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CASE REPORT DI RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE ODONTOIATRICA: LESIONI NEUROLOGICHE

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TAGETE 4-2008 Year XIV

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CASE REPORT DI RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE ODONTOIATRICA: LESIONI NEUROLOGICHE

Dr. Fabrizio Montagna*, Dr. Livia Montagna * *

ABSTRACT

Il presente articolo descrive quattro casi di lesione del nervo alveolare inferiore (NAI) verificatesi a seguito di interventi odontoiatrici.

Questo tipo di complicanza rappresenta il 9% degli eventi avversi in endodonzia, chirurgia orale e implantologia.

Si tratta di un evento relativamente frequente e serio, che comporta problemi sensoriali (dolore, disestesia, parestesia, ipoestesia o anestesia) del labbro inferiore e dell’area circostante.

Sono riportate considerazioni in tema di gestione clinica e risk management.

Le lesioni neurologiche ricoprono un ruolo particolare nella casistica di odontoiatria legale e rappresentano frequenti motivi di contenzioso in chirurgia orale (estrazione di denti del giudizio), in implantologia e in endodonzia (tabella).

In questo articolo sono stati riuniti alcuni casi interessanti in quanto illustrano errori tipici e ricorrenti nella pratica clinica o in quanto esemplificano lesioni infrequenti in casi complessi.

* Odontostomatologo, CSO, Sommacampagna, Verona; prof. a c. Scuola di Odontoiatria, Università degli Studi di Cagliari

** Odontoiatra, Sommacampagna, Verona

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2 Tabella 1 – Prevalenza delle lesioni neurologiche su un campione di 736 casi di responsabilità professionale

Numero totale 64

Percentuale sulla casistica generale 9

Implantologia 146

Lesioni del nervo alveolare inferiore 35

Lesioni del nervo infraorbitario 1

Chirurgia orale 74

Lesioni del nervo alveolare inferiore 24

Lesioni del nervo linguale 1

Lesioni del nervo infraorbitario 1

Endodonzia conservativa 169

Lesioni del nervo alveolare inferiore 2

CASO 1- PARESI DEL NERVO FACCIALE IN ENDODONZIA

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3 Descrizione del caso

Nel corso di una terapia endodontica al primo premolare mandibolare destro (44), il liquido di lavaggio canalare (ipoclorito di sodio 0,5%) defluiva oltre l’apice radicolare, provocando:

- ascesso chimico in zona geniena, che esitava in ulcerazione del vestibolo

- deformazione del viso (deviazione dalla bocca dal lato sano) e dislalia temporanea per alcuni mesi

- comparsa di edema, eritema e flittene del collo

L’evoluzione veniva tempestivamente seguita dall’odontoiatra con drenaggio, pulizia chirurgica e antibioticoterapia.

Ad un anno di distanza residuavano i seguenti postumi all’emiviso destro:

- ipo-anestesia del vermiglio, mucosa vestibolare e cute del mento, per lesione del nervo mentoniero

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4 - alterazioni della postura e motilità dell’emilabbro per lesione delle fibre terminali

del nervo facciale in zona periorale

Clinica e risk management

Il passaggio accidentale di ridotte quantità di antisettici nei tessuti periapicali rappresenta un rischio costante, causa di algie e/o ascessi generalmente risolti senza esiti con terapia antibiotica.

Va tenuto presente che sono disponibili aghi con fori che consentono il deflusso laterale dei liquidi iniettati; comunque, anche utilizzando aghi comuni, condotta perita prevede che non siano impegnati contro le pareti radicolari, evitate pressioni elevate e sorvegliata la deflussione del liquido.

Nella fattispecie concreta il fattore determinante è rappresentato dalla quantità di liquido iniettato; considerazione dedotta dalla gravità ed estensione dell’ascesso, caratterizzata dall’iniziale propagazione verso fasce e logge cervicali.

Concausa è rappresentata dalla presenza di apici beanti per strumentazione o riassorbimento radicolare infettivo; situazione identificabile all’esame radiografico e/o durante la strumentazione canalare iniziale, che non può essere addotta a giustificazione.

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5 Si tratta di un errore attivo, per errata manualità dell’operatore conseguente a distrazione; in quanto legato a situazioni di momentanee può ripetersi, nonostante misure di prevenzione.

Per quanto attiene l’aspetto assicurativo si tratta di un danno alla persona (responsabilità extracontrattuale), materia di completa manleva nelle polizze per responsabilità professionale; mentre la cura scanalare , oggetto della prestazione (responsabilità contrattuale) risulta utilmente eseguita.

Valutazione medico-legale

Responsabilità per imprudenza era individuata nell’eccessiva pressione di iniezione, senza garantire vie di deflusso all’antisettico.

Il risarcimento veniva quantificato nel 10% di danno biologico permanente, 15 giorni di danno biologico temporaneo parziale, in assenza di spese emergenti.

La percentuale era dedotta dalle tabelle di invalidità per lesioni neurologiche dei nervi cranici, considerando la marginalità e perifericità delle menomazioni (n. alveolare inferiore 3-5%; n, facciale 5%)

In particolare nella la paralisi periferica dei rami terminali del facciale erano ricompresi esiti funzionali, estetici e risentimenti di ordine psichico.

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6 Trattandosi di lesioni monocrome concorrenti (insistenti sullo stesso apparato funzionale), la sommatoria delle percentuali non era composta in ipotesi di riduzione.

Figura 1 - Ortopantomografia preoperatoria (a) e postoperatoria (b) dopo terapia endodontica del primo premolare destro (44)

Figura 1-a

Figura 1-b

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7 Figura 2 - Alterazioni del viso a riposo (c) e nella mimica (d,e)

Figura 2- c

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8 Figura 2- d,e

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9 Figura 3 - Disegno dermografico dell’area di ipoestesia (riquadro tratteggiato) e anestesia cutanea per lesione del nervo alveolare destro

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10 CASO 2 – PARESI DEL NERVO IPOGLOSSO IN CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Descrizione del caso

Una paziente edentula all’arcata inferiore, con atrofia ossea di grado elevato, si sottoponeva a intervento microchirurgico di ricostruzione mandibolare mediante innesto osseo autologo rivascolarizzato, prelevato dalla estremità distale della fibula destra.

All’intervento chirurgico residuavano i seguenti postumi neurologici:

- disartria con eloquio difficoltoso, intelleggibile in situazioni relazionali di normalità, per neurotmesi dell’ipoglosso sinistro

- ipo-anestesia di emilabbro, di cute mentoniera e di emilingua sinistra per lesione della branca mandibolare del trigemino (nn. mentoniero e linguale)

- modica disfagia con propensione dietetica verso gli alimenti liquidi, per la diificoltà di coordinazione muscolare

- modica dispnea soggettiva diurna e crisi saltuarie di apnea ostruttiva da sonno (OSAS) con roncopotia, risvegli e decubito obbligato semieretto, conseguenti al squilibrio del tono posturale della lingua (n. ipoglosso)

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11 - andatura con steppage e ipo-estesia cutanea della gamba e del piede destro, per

lesione del nervo popliteo esterno (SPE), parzialmente migliorate a seguito di riabilitazione ortopedica (fisioterapia, molla di Codivilla)

Indagini postoperatorie evidenziavano l’insufficiente adattamento dell’innesto al sito ricevente, posizionato staccato di circa un centimetro dal corpo mandibolare e mantenuto in sito dalle sole osteosintesi.

Tale situazione era ritenuta: causa di insufficiente stabilizzazione meccanica sia dell’innesto, che delle riabilitazione protesica; motivo del consistente rimodellamento osseo superiore alla norma, nei mesi successivi all’intervento.

Successivamente, presso la stessa struttura ospedaliera, erano posizionati sei impianti dentari mandibolari ai fini di una riabilitazione protesica fissa. Le due fixtures anteriori risultavano inutilizzabili, a causa del posizionamento vestibolarizzato ed extraosseo; per tale motivo il progetto ripiegava su una sovraprotesi rimovibile con ancoraggi sferici isolati a ritenzione elastica.

Clinica e risk management

L’attualizzazione di un moderno piano di terapia deve compendiare diversi aspetti relativi: alla patologia di base per gravità e miglioramento atteso; alle alternative

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12 terapeutiche con relative indicazioni, rapporti rischi-benefici operatori, efficacia ed efficienza; richieste e agende dei pazienti.

In particolare nel caso di specie si trattava di terapie non necessarie ed elettive; ambiti in cui si riducono discrezionalità terapeutiche e più severo diviene il giudizio etico e giuridico.

Si consideri che sin dall’inizio, in assenza di innesti, era proponibile una implantoprotesi fissa ancorata a sei impianti in zona intraforaminale o di una sovraprotesi, rendendo inaccettabile il rapporto rischio beneficio. In questo senso l’assenza di indicazioni all’intervento e la deficitaria tecnica chirurgica portano ad ascrivere lo stesso il prelievo di fibula come danno.

Parafrasando il paziente si tratta di una sperimentazione dell’operatore per testare le proprie performance in assenza di adeguata preparazione. In altre parole si tratta di errore cognitivo, in soggetto accident prone, con elevata possibilità di ripresentarsi.

Valutazione medico-legale

Il nesso di causalità e il profilo di responsabilità certa veniva identificato nelle seguenti motivazioni:

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13 - discutibile indicazione all’intervento, in quanto si tratta di tecnica proposta per

ricostruzioni mandibolari dopo resezione oncologica

- errori di tecnica chirurgica, da cui derivavano lesioni neurologiche multiple e perdite ossee

- assente programmazione implantoprotesica, con costruzione di protesi inefficiente.

Le richiesta risarcitorie di parte calcolavano il danno composito dalla sommatoria delle singole menomazioni (coesistenti e concorrenti monocrone), senza comporle in valutazione generale.

Del resto nelle consulenze di parte è, talvolta, giustificato con il consenso della parte, operare per sovrastima, in modo da assicurare ai legali margini di trattativa nella gestione della causa, nei confronti di valutazioni avverse sbilanciate in senso opposto.

Una equa valutazione avrebbe potuto essere la seguente: 35% di danno biologico permanente; un anno di danno biologico temporaneo parziale con percentuali a scalare; spese emergenti per riabilitazione ortopedica e adeguamento delle protesi dentarie.

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14 Figura 1 - Ortopantomografia (a) e TAC per ricostruzione mandibolare tridimensionale (b) della situazione preoperatoria

Figura 1 – a

Figura 1 – b

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15 Figura 2 - Ortopantomografia (c) e TAC per ricostruzione tridimensionale (d,e,f) della situazione postoperatoria

Figura 2 – c

Figura 2 – d

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16 Figura 2 – e

Figura 2 - f

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17 Figura 3 - Evoluzione del riassorbimento osseo dell’innesto in 18 mesi e posizionamento implantare verificato con TAC tridimensionale (g,h), ortopantomografia (i,l) e teleradiografia (m)

Figura 3 – g

Figura 3 - h

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18 Figura 3 – i

Figura 3 - l

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19 Figura 3 – m

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20 Figura 4 - Situazione endorale e riabilitazione mediante sovraprotesi con ancoraggi a ritenzione elastica (n,o,p,q)

Figura 4 – n

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21 Figura 4 – o

Figura 4 - p

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22 Figura 4 – q

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23 Figura 5 – Atrofia linguale e alterazione motoria per lesione dell’ipoglosso sinistro (r) e zona di anestesia cutanea per lesione del nervo alveolare sinistro (s)

Figura 5 – r

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24 Figura 5 – s

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25 Figura 6 – Cicatrici chirurgiche del collo (t) e della gamba (u), deficit di motilità per lesione del nervo popliteo esterno destro (v).

Figura 6 – t

Figura 6 – u

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26 Figura 6 – v

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27 CASO 3 – NEUROPATIA DEL NERVO INFRAORBITARIO IN CHIRURGIA ORALE

Descrizione del caso

La perforazione radicolare di un canino superiore destro (13), nel corso di terapia canalare, comportava il tentativo di due interventi di chirurgia endodontica e successivamente l’estrazione dentale, eseguite da parte del medesimo professionista.

Residuava lesione del nervo infraorbitario con ipo-estesia e disestesia in zona infraorbitale e dell’emilabbro destro; si sovrapponeva neuropatia con crisi dolorose scatenate da contatto accidentale, funzione e agenti atmosferici (freddo, vento), parzialmente risolte dalla terapia farmacologica.

Era disponibile documentazione inerente numerose visite per terapie antalgiche e nel corso delle visita medico-legale venivano evidenziata disturbi psichici reattivi.

Inoltre la paziente lamentava consistenti alterazione della propria qualità e abitudini di vita, come conseguenza dell’evento.

La riabilitazione protesica per la perdita del canino implicava la riesecuzione di un ponte posteriore preesistente (vecchio ma in buona funzionalità) ancorato denti a prognosi incerta.

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28 Clinica e risk management

La diagnosi è di neuropatia post-chirurgica, complicanza (imprevedibilità, imprevedibilità) riconducibile a neuromi di amputazione o a sindrome da deafferentazione.

Si tratta di danno alla persona nell’ambito delle microinvalidità; che, in caso di colpa, è manlevabile dalle ordinarie polizze assicurative per responsabilità professionale.

In concomitanza con le disestesie sono spesso prodotte certificazioni inerenti disturbi psichiatrici minori (neurastenia, disturbi somatoformi, disturbi post-traumatici da stress), a sostenere richieste risarcitorie elevate.

In questi casi è necessario distinguere disturbi psichiatrici, che richiedono valutazioni autonome, da altre componenti del danno generalmente già ricomprese nel risarcimento ordinario (pretium doloris o danno morale, danno esistenziale) o irrisarcibili (disturbi fittizi o sinistrorsi).

Per quanto attiene la protesizzazione, va tenuto presente che generalmente i danneggiati tendono a evitare riabilitazioni complesse e ad optare per soluzione semplici e scarsamente invasive.

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29 Valutazione medico-legale

La definizione di complicanza della neuropatia esclude colpa e risarcibilità; ma, nella concreta fattispecie, la lesione è riconducibile a un fatto illecito a monte (responsabilità per errata terapia endodontica), da cui è derivata la necessità di interventi chirurgici, causa di lesione secondo un nesso i causalità ininterrotto.

Il danno biologico è quantificabile nel 9% di invalidità permanente (1-1,5% per la perdita del canino e 7-8% per la neuropatia), in otto-dieci mesi di temporanea parziale, considerando il periodo necessario alla stabilizzazione farmacologia delle neuropatia.

Le spese emergenti per la prima protesi prevedevano un ponte più esteso (da incisivi a molari) per compensare la diminuzione di durata del ponte preesistente; successive spese per rifacimenti futuri (ogni 15 anni) per la sola parte anteriore, stante la preesistenza.

Figura 1 – Ortopantomografia (a) e radiografia endorale (b) dopo terapia endodontica del canino superiore destro (13)

Figura 1 – a

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30 Figura 1 – b

Figura 2 - Canino estratto (c), situazione endorale (d) ed ortopantomografia dopo l’estrazione (e)

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31 Figura 2 – c

Figura 2 – d

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32 Figura 2 – e

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35 CASO 4 - PARALISI DEL NERVO FACCIALE IN CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE

Descrizione del caso

Un paziente affetto da Obstructive Sleep Apnea Syndrome (OSAS), in terapia notturna con ventilazione a pressione positiva (CPAP), si sottopose a intervento di chirurgia maxillo-facciale (avanzamento bimascellare); a seguito della quale si ridusse di circa 2/3 il numero delle crisi notturne (circa 300 preintervento).

L’insorgenza di un consistente edema post-operatorio, comportò la paresi periferica del nervo facciale sinistro, che si stabilizzò come postumo.

Successivamente il paziente fu protesizzato presso lo stesso reparto ospedaliero per terminare il ciclo terapeutico.

Clinica e risk management

Lesioni neurologiche permanenti possono derivare con meccanismo indiretto (trazione dei lembi, iniezioni intraneurali, edema dei tessuti), rappresentando complicanze e non errori di tecnica chirurgica.

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36 Si tratta di fatti imprevenibili, che si verificano con diverse percentuali in base alle statistiche operatorie e a particolarità anatomiche del caso.

Ad esempio è noto che la sovrapposizione del dente del giudizio sul profilo del canale alveolare nelle ortopantomografia e la completa formazione delle radici in individui adulti, si accompagnano a maggior rischio di danno neurologico.

In tema di responsabilità per lesioni, prevedibili ma non sicuramente prevenibili mediante tecniche chirurgiche corrette, il consenso informato rappresenta la discriminante in grado di giustificare l’operato del sanitario.

Valutazione medico-legale

L’analisi medico-legale escludeva la responsabilità professionale e interpretava la lesione come esito di complicanza, che si verifica con ridotta incidenza anche in casi correttamente operati (imprevenibilità e prevedibilità). Non emergevano dalla cartella clinica e dal diario operatorio evidenze di errori e il paziente risultava correttamente informato con modulistica di consenso.

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37 Figura 1 – Viso a riposo (a) e alterazioni della mimica dovute alla lesioni del nervo facciale (b,c)

Figura 1 –a

Figura 1 –b

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38 Figura 1 – c

Figura 2 – Ortopantomografia

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39 BIBLIOGRAPHY

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