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Academic year: 2022

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P rofeti e innovatori un comune destino

Studi Zancan · 4/2016 · 3

I

profeti anticipano il futuro e gli innovatori lo preparano, ma normalmen- te i profeti non vengono ascoltati e gli innovatori non vengono capiti.

Augusto Palmonari nella seconda metà del Novecento ha portato in Ita- lia la psicologia sociale, ha fatto in modo che si sviluppasse e ramificasse in psicologia di comunità, del lavoro, dei gruppi, dei servizi, dell’adole- scenza, delle rappresentazioni sociali…

Sapeva che quando la conoscenza rinuncia al potere, muore a se stessa, per diventare sapienza, servizio, innovazione. Ci ha lasciati a fine ottobre. Si è occu- pato degli orfani dell’assistenza: sono stati chiusi gli istituti, ma non le pratiche istituzionalizzanti. Si è occupato degli imperfetti, i ragazzi che la scuola non rie- sce a gestire, orientare, professionalizzare. Si è chiesto perché la formazione non forma ma allontana gli operatori dalla voglia di cambiamento sociale. Si è anche chiesto: «Contro o dentro?», perché rifiutiamo chi viene da altri paesi e culture mentre la loro sofferenza si concentra, sotto i nostri occhi, nei «non luoghi», di- scariche umane in attesa di essere smaltite. Non è facile vivere nel proprio tempo tra tanti io competitivi, che non hanno evitato l’ingresso facile e largo, ma che si stringe, cerchio dopo cerchio, in una «nassa» senza uscita. È la fine annunciata di una socialità che ha scaricato sui poveri disuguaglianze crescenti, rendendo la nostra società sempre più instabile e insicura.

È difficile accettare l’idea che Augusto ci abbia lasciati mentre la sua vita è ancora con noi. Dieci anni fa all’università di Bologna «allievi» e collaboratori di una vita gli hanno fatto una bella festa, piena di affetto, consegnandogli il libro delle innovazioni. Condensava studi, ricerche, collaborazioni nel mondo. Era un grazie affettuoso, in una sala gremita e piena di attesa. Il suo grazie ci ha tolto il fiato: «Non sono morto», era il grazie di un padre affettuoso e ironico. Diceva

«la vita non finisce se i suoi frutti stanno dentro e oltre i suoi limiti». Poteva dirlo un innovatore che aveva preparato il futuro. Quando a Ginevra gli hanno offerto la cattedra Jean Piaget hanno visto nel suo lavoro un ponte ideale tra psicologia dello sviluppo e psicologia dello sviluppo sociale. Per questo a chi gli sussurra

«riposa in pace» risponde «si, ma se hai costruito la pace».

Tiziano Vecchiato

Studi Zancan

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