurare α
( )
ω e quindi la funzione di correlazione di M qtramite la (I.8).
Dalla (I.8):
( )
⎩
( )
⎨⎧
ω
<<
→ α
→ ω α
→ ω
∞
→
→ ω α
kT o 0 T per
0 o T
per 0
max
(es. vibrazioni molecolari: ω≈1000cm−1 ≈1500K).
La
∑
f i,
nella (I.8) è il profilo di riga. Si ricava dalla misura di α e segue il bilancio dettagliato.
Infatti
( ) ( )
kT
− ω ω Γ
= ω
−
Γ exp .
Inoltre si ha
( ) ( ) ( )
⋅( )
=π
= π =
= ω
Γ
∫
+∞
∞
−
ε ε
ω
−
ω ω
ω
dt t M 0 M e E
(I.2) 2 la dt per
dW E
1 2 4
T t
i 2 q q
2 q
, ,
,
F.T. della funzione di correlazione di M
lungo ε.
Esempio
( )
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )
( ) ( ) ( )
T0 0
t 0 t
c
M dipolo di momento
del ne correlazio di
Funzione
(T.F.) Fourier di
a Trasformat G 2
ridotto riga
di Profilo
kT c 1 h
1
riga di Profilo
to assorbimen di
te Coefficien
)) 47,2590(93 B
Rev.
Phys.
al., et (Nucara
µ µ
=
= µ
↓
↓
⎥⎦
⎢ ⎤
⎣
⎡Γν−ν +Γ ν −ν
= ν Δ
↓
ν ν
≈α
⎥⎦
⎢ ⎤
⎣
⎡ ⎟
⎠
⎜ ⎞
⎝
⎛ ν
−
− ν να
∝ ν Γ
↓
ν α
ε
exp
K 14.5
= T para liquido Idrogeno
+ µ=0
+ µ
Primo urto C(0)>0
+ µ
Secondo urto C(t)<0
= baricentro cariche positive
+
= baricentro cariche negative
3.1) MISURA DEL COEFFICIENTE DI ASSORBIMENTO
La radiazione penetra nel campione dal vuoto con incidenza quasi normale attraverso una superficie scabra (niente effetti di coerenza: si sommano le intensità) ed esce nel vuoto.
L’intensità I trasmessa è:
( ) ( )
n0 n
d 2 2 0 2 d
0
0 1 R e R e
I
I
∑
∞
=
α
− α
− −
=
I
0I
0R
0I
0(1-R
0) I
0R
02(1-R
0) e
-2αdd
I
0R
02(1-R
0)
2e
-3αdI
0(1-R
0)
2e
-αd( )
d 2 2 0 2 d 0
0 1 R e
e R 1 I
T I − α
α
−
−
= −
= TRASMITTANZA (I.9*)
R0 = riflettività campione - vuoto α = coefficiente di assorbimento Misura della riflettività:
0 R
0 I
R = I
La riflettività è l’unica misura possibile quando il materiale è opaco.
Si usa generalmente la seguente geometria:
Campione
I
0I
Rsorgente
rivelatore
dove si misura il rapporto:
( ) ( )
( )
( )
rif 0 R rif0 0
camp R R rif
camp R
0 R
R I
I I
I I
I = =
= ρ
rif 0)
(R è nota da misure assolute (vedi figura) 1
)
(R0 rif ≅ per Au nell’IR (0.99) e Al nel visibile ⇒ρ0 ≈R0 Misura del coefficiente di assorbimento α
A) Si misurano la trasmittanza T =I I0 ed R0. Dalla (I.9*) si ricava α
( )
ω . B) Se αd >>1, poiché R0<1 dalla (I.9*)⇒I≅I0(
1−R0)
2e−αdSi possono usare due campioni uguali con d1 ≠d2 ⇒R01 =R02 =R0
( )
( )
12 2 d 1
2 0 0 2
2 d 0 0 1
I I d d
1 e
R 1 I I
e R 1 I I
2 1
⋅ln
= − α
⎪⎩ ⇒
⎪⎨
⎧
−
=
−
=
α
− α
−