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“So quel che fai”, di Giacomo Rizzolati e Corrado Siniga-glia, Milano, Raffaele Cortina Editore, 2007

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Narrare i gruppi. Prospettive cliniche e sociali. Anno II, Vol. I, Marzo 2007

schede

“So quel che fai”, di Giacomo Rizzolati e Corrado Siniga- glia, Milano, Raffaele Cortina Editore, 2007, pp. 216, € 21,00

Come riusciamo ad afferrare immediatamente il significato delle azioni degli altri? Come ne comprendiamo intenzioni ed emozioni? Alle già importanti risposte psicologiche, antropologiche e filosofiche, la neurofisiologia, in tem- pi recenti, aggiunge un innovativo elemento di conoscenza: i “neuroni spec- chio” dotati di una sorprendente proprietà. Essi si attivano sia quando com- piamo una data azione in prima persona sia quando vediamo che altri la compiono. Questa importante scoperta, i presupposti teorici e le ricerche sperimentali che l’hanno resa possibile, vengono per la prima volta affrontati in un libro. Il libro, infatti, racconta, la storia della loro scoperta, nonché le implicazioni che essa avrebbe sul modo di intendere l’architettura e il funzio- namento del cervello umano. Non si tratta solo di un originale esplorazione dei meccanismi neurali che sottendono molti dei nostri comportamenti indi- viduali e sociali, ma di un innovativa indagine sull’evoluzione neurofisiologica di intelligenza ed emozione, di pensiero e linguaggio. In particolare, il libro analizza il ruolo che i “neuroni specchio” hanno nella condivisione emozio- nale umana. Al pari delle azioni, infatti, anche le emozioni risultano immedia- tamente condivise: la percezione del dolore o del disgusto altrui attivano le stesse aree della corteccia cerebrale che sono coinvolte quando siamo noi a provare dolore o disgusto. La comprensione immediata, in prima persona, delle emozioni degli altri che il meccanismo dei “neuroni specchio” rende possibile, rappresenta, secondo gli autori, il prerequisito necessario per quel comportamento empatico che sottende larga parte delle nostre relazioni inte- rindividuali. Condividere a livello viscero-motorio lo stato emotivo di un altro è cosa, però, diversa dal provare un coinvolgimento empatico nei suoi con- fronti. In altre parole, il coinvolgimento empatico dipende anche da altri im- portanti fattori come la soggettività, la qualità della relazione e il contesto. Il sistema dei “neuroni specchio” appare così decisivo, ma non esclusivo, per l’insorgere di quel terreno d’esperienza comune che è all’origine della nostra capacità di agire come soggetti non soltanto individuali ma anche e soprattut- to sociali. In sostanza, i “neuroni specchio” mostrano quanto radicato e pro- fondo sia il legame che ci unisce agli altri, ovvero quanto insolito sia concepi- re un Io senza un Noi.

ANTONINO GIORGI

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