• Non ci sono risultati.

Progetto Pilota “Stabilizzazione” Messa a punto della tecnologia di preparazione di carciofo di IV gamma Soggetti attuatori Porto Conte Ricerche s.r.l.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Progetto Pilota “Stabilizzazione” Messa a punto della tecnologia di preparazione di carciofo di IV gamma Soggetti attuatori Porto Conte Ricerche s.r.l."

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

Titolo

Progetto Pilota “Stabilizzazione”

Messa a punto della tecnologia di preparazione di carciofo di IV gamma

Soggetti attuatori Porto Conte Ricerche s.r.l.

Descrizione Il carciofo (Cynara cardunculus var. scolymus) rappresenta la specie orticola di maggiore importanza in Italia quanto a superficie agricola utilizzata, che si attesta attorno ai 50.000 ha, con una resa media di circa 10 t/ha (5) e una offerta realizzata di 500.000 t annue. In Sardegna la coltura interessa 13.500 ha, con una produzione di circa 105.000 t; il 70-75% della superficie a carciofo è interessata dalla varietà Spinoso Sardo, cultivar precoce, dai capolini verde e viola, con un calendario di raccolta da novembre a maggio Il carciofo si presta a diversi tipi di lavorazione industriale. La gamma di prodotti ricavabili va dal semilavorato, alle semiconserve e alle conserve. La qualità e le caratteristiche della materia prima sono fattori che condizionano le successive lavorazioni, per ottenere un prodotto finito che risponda a determinati standard qualitativi.

La quarta gamma (vegetali lavati, tagliati e confezionati, pronti all’uso) ha incontrato negli ultimi tempi una sempre crescente richiesta da parte dei consumatori. Tali prodotti sono destinati principalmente alla ristorazione collettiva e al consumo familiare, consentendo una riduzione del lavoro di preparazione dei piatti e la prolungata disponibilità nel tempo. Questi alimenti possono subire blandi interventi di stabilizzazione volti al rallentamento dello sviluppo microbico e alla riduzione dei fenomeni di imbrunimento. Le operazioni di trasformazione dei vegetali di IV gamma comprendono, di norma, pelatura, taglio e riduzione in pezzi, seguite dal confezionamento, che può avvenire in buste o vassoi sigillati con film plastici.

Obiettivi Messa a punto della tecnologia di preparazione del carciofo di IV gamma mediante l’impiego di confezionamento in atmosfera protettiva per conferire al prodotto una shelf life che ne consenta la distribuzione nel circuito commerciale.

Risultati ottenuti

Attraverso la sperimentazione effettuata sono stati individuati i trattamenti necessari per limitare il fenomento dell’imbrunimento enzimatico e le condizioni e i materiali di confezionamento idonei per limitare i danni dovuti, in particolare, all’attività respiratoria del vegetale. Dopo la raccolta i tessuti vegetali continuano ad esercitare una attività metabolica (respirazione cellulare, attività enzimatiche) che porta inevitabilmente al consumo dell’ossigeno presente nella confezione e alla produzione di anidride carbonica. La miscela di gas da utilizzare nel confezionamento di vegetali freschi deve necessariamente contenere una certa quantità di ossigeno (almeno il 3%), per evitare l’instaurarsi di condizioni anaerobiche fermentative (che favoriscono la produzione di odori spiacevoli e la proliferazione di batteri patogeni), e questa percentuale di ossigeno deve mantenersi per tutta la durata del prodotto. È quindi necessario fare in modo che all’interno della confezione si instauri una atmosfera di equilibrio, attraverso l’ingresso dell’ossigeno necessario alla respirazione e la fuoriuscita della anidride carbonica prodotta dal vegetale. Ciò è stato reso possibile mediante l’impiego di una opportuna miscela iniziale di gas e di un film plastico microforato dotato di opportune caratteristiche di permeabilità, valutate in base al coefficiente di respirazione dei carciofi (determinato sperimentalmente), alla quantità di prodotto confezionato e alla temperatura di conservazione.

Il confezionamento con bassa concentrazione di ossigeno, unitamente

(2)

all’immersione in soluzione antiossidante, ha contenuto l’imbrunimento enzimatico a livelli giudicati soddisfacenti, nei campioni conservati per 7 e 10 giorni. Anche la perdita d’acqua dai tessuti è stata minima, grazie alla elevata umidità all’interno delle confezioni. In tutti i casi i campioni non presentavano odori anomali e all’assaggio risultavano accettabili.

Finanziamenti Piano del Lavoro Tramariglio – Legge Regionale 37/98 art. 26.

Tempi di realizzazione 18 mesi

Data inizio:marzo 2005 Data fine: ottobre 2006

Riferimenti

Documenti correlati

A tale scopo sono stati prelevati in azienda dei campioni di formaggio sui quali sono state effettuate analisi microbiologiche subito dopo il confezionamento, il prodotto

I campioni e le frazioni sono state miscelate con un volume uguale di matrice, costituita da una soluzione di DHB (2,5-Dihydroxybenzoic acid, 20 mg/mL in acetonitrile 90% e H 2

Durante tale periodo, i 10 pazienti sono stati sottoposti a debridment chirurgico delle lesioni durante il ricovero ospedalie- ro, VAC terapia, terapie antibiotiche sulla base

La base dello studio è la coorte di popolazione di 1565 pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2, residenti nella città di Casale Monferrato (93.477 abitanti), sottoposti

Dipartimento di Medina Interna, Università di Torino, Torino Quarantuno giovani pazienti con diabete di tipo 1 (età 31 ± 2 anni, durata di malattia 23 ± 4 anni), seguiti presso

± 6 e diastolica 75 ± 4, reclutate al momento dell’accertamento dello stato di gravidanza, dopo aver ottenuto il loro consenso informato, sono state sottoposte a monitoraggio con

Sono state quindi valutate le caratteristiche dei pazienti che si associano a una maggiore attitudine alla corretta stima del peso degli alimenti.. Materiale

Valutare la prevalenza di complicanze micro- e macroangiopatiche, dei fattori di rischio cardiovascolare, il com- penso glicometabolico e la qualità di vita nella coorte di